Il Custode - Alberto Cecon
Inviato: 20/03/2015, 18:05
Silenziosa scivola la sabbia scandendo la sua severa sentenza, senza suono alcuno essa scende con esasperante lentezza attraverso lo strettissimo pertugio che separa le due ampolle; tanto è angusto il passaggio per il pietroso pulviscolo, e talmente imponente è la trasparente struttura che lo contiene, che mi sembra quasi di poter scorgere l’immutabile movimento, il solido stillicidio di ogni singolo granello di rena dall’imbuto superiore a quello inferiore, ora in gran parte vuoto.
Centinaia, migliaia di anni ci vorranno, stagioni interminabili, insaziabili secoli si avvicenderanno prima che questo inconsueto, inconcepibile deserto capovolto si riversi completamente, e l’indefesso, inflessibile filo di sabbia – il cui preciso percorso non smetto mai di osservare – finisca la sua folle discesa allo scoccare dell’ultima ora, al termine dell’istante supremo, allo scadere del Tempo.
Centinaia, migliaia di anni ci vorranno, stagioni interminabili, insaziabili secoli si avvicenderanno prima che questo inconsueto, inconcepibile deserto capovolto si riversi completamente, e l’indefesso, inflessibile filo di sabbia – il cui preciso percorso non smetto mai di osservare – finisca la sua folle discesa allo scoccare dell’ultima ora, al termine dell’istante supremo, allo scadere del Tempo.