Figli d'arte

[Day Dreamer]

Figli d'arte

- Hai sentito, Milton? Una nuova guerra per il controllo dell'Italia. Se solo gli umani fossero onesti e pacifici come i robot...
- Oggi in ufficio mi è arrivato questo caso: un robot aveva ricevuto l'ordine di apparecchiare la tavola, un altro di sparecchiarla. Hanno continuato a turno a svolgere i loro ordini, sempre più velocemente. Poi hanno trovato una soluzione migliore.
- Hanno risolto il loro piccolo conflitto?
- Si... si sono distrutti a vicenda. Quello sopravvissuto lo abbiamo rottamato.
- Ma...
- Li abbiamo costruiti a nostra immagine e somiglianza, Susan.

[dixit]

Sti robot... daremo la colpa a loro...

[Day Dreamer]

Sti robot... daremo la colpa a loro...

E loro daranno la colpa a noi...

"Non capisci niente, ti odio!" ...grideranno, prima di sbattere la porta di casa e andare con e sull'amico motobot a farsi saldare l'anello al naso...

[daniele missiroli]

Una che si chiama Susan dovrebbe capire i robot.

[Day Dreamer]

Una che si chiama Susan dovrebbe capire i robot.

Nel microracconto abbiamo una giovane Susan Calvin che parla con Milton Ashe (collega verso cui è attratta in un racconto di Asimov). Susan è una persona con un forte deficit di empatia, poche espressioni emotive, quindi un bisogno di controllo delle situazioni e dell'altro. Questa psicopatia la porta inevitabilmente a lavorare coi robot, di cui ha una visione idealizzata e che considera quindi perfetti e onesti partner sociali, in quanto gli esseri umani sono troppo (anzi, diversamente) difficili per lei. Quindi si, Susan dovrebbe capire bene i robot, e certamente lo fa, ma la sua opinione è alterata dalla sua idealizzazione e dal suo vederli sempre e per forza diversi dagli esseri umani.

[daniele missiroli]

Disamina impeccabile, Day

[jormungaard]

Bel tributo alla robopsicologa Susan.