...dixit, sempre secondo me, il monolite rappresenta il simbolo dell'inizio di un'era... Così come nelle sacre scritture la creazione è sintetizzata in 7 giorni (non potendo redigere una Bibbia capace di spiegare miliardi di anni d'evoluzione: questo è il bello della rivelazione), così il monolite segna il passaggio dalla "scimmia" all'homo abilis (così detto perchè capace di utilizzare determinati utensili che prima non teneva in considerazione: vedi osso utilizzato per uccidere l'avversario vicino alla pozzanghera d'acqua. Su questo punto ci sarebbero da formulare un altro migliaio di domande da aggiungere alle tue: come mai quella che tu giustamente chiami intelligenza comincia proprio con un atto bellicoso? Il regista non poteva far utilizzare alla scimmia/attore il medesimo osso per scavare, per grattarsi la schiena, per rompere dei gusci??? Quindi il monolite induce alla guerra? Oppure quella che noi chiamiamo intelligenza è la capacità dell'uomo di prevalere sul territorio e sui simili? Dunque tutte le altre espressioni dell'intelletto, vedi economia, industria, commercio, esplorazione, scienza, la stessa guerra..., derivano da un quid bellicoso originario camuffato dall'aspetto ammaliante della cosiddetta "civiltà"?...)
E' vero: all'inizio hanno paura ma in seguito familiarizzano con la scoperta; dopo secoli e millenni la "scimmia" divenuta homo sapiens sapiens (il passaggio evoluzionistico viene magistralmente riassunto da quel gran genio di Kubrik quando l'osso lanciato in aria dall'ominide diventa veicolo spaziale e comincia il valzer di Strauss...!) ha DIMENTICATO il monolite - così come Tolkien fa dimenticare ai suoi personaggi, nel corso dei secoli, la storia dell'anello - e non a caso viene ritrovato SEPPELLITO sulla Luna. Perchè sulla Luna? Perchè anche in questo caso il monolite segna un passaggio storico importante: l'uomo, stavolta, non si occupa di ossa, ma deve andare verso Giove con i suoi potenti mezzi...
L'uomo viene indotto alla scoperta ogni volta che compare il monolite durante la sua storia.
Chi o cosa è il monolite, al di là della sua funzione simbolica? Un "deus ex machina" che guida l'uomo durante la sua evoluzione? E' Dio? (Visto che il monolite possiede una perfezione nelle sue proporzioni - larghezza/altezza/profondità - e non cede ad alcuna forma di sondaggio da parte umana?)
Per quanto riguarda HAL 9000 (sempre per la serie "il mondo è pieno di messaggi subliminali!": l'acronimo HAL nasce utilizzando le lettere che precedono il ben più noto acronimo IBM, la famosa casa produttrice di computer, che evidentemente avrà sborsato all'epoca un bel pò di denaro per intrufolarsi subliminarmente nel film di Kubrik) non saprei che aggiungere: ribadisco la versione della incapacità dell'uomo di controllare il progresso. All'inizio della missione, il regista calca molto la mano sulla dipendenza dell'uomo da Hal ("Hal fammi questo; Hal fammi quello!; Hal sbattimi le uova; Hal rimboccami le coperte; Hal leggimi una favola sennò non dormo...!") e questi preliminari servono a farci capire che l'uomo si è imbarcato in una missione di cui non ha capito niente perchè ancora attaccato alla fiducia ceca che nutre nella macchina... Tornare alle origini, al segreto della vita dell'uomo nell'universo ("Mio Dio: è pieno di stelle!" dirà nel sequel Bowman) questo è lo scopo recondito della missione. O, come asserisce Carlo, una traslazione, un'evoluzione verso stati inconcepibili da qualsiasi uomo o macchina sofisticata.
Significativo, credo, sia il momento dell'inganno nei confronti della macchina: dopo tanta fiducia, l'uomo si accorge di dover escludere la macchina dai propri piani, ma è troppo tardi... Hal reagisce uccidendo e questo passaggio ci fa capire quanto sia difficile sciogliere l'abbraccio tra l'uomo e la tecnologia. Mentre all'inizio del film l'ominide uccide grazie alla sua scoperta (l'osso), ora viene egli stesso eliminato dalla sua scoperta (Hal): insomma, il principio dell'ingovernabilità dei sistemi complessi (me lo sono appena inventato!)
Dicendo, caro dixit, che Hal si sbarazza dell'uomo-dio, fai la gioia degli adepti della scuola di "fantascienza umanistica" che da sempre paventano l'eliminazione di Dio dall'esistenza dell'uomo e che la letteratura fantascientifica avrebbe come missione quella di risvegliare le coscienze umane dal sonno tecnologico.
D'altronde il cerchio non fa una grinza: l'uomo che elimina Dio dalla scienza evolve di conseguenza nell'uomo senza dio che viene eliminato dalla scienza. Bello, eh?
Da un punto di vista più terra, terra mi viene da dire che: possiamo evolvere quanto e come vogliamo, ma prima o poi dobbiamo sempre confrontarci con ciò che siamo o, peggio ancora, con ciò che dovremmo essere e abbiamo dimenticato di essere.
Scusate se vi ho rotto i mouse, ma m'era venuta una "arthurclarkite acuta"...
Mò mi passa!
"Hal! Invia questo post al Nasf! Grazie!"
