
Invece di trasferire inutilmente il personale al Ministero, una volta abolito l’inutile UNIRE (ex monopolista incapace di riciclarsi in una logica di mercato) andava favorita una maggiore concorrenza nel mondo delle corse ippiche, lasciando agli ippodromi la gestione dell’indotto ippico e delle scommesse, nel contesto di un mercato davvero libero, dove i montepremi, i numeri delle giornate di corsa e le puntate fossero davvero determinate solo dalla libera concorrenza.
Del resto prima gli appassionati di scommesse potevano scegliere solo tra il Totocalcio, il Lotto e appunto i cavalli.
Poi il settore s’è aperto alla concorrenza (dalle slot machine al Superenalotto) con il risultato è che le puntate sui cavalli sono molto diminuite, il pubblico delle corse pure e le entrate dell’Unire si erano dimezzate: la festa, insomma, era finita.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)