Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

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l.zag

Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da l.zag »

In effetti, l'idea di aprire questa nuova discussione, me l'ha data Carlo Trotta, sul fatto che si possano attraversare dei periodi di non scrittura che possono durare giorni, mesi, o addiruttura anche anni.
Io personalmente ho avuto dei momenti di difficoltà, di mancanza di ispirazione, ma ho sempre seguitato a scrivere, mi sono sempre imposto di scrivere, anche se sentito che ciò che scrivevo non era assecondato dalle mie emozioni, ho ritenuto che fosse importante continuare a farlo, se non altro perché, prima o poi la costanza mi avrebbe comunque premiato, anche se poi di fatti così non è stato, perché il mistero dell'ispirazione va ben oltre tutto ciò che è in grado di essere controllato da noi stessi.
Stare bene, o stare male con se stessi, sicuramente incide sul piano della scrittura, nel senso che magari a seconda dello stato d'animo il risultato, sarà condizionato nel momento in cui si scrive, questo si, ma non ritengo sia determinante secondo me va oltre, queste condizioni.
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carlo
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Re: Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da carlo »

io come detto nell'altro topic non scrivo racconti o romanzi da due anni, nulla eccezion fatta forse per 3 o 4 poesie...
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hombre sincero
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Re: Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da hombre sincero »

io come detto nell'altro topic:

Freud, collegava la necessità di esprimersi dal punto di vista artistico e poetico al gioco del bambino.
Un bambino inventerebbe un gioco per superare con una "vita" parallela un qualunque disagio sofferto nella vita "reale" di tutti i giorni.

L'artista,il poeta farebbero lo stesso?

Non credo ci siano regole precise, tutti noi reagiamo al quotidiano in modo differente.
C'e' chi sotto pressione da il meglio di se e chi necessita di tranquillatà.

Scrivere e le componenti che spingono e stimolano a farlo, sono un mistero, poi, ognuno si dipinge una propria via, inventata o reale e si convince di fantasiose esigenze.

Personalmente, anche nei momenti piu insipidi in cui non ho niente da dire, cerco di dirlo, mi faccio una sorta di auto-forzatura. Questo mi porta a scrivere grandi cazzate e, al contempo, cose che rileggendole dopo qualche tempo riescono a reggere (sempre per me, ovviamente) o addirittura a entusiasmarmi. Piano piano sopraggiunge il ritmo e cosa ancora piu importante, l'entusiamo di scrivere. L'entusiamo durante l'atto, credo sia impagabile e l'ebrezza che muove il vento è preziosa!

Credo che tutti abbiano il diritto (e il dovere) di inventarsi un movente, tanto forte, prepotente e necessariamente mutevole da obbligarci a scrivere, in ogni circostanza, sempre e comunque; ciò che conta è scrivere!

Benedetta sia la creatività!
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matteopugliares
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Re: Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da matteopugliares »

Con la narrativa mi sono capitati periodi di aridità ma con la poesia mai.
Magari ti interessa il mio ultimo libro, IL SOGNO DI POLDO
http://www.edizionicreativa.it/book.php ... DI%20POLDO
ethel
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Re: Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da ethel »

Io ho avuto una pausa dallo scrivere di quasi dieci anni.
Dieci anni presa a crescere, presa dalla mia formazione e dal mio futuro. Credevo che scrivere fosse una futilità, una perdita di tempo, un ostacolo che mi allontanava dai miei obiettivi.
Quanto mi sono sbagliata... Mi sono dovuta scottare più volte per rendermi conto che solo attraverso la scrittura riuscivo a guardare dentro la vera me stessa e a liberarmi dai demoni che non mi lasciavano libera di vivere la mia vita.
Adesso che ho capito mi sto impegnando non poco in questo, per quanto mi comporti uno sforzo immenso.
Non posso certo dire che sia come andare in bicicletta!
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Ghidara
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Re: Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da Ghidara »

La mia esperienza è simile a quella di Luana: voglia di scrivere, soffocata dalla vita e da "altro da fare". Poi la crisi, seria, senza scampo.
E la scrittura per aprire gli occhi su me stessa.
Ritrovarsi su un foglio è stata una bellissima esperienza, a cui non posso più rinunciare.
Anche se adesso sono ferma le idee ci sono e aspetto solo il momento giusto per metterle su carta, anzi su file.
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matteopugliares
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Re: Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da matteopugliares »

Ghidara ha scritto: soffocata dalla vita e da "altro da fare".
Quando la vita mi soffocava, in passato, per me è stato invece un periodo di grande produzione.
Magari ti interessa il mio ultimo libro, IL SOGNO DI POLDO
http://www.edizionicreativa.it/book.php ... DI%20POLDO
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Vita
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Re: Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da Vita »

fermarsi  è solo una giustificazione di cui io personalemte ho spesso bisogno...
non scrivo prosa vera, che abbia un senso cioè da più di un anno, poesie tante invece, ma devo ammettere che queste nascono quasi sempre su poesie istantanee...
ho scritto qualche pagina qua e là, ma c'è qualcosa che nn torna! Credo di dover prima fare la pace con me stessa.
"Combattere e vincere porta il meraviglioso
combattere e perdere porta quasi il divino...
tu sarai sempre tra i due senza scelta..."
ethel
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Re: Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da ethel »

In questo periodo, in particolare, spazio da momenti di frenesia nei quali arrivano quasi fisicamente a prudermi le mani dal desiderio di esprimere su carta i miei pensieri, ad altri di vuoto totale, quando mi siedo davanti a una pagina bianca e aspetto  (con una faccia un po' cretina, a dire il vero!) che mi arrivi un'ispirazione che però quel giorno è in sciopero.
Il più delle volte però l'ispirazione mi arriva quando non dovrebbe, o comunque quando non la posso cogliere. Le situazioni tipo sono: quando sono a sciare (ho pensato di portarmi un block notes, ma fermarmi in mezzo alla pista per scrivere mi sembra uno sport estremo!), a lavorare o a dormire. Finora ho risolto solo quest'ultima situazione, dormo con la penna al fianco. :)
Comunque, più in generale, è quando sono afflitta da pensieri funesti, da malinconia e insoddisfazione che mi viene voglia di scrivere. Forse è per questo che è stato così facile per me smettere per 10 anni, associavo questo vuoto all'accomodante senso di soddisfazione che mi accompagnava giorno dopo giorno, anche se poi in realtà si trattata soltanto di una sensazione di superficie...
l.zag

Re: Periodi di mancata ispirazione o di incapacità a scrivere...

Messaggio da l.zag »

Fare la pace con se stessi? Sono anni, che ho smesso di parlarmi, e vivo la mia vita in continuo contrasto, ed eternamente indeciso, scrivo, e quando mi rivolgo a "lui" che è "l'altro", con il quale divido  la mia vita, gli dò del Lei.

Se "fortunatamente", da un punto di vista letterario, non conosco alcuna aridità,  non saprei dunque definire cos'è una secchezza creativa, e per tanto, scrivo in continuazione, e questo, dal punto di vista che attiene all'uomo, a quello che si riferisce alla mia esperienza di vita, ovvero la sfera meramente personale, ebbene, visto da questo punto di vista, io dico che è una maledizione. Perché io scrivo solo quando in me c'è qualcosa che non torna, quando non sono soddisfatto di come vanno le cose, quando non mi piace ciò che faccio, quando tutto mi rema contro, ed è allora che io scrivo.

Scrivere, è una maledizione, è la noia che mi porto dentro, ed è per questo che la esterno, attraverso le "metafore" nel vano tentativo di estrometterla per sempre dalla mia vita, ma è storia inutile, perché "lui" ovvero "l'altro" che vive in me, nella circostanza della scrittura, accetta di convenire con me alcune cose, per esempio le regole alle quali bisogna sottostare, e tanto per rendere l'idea di cosa significa divederla con "lui" questa vita, è come stare sotto un ombrello piccolo e fuori piove a dirotto, esso riesce appena a proteggerti la testa, perché tutto il resto è sotto l'azione della pioggia, e si bagnano le scarpe, le gambe, le spalle.
E solo in questo contesto che ti accorgi, che la testa è asciutta, mentre tutto il resto è bagnato fradicio. E ti chiedi: > Essa ragiona, e tiene per se tutto il meglio, tiene le redini, e ti dice dove e come andare, ti ordina l'andatura.
La testa se da un lato mente, dall'altro, tesse la sua tela, e tiene i fili come il  puparo fa con i suoi pupi. Costretto a fare il burattino per tutto il tempo che sarà, ti costringe a mentire e a scrivere. Cosa? Tutto il resto!

Tutto il resto, è la noia, il tedio, che permane nelle circostanze di quel tutto il resto, che è poi il tutto che comprende l'andatura dell'essere uomo con tutti i suoi annessi e connessi.

Scrivere? Vorrei non aver mai iniziato a farlo, non aver avuto nulla da dire o da raccontare. Secchezza creativa? Cos'è? Chi l'ha vista mai, e soprattutto non la conosco!

Io scrivo e non avrei voluto mai iniziare a farlo. Scrivo, e vorrei solo ora provare a non farlo. Vorrei provare a non avere idee, vorrei, ma non posso!
Non so cosa sia, quell'aridità di pensiero, e mentre lo disco e lo scrivo, giuro di non sapere cosa sono. Ignoro la sua esistenza e mentre lo faccio, le mie mani tendonoi fili tesi dalla mia testa, che ragiona e non si bagna, perché protetta da un cappello, e mentre lo fa, protegge i suoi pensieri, mentre tutto il resto muore.

E "lui"? Cioè "l'altro"? "Lui" sì che se la ride, e non ha tempo per pensare a queste cose, sono bazzecole, fandonie senza senso, che non conoscono né arte e né parte, e al centro della scena, io, lo scemo del villaggio.
Io scrivo? "Lui" ride! Io piango? "Lui" è un uomo, uno di quelli veri che non ha il tempo per pensare a queste cose, alle sofferenze umane, alla gente che muore senza sapere il perché. "Lui", è un uomo che non teme, è uno di quelli che non ha paura del fatto che prima o poi gli canteranno l'Ave Maria, perché questa, sta, nella natura delle cose, ed io che scrivo a questo punto ancora non ci arrivo, non riesco ancora a metterla in conto.

Vorrei non aver mai scritto, vorrei non averci mai pensato per un solo istante, a sfarfugliare un solo verso di questa dannata ispiriazione che spira e soffia dentro il seme della discordia alle due menti che dentro di me si sollazzano, ciascuna pensando alla propria strada, al tempo che distrugge ogni cosa, due vite parallele, che vivono sotto lo stesso tetto senza mai incontrarsi, e soprattutto senza mai chiedersi ad una domanda che mi pongo da sempre e che ancora non mi fa dormire la notte cioè: >
Ultima modifica di l.zag il 12/02/2008, 20:34, modificato 1 volta in totale.
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