C'era una volta, sulla riva del mare
tra lido incantato e scogliera rocciosa
una barca d'argento, e il dolce cantare
di un bel marinaio per la sua amorosa.
Le vele tessute di grigio argento
si gonfiarono e crebbero a dismisura
e all'improvviso il marinaio fu spinto dal vento
lontano dalla sua dolce creatura.
Bella come il mare,
la pelle chiara, la chioma bionda
gli occhi azzurri, il sorriso solare
il canto soave, la voce profonda.
Si levò straziante il suo grido dai lidi lontani
mentre osservava l'infida nave d'argento
più acuta era la sua voce di quella dei gabbiani
e giunse penetrante al marinaio il suo lamento.
Egli si gettò nei flutti impetuosi,
lottando furiosamente contro le crudeli onde
e nuotò verso gli scogli rocciosi
ove al sole scintillavano due trecce bionde.
La potente marea lo strappò all'amata,
trascinandolo nel buio dell'abisso profondo
e la fanciulla lo seguì oltre la spiaggia incantata,
mai più si rivide il suo capo biondo.
La ballata del marinaio
La ballata del marinaio
ariateresa Cermola
Re: La ballata del marinaio
È interessante come hai paragonato la bellezza della donna al mare, entità che l'ha strappata al suo amato. Ho apprezzato molto anche il contrasto: la sua leggiadria e la greve tragedia.