Catalogo.Il nostro progetto comprende poesia, narrativa, saggistica. Siamo mossi da
afflato classicista, da un forte spirito selettivo e dal rifiuto di fare
dell'autore il cliente del prodotto finito. I libri del Catalogo saranno,
nelle nostre intenzioni, belli e sudati. Ognuno di loro comporter? un forte
rischio per l'editore.
Nella prima fase della nostra attivit?, da qui al dicembre 2005,
promuoveremo tre libri di poesia: gli autori sono italiani, esordienti,
classe 1978; selezionati dopo attenta e puntuale scrematura.
Il primo libro ? "Postnovecento" di Patrick Karlsen.
Trovate qui: http://www.delcatalogo.com/autori.htm la scheda del testo.
Prossimamente ci dedicheremo alla narrativa italiana e straniera. Contiamo
di tradurre opere inedite di autori del passato ingiustamente noti per un
solo titolo. Limitatamente alla narrativa italiana, indiremo a breve un
concorso a partecipazione gratuita il cui bando sar? reperibile all'interno
del
portale di critica letteraria e dello spettacolo Lankelot: www.lankelot.com
Gianfranco Franchi

L?IMMORTALIT? NEL GESTO MINIMO
?Hope is a knave befools us evermore,
Which till I lost no happiness was mine.
I strike from hell?s to grave on heaven?s door:
All hope abandon ye who enter in?
(Samuel Beckett, ?Pseudo-Chamfort?).
Patrick Karlsen ? un artista triestino, sanguemisto, classe 1978. Talentuoso ed eclettico figlio d?una citt? di splendida tradizione letteraria, ricade anche su di lui la responsabilit? d?esserne prima e nuova espressione nel post Novecento: con l?intelligenza, la profondit? e la sensibilit? d?un giovane storico, che canta in versi e in prose la condizione dell?intellettuale nel tempo nuovo.
La poesia di Karlsen si fonda su tre colonne portanti: l?impegno e la satira civile e politica; l?intimismo e il sentimentalismo; l?insofferenza e lo spaesamento di fronte alle innovazioni tecnologiche. ? l?artista che sogna di ?agguantare le nuvole sulle rotaie?, per restituire ai suoi contemporanei la dolcezza e l?umanit? di tempi e ritmi estranei alla frenesia e all?esasperazione della societ? odierna: ? inquieto, ferito e rabbuiato nella consapevolezza dell?isolamento dell?intellettuale, basito e scosso dalla sensazione d?estraneit? alla neo-lingua italiota propagandata dai media e imposta dalle innovazioni tecnologiche; s?? incarnato l?incubo vagheggiato e titillato dai futuristi, siamo nel tempo in cui leggiamo sui led e per scintillanti comandi ci ritroviamo a pensare per check, press, confirm. In ?tempo reale?. Oh, abort.
Karlsen vive in una nazione irriconoscibile, che pretende pacificazione e comunanza della memoria per via d?amnesie o d?oblio o di partigiana revisione: ? un cittadino che sente la responsabilit? di testimoniare l?alta lezione politica, civile e democratica dei Padri della Repubblica, e rifiuta le logiche nuove che cercano respiro nello ?Stivale accartocciato sconvolto?.
?Nella veronica acerba d?un ballottaggio / postindustriale? (?Dieci di giugno?), infatti, ?l?Italia ? uno scoglio dove / si squaglia a banchi il cerone; contrada / dei trastulli, delle paraboliche in fiore, / delle banane illiberali in corteo. A te / consegner? un astro nuovo, ove le foche / stenteranno in pace: e non ci sar? / pi? traccia di corrotte entit? umane? (?Il regalo?).
Corruzione, culto dell?immagine fine a se stesso, caducit? e precariet? di tutto: flessibile s?? fatta non solo la condizione del lavoratore, ma l?esistenza e il senso della verit? e della realt?. Sopraffatto dalle aberrazioni delle violazioni dell?etica, della morale, della democrazia e dell?intelligenza, asfissiato dalla de-umanizzazione nelle interazioni tra individui, lacerato dalla coscienza d?essere incapace d?esser servo d?un potere illiberale, l?artista e l?intellettuale pu? e deve gridare di rabbia e di dolore ? e sussurrare e sorridere solo quando si rivolge al suo amore, alla coscienza d?un amico, al microcosmo della sua esistenza. Spegnendo lo stomacante ?chiasso della televisione?, Karlsen si va allora guardando attorno cercando ?l?immortalit? nel gesto minimo?.
? una corazziniana e gozzaniana poesia delle piccole cose: minimalista ed intimista, essenziale e postromantica.
?Scrivo di quel niente di profilo ed ? tutto, / il niente ? la parola della poesia, tutto?.
Nel nostro nebuloso e grigio panorama letterario si propone e si staglia la voce di uno storico che conosce e domina la poesia: e fondendo e ibridando l?essenza del suo ruolo di ricercatore e creatore di bellezza va costituendo un?opera nuova; ? un libro che ripudia il disordine e la feroce indifferenza della contemporaneit?, rinuncia alla volgare normalizzazione figlia della menzogna idolatra della societ? dell?immagine, e si lascia leggere e interiorizzare, nel tempo: padre di pensieri fertili e solari: nel segno e nel destino d?una rigenerazione d?un popolo, dettata dal dominio delle arti, e della letteratura.
?What is that sound high in the air
Murmur of maternal lamentation
Who are those hooded hordes swarming
Over endless plains, stumbling in cracked earth
Ringed by the flat horizon only
What is the city over the mountains
Cracks and reforms and bursts in the violet air
Falling towers
Jerusalem Athens Alexandria
Vienna London
Unreal?
(Thomas Stearns Eliot, ?The Waste Land?)
Gianfranco Franchi, febbraio del 2005.