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Filmografia Regia Anno
Fellini: Sono Un Gran Bugiardo (attore) Damian Pettigrew 2001
La voce della luna (regista) Federico Fellini 1990
Intervista (attore,regista) Federico Fellini 1987
Ginger e Fred (regista) Federico Fellini 1985
E la nave va (regista) Federico Fellini 1983
La citt? delle donne (regista) Federico Fellini 1980
Prova d'orchestra (regista) Federico Fellini 1979
Il Casanova di Federico Fellini (regista) Federico Fellini 1976
C'eravamo tanto amati (attore) Ettore Scola 1974
Amarcord (regista) Federico Fellini 1973
Roma (regista,attore) Federico Fellini 1972
I clowns (regista) Federico Fellini 1971
Il mondo di Alex (attore) Paul Mazursky 1970
Fellini - Satyricon (regista) Federico Fellini 1969
Block-notes di un regista (regista,attore) Federico Fellini 1969
Tre passi nel delirio (regista) Roger Vadim , Louis Malle , Federico Fellini 1967
Giulietta degli spiriti (regista) Federico Fellini 1965
8? (regista) Federico Fellini 1963
Boccaccio '70 (regista) Vittorio De Sica , Mario Monicelli , Luchino Visconti , Federico Fellini 1962
La dolce vita (regista) Federico Fellini 1960
Le notti di Cabiria (regista) Federico Fellini 1957
Il bidone (regista) Federico Fellini 1955
La strada (regista) Federico Fellini 1954
Amore in citt? (regista) Alberto Lattuada , Carlo Lizzani , Michelangelo Antonioni , Dino Risi , Cesare Zavattini , Francesco Maselli , Federico Fellini 1953
I vitelloni (regista) Federico Fellini 1953
Lo sceicco bianco (regista) Federico Fellini 1952
Luci del variet? (regista) Alberto Lattuada , Federico Fellini 1951
L'amore (attore) Roberto Rossellini 1948

Biografia di Federico Fellini
(Rimini, 1920 - Roma, 1993)
Di famiglia borghese, sin da giovane abile nel disegno, Fellini ? a Roma gi? nel 1938, collaboratore di vari giornali satirici tra i quali il celebre "Marc?Aurelio". Dal 1941, comincia un?intensa attivit? di soggettista e sceneggiatore: la sua firma appare nei titoli di pellicole di assoluto rilievo, da "Roma citt? aperta" (1945) a "Pais?" (1946), da "Senza piet?" (1948) ad "Europa ?51" (1951). Debutta nella regia dirigendo assieme ad Alberto Lattuada "Luci del variet?" (1951), immalinconita ricognizione nell?universo dell?avanspettacolo. Nel successivo "Lo sceicco bianco" (1952), scritto con Ennio Flaiano e Tullio Pinelli, egli si allontana dalla tradizione neorealista, delineando personaggi sospesi tra il fantastico e l?ironico. L?anno dopo, "I vitelloni" gli frutta un Leone d?Oro a Venezia oltre che grande successo di pubblico e di critica: ? un film di matrice autobiografica, ov?egli torna alla provincia delle proprie origini con un sentimento misto di nostalgia e repulsione. Gli anni seguenti sono costellati di successi: la limpida poesia de "La strada" (1954) gli fa vincere un meritato Oscar, ed un altro glielo procura l?intenso "Le notti di Cabiria" (1957): entrambi i capi d?opera si valgono delle magnifiche interpretazioni di sua moglie, Giulietta Masina. Se "Il bidone" (1955) ? poco pi? che una parentesi, ha caratura epocale "La dolce vita" (1959), che fotografa gli anni del boom e del dominio democristiano con impietosa esattezza: entra in scena Marcello Mastroianni, che diverr? l?attore preferito del cineasta-demiurgo. Preceduto dal graffiante segmento "Le tentazioni del dottor Antonio" (1961), il meraviglioso "8 e 1/2" (1963) gli garantisce un terzo Oscar ed ? considerato da molti il suo esito pi? elevato. Meno riusciti risulteranno la ricognizione junghiana nell?animo femminile di "Giulietta degli spiriti" (1965) e l?accidentato itinerario nell?antichit? del "Satyricon" (1969): assai migliore il tagliente ed incubico episodio "Toby Dammit" (1967), eccellenti le parti incentrate sul passato del diseguale "Roma" (1972). Il ritorno al borgo natio di "Amarcord" (1973) ha pel Nostro effetti palingenetici, ch? qui si ? di nuovo ai suoi livelli pi? alti; e non ci si pu? che inchinare al magistero de "Il Casanova" (1976), lavoro notturno ed ipocondriaco di straordinaria resa. L?apologo minaccioso di "Prova d?orchestra" (1979), il viaggio innecessario nell?inconscio de "La citt? delle donne" (1980), la pretenziosa allusivit? di "E la nave va" (1983) dicono di una palese crisi d?ispirazione: dalla quale egli cerca rifugio nella pacata invettiva anticonsumistica di "Ginger e Fred" (1986), nel block-notes divertito e melanconico di "Intervista" (1987). Per approdare, nel testamentario "La voce della luna" (1990), ad una riflessione lucidissima sull?orribilit? del presente visto tramite lo sguardo di due emarginati: un favolello impeccabile, chiuso da un sommesso invito al silenzio. Per capire di pi?.
