Intervista a M.Margherita Merone, di classicaonline.com

Le interviste di NA a cura di M. Di Biagio e L. Massei
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carlo
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?Salzburg? VINCE IL PREMIO SPECIALE CLASSICAONLINE.COM .

INTERVISTA A MARIA MARGHERITA MERONE, Autrice del racconto.

Il 10 Settembre 2004 si ? concluso il Premio Letterario Internazionale "ArteNuova" dedicato a poesia, haiku e racconti. In collaborazione con l'associazione organizzatrice Classicaonline ha offerto un premio speciale per il miglior racconto ispirato alla musica classica. Fra i lavori pervenuti, la giuria ha ritenuto meritevole di tale premio il racconto "Salzburg" di Maria Margherita Merone. Qui di seguito l' intervista all' autrice ed al termine il testo integrale del racconto vincitore.

1-Ci parli brevemente di lei, delle sue occupazioni, della sua famiglia, dei suoi interessi extralavorativi.

Di me non c'? molto da dire: ho 38 anni ed abito con i miei "vecchi", studi classici ed una laurea in Scienze Politiche a Napoli alle spalle, sono nata e vivo da sempre in un piccolo paese in provincia di Benevento, e rivendico con orgoglio le mie "radici" sannite. Il mio lavoro? Diciamo che giornalisteggio ovvero, come capita spesso a chi sceglie questo ingrato mestiere, mi divido tra giornali e Tv locali, cambiando spesso testata e...frequenza! Scherzi a parte, attualmente sono corrispondente presso un quotidiano regionale, mi occupo di tutto tranne che cronaca nera e arte. Eppure l'arte, o meglio la musica ? la mia "passion predominante", per dirla mozartianamente.

2-Il tema da lei scelto, con un'introduzione "rubata" a "Le Nozze di Figaro" di Mozart ? piuttosto originale. Cosa le ha suggerito di ideare una storia articolata attorno ai concetti racchiusi in un libretto d'opera?

Premettendo che sono un po' una melomane, ritengo quasi naturale, per quelli come me, immaginare che i personaggi tanto amati nelle opere ci accompagnino e a volte rivivano davanti a noi magari con abiti e forme diverse... E ancora pi? forte ? poi la tendenza ad identificarci con alcuni di questi personaggi, di rivivere attraverso le loro emozioni ed avventure le nostre aspirazioni: per cui nel racconto la protagonista parla e descrive i suoi sentimenti con le parole della contessa d'Almaviva.

3-Perch? ha scelto proprio l'opera "Le Nozze di Figaro", in rappresentanza dell'infedelt? dell'uomo?

Ma perch? il conte d'Almaviva ? l'emblema del marito fedifrago, che non tradisce per passione o ripicca o debolezza, ma per capriccio: a dispetto del servo al quale deve gratitudine (Figaro infatti nel primo atto della trilogia di Beaumarchais lo aiuta a conquistare la mano di Rosina) e della moglie alla quale deve se non altro rispetto (mentre la umilia doppiamente in quanto la poverina ? costretta anche a ricorrere all'aiuto della sua serva, la stessa Susanna). Insomma, il conte tradisce senza alcun senso di colpa, in quanto maschio ed appartenente alla classe sociale dominante, per cui destinato a restare impunito: ritiene che il suo gesto nasca da un diritto che gli spetta per il ruolo che occupa.

4-Ritiene, a differenza di molti che vorrebbero seppellire la musica classica, che si possa riscontrare qualche elemento d'attualit?, in una storia musicata oltre duecento anni fa?

Bisognerebbe seppellire chi vuole seppellire la musica classica! Sarebbe una colossale sciocchezza. L'attualit? di un'opera come le Nozze di Figaro ? indiscutibile: l'eterna volubilit? delle emozioni umane; i giovani sposi che contano le ore per giungere al desiderato amplesso; i mariti che tradiscono a cuor leggero le mogli, come ho gi? detto; donne tradite incapaci di reagire, giovani adolescenti alle prese con i primi, incomprensibili turbamenti erotici, anziani che riscoprono le dolcezze della famiglia...per non parlare dell'arroganza dei potenti, che ancora oggi si sentono legibus solutus e non esitano a corrompere gli intriganti di turno per garantirsi il trionfo della forza sulla legalit?...devo continuare?

5-Cosa ne pensa del panorama musicale classico del momento?

Devo confessare la mia scarsissima conoscenza (ed ? gi? un eufemismo) della musica classica del momento, anche perch? bisognerebbe proprio capire cosa si intende oggi per musica classica, e quali sono i compositori che possono definirsi tali.

6-Ha esperienze musicali, per lavoro o diletto? Se s?, a quale strumento s'? dedicata, e per quanto tempo, e quali sensazioni le ha lasciato?

Ho studiato pianoforte in Conservatorio, anche se da allieva privatista, e per anni ho fatto lezioni private ai bambini, spesso divertendomi molto devo aggiungere, in quanto avevo una grande libert? di scelta sul programma didattico, ovvero su quali pezzi, e quali autori, far conoscere ai bambini. Suonare non mi ha lasciato sensazioni, nel senso che quando posso lo faccio ancora e quindi ogni volta mi emoziono. Anche una melodia di poche note: sentire i suoni che sgorgano dalle tue dita ? di una dolcezza impareggiabile.

7-E da quanto tempo, invece, si dedica alla scrittura?

Da 4 anni esatti: luglio 2000, data della pubblicazione del mio primo romanzo. Ne ho scritti poi altri due, insieme ad alcuni racconti.

8-Oltre al "premio speciale Classicaonline" e alla menzione d'onore al "Premio Artenuova 2004" ha al suo attivo altri successi letterari? Se s?, quali?

Il mio primo romanzo, dal titolo "Chat story", ? giunto primo al Premio Nuova letteratura promosso dalla stessa casa editrice che lo ha pubblicato (Di salvo, Napoli): la votazione avveniva via Internet, un po' anomala ma molto,come dire, in linea, anzi on line con i tempi!

9-Quali sono i suoi progetti artistici per il futuro?

Questa ? una domanda alla quale, in tutta onest?, non saprei rispondere se non genericamente: scrivere ancora! Scrivere quello che mi pare, per il piacere di farlo...certo sarebbe bello se riuscissi a coinvolgere anche gli altri in questo piacere, ma credo sia un'ambizione eccessiva.


-Federica Leva, Presidente della giuria "Premio Arte Nuova" - Sez. Racconti.-
Monia Di Biagio
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?Salzburg? di M.Margherita Merone:
VINCE IL PREMIO SPECIALE CLASSICAONLINE.COM



Il racconto vincitore:

SALZBURG

"Cara Lilly,

che dirti di Salzburg? Quando sono arrivata c?era solo neve, dall?aereo l?Austria mi appariva sotto un?unica, indistinta coperta bianca. Poi scesa a Salzburg ho preso un taxi per arrivare al mio alloggio.

Non ci crederai, ma poco prima del Gasthof , una carrozza trainata da due cavalli con tanto di attempato cocchiere in marsina ci ha tagliato la strada? Sar? stato il conte di Almaviva a mandarla, per salutare il mio arrivo! Mi conviene guardarmi, per?, dal Conte: dicono che non si faccia scrupolo di dare il suo benvenuto alle straniere molto da vicino, come non si sarebbe fatto scrupolo di esercitare lo ius primae noctis con Susanna, se Figaro non glielo avesse impedito?

Scusami, mia dolce amica, ma appena messo piede a Salzburg la mia eccitazione era gi? fuori controllo.

Come sto male in questo momento, Lilly. E? che mi sento impotente. Tu credi che la cosa peggiore che ti possa capitare sia che la persona che ami muoia e ti lasci per sempre, e niente al mondo te la potr? pi? restituire, nemmeno Dio: ma pensare che ? morta solo per te, mentre in realt? ? viva, non ? cento volte peggio? Sei ugualmente impotente, ma non puoi nemmeno abbandonarti alla dolce passivit? della rassegnazione, ti disperi e basta, e non smetti mai di sbattere la testa contro un muro. Ogni volta che lo vedo, si rinnova il dolore che non si attenua con l?oblio perch? la sua immagine non si sbiadisce nella mia memoria ma ? sempre nitida, beffarda? E allora che puoi fare? Solo fuggire, lontano dove nulla, nessun oggetto o volto ti facciano pensare a lui, lontano centinaia e centinaia di chilometri, a Salzburg?

Al Gasthof c?era Solimene ad attendermi, il mio vecchio professore di pianoforte, che aveva accompagnato un suo allievo al Mozarteum per il saggio finale di violino che questi doveva sostenere dopo il corso di perfezionamento. Io non lo vedevo da anni, da quando avevo bruscamente interrotto i miei studi musicali per dedicarmi alla ricerca di una cattedra dalla quale impartire io le mie lezioni, non di pianoforte naturalmente: quello era rimasto un sollazzo di giovent?, nonostante avessi sempre pensato che la musica ? il secondo dono, dopo la vita, che Dio ci ha dato, non per dare un senso al primo, ma per renderlo sicuramente pi? sopportabile.

Il mio prof aveva sempre avuto un atteggiamento poco paterno nei miei confronti, ma molto schietto: mi desiderava, e me lo aveva sempre detto, togliendo immediatamente ogni ombra di imbarazzo e ogni traccia di ipocrisia nel nostro rapporto. Era proprio da tempo che non ci incontravamo, questo invito a Salzburg da parte sua mi aveva colta di sorpresa, e il fatto di averlo subito accettato mi aveva sorpreso ancora di pi?: tu mi conosci, Lilly, sai che non amo mai tornare sui miei passi?Oddio, da ragazza non avevo mai avuto alcun contatto fisico con lui, n? ero mai stata a Salzburg prima di allora, per cui per me ? stato tutto nuovo. Anche il suo giovanissimo allievo, Rubens, ? stata per me una scoperta: i suoi tratti angelici, quasi femminei mi hanno turbato subito, anche se non osavo confessarmelo.

La prima, immancabile tappa ? stata la Mozart Wohnhaus: non la casa dove ? nato, alla Mozart Geburthaus ci siamo andati il giorno dopo, ma quella in cui ha vissuto da adolescente, anche se come sai con tutti i viaggi che ha fatto nelle sue tante case c?? stato ben poco. Pensa che ho scoperto uno dei giochi preferiti dell?epoca: tirare le freccette su bersagli dai temi pi? disparati, compreso uno piuttosto scurrile che ? conservato nel salone della casa che abbiamo visitato. Rubens ha dimostrato di conoscere poco il carattere pi? intimo e sboccato di Amadeus, i simpatici giochetti di parole e di culetto che inviava alla sorella: Solimene si divertiva a raccontarli, il suo allievo arrossiva facilmente, ed effettivamente vedere le sue gote diventare violentemente color porpora era eccitante?

Fare arrossire lui invece credo sia impresa impossibile: non ricordo di averlo mai visto tentennare un attimo sulle risposte o indugiare sulle decisioni da prendere. Spesso nell?enfasi del discorso mi afferrava per la vita o per il collo ed era difficile sganciarsi dalla presa. Solimene ? stato tante volte a Salzburg, ne conosce ogni palazzo e ogni teatro, mi conveniva seguirlo anche perch? la sua compagnia era comunque piacevole, ? un uomo di grande cultura musicale e di grande passionalit?: lui cerca di vivere la musica, di agire come gli eroi dell?opera, di confondere arte e realt?, mi capisci Lilly? E in questo ? molto simile a me, anche se io sbaglio sempre personaggio?

Dimenticarmi di lui?se questo fosse possibile in un qualunque angolo della terra, Lilly, mi ci fionderei all?istante, ma questo luogo non esiste?Nemmeno ora che conosco il suo animo, e non mi fido pi? delle sue false parole n? mi aspetto profondi sentimenti da un uomo cos? vile, riesco a cancellarlo dalla mia mente e dal cuore. Ma come ? possibile questo? Ma si, lo so : ? la memoria dei ?bei momenti, di dolcezza e di piacere? che non si cancella, che nessun?altra gioia pu? eguagliare, e quella memoria finch? avr? una sola piccola speranza a sorreggerla non mi dar? pace?l?amaro destino di Rosina, contessa d?Almaviva?

La sera prima del saggio siamo stati a cena da un professore di violino austriaco, amico di Solimene: una piacevole serata, anche se a Salzburg oltre alla cioccolata non possono offrirti che vitello lesso, patate e un vino indefinibile. Per la verit? la moglie del professore austriaco ci aveva preparato diverse pietanze, anche se io conservo del dolce finale il ricordo pi? nitido: Rubens era molto teso, ma cercava di non darlo a vedere, e pi? volte aveva cercato il mio sguardo. Ma io gli avevo negato ogni conforto quella sera: la sua impudenza mi irritava, forse era solo dettata dall?ansia ma in ogni caso non potevo tollerare che uno sbarbatello mi rivolgesse sguardi cos? espliciti. Giocava a fare il seduttore, ma cedere alle sue lusinghe anche solo ricambiando un sorriso significava scadere al rango di troppo facile preda?

Quando tornammo al ?garni?, dove ognuno di noi aveva la sua piccola stanza, Rubens arriv? persino a bussare alla mia porta: io ero gi? in canottiera, ma lo lasciai entrare anche se non ebbe poi il coraggio di andare oltre, si limit? a farfugliare qualcosa sulla serata, senza molta lucidit?, l?ansia, il vino e la stanchezza gli avevano intorpidito il cervello, e probabilmente ritrovarsi davanti una donna matura e seminuda aveva fatto il resto?

Che dirti, Lilly? A te non voglio negare nulla, e ti confesser? che lo avrei volentieri stretto tra le mie braccia, e coperti dalla trapunta avrei baciato per tutta la notte quel corpo cos? spiumato ed acerbo: ma non avevo il coraggio a mia volta di allungare la mano e toccarlo, figuriamoci! La timidezza, maledetta indole, e le stagioni cos? distanti delle nostre et?, si interponevano tra noi. Solimene dormiva nella stanza accanto, e nel silenzio assoluto della notte aveva sicuramente sentito ogni passo e ogni parola: ma non fece nulla, n? il giorno dopo ci chiese qualcosa.

Del resto era il giorno del saggio, momento tanto atteso da entrambi, professore e allievo: e ora anche da me, che con loro dividevo ogni momento e quindi ogni emozione da quando eravamo giunti a Salzburg.

La sala del Mozarteum era piena di gente, non immaginavo che un Saggio di allievi potesse richiamare tanto pubblico, anche se si trattava dei giovani musicisti pi? promettenti del corso.

E fu sul palco che Rubens sub? quella metamorfosi dei grandi interpreti, dimenticando incertezze e timori, dimostrando caparbiamente di saper dominare l?uso di quel linguaggio basato sulle note che purtroppo a pochi ? dato decifrare con nitidezza e partecipazione. Non a me, di sicuro: questo lo avevo capito subito, da quando avevo avuto i primi contatti con i tasti bianchi e neri che rivelavano meraviglie troppo arcane per me, che con infinito sforzo riuscivo solo a trarne qualche riflesso?

Non potevo non chiedermi cosa provasse in quel momento Solimene, se compiacimento per la sua creatura o anche lui rammarico, quella rabbia contro il Dio ingrato che concede il talento solo a suo capriccio di cui si era lagnato il Salieri di Peter Shaffer. Forse entrambe, ma avevo sempre ammirato la sua grande generosit?, che alla fine lo portava ad essere parte di ogni trionfo, dividere ogni successo: lo ricordavo sempre con affetto, Lilly, forse pi? per questa sua straordinaria capacit? di farsi parte di un tutto con umilt? e nello stesso tempo con lungimiranza?non so se riesco a spiegarmi, mia cara: cos? poteva godere anche dei piaceri che toccavano agli altri, mi capisci?

Aspetta che ti racconto il resto, cos? forse mi capirai meglio. Dopo il saggio, naturalmente andammo a far baldoria in un caff? stile viennese con Sacher e champagne: l?atmosfera era ormai rilassata, e resa euforica dal liquido frizzante che ci penetrava nelle viscere.

Le avances di Rubens si facevano sempre pi? audaci nei miei confronti, e io riuscivo a mascherare con sempre maggior sforzo di esserne lusingata?Figurati Solimene! Il suo desiderio aveva raggiunto un livello quasi soffocante, evitava persino il mio sguardo per timore di rivelarlo in parte: ma io lo sapevo, Lilly, erano anni che lo sapevo?Riusc? a simularlo, anzi addirittura fece in modo che io e Rubens fossimo accanto per tutto il tempo, cercando cos? di assecondare i nostri desideri, che per? non si materializzarono.

Non saprei dirti cosa mi spinse a concedermi a lui quella notte, Lilly: la sua magnanimit? mi aveva commossa, sentivo di dovergli dimostrare la mia gratitudine, di essere io a mia volta generosa nei suoi confronti?Non mi aveva forzata, n? lusingata, mi aveva lasciata completamente libera di scegliere tra lui e il giovane Rubens: per questo alla fine avevo ceduto, capisci Lilly? E anche a letto fu come se contasse solo la mia volont?, un amplesso tenero, lui mi guardava mentre mi accarezzavo nell?intimit?, senza fretta, ad una certa et? non si ha pi? alcuna fretta e si gusta ogni cosa come se fosse l?ultima anche se ? la prima?

Chiss? cosa penserai ora di me, Lilly! Comunque, la mattina dopo ripartimmo tutti per il ritorno a casa, e io ripresi l?aereo per Roma mentre Solimene e Rubens facevano tappa a Milano, dove vivevano da tempo. Mi attendevano le case e i palazzi gi? noti, le strade di sempre, i visi di sempre, anche se io ne temevo solo uno: non c?era scampo per me, prima o poi avrei incontrato di nuovo quell?ingrato che ?per mio scorno amai?.

Ma per qualche giorno l?oblio l?avevo trovato, tra le braccia di Mozart.

Un bacio,
tua Elisabetta"
aramente,
Monia Di Biagio.

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