
Tra i mille motivi per cui non si può venire a capo dell’emergenza abitativa c’è sicuramente il fenomeno dilagante delle occupazioni abusive di alloggi popolari.
Infatti, anche se è praticamente sommerso, il fenomeno dell’occupazione abusiva delle case popolari non si può certo definire di nicchia.
Inoltre questo fenomeno si riduce spesso ad essere una guerra tra poveri.
Capita spesso, ad esempio, che un anziano pensionato sia costretto ad essere ricoverato in ospedale per mesi: ebbene, questo anziano signore, qualora fosse residente in un alloggio popolare, una volta dimesso potrebbe rischiare di tornare a casa e non riuscire più ad aprire la porta d’ingresso.
Serratura cambiata, e l’amara sorpresa che nel frattempo alcuni sconosciuti hanno preso possesso dell’abitazione.
Un problema risolvibile?
Non così tanto.
Anzi, potrebbe essere l’inizio di un lungo iter giudiziario, e se il nuovo o i nuovi occupanti, siano essi studenti cacciati di casa, extracomunitari, disoccupati o famiglie indigenti, dimostrano di essere alle prese con una situazione economica insostenibile o di non aver mai potuto accedere a bandi di assegnazione alle case popolari per vari motivi, l’anziano in questione potrebbe rischiare di sudare le proverbiali sette camicie.
Trattandosi di case popolari, la proprietà non è di nessuno ma del Comune.
Questo vuol dire che quando qualcuno non è presente, fra gli altri bisognosi scatta una vera e propria corsa a chi arraffa la casa.
Ci sarebbero sì le graduatorie per assegnare gli immobili, ma non mai vengono rispettate.
A volte ci si affida addirittura alla criminalità organizzata, e pagando il dovuto, ci si assicura una casa popolare.
Insomma: si paga alla criminalità organizzata e poi non si paga più al Comune.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)