L’album dei sogni

[Mario Pulimanti]

L’album dei sogni

Garbatella: casa di mamma.
Sento l’odore della mia infanzia, mentre guardo un album di vecchie foto.
L’album dei sogni.
Ci sono mamma e papà, prima che si trasferissero sull’arcobaleno.
Bevo un caffè
E’ nero e scuro come l’interno di un sarcofago.
Intorno a me, silenzio.
L’unico suono che sento è il pulsare delle mie tempie, il battito del mio cuore.
Sudo mentre sfoglio pagina dopo pagina.
Il sudore mi scorre sulla fronte, sulle tempie, mi entra negli occhi mentre me ne sto seduto, chino sul libro, senza più riuscire a distinguere il sudore dalle lacrime.

Mario Pulimanti (Lido di Ostia –Roma)

[Massimo Baglione]

Ogni tanto commetto anch'io la follia di riguardare le mie vecchie fotografie, e puntualmente alla fine mi giuro che devo sigillarle e dimenticarle in soffitta. E invece...

[hombre sincero]

quello che scrivi è bello come è bella la verità.
Capita anche a me di sfogliare foto di persone care non più qua e tutte le volte mi sorprendo a piangere.
Perché continuo a sfogliarle e piangere non ne ho la più pallida idea ma credo sia necessario, credo che sia una sofferenza tagliente che a spolverarla di tanto in tanto, ci aiuti ad avere oggi uno sguardo più limpido e coraggioso, e questo lo dobbiamo non solo a noi stessi, ma più che mai, a chi ha bisogno di essere rassicurato, di credere in qualche certezza (e penso ai miei figli).

Buona serata

[Massimo Baglione]

Sì, concordo. Questo concetto è espresso molto bene anche i Blade Runner, dove gli androidi, costruiti "più umani degli umani", hanno bisogno di ricordi per vivere, seppur quest'ultimi fittizi o di qualcun altro.

[Mario Pulimanti]

Sì, è vero.
Certo che mi piacerebbe poter telefonare a mamma, almeno solo per un attimo. Solo per poter risentire la sua voce.