Ho spento anche la luna!

gli articoli di riflessione e attualità di M. Pulimanti
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Mario Pulimanti
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Ho spento anche la luna!

Messaggio da Mario Pulimanti »

E’ sera, passeggio sul lungomare di Ostia, tra persone sgarbate, barboni ubriachi, signore profumate,  transessuali impomatati, studenti svogliati ed anche un po’ bulli.
Adesso vi state chiedendo chi sono io?
Beh, eccovi accontentati.
Mi chiamo Mario. Mario Pulimanti. Sono nato sotto il segno del Sagittario ed a dicembre raggiungerò la veneranda età di 56 anni.
Da tempo ho  lasciato alle spalle la timidezza dell’infanzia e dell’adolescenza.
Spesso mi accorgo di avere gli occhi gonfi e rossi per la troppa consuetudine con lo schermo del PC, che uso sia al lavoro che a casa, agli angoli della bocca cominciano da tempo a farsi avanti rughe profondamente incise, il profilo della mascella non è sfuggito all’incipiente doppio mento.
I capelli, una volta neri, sono ormai bianchi e, per di più, in questo momento reclamano disperatamente un taglio.
La mia non è una faccia che attira simpatia, eppure, al contempo, è una faccia che non nasconde nulla, una faccia di cui ci si può fidare.
Negli ultimi mesi in ufficio ho perso fino all’ultima molecola del mio amor proprio, mi hanno tenuto lontano da incarichi e reggenze anche se non ho mai pensato di suicidarmi.
Ehi, non mi va di essere inquadrato per uno che molla. Esatto.
Torno a casa.
Leggo il giornale
Assurdo. Ma cosa c’è scritto oggi? Cavolo, l’inflazione sale ancora. Gli aumenti più significativi riguarderebbero ricreazione, spettacoli, cultura, prodotti alimentari e bevande analcoliche. Leggo anche che in Italia il 15% delle famiglie arriva con molta difficoltà alla fine del mese. Di colpo, ogni traccia di buonumore sparisce dai tratti del mio viso.
In un impulso di collera trattenuta cerco, allora, di pensare ad altro.
Penso a mio nonno Angelino. Mi diceva che ai suoi tempi era piuttosto facile avere rapporti con le donne abbandonate con figli: cercavano un nuovo consorte cui addossare la prole, e ciò le rendeva molto disponibili. Certo occorreva tutto un rituale di seduzione, però l’esito era quasi garantito. Erano altri tempi. Altre donne.
Allungo un braccio verso una bottiglia, riempio due bicchieri e dico a Simonetta “Sarò franco. Nonno aveva ragione: le donne, prima dell’emancipazione femminile, erano più dolci. Oggi tutto è cambiato”. Mentre dico questo, lei fa una smorfia ma, dopo una breve esitazione, non ritiene opportuno rispondere alla mia provocazione.
Approfitto dello scampato pericolo per uscire sul balcone.
Penso a mia nonna Jole. E’ morta tanti anni fa. Ma a volte è come se risentissi la sua risatina e mi sembra di vederla ancora rovesciare il capo all’indietro. “Ti si sta proprio aprendo davanti un nuovo mondo , ragazzo mio!”. Non si sbagliava. Ma, come diceva mio padre, in questa vita purtroppo non si può avere tutto.
Penso a papà. E’ morto qualche anno fa e la sua perdita mi ha segnato profondamente. Aveva solo sessantasei anni. Ho giurato davanti al corpo ancora caldo di mio padre di coltivare la modestia come una virtù. Però in ufficio questo non mi è utile. Il lavoro non è una cena tra amici. Si uccide e si viene uccisi. Si tratta di prendere qualcosa che l’altro non ti darebbe mai spontaneamente. E se te lo dà, tanto vale sputare sul piatto, perché è avvelenato. Mi sembra già di sentirvi dire che barba, in bilico tra curiosità e compassione. Oggi è una giornata non tanto per la quale. Vabbè, è stato un autentico shock scoprire che l’inflazione sale ancora!
Ne parlo con Gabry che mi ha raggiunto fuori, per fumarsi una sigaretta.
A suo parere, siamo di fronte ad un'emergenza costituzionale e sarebbe auspicabile una nuova etica pubblica per ridefinire il modello sociale dell'Italia, un compito che inevitabilmente metterebbe in crisi l'attuale sistema istituzionale e politico. Secondo Gabry, non è tollerabile che i partiti sottraggano risorse all'economia per mantenere la propria struttura di potere, pena la loro stessa credibilità politica. Non è tollerabile far prevalere il proprio tornaconto nel non pagare le tasse a scapito del valore della convivenza civile e del futuro dei giovani come lui.Una rinnovata etica pubblica sarebbe, a suo dire, necessaria affinché l’Italia Paese potesse risollevarsi. E tutti i partiti non si dovrebbero sottrarre a questa condizione.
Grande, grandissimo Gabry. Giù il cappello, continui sempre a stupirmi!
Salgo nella mia stanza e me ne rimango per un po’ nell’oscurità ad ascoltare il cigolio della vecchia insegna del ristorante di fronte e l’incessante rimbombo e risucchio della marea al di là della strada vuota.
Mi concedo un gin and tonic, in poltrona. Notevole.
Improvvisamente, Alex accende la lampada della scrivania.
Quell’improvvisa esplosione di rosso nella stanza mi fa sobbalzare trascinandomi fuori dalle mie meditazioni.
Ho un diavolo per capello ed è stanco. E deluso. Molto.
Mi saluta con grugniti monosillabici che fanno somigliare a brani di Shakespeare quelli di un gorilla.
“Che cosa c’è” gli chiedo. “Hai una voce strana.”
“Ho avuto una discussione con ragazzi con un’opinione politica diversa dalla mia. Su problemi riguardanti i giovani di Ostia.”
“No!”
Mi descrive l’accaduto ed emetto esclamazioni di circostanza e, dopo un po’, l’ansia scompare dalla sua voce.
E appena ho l’occasione riporto la conversazione sull’argomento che gli sta davvero a cuore: la Lazio!
“Ce la fai domenica ad andare allo stadio?”
“Certo, ero solo leggermente sotto shock.”
“Bene, allora te ne regalo un altro di shock. Pensavo di venire anch’io all’Olimpico.”
“Che cosa?”
Se non fosse stato seduto sul divano ci sarebbe caduto sopra.
“Ma fammi il piacere, papà! Sono anni che non vai allo stadio. E poi io ci andrò con una ragazza.”
Sento la sua risatina e mi sembra di vederlo rovesciare il capo all’indietro.
Per qualche secondo me ne rimango a guardarlo come un idiota, poi mi stendo sul letto.
“Ti si sta proprio aprendo davanti un nuovo mondo, ragazzo mio!”
Non mi sbaglio.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma).
Ultima modifica di Mario Pulimanti il 01/02/2012, 11:43, modificato 1 volta in totale.
Mario Pulimanti
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Re: Ho spento anche la luna!

Messaggio da hombre sincero »

"Il lavoro non è una cena tra amici. Si uccide e si viene uccisi. Si tratta di prendere qualcosa che l’altro non ti darebbe mai spontaneamente. E se te lo dà, tanto vale sputare sul piatto, perché è avvelenato"

mi sono sempre rimproverato di non essere riuscito a ritagliarmi una vita professionale dove ogno sforzo mira a migliorare la qualità del lavoro e della vita, senza dover star troppo attenti a trappole e trabocchetti piazzati dai soliti ignoti...ad oggi non ci sono riuscito...

Grazie Mario (e mi salta in mente la vecchina di non ci resta che piangere), ti leggo sempre con interesse.
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Re: Ho spento anche la luna!

Messaggio da carlo »

grazie a entrambi
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Mario Pulimanti
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Re: Ho spento anche la luna!

Messaggio da Mario Pulimanti »

A big hug
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Re: Ho spento anche la luna!

Messaggio da Agapito Malteni »

Come al solito scrivi delle cose molto belle, mentre leggevo le tue parole, ricordando la tua nonna, ho ripensato alla mia e al momento della sua dipartita, ero piccolo, era il 1973, ed ero presente.. non me lo dimenticherò mai! Che peccato, che peccato, queste la parole che mi vengono sempre in mente quando penso a lei, questo qualcuno diceva in quel contesto tumultuoso un minuto dopo la sua dipartita.. Poi crescendo, mi sono venute in mente altre parole, altre cose, altro modo di vivere, Lei la mia nonnina, che sorda, (o fingeva chissà) non sentiva quasi mai il mio buonasera quando entravo in stanza, e mi obbligava ad uscire  e urlare il mio buonaseraaa e verifico tutto ciò con la consuetidine dei tempi moderni hahahaaha che risata grassa, educazione? Rispetto? hahahaha altra risata grassa! Non sono il custode della verità, né ne possiedo i mezzi, né ritengo a torto o a ragione di essere sempre dalla parte di chi stà dalla parte di chi ha sempre ragione, ma questo come diceva il verso di una canzone famosa, è un mondo difficile, nessuno ti regala niente, e il lavoro và difeso strenuamente con ogni mezzo, mia cognata che lavora nel comune della mia città mi dice sempre che tanto è il loro non fare un cazzo tutto il giorno che si sbranano a vicenda nel loro ufficio quando qualcuno porta loro qualcosa da fare, certo anche questo è un mondo difficile.. anche qui mi viene da sorridere sommessamente questa volta. Sono un funzionario di una multinazionale che lavora nel sud di questo meraviglioso paese che amo più della mia stessa vita, più di qualunque altra cosa, che non sia un essere vivente.. appartenente alla specie della mia vita (i miei nipoti) che lavora a 1000 km di distanza dalle leve di comando della ns direzione commerciale lontano dai giochi dalle decisioni che contano, lontano dalle relazioni che favoriscono le promozioni sul campo scaturite quasi sempre mai per merito ma sempre x questioni di accomondamenti di ordine pratico.. (leccaculi) così succede che non essendo pratico... rimango ancora solo padrone di me stesso hahahahah
A.M.

Non c'è più dolore atroce del sapere di non sapere.
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Mario Pulimanti
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Re: Ho spento anche la luna!

Messaggio da Mario Pulimanti »

Agapito, grazie. Ti abbraccio
Mario Pulimanti
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