le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

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CENA MALEDETTA


Lo sentivo, lo presagivo che questa sera non dovevo andare all'appuntamento; che c'?ra qualcosa nell'aria che non mi piaceva! Intanto eccomi qui, braccato come un cane rognoso. Ah, maledetta Carmencita! Era tutto un tranello, il tuo amore. Ti faceva gola la mia taglia, ma hai fatto male i tuoi calcoli, Pedro Ermendoza non si lascia prendere tanto facilmente. ?Sangre y muerte!? prima di morire, ne porter? parecchi al ?Creador? e prima fra tutti, sarai tu, strega! - Grign? tra i denti.

Cos? dicendo si arrampic? su di un albero che toccava la veranda della sua enamorada. Ella era davanti allo specchio e si pavoneggiava, sfoggiando l'ultimo regalo di Pedro, pensando tra s?: ?Che stupido!?

Non pot? pensare altro perch? nel grande specchio apparve l'atletica sagoma di Pedro che impugnava una grossa pistola e la guardava minaccioso. Carmencita si turb?, ma senza parere impaurita le corse incontro a braccia tese, scongiurandolo di fuggire.

- No. - Rispose con veemenza. - Pedro Ermendoza, il terrore di tutto il Mexico, non fugge di fronte al pericolo, anche se architettato da mano femminile. E se ? destino che debba morire questa sera ?Por la Vergine do Pilar!? tu mi seguirai all'Inferno. - E facendo seguire il gesto alle parole, punt? rapido la pistola.

- Se credi di salvarti uccidendomi, uccidimi pure. - Disse la donna con il cuore in gola, alzando il tono della voce, tanto, che le guardie nella stanza attigua potessero udirla e corressero in suo aiuto.

Cos? fu. Un attimo! Dieci, dodici uomini piombarono alle spalle di Pedro che fu costretto a tentare il tutto per tutto, saltando dalla finestra. Precipitando a terra, grid?: ?Adios Carmencita, ci rivedremo!? E scomparve nell'oscurit? della notte, invano inseguito da un tambureggiare di spari.

* * *

Erano passati ormai due anni e Pedro s'?ra portato quell'odio nel cuore, come un pugnale avvelenato. Una sera mentre cenava con la sua banda alla ?Estancia de don Garcia? vide apparire Carmencita nello specchio di fronte a lui. Si volt? di colpo. Era proprio lei, accompagnata da un uomo. ?Valgame Dios!? lo conosceva bene quel tizio! S?, era don Alvaro Sevilla! Dunque i due complici erano assieme?! La vendetta sarebbe stata completa. Masticando amaro, brontol?: ?Cena maledetta, bene di vendetta!?

Attese che i due prendessero posto nel locale e che don Garcia portasse loro il pranzo, si alz? e si diresse deciso verso di loro, che non lo avevano, l? per l?, riconosciuto e con scherno sprezzante domand?:

- Permettono? No, donna Carmencita, non vi muovete! - Aggiunse, vedendo che la donna si stava alzando per scappare. - Non vi conviene! E voi, don Alvaro, usatemi la cortesia di darmi quel gingillo, che nelle vostre mani non sta troppo sicuro, potrebbero tremare e... ?Adios Pedrito!? Non tentate colpi di testa - rilev? truce - perch? questi uomini che vedete sono i miei ?gringos?. Dunque, vi dicevo. - Parlava con voce tagliente come lama di rasoio. Ogni suono che usciva dalla sua bocca era doccia gelata per i due malcapitati. - Permettete? - E si sedette, senza che la coppia nemica reagisse. Poi pacatamente riprese. - Donna Carmencita, ricordate quella certa storia della cena maledetta? No? Ve la ricorder? io. Miguel, - chiam? - vieni qui.

Un uomo armato fino ai denti, dondolandosi come un pachiderma, si diresse verso di lui e chiese, col suo vocino stridente in una grossa mole.

- Che c'? capo?

- Ricordi, Miguel, la storia della cena maledetta?

- Si seg?or!

- Raccontala alla se?ora.

Il bandito dandosi delle arie, si sedette all'altro lato del tavolo e narr?. Quando ebbe finito, Carmencita aveva perso tutta la sua spavalderia.

- Ma allora?... - Balbett?. - hai deciso, Pedro?

- Pedro Ermendoza non dimentica. L'ora ? giunta. - Disse con un ghigno da far gelare, di pi?, il sangue ai due disgraziati. E prosegu? implacabile. - Al contrario dell'eroina della storia che hai intesa, non morrai subito. A Pedro Ermendoza, il terrore del Mexico, non la si fa. Questa cena alla ?Estancia de don Garcia? la ricorderai, anche all'Inferno.

- Ma io che c'entro? - Balbett? don Alvaro, bianco come la neve. - Io che c'entro?

- Vigliacco! - Ribad? Pedro, sferrandogli un ceffone. Poi emise un fischio convenzionale.

Carmencita e don Alvaro furono prelevati, issati sui cavalli e portati lontano.

* * *

Sotto la luna, nel grande bosco di ?Armadillo? don Alvaro si contorceva tra le fiamme. Carmencita era stata condannata ad assistere, sul rogo non ancora acceso per lei.

La fedifraga non svenne, non chiese altro che una sigaretta e attese la sua fine.

E la sua fine venne! Fin? fra le braccia di Pedro, ammirato dal suo coraggio, e l'indomani pass? a far parte dell'imprendibile banda.

Reno Bromuro

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Messaggio da carlo »

Caro Reno ho apprezzato molto il tuo racconto "cena maledetta". Io sono un grande lettore e mi piaciono queste letture. Tra i classici ho letto: Alexandre Dumas, Emile Zola ecc. ecc. allora continua a regalarci i tuoi racconti. grazie
Ti accontento nella speranza di non essere linciato. Se lo leggete il racconto ditemi una parola, anche cattiva ma ditela, vi prego. Intanto vi abbraccio con tutto l'amore che posso e vi propongo quest'altro racconto di oltre quarant'anni fa.
RICORDI DI NATALE

Natale, quanti ricordi! Mi lascio trasportare da loro con lo stesso entusiasmo di un tempo.

Natale! Cerco di soffermarmi ad uno di essi, ma le birichinate di mio figlio mi distolgono, per far riprendere al pensiero, ricordi pi? recenti.

- Pap?, ? 'atale, oldi a me, 'iente?

- Cosa ci devi fare con i soldi?

- Comp? le cappe!

Mi viene da pensare alla differenza esistente tra mia e la sua fanciullezza: lui ? pi? realista, pensa alle scarpe, ai calzoni; io, invece... oh, no! Perch? questi ricordi tristi? Mia madre mi ripete spesso che gi? alla sua et? avevo tendenze all'arte, in genere. Franco, come se nulla fosse accaduto, si ? rimesso a giocare con la sorellina e i ricordi mi assaliscono con prepotenza indescrivibile: ricordi tristi e lieti.

La guerra ? finita. E' il primo Natale di pace: 1946!

* * *

- Caro, lo sai che devo trovare il momento buono per uscire, la mamma potrebbe insospettirsi. - Carletta! La piccola, cara Carletta! La sua voce! Che voce! Melodiosa, scintillante come un ruscello di montagna canterino.

Carletta non era bella, fu la sua voce ad incantarmi. Non ero che un ragazzo: quindici anni! E fu quella sera del Natale 1946 che, per la prima volta, prendendole le mani in un impeto d'amore (lo avevo fatto per trovare il coraggio di parlare). Provai un tremore in tutto il mio essere, che ancora oggi mi ? difficile dimenticare. Dissi tutto d'un fiato, per paura che mi mancasse la voce.

- Carletta, sai?... La mia domanda per frequentare gli studi al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli, ? stata accettata. Il sette gennaio dovr? iniziare l'anno scolastico.
- Allora? - M'interruppe tremante. - Vuol dire che dovrai partire?

- S?, cara.

Gi? tutto l'entusiasmo era scomparso! Mi dispiaceva separarmi da lei, seppure sapevo che di tanto in tanto sarei potuto ritornare. Ma sarei ritornato davvero?

- Verr? spesso, la mia famiglia ? qui. - Dissi dopo una pausa. - Devo andare, capisci? E' per il mio avvenire. Pensa cara, il diploma di compositore! Io voglio comporre musica. Scriver? un'opera lirica e tu, amore mio, ne sarai l'interprete. E poi ne scriver? altre e tutte, tutte tu le canterai.

- Oh, caro! - Esclam? con voce sognante. - Sar? bello, lo sento. Mi sembra gi? di vedere i manifesti fuori del Teatro San Carlo e la Scala di Milano, con i nostri nomi, scritti grandi cos?. - E fece segno con le mani per farmi capire la grandezza delle lettere. - La prima opera la intitoleremo - continuava con fervore - Amore e volont?. Ed io canter? con tutta l'anima. La gente dir?: ?Che bravi questi Carletta Spini e Mario Zanelli, cantano al mondo intero il loro amore e la volont? di riuscire nella vita: lui con la musica, lei con la voce d'usignuolo, Non sar? bello??

- Carletta? Carletta?! - La madre la cercava, chiamandola a squarciagola. Mi baci? e scapp? via.

Il mio primo vero bacio d'amore! Quel bacio mi accompagn?...

- Pap?. Pap?! - Franco tutto gioioso, mi tira per i calzoni.

- Che c'??

Mi mostra dei soldi che, dice, gli ha regalato lo zio.

- Carletta! - Sospiro come in sogno.

* * *

E' tardi, ormai tutto tace, anche il vento. Forse per non spezzare il corso dei ricordi: Anna, Carmen, Antonietta. Antonietta! Com'era bella! Bionda, esile, eterea. Cara Antonietta!
La conobbi la sera del 24 dicembre 1950. Non ci dicemmo molto. Bast? un giro di valzer per legarci. Ci guardammo semplicemente e, come un appuntamento col destino, ci ritrovammo il primo gennaio e ci dicemmo, solo guardandoci, quello che le parole avrebbero potuto sciupare.

- Antonietta!

- Mario!

In un lampo, fummo l'una nelle braccia dell'altro. Mi parve di avere il mondo stretto a me. Restammo cos?, quanto tempo? Le stelle e le luci di Napoli facevano da cornice al nostro sentimento, mentre nell'aria, come portate dal vento, giungevano fino a noi i versi di Landolfi Petrone:

?So' 'e stelle scese 'nterra

o so' sagliuto i 'ncielo??

Natale 1953: il mio debutto.

Suonavo e guardavo la poltrona dove avrebbe dovuto trovarsi Antonietta, occupata da una donna piccola, dai capelli corvini: dov'era Antonietta? Pensavo a lei e piangevo, perch?? Il direttore d'orchestra credette fosse emozione dovuta alla benevolenza del pubblico, che mi aveva accolto, con entusiasmo. Non sapeva, non poteva sapere, il caro direttore, che il mio pianto non era di felicit?, ma di disperazione perch? Antonietta non era venuta.

Perch? non ? venuta? Che cosa sar? accaduto? Dio mio, perch? nel pensare a lei sentivo quella stretta al cuore? E perch? quella piccola donna bruna, seduta al posto riservato ad Antonietta, piangeva? Il concerto sembrava non dovesse pi? finire. Mi sembrava noioso, eterno. Perch? non finiva tutto, presto? Il tempo sembrava si fosse fermato.

Finalmente il concerto era finito. Ma perch? la piccola donna bruna non c'era pi?? Non mi curai degli applausi, corsi nel mio camerino. Entrai in fretta per prendere il soprabito e scappare a casa di Antonietta, per sapere. Nel camerino, c'era la piccola donna bruna che piangeva ancora:

- Sono un'amica di Antonietta. - Disse soffiandosi il naso, come per mandare via le lacrime.
- Che cosa ? accaduto? - Domandai con la morte nel cuore. - Perch? non ? venuta?
- Mario mi perdoni, se sono apportatrice di dolore, in un momento di gioia?

- Dolore, gioia?! Parli per favore, non vede come soffro? - Vedendo che non si decideva a parlare, la presi per le spalle e la scossi. - Mi dica tutto, la prego! Per favore!
- E' morta. - Disse in soffio.

- Morta!? - Non volevo credere. Era impossibile. Uno scherzo, una bruttissima burla!
- S?. - Riprese la piccola donna bruna. - E' inaccettabile, lo so, ma ? la verit?. Attraversando la strada, un'auto... Stava venendo a teatro.

* * *

Segu? un periodo in cui vissi separato dal mondo e la piccola donna bruna non mi abbandon? un istante: mi fu sempre vicina.

Sono passati tanti anni oramai, nessuno ricorda pi? il mio nome. Il pianoforte a casa, ? rimasto chiuso, da quella sera.

Oggi, Natale 1956, mi sono accorto di essere innamorato di mia moglie, la piccola donna bruna, la madre dei miei figli; sono innamorato e sento che, per la difesa di quest'amore e per l'avvenire dei nostri bambini, aprir? il pianoforte.

Sul piano, l'immagine di Antonietta mi sorride, come quando era in vita, mentre nella notte si spandono le note de ?Il chiaro di luna? di Beethoven. Sono le mie mani che scorrono sulla tastiera.


Napoli 26 dicembre 1956

Reno Bromuro
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settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro

Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (no profit)



FATTI
30 agosto 1998: i cantieri per riparare i danni del terremoto sono fermi a Foligno e in tutta l?Umbria. Nella sola Foligno, i progetti ammessi ai finanziamenti sono 1264, altri 300 sono in istruttoria. Dieci i lavori iniziati, ma le imprese abilitate sono soltanto 875 nell?intera regione: si prospettano ritardi di anni, oppure l?arrivo di imprese da altre parti d?Italia.

31 agosto 1999: Antonio Di Pietro accusa i DS di voler chiudere Tangentopoli con la proposta di un patteggiamento. I DS, secondo Di Pietro sono timorosi per il possibile effetto che potrebbero avere, sulla politica, le sentenze giudiziarie su Berlusconi.
01 settembre 2000: Francesco Rutelli si ? autocandidato alla guida del Centrosinistra. Un?accelerazione probabilmente inevitabile perch?, a norma di legge, se Rutelli non si dimette da Sindaco di Roma entro il 9 novembre non pu? pi? candidarsi alle politiche.

Il Consiglio dei ministri approva il disegno di legge del ministro Umberto Veronesi, che prevede il divieto di fumare in tutti gli edifici pubblici e privati, anche non aperti al pubblico.

02 settembre 1998: nell?ambito di una gigantesca operazione mondiale contro la pedofilia su Internet vede coinvolti 21 Paesi, tra cui Francia e Gran Bretagna, in sei citt? italiane sono effettuate perquisizioni, denunce e sequestri di materiale. Due gli arresti, a Napoli e Catanzaro, probabilmente i referenti dell?organizzazione nel nostro Paese. Il filone italiano dell?inchiesta ? seguito dalla Procura di Napoli.
03 settembre 2000: i Papi Pio IX e Giovanni XXIII sono stati proclamati beati. ? stata una delle decisioni pi? contestate prese da Giovanni Paolo II. Una scelta, quella di mettere assieme il Papa del Sillabo e quello del Concilio Vaticano II, ha creato forti malumori anche all'interno della stessa Chiesa.

Il 3 settembre del 2001 scompare Ferruccio Amendola. Al Pacino, Silvester Stallone, Robert De Niro, Dustin Hoffman: sono tutti noti in Italia grazie alla voce del grande attore e doppiatore Ferruccio Amendola. Amendola, 72 anni, muore dopo una lunga malattia; e il 3 settembre 2002 si chiude la 59esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, che premia l'opera britannica: The Magdalene Sisters, di Peter Mullan, che si aggiudica il Leone d'Oro per il miglior film. Durissimo atto d'accusa contro la Chiesa, il film descrive la vita negli istituti religiosi di correzione per giovani donne, attivi nel Regno Unito fino al 1996. All'italiano Stefano Accorsi ? andato il premio per la migliore interpretazione maschile, grazie alla sua partecipazione ad Un viaggio chiamato amore del regista Michele Placido; il quale, in questi giorni dell?anno in corso, appare sorridente sulla copertina di una rivista che vende oltre duemilioni di copie la settimana, tra il titolo cubitale lui 58 anni aspetta un figlio da una signora di 23. Dio! Ha 58 anni avevo una nipote di 23 anni, che mi a reso bisnonno. Michele, Michele! E? proprio vero che non ? il vino che ubriaca!

04 settembre 1998: ? liberata Alessandra Sgarella. Dopo un sequestro durato nove mesi, ? liberata l?imprenditrice rapita l?11 dicembre 1997 a Milano. Il Ministro dell?Interno Giorgio Napolitano ha espresso grande soddisfazione, sottolineando anche l?impegno delle Forze di polizia. La famiglia e il magistrato che conduce l?inchiesta, Alberto Nobili, affermano che non ? stato pagato alcun riscatto.

05 settembre 1997: muore Madre Teresa di Calcutta, 87 anni, premio Nobel per la Pace 1979, muore per un arresto cardiaco nella metropoli indiana dove viveva da cinquant?anni e dove aveva fondato l?ordine delle sorelle missionarie della carit? a favore dei diseredati. Il Presidente della Repubblica Scalfaro, che parteciper? ai funerali di Stato a Calcutta, dichiara che la figura della piccola grande suora risalta come vincitrice, per avere vissuto la legge eterna dell?amore fino alla consumazione. Il papa esprime profondo dolore e grande commozione per la perdita della religiosa, sua amica e figura straordinaria di bont?.

Lo stesso 05 settembre ma del 2002: c?? una forte scossa di terremoto in Sicilia. Alle 3,21, nel cuore della notte, una scossa dell'ottavo grado della scala Mercalli fa tremare la terra a Palermo. La gente si riversa nelle strade. Molti gli edifici lesi, ma i pi? malandati crolleranno nei giorni seguenti, quando le scosse si ripeteranno. Tre anziani muoiono di infarto.

RICORDIAMOLI

FERRUCCIO AMENDOLA
Ferruccio Amendola, nato a Torino il 22 luglio 1930, muore a Roma il 3 settembre 2001 (come ho gi? accennato). Era sposato con la doppiatrice Rita Savagnone, e nonno della doppiatrice Alessia Amendola.

Sul doppiaggio Ferruccio Amendola ha detto...

?Il buon doppiatore deve rinunciare all' idea di interpretare il ruolo che gli viene affidato, perch? ? gi? stato recitato da un altro. Il suo compito ?, invece, quello di andare il pi? vicino possibile all'interpretazione dell'attore cui d? la voce... Obiettivo del doppiatore ? capire quello che l'attore ha voluto dire, in qualunque lingua l'abbia fatto. Bisogna porsi al suo servizio.?

Romano d'adozione, ? stato il doppiatore pi? famoso e celebrato del cinema italiano. Ha prestato la sua inconfondibile voce a mostri sacri di Hollywood (come ho accennato nei fatti) quali Robert De Niro, Al Pacino, Dustin Hoffmann e Sylvester Stallone, nonch? a Bill Cosby nella serie tv I Robinson e agli italiani Maurizio Arena e Tomas Milian. Figlio d'arte e con una nonna insegnante di dizione, Ferruccio ha iniziato a frequentare le sale di doppiaggio a soli cinque anni, quando ha dato la sua voce al bambino di ?Roma citt? aperta?. Era proprio la nonna che dietro le quinte gli insegnava le battute. La sua ? stata una vena artistica ereditata dalla famiglia; non esisteva ancora la tradizione del doppiaggio e i genitori erano figure di spettacolo pi? tradizionali: suo padre era il regista cinematografico Pietro, mentre i nonni avevano alle spalle lunghi anni di esperienze teatrali.

Crescendo Ferruccio Amendola ha conservato l'amore per l'arte e si ? dedicato al teatro, dove ? apparso accanto a Walter Chiari, e soprattutto al cinema, non soltanto come doppiatore. Ha partecipato a un gran numero di pellicole a basso costo, dove compariva al fianco del cantante di turno, in genere nei panni dell'amico del cuore. Nel 1959 ha interpretato il suo ruolo pi? importante, quello del soldato De Concini ne La grande guerra di Mario Monicelli. Fra gli altri film interpretati vale la pena ricordare La banda del buco, Marinai in coperta, Viaggio di nozze all'italiana e Chiss? perch?...capitano tutte a me. Nonostante la sua lunga carriera cinematografica, ebbe il primo ruolo di rilievo nel 1943, a soli tredici anni, con Gian Burrasca. Diventa un volto noto per il grande pubblico soprattutto con la fiction tv. Dopo Storie d'amore e d'amicizia di Franco Rossi, ? stato il portinaio di Quei trentasei gradini, il barbiere di Little Roma e il dottor Aiace di Pronto Soccorso. Anche se l'uomo poteva sembrare chiuso e scorbutico, non ha mai gestito la popolarit? in modo egoistico. Si ? invece speso sovente per girare campagne pubblicitarie a scopo benefico come quella del 1996 per Greenpeace e, negli ultimi mesi di vita, a favore della Giornata dei diritti dell'infanzia.

LA POESIA DELLA SETTIMANA

TEPORE DI MILLE ATTIMI
di Daniela Costantini
Daniela Costantini, vive a Roma col marito e le due figlie: Valeria ed Elisa. Divide il suo tempo tra ufficio, casa, famiglia e le sue passioni, che sono forse? tante. Le piace il lavoro a maglia, all'uncinetto, preparare i dolci con le sue mani, la pittura il disegno, la lettura, l'informatica, la musica specialmente quella del fantastico musicista australiano Tony O'Connor.

Daniela Costantini, nella sua poesia, anche se in apparenza ? ?Poesia introspettiva?, analizza i significativi mutamenti della prova testimoniale della vita affettiva, considerati nel passaggio dal mondo antico, attraverso le teorizzazioni del diritto dell?amore universale e naturale degli affetti tra uomo e uomo, tra uomo e famiglia, ormai sorpassati. L'autrice mette a fuoco le differenze attribuite all'atto del ?provare un fatto? dinanzi a questa societ? che popola oggi il mondo, connesse alla frattura introdotta dalla Rivelazione poetica.Parafrasando l'adagio delle ?Meditazioni della natura offesa? si indirizza alla comprensione del senso attuale di quegli eventi, coglibili, in prospettiva, dallo sguardo critico sia dello storico, sia dall?intuizione del Poeta dell'et? moderna.

Dalle testimonianze, che abbiamo dai poeti del mondo internettiano, ? chiaro che la Costantini sottopone il suo ?Io creativo? alla pi? atroce delle torture, macerando l?anima al punto che le permetta di avere il manufatto poetico pi? purificato, prima di sottoporlo al ?S? razionale?, poich? ama la genuinit? della trasfigurazione artistica. Cos? facendo, rivaluta il modo di fare poesia adoperandosi a farla diventare fonte di espansione dei propri sentimenti pi? nascosti universalizzandoli.

Da queste riflessioni risulta chiaro come nella Poesia della Costantini, l?ispirazione sia associata all?evoluzione del pensiero e al ragionamento, che il canto fa con se stesso prima di essere vergato sulla carta, colpevole, prima ancora che sia giudicato dal critico, di attirare a s? ammirazione e commozione. E? da questo assunto e da questa cultura che proceder? gran parte del pensiero poetico di Daniela Costantini con evidenti ripercussioni da quello degli altri cantori contemporanei.

La prova poetica - ? stato detto - sembra che rispecchi un ragionamento deduttivo o induttivo. Ma non ? cos? perch? il ragionamento deduttivo ? legato alla produzione di prove non artificiali, alla testimonianza del proprio vissuto di essere umano e trasfigurato in Arte. Da qui la natura arbitraria del processo poetico che avviene nell?anima del Poeta, perch? fondato sulla somma di differenti gradi di vita vissuta. Il processo induttivo, invece, procede da un tipo di dimostrazione che, una volta raccolti i dati ed organizzatali in una forma particolare di ragionamento, ? suscettibile di dimostrare la realt? dell'accaduto.

Perci? il ragionamento induttivo trova la sua massima affermazione in questa lirica, pi? che nelle precedenti che abbiamo avuto il piacere di leggere, gustare e commentare. Al concetto di confessione, l'autrice aggiunge, la testimonianza: sua e del compagno con cui ha diviso l?esperienza e formato la famiglia, annullando o esaltando le prove pi? certe o incerte, che sono quelle fondate sulla vita in comune di una famiglia d?altri tempi, patriarcale; se ci pensiamo non sarebbe difficile attuarla ancora oggi, la Costantini ci ammonisce e lo suggerisce: la famiglia ? il ?pilastro, la colonna montante della societ??.

L'insieme di questa testimonianza ha il pregio di mostrarci l'importanza della confessione dell?autrice di volere una famiglia, d?altri tempi,va bene,ma una famiglia unita che divida gioia e dolori sia dei genitori, sia degli altri componenti: saper cogliere questa tradizione e saperla trasferire nel nostro modo di vivere e di pensare, che poi dovrebbe essere un modo di pensare la societ? del futuro.

TEPORE DI MILLE ATTIMI

di Daniela Costantini

Un caldo tepore

nella nostra piccola casa;

la gatta accovacciata in cucina,

un dolce che indora nel forno,

un tegame che bolle e borbotta

e in un angolo,

l?Albero di Natale.



C?? una gioia pacata nel cuore

e ci siamo noi due

cui il tempo ha donato

bianchi fili tra i capelli.



Accanto a noi le nostre grandi bambine

ricordano la tenerezza di passati Natale

serbati gelosamente nel cuore.



Le luci prendono vita,

s?accendono bagliori tremuli

nei nostri sguardi affettuosi?

sembra passato tanto tempo,

ma ? stato soltanto il tempo di un sogno

scandito da attimi d?amore.

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Amici carissimi, un altro raccontino sul Natale. Rileggendolo mi ha ricordato la commedia rappresentata due anni or sono dai ragazzi della S.M.S. Albertini, in cui alla fine invece dei re magi, giungono Saddam Hussein, George Bush e Ben Laden che chiedono a Ges? Bambino il regalo di perdere la parola se per caso nella loro mente si rafforzasse l'idea di una guerra distruttiva. In ricordo di questa meravigliosa, anche se ingenua, e sentita volont? vi propongo di leggere...
NOTTE DI NATALE



- Ecco la cometa! - Mormora il prigioniero di guerra, Pietro Grandinelli. - Ed io sono... un altro anno ? passato! Oh, Dio! Quando finisce questo tormento?

Si alza dal cantuccio dov'?ra seduto, si dirige all'altro angolo dell?orribile caverna, e da un buco nascosto trae tre bastoncelli, uno pi? lungo dell'altro. Torna al posto di prima e prende a pensare ai suoi con nostalgia, e conficcati i tre bastoncelli nella terra, si rivolge a loro come fossero i suoi bambini che ha lasciato tredici anni addietro.

Rivolto al pi? lungo:

?Gianni, ti ricordi ancora di me, vero? Ora sei un giovanotto, un uomo sei. Certo ti sarai anche sposato, forse hai dei figli. Eri alto cos? quando ti ho lasciato. Avevi soli dodici anni! Anche tu, Carlo, ora sei un uomo e, forse, come me e Gianni, sei lontano dalla tua mamma. Maledetta guerra! Gemma, piccola Gemma! Tu non puoi ricordarti di me, avevi solo due anni! Chiss? che bella signorina sei diventata! Piccola mia, mi accorgo che ? passato un altro anno, solo in questa notte di Natale. Solo in questa notte santa ci penso, perch? vedo nel cielo la cometa che indic? la strada ai re Magi, e solo in questa notte ho un barlume di gioia, e forse... forse, s?. Perch? no? Sento un brivido di felicit? perch? ti vedo, ti parlo. Vi vedo tutti intorno al presepio.Sento la voce di Carlo?.

- Pap?, ma quando mettiamo il Bambino Ges?, nella mangiatoia?

- Ma lo vedi che non ? ancora mezzanotte? - Interviene Gianni.

E tu, Gemmina mia, ti alzavi sulla punta dei piedi per vedere, ed eri felice. Correvi da me e, balbettando, mi facevi milioni di domande, come una mitragliatrice.

Vi vedo tutti come in sogno. Dimmi, amore, chi te lo ha costruito il presepio in questi anni? Di certo la mamma. Povera Clara, quanto devi aver sofferto! Dev'essere mezzanotte! La stella scende sulla grotta. Voi tutti vi raccogliete intorno al presepio. La mamma fa il giro intorno alla stanza, col Bambinello tra le coppe delle mani, prima di deporlo nella mangiatoia!

Si cominciano a sentire i primi fuochi d'artificio, le campane suonano a gloria. Voi uscite sul balcone per vedere, per accendere i vostri bengala; la mamma non si muove. E' inginocchiata davanti al presepio e prega. Lo so perch? prega. Anch'io prego per lo stesso motivo. Prego affinch? tutto finisca al pi? presto ed io possa rivedervi.

Lacrime copiose bagnano il viso del triste prigioniero insonne. I guardiani russano.

Ed ? sempre cos?, ogni anno, Come un appuntamento col destino, Pietro si siede l?, prende i tre bastoncelli, li conficca nella terra e parla loro. Lo credono impazzito, poverino! Invece spera, spera e si dice: ?Forse il prossimo Natale!?

Cos? sono passati tredici anni: tredici Natale! e lui ? sempre sotto il cielo freddo, stellato, a colloquio con tre pezzi di legno: tutta la sua vita in quelle tre speranze.

Reno Bromuro



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settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro

Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (no profit)



FATTI

06 settembre1997: ai Mondiali di ginnastica di Losanna, Jury Chechi, gi? vincitore dell?oro alle Olimpiadi di Atlanta, conquista il suo quinto titolo iridato consecutivo. Al termine della prova, l?atleta annuncia l?intenzione di ritirarsi dall?agonismo.

07 settembre 2001: durante un'udienza della Commissione parlamentare incaricata di far luce sui giorni di guerriglia urbana durante il vertice G8 a Genova, il ministro Scajola ammette che la Polizia e gli Interni non hanno gestito al meglio la situazione. Il documento finale della Commissione sar? approvato dal Governo, tra le polemiche, il 20 settembre.

08 settembre 1977: le dimissioni di Zamberletti, sottosegretario agli interni, sono accettate dal consiglio dei ministri in relazione alle rivelazioni sullo scandalo della ricostruzione in Friuli. Il segretario di Giuseppe Zamberletti, nominato dopo il terremoto commissario straordinario, era stato, infatti, arrestato il 26 agosto con l'accusa di truffa.

09 settembre 1998: il cantautore Lucio Battisti, 55 anni, dopo un ricovero di due settimane, muore all?ospedale San Paolo di Milano. La notizia provoca un profondo cordoglio popolare. Nell?arco di tutta la giornata, le reti televisive trasmettono i numerosi successi dell?artista che da tempo viveva ritirato dal mondo dello spettacolo.

10 settembre 2000: a Soverato, in provincia di Catanzaro, un torrente ha distrutto un camping che ospitava disabili e volontari dell'Unitalsi. Sono morte dodici persone.

11/09/2003: una nave della Moby Lines, la Moby Magic, partita da Livorno con destinazione Olbia, affonda a sole tre miglia da Porto Cervo. Una falla di notevoli dimensioni, che si ? aperta nella sala macchine, ha fatto s? che il traghetto cominciasse ad imbarcare acqua quando era ormai vicino alla sua meta. Le ipotesi sulla causa dell'accaduto s?incentrano su un errore di manovra o sulla collisione con un corpo sommerso. Tutti salvi i terrorizzati passeggeri.

12 settembre 2001: in provincia di Modena, un ragazzino autistico di 14 anni ? trovato morto in casa propria. Le prime testimonianze parlano di una rapina di balordi finita male: nei giorni successivi sar? invece arrestata la madre.

Il 12 settembre di due anni pi? tardi il Consiglio dei Ministri approva la riforma sulla scuola disegnata dal ministro dell'Istruzione Pubblica Letizia Moratti. Per attuarla il Governo prevede un programma finanziario che superer? gli otto miliardi di euro da stanziare per un periodo compreso tra il 2004 e il 2008.

RICORDIAMOLI

GIUSEPPE SELVAGGI

Giuseppe Selvaggi era nato a Cassano allo Ionio il 29 agosto 1923. Il nonno paterno era orefice e commerciante di tessuti e proveniva dal ceppo familiare di San Marco Argentano, che lo ha ricordato il 23 agosto u.s. con un Convegno dal titolo ?Giuseppe Selvaggi, Poeta, Giornalista, Critico d?arte?.

Il Saggio Michelangelo nell?ultimo ?Giudizio? (Istituto Grafico Tiberino, Roma 1942) gli ? valso per commentare, per i giapponesi, il restauro della Cappella Sistina.

Conobbi Peppino Selvaggi nel 1984, quando organizzai la nona edizione di ?Talentiate ? Olimpiade di Talenti? il cui scopo precipuo era quello di trovare l?artista di talento e valorizzarlo nel giusto merito, come per le edizioni precedenti.

Era il periodo in cui, modestamente, il mio nome diceva qualcosa, avevo rappresentato un dramma contro la droga, mentre a Roma si rappresentava Hair, una commedia in napoletano ?Chiamale comme te pare? nello stesso periodo in cui Eduardo rappresentava all?Eliseo ?Gli esami non finiscono mai? e l?avvenimento suscit? scalpore, fui anche intervistato dalla RAI per la terza volta. Dovevo formare una giuria composta di persone oneste e disinteressate, perci? mi rivolsi ad Antonio Altomonte, capo servizio della Terza Pagina a ?Il Tempo? e lui, non potendo accettare perch? oberato di lavoro mi propose Selvaggi che subito contattai: che uomo meraviglioso! Era cos? contento che avrebbe voluto regalarmi tutta la libreria se fosse stato possibile, ma non potetti evitare di accettare tutte le sue pubblicazioni, da ?Fior di notte?, la sua prima raccolta di poesie pubblicata, a ?Canti ionici? e alla sua ultima pubblicazione ?Corpus ? Racconto d?Amore?. Questa Poesia mi penetr? subito dentro e vi mise radici che crescevano giorno dopo giorno, tanto che nel 1986, durante le premiazione della dodicesima edizione della ?Talentiade?, rappresentammo ?Il corpo? una commedia in versi, camminando in mezzo al pubblico e lui era talmente commosso, pi? di noi, che alla fine volle ad ogni costo che l?accompagnassi a casa nella sua auto, per parlare con me. Mi disse delle cose che ancora oggi valgono un Nobel, gliene fui grato e gli sono stato grato, ma evidentemente non tanto perch? ho saputo del suo decesso solo il 2 settembre e non ho avuto il coraggio, anche perch? sono rimasto intronato, di chiedere alla signora Lidia, quando era avvenuto, ho capito solo il come.

Ora so che sei qui vicino a me, anzi vi sento entrambi, forse partiti lo stesso giorno, Te Peppino e Te Remil che mi aiutate a sopportare le baggianate e le staffilate sottili che mi pervengono da individui che non sanno quello che scrivono.

Mio caro e infaticabile amico, oggi ti ricorder? agli amici che mi seguono, con il primo articolo scritto per ?Corpus ? Racconto d?amore - ? e pubblicato su ?Il corriere di Roma?.

Eros nella poesia di Giuseppe Selvaggi
?La Porta? impressa nel cuore, l'immagine del suo ideale, la sublimit? dei suoi sogni che cercher? sempre, instancabilmente, nonostante le delusioni, come una Diana pronta a dare la sveglia al suo esercito, senza chiedere onorari, ma solo per la gioia di donare. Oggi specialmente, che tutti scrivono poesie credendo di essere geni, dimentichiamo spesso chi lo ? veramente, colui che attraverso la poesia sa creare profonde suggestioni con insoliti accostamenti di immagini, con linguaggio limpido e naturale dono di sentimenti. Se poi canta l'amore, sentimento pi? forte di ogni altra passione, e questa rimbalza da un'anima all'altra rimanendovi ramificata, allora quest?intenso amore, questa sorgente sgorgata in canto diviene un fiume che invade molte terre raggiungendo l'Oceano, come una musica grave e solenne.

Giuseppe Selvaggi ? rimasto un bambino che si ? trasformato col mondo e nella sua grande religiosit? ?mistica? dell'amore ha trovato, per la poesia, la pi? completa espressione poetica dell'Eros, quale ricerca di Dio; anche se il momento estetico predomina sul mistico, ecco che l?amore si materializza, diventa essere vivente e non pi? sentimento: capacit? univoca del Genio che ama indissolubilmente l?amore e la vita.

Queste considerazioni, naturalmente, non tolgono nulla all'incanto della poesia di Selvaggi. L'amore che canta nelle sue poesie e che adora con l'ardore del mistico ? amore puro e sincero; non l'amore personale, ma una rappresentazione intensamente soggettiva verso l'unione universale dell'uomo, perch?, so che mi ripeto, ? non pi? sentimento o solo sentimento ma essere vivente, in quanto venuto al mondo dalla stessa ?Porta?.

?Baciarti dove veniamo al mondo

sino alla volont? di viverti e viverci?.

Quel verbo ?veniamo? nell'illustrare l'universalit? del concetto trasforma e approfondisce il suo significato. Il ricordo, il desiderio, per determinarsi, deve necessariamente passare dalla regione fredda della memoria nella zona infuocata della passione.

Deve abbandonare la sua esistenza di ricordo e di desiderio e ridiventare attualit?, non pi? sembiante che torna al pensiero, ma visione che risorge nell'anima: ?viverti e viverci? acquistano intensit? quanto pi? il ricordo e il desiderio vogliono conquistare la precisione.

Le parole vengono sempre pi? calde, impetuose, essenziali; sempre pi? pregne di quegli affetti: ?II tuo volto cerchiato d'occhi ombra nel mio pensiero?.

Gi? quel desiderio che lampeggia in altri volti ha in s?, per il modo e per i termini, qualche cosa che lo fa uscire allo scoperto da quel quadro impressionistico; ma quando al Poeta ritorna alla memoria ?quel desiderio? si riporta con la mente agli ?occhi che hanno ombra nel suo pensiero?.

Resta il respiro, il ritmo, nell'impressione di questa risurrezione che ? in

?Questo baciarti cieco vedendoti

color rosa?...

Ed ecco che la sua anima si sente vicina a uno sgomento che ella conosce e noi non conosciamo (e dovremmo), che quasi ridesta un'armonia soave dalla quale risorge una superba visione: il colore della ?porta?, appunto. E noi rimaniamo sospesi nell' impressione di questo ?Baciarti cieco vedendoti?.

?Mi ripropone l?assurdo Dio forma d'uomo

con questo vivere pi? vivere

nel desiderio di entrare dentro di te?.

Il desiderio, annunciato poco prima, si protende e si appoggia sopra una verit? ancora necessaria e non espressa e ch?? troppo potente per adagiarsi sopra un aggettivo: scoppia in un?esclamazione che ? insieme ammirazione e imprecazione, che illumina le parole che la precedono e preannuncia tutte le altre che seguono:

?Rivarco impossibile della materna porta

invece che avviarmi al cunicolo della morte?.

Non estinti n? domati, gli affetti hanno gi? ripreso sul Poeta, che non se ne accorge, il proprio dominio incontrastato; ritornano come palpitante realt? ai sensi e al cuore.

La madre, ? lei che egli ha adorato come delizia. ? lei, la madre, che s'inonda di poesia, che domina nell'Eros e d? al Poeta quel senso di sgomento che lo fa tremare gi? prima della sua apparizione. ? lei che si arresta, nitida e ferma, in un quadro, in cui l'arcana volutt? non turba la resistente serenit?.

? desiderio ?duplice? del Poeta sottratto al seno materno, alle vesti imponenti, ai baci rumorosamente scoccati sulle curve labbra di lui bambino (di tutti gli uomini bambini), non per arte di seduzione ma per affetto materno, contribuiscono a trasformare a dischiudere nuovi mondi e nuovi orizzonti: la madre diviene iniziatrice di misteri divini; e cade anche il ?peccato originale?.

La delizia che aveva annunciata l'immagine della ?porta?, si ritrova nell'adorazione finale della donna, soggetto principe del desiderio appagato:

?Con pi? disperazione sulla bocca

ti bacio le serene parole d'amore?.

Quell'antitesi, che pareva conciliata nella creazione della figura vivente de ?La Porta? riprende e dimostra come la causa segreta e l'affetto da cui il Poeta ? stato sopraffatto, suo malgrado, ? definitivamente compiuta.

Sembra che abbia cessato di pensare a ?La Porta? e si sia rifugiato nell'espressione generalizzata, impersonale; ma quando rileggendo la poesia si rende conto di aver poeticamente, annullato, non solo il peccato originale ma di aver vinto anche il ?complesso di Edipo?, non si abbandona al rimpianto ma vive pienamente il desiderio bello, pulito e sacro, come non lo ? stato mai.

L'amore, nelle poesie di Giuseppe Selvaggi, non si riduce mai a erotismo o ossessione romantica, esso ? inserito sempre nel contesto della vita e impegna l'intera umanit?; ? il punto di un altissimo equilibrio raggiunto.

Per Selvaggi l'amore non ? la donna, ma un essere umano ?completo?, un amico, un compagno di lotta oltre che un'amante. In Selvaggi l?amore riassume tutte le cose che ama, la sua battaglia, il suo slancio ideale, il suo paese, la speranza, integrata nella dinamica dell'esistenza.

Per Giuseppe Selvaggi la poesia ? la sola espressione possibile di vita e di lotta. Egli continua a cantare, nonostante tutto, anche se l'essere nato nel periodo di Montale, Ungaretti, Quasimodo, Gatto, Cardarelli e Pasolini non ha permesso un esame pi? approfondito della sua produzione. Questo finir? col mettere la corda al collo ai cosiddetti ?maceratori di poesia?: quelli col nome altisonante nella critica letteraria attuale.

LA PORTA
Baciarti dove veniamo al mondo

sino alla volont? di viverti e viverci

il tuo volto cerchiato d'occhi ombra nel mio pensiero.

Questo baciarti cieco vedendoti

color di rosa, ma di che colore ? la rosa?

mi ripropone l'assurdo Dio forma d'uomo

con questo vivere pi? vivere

nel desiderio di entrare dentro di te

rivarco impossibile della materna porta

invece che avviarmi al cunicolo della morte.

Con pi? disperazione sulla bocca
ti bacio le serene parole di amore.

?CORPUS: racconto d'amore?

************************************

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Carissimi il mio augurio domenicale vi giunge con un raccontino onirico... da leggere in riva al mare o all'ombra di un albero. Mi auguro sia di vostro gradimento, intanto che aspetto i vostri commenti, vi abbraccio con tutto l'amore di cui sono capace, Reno
LA FUGA


Un giorno come questo, quel 15 ottobre 1943. Piove a dirotto, sembra dovesse essere un secondo diluvio.

Al nord si combatte ancora per liberare l'Italia dai nazifascismi e si sentono ancora struggenti i morsi della fame. Sono quattro mesi che si ? perduto il sapore del pane. Il nostro cibo: patate e scatolame; legumi in scatola offerti dagli americani e polvere di tutti i colori e di tutti i sapori; ma comunque fosse ? sempre salatissima.

Per non perdere l'abitudine di fare il pane (ogni famiglia se lo fa in casa), pensano di farlo con la farina di piselli, che chiamano familiarmente ?polvere di piselli?. Anche mia madre ? presa dalla stessa mania. Cos? il paese ? invaso da un odore che non vi dico, ma le mamme sono allegre: finalmente fanno ritorno ai forni e chiacchierano, mentre gli uomini (quelli ritornati dopo l'otto settembre) durante il lavoro (chi ce l'ha) si consola pensando che forse la moglie sia stata pi? saggia delle altre, non sottoponendosi ad una fatica inutile impastando quella porcheria (che anche i maiali rifiutano di mangiare), per farne dello schifosissimo pane di colore verde.

A mezzogiorno, ritornato a casa, ho la sorpresa di non trovare mia madre. Domando a mia sorella dove fosse ed ella (l'incosciente!), col pi? candido dei sorrisi mi dice che ? andata al forno per infornare il pane. A quella notizia salto di gioia e corro veloce pi? della lepre da un forno all'altro per trovarla e addentare finalmente un pezzo di pane appena sfornato. Mi tocca girare mezzo paese prima di trovarla. Quando la trovo mi tuffo sul pane, lo addento con tanto desiderio, anche se ha il colore verde e odore di piselli fradici, ma... Dio, mio! Che sapore schifosissimo ha!

A casa, mamma mi conforta invitandomi a mangiare almeno la minestra.

- Che si mangia? - Chiedo, illudendomi rispondesse ?pasta e fagioli?, invece, con l'aria pi? angelica di questo mondo: ?Polenta di polvere di piselli?.

Reagisco con parolacce e minaccio di andar via di casa (mio padre non ? ancora ritornato e chiss? in quale parte del mondo ? prigioniero), mi picchia col bastone della scopa, tanto l'ho esasperata.

- Me ne vado. ? dico scappando via, piangendo.

- Voglio vedere se ne sei capace. ? Mi sfida e con calma serafica, aggiunge. - Sono curiosa di vedere se riesci ad andare oltre ponte Valentino.

Sa benissimo che oltre non potrei andare, perch? il ponte ? stato fatto saltare dai tedeschi in ritirata verso il nord, secondo perch? non so nuotare ed ho paura dell'acqua, perci? non avrei mai attraversato il fiume per passare dall'altra sponda.

Ma sono fuori di me e senza farmelo ripetere prendo a correre per la mulattiera fino al crocevia. In un batter d'occhio sono a Rav?no. Riprende a piovere, con pi? insistenza (nella fretta ho dimenticato la giacca).

Mi dibatto nel dilemma: ?Torno indietro o vado avanti??, immobile come un palo sotto la pioggia torrenziale. Ormai l'acqua ha raggiunto la pelle quando decido di andare avanti. Mi tolgo le scarpe, per camminare meglio nel fango: nulla mi trattiene! Fra poco sarei giunto alla stazione e avrei preso il treno per Napoli. E come se non ho un soldo? Avrei dovuto andare necessariamente a Benevento e, ineluttabilmente, avrei dovuto attraversare il fiume: ho paura, tanta paura!

- Massimo? Dove te ne vai, con questa pioggia? ? Rintrona come un tuono la voce di Oreste, lo studente zappatore (lo chiamiamo cos? perch? di giorno zappa a gomito a gomito con suo padre e la sera studia).

- A Napoli.

- Conciato come sei, non arriverai neppure a Benevento. ? Mi viene vicino, mi mette mano sulla spalla e aggiunge: - Sei bagnato fradicio.Vieni sotto l'ombrello. - Si toglie la giacca. - Metti questa sulle spalle intanto.

- Oreste sono commosso dalla tua gentilezza, dalla tua bont?, ma devo proseguire. Devo allontanarmi il pi? presto possibile da questo luogo infame, che non d? risorse di sorta. Voglio evadere, devo evadere, capisci? ? Parlo con convinzione fermo in mezzo alla strada come un allampanato, mentre l'acqua cade copiosa.

- Ragazzo mio, ti buscherai una polmonite. - Dice Oreste paternamente, guardandomi fisso negli occhi. - Vieni andiamo alla ?masseria? dei Degregorio, mi conoscono, ti asciugherai e poi se sarai ancora del parere di partire, partirai. - Consiglia con quella calma decisa che non ammette repliche.

Lo seguo.

I Degregorio sono molto buoni. Mi fanno indossare un vestito del loro figlio pi? piccolo, intanto che si asciugano i miei.

- Conobbi un ragazzo, tempo addietro che ti somiglia in modo impressionante? - inizia a raccontare Oreste.

- E' di Paduli?

- S?.

- Lo conosco?

- Forse. Ma che vale sapere chi ??

Mentre parla, Oreste s?infervora. - Importante ? sapere quello che ha fatto, non ti pare? Poc'anzi quando ti ho chiesto dove andassi, mi hai risposto a Napoli. Cosa credi di trovare a Napoli? La ricchezza? Il lavoro? No, mio caro, a Napoli, come nella maggior parte del Paese, non troverai che fame e miseria. E poi tu sei solo un bambino, senza parenti, senza amici, ti perderesti.

- Ma io non voglio ritornare a casa! Ho detto che sarei andato via, non posso ritornare indietro. Ti ripeto sono stanco di lavorare, lavorare, lavorare e non riuscire a vedere com'? fatto un soldo, perch? nessuno ti da il salario. A Napoli i ragazzi della mia et? guadagnano intorno alle trecento lire alla settimana, compreso le mance. Ti sembra giusto che qui dev'essere diverso?

- Ti capisco! - Dice l'uomo con voce grave. - Non sei il primo a pensare queste cose, anche altri, prima di te, hanno pensato le medesime cose e hanno pianto per l'impossibilit? di poterle cambiare. - Si era alza in piedi e,parlando, misura la stanza, in lungo e in largo. Improvvisamente si ferma e appoggia le mani sulla spalliera della sedia dove sono seduto, mi volto, lo guardo in volto: ? addolorato. Lui, prima guarda in alto, poi abbassa la testa e mi pare, che lo vedessi per la prima volta: ha un volto aperto e leale, lineamenti incisivi che denotano una forte volont?. Si accorge che lo guardo con interesse e sorride,mi passa una mano nei capelli bagnati e riprende...

- Qualche anno fa, un ragazzo? come te decide di fuggire da casa? ? Inizia a raccontare Oreste, parla con voce grave e profonda - per inseguire le sue chimere. Qualche giorno dopo ritorna con un?immensa amarezza dentro. Appena terminate le elementari decide di continuare gli studi, ma le condizioni economiche della famiglia non lo permettono: braccianti agricoli che guadagnano soltanto duecentocinquanta lire al giorno e con quattro figli non possono permettersi il lusso di farlo studiare. Soffre molto, ma per non far soffrire i suoi si finge rassegnato:passano quattro anni! Decide di imparare a fare il barbiere per guadagnare quel tanto che gli permetta di comprare i libri: avrebbe studiato da solo. L'illusione muore presto, lasciandogli l'amaro della sconfitta. Ma se la fortuna ? stata nemica da questo punto di vista, gli ? stata amica dall'altra, perch? gli ha fatto conoscere un grande uomo, Arnaldo, poi diventato suo amico per la pelle. Arnaldo frequenta il Liceo al Collegio ?La Salle? di Benevento e d? lezioni private ai ripetenti, cos? pensa che se avesse avuto forza e volont? avrebbe potuto riuscire nel suo intento: istruirsi ? il suo sogno! Con Arnaldo vanno subito d'accordo. Lui gli fa la barba e Arnaldo gli d? lezioni. Adesso ti chiederai come faceva per comprarsi i libri di testo? Ti sembrer? inumano, ma ogni sera prega Dio di far morire le persone pi? vecchie affinch? possa fare il chierichetto e guadagnare una lira se non porta la Croce, se la porta due; poi c?? sempre qualche guadagno extra che racimola andando a lavorare in campagna. In poco tempo mette da parte quattromila lire.

Un giorno c?? un funerale di lusso e i chierichetti diventano dieci, tutti studenti tranne lui. Loro lo fanno per comprarsi le sigarette. Al ritorno dal cimitero si parla della scuola e dei programmi scolastici, Idillio gli domanda che cosa avrebbe voluto fare da grande; lui con entusiasmo palesa i suoi sogni e dice che vorrebbe fare il medico.

- E dimmi... - domanda Capresi, uno spilungone che da tre anni ripete il quinto ginnasio - come farai se non hai il becco di un quattrino? Chi te li dar? i soldi?

- Forse zappando. - Rincara Gaetano, un ragazzo grasso e grosso come una montagna che, per quanto fosse il pi? intelligente della comitiva ha fama di essere il pi? stronzo. - Avr? trovato un tesoro, che ne sapete voi?

- No, che non ho trovato un tesoro, me li sono guadagnati col lavoro; ho messo da parte gi? quattromila lire.

Echeggia una risata ironica e beffarda. Quanto gli fa male quella risata! Poi, credo, sia stata proprio quella risata a spronarlo, a non arrendersi.

Il fanciullo di allora ha quasi trent'anni, il prossimo anno si laureer? in medicina: il suo sogno si sar? avverato. Perch? ti ho narrato questo? Te l'ho raccontato perch? sappia che non ? andando lontano da Paduli che si pu? realizzare il proprio avvenire. Anche qui, se si vuole, ci si pu? realizzare. Basta avere fede in se stessi, il resto non conta. Massimo, impara a camminare diritto e non voltarti indietro, anzi guarda avanti, sempre. Mi viene in mente una poesia di Li Po, un poeta cinese del sesto secolo avanti Cristo, che recita su per gi? queste parole: ?salivo in cima al colle in groppa a un asino, dinanzi a me gente ammalata, affamata, sporca e piagata tendeva la mano per chiedere aiuto. In vetta, quando feci per scendere dalla groppa mi accorsi di essere seduto con la faccia verso il posteriore dell'asino?. Tienila sempre a mente, Massimo, e vai per la tua strada, ricordando sempre che dietro di te ci sono milioni di persone che soffrono molto pi? di te.

Segue una lunga pausa, alzando la testa mi pare di vedere il mio avvenire che mi guarda con un sorriso cattivo. Apro la bocca per dire qualcosa, ma non esce alcun suono. Sono terrorizzato. Dopo il primo attimo di paura emetto un grido acutissimo che sbalordisce il buon Oreste, mentre riprendo a fuggire sotto la pioggia incessante, verso il ponte, dimentico di tutto: un solo pensiero danza nella mia testa: un terribile pensiero.

Corro, corro tanto; voglio mettere tra me e quei luoghi una barriera insormontabile. Solo pi? tardi ho capito che per dimenticare non esistono barriere.

Oreste mi rincorre chiamandomi, ma non posso sentirlo, preso come sono da quel pensiero. Arrivato alla sommit? del ponte mi ricordo che ? stato demolito dai nazisti in ritirata verso il nord. Cado nel fiume in piena, vedendomi venire incontro la morte rabbrividisco e non capisco pi? nulla.

Quando riapro gli occhi cerco di ricordare, ma inutilmente. Nella mia mente ? tutto confuso come sono confusi i volti, che mi guardano con apprensione.

- Come ti senti? ? Chiede Oreste.

- Meglio, molto meglio.

- Possiamo ritornare a casa, che ne dici? - Vedendo che non rispondo, riprende. - Oppure sei ancora deciso nel tuo proposito di partire? - Continuo a non rispondergli e lui, imperterrito. - Sai che sto pensando, Massimo? Tu sei deciso ad andare a Napoli, ebbene ti prometto che ti porter? con me, la prossima volta che andr? all'universit?. Che ne dici?

Lo ringraziavo. La sua bont? ? commovente ed io non merito tanto.

Con gli occhi lucidi, Oreste mi accarezza e afferrandomi per mano, mi accompagna a casa, dove mia madre mi credeva gi? a Napoli?
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Con questa poesia ancora in embrione, vi abbraccio con tutto l'amore cui sono capace, pregandovi di non scrivermi per almeno dieci giorni, che quando ritorner? (se...) fra una decina di giorni vi avvertir? subito, se qualcuno vuol tenermi compagnia al telefono 3384975407 lo pu? fare.
Il ricovero al Celio penso non durer? molto, devo sistemare questo pazzo muscolo che fa i capricci, Reno
Intanto ne approfitto per chiedere perdono a tutti quelli che si sono sentiti importunati e un grazie dal profondo a colore che mi hanno seguito ed hanno amato ci? che ho fatto.
I GIORNI DELLA GIOVENTU?


Non ? vero che i giorni della giovent?

sono andati perduti o non vissuti

non ? vero. Ancor oggi li senti

vivi, mentre perdutamente solo

con dolore n?avverti la mancanza.



Non ? vero che i giorni dell?amore

non sono stati vissuti ch? vivono ancora

come ?il fuoco sotto la cenere? del poeta

e il cuore non batte come gli altri cuori

ma all?andata e al ritorno dice amore? mio?

amore? mio?, amore? mio?, amore? mio?



Che giorni sono stati, i nostri incontri!

Che giovent? vissuta allegramente

come bambini in gioco ?a chiapparella?

felici di trovarci avvinti come viticci

che giorni sono stati i nostri giorni!



Sotto questo cielo carico di radionuclidi

viviamo i giorni con la nostalgia

nell?attesa del giorno che verr?

sicuramente senza che vedessimo

per un attimo rivivere nella realt?

i giorni pi? belli della nostra vita.



Abbiamo cercato entrambi oltre l?amore

nel ventre ardente d?amore di una donna

e nella spada che trafigge i corpi, assetati

come beduini, il gagliardetto della Pace

ma non i nostri giorni palpitanti, invece

c?? stato il fuoco pi? violento come

nel corpo aggrovigliato di una femmina

o nei baci appassionati di un uomo

che sta morendo agli angoli della bocca

della donna che ama. Ma i nostri giorni?

Sono davvero finiti i giorni dell?amore?



Intanto continuiamo a vivere la nostalgia

dei nostri carichi giorni d?amore certi

che un giorno troveremo, finalmente,

la tanto desiderata Pace sulla Terra.
Reno Bromuro
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settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro

Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (no profit)



13 settembre 1998: il 55? Festival del cinema di Venezia ? vinto dal regista Gianni Amelio con il film ?Cos? ridevano?, dopo dieci anni che il trofeo non era assegnato a un italiano.

14 settembre 2002: la folla che partecipa alla manifestazione dei ?Girotondi? si concentra in piazza San Giovanni, mentre Nanni Moretti fa girare tra la folla la parola d'ordine: ?La Costituzione ? uguale per tutti?. Tra le persone note che vi partecipano i pi? acclamato sono Sergio Cofferati e Gino Strada.

15 settembre 2000: il Consiglio Regionale della Lombardia ha istituito il referendum consultivo per il trasferimento alle Regioni delle competenze su Sanit?, Istruzione e Polizia locale.

16 settembre 1999: il neopresidente della Commissione europea, Romano Prodi, ha lasciato il parlamento italiano, in seguito all?approvazione del suo programma da parte dei deputati europei. Nel suo saluto di commiato, Prodi ha ricordato la priorit? assoluta dell?occupazione e la necessit? di riesaminare i sistemi di tutela sociale dei diversi paesi.

17 settembre 1992: Ignazio Salvo, potente esattore legato alla mafia e ai gruppi politici dominanti nell'isola, ? ucciso dalla mafia a Palermo.

18 settembre 1997: la Bicamerale respinge gli emendamenti della Lega che voleva inserire nella Costituzione il diritto alla secessione. Massimo D?Alema spiega di aver voluto il dibattito e la votazione perch? la secessione ? un obiettivo illegale portato avanti da una minoranza. La commissione d? invece via libera al federalismo, che sar? regolato da un capitolo nel nuovo ordinamento dello Stato. Intanto Bossi ? iscritto nel registro degli indagati per vilipendio alla bandiera, compiuto durante il comizio del 14 settembre.

19 settembre 1998: per la prima volta in Italia un bambino di un anno, figlio di Testimoni di Geova,? sottoposto a un intervento chirurgico a cuore aperto, perch? affetto da cardiopatia congenita, senza fare ricorso a trasfusioni di sangue: al posto degli emoderivati, l??quipe dell?ospedale di San Donato Milanese utilizza liquidi chiari e senza plasma, centrifugando poi il sangue dell?operazione per restituirlo al piccolo.
20 settembre 1999: il governo ha presentato il ?pacchetto anticriminalita?: pi? rigore nella concessione di benefici ai detenuti, obbligo per il pubblico ministero di procedere per direttissima in caso di flagranza e pene pi? severe per furti e scippi, ma su altre questioni quali l'uso del braccialetto elettronico per detenuti agli arresti domiciliari e le norme sulle scarcerazioni restano divisioni nella maggioranza.
21 settembre 2003: tragedia allo stadio Partenio di Avellino: un giovane di 20 anni, Sergio Ercolano, cade dagli spalti durante una serie di scontri che si scatenano tra i tifosi che assistono alla partita. Il ragazzo, trasportato d'urgenza all'ospedale, muore dopo due giorni, nonostante i tentativi dei medici per salvargli la vita. Il ministro degli Interni annuncia che non esiter? a vietare le partite che comportano rischi gravi per la sicurezza e l'ordine pubblico.

22 settembre 1997: Franco Landu sindaco di Tortol? (Nuoro) inizia la sottoscrizione per la liberazione di Silvia Melis, sequestrata in febbraio, versando simbolicamente mille lire su un apposito conto corrente postale. Il sindaco spiega che il suo gesto vuole essere un?esortazione al Parlamento a modificare la legge antisequestri che blocca i beni della famiglia, impedendo il pagamento del riscatto
23 settembre 1998: al secondo vertice di maggioranza sulla Finanziaria, il governo presenta sgravi per oltre 2000 miliardi per i meno abbienti, tra cui l?abolizione del ticket sanitario per le fasce a pi? basso reddito, agevolazioni per l?acquisto di libri scolastici, sconti sugli affitti, assegni di maternit? per casalinghe e disoccupate, etc. Per Bertinotti non basta. Negli ambienti politici l?ipotesi di crisi si sta facendo concreta, come la scissione di Rifondazione.

24 settembre 1999: Giulio Andreotti, dopo 102 ore di camera di consiglio ? stato assolto dalla Corte d'Assise di Perugia. Tutti assolti anche gli imputati per il delitto Pecorelli. Oltre al senatore Andreotti, figurano l'ex magistrato Vitalone e i boss mafiosi Gaetano Badalamenti e Pippo Cal?, oltre ai due presunti esecutori materiali del delitto.

25 settembre 2000: Giuliano Amato ha chiesto alla maggioranza di appoggiare la candidatura di Francesco Rutelli, sindaco di Roma, cercando di rafforzare la coalizione del centro-sinistra.

26 settembre 2001: il premier Berlusconi, in viaggio in Germania, dichiara che la civilt? occidentale ? superiore all'Islam. Le dichiarazioni, sia pure nel difficile momento successivo all'attentato dell'11 settembre contro le Twin Towers di New York, suscitano polemiche furibonde e, in seguito, saranno parzialmente smentite.

LA POESIA DELLA SETTIMANA
SOLDATO PIEGATO DI MARCO PERI

Marco Peri romano de Roma, ha visto la luce il 30 giugno del1960. Ha ripreso a scrivere, sua giovanile passione, dopo 20 anni.

Ha mandato del materiale ad un responsabile di una casa Editrice che ritiene seria, e tramite INTERNET sta pubblicando, insieme con altri autori, un libro di racconti e poesie che vuole essere un omaggio a Cesare Pavese, i temi trattati sono quelli cari allo scrittore.

E? socio della Fondazione Internazionale ?Amici di Cesare Pavese? sostenuta dal Centro studi omonimo.

?Soldato piegato? porta alla memoria il film di Marco Risi per il contenuto che potrebbe esternare, ma il ricordo del film rimane isolato nel titolo del film, ch? la lirica dice tutt?altra cosa.

In effetti, c?? bisogno d?altro per vedere oltre le tendine che svelano l?intimit? nascosta, perch? l?uomo, essere sociale, ha sempre avvertito profondamente, da che si ? riunito in gruppi organizzati, trib?, comunit? o societ? civili, il bisogno di comunicare con gli altri.

Ecco perch? accettiamo l?affermazione sicura che proprio la parola ? stata uno dei mezzi che ha permesso all'uomo di prevalere sul mondo animale.

Il bisogno di comunicare, ? per l'umanit? qualcosa di spontaneo ed istintivo, che nasce da motivazioni di carattere pratico, strettamente legate alla necessit? di rendere noti a tutti, fatti, informazioni e vicende che, anche se a volte non ci toccano da vicino, ci coinvolgono sempre dal punto di vista umano.

L'organizzazione e lo sviluppo di quei sistemi ? stato necessario e nello stesso tempo possibile soprattutto per l'accentrarsi dell'uomo per dividere con l?altro uomo, il maggior tempo libero. Perch? arrivati ai cosiddetti mass-media che, se da un lato presentano un grosso vantaggio per la continua e capillare informazione che offrono, dall'altro non rappresentano una vera democratizzazione, ma portano all?individualismo totale.

II fenomeno dell?individualismo ? imperante nella nostra epoca, propria quando pi? necessario sarebbe comunicare, colloquiare anche se fosse solo per gli aspetti negativi della nostra caotica esistenza, o comunque di altri aspetti come ad esempio della massificazione della cultura, che dalla radio, dalla televisione e da Internet viene il desiderio di dare tutto a tutti, volgarizzando affetto e contenuto dell?amore.

Chiaramente, determinati messaggi, nel loro contenuto iniziale, non possono essere recepiti data la loro difficolt?, perci? hanno bisogno di essere modificati per una maggiore comprensione del fruitore. Questo discorso vale per ogni argomento, anche per esempio la musica classica,che arrangiata modernamente serve come sottofondo alla pubblicit? di qualche prodotto.

Da questo punto di vista i mass-media acquistano un?estrema pericolosit?, agendo sulla nostra psiche in maniera oppressiva, togliendo all'uomo la libert? della scelta e del ?consumare? spontaneamente e di conseguenza quella che dovrebbe essere una libera determinazione si trasforma in una reazione a stimoli esterni, quali quelli enunciati pi? su e il Peri bolla con marchio di fuoco.

Per meglio comprendere il significato di quanto ? espresso dal Poeta, pu? essere di aiuto il pensare non a popoli e a nazioni, ma a famiglie e ad individui. Una persona di carattere buono e sereno, quando ama qualcuno, non deve di conseguenza odiare o disprezzare gli altri, isolandosi. Due famiglie possono essere in ottimi rapporti fra loro senza dover, proprio per questo, essere in urto con altre. Il sentimento di solidariet? che unisce gruppi di individui e di famiglie ha buone probabilit? di diffondersi fino a raccogliere un maggior numero di persone e di gruppi familiari.

Come anticamente la solidariet? legava solo i componenti di una famiglia, di una trib?, di una citt?, di un popolo, cos? ora c'? da augurarci che in un avvenire molto vicino la concordia unisca i popoli di un continente e di tutta l'umanit?.

SOLDATO PIEGATO


C?? bisogno di altro

Che di occhiali spezzati

O timide tendine

Che intimit? hanno svelato.



In quella casa ? morto qualcuno ;

non l?hanno sepolto,

? un soldato scacciato,

? disarmato, assente,

onesto e incapace,

prepara minestre col dado,

ma non scorda un ricordo :



quel viso di primavera

? solo uno stelo

piegato dalla brina

che in fretta si asciuga

aspettando calore.

***************************************************

Carissimi amici, in particolare coloro che mi hanno tenuto compagnia dandomi forza e coraggio per affrontare ci? che la vita offre, prima nascondendolo, poi palesandolo espressamente ancora una volta ha messo alla prova questo muscolo che si fa a spicchi per voi amatori e non del mio scrivere.

Prometto che piano piano risponder? a tutti perch? la mia forza nasce proprio dal vostro contatto, anche se virtuale.

Augurandomi che questo messaggio possa raggiunte tutti, nella segreta speranza di non essere stato messa in ? ?quarantena? come un virus malefico da Yahoo, vi abbraccio con tutto l?amore che posso, Reno


***********************************************************

L'amore degli uomini ha un fine e una fine
L'amore di Dio ? eterno e disinteressato
Il Baricentro Mensile di critica artistica e
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Messaggio da carlo »

COME PASSANO LENTI?


Come passano lenti i giorni della vita

quando da solo stai per affrontare

una prova che fortifichi l?esistere:

come passano lenti i giorni della vita.



Uguali sono l?ore del pensiero

non scuote il tempo la pioggia

non le interessa il pallido sole

che prepotente filtra tra le nubi.



Eterno il momento dell?attesa

senza tempo il dolore che serra la gola

la paura che toglie la parola.



Come passano lenti i momenti di vita

i giorni si fanno eterni e tu

non osi alzare gli occhi al cielo

perch? l?azzurro cancellerebbe il tempo.

Reno Bromuro
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Messaggio da carlo »

In questi giorni passati in attesa di un verdetto che, per fortuna, ? stato positivo ho avuto modo di leggere come non mi accadeva da tempo. Ho letto tre libri e mezzo: ?L'imbroglio nel lenzuolo? di Franco Costa, ?Pazzo come Van Gogh? di Piergiorgio Leaci, ?Historia di Frate Dolcino? di Fryda Rota, ?Son tornati a fiorir... gli stornelli? di Annamaria Trombetti, i quali oltre a tenermi il morale alto, hanno allietato il mio spirito. Dal prossimo numero de ?il baricentro? (che troverete rinnovato nella struttura e nel contenuto, avremo al posto della rubrica: ?Ricordiamoli?. ?Parliamone? e parleremo di questi libri di piccoli editori e di autori che vanno imponendosi alla massa sia perch? ignorati dagli editori di fama, sia perch? viene loro riconosciuto il giusto valore.
Finito di leggere questi libri ho riletto un libro edito dala Edizioni Spring di Caserta, a cui ho avuto l'onore di scrivere la prefazione e che tengo a fianco sul comodino perch? non mi fa solo compagnia ma mi aiuta a vivere e capire sia le persone sia le cose le persone hanno costruito e che l'autrice Marcella Boccia, con ironia pariniana, mette in luce togliendole come spine roventi dalle impronte che hanno lasciato sull'anima. Una raccolta di poesia che si legge piacevolmente affascinati sia dalle metafore che ingigantiscono la Poesia, sia dalle immagini botticelliane che le parole creano ad ogni lettura e mai uguali.
Ecco. Nel ringraziare tutti per essermi stato vicino, commovendomi fino alle lacrime, vi consiglio questa raccolta di versi e dopo averla letta (la potete ordinare alla LIBRERIA BOCCIA TEL. 0823988561), sono un centinaio di liriche una pi? interessante dell'altra, mi direte il vostro parere e ne parleremo, sono certo che mi ringrazierete per avervi dato questo consiglio e che i vostri nipoti, domani, vi ringrazieranno per averglielo comprato, costa solo 10,00 euro.
LOGOS


A gambe incrociate medito
tubi nasali mi parlano il libro
Una coperta ricorda l'Amore
fermo in strada senza benzina
Una valigia per Capistrello
Com'? triste questa nebbia

Il fuoco diviene acqua
e non riscalda le mie dita
Le tue labbra pi? non regalano
emozioni in parole antiche

I filosofi mi parlano nel sonno
e il loro Logos eterno
mi aiuta a restar sveglia
guardando in faccia l'indefinito

Quanto dolore in questo Sfarois
in cui le radici vanno spedite
in un altalenante andirivieni
di suoni infernali e note stonate.

Marcella Boccia
Abbracciandovi con tutto l'amore che posso vi grido grazie con la parte non contaminata ?bionicamente? del mio cuore per la gioia che avete dato, soprattutto e quel gruppo di amici che sono stati in preghiera per la mia salute
Reno Bromuro
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