Enrico Mattioli
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Enrico Mattioli
?10 domande a?.?
-Enrico Mattioli-
Enrico Mattioli nato a Roma (in data da definire) dove ancora vive e vegeta e si nasconde, si occupa di umorismo e minimalismo, ha scritto "avvisiamo la gentile clientela" cio?, la cronaca di una cassa integrazione narrata da un commesso di supermercato. Racconto con il quale nell'ottobre del 2000 ha vinto il premio Atheste per la satira, era un concorso patrocinato dal comune di Padova e dalla regione Veneto. Anche se a proposito dei concorsi letterari ammette di non credere troppo nella loro valenza di riconoscimento. Altro suo racconto ? "amori di terzo livello" dove tratta di un triangolo adolescenziale e del filo del destino, sullo sfondo degli acquedotti romani e della Liverpool beatlesiana. Ha inoltre scritto "stranieri nella notte" una passeggiata nei meandri personali attraverso la carrozzella romana. Poi, nella sua vita ? entrato ?nick la puzza? (un vecchio compagno di scuola), del quale si autodefinisce ?il padre rivendicatore", e ne ha raccolto le gesta in racconti dal titolo "nick la puzza yeah yeah yeah" con ulteriore sottotitolo "storie squallide di resistenza straordinaria".
Collabora con nuoviautori, ed ha una parte dei suoi lavori su carognix, inseriti nelle rubriche "detto da voi" e "racconti". Altri siti sui quali l?autore ? presente sono DMOframe e pince-nez. Conosce personalmente Carlo Trotta, con il quale sta portando avanti il progetto di edizione per un racconto scritto insieme dal titolo "comparse scomparse". Dopo il primissimo incontro con Carlo Trotta, si ritrov? inserito nell'antologia di nuoviautori, col racconto "ridotti ai minimi termini". Al momento i due co-autori stanno valutando e vagliando delle case editrici che potrebbero fare al caso loro. Delle case Editrici dice inoltre che qualcuna ha "declinato" le sue proposte editoriali, ma oggi pu? anche affermare che molte proposte le ha rifiutate lui perch? non lo convincevano. Musicista e Scrittore, in passato ha suonato la chitarra in un gruppo rock blues. Ma come egli stesso afferma: ?l'espressione musicale ? estremamente diversa dalla narrativa e cimentarmi con le note mi ? stato utile per quanto concerne la prospettiva diversa, ed anche per la "musicalit?" che deve scorrere anche tra le proposizioni di un racconto. Voglio dire che al di l? dei contenuti - essenziali, ovvio - quando leggo mi piace avvertire anche il suono delle parole, una minima sinfonia.?
***********
1) Gent.mo Mattioli una frase che mi ha colpito molto nella sua lettera di presentazione, ? stata quella con cui ha esordito, la riporto letteralmente:
?per chi si tuffa nel mare -o negli abissi, faccia lei- della narrativa, ? importante trovare qualcuno che si interessi al proprio lavoro.? Ed ecco la mia domanda: quanto ? difficile oggi fare e sentirsi fortemente uno scrittore ? Da cosa sono rappresentate le maggiori difficolt? in questo che spesso, troppo spesso, ? proprio ?un mondo fatto di sole parole??
Se un giorno "mi chiedessero una cosa del genere" risponderei che ho passato il mio tempo, sprecandolo? voglio dire che uno scrittore, pur essendo un "assorbente", nel senso che riceve tutto ci? che gli accade intorno - come ogni artista, del resto - uno scrittore, ripeto, ? sempre uno che rimane da solo con un foglio bianco innanzi a se. ? dentro e fuori allo stesso tempo. Va a tempo con la banda eppure stona. ? un po? come guardarsi allo specchio o parlare con se stessi. Per farla breve, mentre gli amici vanno al dancing o al biliardo, lui rimane nella sua stanza a scribacchiare. E credo che ogni scrittore potrebbe confermarlo, ? pi? il materiale che viene scartato rispetto a quello che viene realmente usato nei lavori pubblicati. Conoscete un'attivit? pi? rovinosa di questa?
Il nostro non ? un mondo solo di parole, ma anche di apparenze e monetizzazione, e un tipo che scrive di narrativa, cosa c'azzeccher? mai con tutto ci??
Per quanto mi riguarda, malgrado tutto, le difficolt? maggiori non sono rappresentate dal fare narrativa, ma dalla societ? che hanno preparato intorno a noi. Il problema non ? campare di questa attivit? - anche Kafka era un impiegato, se non erro - bens? dal fatto che, come diceva giustamente lei, ? un mondo fatto di parole ... svuotate.
2) A proposito di Case Editrici e Concorsi letterari lei non mi sembra propenso sostenitore di nessun delle due forme di promozione letteraria: cosa bisognerebbe cambiare (in Italia!) affinch? il sistema editoriale funzioni e non a senso unico solo per chi pubblica un testo, ma anche per chi lo scrive?
Lei ? una raffinata e fine umorista, lo sa? In quella parentesi c'? la mia risposta. Dice bene. In Italia, appunto, perch? nel resto del mondo non sono convinto che la situazione sia analoga. Credo che il problema, sia da ricercare sempre nella risposta del pubblico. Oggi nessuno vuol rischiare. Perch?? Per chi? Penso che se non esiste un bacino di lettori adeguato ? ? la richiesta. Pensi che accadrebbe se i libri cominciassero a vendere quanto un cd di laura pausini! Credo che uno scrittore, pur di farsi conoscere, accetterebbe anche il proprio libro "taroccato" ?
3) Per quanto riguarda la sua forma narrativa da cosa prendono spunto, quelli che io mi permetto, oserei definire, i suoi ?racconti denuncia?, ma con il sorriso sulle labbra? Esperienza personale o indignazione per ?inqualificabili? esperienze altrui?
Entrambe. Rifacendomi alle precedenti domande, ne accadono di tutti i colori in questo mondo!
Questo rappresenta il lato positivo, no? cosa scriveremmo altrimenti?
4) Ed ? a queste nostre inqualificabili esperienze personali che fa riferimento nel suo ?Buone feste Nick La Puzza!? dove abilmente satirico parla del Natale? Come vive o come convive col nostro modo di essere Cattolico Cristiani in onda sulla pay tv ed inginocchiati ai piedi di altari d?oro massiccio?
Ho letto alcune cose di moni ovaia. Mi piace l'umorismo yiddish. Sono un fanatico di woody allen.
Ne "l'ebreo che ride" di ovaia appunto, ? riportato che " dio ride. Ed essendo sconsideratamente eletti come suo popolo, gli ebrei non possono che ridere di se stessi". La stessa annunciazione ebraica, a differenza della nostra cattolica notissima, ? un'annunciazione ilare. L'arcangelo dice ad abramo - ormai centenario - che avr? un figlio da sara - novantenne e sterile - ed abramo scoppia a ridere.
Mi dispiace che noialtri abbiamo una concezione molto severa della fede. Nel mio racconto da lei menzionato - che tra l'altro ho recentemente riveduto in alcune parti - ho preferito rimanere vago sul finale. Ma il tipo che s'avvicina a la puzza nel pub e gli chiede una sigaretta, nient'altri potrebbe essere che il "povero" cristo. Se ne sta l?, con nick a bere una pinta di birra e guardare questo mondo frettoloso che gli scorre davanti nell'imminenza del proprio compleanno. Come se volesse stare da solo con uno come nick la puzza che dice di se stesso " la gente pensa che io sia un emarginato, un disadattato, ma sono soltanto, non omologato".
C'? quell'altro mio racconto "stranieri nella notte": sempre nel finale, Filippo - il protagonista - domanda ad Anacleto - il vetturino - "secondo te, chi scrive il copione della nostra esistenza: dio, budda o zarathustra?
All'insolvenza dell'altro, Filippo conclude: " comunque, molto meglio avere il loro numero di cellulare, non si sa mai ?"
Siamo dei clienti, solo dei clienti che acquistano gadget ai santuari e prenotano le parabole su di un canale criptato. Del resto, lennon nel '66 lo disse apertamente: "oggi, siamo pi? popolari noi - riferendosi ai beatles - di ges? cristo. Non so chi arriver? primo, se il rock and roll o il cristianesimo. Ges? era un tipo in gamba, ma secondo me i suoi discepoli lo hanno travisato". All'epoca fu violentemente attaccato e lui fu ingenuo, ma rileggendolo oggi, pensate che sia stato proprio cos? sconsiderato?
5) Vista la carrellata unidirezionale degli ultimi programmi tv, dei libri comici che hanno fatto la parte del leone alla fiera del Libro di Torino: quello di cui ha bisogno il lettore e lo spettatore oggi ? la satira? Forse ? l?unico linguaggio che comprendiamo appieno e che profondamente ci fa riflettere? Pu? parlarci in definitiva della potenza della satira e perch? ha deciso di cimentarsi in questo genere letterario?
Io credo di scrivere narrativa. Del resto la satira, l'umorismo - non la comicit? - partono da una base che ha molto in comune con il dramma. Le dir? anche un'altra cosa: io non credo che comprendiamo appieno questo linguaggio e che tale linguaggio ci faccia riflettere. Penso che ognuno riveda sempre il proprio vicino di casa, il collega di lavoro, l'amico di famiglia. Raramente vede se stesso. Vede tutto ci? che gli gira intorno, tranne che le proprie estremit?. Pi? drammatico di cos? ? per?, s?, in un certo senso, fa ridere.
6) La satira ? un genere molto frequentato da ambo le parti: chi la fa e chi la legge annuendo. E? difficile farsi spazio, magari sgomitando, in questo genere letterario che poi oggi ? quello che ?va per la maggiore??
Non so se poi ? un genere che v? cos? per la maggiore. Credo per?, che l'umorismo migliore sia quello delle persone inconsapevoli. Pensate a coloro i quali hanno un ego troppo accentuato: non vi fanno ridere, in fondo? non sono loro la principale fonte di ispirazione? Per?, non bisogna dirglielo. Mai. Costoro rappresentano i classici "artisti di strada" e non lo sanno. Sono loro che quando vedono un film o leggono una cosa, pensano subito a tutti, tranne che a se stessi.
7) Ho letto alcune sue poesie, e sempre con il sorriso sulle labbra, tipo: ?confessioni d?uno sciupafemmine?, ?rammarico? ?supplizio show? ?fermata del bus? ?frenesia?. Mi permetta una battuta: anche quando ci si appropinqua a leggere le sue poesie prima bisogna necessariamente esordire con la consueta frase ?il momento ? catartico?? E giocando con le parole, far satira per lei ? una necessit? o un rigoroso tenore di vita?
Mi piace la definizione "rigoroso tenore di vita". Simpatica. Ma per le risposte che le ho dato sopra, devo dire che non credo poi di far satira. ? solo quel modo di cambiare gli accenti ad un dramma quotidiano che riguarda ognuno di noi. Le poesie, poi ? mi divertono, ma non sono assolutamente un poeta. Avevo letto "frasario essenziale" di ennio flaiano e mi suscitarono quelle rimette che lei ha citato. Il fatto, come dice lei, del momento catartico mi angoscia: con l'etichetta dell'umorista addosso, ci si aspetta qualcosa di divertente, ma non sempre ? cos?. non vorrei essere vittima del consueto "ah?, facce ride ?"
8) Secondo lei c?? pi? verit? in una battuta divertente, e magari messa in rima con quella musicalit? di cui si parlava poc?anzi, o c?? pi? verit? nello spiegare con seriet?? In definitiva fare solo satira in tutte le sue forme espressive potrebbe significare a volte non essere presi seriamente?
Pu? accadere di non essere presi seriamente, ? vero. A volte ti rendi conto che hai scritto una cosa fine a se stessa. Per?, non saprei dire dove c'? pi? verit?. Posso affermare, nonostante tutto, che c'? seriet? nell'umorismo. Essenza.
9) Lei che ci mostra la realt? cos? com?? ma con una battuta ? perch? vede sempre quel bicchiere ?mezzo pieno?? Naturalmente mi aspetto che mi risponda con una battuta?
No, ? che vedo sempre quel bicchiere che trabocca ?
10) Ultima domanda, quella classica conclusiva delle mie interviste, che per? a lei vorrei sottoporre in un modo un po? diverso: come spiegherebbe ad un esordiente, e magari con una battuta, cosa significa voler far parte di questo ?mondo di parole?, voler fare della scrittura creativa la propria professione?
Se volete farne una professione, avreste perso in partenza. Quello che conta ? il gioco, il ludico. Per parafrasare bukowski, quello che conta ? grattarsi sotto le ascelle.
********
Grazie ad Enrico Mattioli,
per la sua cortese e graditissima partecipazione.
Caramente,
Monia Di Biagio
per ?nuoviautori. Org?
-Enrico Mattioli-
Enrico Mattioli nato a Roma (in data da definire) dove ancora vive e vegeta e si nasconde, si occupa di umorismo e minimalismo, ha scritto "avvisiamo la gentile clientela" cio?, la cronaca di una cassa integrazione narrata da un commesso di supermercato. Racconto con il quale nell'ottobre del 2000 ha vinto il premio Atheste per la satira, era un concorso patrocinato dal comune di Padova e dalla regione Veneto. Anche se a proposito dei concorsi letterari ammette di non credere troppo nella loro valenza di riconoscimento. Altro suo racconto ? "amori di terzo livello" dove tratta di un triangolo adolescenziale e del filo del destino, sullo sfondo degli acquedotti romani e della Liverpool beatlesiana. Ha inoltre scritto "stranieri nella notte" una passeggiata nei meandri personali attraverso la carrozzella romana. Poi, nella sua vita ? entrato ?nick la puzza? (un vecchio compagno di scuola), del quale si autodefinisce ?il padre rivendicatore", e ne ha raccolto le gesta in racconti dal titolo "nick la puzza yeah yeah yeah" con ulteriore sottotitolo "storie squallide di resistenza straordinaria".
Collabora con nuoviautori, ed ha una parte dei suoi lavori su carognix, inseriti nelle rubriche "detto da voi" e "racconti". Altri siti sui quali l?autore ? presente sono DMOframe e pince-nez. Conosce personalmente Carlo Trotta, con il quale sta portando avanti il progetto di edizione per un racconto scritto insieme dal titolo "comparse scomparse". Dopo il primissimo incontro con Carlo Trotta, si ritrov? inserito nell'antologia di nuoviautori, col racconto "ridotti ai minimi termini". Al momento i due co-autori stanno valutando e vagliando delle case editrici che potrebbero fare al caso loro. Delle case Editrici dice inoltre che qualcuna ha "declinato" le sue proposte editoriali, ma oggi pu? anche affermare che molte proposte le ha rifiutate lui perch? non lo convincevano. Musicista e Scrittore, in passato ha suonato la chitarra in un gruppo rock blues. Ma come egli stesso afferma: ?l'espressione musicale ? estremamente diversa dalla narrativa e cimentarmi con le note mi ? stato utile per quanto concerne la prospettiva diversa, ed anche per la "musicalit?" che deve scorrere anche tra le proposizioni di un racconto. Voglio dire che al di l? dei contenuti - essenziali, ovvio - quando leggo mi piace avvertire anche il suono delle parole, una minima sinfonia.?
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1) Gent.mo Mattioli una frase che mi ha colpito molto nella sua lettera di presentazione, ? stata quella con cui ha esordito, la riporto letteralmente:
?per chi si tuffa nel mare -o negli abissi, faccia lei- della narrativa, ? importante trovare qualcuno che si interessi al proprio lavoro.? Ed ecco la mia domanda: quanto ? difficile oggi fare e sentirsi fortemente uno scrittore ? Da cosa sono rappresentate le maggiori difficolt? in questo che spesso, troppo spesso, ? proprio ?un mondo fatto di sole parole??
Se un giorno "mi chiedessero una cosa del genere" risponderei che ho passato il mio tempo, sprecandolo? voglio dire che uno scrittore, pur essendo un "assorbente", nel senso che riceve tutto ci? che gli accade intorno - come ogni artista, del resto - uno scrittore, ripeto, ? sempre uno che rimane da solo con un foglio bianco innanzi a se. ? dentro e fuori allo stesso tempo. Va a tempo con la banda eppure stona. ? un po? come guardarsi allo specchio o parlare con se stessi. Per farla breve, mentre gli amici vanno al dancing o al biliardo, lui rimane nella sua stanza a scribacchiare. E credo che ogni scrittore potrebbe confermarlo, ? pi? il materiale che viene scartato rispetto a quello che viene realmente usato nei lavori pubblicati. Conoscete un'attivit? pi? rovinosa di questa?
Il nostro non ? un mondo solo di parole, ma anche di apparenze e monetizzazione, e un tipo che scrive di narrativa, cosa c'azzeccher? mai con tutto ci??
Per quanto mi riguarda, malgrado tutto, le difficolt? maggiori non sono rappresentate dal fare narrativa, ma dalla societ? che hanno preparato intorno a noi. Il problema non ? campare di questa attivit? - anche Kafka era un impiegato, se non erro - bens? dal fatto che, come diceva giustamente lei, ? un mondo fatto di parole ... svuotate.
2) A proposito di Case Editrici e Concorsi letterari lei non mi sembra propenso sostenitore di nessun delle due forme di promozione letteraria: cosa bisognerebbe cambiare (in Italia!) affinch? il sistema editoriale funzioni e non a senso unico solo per chi pubblica un testo, ma anche per chi lo scrive?
Lei ? una raffinata e fine umorista, lo sa? In quella parentesi c'? la mia risposta. Dice bene. In Italia, appunto, perch? nel resto del mondo non sono convinto che la situazione sia analoga. Credo che il problema, sia da ricercare sempre nella risposta del pubblico. Oggi nessuno vuol rischiare. Perch?? Per chi? Penso che se non esiste un bacino di lettori adeguato ? ? la richiesta. Pensi che accadrebbe se i libri cominciassero a vendere quanto un cd di laura pausini! Credo che uno scrittore, pur di farsi conoscere, accetterebbe anche il proprio libro "taroccato" ?
3) Per quanto riguarda la sua forma narrativa da cosa prendono spunto, quelli che io mi permetto, oserei definire, i suoi ?racconti denuncia?, ma con il sorriso sulle labbra? Esperienza personale o indignazione per ?inqualificabili? esperienze altrui?
Entrambe. Rifacendomi alle precedenti domande, ne accadono di tutti i colori in questo mondo!
Questo rappresenta il lato positivo, no? cosa scriveremmo altrimenti?
4) Ed ? a queste nostre inqualificabili esperienze personali che fa riferimento nel suo ?Buone feste Nick La Puzza!? dove abilmente satirico parla del Natale? Come vive o come convive col nostro modo di essere Cattolico Cristiani in onda sulla pay tv ed inginocchiati ai piedi di altari d?oro massiccio?
Ho letto alcune cose di moni ovaia. Mi piace l'umorismo yiddish. Sono un fanatico di woody allen.
Ne "l'ebreo che ride" di ovaia appunto, ? riportato che " dio ride. Ed essendo sconsideratamente eletti come suo popolo, gli ebrei non possono che ridere di se stessi". La stessa annunciazione ebraica, a differenza della nostra cattolica notissima, ? un'annunciazione ilare. L'arcangelo dice ad abramo - ormai centenario - che avr? un figlio da sara - novantenne e sterile - ed abramo scoppia a ridere.
Mi dispiace che noialtri abbiamo una concezione molto severa della fede. Nel mio racconto da lei menzionato - che tra l'altro ho recentemente riveduto in alcune parti - ho preferito rimanere vago sul finale. Ma il tipo che s'avvicina a la puzza nel pub e gli chiede una sigaretta, nient'altri potrebbe essere che il "povero" cristo. Se ne sta l?, con nick a bere una pinta di birra e guardare questo mondo frettoloso che gli scorre davanti nell'imminenza del proprio compleanno. Come se volesse stare da solo con uno come nick la puzza che dice di se stesso " la gente pensa che io sia un emarginato, un disadattato, ma sono soltanto, non omologato".
C'? quell'altro mio racconto "stranieri nella notte": sempre nel finale, Filippo - il protagonista - domanda ad Anacleto - il vetturino - "secondo te, chi scrive il copione della nostra esistenza: dio, budda o zarathustra?
All'insolvenza dell'altro, Filippo conclude: " comunque, molto meglio avere il loro numero di cellulare, non si sa mai ?"
Siamo dei clienti, solo dei clienti che acquistano gadget ai santuari e prenotano le parabole su di un canale criptato. Del resto, lennon nel '66 lo disse apertamente: "oggi, siamo pi? popolari noi - riferendosi ai beatles - di ges? cristo. Non so chi arriver? primo, se il rock and roll o il cristianesimo. Ges? era un tipo in gamba, ma secondo me i suoi discepoli lo hanno travisato". All'epoca fu violentemente attaccato e lui fu ingenuo, ma rileggendolo oggi, pensate che sia stato proprio cos? sconsiderato?
5) Vista la carrellata unidirezionale degli ultimi programmi tv, dei libri comici che hanno fatto la parte del leone alla fiera del Libro di Torino: quello di cui ha bisogno il lettore e lo spettatore oggi ? la satira? Forse ? l?unico linguaggio che comprendiamo appieno e che profondamente ci fa riflettere? Pu? parlarci in definitiva della potenza della satira e perch? ha deciso di cimentarsi in questo genere letterario?
Io credo di scrivere narrativa. Del resto la satira, l'umorismo - non la comicit? - partono da una base che ha molto in comune con il dramma. Le dir? anche un'altra cosa: io non credo che comprendiamo appieno questo linguaggio e che tale linguaggio ci faccia riflettere. Penso che ognuno riveda sempre il proprio vicino di casa, il collega di lavoro, l'amico di famiglia. Raramente vede se stesso. Vede tutto ci? che gli gira intorno, tranne che le proprie estremit?. Pi? drammatico di cos? ? per?, s?, in un certo senso, fa ridere.
6) La satira ? un genere molto frequentato da ambo le parti: chi la fa e chi la legge annuendo. E? difficile farsi spazio, magari sgomitando, in questo genere letterario che poi oggi ? quello che ?va per la maggiore??
Non so se poi ? un genere che v? cos? per la maggiore. Credo per?, che l'umorismo migliore sia quello delle persone inconsapevoli. Pensate a coloro i quali hanno un ego troppo accentuato: non vi fanno ridere, in fondo? non sono loro la principale fonte di ispirazione? Per?, non bisogna dirglielo. Mai. Costoro rappresentano i classici "artisti di strada" e non lo sanno. Sono loro che quando vedono un film o leggono una cosa, pensano subito a tutti, tranne che a se stessi.
7) Ho letto alcune sue poesie, e sempre con il sorriso sulle labbra, tipo: ?confessioni d?uno sciupafemmine?, ?rammarico? ?supplizio show? ?fermata del bus? ?frenesia?. Mi permetta una battuta: anche quando ci si appropinqua a leggere le sue poesie prima bisogna necessariamente esordire con la consueta frase ?il momento ? catartico?? E giocando con le parole, far satira per lei ? una necessit? o un rigoroso tenore di vita?
Mi piace la definizione "rigoroso tenore di vita". Simpatica. Ma per le risposte che le ho dato sopra, devo dire che non credo poi di far satira. ? solo quel modo di cambiare gli accenti ad un dramma quotidiano che riguarda ognuno di noi. Le poesie, poi ? mi divertono, ma non sono assolutamente un poeta. Avevo letto "frasario essenziale" di ennio flaiano e mi suscitarono quelle rimette che lei ha citato. Il fatto, come dice lei, del momento catartico mi angoscia: con l'etichetta dell'umorista addosso, ci si aspetta qualcosa di divertente, ma non sempre ? cos?. non vorrei essere vittima del consueto "ah?, facce ride ?"
8) Secondo lei c?? pi? verit? in una battuta divertente, e magari messa in rima con quella musicalit? di cui si parlava poc?anzi, o c?? pi? verit? nello spiegare con seriet?? In definitiva fare solo satira in tutte le sue forme espressive potrebbe significare a volte non essere presi seriamente?
Pu? accadere di non essere presi seriamente, ? vero. A volte ti rendi conto che hai scritto una cosa fine a se stessa. Per?, non saprei dire dove c'? pi? verit?. Posso affermare, nonostante tutto, che c'? seriet? nell'umorismo. Essenza.
9) Lei che ci mostra la realt? cos? com?? ma con una battuta ? perch? vede sempre quel bicchiere ?mezzo pieno?? Naturalmente mi aspetto che mi risponda con una battuta?
No, ? che vedo sempre quel bicchiere che trabocca ?
10) Ultima domanda, quella classica conclusiva delle mie interviste, che per? a lei vorrei sottoporre in un modo un po? diverso: come spiegherebbe ad un esordiente, e magari con una battuta, cosa significa voler far parte di questo ?mondo di parole?, voler fare della scrittura creativa la propria professione?
Se volete farne una professione, avreste perso in partenza. Quello che conta ? il gioco, il ludico. Per parafrasare bukowski, quello che conta ? grattarsi sotto le ascelle.
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Grazie ad Enrico Mattioli,
per la sua cortese e graditissima partecipazione.
Caramente,
Monia Di Biagio
per ?nuoviautori. Org?
Ultima modifica di carlo il 16/12/2008, 1:32, modificato 1 volta in totale.
aramente,
Monia Di Biagio.
Sito http://digilander.libero.it/moniadibiagiodgl/
Forum http://moniadibiagio.mastertopforum.com
"Amor vincit omnia, Mors omnia solvit"
Monia Di Biagio.
Sito http://digilander.libero.it/moniadibiagiodgl/
Forum http://moniadibiagio.mastertopforum.com
"Amor vincit omnia, Mors omnia solvit"
Enrico Mattioli
Enrico Mattioli ? un genio, davvero. Vedrete, gli far? fare strada al ragazzo...
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Enrico Mattioli
Quest'intervista ? davvero bella!
Mi paice... mi piace... mi piace...
Bacio
Angela
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Bacio
Angela
on amore Angela
Enrico Mattioli
grazie angela. anche tu sei davvero bella, con quei capelli biondi.
mi piaci, mi piaci, mi piaci.
con amore enrico mattioli
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con amore enrico mattioli
Enrico Mattioli
non so perch?, ma io angela invece me la immagino mora!
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tutto bene, angela, tutto bene. sei mora. e io che avevo detto? mora, appunto.
con amore
enrico
con amore
enrico
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Enrico Mattioli
ma io non ho capito bene. mora o morosa? fragola, lampone o mirtillo? boh?!
Enrico Mattioli
Andiamo bene...
Preferisco anche come frutto la mora.. sensuale no???
Angela
Preferisco anche come frutto la mora.. sensuale no???
Angela