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Horus - Alberto Cecon

Inviato: 31/03/2014, 16:02
da cek onius
Mi svegliai, con l’insolita sensazione di essere nuovamente umano. Gli occhi si aprirono stupiti su una stanza riccamente adornata, le dita indugiarono riconoscenti sulla veste di prezioso lino, con gratitudine i piedi incontrarono pregiati sandali di papiro. Ero a casa. Schiavi premurosi si chinarono al mio cospetto, ancelle dalla pelle profumata mi lavarono, mi vestirono, servi silenziosi mi ricoprirono delle insegne regali. Assiso sul trono, feci convocare l’anziano interprete di sogni, che mi prestò ascolto con volto severo. «Un grande pericolo, mio Sovrano, sovrasta la tua dimora. Vedo la morte nelle tue visioni, nel tuo futuro la maledizione degli dèi. Il grande Horus ha distolto il suo sguardo benevolo da te». Mi esortò a non trascurare i segni della sorte, a evitare i cattivi consiglieri. Gli ubbidii. Un’ora più tardi i sacri coccodrilli del tempio di Sobek si cibarono del suo corpo inutile.

Re: Horus - Alberto Cecon

Inviato: 31/03/2014, 19:41
da Marco Signorelli
e mi pare giusto; i coccodrilli hanno pure diritto ad un pasto sano ed equilibrato. Povere bestiole :-D

Mi piace come hai descritto questo accettare uno status di divinità con l'indicativo passato remoto.

Re: Horus - Alberto Cecon

Inviato: 02/04/2014, 8:29
da Massimo Baglione
Co-vincitore di NASF 7, ben rivisto! :-)
La prima fase è molto criptica, e mi pare sia tutta lì la chiave della fantascientificità del racconto. Oserei ipotizzare un cybernauta assuefatto dal virtuale che per causa di forza maggiore è costretto a uscire dalla lunga e routinaria simulazione.