LTL 7 - Recensione
Inviato: 06/11/2013, 20:04
In ritardo ecco la mia recensione per Le Tre Lune settimo numero "Misfits. Gli sbandati della galassia".
Questa volta non sono stato selezionato e, dopo aver letto tutto, non posso che essere d’accordo. Il mio racconto era al limite di un tema che non sento particolarmente mio in questo momento della mia vita. Non che non possa essere un Misfits, e spesso lo sono, ma non sono ancora pronto per scriverne. Bando alle ciance e veniamo ai racconti presentati in ordine di pubblicazione.
"Space Rats" di Christian Fedele: Il vincitore, una storia intensa e articolata che riesce a creare un mondo sull'orlo del collasso in poche pagine. Non è facile dover scrivere l'antefatto e la storia correlata nelle poche battute disponibili, si rischia di dire troppo o troppo poco. In questo caso il tutto ha il giusto peso, io avrei sospeso un pelo le informazioni del passato e non avrei aggiunto il finale "profetico", ma è un mio gusto personale. Forse per la prima volta delle LTL mi trovo concorde nel ritenerlo il migliore della antologia.
"Il fiorista" di Franca “Pardan” Scapellato: Pardan è una continua conferma, molti suoi racconti sono ottimi e questo non delude. Molto più diretta del racconto vincitore, non spiega il motivo della decadenza della società, ma punta subito l'obiettivo verso uno dei suoi figli reietti. In modo molto caricaturale si vede la società odierna, materialista e cinica, ignorante e indifferente. Non ci sono orpelli inutili, la storia è lineare nel suo procedere, seppure il finale "positivo" è del tutto inaspettato, non si perde lo spirito di denuncia sociale.
"Fratellanza Perduta" di Alex Briatico: Non ricordo se ho letto già una cosa del genere, mi pare di si. Anni settanta o ottanta, un racconto dove dei giovani prendevano il sopravvento sulla società e finiva che erano loro stessi soppiantati da un gruppo ancora più giovane. Ma la novità è stata utilizzare una favola e ribaltarla togliendo il connotato "fantasy" scambiandolo con una plausibilità scientifica.
Vorrei dire che le guerre sono sempre state combattute dai giovani per cui è stata una scelta azzeccata, anche se non so quanto consapevole.
"Attraverso i secoli" di Giuliana Ricci: Racconto godibile anche se non nuovo. Certo il viaggio nel tempo può essere un modo per aggirare il mito realizzando un modo facile per accattivarsi il pubblico; ma non è poi così facile da utilizzare se non c'è una storia. Qui una storia c'è e il nostro disadattato è solo un eroe che accetta il suo destino pur di salvare un futuro oramai condannato. Quello che il lettore deve chiedersi è se, l'amaro destino, viene accettato passivamente oppure se viene bramato e ricercato in funzione di un piacere ancestrale?
"Soap Opera" di 451: Racconto che ha un dolce amaro, una commistione del film "Brazil" del 1985 con "Fahrenheit 451", dove vedo l'unione? Nella ricerca di una giovinezza a tutti i costi fino alla morte, trattata in alcune scene di Brazil, con l'illusione di fare parte di un racconto collettivo come avviene per la soap opera citata in Fahrenheit. Ora il 451 è un caso oppure il nick è inerente proprio al romanzo di Orwell? In questo caso, però, non riesco a vedere molto il misfits, se non nell'egoismo della protagonista, che ha potere e soldi ma non quello che più desidera; il suo passato.
"Per un pugno di yen" di Andrea Andreoni: Non ho molto da dire su questo racconto. Mi piace la storia, che potrebbe far parte di un fumetto. Non si conoscono bene i motivi del comportamento del protagonista ed il finale lo trovo molto è molto intimistico e cerebrale; come sospeso in una realtà fatta di casualità, come a dire che ciò che è accaduto e le azioni dei personaggi sono fatti, inutile pensare a significati nascosti; il leone mangia la gazzella e non si chiede perché lo deve fare. D’accordo, non sono stato chiaro, ma tanto non potete commentare il mio racconto.
"Lama Primitiva" di Polly Russel: Racconto che mi aspettavo di trovare nel suo svolgimento narrativo. Polly sa scrivere rendendo l'idea che, credo, sia venuta in mente a tutti, godibile togliendole quel senso di già visto e letto. Non è tanto la parte della ribellione finale data dalla comprensione dei fatti che è importante; è la bellezza stilistica dei particolari che raccontano questo universo che, a mio parere, rende questo racconto pienamente degno di stare in questa antologia.
"Prefazione" di Claudio Lei: la metto alla fine, primo perché è un tributo di ringraziamento a chi si è preso un impegno non indifferente, soprattutto in questi giorni in cui tutta la società sembra presa da una frenesia eccessiva; io per primo mi trovo a non avere tempo per poter scrivere neppure una pagina di idee sgrammaticate. Secondo perché il lavoro di tutti i collaboratori di NASF e di LTL è prezioso per tenerci con i piedi per terra e lungo i giusti binari; binari che non devono farci fermare alle stazioni previste, ma che possono condurci ovunque nel selvaggio ovest.
Questa volta non sono stato selezionato e, dopo aver letto tutto, non posso che essere d’accordo. Il mio racconto era al limite di un tema che non sento particolarmente mio in questo momento della mia vita. Non che non possa essere un Misfits, e spesso lo sono, ma non sono ancora pronto per scriverne. Bando alle ciance e veniamo ai racconti presentati in ordine di pubblicazione.
"Space Rats" di Christian Fedele: Il vincitore, una storia intensa e articolata che riesce a creare un mondo sull'orlo del collasso in poche pagine. Non è facile dover scrivere l'antefatto e la storia correlata nelle poche battute disponibili, si rischia di dire troppo o troppo poco. In questo caso il tutto ha il giusto peso, io avrei sospeso un pelo le informazioni del passato e non avrei aggiunto il finale "profetico", ma è un mio gusto personale. Forse per la prima volta delle LTL mi trovo concorde nel ritenerlo il migliore della antologia.
"Il fiorista" di Franca “Pardan” Scapellato: Pardan è una continua conferma, molti suoi racconti sono ottimi e questo non delude. Molto più diretta del racconto vincitore, non spiega il motivo della decadenza della società, ma punta subito l'obiettivo verso uno dei suoi figli reietti. In modo molto caricaturale si vede la società odierna, materialista e cinica, ignorante e indifferente. Non ci sono orpelli inutili, la storia è lineare nel suo procedere, seppure il finale "positivo" è del tutto inaspettato, non si perde lo spirito di denuncia sociale.
"Fratellanza Perduta" di Alex Briatico: Non ricordo se ho letto già una cosa del genere, mi pare di si. Anni settanta o ottanta, un racconto dove dei giovani prendevano il sopravvento sulla società e finiva che erano loro stessi soppiantati da un gruppo ancora più giovane. Ma la novità è stata utilizzare una favola e ribaltarla togliendo il connotato "fantasy" scambiandolo con una plausibilità scientifica.
Vorrei dire che le guerre sono sempre state combattute dai giovani per cui è stata una scelta azzeccata, anche se non so quanto consapevole.
"Attraverso i secoli" di Giuliana Ricci: Racconto godibile anche se non nuovo. Certo il viaggio nel tempo può essere un modo per aggirare il mito realizzando un modo facile per accattivarsi il pubblico; ma non è poi così facile da utilizzare se non c'è una storia. Qui una storia c'è e il nostro disadattato è solo un eroe che accetta il suo destino pur di salvare un futuro oramai condannato. Quello che il lettore deve chiedersi è se, l'amaro destino, viene accettato passivamente oppure se viene bramato e ricercato in funzione di un piacere ancestrale?
"Soap Opera" di 451: Racconto che ha un dolce amaro, una commistione del film "Brazil" del 1985 con "Fahrenheit 451", dove vedo l'unione? Nella ricerca di una giovinezza a tutti i costi fino alla morte, trattata in alcune scene di Brazil, con l'illusione di fare parte di un racconto collettivo come avviene per la soap opera citata in Fahrenheit. Ora il 451 è un caso oppure il nick è inerente proprio al romanzo di Orwell? In questo caso, però, non riesco a vedere molto il misfits, se non nell'egoismo della protagonista, che ha potere e soldi ma non quello che più desidera; il suo passato.
"Per un pugno di yen" di Andrea Andreoni: Non ho molto da dire su questo racconto. Mi piace la storia, che potrebbe far parte di un fumetto. Non si conoscono bene i motivi del comportamento del protagonista ed il finale lo trovo molto è molto intimistico e cerebrale; come sospeso in una realtà fatta di casualità, come a dire che ciò che è accaduto e le azioni dei personaggi sono fatti, inutile pensare a significati nascosti; il leone mangia la gazzella e non si chiede perché lo deve fare. D’accordo, non sono stato chiaro, ma tanto non potete commentare il mio racconto.
"Lama Primitiva" di Polly Russel: Racconto che mi aspettavo di trovare nel suo svolgimento narrativo. Polly sa scrivere rendendo l'idea che, credo, sia venuta in mente a tutti, godibile togliendole quel senso di già visto e letto. Non è tanto la parte della ribellione finale data dalla comprensione dei fatti che è importante; è la bellezza stilistica dei particolari che raccontano questo universo che, a mio parere, rende questo racconto pienamente degno di stare in questa antologia.
"Prefazione" di Claudio Lei: la metto alla fine, primo perché è un tributo di ringraziamento a chi si è preso un impegno non indifferente, soprattutto in questi giorni in cui tutta la società sembra presa da una frenesia eccessiva; io per primo mi trovo a non avere tempo per poter scrivere neppure una pagina di idee sgrammaticate. Secondo perché il lavoro di tutti i collaboratori di NASF e di LTL è prezioso per tenerci con i piedi per terra e lungo i giusti binari; binari che non devono farci fermare alle stazioni previste, ma che possono condurci ovunque nel selvaggio ovest.