LTL 6 - recensione

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Marco Signorelli
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LTL 6 - recensione

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Questa recensione è un mio modo personale di lasciare alle spalle un momento creativo per iniziarne un altro.
Come per tutte le altre recensioni avviso che sono basate sul mio gusto personale, che potrebbe non coincidere con il vostro o con quello dei curatori.
Per i nuovi ecco come procedo; leggo tutto di un fiato il pdf [grazie Kindle, non ce la farei senza di te], per percepire le emozioni. Successivamente rileggo con più calma ogni racconto, confrontando le emozioni con l’aspetto razionale. Spesso cambio idea ed un racconto che non mi ha detto nulla trova nuovo slancio, ma anche viceversa. Bando alle ciance e partiamo.

“Logica” di Gabriele Laghi: Primo Classificato. Personalmente non lo ritengo il migliore della raccolta. Un buon racconto con un robot fin troppo umano, infatti commette l’errore tipico di chi affronta la filosofia senza una guida esperta (conosco tanti che fanno lo stesso errore, io stesso a 15 anni facevo racconti dove me le cantavo e suonavo da solo). Ho apprezzato la parte iniziale, prima dell’auto-logica, ed il finale che è perfetto cit: “Zerobot ignorava che la vita, figlia di un universo dominato da leggi matematiche, in fin dei conti, è tutt’altro che logica.”
Che è la parafrasi del proverbio “Chi si loda si imbroda”

“I sogni delle crisalidi” di Christian Fedele: Secondo Classificato. Per me il migliore. L’idea è veramente azzeccata, mi ricorda un romanzo di uno scrittore provinciale [non ricordo il titolo, ma era prodotto in proprio e lo avremmo letto in 30 in tutta Italia]. Non ho molto da dire a riguardo, probabilmente non avrei cercato una spiegazione logica al concatenamento degli eventi; nel senso che si regge benissimo anche se non veniva detto che ciò era la commistione dei ricordi dei surgelati. Un racconto che ritengo degno di essere preso ad esempio per stile, idea e sperimentazione.

“Alienato” di Susanna Dalla Longa: Terzo Classificato. Abbastanza prevedibile, non perde la godibilità e si spera di trovare indizi che portino ad un finale differente. Si percepisce la mano femminile, molto lieve anche nel descrivere una psicopatologia, infatti non possiamo escludere che il tutto sia solo nella mente del protagonista e che non ci sia nessuna invasione aliena.
Non so se lo avrei classificato tra i primi tre, di certo non gli manca nulla per fare parte della antologia.

“1^0^ 100.000 (multiversi)” di Andrea Andreoni: tralasciando il senso matematico del titolo [uno elevato a qualsiasi numero da sempre uno, per cui se si voleva dare un’idea di infinito bisognava scrivere 10^10^100000] questo è un racconto lieve, introspettivo ed efficace. La visuale dello stesso momento, ma con esiti diversi, non è nuova, la novità è nel sapere raccontare gli universi diversi.

“Quando le potenze dell'universo si scontrano” di Ser Stefano: L’autore ha sempre idee originali, questa è spiazzante nella sua non linearità. Vincere è perdere e perdere è vincere. Non riesco a trovare la logica, per cui si… è perfetto per questa raccolta. Le scene belliche sono descritte in modo da coinvolgere il lettore, con una tecnica quasi cinematografica. Sarebbe possibile realizzare un corto solo rendendolo più “copione”.

“La camera bianca” di Marco Signorelli: Quando arrivo al mio racconto sono sempre combattuto nel cercarne i difetti oppure nel lasciare solo il titolo. In questo caso, visto che per la mia prima lettrice è uno delle cose migliori che abbia mai scritto [non so se prenderlo come un complimento oppure come un velato invito a smetterla], vorrei spiegare da dove è nata l’idea.
Alle sei e venti del mattino, in sala d’attesa delle ferrovie trenord, stavo pensando ai corsi di scrittura, soprattutto a quello che dicono che non bisogna mai fare. Uno degli errori, secondo loro, ma anche secondo me, è iniziare un racconto senza dare indizi sulla situazione o ambientazione, il termine tecnico di questo errore è “la stanza bianca”. Mi sono detto, tra me e me altrimenti passavo per il pazzo della stazione che parla da solo, e se trasformassi questo errore nell’inizio? Puff.. la storia si è scritta da sola durante il viaggio. A me piace, non è originalissima, ma ci sono ben tre tipologie narrative in solo diecimila battute.

“Ono Culeeido” di Alex Briatico: Divertente, molto coinvolgente, mi ricorda la fantascienza degli anni settanta, con quel pizzico di ironia ed un finale che spiazza l’eroe di turno. Anche Wells fece un racconto con la stessa atmosfera, solo che considerava la supervelocità del protagonista. Anche in un altro di Nonmiricordochi, dove l’eroe aveva una volontà di ferro e quando decise di non muovesi lo fece (citando a memoria la frase finale: “la terra ruota su se stessa, inoltre gira attorno al sole che gira attorno alla galassia che si muove con altre galassie. Ma lui restò immobile).

“La porta” di Giuliana Ricci: Mi è piaciuto leggerlo e rileggerlo, lineare nella narrazione, potrebbe portare ad altre storie, ad altre avventure. In questo caso si è voluto, credo, fronteggiare il timore dell’ignoto e la forza che spinge ad affrontarlo. Il fallimento è un aspetto della ricerca, così come trovare la forza e sfruttare la nuova esperienza. Brava.

“Scudi alzati” di Marco Lomonaco: Fantascienza anni cinquanta, space opera, lo scienziato che risolve la situazione disperata, un racconto che racchiude tutte le radici della fantascienza statunitense. Lo letto con nostalgia ed ho invidiato l’innocente ingenuità di quella che era chiamata “l’epoca d’oro”

LTL si riconferma una palestra dove bisogna osare, la difficoltà del tema e le costrizioni del bando non devono essere visti come paletti, ma come appigli per iniziare la scalata.

LTL6 è archiviato ora bisogna pensare ad LTL7.
quaesitor
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Re: LTL 6 - recensione

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Come sempre grande Marco, corretto e insieme senza peli sulla lingua.
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Massimo Baglione
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Re: LTL 6 - recensione

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Grazie, Marco!
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Marco Signorelli
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Re: LTL 6 - recensione

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Grazie.. la mia prima lettrice dice che sono stato cattivo con "logica", la mia frase [anche io a 15 anni scrivevo....] era riferita all'errore base del robot, non allo scrittore... magari avessi scritto così a 15 anni... ora sarei un Camilleri :-D
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carlo
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Re: LTL 6 - recensione

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grande marco, grazie :)
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