@Fab: compiaciuto di aver suscitato una risposta così articolata.
- Ti ringrazio davvero. Soli? è piaciuto molto anche ad altri due utenti e devo dire che tra i miei è uno di quelli che preferisco (assieme ad altri due che forse posterò). Credo sia perché ha un lirismo potente ma non sdolcinato unito a una dinamica dello sguardo contraddittoria, che si amplia ritraendosi (l' 'espansione' dell'umanità avviene in un processo di contrazione verso il centro gravitazionale del sistema). Mi piacerebbe sentire la tua opinione al riguardo.
Tra parentesi il ciclo Carbonio-Ossigeno-Azoto è un processo che si verifica realmente in stelle di massa leggermente superiore al sole (tanto per sottolineare la tendenza un po' maniaca a giustificare tutto

)
- Le pippe mentali di ogni tipo costituiscono una buona metà di quello che mi spinge a svegliarmi ogni giorno
- Non è che mi manchi la sospensione del giudizio, non sono uno per cui in un'opera ogni reazione fisico-chimica dev'essere spiegata nel dettaglio e bilanciata fino all'ultimo elettrone, né richiedo all'universo immaginario di avere per forza le stesse leggi fisiche del nostro. Però se trovo che l'ambientazione sia macroscopicamente incoerente con
se stessa, allora sì che comincio a storcere il naso.
Con questi presupposti la frizione almeno con un certo modo d'intendere il fantasy temo diventi inevitabile. Fai conto che sono diventato famigerato nel mio gruppo di GDR (giochiamo a 'Maghi' della White Wolf e similari, non so se hai presente) per il mio continuo scontrarmi con le regole ogni volta che questa o quella combinazione di incantesimi permette di generare praticamente una macchina del moto perpetuo.
- La parola 'positronico' è un termine senza gran significato invalso nell'uso (capita anche a me di usarlo, quasi senza accorgemene). Che non abbia nessun senso usare antielettroni per un cervello meccanico è ovvio (tanto che Asimov non descrive mai come funzionano i suoi robot, la falla più grossa in tutto il suo universo narrativo), ma il termine è praticamente diventato un (infelice) sinonimo di 'robotico' o 'meccanico'.
Puoi ricordarmi in che libri parlava di deatomizzatori? È un po' che non leggo Asimov e non riesco a ricordare. Comunque quello che dici non è esattamente calzante, nel senso che si tratta di due tipi di inverosimiglianze diverse: un oggetto che necessita di un'energia troppo grande per funzionare (ma si fa passare sottobanco che quell'energia in qualche inverosimile modo è tirata fuori) è inverosimile a livello tecnologico, un processo che viola la legge di aumento dell'entropia (come la magia di Harry Potter) senza che venga tenuto in conto nella larga scala dell'universo creato è inverosimile a livello cosmologico. Non è esattamente la stessa cosa.
- È indubbio che il mio rigurgito del fantasy non sia completamente razionale, lo ammetto senza problemi. Detto questo il motivo per cui continuo ad apprezzare la fantascienza è che in genere la trovo più interessante, oltre che più verosimile. Sarò di strette vedute, ma difficilmente ho visto nel fantasy pensieri riguardo la natura della coscienza, su come potrà essere il nostro futuro, su cosa significa essere umani, sul destino dell'universo, su come si può
pensare Dio (o l'infinito, o il cosmo nella sua unità... è la stessa cosa), sulla natura dell'identità personale... o anche sui paradossi della matematica, perché no.
- Riguardo il Multiverso: diversi autori di fantascienza hard (Greg Egan su tutti) hanno immaginato universi con leggi fisiche totalmente altre rispetto a quelle del nostro di mondo. Il punto è che l'hanno fatto con cognizione di causa e ricercandone la coerenza interna, quindi direi che il Multiverso non è fuori dalla portata della fantascienza (una fantascienza un po' differente da quella a cui siamo abituati, te lo concedo).
Ad ogni modo concordo,
de gustibus...
- Apprezzo certi tipi di sperimentazione, ma spesso il risultato è altalenante.
E Dio disse: ANNULLA linee da Uno ad Aleph. CARICA. ESEGUI.
E l'universo cessò di esistere
Poi ponderò per un po' di eoni, sospirò e aggiunse: CANCELLA.
E l'universo non fu mai esistito.
- Arthur C. Clarke, siseneG