Fantascienza e verosimiglianza scientifica

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Fantascienza e verosimiglianza scientifica

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Quanto, come e perché?

In due parole: come concepite il rapporto tra i termini 'fanta' e 'scienza'? Una può slegarsi dall'altra? Se sì, in che maniera?
Giusto per ancorarci a qualcosa di più concreto (parlare in astratto è sempre brutto) ecco come alcuni scrittori storici di SF rappresentano diversi approcci alla cosa (da quello più 'hard' a quello più 'soft'), considerando che sono classificazioni arbitrarie giusto per farsi un'idea, la realtà è molto più intrecciata di così:

- Fantatecnica (alcuni romanzi di Giulio Verne, alcuni racconti di Greg Egan, Hal Clement in Stella Doppia 61 Cygni): le leggi fisiche sono tenute invariate, il fulcro del romanzo sta nel descrivere le applicazioni (o gli adattamenti successivi) di tecnologie inesistenti ma possibili sia dal punto di vista della scienza che da quello della realizzabilità tecnica.

- Fantascienza Hard (Arthur C.Clarke, Larry Niven, diversi racconti e romanzi di Greg Egan, certi racconti di Asimov): le leggi della natura non vengono toccate e la tecnologia rimane plausibile, anche se la realizzabilità tecnica al livello attuale è fuori discussione. La differenza fondamentale sta nel fatto che la tecnologia non è il centro della narrazione, ma ne costituisce uno sfondo utile a generare trame e spiegare la realtà della natura e, perché no, dell'uomo.

- Fantascienza Hard 'con riserva' (moltissima space opera, tra cui i cicli più famosi di Asimov; Vernor Vinge, Alastair Reynolds): molto simile alla precedente ma nell'ambientazione presuppone che almeno una legge della fisica sia cambiata-eliminata-reinterpretata-limitata come plot device per creare storie che non sarebbero autoconsistenti in caso contrario. L'esempio più comune sono i vari modi per avere un faster-than-light travel. La deformazione delle leggi della fisica assume sfumature più o meno forti a seconda dell'autore: dai wormholes (ipoteticamente esistenti ma non dimostrati dalle osservazioni), all'iperspazio (non contemplato in nessuna teoria fisica attuale ma abbastanza 'slegato' dal mondo fisico da garantirsi quanto meno una plausibilità teorica) alle pure e semplici astronavi con motori capaci di superare la velocità della luce (impossibili punto e basta)

- SuperScienza (Greg Egan, Vernor Vinge): ha qualcosa in comune con la precedente, ma differisce per l'approccio al tema. La superscienza a seconda dei casi distorce le leggi fisiche o ne inventa di nuove, ma lo fa in maniera più sottile di quanto faccia la Hard 'con riserva': il principio è quello di modificare qualcosa nell'attuale macroteoria fisica rimanendo coerenti e giustificabili dal punto di vista delle osservazioni. Si gioca con le aree di grigio, insomma, modificando i presupposti del mondo in maniera sottile e traendone conseguenze coerenti.
Un esempio è il romanzo Universo Incostante di Vernor Vinge, che presuppone il variare della velocità della luce in base alla distanza dal nucleo galattico, oppure la serie non ancora conclusa e non tradotta di Orthogonal, scritta da Greg Egan (dove presupponendo il variare nel tempo della velocità della luce e del suo comportamento si crea un intero universo diverso dal nostro ma più che credibile e supportato nei propri sviluppi da decine e decine di pagine di fisica teorica disponibili sul sito dell'autore)

- Fantascienza soft (Lois Bujold, Frank Herbert, Iain Banks): può avere punti d'incontro con la hard 'con riserva', ma tende a saltare a piè pari problematiche come la (pseudo) giustificazione di tecnologie e leggi della fisica non conformi a quelle reali, ignorando a volte anche le conseguenze di questo.
I tre autori che ho citato rappresentano esempi differenti di questo atteggiamento: la Bujold in quanto il focus delle sue storie è fortemente spostato verso tematiche che non toccano se non tangenzialmente quelle della scienza e della tecnica (benché le sue tecnologie siano credibili, almeno qualche volta); Herbert in quanto ha un forte elemento mistico che non riesce a risolversi solo in una spiegazione scientifica (la realtà messianica di Paul Atreides, ad esempio); Banks perché, detta brutalmente, se ne strafrega di qualsivoglia verosimiglianza tecnica mostrandoci un futuro tanto lontano da permettergli di creare navi pensanti grandi quanto pianeti che si muovono in due tipi di iperspazio.

- Science fantasy: qui la fantascienza sfocia nel fantasy puro e semplice. In certi casi una verosimiglianza di facciata potrebbe anche tenere, se non fosse per il fatto che semplicemente a questo genere scienza e tecnica non interessano, o almeno non interessano in se stesse o come motori di speculazione. Non spendo più di tante parole su questo genere perché tende a irritarmi, sentitevi liberi di integrare le mie poche asserzioni.


In definitiva quello che pensa il sottoscritto è che a definire i vari generi della fantascienza non sia solo e semplicemente la verosimiglianza spiccia rispetto alle conoscenze tecno-scientifiche attuali, quanto l'interesse e lo spazio lasciato alla speculazione su tali conoscenze nell'opera. Da questo deriva ad esempio che Lovecraft ha un approccio molto più 'hard' di Lois Bujold nonostante la disparità di tecnologia usata nelle storie penda completamente a favore della prima (per la quale la scienza e la tecnica sono mezzi per fare storie, non qualcosa che ha un valore narrativo in sé).

E voi? Siete più fantascienziati hard o soft?
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carlo
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da carlo »

bellissima discussione, io non ho una preferenza spiccata, daltronde non sono neanche un esperto di fisica o di scienze in generale quindi spesso non so neanche accorgermi quando mi "fregano" con qualcosa di totalmente implausibile, ma ben scritto.
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Marco Signorelli
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da Marco Signorelli »

Ma che bell'argomento; inizio con il dire che è un'ottima classificazione  sistematica, anche se i sottogeneri potrebbero fondersi e creare sfumature differenti.

Personalmente non mi pongo il problema di quale fantascienza preferire, Dune ha la valenza mistica, come una buona parte di Galactica, ma il misticismo fa parte della natura umana, anche se si viaggia nello spazio.
Ho appena visto una puntata di Spazio 1999 [l'ultima della prima serie] dove il misticismo era assoluto.
Molti romanzi "hard" tendono ad invecchiare con il tempo, per cui Verne è godibile fino ad un certo punto, mentre Wels è più attuale che mai.
Avendo poi una formazione scientifica, certe cose mi fanno sorridere, ma le accetto come funzionali ad una storia.

Poi adoro le storie che non si mettono a spiegare ogni singolo aspetto fisico, ma che ti fanno entrare direttamente in un universo come se lo si conoscesse e si sapesse bene come funziona. [Quella definisci Soft]
Ma adoro anche l'uso di una teoria reale spinta al massimo per creare intrecci [Hard]

[ps: la teoria che le leggi fisiche cambino con il tempo non è campata per aria.... è accettata quasi da tutti i fisici, per cui la velocità della luce potrebbe cambiare con il tempo, così come le altre costanti cosmologiche... il problema è che se cambiano le costanti noi cesseremo di esistere e non potremmo discutere di quanto è figo un universo con la costante di gravitazione universale ridotta della metà]
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da quaesitor »

Secondo me a risentire di più dell'invecchiamento sono quelle opere che spingono molto sulla fantatecnica, l'hard che si concentra di più sulla speculazione scientifica (e filosofica, perché no, le due cose non sono in realtà distinte) soffre molto meno.
Secondo me il senso che ti piace del 'soft' è piuttosto borderline con l'hard 'con riserva' (a mio parere Asimov è un maestro nel calarti in un mondo 'come se lo conoscessi', con una dose minima di infodump). Secondo me quello che definisce la soft è una tendenza a disinteressarsi della fisica del proprio mondo, piuttosto che a farla risultare 'scontata'.

Il discorso sulla possibilità teorica o meno dell'ipotesi di Egan chiederebbe un topic a parte.
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Massimo Baglione
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Amo senza dubbio la fantascienza plausibile, sia leggerla che scriverla, senza esagerare con infodump. Cioè: se in un racconto di sci-fi scritto per un pubblico normale, l'autore mi comincia a spiegare cos'è la Gravità, be', probabilmente salto a pié pari l'intera pagina, però se ci butta lì qualche nozione che solo chi ha studiato o è appassionato può conoscere, ci può stare. Se mi interessa l'argomento continuo a leggere, altrimenti salto pure questa.
L'importante, a mio avviso, è che l'autore sia onesto con i lettori e che li tratti con giusto equilibrio. Difficilmente, cioè, tra i lettori medi ci sarà qualcuno che non conosce i meccanismi della Gravità, e questo l'autore DEVE tenerlo presente, ma probabilmente una parte del pubblico potrebbe non sapere che tipo di effetti gravitazionali ha la Terra nei confronti della Luna. E' un'informazione che in un testo che narra di astronavi o coloni lunari ci può stare benone.
Io dico sempre che uno scrittore dovrebbe immaginare di scrivere per un pubblico di propri cloni per capire se li stia prendendo in giro o meno; hard, soft o fantasy che sia.
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da 451 »

azzarderei l'aggiunta all'elenco di una "dickiana" PSICO-FANTASCIENZA, che presenta una percezione della realtà tanto soggettiva che le comuni leggi fisiche vengono messe continuamente in discussione, piegate/raggirate/distorte in base agli stati mentali dei personaggi, ma mai tanto da rendere chiaro il limite tra realtà e immaginazione.

i punti sostanziali che io comunque cerco in tutti i sottogeneri sf sono verosimiglianza e immedesimazione, che se vengono a decadere mi lasciano perplesso a osservare la storia dal di fuori come uno strano mondo, magari originale e intelligente, ma in cui non riesco a entrare se non compiendo sforzi fantascientifici. ma mi sa che non è questo che un autore si augura di suscitare in chi lo legge...
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Marco Signorelli
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da Marco Signorelli »

Hai ragione, la "fanta-tecnica" invecchia precocemente.

Secondo me, chi legge fantascienza, ha già una curiosità per il mondo superiore al normale, per cui, ogni informazione lo spinge anche a fare una ricerca personale. Io credo di aver imparato certe nozioni dalla lettura degli Urania... poi è risultato più semplice affrontare le leggi fisiche con già i concetti ben spiegati.

Questo per dire che se leggo che "Jgor sfrutta l'inerzia della propria spinta per galleggiare lungo il corridoio della stazione spaziale abbandonata" ho già visualizzato tutta l'ambientazione, la situazione e posso concentrarmi sugli eventi probabili ed inaspettati.
Ma quando non sapevo che era l'inerzia... che nello spazio si è in caduta libera, potevo godermi la scena allo stesso modo???

Non lo so dire... non ricordo quando ho assorbito queste conoscenze. Voi si?
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da quaesitor »

@451: PSICO-SF - non l'ho aggiunta come categoria perché (esattamente in quelle opere che usano in massa il cyberspazio) è difficile da catalogare in un discorso di verosimiglianza-non verosimiglianza, a mio avviso si ricollega a un filone onirico dove il fulcro non può più essere la credibilità-non credibilità scientifica o tecnica, ma dove si va ancora più a monte sostenendo che l'io influenza la realtà (nelle conseguenze più radicali, poi ci possono essere anche casi dove l'apparente 'contorcersi' del mondo è ricondotto a un 'semplice' stato allucinatorio, ma in quel caso è possibile ricondurre la cosa ai generi sopracitati).

@Marco: Neanch'io ricordo momenti precisi, probabilmente perché non ci sono stati momenti precisi.
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jormungaard
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da jormungaard »

Beh io amo la Sci-Fi in tutti i suoi generi, forse un pò meno il cyberpunk.
La McMaster-Bujold forse non la ritengo proprio soft e il racconto più hard sci-fi che finora ho letto è stato "la scala di Schild" di Greg Egan
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quaesitor
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da quaesitor »

Io la considero soft, ribadendo quello che ho detto sopra, perché il focus delle sue storie è fortemente spostato verso temi diversi da quelli della scienza e della tecnologia (qualche volta affiorano, come il romanzo in cui si parla di trapianto di cervelli, ma i casi non sono così frequenti)
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cazzaro6502
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da cazzaro6502 »

UFO shado vs spazio 1999 (prima serie)


[cuttone]

:angel4: Differenze tra le 2 serie: UFO shado vs Spazio 1999
IMHO la serie UFO shadoz e' piu' vicina alla serie fumettoide Thunderbirds mentre la serie Spazio 1999 e' paragonabile 2001 Odissea nello spazio. Tra le due serie, a me piace molto di piu' Spazio 1999 che come SF e' sinceramnte fantastica e decisamente migliore della serie Star Treck dove gli alieni sono un po' tutti molto umani, gli effetti speciali scadenti (almeno per le serie contemporanee) e le tecnologie evocate in Star Treck risultano troppo lontane e spesso anche un po' incomprensibili.
Ultima modifica di cazzaro6502 il 28/10/2012, 15:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da quaesitor »

Non credo che questo sia il topic adeguato Caz.
Postalo sotto 'Cinema', e magari tieni qui solo le ultime considerazioni sulla verosimiglianza.

Braaavo Caz  :icon_rr:
Ultima modifica di quaesitor il 28/10/2012, 16:03, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da OvoNuovo »

Anch'io, come altri, non mi sono mai chiesto quale fantascienza sia la mia preferita, ma potrei facilmente elencare le caratteristiche che deve possedere un opera letteraria: verosimile, coerente, curata e stimolante.

Se la storia e i personaggi sono intriganti, ma è puro intrattenimento allora sarà presto letta e presto dimenticata, mentre se mi suggerisce spunti di riflessione allora me la ricorderò a lungo. Fanteria dello spazio sembra quasi costruita intorno al pretesto narrativo delle lezioni di filosofia morale, Io, robot esemplifica le implicazioni etiche tra creatore e creatura oltre che tra biologico e tecnologico, per non parlare di Bradbury in Cronache marziane dove la fantascienza passa decisamente in secondo piano.
Ultima modifica di OvoNuovo il 09/11/2012, 10:31, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da zio chester »

I generi sono i mariti delle figlie, rispose una volta Totò in un intervista.
Le classificazioni a posteriori lasciano molto a desiderare in tutti gli ambiti.
Le Cronache marziane di Bradbury risolvono nel migliore dei modi la diatriba:
"E' una bella cosa riscoprire la meraviglia"
  disse il filosofo. "L'astronauta ci ha fatto
                                    tornare tutti bambini"
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da quaesitor »

A questo proposito ecco una classificazione delle 'scale' di realismo in fantascienza

http://www.kheper.net/topics/scifi/grading.html
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da carlo »

quae metti il "verosimile" al primo posto?  per me non è poi così fondamentale, in fondo è "fanta"scienza.... ammetto poi una vasta ignoranza in fisica etc, quindi spesso non noto neanche la plausibilità dei testi....

il link di quae è interessantissimo, si potrebbe pensare di tradurre quanto meno gli schemi e riproporli qui o sul sito nasf, contattandoli prima per sapere se è ok ovviamente.
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da quaesitor »

Non ho detto che sostengo tutte le affermazioni contenute in quell'articolo, ma certo può dare una sistematizzazione riguardo al tema che stiamo trattando (non che la sistematizzazione sia l'ultima cosa che conta, ovvio). Comunque credo che nello schema quello che si vuole rappresentare sia una scala di verosimiglianza, non un giudizio di valore che va dall'approccio 'migliore' a quello 'peggiore'.

Io credo che un certo livello di coerenza scientifica e soprattutto logica nelle storie di fantascienza sia fondamentale, perché come dice Charles Stross, mostrare elementi palesemente contraddittori in una storia di fantascienza è un po' come fare un giallo dove gli elementi della deduzione fatta dall'investigatore per beccare l'assassino sono sconclusionati e incomprensibili.

Detto questo, per me la verosimiglianza non è affatto tutto: in genere non apprezzo né l'estremo Hard (Present Day Tech), che spesso mi risulta arido; né l'estremo Soft (Very Soft; Mushy Soft), che mi risulta ridicolo.
Diciamo che nella scala proposta nell'articolo gli 'scalini' che apprezzo di più sono quelli centrali dell'Hard (Very Hard; Plausibily Hard; Firm)
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da carlo »

quell'articolo è davvero interessante
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da cazzaro6502 »

Volevo proporre una classificazione interessante di cui lessi tempo fa AFAIR su fanzine su it.discussioni.librigame&GdR in usenet  :laughing7: che mi pare applicabile anche alla narrativa:

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http://www.imagebanana.com/view/ir07to7l/GdR.png
Ultima modifica di cazzaro6502 il 24/11/2012, 13:35, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da cazzaro6502 »

carlo ha scritto: ahahh che roba è?
un cervellotismo che esprime  un grafico  :laughing7:

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-sull'asse delle ORDINATE si misura le differenze che esistono nell'ambiente (della narrazione) nella dimensione temporale e spaziale rispetto all'oggi del lettore. Al crescere delle differenze presenti nella dimensione temporale (molto indietro nel tempo o molto avanti nel futuro) e/o nello spazio  (ambiente inteso come "ambiente naturale lontano geograficamente oppure ambiente inteso come "ambiente socioculturale" diverso dall'oggi del lettore) si puo' misurare a spanna il grado di "lontananza rispetto all'oggi del lettore".

-sull'asse delle ASCISSE si misura il livello di scostamento (distanza) tra lettore e personaggi (principali dell'opera). Al crescere della differenza razionale diminuisce il grado d'immedesimazione "cosciente" del lettore nel protagonista, quindi il rapporto d'immedesimazione lettore/protagonista e' vincolato da  altri meccanismi psicologici "wannabe" ossia di come il lettore vorrebbe essere (Avatar) o di dove vorrebbe essere o cosa vorrebbe fare)


:icon_study:  :icon_scratch:  :laughing7:

:violent1: Fantapolitica:
sono testi che hanno differenze temporali e/o spaziali (ambiente geografico o socioeconomico) molto basso, tali da esser considerati come "futuro prossimo od imminente" e dove esiste un basso livello di scostamento (tra lettore e protagonista) (persona normale piuttosto che mago, oppure essere umano piuttosto che supereroe volante, ninja guerriero pastore vampiro ecc...). Il plot di solito si sostanzia in una trama complicata o d'azione con largo uso mezzi e tecnologia presenti nell'oggi del lettore.


:violent4: Utopia / Ucronia / Distopia : livello alto e crescente di differenze spazio temporali e medio-basso livello di scostamento tra i personaggi ed il lettore.

:toothy2: -UTOPIA descrive un mondo meraviglioso auspicabile (sperso nel passato e/o contemporaneo ma in uno spazio lontano) dove vivono esseri umani normali o poco diversi dal lettore in un contesto socioeconomico diverso ove si svolge un plot del romanzo che di solito contrasta con lo scenario.

:icon_scratch: -UCRONIA descrive soggettivamente (per l'autore) "il mondo di come avrebbe potuto essere " (spesso utilizzando strumenti oggettivi per determinare lo scenario ipotetico) se nel passato e/o in uno spazio geografico lontano o vicino, fossero accaduti altri eventi tali da modificare il corso della storia per un altro verso. I personaggi di tali narrazioni sono esseri umani normali poco diversi dal lettore, si muovono in un contesto socioeconomico che e' diverso da quello dell'oggi (dell'osservatore lettore).Il plot della trama e' spesso focalizzata a far emergere le differenze (ipotetiche) tra "il come avrebbe potutto essere (a dire dello scrittore) lo scenario (e per contrasto far riflettere il lettore in uno spaziotempo-oggi diverso).

:violent5:-DISTOPIA descrive soggettivamente (per l'autore) "il mondo del futuro negativo di come potrebbe essere dopo il verificarsi di certi eventi infausti".  I personaggi di tali narrazioni sono esseri umani normali poco diversi dal lettore, si muovono in un contesto temporale, ambientale e socioeconomico che e' molto diverso da quello dell'oggi (dell'osservatore lettore). Il plot della trama e' spesso focalizzata a far emergere le differenze (ipotetiche) tra "il come potrebbe essere (a dire dello scrittore) lo scenario (e per contrasto far riflettere il lettore in uno spaziotempo-oggi diverso).


:toothy1:Fantascienza: livello medio alto di differenze tra lettore e personaggi della trama,  I personaggi di tali narrazioni (raramente) sono esseri umani normali ed interagiscono sempre  con pesonaggi non umani. Tutti si muovono in un contesto che ha un medio-alto livello di differenze spazio / ambientali (socioeconomiche) temporali tra l'ambiente dell'oggi del lettore ed i protagonisti della narrativa. Il plot della trama e' variegato a seconda della presenza di un messaggio narrativo (metafora spaziale per narrare il presente con una umanizzazione di alieni ed ambienti alieni) o meno, da comunicare al lettore.  Al crescere della differenza razionale diminuisce il grado d'immedesimazione "cosciente" del lettore nel protagonista, quindi il rapporto d'immedesimazione lettore/protagonista e' vincolato da  altri meccanismi psicologici "wannabe" ossia di come il lettore vorrebbe essere (Avatar) o di dove vorrebbe essere o cosa vorrebbe fare). Al crescere dello scostamento temporale/spaziale (socioeconomico e quindi implicitamente anche tecnologico) si perde il rapporto scientifico della tecnologia e la comprensione causa/effetto e principi scientifici plausibili delle dinamiche tecnologiche finendo per arrivare all'assenza di plausibilita' e logica in cui le situazioni sconosciute (introdotte nella trama dal lettore) non sono riconducibili a paradigmi scientifici noti o strechabili.


:kermit:Fantasy: livello altissimo di differenze tra lettore e personaggi della trama,  I personaggi di tali narrazioni (raramente) sono esseri umani normali ed interagiscono sempre  con pesonaggi non umani. Tutti si muovono in un contesto che ha un alto livello di differenze spazio / ambientali (socioeconomiche) temporali tra l'ambiente dell'oggi del lettore ed i protagonisti della narrativa. Il plot della trama e' variegato a seconda della presenza di un messaggio narrativo (metafora magica per narrare il presente con una umanizzazione di esseri magici o mitici o mistici) o meno, da comunicare al lettore. Il rapporto d'immedesimazione lettore/protagonista e' vincolato solo da  altri meccanismi psicologici "wannabe" ossia di come il lettore vorrebbe essere (Avatar) o di dove vorrebbe essere oppure di cosa vorrebbe fare e poggia su un rifiuto della realta' dell'oggi del lettore, che fugge in un mondo magico tutto suo fatto di fantasia che e' totalmente svincolato dalla realta' (senza alcun legame tecnologico e scientifico e/o causa/effetto oppure annesso a paradigmi scientifici noti o logicamente stretchabili in modo coerente ma solo magico-rituale-fideistico)
Ultima modifica di cazzaro6502 il 24/11/2012, 14:07, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fantascienza e verosimiglianza scientifica

Messaggio da leggere da OvoNuovo »

Quanto è grave rendersi conto di vivere quotidianamente una in una ralatà distopica?  :icon_scratch: :crybaby2:
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