Recensioni su libri o racconti letti da voi

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Massimo Baglione
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Recensori cercasi
Se avete letto un libro o un racconto di fantascienza e vi viene voglia di scrivere una breve recensione, inseritela pure in questo topic, oppure mandatela via e-mail a direzione@nuoviautori.org oppure a nuoviautorifantascienza@yahoo.it.
Sarà sicuramente inserita in QUESTA PAGINA del sito Nuoviautori.org.

Grazie.
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carlo
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no vi prego a direzione no! non ce la faccio più a leggere mail... :) mandatela a max!
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Massimo Baglione
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Sgrunt!
Vabè, mandatele a nuoviautorifantascienza@yahoo.it ehehe
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Michele Nigro
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Messaggio da leggere da Michele Nigro »

Il mondo sommerso
di J.G.Ballard
(…umilmente recensito, o quasi, da Michele Nigro)
E’ un romanzo che oserei definire psico-climatologico in quanto l’Autore, scrittore all’avanguardia della narrativa inglese e dotato di un accattivante linguaggio scientifico usato con dimestichezza, utilizza futuri (e, purtroppo, non del tutto inverosimili!) scenari cataclismatici, per analizzare gli stadi mentali involutivi di un gruppo di scienziati alle prese con la perlustrazione di città sommerse.
La storia è questa: una sessantina di anni prima alcune tempeste solari hanno causato un surriscaldamento globale che a sua volta ha prodotto lo scioglimento dei ghiacci polari e quindi un innalzamento delle acque a livello planetario. Iguane e piante tropicali hanno invaso le costose suite, ormai allagate, di quei grattacieli che una volta rappresentavano il cuore della finanza mondiale e della vita agiata di popolose metropoli!
Ma la fantascienza, come spesso accade, è una scusa per parlare d’altro… Infatti, parallelamente a questa trasformazione climatica dannosa, Ballard svolge, focalizzando l’attenzione su alcuni dei suoi personaggi, una “ricerca intima” che non si occupa di surriscaldamenti, piante e rettili, ma evidenzia l’irrefrenabile involuzione dell’essere umano in un ambiente mutato e reso primordiale da eventi relativamente recenti. Il brano seguente, tratto dal capitolo intitolato “Verso una nuova psicologia”, meglio di ogni recensione ci svela non solo il vero obiettivo del romanzo, ma sottolinea chiaramente l’imprinting che Ballard acquisì lavorando per anni in una rivista scientifica e che ne influenzò naturalmente il linguaggio narrativo:
“E così lei ha paura che l’aumento della temperatura …stia risvegliando…ricordi sepolti nelle nostre menti?”. “Non nelle nostre menti, Robert. Questi sono i ricordi più antichi del mondo, i codici temporali presenti in ogni nostro gene e in ogni nostro cromosoma. Ogni gradino che siamo riusciti a salire nella nostra scala evolutiva è una pietra miliare fatta di ricordi organici,…Come la psicanalisi si prefigge di ricostruire la situazione traumatica originaria al fine di provocare la liberazione del materiale rimosso, così ora noi stiamo precipitando nel nostro passato archeopsichico, riscoprendo gli antichi tabù e gli istinti primordiali rimasti sopiti per migliaia di anni…Ognuno di noi ha la stessa età dell’intero regno biologico e il nostro flusso sanguigno è immissario dell’immenso oceano della sua memoria collettiva…L’odissea uterina del feto in crescita riassume in sé l’intero passato biologico…”. Il titolo possiede un doppio senso: il “mondo sommerso” è sì un chiaro riferimento alla geografia stravolta di un luogo futuro, ma è anche il nome di una sfida psicologica che prende vita al di là della volontà umana. Pochi i momenti di lucidità scientifica dei personaggi come quelli riportati nella citazione. Anche perchè i veri profeti dell’involuzione sono, quasi a voler omaggiare il padre della psicanalisi S. Freud, i sogni: solo chi ne sa interpretare gli intimi messaggi, può dipanare la matassa subcosciente di chi avverte un impulso ma non ne sa dare una spiegazione: la voglia di ritornare ad uno stato primordiale mai conosciuto direttamente, ma presente nei meandri dell’Io.
Il termine “archeopsichico” - introvabile nel mio vocabolario ma ampiamente utilizzato dagli psicanalisti e dagli esploratori dell’inner space - è il cuore semantico del romanzo; senza di esso il lavoro di Ballard risulterebbe asservito ai compendi di un’accademica e rigida neurologia.
Francesco Marroni ci ricorda proprio questo in un tratto del suo articolo intitolato "Chronopolis" di J.G. Ballard: la città e il tempo: > Le continue notizie sullo stato climatologico del pianeta Terra ci inducono inevitabilmente a riprendere in considerazione le tematiche catastrofiche ed affascinanti di un romanzo scritto nel 1962. Ma non bisogna totalmente abbandonarsi al messaggio calamitoso in esso chiaramente contenuto: Ballard vuole dirci di più… Mentre misuriamo i ghiacci, le piogge e i livelli marini, dovremmo prendere in esame anche l’evoluzione intima dell’uomo, le sue trasformazioni psicologiche, gli impulsi primordiali ricoperti da una lunga serie di strati culturali…
Nessuno di noi sa se, un giorno, ci sveglieremo in un mondo stravolto come quello descritto dall’Autore, ma l’ipotesi di doverci confrontare con un’ involuzione neurale è senz’altro intrigante.
E chissà se tale involuzione non sia già cominciata.

James Graham Ballard è nato nel 1930 a Shangai dove suo padre lavorava. Dopo l’attacco a Pearl Harbor è stato internato con la famiglia in un campo di prigionia e solo nel 1946 è riuscito a tornare in Inghilterra. Ha lavorato per una rivista scientifica, poi si è dedicato alla scrittura. Da Crash, pubblicato nel 1973, David Cronenberg ha tratto l’omonimo film. L’impero del sole, apparso nel 1984, sull’esperienza autobiografica nel campo di prigionia, è stato portato sullo schermo da Steven Spielberg. Dei suoi romanzi Feltrinelli ha pubblicato Super-Cannes (2000), La mostra delle atrocità (2001), Il condominio (2003), Millennium People (2004) e Crash (2004). Il mondo sommerso, del 1962, è uno dei suoi primi libri.
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Michele Nigro
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"Plaisir"

Messaggio da leggere da Michele Nigro »

"Plaisir: il pianeta dimenticato”
Racconto fantascientifico in versi-acronimi
di
Maria Rosaria D’Alfonso

(recensione di Michele Nigro)
Chi ha avuto ed ha l’occasione di curiosare tra le pagine delle innumerevoli riviste fantascientifiche in circolazione, può sicuramente notare la presenza di una o più domande frequenti - almeno nelle fanzine serie ed analitiche - rivolte dagli operatori del fandom a se stessi e ai lettori: “quale è lo stato della science fiction in Italia e nel mondo?” Una domanda a cui è difficile rispondere in quanto bisognerebbe prima di tutto definire, una volta per tutte, se vi siano dei limiti tra fantascienza e mainstream… Ovvero se la fantascienza rappresenti un fenomeno letterario bisognoso di mantenere una certa autonomia (senza, per questo, parlare di “genere”) o sia letteratura e basta, quindi suscettibile di “diluizione” in opere non riconoscibili come science fiction (basti pensare al nostro Primo Levi, al riscoperto Philip Dick o ad Aldous Huxley il quale non considerava fantascientifici i propri romanzi). Le scuole di pensiero che si schierano sui due lati del fronte non mancano…
La seconda domanda è se stiamo attraversando, nonostante la “feroce” diatriba a cui si accennava, una nuova “Régression” come Jacques Sadoul definì il decennio 1973/1984 nella sua “Histoire de la science fiction moderne” in riferimento, appunto, alla produzione fantascientifica… Una involuzione causata, oggi, dalla banalizzazione del messaggio umano contenuto nelle opere fantascientifiche a vantaggio di una esasperante messa in opera di effetti speciali cinematografici che distraggono lo spettatore dai contenuti…
Maria Rosaria D’Alfonso, con il racconto fantascientifico in versi acronimi “Plaisir: il pianeta dimenticato” sembrerebbe spiazzare entrambe le domande, passando inesorabilmente in quella privilegiata “dimensione sperimentale” tipica delle avanguardie e di chi non ha paura di lanciare idee innovative in un settore, quale è quello fantascientifico, per sua natura adatto allo sperimentalismo…
Il “gioco” dei versi acronimi (se uniamo la prima lettera di ogni verso si forma come per incanto il titolo della poesia…!) non solo rappresenta una novità, credo, in ambito poetico, ma si adatta perfettamente alle esigenze di quel teatro sperimentale in cui l’essenzialità dei messaggi verbali si allea con il movimento, sul palcoscenico, di forme umane semplici impegnate in monologhi e mai bisognose del supporto di costose scenografie con cui stupire. Di un teatro, insomma, che si nutre di quel continuo contatto tra l’attore ed un pubblico assetato di una necessaria catarsi indotta che solo la recitazione pienamente vissuta, da ambo i lati, può dare… I riferimenti alla mitologia e all’antico teatro greco risultano, pertanto, inevitabili…Come pure non mancano i rimandi all’amore tormentato e contrastato di scespiriana memoria di Prospero e Proline (dei futuribili “Romeo e Giulietta” in una Verona lontanissima?)
La “trama” sembra scontata - l’eterna lotta tra il Bene (ancora intatto sul pianeta Plaisir e difeso dal probo Savio…) e l’immancabile Male (rappresentato dal pianeta Omicron e dalla figura bieca di Toxicus che commercia in embrioni…) - ma i contenuti attualissimi non lasciano spazio alla retorica: gli abusi (o i traguardi) dell’ingegneria genetica (vedi i quesiti del referendum sulla fecondazione assistita che ci ha visti protagonisti in qualità di impreparati votanti); i “villani” che ci governano o quelli che ci vorrebbero governare (la differenza tra Destra e Sinistra è un’ “invenzione” della Rivoluzione francese); il bisogno di riscoprire le origini cristiane della propria cultura per non “perdersi” nel marasma relativistico (il recuperato umanesimo cristiano di Huxley sembra fare l’occhiolino al pensiero di Papa Benedetto XVI); l’alienazione causata dalla tecnologia e dall’ebbrezza del “si può fare: facciamolo!”; gli errori e gli orrori storici che ritornano tra di noi sotto mentite spoglie; i padroni del “digitale terrestre” e della “telefonia mobile”; il lavoro flessibile e i suoi inganni statistici usati a fini elettorali; i fondamentalismi religiosi (con o senza crocifisso); il tormentone del “Grande Fratello” (non quello di Orwell, ma il fenomeno mediatico messo su da “quattro fessi chiusi in una casa”, come pure gli altri reality show ad esso affini osannati dal pubblico e dai dirigenti televisivi); le psicologie da ipermercato che ti inducono a comprare anche se non hai bisogno di nulla; il divertimento spontaneo che scompare in quanto anch’esso divenuto ingranaggio complicato di una società caratterizzata da percorsi obbligati (l’inevitabile sequenza “…Panettone-Sanremo-Carnevale-MissItalia-DomenicaIn-Campionatodi Calcio-VestitiGriffati-ColombaPasquale…” sembra non lasciare vie d’uscita al cittadino poco o per niente schierato. La diversità è anche questa!)
L’Autrice, già nella premessa, non dimentica di citare i pilastri della letteratura fantascientifica del XIX e XX secolo e omaggia i “migliori” con continui e piacevoli riferimenti alle loro opere: i mondi di Asimov; la scienza ingenua e positivista di Wells (e prima ancora di Verne); il disincanto socio-politico di Orwell; i “megaschermi” con cui è costretto a competere il rinsavito pompiere Montag in “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury; il “crimine pensato” (Thoughtcrime) che ci riporta alla PreCrime descritta in “Minority Report” di Philip Dick … Ma l’autore da cui la D’Alfonso sembra attingere a piene mani è sicuramente Aldous Huxley: il palese riferimento al suo capolavoro - “Il mondo nuovo” - è piacevole quanto la trasformazione in versi di quel messaggio d’allarme lanciato nel 1932. I cittadini della futura ed inquietante società huxleyana sono concepiti e prodotti industrialmente in provetta e durante l’infanzia condizionati con espedienti tecnologici e con le droghe. Da adulti occupano ruoli sociali prestabiliti secondo un livello di nascita stabilito a tavolino: alfa, beta, gamma, delta… sono le caste sociali. Aveva ragione Huxley (le sue profetiche paure furono confermate ed analizzate nella postuma raccolta di saggi “Ritorno al mondo nuovo” del 1958) e continua, purtroppo, ad avere ragione la D’Alfonso… Con una sola differenza: la speranza presente in “Plaisir” ci induce a combattere per un mondo migliore in compagnia degli Einsteiniani (gli scienziati puri esiliati dal mondo degli affari). “Plaisir” non va collocato, pur possedendone tutte le caratteristiche di base (annientamento dell’individualità, predominio della pseudo-scienza, fredda programmazione sociale, libertà negate, scuola di regime, omologazione del gusto…) nell’ampia pagina dell’opera antiutopica della moderna fantascienza (le antiutopie, alla fine, lasciano sempre un sapore amaro nella bocca del lettore! Con “Plaisir” ciò non accade…) ma è un racconto poetico, ovvero una “favola fantascientifica” con un lieto fine: i cattivi vengono sconfitti, il mondo di Plaisir riacquista gli antichi equilibri e i dimenticati splendori etici, gli embrioni non più sfruttati riprendono il loro naturale posto nell’universo biologico e i Derma, gli esseri dalla pelle nuova, indicano la via per la necessaria metamorfosi positiva dell’umanità…
E’ interessante ricordare che Franco Battiato, nel 1971, intitolò il suo primo album “Fetus” (nell’omonimo primo brano Battiato canta: “…non ero ancora nato e già sentivo…che la mia vita nasceva senza amore…” o come scrive con delicatezza la D’Alfonso: “Vige ad Omicron il divieto dell’io nell’altro”) che aveva come sottotitolo: “Ritorno al mondo nuovo - interamente dedicato alla persona e all’opera di Aldous Huxley” - ; e l’anno seguente con “il gesto sonoro in sette atti” intitolato “Pollution”, Battiato riprese le tematiche umanistiche ed esistenzialiste contenute in “Fetus”… Nel quarto brano di “Pollution” - intitolato “Beta” - la voce cantante afferma: “…son felice… di essere un Beta…!” (frase che ritroviamo ne “Il mondo nuovo”). I Beta sono quelli che non occupano una posizione “bassa” nell’ordine precostituito (una sorta di piccola borghesia senza cervello deputata al consumo); sono quelli che hanno imparato a considerarsi necessari; sono quelli che illudendosi di essere “…superiori ai Gamma e ai Delta…” non si accorgono della loro schiavitù nei confronti degli Alfa; sono quelli, insomma, che posseggono una felicità senza domande, senza dubbi…! Sono…Siamo noi… (?)
Ed è proprio questo il messaggio contenuto in “Plaisir”: non possiamo cominciare una rivoluzione, se prima non diventiamo consapevoli della nostra condizione; se continuiamo ad accontentarci di essere dei Beta, ad essere felici della posizione assegnataci da chi decide per noi, senza sentire minimamente l’esigenza di “cambiare pelle”.


PREAMBOLO A - TO - Z


Per anni luce visse Plaisir
Rimesso a Toxicus e seguaci
E Savio ignaro della sua accidia
Amò il Genio pur tradito.
Mostri d’Ambizione
Bollenti spiriti di
Omicron sognaron Galassie
potenti.
Lucro negli embryos sperimentali
Ogni villano pensò.

Amore chiamava Guerra.
Toxicus circospetto.
Ovunque ei tradì per il bottin
Zelanti einsteiniani suoi nemici.
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Messaggio da leggere da carlo »

il mondo sommerso mi era piaciuto tantissimo!
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Michele Nigro
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Messaggio da leggere da Michele Nigro »

...perchè hai detto "...mi era piaciuto..."?: dopo la mia recensione non ti piace più? :)
Ciao!
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Messaggio da leggere da carlo »

hai ragione, "Mi piacque", è che l'ho letto molti anni or sono...
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Messaggio da leggere da Cymon »

Titolo: Il quinto giorno
Autore: Schätzing Frank

"I pesci hanno deciso di sterminare gli esseri umani con l'aiuto di meduse, granchi, vermi e quant'altro il mare racchiuda". La storia del quinto giorno si può racchiudere in quest frase, ma forse così non le si rende giustizia, presentando l'opera come uno squallido B-Movie anni 70 (con tutto il rispetto dei B-Movie).
La verità è che Schatzig ripercorre le orme del miglior Chricton proponendo un thriller scientifico in cui l'uomo, armato della sua più avanzata tecnologia, lotta contro un nemico misterioso e terribile.
La trama del Quinto Giorno parte piano descrivendo le vicende di due ricercatori, Sigur Johansson, biologo marino con il vizio del buon vino, e Leon Anawak, studioso dell'intelligenza dei cetacei e skipper per una compagnia di whale watching, uomo in fuga dalle sue radici. Presto però, le scoperte che questi due personaggi faranno nei loro rispettivi campi li porteranno a considerare un disegno più grande che comprende queste e molte altre anomalie, svelando un piano mostruoso il cui scopo è l'annientamento della razza umana. L'escalation degli eventi, infine, trasformerà sempre più il libro in una lotta tra l'uomo e l'altro, dove l'altro è una creatura affascinante e inimmaginabile.
La parte migliore del romanzo è senza dubbio la prima, in cui gli eventi che scandiscono i passi della catastrofe ben si intrecciano con le vicende personali dei vari personaggi, permettendo loro di evolversi e consentendo una narrazione avvincente, ma senza la fregola di stupire o traumatizzare il lettore a ogni pagina. Una volta però che gli eventi cominciano a precipitare, l'autore comincia a perdersi tra descrizioni pseudo-scientifiche, discettazioni filosofiche e assassini, il ritmo della lettura si fa terribilmente più frammentato (lo si nota anche dalla frequenza con cui cambia il punto di vista) e, nonostante la lettura rimanga piacevole, è comunque meno appagante. Il finale vira verso lo psichedelico (con soluzioni un po' così...) e il filosofico, non migliorando certo la situazione.
Soffermarsi su tutto ciò, però, è comunque fare le pulci a un thriller che si regge sulle sue gambe, mostra alcune idee originali e delle immagini maestose e comunque si lascia leggere senza troppi traumi. Il grosso problema di Schätzing, maledizione che condivide col succitato Chricton, è l'infodump. Il buon Frank prima di mettersi alla tastiera per vergare le pagine ha fatto i compiti, ne ha fatti tanti, raccogliendo informazioni su idrati di metano, cetacei, alghe e meduse, ma sfortunatamente non si trattiene mai dal farcelo notare, lasciando che i suoi personaggi si parlino lungamente addosso di organismi unicellulari e tecniche di estrazione di idrocarburi. Questo fa lievitare il romanzo fino alla ragguardevole dimensione di 1032 pagine e, sebbene l'editoria moderna ADORI le bibbie, probabilmente si poteva riuscire a tagliarne più che qualcuna.
Complessivamente 3 stellette su 5. Ripeto, un buon Chricton, forse a livello di Sfera (che reputo uno dei migliori del caro Michael), oltretutto impreziosito da alcune genuine idee originali.
Coniglio domina,
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Messaggio da leggere da jormungaard »

I pesci che decidono di sterminare la razza umana !!!
Azz... ho visto una puntata dei Simpson nella quale i delfini cercano di sterminare la razza umana.

Comunque sia io penso che anche la fantascienza debba essere ragionata e non sparata lì a caso, anche con tutte le preparazioni di base che uno può avere.
Francamente un piano dei pesci con la collaborazione dei granchi, dei vermi, delle meduse e delle vongole per l'eliminazione del genere umano per me va oltre i limiti della fantascienza.
Poi se si vogliono scrivere racconti senza un minimo di attaccamento almeno a quelle che sono le leggi della fisica e della biologia...
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Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Forse il concetto è un tantino tirato, è vero, però la fantascienza è formata da una pila di livelli che vanno dal quasi reale all'immensamente improbabile, fino quasi a sfiorare il ridicolo.
Ma, se in quell'accozzaglia di ridicolo, l'autore riesce a tirar fuori anche un minimo di probabilità o "futuribilità", allora è fantascienza, altrimenti sconfina nel fantasy o nell'horror, o nello splatter.
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Messaggio da leggere da Cymon »

[quote=""jormungaard""]
Francamente un piano dei pesci con la collaborazione dei granchi, dei vermi, delle meduse e delle vongole per l'eliminazione del genere umano per me va oltre i limiti della fantascienza. [/quote]

Mùment!
La recensione è senza spoiler! Naturalmente si spiega la causa comune di tutto ciò, si trova il "nemico" e la trovata fantascientifica risolve tutti (quasi) i buchi di trama...
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Messaggio da leggere da carlo »

non concordo, essendo profondamente Dickiano, ed essendo uno dei miei libri preferiti in assoluto il capolavoro, indiscutibilmente sci fi, LE SIRENE DI TITANO, di Kurt Vonnegut, non credo che la fantascienza sia per forza legata alle leggi della fisica e della biologia, anzi... proposte alternative di mondi e di futuri, possono tranquillamente concepire leggi fisiche diverse, e anzi tante volte son proprio queste a dargli fascino... un uomo e un cane che viaggiano nello spazio e nel tempo, e rapiscono alcuni terrestri portandoli su marte, per poi con questi preparare una flotta, volutamente perdente, per attacare la terra, e le tre sirene su titano, e gli uccelli, simili a pavoni.... sicuramente un libro ascentifico, quello del buon Vonnegut, ma uno dei piu bei libri di fantascienza che abbia mai letto.
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Messaggio da leggere da jormungaard »

Facciamo allora una distinzione tra fantascienza e favole.
In questo modo anche "I tre porcellini" è un racconto di fantascienza ambientato chessò su di un altro pianeta.
Fantascienza per me vuol dire "fantasticare di scienza" e se si parla di mondi futuri si parla anche di meraviglie tecnologiche o modi di viaggiare e di vivere basati comunque sui principi della fisica e della biologia in vigore da sempre. Ovviamente tra mille anni non possiamo sapere quali nuove leggi della fisica saranno state scoperte però quelle che ci governano oggi saranno le stesse anche in un lontano futuro.

Ecco perchè mi riesce difficile leggere racconti tipo quelli che avete descritto, che d'altronde ricordano molto i racconti di Sci-Fi dei primi del '900 quando le conoscenze scientifiche erano molto più retrograde e marziani, venusiani e seleniti la facevano da padroni.

Questo ovviamente è il mio modo di pensare la Sci-Fi, ma non vuol dire che deve essere così per tutti.
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Messaggio da leggere da carlo »

Giusto, infatti non è così per tutti, altrimenti molti autori considerati sci fi, scrivon favole :)
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Messaggio da leggere da Cymon »

[quote=""jormungaard""]
Ecco perchè mi riesce difficile leggere racconti tipo quelli che avete descritto, che d'altronde ricordano molto i racconti di Sci-Fi dei primi del '900 quando le conoscenze scientifiche erano molto più retrograde e marziani, venusiani e seleniti la facevano da padroni.
[/quote]

In verità non mi sembra che il quinto giorno sia un esempio particolarmente calzante. E', anzi, un esempio di hard SF con pistolotti scientifici e parascientifici quasi asfissianti. Non per niente mi ha ricordato un po' Egan in certi punti...
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Messaggio da leggere da Ymillian »

Sono totalmente e assolutamente d'accordo con Jorm (mamma mia, a che livelli mi sono ridotto, ah ah... :D ).
Se vogliamo rintracciare nella Fantascienza quel vago senso di profetico e fantasioso dell'origine, non possiamo slegarci dal reale. Considero ottima fantascienza una storia ambientata sul nostro pianeta e regolata dalle leggi biologiche e fisico-chimiche note (in più o meno vasta versione) a tutti, che porti avanti una teoria su "come potrebbe essere il mondo se...".
E' affascinante leggere sviluppi e mondi "futuribili", possibili cioè se le cose dovessero andare in un certo modo.
Ci sono idee invece che lasciano il tempo che trovano e che, a parer mio, possono essere fantasiose e splendidamente immaginarie, ma che considero solo come un intrigante "sclero" di un qualche autore.
Se leggessi di una macchina che riduce gli uomini a dimensioni di nanometri, mi verrebbe un po' in salita apprezzare l'opera, questo perché so che le cellule hanno una data dimensione e riducendo l'intero organismo dovremo supporre pure una riduzione enorme degli atomi costituenti, il che è IMPOSSIBILE. Potrebbe essere una storia avvincente certo, ma lascerebbe il tempo che trova.
Gli unici modelli di Sci-Fi irreali che posso ammettere sono quelli nate a puro scopo comico o, al limite, ambientati in un luogo imprecisato che non è il nostro. Non cercherei certo realismo in Star Wars ad esempio, perché nessuno parla di Terra o Esseri Umani, si tratta di un universo a sè, che può avere altre leggi che lo governano, diverse dalle nostre. E infatti mi piace un botto... :D

In ogni modo, ad ognuno il suo gusto personale, anzi... visto che siete di altra opinione, stavo giusto pensando come storia per NASF 4 ad un'intrigante complotto tra alghe intelligenti e cassonetti dei rifiuti ai danni dei conigli parlanti... :albino: :albino:
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Messaggio da leggere da jormungaard »

[quote=""ymillian""]
Sono totalmente e assolutamente d'accordo con Jorm...
[/quote]

Ecco, questo è un caso di fantascienza al di fuori delle leggi fisiche :)

Comunque non sottovaluterei anche il "Ritorno dei pomodori assassini"
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Messaggio da leggere da Ymillian »

Quello sarà il Capter two!!
Una saga all'insegna delle idee campate per aria.
Sarà un successo globale.

Me li richiederanno a prezzo rialzato e per posta celere pure le cacciotte miagolanti invisibili che abitano la nostra luna... Vedrai Jorm... ti verrò a trovare quando sarò ultrabilionario...
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dixit
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Messaggio da leggere da dixit »

Mi ricorda un po' la saga "1 2 3 Xfiles"
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da Giurista81 »

SPEDIZIONE VERSO IL NIENTE
Autore
Dean R. Koontz

Trama
Il Niente è l'immenso territorio inesplorato da secoli dove, secondo la leggenda, esisteva un tempo una civiltà superiore. Tremendi cataclismi naturali hanno poi cambiato il volto alla Terra, spianando montagne, spostando continenti, trasformando i deserti in paludi, le pianure in oceani. Ma ecco che uno dei piccoli e primitivi regni feudali ai piedi della Catena delle Nubi decide di inviare una spedizione nella landa ignota. Un centinaio di soldati, accompagnati da un vecchio Maestro dotato di poteri telepatici, cominciano la terribile ascensione. Non sono soltanto il gelo, la fatica, la roccia e la neve a decimarli: un misterioso assassino si nasconde tra loro, li colpisce a tradimento durante la notte, mentre marciano, mentre riposano. E i pochi che arrivano in vetta e scendono verso il Niente, dovranno ancora affrontare, con le loro rozze armi, i pericoli strabilianti e le inaudite sorprese di un mondo sconvolto dalle mutazioni ma tutt'altro che morto.

Commento
Romanzo del 1972 uscito in Italia nell’ottobre del 1977 per la collana Urania (n.733), firmato da un autore che non ha bisogno di presentazioni. Dean R. Koontz confeziona un’opera che miscela insieme vari generi. Un po’ di thrilling in stile “Dieci Piccoli Indiani” (spedizione di soldati intenti a scalare dirupi e catene montuose, braccati da due assassini che si mescolano tra loro), poi, a metà opera si passa al fantastico (foreste di cristallo, strani volti umani che si materializzano nel cielo raccontando di essere intrappolati in quel luogo da secoli) e si chiude con una fantascienza post-atomica, con il mondo che porta i segni dello scontro tra la razza umana e un’aliena (quest’ultima parte è costellata di descrizioni di veicoli distrutti, di treni farciti di scheletri, di creature mutanti dalle sembianze che ricordano molto “Il pianeta delle scimmie”, dotate di armi capaci di spappolare i nemici). Si tratta in buona sostanza di un romanzo che si evolve passando di livello in livello, tra ambientazioni e problematiche distinte. Koontz regala alcuni momenti descrittivi visionari difficilmente dimenticabili. Su tutti citerei la descrizione della foresta di cristallo, ma anche le belle scene in cui vengono lanciati nel cielo gli uccelli “strillatori” (animali che volano in ricognizione e poi riferiscono al loro istruttore ciò che hanno visto). Intelligente, anche se non certo un’invenzione di Koontz, la riflessione finale sulle conseguenze che è capace di generare una guerra “a distanza” (con i soldati che non si rendono conto neppure di uccidere, perché non sentono le grida e non vedono tutto l’orrore che ne consegue) rispetto alla guerra corpo a corpo.
In definitiva un libro assai scorrevole non ancora scritto con quel taglio commerciale che caratterizzerà diversi romanzi successivi di Koontz. Lettura consigliata. Voto: 7.5
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

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PICNIC SUL CIGLIO DELLA STRADA

Autore
A. & B. Strugatzki

Trama
Marmont, una cittadina industriale come tante altre. Eppure, poco oltre la periferia, qualcosa è cambiato irreversibilmente. Al di là di hangar e capannoni, in mezzo a una natura splendida, si estende un territorio dalle caratteristiche uniche. È la Zona: uno dei sei luoghi del mondo "visitati" dagli extraterrestri. La Zona: un luogo magico e pericoloso, che pullula di fenomeni sconvolgenti, di oggetti dalle qualità straordinarie. Come dopo un picnic sul ciglio della strada, a metà del viaggio fra una galassia e l'altra, gli extraterrestri hanno mollato i propri avanzi sul prato. "Avanzi" che hanno cambiato radicalmente leggi fisiche e natura di quei luoghi. Accumulatori eterni, gusci energetici, antigravitometri sono strumenti di altissimo valore scientifico ed economico, prede prelibate di studiosi e trafficanti. A Marmont è nata una nuova professione, quella di "stalker". Gli stalker entrano nella Zona a caccia di questi oggetti e li rivendono al miglior offerente.
Tenace "cercatore" dell'Istituto delle civiltà extraterrestri, Red Schouart, in arte Roscio, è sedotto dalla potenza della Zona. Rapido, fortissimo, deciso, è pronto a strisciare su un suolo imprevedibile a temperature insostenibili. L'Eldorado sembra a un passo, in quel luogo assoluto, ma non sono né la ricchezza, né il potere, né la verità che premono a Roscio: è il brivido estremo della sfida, il desiderio di "bucare" lo schermo del possibile che lo spingono a trasgredire le leggi - fisiche e morali - di una comunità pavida e corrotta.
Questo romanzo è un gioiello della letteratura fantastica di tutti i tempi: lo "Stalker" e la "Zona" sono diventati veri e propri archetipi.


Commento
Opera assai importante nel panorama fantascientifico sovietico e senz’altro mondiale. Uscita per la prima volta in Italia nel settembre del 1982 - in un’antologia dedicata a romanzi sovietici intitolata “Noi della Galassia” - probabilmente grazie all’adattamento cinematografico del 1979 (sette anni dopo dall’uscita del romanzo) firmato dal maestro Tarkovskij, ha beneficiato di altre due edizioni: un’edizione della mitica collana Urania (col titolo “Stalker” n.1066) e una recente (del 2003) curata dalla Marcos y Marcos.
Occorre poi ricordare che tutt’ora il testo dei fratelli Strugatski continua a essere fonte di ispirazione, come dimostra il videogioco S.T.A.L.K.E.R. di fresca introduzione nel mercato italiano.
Il romanzo è basato su un soggetto geniale e molto di genere, in particolare è assai curiosa e interessante la teoria secondo la quale l’inquinamento da parte di una razza superiore (nella specie gli alieni) sia così in grado di sconvolgere un ambiente da cagionare fenomeni apparentemente inspiegabili. Presenza di vari momenti altamente suggestivi (tutti ambientati all’interno della Zona) con creature simili a zombie che vagano tra le nebbie e improvvisi campi gravitazionali che schiacciano i viandanti nel fango.
Se il soggetto è geniale, lo sviluppo della storia è un po’ confusionario e tutt’altro che lineare. Molteplici gli sbalzi temporali con capitoli scritti al presente, altri in passato e una serie lunghissima di personaggi che rischiano di smarrire il lettore. La sensazione è che il soggetto sarebbe stato più indicato per un racconto piuttosto che per un romanzo. Non convince neppure la traduzione in italiano (il riferimento va all’edizione della Marcos y Marcos) con ripetizioni e termini inappropriati inseriti a go go(tipo “mi garba”).
Insomma, nulla a che vedere con l’opera filosofica e assai profonda di Tarkovskij (raro caso in cui un film surclassa la fonte di ispirazione letteraria), ma comunque un testo che è bene leggere per chi ama un certo genere di narrativa. Voto: 6 
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:-)
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Vai Giurista,
attendo altri commenti. ;)
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da Giurista81 »

Okay, ragazzi.
Ho terminato da poco (perché la varie antologie, tra le diverse che ho, le leggo "a rate") "MOLTO DOPO MEZZANOTTE" di Ray Bradbury e "Il Giorno dei Dinosauri" di J.Lansdale (quest'ultimo però, nonostante faccia parte della collana Urania, non è uno sci-fi).
Intanto, vi metto i seguenti commenti:

JURASSIC PARK

Autore
Michael Crichton

Trama
In un'isola sperduta al largo del Costa Rica, il miliardario Hammond costruisce un gigantesco parco di attrazioni biologiche. Grazie all'ingegneria genetica, nel suo Jurassic Park rivivrà un intero ecosistema, compresi i terribili dinosauri carnivori: il gigantesco Tyrannosaurus Rex e i famelici Velociraptor.

Commento
Romanzo del 1990 trasformato in best-seller dall’omonimo film di Steven Spielberg capace di dare linfa al “fenomeno dinosauri” con tanto di gadgets e documentari dedicati ai vecchi “padroni della terra”.
L’opera è un tuffo in un’avventura selvaggia e molto più terrificante rispetto a quella del film, con vari momenti (vedi la scena iniziale di “Lost World” o quella col “T-Rex che bagna con la lingua degli uomini rintanati in una grotta) che saranno utilizzati da Spielberg per il secondo capitolo della serie, cioè “The Lost World”. Crichton, autore che non necessita di presentazioni, prende le mosse da un’idea geniale, prettamente fantascientifica (quella che è alla base anche del film), con la quale riporta in vita gli antichi rettili senza ricorrere a escamotages già utilizzati dai vari A.C.Doyle (“Il Mondo Perduto) o R.Bradbury (“La Sirena”, “Rombo di Tuono). Oltre all’intrattenimento, poi, è evidente la critica dell’autore a quell’atteggiamento umano mirato a strumentalizzare la natura con la presunzione di poterla controllare e violentare. Inutile dire che le conseguenze di tale stupidità saranno apocalittiche.
Diversi i momenti orrorifici che vedono protagonisti dinosauri che nell’opera di Spielberg non entrano in scena (vedi gli Pterodattili, qui in azione in un inseguimento mozzafiato nel mezzo di un ruscello). Presente qualche caratterizzazione piuttosto curiosa (vedi il T-Rex che si gratta la testa con le zampe) e un finale più incisivo e affascinante rispetto a quello del film. Indubbiamente da non perdere per tutti coloro che hanno amato il film, anche perché troveranno una storia un po’ diversa rispetto a quella che hanno visto scorrere sul grande schermo. Voto:8.5

IL MONDO PERDUTO

Autore
Michael Crichton

Trama
Dopo sei anni dal disastro di Jurassic Park, alcuni segnali inquietanti e misteriosi lasciano temere che l'incubo non sia finito. E quando da un'isola disabitata giunge una chiamata d'aiuto, Ian Malcolm (il teorico del caos di Jurassic Park) non può tirarsi indietro. Con lui, ad affrontare la nuova avventura nel Mondo perduto (un titolo che riprende Conan Doyle...), una bella scienziata, un simpatico paleontologo e due fratellini.

Commento
Sei anni dopo il successo del primo “Jurassic Park” e dopo aver incassato una bella montagna di dollari (prima ancora di aver scritto il romanzo), Crichton da seguito all’opera che tanta fortuna aveva avuto al cinema sotto la regia del grande maestro di blockbusters Steven Spielberg. Ne viene fuori un romanzo che ha pochissimo (giusto due o tre scene, come quella dei T-rex che attaccano il camper o la parte in cui dei bambini vengono portati nell’isola, all’insaputa degli scienziati) da spartire con il film che ne sarà tratto, al punto da rivelarsi addirittura inferiore (il che fa notizia rispetto alla regola generale).
La storia è meno coinvolgente rispetto al primo “Jurassic Park” e ha pochi colpi in canna per spiazzare lo spettatore. Il ritmo ha delle flessioni, dovute soprattutto alla scarsità degli sviluppi narrativi. La storia, difatti, è piuttosto ripetitiva e non ha molti snodi.
Certo, qualche descrizione di effetto c’è (penso alle scene nella palude popolata dai Raptors), ma tutto sommato il soggetto è leggerino e privo di colpi di genio. Questa impressione viene anche confermata dal fatto che lo stesso Spielberg, quando fu chiamato a produrre il secondo capitolo della saga, decise di sceneggiare la sua opera in modo totalmente diverso dal romanzo di riferimento. Nell’opera di Crichton, infatti, non si registra l’espediente della caccia ai dinosauri che sta alla base del film, così come non si assiste al trasporto dei T-Rex negli Stati Uniti.
Piccola curiosità, se la memoria non mi inganna, il camper predisposto dagli scienziati è individuato con il nome “Challenger”, proprio come l’indimenticabile protagonista de “Il Mondo Perduto” di A.C.Doyle.
In definitiva, un passo indietro per Crichton che confeziona un prodotto per finalità meramente commerciali e con poca anima da mettere a disposizione dei lettori. Per giudicarlo con una parola, lo definirei svogliato. Voto: 5
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

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IL GIORNO DEI DINOSAURI
Autore
Joe R.Lansdale

Trama
Il passaggio di una cometa rossa genera degli stravolgimenti ambientali. Se ne rendono ben conto gli spettatori di un Drive-in. Il pubblico, intento a spassarsela con pellicole horror e sci-fi, si ritrova bloccato all’interno del locale. Chi cerca di uscire viene liquefatto all’istante. Scoppia così il panico e la depravazione fino a quando la cometa fa il suo ritorno sopra il locale, liberando di fatto gli intrappolati dalla prigionia e dalla fame. Fuori dal Drive-in, però, vi è un mondo diverso da quello che conoscevano; un mondo in cui pellicole succhia-sangue si agitano sugli alberi e dove dinosauri e personaggi bizzarri si nascondono nella vegetazione, pronti a balzare sui viandanti.

Commento
Romanzo breve del 1989 – uscito nel 1994 nella collana Urania, con il n.1224 - meglio conosciuto con il suo titolo originale di “Drive-in 2 (Not Just One of Them Sequels)” e successivamente raccolto, insieme al primo capitolo della serie, in un volume intitolato “La Notte del Drive-in” (che è anche il titolo del primo capitolo). Si tratta di un’opera che dire “fuori di testa” è dir poco. Lansdale da vita a un contenitore dove trovano spazio erotismo, raccapriccio (i momenti ambientati all’interno del drive-in sono a tratti stomachevoli), avventura (in un paio di scene entrano in campo i T-Rex), comicità (il lettore riderà molte volte, ve lo garantisco), azione, visioni oniriche (favolosa la parte con Popalong che scala una Torre di Babele, costruita con gli schermi dei televisori, raggiungendo le nuvole), il tutto condito da un’assurdità che conferisce al lavoro il bollino di “grottesco”. Interessanti anche i contenuti che emergono, più o meno esplicitamente, dalla narrazione, come la critica alla televisione per la sua attitudine a creare mostri (splendido, al riguardo, il racconto che riguarda il passato di Popalong e le sue scorribande da spree killer) o le frecciate scoccate contro la religione. Lo stile privilegia un lessico sporco con abbondante ricorso a parolacce e periodi forse troppo irriverenti (vedi quelli su Dio), tuttavia non si adagia sul commerciale (questo è un pregio).
Veniamo ora ai difetti de “Il Giorno dei Dinosauri”. Prima di tutto, a mio modesto avviso, è forte il rischio di essere disorientati nel corso della lettura. L’autore, infatti, struttura la storia ricorrendo a una lunga serie di flashback, in cui vengono raccontate le storie di coloro che troviamo protagonisti della trama. Peraltro, alcuni di questi spaccati di vita sono superflui rispetto al tema principale, poiché non sono funzionali né a capire ciò che sia successo - con il passaggio delle comete - né a giustificare la condotta dei personaggi.
Altro aspetto, secondo me, negativo, è costituito dal fatto che tutti i personaggi si esprimono con esagerato senso dell’umorismo. Personalmente credo che tale scelta possa andare bene quando si limita a uno o due soggetti, ma non certo quando si estende a tutti, perché così facendo si appiattiscono le caratterizzazioni.
Poco chiaro, infine, dove siano stati catapultati i protagonisti in seguito al passaggio delle comete e a cosa sia dovuto tale fenomeno (Sono all’interno di un’astronave aliena? Sono dentro un film? È stata stravolta l’intera Terra?).
In ogni caso, ci troviamo al cospetto di una lettura diversa da quelle convenzionali che può esaltare varie categorie di lettori (non quelli legati alla letteratura “classica”). Voto: 6
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

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MOLTO DOPO MEZZANOTTE
Autore
Ray Bradbury

Trama
Antologia di 11 brevi racconti, questi i titoli: “La bottiglia azzurra”, “In trappola”, “Un pezzo di legno”, “Delitto senza castigo”, “Castigo senza delitto”, “Tempo fermo”, “Angelo, guarda al futuro”, “Breve storia del quarto reich”, “I miracoli di Jamie”, “Gioco d’ottobre”, “Molto dopo mezzanotte”.

Commento
Antologia di un autore considerato come uno dei maestri della sci-fi della seconda metà del novecento. L’opera, uscita per la collana Urania in data 25.09.1977, raccoglie 11 racconti dell’autore dell’indimenticabile “Fahrenheit 451”. Si tratta di storie, composte attorno al 1944, che hanno come principale caratteristica un alto tasso di malinconia e di tristezza. Per lo più, si tratta di ricordi adolescenziali (“In Trappola”, “I miracoli di Jamie”, “Tempo fermo”) o del tentativo di riaffermare vecchie glorie cancellate dal passato(“Breve storia del Quarto Reich” o “Angelo, Guarda al Futuro”); di racconti di fantascienza pura ce ne sono solamente tre/quattro (“La bottiglia azzurra”, “Angelo, guarda al futuro”, “Delitto senza castigo” e “Un pezzo di legno”) e peraltro, seppur carini, tutt’altro che memorabili. Si segnala anche la presenza di un racconto orrorifico (“Gioco d’ottobre”) con un padre che, durante la festa di compleanno della figlia, allestisce un gioco al buio che raggiunge il suo culmine quando gli altri invitati cercheranno la festeggiata.
Insomma, un’opera che tradisce le attese e che punta pochissimo su scenari visionari (gli unici racconti che cercano, in parte di far questo, sono alcuni di quelli elencati tra gli elaborati sci-fi). Alla fine, visto l’autore, si resta delusi e in alcuni casi intristiti da storie che hanno un elevato tasso di malinconia al punto da sembrare dei c.d. “lacrima-stories”. Voto: 5
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

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Bah...
credo che non leggerò mai racconti come "Il giorno dei dinosauri".
Temo lo si consideri di genere "fantascientifico" solo perchè ci hanno piazzato il passaggio di una cometa rossa (che mi ricorda il "Maggiore Char, della cometa rossa" principale nemico in "Gundam") mentre per il resto mi sembra solo una "elucubrazione onirica" dell'autore.
Scusate ma per "fantascienza" intendo ben altro.

Comunque ottimo lavoro, Giurista.
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da Giurista81 »

jormungaard ha scritto: Bah...
credo che non leggerò mai racconti come "Il giorno dei dinosauri".
Temo lo si consideri di genere "fantascientifico" solo perchè ci hanno piazzato il passaggio di una cometa rossa (che mi ricorda il "Maggiore Char, della cometa rossa" principale nemico in "Gundam") mentre per il resto mi sembra solo una "elucubrazione onirica" dell'autore.
Scusate ma per "fantascienza" intendo ben altro.

Comunque ottimo lavoro, Giurista.
Infatti, non si tratta di uno sci-fi vero e proprio, ho inserito il commento solo perché il romanzo è inserito nella collana Urania. Probabilmente, è più un horror-grottesco che si basa su uno spunto sci-fi (passaggio di una cometa che sconvolge l'ambiente).
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

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TRA GLI ORRORI DEL 2000

Autore
Chelsea Q. Yarbro

Trama
Il mondo è regredito al medioevo a causa dell’inquinamento e di una serie di malattie infettive che ne sono scaturite e che hanno determinato virus bizzarri. Si sono così sviluppate specie di animali nuove e mutazioni genetiche che in alcuni soggetti comportano la rigenerazione dei tessuti morti e in altri deformazioni fisiche e sterilità. In tale contesto, un uomo e una donna vagano alla ricerca di una cittadina da cui ripartire da zero, ma dovranno vedersela con il gelo, con cani e orsi feroci, ma soprattutto con un gruppo di teppisti che da loro la caccia e che distrugge ogni villaggio in cui approda.

Commento
Romanzo, uscito il 20.05.1979 nella collana Urania (N.784), firmato da Chelsea Quinn Yarbro; autrice che raggiungerà il suo apice a seguito del romanzo “Hotel Transilvania” e dei successivi sequels. Nell’occasione, la scrittrice propone una storia con ambientazioni affascinanti che ricordano molto da vicino quelle tipicamente post-atomiche. I protagonisti, infatti, si imbattono in villaggi fantasma ormai fatiscenti e spesso corrosi dalle fiamme a seguito del passaggio di bande di teppisti dediti al saccheggio e all’omicidio.
Al di là di queste location e di qualche passaggio descrittivo di sicuro impatto (penso all’inizio oppure alle scene con i soggetti impalati o alla parte ambientata all’interno dell’abitazione di una vecchia cannibale), il romanzo si rivela monocorde e alla lunga poco coinvolgente. Il difetto principale è l’assenza di un soggetto forte. Per dirla in breve, sembra che la Yarbro abbia scritto la storia senza preoccuparsi del suo sviluppo e dei vari snodi o colpi di scena. Della serie: “mi siedo e scrivo tutto quello che mi passa per la mente”. Si assiste così all’interminabile viaggio dei due protagonisti, con spostamenti di paese in paese e con numerose descrizioni relative ai pasti consumati e alle scene di caccia. Presenza anche di qualche scontro armato e qualche combattimento con cani e orsi.
In definitiva, si resta a leggere sperando che, da un momento all’altro, vi sia un evento che faccia decollare la storia, ma questo non avviene mai (neppure alla fine!). 
Non mancano inverosimiglianze piuttosto evidenti (vedi il fatto che gli impianti idraulici o di riscaldamento delle case abbandonate da decenni siano ancora funzionanti oppure il fatto che i protagonisti accettino del cibo da chi temono possa incastrarli), così come alcuni buchi narrativi (non si capisce bene come possano crescere, a taluni mutanti, gli arti perduti). Nel complesso, direi che si tratta di un’opera mediocre. Voto: 4.5
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da jormungaard »

Allora è un vero e proprio orrore del 2000 !!!
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da Giurista81 »

Letti  e recensiti altri due volumi della collezione Urania. Vi metto i link in cui potrete trovare il mio giduizio.

CREATURE NOTE E IGNOTE.

http://www.scheletri.com/libri/libri0315.htm

ABOMINAZIONE ATLANTICA - John Brunner

http://www.scheletri.com/libri/libri0319.htm
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da Michele Nigro »

il "Picnic..." ce l'ho sul comodino e il film Stalker, ogni volta che lo rivedo, mi lascia sempre sconvolto...
Belle letture.
Ciao.
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da saranelsole »

jormungaard ha scritto: I pesci che decidono di sterminare  la razza umana !!!
Azz... ho visto una puntata dei Simpson nella quale i delfini cercano di sterminare  la razza umana.

Comunque sia io penso che anche la fantascienza debba essere ragionata e non sparata lì a caso, anche con tutte le preparazioni di base che uno può avere.
Francamente un piano dei pesci con la collaborazione dei granchi, dei vermi, delle meduse e delle vongole per l'eliminazione del genere umano per me va oltre i limiti della fantascienza.
Poi se si vogliono scrivere racconti senza un minimo di attaccamento almeno a quelle che sono le leggi della fisica e della biologia...
... riusciresti a dirmi una cosa che non esiste? però attenzione, quando rispondi non basarti su ciò che esiste... ;)
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da saranelsole »

ANCHE IN QUESTO FORUM AVETE FATTO UN LAVORO STRAORDINARIO!!!!
COMPLIMENTI A TUTTI
GRAZIE
SARAH
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dixit
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da dixit »

saranelsole ha scritto: ANCHE IN QUESTO FORUM AVETE FATTO UN LAVORO STRAORDINARIO!!!!
COMPLIMENTI A TUTTI
GRAZIE
SARAH
QUANDO HO VISTO TUTTI QUESTI MESSAGGI RECENTI HO PENSATO: ODDIO SIAMO STATI INVASI DALLO SPAM... E INVECE ERA LA SUPER ATTIVITÀ DI UNA NUOVA NASFER... OTTIMO OTTIMO  ;D
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da carlo »

si ma non prendete quest'abitudine di scrivere gigante e rosso!   ;D
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

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ehi dico a te:
pprrrrrrr :D :D :D :D
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Re: Recensioni su libri o racconti letti da voi

Messaggio da leggere da Ymillian »

Io pensavo di leggere l'ennesimo libro di Sci-Fi di Totti, I Bambini fanno Aho'...
Nel senso che quando scrive un libro lui, siamo in pura Fantascienza...
La fantasia vuole sempre uscire fuori dalle mani

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