Ciao

[Massimo Vaj]

Mi chiamo Massimo Vaj, contadino, illetterato e pieno di disprezzo per la cultura sincretica scrivo, ma solo per me stesso e senza avere alcuna preoccupazione di dover essere letto, nell'invidia che mi assale all'idea che ci possa essere qualcuno che sia in grado di comprendere quello che ho scritto. Mi muovo come un cane bagnato sotto la pioggia, rasentando i muri nella speranza di eludere i predatori che mi inseguono allo scopo di sottomettere la mia libertà di strisciare nel mondo.

[quaesitor]

Dici che non scrivi per farti leggere... eppure sei qui
Benvenuto!

[Massimo Vaj]

Non scrivo perché altri leggano quanto ho scritto, questo è certo, ma non ammazzo nessuno che, rischiando in proprio, tenti di individuare quale possa essere il senso nascosto all'interno delle mie storie. Si possono avere ragioni per scrivere che nulla hanno a che fare col piacere dato dall'essere considerati degli inadeguati scribacchini.
Grazie per l'improvvido benvenuto :)

[Massimo Baglione]

Ciao Massimo!

[Marco Signorelli]

Ben arrivato. Secondo me non importa il motivo che ti spinge a scrivere, a volte diventa indispensabile.

[Massimo Vaj]

Sono solamente cinque o sei anni che scrivo raccontini di poco conto e qualche altra cosa che è importante solo per me, ma credo non sia una necessità di quelle che la vita ti impone per convincerti a sopravvivere. Non do molta importanza allo scrivere, lo faccio perché mi riesce facile farlo e mi diverte sorprendermi. Scrivo di getto e a casaccio, quasi inseguendo le mie dita col pensiero e poi rido, leggendo quello che hanno scritto anticipandomi. A volte ho una mezza idea che per strada cambia direzione solo perché una parola glielo ha consigliato. Non è raro che vorrei dare un senso che poi capovolgo perché mi accorgo che è sbagliato. Naturalmente non lo confesserei a nessuno perché solo i deficienti scrivono così, ma in qualcosa bisogna pure eccellere, o no?

[carlo]

ciao e benvenuto :) vedo lo scrivere allo stesso modo tuo, tanto che leggere alcune tue frasi mi ha impressionato

[Massimo Vaj]

L'aspetto che più mi attira di uno scritto non è la storia in sé col suo bel finale, in genere deludente, ma ciò che lo scrittore rivela del proprio modo d'intendere la vita. Sono convinto che chi scrive dovrebbe coltivare la capacità di individuare gli impercettibili movimenti dell'animo dei suoi personaggi, e per poterlo fare dovrà prima imparare a riconoscere le reali intenzioni che inducono gli individui della vita ordinaria a scegliere un orizzonte invece di un altro. Anche se non sembra la realtà è ordinata da princìpi la cui natura è sfuggente, ed è ordinata secondo una gerarchia che dal centro procede, irradiandosi, nel suo determinare la circonferenza sulla quale scorrazzeranno gli atti. Gli elementi infimi, e spesso infidi, che danno forma al reale devono essere riconosciuti attraverso l'intuizione superiore data dall'intelligenza, quando questa è rivolta alla comprensione e disposta, per riuscire a capire, al sacrificio degli aspetti egoistici di sé. La nuova realtà che si condensa attorno all'intelligenza che ha il cuore, quella proveniente dalla centralità di ogni essere, sarà diversa e migliore in dipendenza dell'universalità delle intenzioni di chi considera l'esistenza per il grande dono che essa è. Perdonerete questa sfilzata di concetti insopportabili? Non so, ma certo è imbarazzante dover essere perdonato per chi ha sempre vissuto sperando di sfangarsela...