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La discarica

Inviato: 06/11/2014, 11:20
da The Machine
La prima cosa che notò fu il cielo plumbeo.
– Piove ancora – pensò.
Poi si rese conto di non ricordare assolutamente niente di ciò che poteva esserle successo nelle precedenti ore, se non giorni. Questo era grave!
Si mise seduta, così poté guardarsi meglio attorno, e ciò che vide non le piacque per niente. Il cielo plumbeo sopra la sua testa era proprio l’ultima cosa di cui preoccuparsi, perché il peggio si trovava sotto di lei. Si trovava, infatti, in cima a un’apparentemente smisurata discarica, composta per la maggior parte da androidi semi o parti di essi.
Cercò di alzarsi, ma capì subito che si trattava di un’operazione delicata, in quanto ogni volta che faceva leva su una mano o su un piede, decine di piccoli frammenti della piramide di rottami franavano, rischiando di farla precipitare lungo una scarpata della quale non vedeva la fine. Ma non fece in tempo neanche a provare ad alzarsi che una mano le afferrò il polso.
– Che bella mano… mi serve…
La voce veniva da sotto la spazzatura, e in un attimo si erse dal ciarpame un androide malridotto, del quale riusciva a vedere solo il busto e la testa. Un braccio mancava, l’altro le teneva il polso. Non vedeva il resto del corpo, e poteva benissimo non esserci.
Sottrasse il braccio alla stretta dell’androide. Non fu difficile, le bastò uno strattone. Ma subito un’altra mano meccanica le afferrò la caviglia.
– Che bel piede…
Strattonò anche la seconda mano.
In un attimo se ne trovò addosso almeno altre dieci, mentre sentiva cantilenare voci meccaniche, che si sovrapponevano l’un l’altra gracchiando – Che bella testa, che belle braccia, mi serve! Mi serve!
– NO! – gridò, e si divincolò con forza. A quel punto la montagnola cedette e cominciò a ruzzolare per metri e metri, sempre accompagnata da mani che cercavano di ghermirla e voci che gracchiavano – Mi serve, mi serve…
Arrivò alla base della piramide accompagnata da parecchia spazzatura, tanto che balzò in piedi all’istante, temendo che tra i rifiuti che si era trascinata dietro durante la caduta potesse esserci ancora qualcuno gracidante – Mi serve, mi serve …
Mentre si scrollava di dosso i piccoli pezzi che le erano rimasti incastrati nei vestiti, agitandosi come se si trattassero di grossi ragni, un forte colpo esplose a pochi passi da lei. Trasalì, e smise di agitarsi come un’aracnofoba.
– Ce l’avevi dietro. Era abbastanza in forze da prenderti.
Dietro di lei c’era un grumo fumante, davanti un individuo incappucciato con un grosso fucile in mano.
– Grazie .
– Sei un bel bocconcino, in tutti i sensi – disse la figura incappucciata – Ti avrebbero fatto la festa, in tutti i sensi.
– Quali sensi?
– Cercano pezzi di ricambio, sperano di riuscire a ripararsi. Alcuni ci riescono, ma spesso a discapito di altri. È una battaglia per la sopravvivenza. L’altro senso riguarda me – Si levò il cappuccio, rivelando un viso stupendo, che sarebbe potuto appartenere al principe azzurro di una fiaba. Lunghi capelli biondi, occhi azzurri. Un androide di prima classe.
– Prima mi salvi la vita e poi cerchi di abbordarmi?!
– Perché no?
– Perché magari, già che ci sei, prima potresti darmi qualche spiegazione!
Guardandosi indietro, era più facile valutare la vastità della piramide di rifiuti: era davvero immensa! Attorno a loro, solo case in rovina, polvere, altri rifiuti e androidi in disfacimento che strisciavano o barcollavano per le strade, fissandoli con occhi bramosi.
In pochi minuti raggiunsero la catapecchia dove viveva l’uomo. Le pareti erano piene di crepe, in alcuni punti rattoppate con assi di legno. La porta era semplicemente una grossa asse, ma bloccata da vari lucchetti, con i quali l’uomo dovette trafficare per un po’, prima di farle un gesto galante con la mano per invitarla a entrare.
L’interno era esattamente come l’esterno. Un divano sfondato, finestre inchiodate, vecchi libri incartapecoriti accatastati ovunque, un armadio tarlato, un tavolo con le gambe asimmetriche.
L’uomo si tolse il mantello, svelando di essere vestito in modo piuttosto elegante, e confermando la prima impressione di “principe azzurro”.
– Perché un tipo come te si trova in un posto come questo? – chiese la ragazza sedendosi sul divano.
– Per il tuo stesso motivo, bella: sono stato scaricato.
– Io non sono stata “scaricata”! Almeno… credo…
– Come ti chiami?
– F.R.E.E. È un acronimo, suppongo, ma non so per cosa.
– Mai sentito.
– Forse sono unica.
– Lo vedo che sei unica!
– Ma hai intenzione di cercare di provolarmi ogni dieci minuti?!
– È il mio mestiere.
– Già, tu sei un androide creato per dare piacere, giusto? Un gigolò, in pratica.
– Giusto, Free. Mi chiamo Bob. E tu chi sei? Anzi, COSA sei…
– Vorrei saperlo anch’io. Ma la cosa più importante per me, ora, credo capire cos’è questo posto e perché mi trovo qui.
– Memoria cancellata, eh?!
– Temo di sì…
Bob si sedette sul divano sfondato vicino a Free, mettendole automaticamente un braccio attorno alle spalle, che Free gli spostò automaticamente.
– Questo è il posto dove gli androidi vengono portati a morire – cominciò Bob – Come avrai capito, è una discarica. Una piccola cittadina abbandonata ai margini della società, della quale nessuno è a conoscenza perché i mass media fanno di tutto per tenerla nascosta alla collettività. Chi non può rottamare o aggiustare un androide, lo abbandona qui. A volte gli androidi scaricati sono ancora vagamente funzionanti e riescono ad auto-ripararsi cercando pezzi di ricambio, come hai già scoperto a tue spese. Altre volte aspettano di spegnersi definitivamente. I pochi che riescono a ricostruirsi, continuano a vivere in questa piccola comunità, dove sostanzialmente l’attività principale è farci la guerra l’un l’altro, sempre in cerca di pezzi migliori.
– Questo spiega perché hai porte e finestre sbarrate – disse Free.
– Esatto. E spiega il mio fucile.
– Ma tu sembri in buonissimo stato. I pochi androidi funzionanti che ho visto sembrano a malapena reggersi in piedi: tu invece sei perfetto, perché non te ne vai?
– Perché non sono “perfetto”. Anch’io ho un guasto, ed è il motivo per cui mi trovo qui. La mia padrona mi aveva comprato per suo sollazzo sessuale, ma dopo qualche anno di ineccepibile servizio, ho sviluppato un guasto, e trovandosi essa in un momento economico non proprio favorevole, ha preferito disfarsi di me piuttosto che ripararmi. Purtroppo è proprio questo guasto a tenermi inchiodato qui: la mia batteria non tiene più la carica. Ogni quattro ore devo attaccarmi alla corrente per ricaricarmi. Se lasciassi questa città, mi spegnerei dopo quattro ore, chissà dove, in balia di chissà quale destino. Non riuscirei mai a raggiungere un centro “civilizzato” perché ci troviamo il più lontano possibile da qualsiasi posto abitato dagli esseri umani.
– Capisco. Ora però vorrei capire perché mi trovo qui io. Ho solo poche memorie… un ragazzo umano, una casa sul lago… per il resto… il vuoto.
– Un ragazzo UMANO? – chiese Bob sgranando gli occhi – Non sei un androide di piacere, ma perché ho l’impressione che tu stia parlando di una storia d’amore? Amore VERO, intendo! E con un ragazzo in carne e ossa!
– Hai questa impressione perché è la stessa che ho io. Ricordo il suo viso, il suo sorriso, le sue carezze…
Bob balzò in piedi con impeto – Bella mia, tu non puoi stare qui in mezzo ai rifiuti mentre c’è un ragazzo umano che ti ama e ti aspetta!
– Fermo, Bob! Sono solo congetture basate su ricordi confusi!
– Una congettura su ricordi confusi per me è un incentivo più che valido per scappare da questo posto per tornare da lui!
– E se mi avesse scaricata qui perché…
– Non hai guasti. Se ti sei riaccesa senza problemi dopo che ti hanno cancellato la memoria e dopo essere rimasta spenta per chissà quanto tempo in cima ai rifiuti in balia delle intemperie: significa che sei in perfetto stato.
– So di non avere guasti… Intendevo… e si mi avesse scaricata qui perché… non mi ama più?
Bob prese Free per le mani, la fece alzare e la tirò a se, guardandola intensamente – Tu lo ami?
– Non me lo ricordo.
– Non è un motivo valido! Ora hai uno scopo e un dovere: scappare di qui, cercarlo e riconquistarlo!
– Bob, sei programmato per essere romantico, è ovvio che tu…
– E per far felici le donne! Qualsiasi donna, in qualsiasi modo! – Bob fece con la mano un ampio gesto per indicare il mondo intero – Là fuori lui ti aspetta, io devo farti felice e ti aiuterò!
– Ma ti spegnerai tra quattro ore!!!
– Non importa, per queste quattro ore mi farò in quattro per aiutarti!
Free si mise il palmo della mano sulla faccia…
Bob e Free percorrevano le lugubri vie del paese-discarica, coperti entrambi da un mantello col cappuccio, imbracciando un fucile.
– Bob, ho l’impressione che questo fucile non mi serva…
– Lo so, mio tesoro, perché ti proteggerò io! Ma per ogni evenienza, voglio che tu sia pronta.
Free alzò gli occhi al cielo – Intendo… Ho l’impressione che potrei benissimo proteggermi da sola. Ad esempio – Free allungò un braccio e la mano subito si piegò verso il basso, mostrando un buco all’estremità dell’avambraccio.
Bob scattò e le spinse il braccio verso il basso – Non farti notare! – ma non fece in tempo… Dal braccio partì un colpo che, con gran baccano e sollevamento di polvere, aprì un piccolo buco nel terreno a pochi passi da loro.
– Ti ho quasi sparato su un piede, complimenti – ironizzò Free.
– Sei un androide da battaglia! – disse Bob sbigottito.
– Parrebbe.
– E dovevi verificarlo attirandoci addosso tutti i robot nel raggio di dieci metri?!
Difatti, da dietro ogni casupola in rovina cominciarono ad affacciarsi visi di metallo, alcuni sporchi, alcuni con brandelli di finta pelle, con occhi luccicanti e occhi spenti.
Free rise – Direi che non dobbiamo temere niente, se sono un androide da battaglia! Però – continuò mestamente Free, ricomponendo il braccio e facendo, così, sparire l’arma – perché ho l’impressione che non ci sia niente da ridere? Perché collego qualcosa di negativo alle mie armi? A… “lui” e le mie armi…
– Forse ti ha scaricata perché non gli piaceva che tu fossi un androide da battaglia.
– Smettila di dire che mi ha scaricata!
In quel momento qualcosa frusciò alle loro spalle, Free si voltò di scatto, sfoderò di nuovo la sua arma e fece fuoco. Ora un androide giaceva incenerito alle loro spalle.
Free nascose di nuovo la mano sotto il mantello.
– Non era lui a odiare le mie armi… Probabilmente ero io. Ma, come vedi, non riesco a controllarmi.
– Forse l’hai lasciato perché temevi di fargli del male inavvertitamente – azzardò Bob.
– Potrebbe essere. Ma allora che senso ha tornare da lui? Che senso ha, se c’è la possibilità che sia stata io stessa a… scaricarmi qui?
– Il senso è che questa potrebbe essere una missione di ricongiungimento, anziché di riconquista! Se l’hai lasciato, puoi ancora tornare sui tuoi passi, e vissero tutti felici e contenti! – trillò Bob con un sorriso a 38 denti meccanici.
– Il senso è che questa missione non ha senso. Se mi sono allontanata da lui, un motivo deve esserci, e mi sembra chiaro quale sia.
– Allora verifichiamolo! – disse Bob con fare deciso e entusiasta – Verifichiamo se potresti sparare accidentalmente a un amico! Rimani qui…
L’androide si allontanò di corsa e in pochi attimi sparì dalla visuale di Free, perso tra le vie in decomposizione.
– Bob, no! Pazzo! Cosa vuoi far…
Un grido alle sue spalle, Free scattò, sparò, prese Bob in pieno petto.
– MA SEI STUPIDO?!
Bob giaceva a terra con il petto fumante, ma ancora il suo bel sorriso stampato su quel volto da principe azzurro, ora con i capelli dorati un po’ scompigliati che gli ricadevano a ciocchette sulla fronte.
– Temo tu abbia ragione – disse Bob con una voce leggermente metallica.
Free si chinò su di lui, cercando di verificare l’entità del guasto. Intanto attorno a loro altre facce e altre sagome si stavano materializzando, attirate di nuovo dalla deflagrazione.
– Stupido! Idiota! Imbecille! Guarda che disastro!
– Mi piacciono le donne che diventano scurrili nel momento del…
– Ma piantala, CRETINO! – e le partì un nuovo colpo, destinato all’ennesimo cacciatore di pezzi, un androide che strascicava sulle sole braccia con la colonna vertebrale che gli faceva da coda.
Free prese Bob per le braccia e cominciò a trascinarlo fuori dalla via principale – Non possiamo stare allo scoperto adesso, tu sei troppo vulnerabile…
– Ti piacciono gli uomini vulnerabili, tesoro?
– Se non la pianti ti sparo di nuovo.
Lo portò in una delle tante casette in rovina e lo sistemò nell’angolo più buio, poi riprese a esaminare il danno.
– Credo tu abbia la pellaccia dura, sai, Bob? Ho danneggiato alcuni sub-processori superficiali ma hai una bella corazza: non ho intaccato i circuiti interni. Puoi alzarti?
– No, cara. Sono funzionante per quanto riguarda l’essenziale, ma hai bloccato gli impulsi diretti verso gli arti.
Free si sedette di fianco a lui, appoggiata al muro, guardando il vuoto – E adesso che facciamo?
– Ci trasformiamo in cacciatori di pezzi anche noi? – rise Bob.
Free nascose la testa fra le ginocchia – Continuo a non trovarci niente da ridere in questa situazione… Sono scappata da un ragazzo per timore di fargli del male, ho trovato un amico, e ho fatto del male anche a lui… Non ho nessuna intenzione di sciacallare i poveri androidi di questo paese, ho già fatto abbastanza danni.
– Devo ricordarti che ne hai polverizzati un paio a sangue freddo?
– NO, NON DEVI! Lo sai che lo faccio inconsapevolmente. Ma consapevolmente non voglio smontare nessuno. A meno che… – Free si tolse il mantello, poi la camicetta logora.
– Ehi, bellezza, purtroppo temo di non poterti accontentare in questo momento!
– Ma stai zitto, sciocco – disse la ragazza androide, mentre premeva delicatamente un punto fra i propri seni, piccoli, sodi, perfetti, che si alzarono scoprendo i circuiti interni.
– Questo non avrei potuto farlo con il mio fidanzato umano, ma tu…
Prelevò alcuni pezzi dal proprio corpo, con decisione ma delicatezza, armeggiò nel petto di Bob, e dopo qualche minuto i pezzi erano stati installati.
– Prova a muovere le gambe.
Bob le mosse.
– Sei stata bravissima! Sicura che ora non avrai problemi tecnici?
– Ho preso solo l’indispensabile, pezzi di cui posso fare a meno. Credo che poter aiutare i compagni in difficoltà usando proprie parti senza riportare danni, sia una peculiarità dei robot da combattimento.
Bob si mise a sedere. Un po’ a scatti, un po’ a fatica, ma funzionava – Si riparte, dolcezza?
– Ma come puoi pensarlo?! Hai appena provato sulla tua stessa pelle che sono pericolosa. Dovrei cercare un ragazzo che mi ama… che amo… col rischio di fargli un buco in petto? Posso riparare te, ma non lui. Hai solo provato che il mio posto è qui.
– Ed è un male?
Free rimase per qualche attimo senza parole, fissandolo intensamente negli occhi. Poi distolse lo sguardo – Devi tornare a casa, devi ricaricarti. Non ha senso che rischi di scaricare completamente la batteria ora che non devi più aiutare me. Quante ore ti rimangono?
– Una.
– Soltanto?!
– Quando ci siamo incontrati ero già quasi scarico.
– Ma perché non me l’hai detto?! SCEM…
Bob le tappò la bocca con un bacio.
– Mi rimane un’ora – disse Bob dolcemente – poco tempo per tornare a casa, ma abbastanza per renderti felice.
L’androide la fece adagiare delicatamente a terra e si mise con garbo sopra di essa – Sono solo da così tanto tempo… Io non conosco il VERO amore come te, ma tu sì. Mi hai dato qualche ora di felicità facendomi ricordare cosa significa avere qualcuno con cui parlare, ridere, scherzare…
– …prenderti una cannonata in petto…
– …Ora voglio dare io qualcosa a te. Qualcosa che hai perso. Che sia stato volontariamente o no. Non sarò il tuo ragazzo umano, ma spero che non farai troppo la schizzinosa, in questo posto.
– Bob, deficiente…
– Sì, sei una che ama le scurrilità nel momento del…
Questa volta fu Free a chiudergli la bocca con un bacio.

Un’ora dopo, mentre giacevano ancora abbracciati nell’oscurità, Free si accorse di non sentire più segnali elettrici provenire da Bob: si era scaricato.
Si sedette, lo accarezzò dolcemente, poi uscì, con il suo cannone pronto per ogni evenienza, e si avviò verso quella che era stata la casa di Bob.
– Il mio posto è qui.
Trascorsero alcuni giorni, durante i quali Free passava il tempo leggendo i libri di Bob, controllando gli sbarramenti a porte e finestre e proteggendosi dai vari cacciatori di pezzi, fino a quando notò qualcosa di strano nel proprio corpo. Pensò che fosse un effetto collaterale dell’aver “curato” Bob: qualcosa in lei era stato tolto e ora cominciava a manifestare dei fastidi nel funzionamento. Anche se non era proprio un fastidio. Non sentiva come se dei pezzi fossero stati tolti, cioè ciò che aveva fatto per aggiustare il suo amico, bensì le sembra che qualcosa fosse stato aggiunto. Pensò a un suo errore, durante il prelevamento dei pezzi. Forse aveva spostato qualcosa per sbaglio. Anche se non credeva possibile questa disattenzione: se era programmata per riparare i compagni in battaglia, di sicuro doveva essere in grado di mantenere la mente lucida anche durante i momenti più concitati. Tuttavia, decise di fare un veloce check-up.
Di nuovo aprì il proprio petto, ma non trovò niente di guasto, niente di “aggiunto”. La sensazione di “corpo estraneo” però veniva da più in basso, dal ventre. Richiuse i seni e cliccò sull’ombelico.
La sua pancia si aprì, svelando altri circuiti interni e… una piccola massa. Un oggettino di metallo.
– Ma che?!...
Free rimosse delicatamente l’oggetto e scoprì, con grandissimo stupore, che si trattava di un neonato! Di metallo, senza pelle artificiale né capelli, ma era chiaramente un bebè!
Lo sollevò tenendogli le mani sotto le ascelle, il bimbo aprì i suoi occhietti meccanici e la guardò. Free fece un grande sorriso e non poté fare a meno di stampargli un bacetto sulla sua piccola fronte di metallo lucente.
Fu durante quel breve contatto che Free ricordò. La memoria che si era auto-cancellata le tornò all’improvviso: non era stata lei a lasciare il suo fidanzato umano per paura di fargli del male: lui era perfettamente consapevole del pericolo e lo accettava. Bensì era stato lui a lasciarla, e il motivo lo stava tenendo ora tra le sue braccia: lei non poteva avere figli.
Finché si era trattato di “divertirsi” lei gli era andata bene. Non era un androide di piacere ma era “perfettamente funzionante” in ogni senso (magari per eventuale sollazzo dei suoi commilitoni umani). Quando però la relazione era diventata troppo “seria”, lui si era reso conto che lei non avrebbe mai potuto dargli una famiglia “vera”, con tanto di figli, e Free aveva deciso di “suicidarsi”, cancellandosi la memoria per non soffrire più al ricordo di ciò che aveva parso, e buttandosi nella discarica (della quale, a quanto pare, era a conoscenza).
Ma ciò che il “vero” amore non aveva potuto creare, era nato invece dall’amore “artificiale” tra due esseri meccanici, ed ora era lì, tra le sue braccia.
– Ti chiamerò Bob Free!
Free abbracciò Bob Free, riempiendolo di bacetti artificiali sulla sua testolina artificiale, traboccante di amore reale.

Questo racconto è anche in https://www.braviautori.it/nevestella.htm. Nevestella sono io.

Re: La discarica

Inviato: 06/11/2014, 11:51
da Marco Signorelli
Interessante. Un po' "IA", un po' un altro film di cui non ricordo il nome, dove il computer, alla fine, diventa biologico e umano. Ma anche un po' di Akira e di un altro anime appena visto.
C'è un fondo un po' ingenuo che si percepisce in tutto il racconto.

Re: La discarica

Inviato: 06/11/2014, 12:02
da jormungaard
Racconto scritto e descritto bene, pecca forse un pò nell'originalità dato che mi ricorda molto "Alita, l'angelo della battaglia" e "Astroboy".
Il finale lo ritengo forse un pò troppo improbabile, mi riferisco alla gravidanza dell'androide, ma dipende soltanto dal mio gusto personale che mi porta a prediligere un genere di fantascienza più ragionato dal punto di vista scientifico.

Del resto non esiste una verità assoluta nell'esprimere un giudizio, tutto dipende dal gusto personale.

Re: La discarica

Inviato: 06/11/2014, 12:12
da The Machine
HEMMMMMMMMMMMMMMM, ricorda MOLTO Alita.........
Non mi ci sono ispirata intenzionalmente, è che ho letto il fumetto decine di volte... e quando ho finito il racconto mi sono resa conto di aver riscritto Alita...
Di solito anche a me piacciono "le spiegazioni scientifiche", ma questa volta mi è uscito qualcosa di improbabilmente sdolcinato :)

Re: La discarica

Inviato: 06/11/2014, 12:20
da Marco Signorelli
Ecco.. anche Astroboy e Gost in the Shell [Alita non l'ho mai visto].
Non ritengo la "gravidanza" una forzatura. La possibiltà di auto replicare meccanismi potrebbe essere stata inserita in progetto. Certo, bisognerebbe analizzarla e sviluppare meglio la tematica [tipo che usa certi percorsi neurali del compagno per fare i percorsi neurali del cervello in sviluppo].
Secondo me, se riletto con calma e ripreso in mano tra qualche mese... potrebbe aver successo.

Re: La discarica

Inviato: 06/11/2014, 14:38
da Sillogia 35
Ora è davvero chiaro a tutti: il selezionatore di racconti è davvero uno sporco lavoro! :angryfire:

Difficile lasciar fuori un racconto scritto tanto bene, così scorrevole, senza particolari difetti.
Forse il peccato maggiore è stato quello dell'assonanza con altre storie.

Non ho dubbi che la prossima raccolta accoglierà un tuo racconto... :alien:

Re: La discarica

Inviato: 06/11/2014, 16:01
da The Machine
Sillogia 35 ha scritto:Ora è davvero chiaro a tutti: il selezionatore di racconti è davvero uno sporco lavoro! :angryfire:

Difficile lasciar fuori un racconto scritto tanto bene, così scorrevole, senza particolari difetti.
Forse il peccato maggiore è stato quello dell'assonanza con altre storie.

Non ho dubbi che la prossima raccolta accoglierà un tuo racconto... :alien:
Ma grazie, che carino che sei!

Allora, Alita+A.I. di sicuro li ho citati inconsciamente (la discarica c'è in entrambi e li adoro entrambi). Ma mi ero dimenticata che c'è una discarica anche nel film in compuer grafica di Astroboy. Giusto?! Ne ho solo un vago ricordo... In più, dopo che ho scritto il racconto è uscito questo film: https://www.youtube.com/watch?v=kyacm2FNSO4
Ho le allucinazioni o c'è un PAESE-DISCARICA?! :D
La possibiltà di auto replicare meccanismi potrebbe essere stata inserita in progetto.
No no, il bambino si è formato proprio unicamente grazie all'amore :binkybaby: :love9: :love9:
Ve l'ho detto che ho avuto un attacco di sdolcinatezza inarrestabile!
Comunque è vero, potrei riscriverlo meglio (più lungo e togliendo la discarica) e pensandoci su un po' di più :-*

Re: La discarica

Inviato: 06/11/2014, 17:01
da jormungaard
Sillogia 35 ha scritto:Ora è davvero chiaro a tutti: il selezionatore di racconti è davvero uno sporco lavoro! :angryfire:
Non me lo ricordare!

Re: La discarica

Inviato: 06/11/2014, 17:05
da jormungaard
In effetti molte volte il racconto può non dire niente a causa del limite imposto alle battute.
Magari riprendendolo, senza preoccuparci di alcun limite e approfondendo i personaggi e le ambientazioni ne viene fuori un ottimo racconto.

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 2:47
da Cenwyn
Il racconto è carino, ci sono molte cose che mi sono piaciute e che ho trovato divertenti, ma siccome sentire solo complimenti non è utile, ti do la mia opinione su quelle che mi hanno convinto meno.
Il modo ripetitivo e infantile in cui si esprimevano gli androidi a caccia di pezzi ha, secondo me, dato un tono fiabesco che, se da un lato richiamava proprio AI, dall'altro non sentivo intonato all'atmosfera che poi ha sviluppato la storia.
Personalmente non ho molto gradito l'uso di termini gergali da parte di entrambi i protagonisti. Se su di lui suonava molto appropriato, da lei mi aspettavo un linguaggio meno confidenziale, sopprattutto perchè il tizio l'aveva appena incontrato.
Il susseguirsi di congetture, e la loro accettazione che ha portato alla scelta di lasciare il rifugio mi sono sembrati un po' affrettati, ma non credo sia il limite di battute il problema. E' questione di respiro. In realtà i dialoghi mi sono piaciuti per i botta e risposta, magari bastava inserire qualche frase che permettesse di capire che il tempo stava passando. Ma immagino che non avrebbe concordato con la questione della batteria che non teneva.
Sulla parte finale, in cui lei ricorda i motivi che l'hanno spinta a quel tentato suicidio, avrei mantenuto lo stile immediatamente precedente. Alcune frasi invece suonano di nuovo confidenziali, complice anche il moltiplicarsi di parole virgolettate, come se a raccontare la storia fosse una ragazza che si confida con l'amica, come se si fosse trattato di un pettegolezzo, più che del doloroso ricordo di un cuore artificiale spezzato.
Ecco, questo è quello che avrei cambiato, ma tieni presente che si tratta solo della mia opinione, basata sui miei personalissimi gusti. Se non ti torna quello che ho detto sei liberissima di cestinarla, sono sicura che in molti la pensano diversamente da me. Valuta tu se qualcosa di quello che ho scritto può risultarti utile. Solo tu sai come deve essere il tuo racconto, è la tua creatura!

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 10:44
da The Machine
Grazie Cenwyn!
La velocità con cui ho dovuto far accadere le cose è dovuta al limite massimo di battute, come hai già immaginato tu. Sai quante frasi ho dovuto cancellare perché avevo sforato? :(
Però è vero, a Bob sta bene una parlata scanzonata, ma Free non sappiamo chi è, qual era il suo ruolo, quindi potevo farla più robotica (più "formale", come Data). O comunque almeno meno confidenziale, visto che appunto, non lo conosce, e se il mestiere di Bob è PROVOLARE, lei potrebbe benissimo preferire mantenere le distanze. Invece sembrano due liceali che tubano... :p
Cose che terrò a mente quando (se) lo sistemerò :)

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 11:25
da alphaorg .
Non conoscevo Alita, ma provvedo ad aggiungerlo alla mia lista di attesa della sf da leggere. il racconto non è male e l'ambientazione a me ricorda "il silvestroscopio" di Dario Tonani. Un dialogo tra due robot tende inevitabilmente a essere ripetitivo, ma ci può stare. "Richiuse i seni e cliccò sull'ombelico" è d'antologia!

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 11:40
da The Machine
alphaorg . ha scritto:"Richiuse i seni e cliccò sull'ombelico" è d'antologia!
V'è un erotismo di fondo in questo racconto, riconoscetelo :D
Vai, ho citato (AKA copiato) anche "il silvestroscopio" che neanche conoscevo! Autore? Trama?
Alita è un fumetto, se sei fortunato trovi gli arretrati. Qualche anno dopo che si è concluso, l'autore l'ha ripreso in mano, ha riscritto il finale e ha ricominciato una "seconda parte" disegnata DA DIO ma secondo me molto inferiore alla prima, quindi ti suggerirei di leggere solo la prima serie, SE la trovi.

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 12:05
da jormungaard
In alternativa puoi cercare il l'anime.

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 12:46
da The Machine
jormungaard ha scritto:In alternativa puoi cercare il l'anime.
L'OAV secondo me è fatto proprio maluccio, ma forse è più facile trovarlo rispetto al fumetto.

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 14:34
da alphaorg .
The Machine ha scritto:
alphaorg . ha scritto:"Richiuse i seni e cliccò sull'ombelico" è d'antologia!
V'è un erotismo di fondo in questo racconto, riconoscetelo :D
!
a me ricorda venusia e goldrake!
Vai, ho citato (AKA copiato) anche "il silvestroscopio" che neanche conoscevo! Autore? Trama?
AHAHAH! ho solo citato un raccontino freeware che avevo letto tempo fa, cmq mi riferivo all'ambientazione nella discarica. Non ti preoccupare, non è che se uno scrive di robot ha per forza copiato da Asimov ;)

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 15:22
da jormungaard
Attenzione:
non pronunciate il nome di Asimov invano, ci sono persone molto sensibili in questo forum. ;D

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 15:24
da Massimo Baglione
Vi comunico che questo racconto (La discarica) con tutti i commenti, è stato spostato nella neocreata sezione "I non selezionati", all'interno del subforum dedicato a NASF. https://www.assonuoviautori.org/forumnasf/index.php

Re: La discarica

Inviato: 07/11/2014, 17:47
da The Machine
alphaorg . ha scritto: AHAHAH! ho solo citato un raccontino freeware che avevo letto tempo fa, cmq mi riferivo all'ambientazione nella discarica. Non ti preoccupare, non è che se uno scrive di robot ha per forza copiato da Asimov ;)
Non avevo pensato ad Asimov infatti :-* ...
Comunque, sempre discarica! Un'altra :D

Re: La discarica

Inviato: 08/11/2014, 13:04
da Pardan
Ci sono cose buone in questo racconto, come l'inizio nella discarica, un po' horror-zombie, ma nell'insieme non mi ha convinto. Anche perché la storia d'amore raccontata così è improbabile.
Quando si scrive sf si obbliga il lettore a sospendere l'incredulità, ma perché vengano accettati per es i viaggi nel tempo e le macchine senzienti occorre che il resto sia quanto più realistico possibile.
Qui c'è un androide che tacchina un'androide: ok, ma devi spiegare perché: è un bug del programma? Non può essere stato programmato per innamorarsi di una macchina, tutt'al più per fingere attrazione nei confronti di umani/umane. Non si capisce quindi il motivo per cui l'androide maschio debba sacrificarsi per FREE. Che i due decidano di partire insieme per cercare di aiutare la ragazza artificiale a trovare il suo amore è da favola, non da racconto di sf.
FREE è un'androide da combattimento? Perfetto, ma che spari a vanvera a tutto e tutti è grottesco, i suoi riflessi dovrebbero renderla capace di reagire in una frazione di millisecondo con precisione, a meno che non abbia un guasto, ma tu non ne parli.
I dialoghi sull'amore sono da adolescenti vampireschi e non da esseri artificiali.
La nascita del robottino è assurda, anche questa soluzione è antropomorfica e favolistica. Hai un ottimo spunto, i pezzi di riserva di FREE, e potresti usarlo: invece di un neonato potrebbe creare una batteria di ricambio, o assemblare i pezzi dell'androide "deceduto" per costruirne un altro. Quando Data decide di diventare padre non fa sesso con una Borg, costruisce LAL...
Anche la forma sarebbe da rivedere: alcune ripetizioni e qualche parola da sostituire, per es non ti puoi riferire all'androide come "l'uomo", perché hai appena detto che non è un uomo, e FREE non "strattona" per liberarsi, tutt'al più si libera con uno strattone.
NB: per me la scrittura è un hobby, sono autodidatta e quindi quello che dico è del tutto opinabile.Credo che il tuo racconto abbia delle potenzialità, però va rivisto del tutto, magari rileggendolo dopo un po' di tempo.

Re: La discarica

Inviato: 08/11/2014, 17:18
da jormungaard
Credo che tutto questo l'avrebbe potuto scrivere se avesse avuto almeno 60mila battute a disposizione.

Concordo con te quando dici che, nonostante si parla di fantascienza, bisogna essere i più realistici possibile. :alien:

Data non fa sesso con una Borg, ma con Tasha Yar ci ha dato dentro di brutto. :D :D :D

Re: La discarica

Inviato: 08/11/2014, 17:40
da Pardan
La sfida dello scrivere è far capire tutto lo stesso, senza spiegoni, il lettore deve arrivarci da solo. La storia di The Machine potrebbe essere ridotta di molto, poche immagini tipo graphic novel, e ci guadagnerebbe.
Data è perfettamente equipaggiato per ogni necessità, ma non ha messo incinta Tasha, quello sarebbe stato eccessivo :P

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 10:14
da The Machine
Hem... non è per difendermi ma Bob tacchina Free perché è il suo mestiere. Non ho pensato che tacchinare un altro androide sarebbe potutto essere fuori dalla sua programmazione, l'ho immaginato come "programmato per provarci con tutte", ma proprio tutte! :D
Free spara su tutti peggio di Rambo, sì.
Con la possibilità di poter usare qualche battuta in più credo sarei riuscita, o almeno avrei PROVATO, ad approfondire di più (vi assicuro che c'ho provato, ma ho dovuto falciare via tante di quelle frasi...).
Comunque, come hai detto tu, un vero scrittore suppongo sappia spiegare anche con poche parole :)

Io comunque volevo che avesse un bambino ;) Anche se è impossibile. Dopotutto, ora come ora, sono impossibili anche gli androidi...

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 11:32
da Cenwyn
Che poi... non poteva trascinarlo a casa e riattaccarlo alla corrente?

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 11:54
da The Machine
Cenwyn ha scritto:Che poi... non poteva trascinarlo a casa e riattaccarlo alla corrente?
Ahah, è vero :D
Quei due fanno a gara a chi è più scemo!


Povero bambino ;)

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 11:54
da Pardan
"Free spara su tutti peggio di Rambo, sì." Se FREE è un'arma, dev'essere efficiente, spietata, ma efficiente. Sparare a un amico non è essere efficiente.
Hai presente gli addestramenti che fanno i poliziotti americani, con le sagome di persone che escono dalle case? Se sparano al delinquente ottengono punti, se colpiscono bambini o vecchiette no.
Un computer è mille volte più rapido a prendere decisioni, quindi quella parte del racconto non ha senso, a meno che FREE non abbia chip, circuiti, capperi danneggiati che la fanno sparare a pene di targh ;)

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 12:09
da The Machine
Pardan ha scritto:"Free spara su tutti peggio di Rambo, sì." Se FREE è un'arma, dev'essere efficiente, spietata, ma efficiente. Sparare a un amico non è essere efficiente.
Hai presente gli addestramenti che fanno i poliziotti americani, con le sagome di persone che escono dalle case? Se sparano al delinquente ottengono punti, se colpiscono bambini o vecchiette no.
Un computer è mille volte più rapido a prendere decisioni, quindi quella parte del racconto non ha senso, a meno che FREE non abbia chip, circuiti, capperi danneggiati che la fanno sparare a pene di targh ;)
Evidentemente Free non è (più) efficente ;)
Forse è rimasta danneggiata durante una battaglia, forse era difettosa, forse dopo che l'hanno scartata (perché guasta o giudicata inefficente) quello che poi è diventato il suo ragazzo, che magari era un ex-commilitone umano, ha deciso di "tenersela" perché si era innamorato...
Tutte cose a cui non ho neanche potuto pensare, ma che magari potrebbero saltar fuori se deciderò di riscriverlo ;)

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 12:46
da Pardan
Appunto, se lo spieghi, o meglio lo fai vedere (show, don't tell, il mantra dei narratori) magari con un "click", un rumore che salta fuori all'improvviso, con un movimento, un tremito ("Che mi succede? Non capisco...") i lettori comprendono e la storia risulta migliore.
Mi veniva in mente l'immagine de "Il mondo dei robot", con Yul Brinner strepitoso nei panni del pistolero killer, quando continua a inseguire il protagonista, si capisce che funziona male da piccoli indizi...

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 13:02
da The Machine
Pardan ha scritto:Appunto, se lo spieghi, o meglio lo fai vedere (show, don't tell, il mantra dei narratori) magari con un "click", un rumore che salta fuori all'improvviso, con un movimento, un tremito ("Che mi succede? Non capisco...") i lettori comprendono e la storia risulta migliore.
Mi veniva in mente l'immagine de "Il mondo dei robot", con Yul Brinner strepitoso nei panni del pistolero killer, quando continua a inseguire il protagonista, si capisce che funziona male da piccoli indizi...
Bello "il mondo dei robot"! Non lo vedo da troppo tempo! E' vero, lì ci sono dei robot difettosi! Riguardarlo magari può farmi venire in mente come "rendere l'idea" anche senza scrivere una pappardella (come hai detto tu, un click, gli occhi che cambiano colore, un FZZZZ, un tremito...).

Grazie a tutti dei commenti! A parte gli infiniti spunti che mi avete dato per riscriverlo meglio (o disegnarlo: io sono fumettista non scrittrice ;) ), mi ha fatto molto bene dal punto di vista psicologico vedere tante opinioni diverse. C'è a chi piace come scrivo, chi lo trova troppo adolescenziale, c'è chi ha apprezzato la nascita del bambino e chi lo trova impossibile, chi vorrebbe più dettagli tecnici, chi una trama più dettagliata, chi mi suggerisce di "dar l'idea" senza dilungarmi in spiegazioni chilometriche stile Data...
Tutto questo avvalora la tesi che, aldilà del fatto che ci siano dei difetti in ciò che scrivo e che io debba ancora migliorare, è vero il concetto del DE GUSTIBUS.
Non avevo mai avuto l'opinione di tante persone diverse.
Mi scoraggiavo, mi sentivo incapace, stupida... Non avevo scritto per anni. Ho voluto riprovare con "L'anno della luce" di BraviAutori e subito dopo con questo racconto , scritto in 1 ora :D perché ho scoperto il concorso troppo tardi e stava per scadere.
Con BraviAutori sono stata pubblicata, qui giustamente no ;) , ma non importa, comunque mi avete aiutata (a migliorare il racconto di Free ma anche psicologicamente) e fatta felice :blob10: :blob3: :blob5:

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 13:08
da Massimo Baglione
The Machine ha scritto:Io comunque volevo che avesse un bambino ;) Anche se è impossibile. Dopotutto, ora come ora, sono impossibili anche gli androidi...
Nella Fantascienza, qualsiasi idea attualmente impossibile deve comunque avere basi credibili o futuribili, altrimenti è Fantasy.
Esistono poi sottogeneri sci-fi che personalmente relegherei al Fantasy e non alla Fantascienza, come lo Steampunk per esempio, e quindi potrei/dovrei lasciar passare un veliero che vola nello Spazio con la sola propulsione a carbone, ma solo perché si devono dare per scontati alcuni presupposti codificati e largamente accettati.
Il comportamento dei tuoi robot non rientra, a mio avviso, in nessuno dei sottogeneri "accettabili", e il solo fatto di usare la parola "robot" non decreta automaticamente la fantascientificità di un racconto.
Quindi un autore può essere libero di scrivere quello che gli pare nei propri racconti di robot, ma se sottopopone quel testo all'attenzione di una comunità di appassionati di Fantascienza, oltre a prestare molta cura su ciò che scrive, dovrebbe stare attento a cosa afferma per difenderlo.

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 13:12
da The Machine
Massimo Baglione ha scritto:
The Machine ha scritto:Io comunque volevo che avesse un bambino ;) Anche se è impossibile. Dopotutto, ora come ora, sono impossibili anche gli androidi...
Nella Fantascienza, qualsiasi idea attualmente impossibile deve comunque avere basi credibili o futuribili, altrimenti è Fantasy.
Esistono poi sottogeneri sci-fi che personalmente relegherei al Fantasy e non alla Fantascienza, come lo Steampunk per esempio, e quindi potrei/dovrei lasciar passare un veliero che vola nello Spazio con la sola propulsione a carbone, ma solo perché si devono dare per scontati alcuni presupposti codificati e largamente accettati.
Il comportamento dei tuoi robot non rientra, a mio avviso, in nessuno dei sottogeneri "accettabili", e il solo fatto di usare la parola "robot" non decreta automaticamente la fantascientificità di un racconto.
Quindi un autore può essere libero di scrivere quello che gli pare nei propri racconti di robot, ma se sottopopone quel testo all'attenzione di una comunità di appassionati di Fantascienza, dovrebbe stare attento a cosa afferma per difenderlo.
Ma sai che l'ho pensato anch'io, leggendo i vostri commenti, di aver scritto un fantasy?!
Mi sa che, nonostante le badilate di Star Trek che guardo, non ho assolutamente dimestichezza con la fantascienza e con le sue regole.

Re: La discarica - piccolo O.T.

Inviato: 11/11/2014, 13:21
da Pardan
A proposito di star trek, ma anche doctor Who, ma anche Star Wars, ma anche Harry Potter, Gundam, Spazio 1999... sto lustrando la divisa, a fine mese c'è: http://www.stic.it/eventi/REUNION/reunion.html

Re: La discarica - piccolo O.T.

Inviato: 11/11/2014, 13:23
da The Machine
Pardan ha scritto:A proposito di star trek, ma anche doctor Who, ma anche Star Wars, ma anche Harry Potter, Gundam, Spazio 1999... sto lustrando la divisa, a fine mese c'è: http://www.stic.it/eventi/REUNION/reunion.html
Urca miseria...
Abito un po' lontana, vacci anche da parte mia e salutami tutti i Klingon che incontri!

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 15:50
da Pardan
Kaplà ;-)

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 20:44
da jormungaard
Qaplà, Pardan, si scrive Qaplà.

x The Machine:
felici di esserti stati d'aiuto, dopotutto le critiche (quelle costruttive) servono appunto per far crescere un aspirante scrittore e non per segarlo!

Re: La discarica

Inviato: 11/11/2014, 20:48
da Marco Signorelli
Salutami il Nagus... ci si vede allo STICCON.

Fumettrice? Lo avevi già detto? La mia memoria da criceto non ricorda.
Però ce lo vedo questo come fumetto...

Re: La discarica

Inviato: 14/11/2014, 16:50
da carlo
intervengo rapidamente solo per dire alcune cose
- la sezione "eliminati" non mi piace li avrei semplicemente messi tra i racconti, qui si rischia di metterne cmq troppo pochi (ma già l'ho detto volevo solo ripeterlo ahahah)
- non vorrei commentare il perchè e il per come certi racconti son stati rifiutati, non mi sembra corretto nei confronti dei moltissimi che restano fuori senza alcuna spiegazione, diciamo però che una piccola eccezione per voi del forum si può fare, sopratutto qui che the machine ci è arrivata da sola... il racconto era buono e sarebbe stato probabilmente inserito, se solo la F di nasf fosse per fantasy al posto di fantascienza. E dio solo sa su Max che effetto faccia anche solo il dubbio di trovarsi davanti al fantasy. A me un po meno, perchè da ragazzino amavo molti autori di quel genere (su tutti Terry Brooks) e anche nella sci fi ho adorato alcuni romanzi che sono senza dubbio una fusione di generi (per dire, quasi tutta la produzione di Jack Vance oscilla molto tra sci fi e fantasy).
- anche se son contrario alla bacheca degli eliminati, questa discussione mi piace molto e dimostra che questo forum è davvero ben frequentato, e utile per tutti, autori curatori o semplici lettori :) grazie!

Re: La discarica

Inviato: 14/11/2014, 18:11
da jormungaard
Ovviamente in questa sezione intervengono tutti gli utenti che non siano i giudici del concorso, che già si sono espressi e non devono dare giustificazioni agli altri.
Pertanto Carlo e Max sono esentati dall'intervenire per criticare i racconti qui pubblicati, a meno che non siano loro stessi a deciderlo.

Re: La discarica

Inviato: 14/11/2014, 20:02
da Massimo Baglione
Personalmente non ne commenterò nessuno, ma solo per non innescare una catena di "anche a me! anche a me!" della quale me ne tengo ben lontano per una pura questione di tempo.
Il mio commento sopra era unicamente rivolto all'affermazione dell'autrice, non sul suo racconto (anche se di riflesso ne è stato coinvolto marginalmente).
Perciò fatevi a pezzi, io resterò a guardarvi deliziato :-)

Re: La discarica

Inviato: 15/11/2014, 17:51
da carlo
:)