Al lago di notte
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Al lago di notte
Certe notti mi fermavo sulle rive di un lago, e guardavo le stelle specchiarsi sulla piatta superficie dell’acqua. I grilli mi cantavano nelle orecchie instancabili e le lucciole mi danzavano intorno. Vedevo in te tutto quello che io non avevo mai avuto, possedevi tutte le qualità che desideravo e sono rimasto ipnotizzato, ti vedevo come un’estensione del mio debole e danneggiato essere. Puntualmente il cielo cominciava a piangere, e ogni lacrima era per me un addio. Ogni stella diventava reale nel momento esatto in cui scompariva, e quella realtà corrispondeva al mio presente. Il buio del cielo notturno un insegnamento. Con il petto bucato chiudevo gli occhi, ma le stelle cadevano lo stesso e il suono degli astri che si infrangevano iniziava a rimbalzarmi nelle pareti craniche. Non ho mai provato amore immacolato e puro. Cercavo negli altri ciò che avrei dovuto cercare in me stesso e ne uscivo sempre a mani vuote. Passavo i miei palmi sui soffici ciuffi d’erba, ma non riuscivo a trarne sollievo. La brezza mi accarezzava le guance e mi sussurrava parole d’amore, le stelle cadevano incessanti e le lucciole si esibivano per me in meravigliosi spettacoli di luce; non ero felice. Capivo che nemmeno le illusioni riuscivano più a darmi conforto, quindi aprivo gli occhi. Davanti all’acqua agitata e sporca e a uno sciame di vespe infuriate, tiravo un sospiro di sollievo e mi accasciavo ormai vuoto e arreso sull’erba secca.
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Re: Al lago di notte
Complimenti. Un brano che ti prende e ti trasporta nel disincanto delle illlusioni.