Intervista a Federica Leva, di Laura Sacchiero.

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Intervista a Federica Leva, di Laura Sacchiero.

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RADICI DI SABBIA: alla scoperta di un romanzo "Musicale" .

INTERVISTA ALLA SCRITTRICE FEDERICA LEVA in occasione del premio letterario "Garcia Lorca 2004" attribuito alla sua opera.

Medico chirurgo con la passione della musica e della scrittura, Federica Leva si ? aggiudicata prestigiosi primi premi in vari concorsi letterari e i suoi lavori (racconti, interventi, articoli letterari) hanno avuto numerose pubblicazioni su fanzine, bisettimanali, riviste e raccolte professionali.

Nel 2002 ha pubblicato con la Zecchini Editore (Varese) il romanzo musicale ?RADICI DI SABBIA ? Andante, Allegretto, Largo, Animato con fuoco?, che si ? aggiudicato, oltre al Premio di Merito al ?Garcia Lorca? 2004, il Primo Premio Categoria Narrativa Edita al Premio Internazionale ?Prato, un Tessuto di Cultura? 2003, il Primo Premio di Narrativa Edita al Gran Premio Letterario Europeo 2003, il Premio Speciale Narrativa Edita al Premio Letterario Internazionale "Firenze, Capitale d'Europa" 2003, Torino.

"Radici di sabbia" non ? un libro solo per musicisti, ma anche per chi ha il desiderio di comprendere quale Amore-Tormento sia al tempo stesso la Musica per chi la sente nel cuore. La vicenda di Patrick, con i suoi dubbi, gli alti e bassi della sua vita, ha valore universale e ben esprime la fragilit? e l?incertezza cha assale l?uomo in questo secolo. Vediamo di approfondire le varie tematiche del libro e conoscerne un poco meglio la genesi nonch? l?autrice, Federica Leva.

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Dottoressa Leva, ci parli brevemente di Lei, delle sue esperienze letterarie e dei suoi interessi. Quando ? nata la sua passione per la scrittura?

Dal punto di vista letterario posso dire brevemente che leggo da quando ero piccola. Ho iniziato a partecipare a concorsi letterari nel 1995 con racconti principalmente in ambito fantastico, genere che ho sempre amato, per cercare di conoscere un po? il panorama letterario. Questo ? stato molto utile come scambio interpersonale di conoscenze, anche a livello di scrittura: ho conosciuto autori che mi piacevano molto, ho ascoltato i loro consigli?sono nate molte amicizie ed ? stata se vogliamo un po?una palestra, che dura tutt?ora. Ho sempre amato per? anche i romanzi: ho scritto il mio primo romanzo (che in parte ho ripudiato) a 12 anni.

Quando ? nato ?Radici di Sabbia?? E? il frutto di un?impeto incontenibile come le composizioni musicali di Patrick, il protagonista, oppure ha avuto una genesi pi? lenta?

E? stato ideato a 16 anni come una storia mentale che non avrei mai pensato di scrivere, visto soprattutto l?argomento iniziale che destava in una sedicenne un po? di pudore. Arrivata a 18 anni ho deciso di scriverlo soltanto per me e cos? ho fatto: ? nata la prima stesura, che conservo ancora, e le successive due. C?? stato poi un lungo momento di pausa, qualche anno, in cui non sapevo se questo romanzo mi piaceva veramente perch? alcune parti erano un po? nebulose?cos? ho deciso di lasciarlo da parte e di scriverne un altro, a cui mi sono dedicata, insieme ad altri racconti. Un giorno, ascoltando una canzone di Branduardi, ?Il giocatore di biliardo?, mi ? tornata la voglia di scriverlo: ho trasformato la frase ?l?erba verde del palmo sul piano?, come spesso mi accade, in ambito musicale, quindi il palmo sul piano era quello del protagonista sul pianoforte ? anzich? sul tavolo verde. Forse sar? stato il momento giusto, non me lo so spiegare?comunque ho ripreso in mano il libro e mi sono accorta che, nelle varie stesure, l?avevo lasciato a met?. La cosa drammatica era poi che avevo completamente eliminato alcuni personaggi e non mi ricordavo pi? che cosa volessi dire! Ho impiegato un po? di tempo per rileggere tutto, pensando che cosa dovessi fare di quella parte che certo mi piaceva, ma non era ancora abbastanza matura. Ho scritto il seguito in breve tempo ed ? stato accettato subito dall?editore, molto interessato, ma fino al giorno in cui ? andato in stampa gli ho mandato fax ed e?mail con le correzioni?

Perch? l?ho scritto ? un discorso molto pi? complicato e lungo da affrontare?

Desta meraviglia soprattutto il passaggio dal genere fantasy dei racconti a questo che ? molto diverso?

Sono due passioni che ho sempre avuto, sia il fantasy che la musica. Patrick, il protagonista, l?unico che insieme ad Hans sia rimasto invariato nelle diverse stesure, ha sempre avuto questa passione musicale, non so perch? consciamente l?ho voluto proprio pianista?io penso che sia un po? il mio alter ego, gli ho fatto fare cose che avrei voluto fare io. Da piccola avrei voluto suonare il pianoforte, cosa che non ho potuto fare, ho avvicinato la musica pi? avanti, ma comunque sia non sarei mai una pianista oggigiorno, n? potrei diventarlo alla mia et?. Ho riversato in Patrick alcune aspirazioni che ho sempre avuto e che vorrei rimanessero tali per me. Non penso che sarei felice di vivere di musica, mi sento pi? predisposta per altro. In quello che noi scriviamo, per?, nei personaggi che inventiamo, mettiamo sempre una parte di desideri che per noi sono rimasti irrealizzati o realizzati solo in parte?il bello ? proprio permettere a questi sogni di restare tali. A volte credo che vivere una situazione potrebbe sminuirla e farle perdere l?aurea di poesia che l?avvolge.

E gli altri personaggi?

I personaggi di contorno sono molto cambiati: un certo Nick ? completamente sparito, Damon e Richard sono entrati pi? avanti, Jessica era completamente diversa, il carattere del padre di Patrick ? stato molto approfondito, ed anche il titolo era diverso. Gli elementi soprannaturali che caratterizzano il libro sono entrati proprio nel momento in cui ho capito che cosa volevo fare della storia e dei miei personaggi.

Leggendo il libro non si pu? non notare che Lei e il protagonista avete in comune la medicina e la musica? Patrick ha trovato un punto d?incontro tra musica e medicina: una tesi di Musicoterapia. E Lei?

S?, anche questo ? un piccolo dato autobiografico, infatti, come dicevo, c?? molto di me in questo personaggio. Alcune vicende che narro mi sono realmente capitate e decidevo di scriverle mentre le stavo vivendo, per esempio la stesura della tesi. A volte credo di non scindere bene la realt? dalla finzione?Anche per la Musicoterapia ricadiamo nel dato reale, ho sfruttato una mia passione e l?ho attribuita al protagonista. Certo gli ho fatto vivere anche situazioni che io non ho mai vissuto: non ho mai vissuto le sue burrascose passioni, non sono mai andata in America, non ho mai affrontato la musica come la affronta lui?ma l?ho fatto comportare come probabilmente avrei fatto io nella stessa situazione e quando avevo la sua et? (24 anni), senza la maturit? che ho acquisito in seguito.

Quali sono le motivazioni della divisione in tre parti e della scelta del titolo?

La suddivisione in tre parti ? nata da un?esigenza editoriale. Il romanzo inizialmente era stato concepito come un blocco unico, perfino senza capitoli. A volte mi capita di scrivere in questo modo e confesso di preferirlo, ma come lettrice posso capire che un blocco unico senza nessuno spazio possa essere spiazzante, cos? l?editore mi ha consigliato la divisione in capitoli, che ho accettato con una certa rassegnazione. Mi sono accorta per? che esistevano tre blocchi distinti, gi? nati spontaneamente, che si potevano separare l?uno dall?altro come se fossero dei libri e corrispondevano ai tre momenti spirituali della vicenda di Patrick: la scoperta e l?accettazione di se stesso, il momento peggiore del suo rapporto con la vita e il riscatto finale.

Ho deciso poi di introdurre i capitoli con frasi significative che si accordassero con il blocco scelto, prese da interviste o commenti di personaggi famosi come Verdi, Segovia, ecc.

La scelta del titolo ? un argomento molto controverso. Il titolo iniziale, che adesso non voglio rivelare, era un altro, molto pi? romantico e che si accordava molto meglio con lo stile e il genere di romanzo che poi ho rinnegato bruscamente. ?Radici di sabbia? ? nato durante la stesura definitiva. Ad un certo punto infatti Jessica parla proprio di ?radici di sabbia?, espressione che mi ? piaciuta subito e ho quindi scelto. L?editore mi ha detto che era un titolo bellissimo, da best-seller, ma che non andava bene perch? il libro doveva appartenere ad una collana musicale. Ho richiesto all?editore un compromesso, che ha accettato: mantenerlo, e cercare un sottotitolo. Mi sono sforzata di cercare qualcosa di convincente, ma non mi veniva in mente nulla che mi soddisfacesse? poi ho pensato di suddividerlo come una Suite. Anche se la suddivisione interna ? di tre blocchi, si possono riscontrare infatti anche quattro momenti importanti della vicenda che corrispondono poi ai nominativi dei sottotitoli: Andante (la parte iniziale un po? triste per la morte dei genitori del protagonista), Allegretto (la riscoperta e l?accettazione di se stesso), Largo (il momento pi? drammatico), Animato con fuoco (il finale). Si pu? quindi dividere il libro a scelta, in tre o in quattro parti.

Se dovesse dare in poche parole una definizione di musica classica, che cosa direbbe?

Direi che ? armonia ed eleganza, se vogliamo anche complessit?, che non va intesa come qualcosa di artificioso, difficile o pesante, ma come una ricerca del bello che va oltre una semplice facciata di poche note. La musica leggera, infatti, si differenzia proprio da questo, nasce da belle note ma senza nessuna particolare ricerca musicale di fondo. Secondo me, al giorno d?oggi, la musica classica viene considerata troppo elitaria, una musica ?per anziani? e colpa ne hanno anche la televisione e la radio, che trasmettono quasi esclusivamente pezzi molto pesanti e difficili, sovente poco apprezzati persino dai musicisti contemporanei, trascurando invece la musica classica essenziale, poco cerebrale. Non ? necessario andare a prendere pezzi di musica contemporanea, che salvo rari casi hanno secondo me perso gran parte della capacit? di emozionare (per privilegiare l?ansia di stupire), o pezzi di Bach, che sono bellissimi ma molto complicati, basta prendere un Mozart, la musica galante del 1740-1760 o anche parte dell?Ottocento, in cui la musica si avvicina di pi? alla nostra concezione. Per definirla, io direi che la musica classica ? armonia ed emozioni. Parlo della musica classica fino agli inizi del ?900, da l? in poi metto un punto di domanda?

Nella sua vita ? nata prima la passione per la musica, per la scrittura o per la medicina?

Penso sia nata prima quella per la scrittura. Avevo cinque anni quando mi hanno regalato un?enciclopedia ed essendo figlia unica trascorrevo le mie giornate a leggere, anzich? a giocare con altri bambini. La passione per musica ? arrivata insieme alla medicina o poco prima, perch? quando ero piccolina avevo una pianola da suonare, ma a otto anni gi? avevo interesse per la materia medica: conoscevo l?apparato locomotore a memoria e avevo nozioni dell?apparato respiratorio e di quello circolatorio, che mi insegnava mio padre. La mia passione viscerale era per? certamente la scrittura: avevo sei anni quando ho scritto i miei primi racconti? quindi metterei la scrittura al primo posto, musica e medicina insieme al secondo. La medicina ? la mia professione, la musica?tornando indietro, non so se avrei voluto fare la musicista nella vita, ? una domanda a cui non so ancora rispondere.

Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Pubblicare altri romanzi, sicuramente, e poi dedicarmi al canto, che ho scoperto durante gli anni dell?universit?, sempre per? come passione.

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Laura Sacchiero
su gentile concessione di classicaonline.com



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