Pagina 1 di 1

Andrei Tarkovsky

Inviato: 02/11/2004, 0:40
da carlo
Andrei Tarkovsky

Immagine


Filmografia completa:

http://www.imdb.com/name/nm0001789/


Breve filmografia consigliata:

1993 Nostalghia (Italia/URSS, 1993)
di Andrej Tarkovskij - con Oleg Jankovskij, Erland Josephson, Domiziana Giordano, Patrizia Terreno
genere Drammatico


1986 Sacrificio (Svezia, 1986)
di Andrej Tarkovskij - con Erland Josephson, Susan Fleetwood, Gudr?n S. Gislad?ttir
genere Drammatico


1979 Stalker (URSS, 1979)
di Andrej Tarkovskij - con Aleksandr Kajdanovskij, Anatoli Solonitsin, Nikolaj Grinko
genere Fantascienza


1974 Lo specchio (URSS, 1974)
di Andrej Tarkovskij - con Margarita Terechova, Jurij Nazarev, Ivan Danilcev
genere Drammatico


1971 Solaris (URSS, 1971)
di Andrej Tarkovskij - con Natalia Bondarciuk, Donatas Banionis, Juri Jarvet
genere Fantascienza


1969 Andrej Rubliov (URSS, 1969)
di Andrej Tarkovskij - con Anatolj Solonitsin, Nikolaj Grinko
genere Drammatico


1962 L'infanzia di Ivan (URSS, 1962)
di Andrej Tarkovskij - con Nikolaj "Kolja" Burljaev, Valentin Zubkov, Nikolaj Grinko, Irma Tarkovskaja
genere Drammatico


Immagine

un ottima biografia:

http://www.mymovies.it/dizionario/biblio.asp?R=1169


Immagine


Immagine


link:

http://www.acs.ucalgary.ca/~tstronds/nostalghia.com/

http://www.cultframe.com/default.asp?co ... a%2Easp%3F


Immagine

biografia

Andrei Arsenyevich Tarkovsky
Data e luogo di nascita: 4 Aprile 1932, Zavrazhe, Russia (oggi Bielorussia)
Data e luogo di morte: 28 Dicembre 1986, Parigi, Francia

Si avvicin? al cinema in un momento in cui l'Unione Sovietica, dopo la morte di Stalin, viveva una stagione di liberalizzazione che permetteva anche a voci fuori dal coro di trovare espressione. Con questa apertura, il regime voleva dimostrare che, al di l? della sua struttura unitaria, esisteva al suo interno una diversificazione di forze vive.
Il rullo compressore e il violino (1960), primo mediometraggio di Tarkovsky, ? sicuramente figlio di questo tempo: utilizza infatti un soggetto - l?infanzia e l?adolescenza - che per la sua potenzialit? metaforica di trasmettere messaggi di cambiamento e di speranza, era molto in auge in quegli anni.
Lo stesso dicasi per L?infanzia di Ivan (1962), il cui segno di novit? ? rappresentato dal racconto intimista e personale che viene fatto della guerra, che non ? pi? la grande guerra patriottica e antinazista, ma diventa l?esperienza di un singolo. La storia di Ivan inoltre, rimasto orfano e costretto a diventare grande troppo in fretta, prima da solo e poi accanto ai soldati, ? densa di richiami all?infanzia del regista, vissuta in piena Guerra mondiale. Tarkovsky evidenzia il paradosso di una generazione che ha a tal punto coltivato il proprio immaginario con la guerra, che convive con la morte e si trova a disagio in un?epoca di pace. Questa condizione, sebbene sia un dato generazionale, non assume mai connotati sociali: l?attenzione del regista ? sempre e solo indirizzata all?individuo. La sua maniera di far cinema, espressione di un disagio vissuto e descritto in maniera soggettiva, trova una delle sue motivazioni nell?opposizione all?ideologia che il regime politico tende ad imporre in campo artistico. E i film di Tarkovsky sono pieni di riferimenti al mondo in cui vive.
Questa aderenza ad una realt? precisa ? fondamentale per comprendere la produzione successiva di Tarkovsky. A cominciare da Andreij Rubl?v (1969) che contiene riferimenti culturali che appaiano lontani per un pubblico occidentale e caratteristici della cultura russa. In questo film, che racconta la vita di un grande artista russo, un pittore di icone vissuto alla fine del Trecento, appare chiara la complessit? dell?autore, la sua tensione spirituale rivolta a sciogliere gli interrogativi fondamentali sull?uomo e sull?esistenza. Una tale ricerca non ha bisogno di nessun legame con la quotidianit?, ma solo di immagini che possano aiutare a leggere i messaggi della coscienza. ? attraverso questa via che arrivano nell?opera di Tarkovsky le suggestioni mistiche e le allusioni all?assoluto e alla trascendenza, difficili da valutare alla luce di tradizionali canoni interpretativi. Quello che si percepisce sono tensioni, malesseri, dubbi, e soprattutto un conflitto latente tra mondo spirituale e situazioni materiali, che si accresce pian piano fino a definirsi in maniera compiuta in Sacrificio (1986), ultimo film di Tarkovsky girato quando gi? la malattia lo fiaccava e diveniva sempre pi? forte la sensazione che l?evoluzione rapida della tecnica e della scienza dovesse prendere il sopravvento sui valori morali. Una sensazione apocalittica alla quale sentiva di poter rispondere solo attraverso il recupero di quell?energia e di quell?impegno spirituale che solo l?arte pu? dare. Nella sua ottica infatti l?artista deve mantenere uno stretto rapporto con la collettivit?, educarla moralmente, aiutarla nella ricerca della verit?. ? questa responsabilit? che bandisce dal suo cinema tutto ci? che ? banale, scontato, per misurarsi con tematiche e forme di raffigurazione che mirano a cogliere ci? che ? pi? duraturo.
Una ricerca in un mondo di ideali, in una zona che, come appare in Stalker (1979), ? circondata da filo spinato, ma nella quale possono trovare posto i sogni degli uomini. Un mondo dove la comunicazione ? affidata a simboli di molteplice interpretazione, le cui digressioni iconografiche sono quadri di Bosch, Leonardo, Bruegel, Rembrandt, D?rer, le cui atmosfere vibrano delle suggestioni di musiche che attingono da Bach o da Beethoven, fino al folcklore scandinavo e giapponese. Un impianto narrativo che si arricchir? anche di elementi architettonici italiani quando nel 1983, divenutogli ormai impossibile il lavoro in patria, sceglie la provincia di Siena e la collaborazione alla sceneggiatura di Tonino Guerra per girare Nost?lghia.
Sono tutti questi elementi a chiarire, pi? che la trama dei singoli film, la cifra stilistica di Tarkovsky, che rifugge completamente da qualsiasi tentazione di intreccio e di racconto, da accelerazioni di montaggio, da logiche narrative tradizionali. Mai come nel suo cinema, la singola inquadratura, i semplici elementi che la compongono, trasmettono la sensazione della poesia. Mai come nel suo cinema ? possibile rintracciare odori e colori, la fisicit? dei corpi e delle cose, la limpidezza dell'acqua e il sapore della terra, ma anche la tensione a superare la materialit? del mondo che ci circonda per giungere in una dimensione in cui non tutte le cose sono visibili con lo sguardo.

Immagine

Andrei Tarkovsky

Inviato: 11/12/2004, 15:40
da kurtz
? un regista difficilissimo, a tratti pu? risultare facilmente noioso.... ma probabilmente trattasi di vero ARTISTA. Per spessore filosofico e bellezza estetica uno dei pi? grandi in assoluto....
ha fatto solo 7 film, ma da soli valgono un'intera poetica:
i pi? belli per me sono: SOLARIS, STALKER e ANDREIJ RUBLEV....
per cominciare il suo primo L'INFANZIA DI IVAN ? vivamente consigliato.... mentre SPECCHIO, SACRIFICIO, NOSTALGHIA sono davvero troppo tosti da mandar gi?.

R: Andrei Tarkovsky

Inviato: 11/02/2005, 4:53
da carlo
Immagine

stasera mi son visto stalker

http://www.reverseshot.com/spring04/stalker.html

un film decisamente impressionante, da seguire, profondamente. Inquadrature, giochi di luci, e fotografia davvero notevoli, artistiche, curate, non si pu? non apprezzarle. Storia molto lenta, ma si sa, ma anche geniale, ipnotica, affascinante. Discussioni con gli amici sul finale, io lo vedo come un film amarissimo, profondamente artistico, sul nonsense della vita, e sulla fratellanza che da questa presa di coscienza dovrebbe nascere, e non nasce mai.
Il futuro e nero, e solo l'idea che il male pu? far da contrappasso al bene, ? un lenitivo per questa esistenza.
Riflessioni sull'io, ambientate in una "zona" postatomica (ufficialmente un meteorite), tre personaggi fondamentali, ognuno profondo a loro modo, e un protagnista lo stalker appunto, fenomenale. Non voglio dirvi molto se non lo conoscete, se non di vederlo, con attenzione. Dura un bel po, e son da evitare quelli come me, che parlano durante i film

Immagine

Immagine

Immagine


e per me, l'unica speranza, ? il cane nero.

ma questo ? un discorso assai complesso...


Immagine

R: Andrei Tarkovsky

Inviato: 11/02/2005, 23:47
da kurtz
STALKER: che enigma!

esteticamente ? uno dei film pi? belli che abbia mai visto... forse il capolavoro di Tarkovskij... il finale - come tutto il film - ? apertissimo, interpretabile in vari modi. Un grande film sul tempo, sulle debolezze umane e sulla misteriosa imperturbabilit? del mondo (la natura). Da vedere assieme a SOLARIS per apprezzare ancor di pi? l'approccio del tutto personale, poetico e intimista, che il regista adopera nei confronti del genere fantascientifico.