Randagio
Inviato: 17/09/2004, 14:15
Regole:
Premessa: se ricevete questa mail ? perch?, da qualche parte nel vasto mondo della rete, avete dimostrato di essere persone sensibili. Oppure siete miei amici. Se ho trovato il vostro indirizzo e lo uso, non chiedetevi chi cazzo io sia, ma godete del fatto di far parte di uno spazio dove i vostri pensieri possono avere voce. Se comunque vi sentite "defraudati" del vostro sacro e inalienabile diritto alla privacy, passate pure al punto 7...
La partecipazione alla redazione del periodico ? libera e incoraggiata! Tutti coloro che vogliono partecipare alla stesura mi mandino il loro materiale. Le parti in verde (il mio colore preferito...) sono le mie.
Gli indirizzi resteranno nascosti, anche se molti di voi, splendidamente, mi hanno detto di lasciare il loro indirizzo visibile. E' comunque bello sapere che ci sono sconosciuti che si fidano di altri sconosciuti, visto che la maggior parte di voi "conosce" solo me...
Scrivete, stronzi/e! Scrivete di sensazioni, esperienze, vita vissuta. Scrivete poesie, racconti, sonetti, frasi, pensieri. Scrivete idiozie, barzellette, inviate immagini cretine di voi che mangiate gli involtini primavera usando due scovolini del cesso come bastoncini!!! Qui si pubblica tutto! Condividete con altri il vostro sentire. Oltre che una comunit? questo pu? essere anche un aiuto per sostenere ciascuno i fardelli di qualcun altro, almeno per un po'...
Chi vuole un numero arretrato deve fare domanda in triplice copia alla Direzione Compartimentale Inutilit?, Ufficio Ricambi Interni, terzo piano. Chiedere della Sig.ra Wanna Marchi...oppure mi mandi una mail...
Se qualcuno conosce persone che potrebbero essere interessate a ricevere il periodico, mi mandi l'indirizzo che ci penso io. Cos? se parte una denuncia per Isterical Spamming, mal che vada arriva a me...
Se qualcuno si ? rotto le balle definitivamente (cosa pi? che probabile...) deve mandare alla Centrale Automatica di Smistamento (cio? a me) una mail avente ad oggetto le parole: "lasciami in pace, stronzo!" e sar? immediatamente rimosso dalla lista.
E' passato del tempo.
il periodico che alcuni di voi attendono, ed altri sperano di non ricevere pi?, si ? stiracchiato nei giorni inutili, di passaggio verso imprescindibili, nuove frontiere. Finalmente al mio posto, con il buon Sulu che imposta la rotta, mi dirigo, in compagnia dei vostri formidabili scritti, verso un posto a caso dove nessuno ha mai capito di essere arrivato prima.
Puntata interessante, questa, almeno cos? mi pare.
Puntata fatta di contestazioni dolci e di amare promesse.
Puntata fondamentalmente cazzistica (passatemi il termine)...
Si ringrazia per la gentile collaborazione il Riesling Italico Oltrep? Pavese.
Questa parodistica paternale ? offerta dai Mercanti di Liquore:
TEORIA DEI NEURONI:
una mandria di bufali si puo' muovere tanto rapidamente quanto e' la
velocita' del bufalo piu' lento, e quando la mandria e' cacciata, sono
i bufali piu' lenti e ammalati che sono alla fine del gruppo che
muoiono per primi.
Questa e' una selezione naturale valida per la mandria considerata un tutt'uno,
visto che la velocita' generale e la salute dell'assieme migliora con la
morte regolare dei suoi mambri piu'deboli.
Alla stessa maniera, il cervello umano puo' operare tanto velocemente
quanto i neuroni piu' lenti.
Il consumo di eccessivo alcol, come tutti sappiamo,distrugge i neuroni,
ma naturalmente attacca in primo luogo quelli piu' deboli e lenti.
In questo senso il consumo regolare di birra elimina i neuroni piu' deboli,
rendendo costantemente il cervello una macchina piu' rapida ed efficiente.
Il risultato di questo profondo studio neurologico verifica e convalida la relazione
causale fra le uscite festaiole del fine settimana e il rendimento dei
consulenti,matematici,ingegneri,economisti,avvocati,progettisti,etc.
Allo stesso modo si spiega il perche' dopo pochi anni aver finito
l'universita' e contratto il matrimonio,la maggior parte dei
professionisti non puo' mantenere i livelli di rendimento dei neolaureati.
Solo quei pochi che persistono nello stretto regime di
consumo vorace di alcol possono mantenere i livelli intellettuali che
avevano durante i loro anni da studenti universitari.
Per tutti questi una chiamata alle armi.
Mentre il ns Paese sta perdendo il suo potenziale intellettuale, noi non possiamo
rimanere in casa senza fare nulla.
Andiamo al bar!!Beviamo litri e litri!!
La tua azienda e la tua pace necessitano che tu sia al massimo e tu non puoi negarti
alla carriera che ti sta davanti.
Animo !Non tenerti questa informazione solo per te ma dividila con tutte le persone che stimi.
In questo modo stai collaborando per costruire un paese migliore.
Ciao a tutti e spero che vorrete prendere provvedimenti adeguati per la
salvezza delle migliori teste pensanti.
ciao
Un Racconto da Elishir:
claudia
Accett? di recarsi a casa di Claudia, era tanto che si mettevano d?accordo ma sopraggiungeva sempre un impegno che le teneva lontane. Quasi per caso erano libere entrambi.
Sal? di corsa le scale e arriv? col fiatone davanti alla porta e suon? il campanello in attesa di sentire i rumori della vita di tutti i giorni. La chiave risuon? nella serratura e lentamente si apr? uno scorcio del parquet e si deline? il collo di un gatto che faceva capolino da dietro la porta. Un?essenza calda e penetrante di odori orientali mescolati alla menta, le avvolse il naso e le inebri? la mente.L?atmosfera soffusa cattur? il suo immaginario. Due gatti magri e curiosi stavano allungando il collo per vederla meglio. Subito dopo comparve il volto sorridente e sereno di Claudia, vestito con una maglietta blu disordinatamente appoggiata su un paio di jeans stinti e un paio di ciabatte da casa con calzini a righe di mille colori. Si domand? se fosse mai riuscita ad indossare qualcosa di simile, in fondo non c?era nulla di male nell?indossare in casa un indumento cos? chick. Forse poteva prendere spunto da lei e provare a sentirsi cos? libera e sciolta dai vincoli dei condizionamenti. Era anche quello che le piaceva di Claudia, riusciva sempre ad essere se stessa. Mentre si scambiavano i baci di rito sulle guance, sent? che avrebbe desiderato abbracciarla: ogni volta che la incontrava si sentiva rincuorata, si sentiva finalmente a casa.
Iniziarono a scambiarsi qualche parola sul tempo e sul naso chiuso di Claudia che non riusciva a respirare e intramezzava una frase tra una soffiata di naso e l?altra, intanto lei si toglieva stancamente il giubbotto senza maniche e la giacca di cotone felpato. Le offr? distrattamente un caff? ma si sedettero poco dopo sul divano. Il forte temporale risuonava dalle finestre con qualche tuono isolato, e la pioggia batteva forte sui balconi. L?atmosfera di protezione dai rumori esterni le lasciava dentro di s? la sensazione che c?era qualcosa di insolito in quell?incontro. Ogni volta doveva confrontarsi con i sensi di colpa, ogni volta che faceva qualcosa per s? viveva la stessa sensazione. Un senso di ansia le attanagliava lo stomaco e le impediva di mantenere la posizione seduta per pi? di un minuto. Iniziarono a fumare una sigaretta mentre i gatti, quasi consapevoli, si accoccolavano nella cesta da biancheria, impegnati a leccarsi l?un l?altro. Claudia inizi? a raccontare di un appuntamento verso le 18 e chiese informazioni sulla strada migliore per raggiungere Firenze dalla periferia. Lei gli offr? qualche informazione e condusse la conversazione su un corso di meditazione che Claudia aveva svolto da poco, era curiosa di conoscere alcuni dettagli, amava tutto quello che riguardava l?immaginario e la dedizione al s?.
Il vento ogni tanto faceva sbattere le persiane, faceva sobbalzare anche lei in un sussulto e le faceva sentire ancora pi? forte, quello stato d?ansia dentro di se.
Era piacevole il contrasto con il clima rigido e umido di fuori e il calore che si respirava in quella stanza un po?in penombra e odorosa di essenze diffuse dal deumidificatore. Nell?assaporare l?atmosfera in contrasto con l?ansia allo stomaco, la colse un brivido di piacere che lento e improvviso insieme, le attraversava il corpo e lo spirito. Un po? confusa allontan? l?attenzione dal proprio corpo, e si concentr? sulle parole di Claudia che sembrava distesa, con quell?aria approssimativa e un po? annoiata. Sedute l?, fianco fianco sul divano, con gli sguardi rivolti sui movimenti dei gatti assorti, chiacchieravano del lavoro e poi di altro, con un ritmo fluido e lento e lei si rassicurava nel vedere che Claudia non sembrava cogliere l?ansia che l?avvolgeva. Sembrava che non si fosse neppure accorta che avrebbe rischiato di cadere se avesse continuato a muoversi verso l?angolo pi? esterno del divano.
Cerc? di comprendere da cosa originava quello stato di allarme che sentiva dentro di s? ma non voleva che Claudia percepisse il suo disagio, altrimenti avrebbe scavato con le sue domande aumentandolo ancora di pi?, riducendo le sue difese. In questo Claudia era molto brava, sapeva abbassare le sue difese meglio di chiunque altro e la faceva sentire ancora pi? confusa e nuda. Ed era ancora quello, uno dei lati che apprezzava di pi? in Claudia, riusciva a farle comprendere cosa provava dentro di s?, da sola lei non avrebbe saputo dare un nome alle emozioni, Claudia le aveva insegnato a riconoscerle e a nominarle.
Forse quei pensieri la distoglievano dalla conversazione, nella quale intramezzava qualche pausa e il silenzio poteva parlare. Per un attimo si accorse che nessuno stava parlando e il suo sguardo si concentr? sui gatti che, ormai conclusa l?opera di reciproca pulizia, stavano appallottolati l?uno sull?altro dormendo serenamente. Claudia fece lo stesso e per poco restarono in silenzio. Nonostante apprezzasse il silenzio e forse lo desiderasse per riorganizzare le idee, stava per interromperlo ma fortunatamente decise di rispettarlo. Le accadeva sempre cos?, ogni volta che voleva una cosa si accingeva a fare l?esatto opposto, ogni volta che faceva un?affermazione si rendeva conto che era forse pi? valido l?esatto contrario. Che rabbia si faceva, forse era proprio questa caratteristica del carattere che le procurava ansia. Ma ora seppe far fruttare l?esperienza ed assapor? la voce del silenzio.Che bello il silenzio, se non avesse avuto nello stomaco quella strana ansia, avrebbe voluto chiudere gli occhi e restare l? con Claudia di fianco e ascoltare la voce del silenzio e lasciare parlare il loro spirito.
Invece con Claudia, le capitava spesso di riempire tutti i vuoti, perch? temeva che nel silenzio potessero assumere nuove forme le fantasie e la comunicazione non verbale. Cosa poteva succedere? Un tempo Claudia, quando c?era un po? di silenzio, orientava lo sguardo su di lei e poneva qualche domanda. Era sempre cos? vigile e attenta a lei. Quella volta non lo fece e a lei sembr? quasi strano che fosse vero, e lo apprezz?. Quando sapeva tollerare le sue difese, si ritrovava lei stessa ad abbassarle naturalmente e lentamente percep? una rinnovata sensazione di benessere.
Chiss? perch? ma tra loro ogni tanto si creava, quell?atmosfera strana, intima, come se potesse succedere qualcosa da un momento all?altro. Forse era lei che viaggiava troppo con la fantasia ma le accadeva di percepire le energie, sentiva la voce dello spirito e le sembrava di individuare in essa una comunicazione sottesa, anche se in realt? l?altro stesse dicendo tutt?altro.
Intanto Claudia rideva tenendosi il fazzoletto di carta stropicciata, sul naso e descriveva divertita, di buffi particolari sui partecipanti al corso ed era assorta nei ricordi. Non sembrava davvero accorgersi di tutti questi pensieri che si accavallano veloci nella sua mente, alla velocit? di pochi decimi di secondi.
Intanto il tempo lento, trascorreva veloce.
Guardando l?orologio si accorse che era giunto il momento di salutare, spense l?ultima sigaretta e si avvicin? ai gatti, accarezz? il pi? piccolo, distogliendolo inconsapevole, dal relax e dal sonnellino in cui era caldamente abbandonato. Lo avvolse delicatamente tra le dita ed Emma si lasci? sostenere con lo sguardo stupido e distratto. La pancina rosa circondata da pelo grigio e arruffato, la rendevano dolce e odorosa, la avvicin? al naso e la baci? dolcemente. Svogliatamente la rimise nella cesta e ripens? a quanto avrebbe desiderato essere un gatto, caldamente disteso sui cuscini, sicuro che un padrone amoroso di sarebbe preoccupato di lei. Indoss? a malavoglia il giubbotto desiderosa di definire quei sospesi che pendevano dall?aria rarefatta dai profumi e dalle parole non dette.
Si salutarono vicino alla porta e lei avrebbe voluto abbracciarla senza tutto l?infagottamento del giubbotto.Amava cos? tanto gli abbracci. Si scambiarono i baci di rito e Claudia l?abbracci? affettuosamente come sapeva fare, dosando i gesti con la sua rassicurante dolcezza. Anche quello era il lato che tanto apprezzava in Claudia, la sua dolcezza e il riuscire a farla distendere e a farla sentire a casa. C?era un non so che in quell?abbraccio, la lentezza, la cura, l?attenzione, insoliti particolari, ma si accorse che un tempo era pi? denso, ora possedeva un che di formale. Avrebbe voluto che l?abbraccio durasse all?infinito, si sentiva cos? al sicuro. Ma era terminato e Claudia si stava gi? allontanando, si accingeva a prendere un gatto che accortosi del cambiamento d?atmosfera, si era gi? approssimato alla porta predisponendosi per annusarne i nuovi odori che risalivano veloci dalle scale della palazzina.
La salut? sul pianerottolo e raggiunse le scale in poco tempo e sent? dietro di s? la porta richiudersi.
E per finire, due parole da Antikas:
Non sono un poeta che riesce a trovare una rima ad ogni evento della vita o
che riesce a descrivere la merda con parole altisonanti come "afrosa" ma
sono un pensatore che riflette e che quando prende appunti lo fa in prosa.
L'ultima annata di "Vita Randagia" mi hanno lasciato molto perplesso:
possibile che si debba vivere O come atei cinici e disperati O come accecati
da una fede dogmatica che non lascia lo spazio per l'io? Possibile che chi
ha fede debba avere paura di vivere e chi non ce l'ha deve avere paura di
morire? In un certo senso quando leggo "Vita Randagia" mi sento come un
Fascista che legge l'Unita( premetto che sono anarchico convinto e che il
mio era solo un esempio): capisco quello che c? scritto ma ne rimango
sconvolto, non perch? non mi sono posto le domande ma perch? mi d? risposte
completamente diverse. Non vorrei prendeste questa mail come un insulto o
una critica ma vorrei veramente capire il vostro punto di vista, quale
ragionamento vi ha portato al punto in cui siete. Dal canto mio Non voglio
apparire come un idiota col sorriso sulle labbra che fa finta di vedere che
non c? il male, il male c? e lo sto vivendo sulla mia pelle ogni giorno. Ma
cadere nella disperazione ? per me dargliela vinta ed ? quindi una cosa che
non posso permettere. Vorrei anchio spiegarvi il mio punto di vista ma
vorrei che per me lo facessero alcuni degli autori che mi hanno aiutato a
sviluppare la mia visione del reale: come primo consiglio vi chiedo di fare
una ricerca su qualsiasi motore di ricerca con il nome "Terence MacKenna" e
capirete perch? secondo me la vita ? un gioco a somma zero. Come ho detto
prima non voglio ne criticare ne appiciccare le mie idde a nessuno ma mi
piacerebbe avere delle risposte che mi permettano di capirvi meglio
Antikas Karios
Parole interessanti su cui riflettere.
"Un bambino con il naso sporco di nutella chiede al nonno: perch? non sei ancora morto? risposta: perch? la nutella ? solo Ferrero!!!"
Ha un senso?
Non credo, ma mi piaceva cos?...
Chiusura vera:
Avevano ragione i medici, Adriano non ha visto arrivare la nuova settimana. E' morto la mattina di ferragosto. Mentre gli amici partiti prima del suo aggravamento si preparavano per la spiaggia lui se n'? andato definitivamente, dopo una giornata in coma. Mi chiedo se la sua bimba abbia imparato a parlare abbastanza presto da dargli almeno la gioia di sentirsi chiamare pap?. Un pap? che non ha conosciuto e non conoscer? mai pi?, se non nei racconti della mamma e dei nonni. E un pap? che ha conosciuto ben poco, nei pochi momenti in cui non era in ospedale o sotto cure, forse per sei dei suoi diciannove mesi....
Ma forse non si impara nulla dalla morte degli altri, forse solo la paura... e per giunta la paura irrazionale. Forse fa troppa paura una fine contro la quale non possiamo fare nulla, che non possiamo prevenire, forse ? per quello che molti, come li vediamo sul forum, hanno cos? tanta paura di una sola cosa, forse ci permette di pensare che se sta volta ? andata bene la prossima dipender? solo da noi evitarla... e possiamo continuare a sentirci immortali e a perderci nelle nostre assurde paranoie, i problemi con i colleghi, l'esame non passato, le piccole beghe quotidiane.
Lo scrivo ora qui, a te, e forse prima o poi, mi decider? anche a scriverlo sul forum, quello che l? mi ha colpito ? la capacit? di tanti di unire i problemi quotidiani con la consapevolezza del valore della vita... penso al sole che porta Davide ogni volta che sorride, o che lo senti, anche quando ? stanco e indaffarato o incasinato... vorrei avere solo un millesimo del suo splendore...
Un abbraccio
Ricordatevi, amici miei: nulla dura in eterno.
Quindi godetevela finch? dura, rilasciando feromoni a tuono! Esercitatevi, esercitiamoci, esercitomi a sempre sorrider della nostra vita, essendo essa troppo umana per rinunciare!
...forse con un bicchiere in meno veniva meglio, ma in fin dei conti chissene....
'notte
Randagio
Premessa: se ricevete questa mail ? perch?, da qualche parte nel vasto mondo della rete, avete dimostrato di essere persone sensibili. Oppure siete miei amici. Se ho trovato il vostro indirizzo e lo uso, non chiedetevi chi cazzo io sia, ma godete del fatto di far parte di uno spazio dove i vostri pensieri possono avere voce. Se comunque vi sentite "defraudati" del vostro sacro e inalienabile diritto alla privacy, passate pure al punto 7...
La partecipazione alla redazione del periodico ? libera e incoraggiata! Tutti coloro che vogliono partecipare alla stesura mi mandino il loro materiale. Le parti in verde (il mio colore preferito...) sono le mie.
Gli indirizzi resteranno nascosti, anche se molti di voi, splendidamente, mi hanno detto di lasciare il loro indirizzo visibile. E' comunque bello sapere che ci sono sconosciuti che si fidano di altri sconosciuti, visto che la maggior parte di voi "conosce" solo me...
Scrivete, stronzi/e! Scrivete di sensazioni, esperienze, vita vissuta. Scrivete poesie, racconti, sonetti, frasi, pensieri. Scrivete idiozie, barzellette, inviate immagini cretine di voi che mangiate gli involtini primavera usando due scovolini del cesso come bastoncini!!! Qui si pubblica tutto! Condividete con altri il vostro sentire. Oltre che una comunit? questo pu? essere anche un aiuto per sostenere ciascuno i fardelli di qualcun altro, almeno per un po'...
Chi vuole un numero arretrato deve fare domanda in triplice copia alla Direzione Compartimentale Inutilit?, Ufficio Ricambi Interni, terzo piano. Chiedere della Sig.ra Wanna Marchi...oppure mi mandi una mail...
Se qualcuno conosce persone che potrebbero essere interessate a ricevere il periodico, mi mandi l'indirizzo che ci penso io. Cos? se parte una denuncia per Isterical Spamming, mal che vada arriva a me...
Se qualcuno si ? rotto le balle definitivamente (cosa pi? che probabile...) deve mandare alla Centrale Automatica di Smistamento (cio? a me) una mail avente ad oggetto le parole: "lasciami in pace, stronzo!" e sar? immediatamente rimosso dalla lista.
E' passato del tempo.
il periodico che alcuni di voi attendono, ed altri sperano di non ricevere pi?, si ? stiracchiato nei giorni inutili, di passaggio verso imprescindibili, nuove frontiere. Finalmente al mio posto, con il buon Sulu che imposta la rotta, mi dirigo, in compagnia dei vostri formidabili scritti, verso un posto a caso dove nessuno ha mai capito di essere arrivato prima.
Puntata interessante, questa, almeno cos? mi pare.
Puntata fatta di contestazioni dolci e di amare promesse.
Puntata fondamentalmente cazzistica (passatemi il termine)...
Si ringrazia per la gentile collaborazione il Riesling Italico Oltrep? Pavese.
Questa parodistica paternale ? offerta dai Mercanti di Liquore:
TEORIA DEI NEURONI:
una mandria di bufali si puo' muovere tanto rapidamente quanto e' la
velocita' del bufalo piu' lento, e quando la mandria e' cacciata, sono
i bufali piu' lenti e ammalati che sono alla fine del gruppo che
muoiono per primi.
Questa e' una selezione naturale valida per la mandria considerata un tutt'uno,
visto che la velocita' generale e la salute dell'assieme migliora con la
morte regolare dei suoi mambri piu'deboli.
Alla stessa maniera, il cervello umano puo' operare tanto velocemente
quanto i neuroni piu' lenti.
Il consumo di eccessivo alcol, come tutti sappiamo,distrugge i neuroni,
ma naturalmente attacca in primo luogo quelli piu' deboli e lenti.
In questo senso il consumo regolare di birra elimina i neuroni piu' deboli,
rendendo costantemente il cervello una macchina piu' rapida ed efficiente.
Il risultato di questo profondo studio neurologico verifica e convalida la relazione
causale fra le uscite festaiole del fine settimana e il rendimento dei
consulenti,matematici,ingegneri,economisti,avvocati,progettisti,etc.
Allo stesso modo si spiega il perche' dopo pochi anni aver finito
l'universita' e contratto il matrimonio,la maggior parte dei
professionisti non puo' mantenere i livelli di rendimento dei neolaureati.
Solo quei pochi che persistono nello stretto regime di
consumo vorace di alcol possono mantenere i livelli intellettuali che
avevano durante i loro anni da studenti universitari.
Per tutti questi una chiamata alle armi.
Mentre il ns Paese sta perdendo il suo potenziale intellettuale, noi non possiamo
rimanere in casa senza fare nulla.
Andiamo al bar!!Beviamo litri e litri!!
La tua azienda e la tua pace necessitano che tu sia al massimo e tu non puoi negarti
alla carriera che ti sta davanti.
Animo !Non tenerti questa informazione solo per te ma dividila con tutte le persone che stimi.
In questo modo stai collaborando per costruire un paese migliore.
Ciao a tutti e spero che vorrete prendere provvedimenti adeguati per la
salvezza delle migliori teste pensanti.
ciao
Un Racconto da Elishir:
claudia
Accett? di recarsi a casa di Claudia, era tanto che si mettevano d?accordo ma sopraggiungeva sempre un impegno che le teneva lontane. Quasi per caso erano libere entrambi.
Sal? di corsa le scale e arriv? col fiatone davanti alla porta e suon? il campanello in attesa di sentire i rumori della vita di tutti i giorni. La chiave risuon? nella serratura e lentamente si apr? uno scorcio del parquet e si deline? il collo di un gatto che faceva capolino da dietro la porta. Un?essenza calda e penetrante di odori orientali mescolati alla menta, le avvolse il naso e le inebri? la mente.L?atmosfera soffusa cattur? il suo immaginario. Due gatti magri e curiosi stavano allungando il collo per vederla meglio. Subito dopo comparve il volto sorridente e sereno di Claudia, vestito con una maglietta blu disordinatamente appoggiata su un paio di jeans stinti e un paio di ciabatte da casa con calzini a righe di mille colori. Si domand? se fosse mai riuscita ad indossare qualcosa di simile, in fondo non c?era nulla di male nell?indossare in casa un indumento cos? chick. Forse poteva prendere spunto da lei e provare a sentirsi cos? libera e sciolta dai vincoli dei condizionamenti. Era anche quello che le piaceva di Claudia, riusciva sempre ad essere se stessa. Mentre si scambiavano i baci di rito sulle guance, sent? che avrebbe desiderato abbracciarla: ogni volta che la incontrava si sentiva rincuorata, si sentiva finalmente a casa.
Iniziarono a scambiarsi qualche parola sul tempo e sul naso chiuso di Claudia che non riusciva a respirare e intramezzava una frase tra una soffiata di naso e l?altra, intanto lei si toglieva stancamente il giubbotto senza maniche e la giacca di cotone felpato. Le offr? distrattamente un caff? ma si sedettero poco dopo sul divano. Il forte temporale risuonava dalle finestre con qualche tuono isolato, e la pioggia batteva forte sui balconi. L?atmosfera di protezione dai rumori esterni le lasciava dentro di s? la sensazione che c?era qualcosa di insolito in quell?incontro. Ogni volta doveva confrontarsi con i sensi di colpa, ogni volta che faceva qualcosa per s? viveva la stessa sensazione. Un senso di ansia le attanagliava lo stomaco e le impediva di mantenere la posizione seduta per pi? di un minuto. Iniziarono a fumare una sigaretta mentre i gatti, quasi consapevoli, si accoccolavano nella cesta da biancheria, impegnati a leccarsi l?un l?altro. Claudia inizi? a raccontare di un appuntamento verso le 18 e chiese informazioni sulla strada migliore per raggiungere Firenze dalla periferia. Lei gli offr? qualche informazione e condusse la conversazione su un corso di meditazione che Claudia aveva svolto da poco, era curiosa di conoscere alcuni dettagli, amava tutto quello che riguardava l?immaginario e la dedizione al s?.
Il vento ogni tanto faceva sbattere le persiane, faceva sobbalzare anche lei in un sussulto e le faceva sentire ancora pi? forte, quello stato d?ansia dentro di se.
Era piacevole il contrasto con il clima rigido e umido di fuori e il calore che si respirava in quella stanza un po?in penombra e odorosa di essenze diffuse dal deumidificatore. Nell?assaporare l?atmosfera in contrasto con l?ansia allo stomaco, la colse un brivido di piacere che lento e improvviso insieme, le attraversava il corpo e lo spirito. Un po? confusa allontan? l?attenzione dal proprio corpo, e si concentr? sulle parole di Claudia che sembrava distesa, con quell?aria approssimativa e un po? annoiata. Sedute l?, fianco fianco sul divano, con gli sguardi rivolti sui movimenti dei gatti assorti, chiacchieravano del lavoro e poi di altro, con un ritmo fluido e lento e lei si rassicurava nel vedere che Claudia non sembrava cogliere l?ansia che l?avvolgeva. Sembrava che non si fosse neppure accorta che avrebbe rischiato di cadere se avesse continuato a muoversi verso l?angolo pi? esterno del divano.
Cerc? di comprendere da cosa originava quello stato di allarme che sentiva dentro di s? ma non voleva che Claudia percepisse il suo disagio, altrimenti avrebbe scavato con le sue domande aumentandolo ancora di pi?, riducendo le sue difese. In questo Claudia era molto brava, sapeva abbassare le sue difese meglio di chiunque altro e la faceva sentire ancora pi? confusa e nuda. Ed era ancora quello, uno dei lati che apprezzava di pi? in Claudia, riusciva a farle comprendere cosa provava dentro di s?, da sola lei non avrebbe saputo dare un nome alle emozioni, Claudia le aveva insegnato a riconoscerle e a nominarle.
Forse quei pensieri la distoglievano dalla conversazione, nella quale intramezzava qualche pausa e il silenzio poteva parlare. Per un attimo si accorse che nessuno stava parlando e il suo sguardo si concentr? sui gatti che, ormai conclusa l?opera di reciproca pulizia, stavano appallottolati l?uno sull?altro dormendo serenamente. Claudia fece lo stesso e per poco restarono in silenzio. Nonostante apprezzasse il silenzio e forse lo desiderasse per riorganizzare le idee, stava per interromperlo ma fortunatamente decise di rispettarlo. Le accadeva sempre cos?, ogni volta che voleva una cosa si accingeva a fare l?esatto opposto, ogni volta che faceva un?affermazione si rendeva conto che era forse pi? valido l?esatto contrario. Che rabbia si faceva, forse era proprio questa caratteristica del carattere che le procurava ansia. Ma ora seppe far fruttare l?esperienza ed assapor? la voce del silenzio.Che bello il silenzio, se non avesse avuto nello stomaco quella strana ansia, avrebbe voluto chiudere gli occhi e restare l? con Claudia di fianco e ascoltare la voce del silenzio e lasciare parlare il loro spirito.
Invece con Claudia, le capitava spesso di riempire tutti i vuoti, perch? temeva che nel silenzio potessero assumere nuove forme le fantasie e la comunicazione non verbale. Cosa poteva succedere? Un tempo Claudia, quando c?era un po? di silenzio, orientava lo sguardo su di lei e poneva qualche domanda. Era sempre cos? vigile e attenta a lei. Quella volta non lo fece e a lei sembr? quasi strano che fosse vero, e lo apprezz?. Quando sapeva tollerare le sue difese, si ritrovava lei stessa ad abbassarle naturalmente e lentamente percep? una rinnovata sensazione di benessere.
Chiss? perch? ma tra loro ogni tanto si creava, quell?atmosfera strana, intima, come se potesse succedere qualcosa da un momento all?altro. Forse era lei che viaggiava troppo con la fantasia ma le accadeva di percepire le energie, sentiva la voce dello spirito e le sembrava di individuare in essa una comunicazione sottesa, anche se in realt? l?altro stesse dicendo tutt?altro.
Intanto Claudia rideva tenendosi il fazzoletto di carta stropicciata, sul naso e descriveva divertita, di buffi particolari sui partecipanti al corso ed era assorta nei ricordi. Non sembrava davvero accorgersi di tutti questi pensieri che si accavallano veloci nella sua mente, alla velocit? di pochi decimi di secondi.
Intanto il tempo lento, trascorreva veloce.
Guardando l?orologio si accorse che era giunto il momento di salutare, spense l?ultima sigaretta e si avvicin? ai gatti, accarezz? il pi? piccolo, distogliendolo inconsapevole, dal relax e dal sonnellino in cui era caldamente abbandonato. Lo avvolse delicatamente tra le dita ed Emma si lasci? sostenere con lo sguardo stupido e distratto. La pancina rosa circondata da pelo grigio e arruffato, la rendevano dolce e odorosa, la avvicin? al naso e la baci? dolcemente. Svogliatamente la rimise nella cesta e ripens? a quanto avrebbe desiderato essere un gatto, caldamente disteso sui cuscini, sicuro che un padrone amoroso di sarebbe preoccupato di lei. Indoss? a malavoglia il giubbotto desiderosa di definire quei sospesi che pendevano dall?aria rarefatta dai profumi e dalle parole non dette.
Si salutarono vicino alla porta e lei avrebbe voluto abbracciarla senza tutto l?infagottamento del giubbotto.Amava cos? tanto gli abbracci. Si scambiarono i baci di rito e Claudia l?abbracci? affettuosamente come sapeva fare, dosando i gesti con la sua rassicurante dolcezza. Anche quello era il lato che tanto apprezzava in Claudia, la sua dolcezza e il riuscire a farla distendere e a farla sentire a casa. C?era un non so che in quell?abbraccio, la lentezza, la cura, l?attenzione, insoliti particolari, ma si accorse che un tempo era pi? denso, ora possedeva un che di formale. Avrebbe voluto che l?abbraccio durasse all?infinito, si sentiva cos? al sicuro. Ma era terminato e Claudia si stava gi? allontanando, si accingeva a prendere un gatto che accortosi del cambiamento d?atmosfera, si era gi? approssimato alla porta predisponendosi per annusarne i nuovi odori che risalivano veloci dalle scale della palazzina.
La salut? sul pianerottolo e raggiunse le scale in poco tempo e sent? dietro di s? la porta richiudersi.
E per finire, due parole da Antikas:
Non sono un poeta che riesce a trovare una rima ad ogni evento della vita o
che riesce a descrivere la merda con parole altisonanti come "afrosa" ma
sono un pensatore che riflette e che quando prende appunti lo fa in prosa.
L'ultima annata di "Vita Randagia" mi hanno lasciato molto perplesso:
possibile che si debba vivere O come atei cinici e disperati O come accecati
da una fede dogmatica che non lascia lo spazio per l'io? Possibile che chi
ha fede debba avere paura di vivere e chi non ce l'ha deve avere paura di
morire? In un certo senso quando leggo "Vita Randagia" mi sento come un
Fascista che legge l'Unita( premetto che sono anarchico convinto e che il
mio era solo un esempio): capisco quello che c? scritto ma ne rimango
sconvolto, non perch? non mi sono posto le domande ma perch? mi d? risposte
completamente diverse. Non vorrei prendeste questa mail come un insulto o
una critica ma vorrei veramente capire il vostro punto di vista, quale
ragionamento vi ha portato al punto in cui siete. Dal canto mio Non voglio
apparire come un idiota col sorriso sulle labbra che fa finta di vedere che
non c? il male, il male c? e lo sto vivendo sulla mia pelle ogni giorno. Ma
cadere nella disperazione ? per me dargliela vinta ed ? quindi una cosa che
non posso permettere. Vorrei anchio spiegarvi il mio punto di vista ma
vorrei che per me lo facessero alcuni degli autori che mi hanno aiutato a
sviluppare la mia visione del reale: come primo consiglio vi chiedo di fare
una ricerca su qualsiasi motore di ricerca con il nome "Terence MacKenna" e
capirete perch? secondo me la vita ? un gioco a somma zero. Come ho detto
prima non voglio ne criticare ne appiciccare le mie idde a nessuno ma mi
piacerebbe avere delle risposte che mi permettano di capirvi meglio
Antikas Karios
Parole interessanti su cui riflettere.
"Un bambino con il naso sporco di nutella chiede al nonno: perch? non sei ancora morto? risposta: perch? la nutella ? solo Ferrero!!!"
Ha un senso?
Non credo, ma mi piaceva cos?...
Chiusura vera:
Avevano ragione i medici, Adriano non ha visto arrivare la nuova settimana. E' morto la mattina di ferragosto. Mentre gli amici partiti prima del suo aggravamento si preparavano per la spiaggia lui se n'? andato definitivamente, dopo una giornata in coma. Mi chiedo se la sua bimba abbia imparato a parlare abbastanza presto da dargli almeno la gioia di sentirsi chiamare pap?. Un pap? che non ha conosciuto e non conoscer? mai pi?, se non nei racconti della mamma e dei nonni. E un pap? che ha conosciuto ben poco, nei pochi momenti in cui non era in ospedale o sotto cure, forse per sei dei suoi diciannove mesi....
Ma forse non si impara nulla dalla morte degli altri, forse solo la paura... e per giunta la paura irrazionale. Forse fa troppa paura una fine contro la quale non possiamo fare nulla, che non possiamo prevenire, forse ? per quello che molti, come li vediamo sul forum, hanno cos? tanta paura di una sola cosa, forse ci permette di pensare che se sta volta ? andata bene la prossima dipender? solo da noi evitarla... e possiamo continuare a sentirci immortali e a perderci nelle nostre assurde paranoie, i problemi con i colleghi, l'esame non passato, le piccole beghe quotidiane.
Lo scrivo ora qui, a te, e forse prima o poi, mi decider? anche a scriverlo sul forum, quello che l? mi ha colpito ? la capacit? di tanti di unire i problemi quotidiani con la consapevolezza del valore della vita... penso al sole che porta Davide ogni volta che sorride, o che lo senti, anche quando ? stanco e indaffarato o incasinato... vorrei avere solo un millesimo del suo splendore...
Un abbraccio
Ricordatevi, amici miei: nulla dura in eterno.
Quindi godetevela finch? dura, rilasciando feromoni a tuono! Esercitatevi, esercitiamoci, esercitomi a sempre sorrider della nostra vita, essendo essa troppo umana per rinunciare!
...forse con un bicchiere in meno veniva meglio, ma in fin dei conti chissene....
'notte
Randagio