L'extra-comunitario (di: Roberto Di Lauro)

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Roberto Di Lauro
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L'extra-comunitario (di: Roberto Di Lauro)

Messaggio da Roberto Di Lauro »

Primo testo da valutare per farlo passare nell'Incudine.

L’extra-comunitario

In un paesino della provincia italiana c’è un sindaco che elargisce onorificenze ad extra-comunitari contraddistintisi in modo speciale nel lavoro e negli studi. Questa prassi ha l’obiettivo di attirarli, convincerli a prendere la residenza e la cittadinanza in quella parte dell’Italia dove scarseggiano i giovani, o per denatalità o per abbandono per motivi di lavoro.

Un giorno di settembre ad essere insignito degli onori comunali è un nord-africano di nome Abdul, per meriti negli studi svolti in un’università italiana. La cerimonia si svolge nella sala conferenze del palazzo del Comune.
Sono presenti i genitori del giovane. La madre è vestita con rigore, con un vestito di colore verde scuro, che la ricopre per intero, anche se le sue belle forme si notano comunque per il petto abbondante ed il bel fondoschiena. Indossa anche un velo di color bianco tenuto sul collo a mo’ di sciarpa, che lascia libero un volto bronzeo, ovale, con labbra carnose ricoperte appena da un sottile strato di rossetto rosso. Il padre, invece, è vestito con un completo grigio scuro, acquistato in un negozio d’abbigliamento dai prezzi bassi e convenienti. C’è anche un fratellino, molto più piccolo del maggiore, vestito a festa. Tutta la famigliola è ferma, immobile nella postazione a loro assegnata. Per la festa ci sono anche i parenti di Abdul, in particolare tre nuclei familiari parenti del padre e un paio di famigliole parenti della madre. Ci sono suoi amici e amiche, alcuni di loro già integratisi in quella zona con lavori a lungo termine, mentre altri sono ancora in attesa di sistemarsi. Accorrono anche i pensionati italiani del paesino che in buon ordine si sistemano nelle ultime file della sala conferenze.
Fa capolino nella sala la sventola del paese, bruna, bella, vestita con un abito tutto d’un pezzo di color turchese che mette in bella mostra il petto, e con il fondoschiena ben in risalto su sandali color bronzo. Pettegolezzi di paese riportano di alcune frequentazioni tra lei e l’africano. Si mette in un angolo della sala e si guarda da lontano il giovane Abdul, pensando come passare la serata con lui.
Il fotografo si prepara, ma non c’è molta fretta, dato che il sindaco deve ancora ricevere il testo da leggere, non solo in italiano ma anche nella lingua di Abdul.
Nel frattempo, l’assessore alla cultura di concerto con il tecnico comunale si premura che nella sala adiacente il rinfresco sia pronto di lì a poco. Sono stati preparati piatti a base di prodotti locali. Della preparazione e del trasporto se n’è occupato una ditta locale, ma con molta manodopera straniera e tra loro c’è anche un giovane amico di Abdul. Questi ne approfitta per affacciarsi nella sala e salutare l’amico.
Nell’ufficio del segretario comunale sale la tensione per la preparazione del testo da tradurre nella lingua straniera. Il programma di scrittura usato dal comune non contempla quel linguaggio. L’assessore alla cultura viene richiamato nell’ufficio del segretario, ma non può far altro che ammettere la sua ignoranza, ed esclama: – Con tanti extra-comunitari in paese, possibile non ci sia nessuno che abbia imparato quella lingua straniera!!
Poi, gli viene in mente quella sventola in turchese presente in sala. Forse lei conosce quella lingua, date le sue frequentazioni con quei giovani africani, ma, pensandoci meglio, decide di soprassedere. Meglio risolvere telefonando ad una collega di un comune vicino, anch’esso pieno di extra-comunitari della stessa etnia di Abdul.

Intanto, il sindaco cerca di intrattenere i presenti in sala parlando del giovane Abdul e di come si sia impegnato negli studi universitari e del suo intento di rimanere in Italia per creare famiglia. Viene citato un progetto di creare un circolo letterario nel paesino dove i giovani extra-comunitari potranno imparare meglio la lingua italiana, per facilitare la loro integrazione in Italia.
Fa molto caldo in sala, vengono aperti ventilatori ed alcune porte della sala che danno all’esterno. Alcuni pensionati, tra i più anziani, escono dalla sala per prendere aria, e commentano a modo loro, con schiettezza, l’abbigliamento delle signore e signorine presenti.
In particolare Peppino, pensionato metalmeccanico, fa notare agli altri – Ma guardate la svergognata del paese com’è vestita, e paragoniamola alle donne africane presenti in sala. Poi dicono che le nostre donne non riescono a sposarsi, e per forza … chi se le deve prendere!! –
Antonio, pensionato professore, interviene – Non facciamo paragoni. Quella lì, sembra si chiami Angela, ha avuto la sua storia, è stata sfortunata, non va paragonata con le altre italiane o straniere. Se proprio vogliano fare paragoni, tra italiane e straniere, anche qui in paese abbiamo l’imbarazzo della scelta. Ma i casi isolati lasciamoli stare. –
Altri pensionati presenti, anche loro interessati all’argomento, si dividono tra Peppino e Antonio, dando ragione ora all’uno ora all’altro. Si crea un po’ di confusione tra di loro ed il brusio del pettegolezzo comincia a dar fastidio, costringendo il capo sala a far rientrare i presenti ai loro posti.

Finalmente, il testo nei due linguaggi è pronto. Tutti prendono posto. Il sindaco inizia con il testo in italiano, mentre Abdul è seduto di fronte alla platea e di fianco al sindaco.
Finita la cerimonia di consegna dell’onorificenza, il fotografo si sistema nel punto migliore per le foto di rito. Si inizia con la famiglia di Abdul, poi con i parenti dei due genitori, e alla fine viene il momento degli amici e amiche.
Tra di loro si insinua anche Angela, che con movenze accattivanti si avvicina ad Abdul per salutarlo e farsi una foto con lui. La madre di Abdul nota l’avvicinamento della ragazza al proprio figlio, e gli lancia uno sguardo feroce che non ammette repliche. Fissa gli occhi sulla coppia, si avvicina ai due e rivolgendosi a Angela l’allontana dicendole – Noi non vogliamo le “figlie di Lilith” nella nostra famiglia. Va via, sparisci. Vattene dai tuoi pari. –
Angela si allontana, offesa e tramortita. Anche senza aver capito a cosa alludesse la madre di Abdul, va via dalla sala mostrando un’apparenza di tranquillità. La scena non sfugge a Peppino, sempre vigile, attento; approfitta del fatto per mostrare ai suoi amici pensionati come avesse ragione a criticare la svergognata del paese. Antonio, più diplomatico, stempera il caso dicendo che la povera Angela va compresa e non buttata giù.
Le si fa incontro un’amica italiana, di nome Maria, che le fa coraggio e l’accompagna verso la piazza del paese. Angela con voca roca esclama – con questa gente non ci puoi vivere. Quando vogliono loro ti accolgono, ti fanno sentire una di loro, ma poi per cose importanti non ti riconoscono più. –
Maria guardando l’amica negli occhi prova a confortarla dicendo – da oggi cambierai ambiente. Lascia stare questi extra-comunitari. Pensa solo a non perdere il tuo lavoro per ora; puoi sempre ripartire a nuova vita in una città lontano da qui, presso i tuoi parenti.
Ultima modifica di Roberto Di Lauro il 23/01/2024, 18:27, modificato 1 volta in totale.
Gaetano Intile
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Re: L'extra-comunitario

Messaggio da Gaetano Intile »

Roberto, ma le graffe a che servono?
Hai scelto un approccio di tipo cronachistico con un occhio che guarda da fuori e giudica. A partire dal titolo scegli di illuminare Abdul e la sua famiglia, ma la loro è storia tutto sommato di redenzione, di vittoria piuttosto che di sconfitta. Poi è la volta del comune a caccia di abitanti, dei pensionati, ti concentri sul testo bilingue, che poi abbandoni, in quanto non offri notizie del contenuto che invece sembrava essenziale. Ma la vera protagonista dovrebbe essere Angela, sul suo desiderio di essere accettata, a partire dagli abiti indossati, di fare parte di una famiglia, e di ottenere un po' di rispetto sociale anche grazie ai successi altrui.
Se l'antefatto con la spiegazione della cerimonia di premiazione può essere necessario, il resto, a partire dal discorso o dalle chiacchiere dei pensionati, mi pare superfluo.
L'occhio di bue della tua attenzione, e della nostra di lettori, deve cadere su Angela più che su Abdul e la sua famiglia.
Roberto Di Lauro
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Re: L'extra-comunitario

Messaggio da Roberto Di Lauro »

Parentesi graffe tolte. Il racconto lo avevo insieme ad altri racconti. Le uso come separatori.

Circa il testo, se gli apporto le modifiche per tenere conto delle critiche, lo riposto modificato ?
Oppure lo aggiungo nuovo con le modifiche ?
Robennskii
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Re: L'extra-comunitario

Messaggio da Robennskii »

Ciao. Lo puoi aggiungere già modificato, qui.
Carla Ebli
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Re: L'extra-comunitario (di: Roberto Di Lauro)

Messaggio da Carla Ebli »

Troppe sfaccettature. Secondo meglio era meglio focalizzare il lettore su un solo particolare.
Es. Il riscatto degli extracomunitari
Angela
I vecchi sessisti
I paesi in cerca di nuovi abitanti
In base al focus poi rivedere il racconto togliendo le parti che distraggono dal vero fulcro
Roberto Di Lauro
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Re: L'extra-comunitario (di: Roberto Di Lauro)

Messaggio da Roberto Di Lauro »

Carla Ebli ha scritto: 02/02/2024, 16:34 Troppe sfaccettature. Secondo meglio era meglio focalizzare il lettore su un solo particolare.
Es. Il riscatto degli extracomunitari
Angela
I vecchi sessisti
I paesi in cerca di nuovi abitanti
In base al focus poi rivedere il racconto togliendo le parti che distraggono dal vero fulcro
Sicuramente sceglierò uno degli aspetti da te citati per creare il racconto. Quella era solo una bozza.
Comunque, ci sto lavorando.
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