Esercizio numero due

Sezione nella quale si svolgono gli esercizi previsti da questa iniziativa.
Gaetano Intile
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Esercizio numero due

Messaggio da Gaetano Intile »

Composizione di un racconto di min.200 battute e max.1000 in cui vi siano sequenze narrative e dialogiche.
Robennskii
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Re: Esercizio numero due

Messaggio da Robennskii »

Avevo freddo. Sì, in quella dannata stazione di quel dannato paese faceva un freddo cane.

Ma dicono che non tutto il male viene per nuocere.

Certo è che fu cercando un riparo che la incontrai. Attendeva quello delle 18.20, imbacuccata che sembrava Armaduk. Bastò un flash dei suoi occhi verdi per scaldarmi. Mi feci coraggio, confidando nella mia sconfinata fantasia:
"Signorina mi perdoni, non è che che avrebbe un altro biglietto, non faccio in tempo, il tabacchino è sull'altro lato della strada."
"Mi dispiace, proprio no. Non saprei come aiutarla."
"Lo dirò al capotreno prima che controlli".

L'aggancio era riuscito. Sedemmo vicini. Mi disse il suo nome lei il mio. Facemmo conoscenza. Poi lei mi sorprese quando, ridendo, mi disse:
"Mi sa che lei è un po' distratto"
"Perché?" risposi.

E una voce altisonante rimbombò dall'alto, dietro di me:
"Biglietti prego!"
Gaetano Intile
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Re: Esercizio numero due

Messaggio da Gaetano Intile »

Ottimo corto. I miei complimenti.
Nella prima parte hai esordito con una sequenza narrativa dove hai presentato il protagonista maschile e hai reso palese la situazione atmosferica: fa freddo, ci fa sapere il narratore. Una sequenza introduttiva, ma anche descrittiva. Una via di mezzo.
Il freddo mette in moto la ricerca di un riparo. Il nesso di causa ed effetto è evidente. Da qui hai avviato un'altra sequenza in cui hai presentato la protagonista femminile: ora sono uno di fronte all'altra. Da questo punto in poi hai avviato la sequenza dialogica in cui hai reso chiaro il tentativo di seduzione del protagonista per mezzo della ricerca del biglietto del treno. E hai inserito un aggancio per il finale con quel cenno al capotreno che fa capire al lettore dove si trovi e il contesto. L'epilogo è un'altra sequenza narrativa molto breve in cui compare infine il capotreno.
Direi che sei stato bravo e hai indovinato la sequenza narrativa, introduttiva ed epilogo, con in più un breve accenno descrittivo e la sequenza dialogica ben posizionata nel centro. I nessi di causa ed effetto sono ben evidenziati e corretti.
Certo non sei un principiante, Roberto.
Ottimo lavoro e davvero insuperabile la sollecitudine.
Ultima modifica di Gaetano Intile il 20/03/2023, 14:31, modificato 1 volta in totale.
Pecci Gabriele
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Re: Esercizio numero due

Messaggio da Pecci Gabriele »

..perché tua madre insiste
deve sempre me..

Tagliare l'erba
portare fuori il cane
non mi ricordo
che giorno è oggi?
giovedì.

..ata, hai capito sono stanca
di doverlo ripe..

Pagare l'assicurazione
non so che fare
voglio vedere Praga
devo leggere 1984
evadere

..sta l'ultima volta che..
scusa ma stai ascoltando almeno?

-Si, A...., lo so com'è fatta
mia madre.-
Ultima modifica di Pecci Gabriele il 16/03/2023, 15:49, modificato 4 volte in totale.
Pecci Gabriele
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Re: Esercizio numero due

Messaggio da Pecci Gabriele »

Ibrido poesia/racconto, già presente su B.A., uno spaccato, una scena di vita quotidiana, è scritto in verticale perché credo conferisca più ritmo, non so perché ma quando penso o rifletto tendo a usare una certa verticalità quindi ritengo sia più giusta come rappresentazione scritta. Se non dovesse rispecchiare i canoni dell'esercizio (forse sulla parte narrativa, dove però, a mio avviso, la si ritrova comunque presente nel narrare poeticamente, nel dare "voce", da parte del lettore stesso, al silenzioso , intimo e non profetato pensiero) , proverò a scrivere un altro testo.
Ultima modifica di Pecci Gabriele il 16/03/2023, 16:13, modificato 2 volte in totale.
Pecci Gabriele
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Re: Esercizio numero due

Messaggio da Pecci Gabriele »

- ..lo capisci vero? -

-пошел на хуй-


Lo disse così, risposta di impulso, a voce bassa, tra i denti, schietto, veloce, chirurgico, nessuno spazio interpretativo, probabilmente rimasto agli atti come un'ultima, chiara e definitiva, dichiarazione d'amore.

Ci sono parole camaleontiche, parole che, quando usate con tono e tempistica giusta, adempiono, aderiscono magnificamente bene al loro senso compiuto, combaciano, si adattano perfettamente, ad ogni possibile contesto emotivo; il vaffanculo, quando veramente sentito, o ben scandito, è una di queste.
Gaetano Intile
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Re: Esercizio numero due

Messaggio da Gaetano Intile »

Ciao, Gabriele.
Grazie per gli addirittura due brani postati.
Una narrazione, come avrai certamente letto, è sempre divisa in sequenze e le sequenze si possono ricondurre agli idealtipi che ho già descritto. L'utilizzo delle sequenze è naturalmente discrezionale, ossia l'autore può organizzarle e inserirle dove meglio crede. Tuttavia le sequenze hanno delle funzioni all'interno del racconto e, come già riportato nel testo, hanno la funzione di strutturare il racconto attraverso i nessi di causa ed effetto e anche di scandire il tempo. Non solo il tempo cronologico, ma anche il tempo inteso come ritmo della narrazione. Vi sono infatti delle sequenze statiche e altre dinamiche. Avere dimestichezza con le sequenze aiuta l'autore a conferire il giusto ritmo alla narrazione. Nel tuo secondo racconto parti con una sequenza dialogica. Che di suo ha sempre un ritmo blando. Ma la sequenza è brevissima e subito dopo la sequenza narrativa introduttiva velocizza la narrazione. E infatti, anche tu adoperi le parole schietto, veloce, chirurgico. L'epilogo segue l'introduzione.
Nel primo racconto, molto più lento del secondo, non adoperi sequenze narrative a mio avviso. Leggo solo pensieri e dialoghi. E i pensieri sono molto più lenti dei dialoghi.
Quindi sapere distinguere le sequenze che si adoperano e mescolarle per rendere più interessante il racconto, nonché più o meno ritmato è già un passo in avanti per ogni autore.
Ora, la maggior parte di noi adopera gli strumenti narratologici spesso senza conoscerli in modo empirico. Il mio tentativo qui, con voi, è di cercare di dare un nome e un senso agli strumenti che magari si adoperano già in modo intuitivo, ma senza averli indagati razionalmente.
Ah, dimenticavo... ottimo lavoro Gabriele.
Giovanni p
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Re: Esercizio numero due

Messaggio da Giovanni p »

Come al solito era in ritardo. Il locale era pieno, dentro faceva caldo le luci soffuse e colori tortora, un posto da coppie dove avremmo dovuto parlare di lavoro, la cosa mi fece sorridere.
Lo vidi avvicinarsi dondolando con il suo passo da cowboy.
«Scusami per il ritardo»
Lo guardai e gli feci cenno di entrare.Ci sedemmo lasciando i cappotti sulla spalliera delle nostre sedie e per fortuna il cameriere arrivò subito.
«Cosa prendi? » mi domandò Alex senza staccare lo sguardò dal menù.
«Un primo e una birra» risposi guardando il menù senza leggere quello che c’era scritto.
«Un primo e una birra?» ribatté lui lasciando andare il menù sul tavolo.
«Si un cazzo primo e una cazzo birra»
Lui sospirò e fece cenno al cameriere di ripassare.
«Guarda che siamo in due a essere nei casini, non sei solo te quindi cerchiamo di stare calmi»
Sospirai e dissi: «Guarda che io sono calmo, ma se mi va di prendere un primo e una birra non capisco a te cosa te ne freghi»
Lui sorrise mesto e rispose: «Qui fanno la pizza migliore della provincia e te ordini un primo, mi sembra strano tutto qua»
Guardai intorno mentre le persone che ci circondavano vivevano la loro serata spensierata gustandosi una cena che a me sarebbe rimasta sullo stomaco.
Ultima modifica di Giovanni p il 17/03/2023, 11:42, modificato 1 volta in totale.
Giovanni p
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Re: Esercizio numero due

Messaggio da Giovanni p »

Giovanni p ha scritto: 17/03/2023, 11:06 Come al solito era in ritardo. Il locale era pieno, dentro faceva caldo le luci soffuse e colori tortora, un posto da coppie dove avremmo dovuto parlare di lavoro, la cosa mi fece sorridere.
Lo vidi avvicinarsi dondolando con il suo passo da cowboy.
«Scusami per il ritardo»
Lo guardai e gli feci cenno di entrare.Ci sedemmo lasciando i cappotti sulla spalliera delle nostre sedie e per fortuna il cameriere arrivò subito.
«Cosa prendi? » mi domandò Alex senza staccare lo sguardò dal menù
«Un primo e una birra» risposi guardando il menù senza leggere quello che c’era scritto.
«Un primo e una birra?» ribatté lui lasciando andare il menù sul tavolo.
«Si un cazzo primo e una cazzo birra»
Lui sospirò e fece cenno al cameriere di ripassare.
«Guarda che siamo in due a essere nei casini, non sei solo te quindi cerchiamo di stare calmi»
Sospirai e dissi: «Guarda che io sono calmo, ma se mi va di prendere un primo e una birra non capisco a te cosa te ne freghi»
Lui sorrise mesto e rispose: «Qui fanno la pizza migliore della provincia e te ordini un primo, mi sembra strano tutto qua»
Guardai intorno mentre le persone che ci circondavano vivevano la loro serata spensierata gustandosi una cena che a me sarebbe rimasta sullo stomaco.
Buongiorno, Namio

non sono riuscito a rimanere nelle 1000 battute, dimmi se puoi accettare comunque il testo altrimenti ne scriverò un altro.
Gaetano Intile
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Re: Esercizio numero due

Messaggio da Gaetano Intile »

No, va benissimo.
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