Tempi verbali

Discutiamo qui dell'Analisi del discorso di un racconto.
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Gaetano Intile
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Iscritto il: 16/12/2022, 16:29

Tempi verbali

Messaggio da Gaetano Intile »

a) Concordanza dei tempi
Secondo la Treccani, la concordanza dei tempi designa il rapporto tra il tempo del verbo della frase principale (o reggente) e quello del verbo della subordinata: tale rapporto può essere di contemporaneità (le due frasi designano eventi simultanei), di anteriorità (la subordinata designa un evento precedente), di posteriorità (la subordinata designa un evento successivo).
Uno degli errori più frequenti è proprio la presenza di un’errata consecutio temporum.
La concordanza dei tempi con l’indicativo: nel caso della frase principale all’indicativo (e che, quindi, esprime certezza), le frasi subordinate potranno essere al passato, al presente e al futuro, esprimendo contemporaneità, anteriorità o posteriorità.

La frase principale può essere al presente: in questo caso la subordinata è al presente, al passato prossimo, o al futuro semplice.
• Mario sa che oggi Luigi non lavora;
• Mario sa che ieri Luigi non ha lavorato;
• Mario sa che domani Luigi non lavorerà.
Se la frase principale è al passato, la subordinata è al trapassato prossimo, all’imperfetto, o al condizionale passato.
• Mario sapeva/seppe che il giorno prima Luigi non aveva lavorato;
• Mario sapeva/seppe che quel giorno Luigi non lavorava;
• Mario sapeva/seppe che l’indomani Luigi non avrebbe lavorato.

La concordanza dei tempi con il congiuntivo
Il congiuntivo è il tempo verbale dell’incertezza, e spesso rende incerti anche noi scrittori.
Per quanto riguarda la concordanza dei tempi, come con l’indicativo, la frase principale può essere al presente o al passato.
Se la principale è al presente, la subordinata è al congiuntivo presente, passato o al futuro semplice.
• Mario crede che oggi Luigi non lavori;
• Mario crede che ieri Luigi non abbia lavorato;
• Mario crede che domani Luigi non lavorerà.
Se la principale è al passato, la subordinata diventa al congiuntivo trapassato, al congiuntivo imperfetto o al condizionale passato.
• Mario credeva/credette che quel giorno Luigi non lavorasse;
• Mario credeva/credette che il giorno prima Luigi non avesse lavorato;
• Mario credeva/credette che il giorno dopo Luigi non avrebbe lavorato.
Il congiuntivo viene utilizzato anche se la frase principale è al condizionale, ed esprime un desiderio, una possibilità
• Mario vorrebbe che oggi Luigi lavorasse;
• Mario vorrebbe che domani Luigi lavorasse;
• Mario avrebbe voluto che quel giorno Luigi lavorasse;
• Mario avrebbe voluto che l’indomani Luigi lavorasse;
• Mario avrebbe voluto che il giorno prima Luigi avesse lavorato.
È quindi essenziale quando si scrive, non solo adoperare i corretti tempi verbali secondo le regole della concordanza dei tempi, ma anche adoperarli in modo coerente nell’intero testo narrativo. Si deve quindi osservare la concordanza con riferimento a una proposizione principale e a quella subordinata, ma bisogna anche concordare tutti i tempi verbali delle proposizioni principali all’interno di un testo narrativo. E quindi, se si inizia a narrare con un tempo presente bisognerà continuare in tale modo, e l’identica cosa vale per il passato.
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