ALLA FACCIA DEL WURSTEL
Inviato: 05/07/2012, 12:24
ALLA FACCIA DEL WURSTEL
Comincio a analizzare ogni mio pensiero, cercando qualcosa di anormale o di alterato.
Mi costringo a star sveglio di notte perché ho paura dei miei sogni.
I sogni sembrano reali e non lo sono, e mi rendo conto che sono molto vicini alla pazzia.
Telefono a un amico.
Nessuna risposta.
Forse sta facendo un riposino post coitum.
Entro in ufficio.
Intorno a me, una fila ininterrotta di avemarie, paternoster, virgofidelis, agnus dei, e via di questo passo.
Il motivo?
Questo: é’ appena' stato ancora convocato ufficialmente il Consiglio dei ministri sulla spending review, dopo il via libera dell'Aula del Senato.
Il testo, gia' approvato dalla Camera e non modificato a Palazzo Madama, diventa legge. I voti a favore sono stati 203, i contrari 9, gli astenuti 33.
Il decreto prevede la nascita di un Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica presieduto dal presidente del Consiglio e da un commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi della Pubblica amministrazione.
L'attuale commissario Enrico Bondi avrà poteri ispettivi e resterà in carica un anno.
In vista del Consiglio dei ministri, si precisano i principali provvedimenti che verranno assunti: stretta sul numero di dirigenti e impiegati pubblici, accorpamento di uffici, tagli ai buoni pasto e alle auto blu nella Pubblica amministrazione.
“Un caffè?” propone un collega.
Declino l’invito.
Del resto il caffè l’ho preso prima di entrare in ufficio.
Quello della macchinetta sa di estratto di liquirizia.
Si prevede inoltre la razionalizzazione degli spazi per gli uffici e i buoni pasto non potranno superare i 7 euro.
Le ferie non potranno essere monetizzate, gli uffici chiuderanno nella settimana di ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno.
Sospensione dei concorsi per l'accesso nella prima fascia dirigenziale.
In caso di revisione degli organici, i sindacati saranno solo informati mentre si provvedera' al taglio del 10% sui permessi retribuiti sindacali.
Blocco degli stipendi, assunzioni ridotte, concorsi sospesi.
E’ drastica la scure sugli statali nella spending review.
Rigor Montis ha detto che se vogliamo rimanere in Europa dobbiamo accettare anche la spending review.
Che palle!
E poi mi considero romano doc, che me ne frega dell’Europa!
Io, nativo dello storico rione del Testaccio con discendenze trasteverine, cresciuto nel quartiere “giardino” della Garbatella e, dopo essermi sposato da 28 anni, residente ad Ostia “il mare di Roma” -e, quindi, profondamente romano e ben lieto di esserlo- posso, a ragione, affermare che noi romani, da più di duemila anni, a torto o a ragione, ci sentiamo superiori a tutti.
E’ un atteggiamento che fa parte della nostra storia, del nostro carattere e del nostro modo fanfarone, ma sincero, di affrontare la vita.
Ce lo vedete un romano fare la fila alla posta di Testaccio come Mr. Jones al post office di Kensington?
Ce lo vedete un romano parcheggiare la sua automobile come un danese a Copenaghen?
O ridere delle insipide barzellette fiamminghe?
E quando va in spiaggia vestirsi come quei tedeschi con sandali e calzini che incontri non solo sul lungomare di Ostia, ma anche, con lo stesso look, nel centro di Roma?
No, non è bastato certamente l’euro a convincerci che un wurstel vale una coscia d’abbacchio né che la pancetta con le uova fritte sia più saporita dei rigatoni con la pajata o della coda alla vaccinara che cucinava mia nonna Jole.
E, fortunatamente, allo stesso modo la pensano anche i miei figli Gabriele e Alessandro e tanti loro amici.
Il romano è un osso duro per l’Europa.
Prima di piegarci ad un nuovo modo di vivere e di pensare passeranno molti anni, forse diverse generazioni.
E, probabilmente non ci riusciranno mai!
Del resto “civis romanus sum!
Alla faccia dello spending review.
Alla faccia di Angela Merkel.
Alla faccia del bicarbonato di sodio.
Alla faccia dell’Europa!
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
Comincio a analizzare ogni mio pensiero, cercando qualcosa di anormale o di alterato.
Mi costringo a star sveglio di notte perché ho paura dei miei sogni.
I sogni sembrano reali e non lo sono, e mi rendo conto che sono molto vicini alla pazzia.
Telefono a un amico.
Nessuna risposta.
Forse sta facendo un riposino post coitum.
Entro in ufficio.
Intorno a me, una fila ininterrotta di avemarie, paternoster, virgofidelis, agnus dei, e via di questo passo.
Il motivo?
Questo: é’ appena' stato ancora convocato ufficialmente il Consiglio dei ministri sulla spending review, dopo il via libera dell'Aula del Senato.
Il testo, gia' approvato dalla Camera e non modificato a Palazzo Madama, diventa legge. I voti a favore sono stati 203, i contrari 9, gli astenuti 33.
Il decreto prevede la nascita di un Comitato interministeriale per la revisione della spesa pubblica presieduto dal presidente del Consiglio e da un commissario straordinario per la razionalizzazione della spesa per acquisti di beni e servizi della Pubblica amministrazione.
L'attuale commissario Enrico Bondi avrà poteri ispettivi e resterà in carica un anno.
In vista del Consiglio dei ministri, si precisano i principali provvedimenti che verranno assunti: stretta sul numero di dirigenti e impiegati pubblici, accorpamento di uffici, tagli ai buoni pasto e alle auto blu nella Pubblica amministrazione.
“Un caffè?” propone un collega.
Declino l’invito.
Del resto il caffè l’ho preso prima di entrare in ufficio.
Quello della macchinetta sa di estratto di liquirizia.
Si prevede inoltre la razionalizzazione degli spazi per gli uffici e i buoni pasto non potranno superare i 7 euro.
Le ferie non potranno essere monetizzate, gli uffici chiuderanno nella settimana di ferragosto e in quella tra Natale e Capodanno.
Sospensione dei concorsi per l'accesso nella prima fascia dirigenziale.
In caso di revisione degli organici, i sindacati saranno solo informati mentre si provvedera' al taglio del 10% sui permessi retribuiti sindacali.
Blocco degli stipendi, assunzioni ridotte, concorsi sospesi.
E’ drastica la scure sugli statali nella spending review.
Rigor Montis ha detto che se vogliamo rimanere in Europa dobbiamo accettare anche la spending review.
Che palle!
E poi mi considero romano doc, che me ne frega dell’Europa!
Io, nativo dello storico rione del Testaccio con discendenze trasteverine, cresciuto nel quartiere “giardino” della Garbatella e, dopo essermi sposato da 28 anni, residente ad Ostia “il mare di Roma” -e, quindi, profondamente romano e ben lieto di esserlo- posso, a ragione, affermare che noi romani, da più di duemila anni, a torto o a ragione, ci sentiamo superiori a tutti.
E’ un atteggiamento che fa parte della nostra storia, del nostro carattere e del nostro modo fanfarone, ma sincero, di affrontare la vita.
Ce lo vedete un romano fare la fila alla posta di Testaccio come Mr. Jones al post office di Kensington?
Ce lo vedete un romano parcheggiare la sua automobile come un danese a Copenaghen?
O ridere delle insipide barzellette fiamminghe?
E quando va in spiaggia vestirsi come quei tedeschi con sandali e calzini che incontri non solo sul lungomare di Ostia, ma anche, con lo stesso look, nel centro di Roma?
No, non è bastato certamente l’euro a convincerci che un wurstel vale una coscia d’abbacchio né che la pancetta con le uova fritte sia più saporita dei rigatoni con la pajata o della coda alla vaccinara che cucinava mia nonna Jole.
E, fortunatamente, allo stesso modo la pensano anche i miei figli Gabriele e Alessandro e tanti loro amici.
Il romano è un osso duro per l’Europa.
Prima di piegarci ad un nuovo modo di vivere e di pensare passeranno molti anni, forse diverse generazioni.
E, probabilmente non ci riusciranno mai!
Del resto “civis romanus sum!
Alla faccia dello spending review.
Alla faccia di Angela Merkel.
Alla faccia del bicarbonato di sodio.
Alla faccia dell’Europa!
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)