OVER THE RAINBOW
Inviato: 12/06/2012, 18:30
OVER THE RAINBOW
Giornata di merda.
Umida, tra l’altro.
Un’umidità saporita che sta aumentando col passare delle ore.
Pare di masticarla come un cibo, riempie lo stomaco, togliendo l’appetito.
Infatti, nonostante l’ora, non ne ho neanche un filo.
Entro in ufficio.
Mi si presenta una scalcagnata sindacalista che solo un ardito, cieco e con un arretrato di anni, potrebbe avvicinare.
Sbuffo, nervoso.
“Molto bene”, penso.
“Manca un codice”, dice riferendosi a un mio vecchio ricorso.
“Lo so”, confesso.
“Aggiungilo, quindi” fa lei.
“Lo dico ma è come se non lo facessi. Non sono più interessato”, avviso prima di salutarla, in un soffio.
Soffio che provoca una smorfia di disappunto sul viso della sindacalista perché tra tutti gli eccellenti ricorrenti, veri e presunti, che il suo elenco può vantare, dal dirigente CHICCHIRICHI', al direttore generale CAZZAVILLANI, al direttore didattico POMPINI, al notaio FICAROTTA, al prefetto MEZZABARBA, al segretario comunale TONTODIMAMMA, il nome che lei avrebbe volentieri fatto a meno di sentire è proprio il mio.
“L’occasione fa l’uomo ladro” aggiunge, “non tocca a me insegnartelo, Mario Pulimanti!
Un’orribile parolaccia destinata a lei sale alla lingua, ma mi trattengo.
“Non sempre” rispondo.
Lascia cadere le braccia lungo i fianchi. “Allora ciao e grazie”, dice. E si avvia lungo il corridoio del piano terra.
Le cose cambiano, penso, secondo come e chi le guarda.
O cazzo.
Mmm…. Roba da matti!
Stanco.
Stufo.
Vecchio.
E pure coglione.
Mi brucia lo stomaco.
Esco.
Fuori, all’aria aperta!
Lontano da quell’odore di bruciato!
Quel sentore di guaio, quell’ala malefica che mi ha sfiorato quando mi ha parlato del vecchio ricorso, del fatto che secondo lei vinceranno in appello, improvvisamente è sparito.
Ho sbagliato?
No, non mi pare.
Cosa dovrei rispondere?
Sì?
No?
Boh?
La verità, porca puttana!
D’altronde mica posso negare che avrei fatto male a far parte ancora della squadra dei ricorrenti storici di un ricorso inutile.
E adesso?
Nessun pensiero, se non quello di stare lì, attendere.
Smetterò di sbirciare l’orologio.
Non zoppicherò.
E, poiché di fantasia ne ho, mentre prendo a calci la realtà, comincio immediatamente a immaginare come potrebbe essere una vacanza in Salento
O vivere sopra l’arcobaleno.
Over the rainbow.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)
Giornata di merda.
Umida, tra l’altro.
Un’umidità saporita che sta aumentando col passare delle ore.
Pare di masticarla come un cibo, riempie lo stomaco, togliendo l’appetito.
Infatti, nonostante l’ora, non ne ho neanche un filo.
Entro in ufficio.
Mi si presenta una scalcagnata sindacalista che solo un ardito, cieco e con un arretrato di anni, potrebbe avvicinare.
Sbuffo, nervoso.
“Molto bene”, penso.
“Manca un codice”, dice riferendosi a un mio vecchio ricorso.
“Lo so”, confesso.
“Aggiungilo, quindi” fa lei.
“Lo dico ma è come se non lo facessi. Non sono più interessato”, avviso prima di salutarla, in un soffio.
Soffio che provoca una smorfia di disappunto sul viso della sindacalista perché tra tutti gli eccellenti ricorrenti, veri e presunti, che il suo elenco può vantare, dal dirigente CHICCHIRICHI', al direttore generale CAZZAVILLANI, al direttore didattico POMPINI, al notaio FICAROTTA, al prefetto MEZZABARBA, al segretario comunale TONTODIMAMMA, il nome che lei avrebbe volentieri fatto a meno di sentire è proprio il mio.
“L’occasione fa l’uomo ladro” aggiunge, “non tocca a me insegnartelo, Mario Pulimanti!
Un’orribile parolaccia destinata a lei sale alla lingua, ma mi trattengo.
“Non sempre” rispondo.
Lascia cadere le braccia lungo i fianchi. “Allora ciao e grazie”, dice. E si avvia lungo il corridoio del piano terra.
Le cose cambiano, penso, secondo come e chi le guarda.
O cazzo.
Mmm…. Roba da matti!
Stanco.
Stufo.
Vecchio.
E pure coglione.
Mi brucia lo stomaco.
Esco.
Fuori, all’aria aperta!
Lontano da quell’odore di bruciato!
Quel sentore di guaio, quell’ala malefica che mi ha sfiorato quando mi ha parlato del vecchio ricorso, del fatto che secondo lei vinceranno in appello, improvvisamente è sparito.
Ho sbagliato?
No, non mi pare.
Cosa dovrei rispondere?
Sì?
No?
Boh?
La verità, porca puttana!
D’altronde mica posso negare che avrei fatto male a far parte ancora della squadra dei ricorrenti storici di un ricorso inutile.
E adesso?
Nessun pensiero, se non quello di stare lì, attendere.
Smetterò di sbirciare l’orologio.
Non zoppicherò.
E, poiché di fantasia ne ho, mentre prendo a calci la realtà, comincio immediatamente a immaginare come potrebbe essere una vacanza in Salento
O vivere sopra l’arcobaleno.
Over the rainbow.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia -Roma)