Tutto ciò che sono
Inviato: 16/02/2012, 17:38
TUTTO CIO’ CHE SONO
C’é una atmosfera alla Annibale il Cannibale.
Sono seduto nella stanza da pranzo, affacciata sul cortile.
Gabriele, in piedi vicino alla finestra, mi guarda in silenzio, mentre aspetta che arrivi Michelangelo, suo storico amico.
Discute sulla difficoltà per Schettino di evitare il carcere a vita, poi comincia a riflettere sui propri problemi personali.
E delle beghe sentimentali.
Il vento che viene dal mare percorre la stanza portando un pò di fresco, ma la tensione è diventata quasi un dolore fisico.
Gabriele ride nervosamente nel vedere il fratello Alessandro sfilarsi di sotto il giubbotto una rivista sportiva.
Simonetta alza il bicchiere di vino stringendolo forte.
Finisce di bere il suo Brachetto d'Acqui e dice, con un largo sorriso: "Adesso mi dirai, Mario, perché non sei andato alla riunione di condominio. Bella figura hai fatto con Enzo e con l’amministratore! Ora esco con Anna e Simonetta. Abbiamo deciso di andare a Cineland. Il film sta per iniziare."
Tutti, nella stanza, tacciono.
Non mi precisa il titolo del film, ma sarà stato una di quelle polpette avvelenate francesi che ti restano sullo stomaco, proprio come quei loro lumaconi alla borgognona, indegni persino di legare le scarpe ai rigatoni cacio e pepe che faceva mia nonna Jole.
Punto un dito verso la TV.
"Per quanto mi riguarda, vorrei sentire le notizie flash del telegiornale. Tutto qui" aggiungo.
Simonetta mi guarda. "Va bene. Esco. Fra mezz'ora inizia il film."
Ed esce.
Spengo la tivvù.
Alessandro scoppia in una risata che fa sussultare Gabriele, scuotendolo dalle sue meditazioni.
"Papà esco anch’io" esclama sarcastico, mentre il fratello si stringe nelle spalle.
"Vado giù ad aspettare Michelangelo. Andremo al pub." dice lentamente. Saluta e se ne va, passandoci davanti di corsa.
"Gabriele" chiamo.
Lui non torna indietro e io rimango davanti al televisore stupito per questa sua decisone improvvisa.
"Molto bene" commento.
Sulla mia faccia non compare l'ombra di un sorriso.
Alessandro se ne rende conto.
"Ah, papà vado al Circolo” dice.
"D'accordo" annuisco, visibilmente sollevato.
Rimasto solo, ascolto la radio. Jazz. E’ la musica che preferisco. Vorrei che ci fosse più gente che ascolti certa musica. Musica vera. Non credo che ai giovani interessi molto.
Prima di uscire Simonetta, autentica mora sabina, aveva preparato il caffè, autentica miscela brasiliana: costoso, ma squisito.
Spengo la radio.
Mi siedo sul divano.
Mi chiedo: che c’è oltre la memoria?
Quasi soprappensiero ripulisco con il dito il caffè rimasto nella tazzina.
Mi allento la cinta dei pantaloni con una smorfia di piacere.
Raccolgo il telecomando e passo pigramente da un canale all’altro, fermandomi infine su un film che guardo per qualche minuto con annoiata disattenzione, consapevole che mi si stanno abbassando le palpebre.
Non sto male.
Sono solo stanco, stanchissimo.
Chiudo gli occhi e cerco di pensare a qualcosa di utile, per una volta.
Mmh...non ci riesco.
Mia moglie mi rimprovera che a causa mia è una fila d’anni che non fa più niente di niente, a parte le cose che fa ogni giorno della sua vita.
Non sono presuntuoso: diciamo che a spanne, nella scala della competenza mi sento sotto allo zerbino.
Forse il punto è questo: la semplice inutilità del tutto…bè, a torta finita, è così.
Mi piace passeggiare sulla riva del mare, anche in inverno, leggere, ascoltare musica, andare a teatro, andare al cinema, e soprattutto...mangiare e bere!
Sono un uomo di immaginazione piuttosto che d’azione: condannato, come Orfeo, a viaggiare in un Ade di chimere.
Patetico.
Prima di scivolare nel sonno, penso agli anni ottanta.
Il pranzo domenicale di mia suocera.
Opulento, straripante, ipercalorico.
Prosciutto, salame e salciccia matta per cominciare; due minestre, asciutta la prima e in brodo la seconda, rigorosamente cappelletti, strozzapreti, tagliatelle al ragù, bollito, a dir misto lo si penalizza, agnello fritto e scottadito, cappone, testina di vitello, coratella, piccioni arrosto ripieni, cervello, cotechino, manzo; poi polli arrosto e salsicce ai ferri, con una varietà di patate, in umido, arrosto, fritte, al forno, e verdura a piacere, dai pomodori alla lattuga; pane fragrante appena sfornato dal suo forno a legna; ciambella, zuppa inglese alta una esagerazione e un po’, crema, savoiardi con l’alchermes, cioccolata, savoiardi con l’alchermes, dolci a forma di pesca con l’alchermes, cioccolata e crema…Vino naturalmente, vini Colli Sabini DOC Rossi e Bianchi, Malvasia Bianca, spumanti, amaro Viparo ...Grappa. E alla fine qualcuno recitava poesie di trilussa e qualcuno, semplicemente, finiva sotto il tavolo semisvenuto.
Trenta persone intorno a un tavolo, ogni commensale uguale ai suoi due vicini di sedia in nome del sentimento che ha sempre dominato in tutte le famiglie sabine, la compassione è certamente il ricordo più bello, quello che più di ogni altro mi riscaldava il cuore: ed era in nome di quel calore che ancora mi arriva dal passato che cerco di ricordare oggi le scene di un tempo, le persone che amavo intorno allo stesso tavolo, persone scelte sulla base dell’affetto che le legava, il DNA ha ben poco a che fare con i sentimenti.
Rosato, mio suocero.
Presidente della Confraternita di San Bernardino.
Uomo di gran buon cuore, aveva sempre destinato una buona parte delle sue rendite alla beneficenza ed era pieno di amici che lo apprezzavano e gli volevano bene.
All’improvviso mi allontano dalle mie riflessioni, scuotendo il capo incredulo.
Una notizia sorprendente.
Bufera su Celentano dopo il duro attacco alla Chiesa nel suo show all'Ariston, nel quale se l'è presa con i preti e ha detto che Famiglia Cristiana e Avvenire sono ipocriti e devono chiudere.
La religione….quella nostra, la cattolico romana, alla quale ci siamo consegnati ci ha aperto un mondo felice e spensierato, che festeggia persino i sacrifici dei suoi martiri, che ci promette una bellissima vita dopo la morte, dove le persone cantano tutte insieme nelle Chiese che odorano d’incenso.
Abbastanza divertente, non vi pare?
Penso a un mio collega, sabino come mia moglie.
Penso che sia un buon diavolo e che non abbia mai preso per il collo nessuno, a parte la bottiglia.
Stamattina mi ha parlato di un suo problema familiare. Riguarda suo padre.
Ora anche a Poggio Mirteto ci sono coppie decisamente atipiche per i canoni correnti, ma non atipiche per la sabina, una zona nella quale i matrimoni tra anziani possidenti e belle e giovani ragazze recentemente arrivate dalla Russia, dall’Ucraina e dai paesi limitrofi sono abbastanza frequenti.
Queste ragazze arrivano in Italia con le idee un po’ confuse e la speranza di sistemarsi in qualche modo; per un po’ fanno le badanti di vecchi malati o strambi e non completamente a casa con la testa.
Il loro secondo lavoro é certamente più remunerativo, ma non meno pericoloso, diciamo che si occupano di uomini più giovani che vogliono che qualcuno badi a loro per una sola notte.
Ci sono stati anni nei quali sono state costrette a vendere il loro corpo, e piano piano le cose sono cambiate.
In quel modo Polina ha conosciuto il papà di questo mio amico...
I due si sono innamorati, forse lui un po’ più di lei, Adesso che si sono sposati, alla faccia del parere dei fratelli e dei figli (che lui avesse 85 anni e lei 23 non doveva interessare a nessuno), i due sembrano vivere felici e contenti…mentre al mio collega è venuto l’esaurimento nervoso….
Telefono a mio fratello.
Incredibile, anche lui mi racconta un fatto analogo: questa volta si tratta di un uomo che vive nel suo condominio. A Testaccio.
Tirchio.
Tirchio, come se gli avessero tagliato tutte e due le mani e si lamenta sempre, mentre ha più soldi della Banca d’Italia, soldi comunque liquidi, infilati a casaccio nelle cassette di sicurezza di alcune banche, in un paio di casseforti, forse anche dentro un certo numero di materassi, ma mai trasformati in pezzi di carta perché lui è soprattutto un uomo che si fida poco.
Ora sta con un’ucraina. Si sono innamorati e sembrano sul punto di sposarsi, malgrado la palese ostilità dei fratelli di lui e dei suoi due figli che vivono in Germania.
Questa persona, apparentemente destinato ad essere scapolo per tutta la vita, fino alla non più tenera età di 62 anni aveva sfogato la piena dei suoi sentimenti su amori mercenari, che sceglieva con cautela e che duravano il minor tempo possibile.
Poi aveva conosciuto Lyudmila, e per la prima volta aveva stabilito un rapporto che era durato più di 24 ore. Al secondo appuntamento, lei si era portata una valigia; al terzo, era arrivata con il baule che conteneva tutte le sue cose, ormai era certo che non si sarebbero lasciati più.
Incredibile! Saluto mio fratello.
Intanto mangio un sandwich e stappo il vino.
Scoraggiato, bevo.
Ora in pancia ho quasi un’intera bottiglia di buon Brunello.
Da Montalcini, ovviamente.
Basta così.
Sono esausto.
E’ stata una giornata molto lunga.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)
C’é una atmosfera alla Annibale il Cannibale.
Sono seduto nella stanza da pranzo, affacciata sul cortile.
Gabriele, in piedi vicino alla finestra, mi guarda in silenzio, mentre aspetta che arrivi Michelangelo, suo storico amico.
Discute sulla difficoltà per Schettino di evitare il carcere a vita, poi comincia a riflettere sui propri problemi personali.
E delle beghe sentimentali.
Il vento che viene dal mare percorre la stanza portando un pò di fresco, ma la tensione è diventata quasi un dolore fisico.
Gabriele ride nervosamente nel vedere il fratello Alessandro sfilarsi di sotto il giubbotto una rivista sportiva.
Simonetta alza il bicchiere di vino stringendolo forte.
Finisce di bere il suo Brachetto d'Acqui e dice, con un largo sorriso: "Adesso mi dirai, Mario, perché non sei andato alla riunione di condominio. Bella figura hai fatto con Enzo e con l’amministratore! Ora esco con Anna e Simonetta. Abbiamo deciso di andare a Cineland. Il film sta per iniziare."
Tutti, nella stanza, tacciono.
Non mi precisa il titolo del film, ma sarà stato una di quelle polpette avvelenate francesi che ti restano sullo stomaco, proprio come quei loro lumaconi alla borgognona, indegni persino di legare le scarpe ai rigatoni cacio e pepe che faceva mia nonna Jole.
Punto un dito verso la TV.
"Per quanto mi riguarda, vorrei sentire le notizie flash del telegiornale. Tutto qui" aggiungo.
Simonetta mi guarda. "Va bene. Esco. Fra mezz'ora inizia il film."
Ed esce.
Spengo la tivvù.
Alessandro scoppia in una risata che fa sussultare Gabriele, scuotendolo dalle sue meditazioni.
"Papà esco anch’io" esclama sarcastico, mentre il fratello si stringe nelle spalle.
"Vado giù ad aspettare Michelangelo. Andremo al pub." dice lentamente. Saluta e se ne va, passandoci davanti di corsa.
"Gabriele" chiamo.
Lui non torna indietro e io rimango davanti al televisore stupito per questa sua decisone improvvisa.
"Molto bene" commento.
Sulla mia faccia non compare l'ombra di un sorriso.
Alessandro se ne rende conto.
"Ah, papà vado al Circolo” dice.
"D'accordo" annuisco, visibilmente sollevato.
Rimasto solo, ascolto la radio. Jazz. E’ la musica che preferisco. Vorrei che ci fosse più gente che ascolti certa musica. Musica vera. Non credo che ai giovani interessi molto.
Prima di uscire Simonetta, autentica mora sabina, aveva preparato il caffè, autentica miscela brasiliana: costoso, ma squisito.
Spengo la radio.
Mi siedo sul divano.
Mi chiedo: che c’è oltre la memoria?
Quasi soprappensiero ripulisco con il dito il caffè rimasto nella tazzina.
Mi allento la cinta dei pantaloni con una smorfia di piacere.
Raccolgo il telecomando e passo pigramente da un canale all’altro, fermandomi infine su un film che guardo per qualche minuto con annoiata disattenzione, consapevole che mi si stanno abbassando le palpebre.
Non sto male.
Sono solo stanco, stanchissimo.
Chiudo gli occhi e cerco di pensare a qualcosa di utile, per una volta.
Mmh...non ci riesco.
Mia moglie mi rimprovera che a causa mia è una fila d’anni che non fa più niente di niente, a parte le cose che fa ogni giorno della sua vita.
Non sono presuntuoso: diciamo che a spanne, nella scala della competenza mi sento sotto allo zerbino.
Forse il punto è questo: la semplice inutilità del tutto…bè, a torta finita, è così.
Mi piace passeggiare sulla riva del mare, anche in inverno, leggere, ascoltare musica, andare a teatro, andare al cinema, e soprattutto...mangiare e bere!
Sono un uomo di immaginazione piuttosto che d’azione: condannato, come Orfeo, a viaggiare in un Ade di chimere.
Patetico.
Prima di scivolare nel sonno, penso agli anni ottanta.
Il pranzo domenicale di mia suocera.
Opulento, straripante, ipercalorico.
Prosciutto, salame e salciccia matta per cominciare; due minestre, asciutta la prima e in brodo la seconda, rigorosamente cappelletti, strozzapreti, tagliatelle al ragù, bollito, a dir misto lo si penalizza, agnello fritto e scottadito, cappone, testina di vitello, coratella, piccioni arrosto ripieni, cervello, cotechino, manzo; poi polli arrosto e salsicce ai ferri, con una varietà di patate, in umido, arrosto, fritte, al forno, e verdura a piacere, dai pomodori alla lattuga; pane fragrante appena sfornato dal suo forno a legna; ciambella, zuppa inglese alta una esagerazione e un po’, crema, savoiardi con l’alchermes, cioccolata, savoiardi con l’alchermes, dolci a forma di pesca con l’alchermes, cioccolata e crema…Vino naturalmente, vini Colli Sabini DOC Rossi e Bianchi, Malvasia Bianca, spumanti, amaro Viparo ...Grappa. E alla fine qualcuno recitava poesie di trilussa e qualcuno, semplicemente, finiva sotto il tavolo semisvenuto.
Trenta persone intorno a un tavolo, ogni commensale uguale ai suoi due vicini di sedia in nome del sentimento che ha sempre dominato in tutte le famiglie sabine, la compassione è certamente il ricordo più bello, quello che più di ogni altro mi riscaldava il cuore: ed era in nome di quel calore che ancora mi arriva dal passato che cerco di ricordare oggi le scene di un tempo, le persone che amavo intorno allo stesso tavolo, persone scelte sulla base dell’affetto che le legava, il DNA ha ben poco a che fare con i sentimenti.
Rosato, mio suocero.
Presidente della Confraternita di San Bernardino.
Uomo di gran buon cuore, aveva sempre destinato una buona parte delle sue rendite alla beneficenza ed era pieno di amici che lo apprezzavano e gli volevano bene.
All’improvviso mi allontano dalle mie riflessioni, scuotendo il capo incredulo.
Una notizia sorprendente.
Bufera su Celentano dopo il duro attacco alla Chiesa nel suo show all'Ariston, nel quale se l'è presa con i preti e ha detto che Famiglia Cristiana e Avvenire sono ipocriti e devono chiudere.
La religione….quella nostra, la cattolico romana, alla quale ci siamo consegnati ci ha aperto un mondo felice e spensierato, che festeggia persino i sacrifici dei suoi martiri, che ci promette una bellissima vita dopo la morte, dove le persone cantano tutte insieme nelle Chiese che odorano d’incenso.
Abbastanza divertente, non vi pare?
Penso a un mio collega, sabino come mia moglie.
Penso che sia un buon diavolo e che non abbia mai preso per il collo nessuno, a parte la bottiglia.
Stamattina mi ha parlato di un suo problema familiare. Riguarda suo padre.
Ora anche a Poggio Mirteto ci sono coppie decisamente atipiche per i canoni correnti, ma non atipiche per la sabina, una zona nella quale i matrimoni tra anziani possidenti e belle e giovani ragazze recentemente arrivate dalla Russia, dall’Ucraina e dai paesi limitrofi sono abbastanza frequenti.
Queste ragazze arrivano in Italia con le idee un po’ confuse e la speranza di sistemarsi in qualche modo; per un po’ fanno le badanti di vecchi malati o strambi e non completamente a casa con la testa.
Il loro secondo lavoro é certamente più remunerativo, ma non meno pericoloso, diciamo che si occupano di uomini più giovani che vogliono che qualcuno badi a loro per una sola notte.
Ci sono stati anni nei quali sono state costrette a vendere il loro corpo, e piano piano le cose sono cambiate.
In quel modo Polina ha conosciuto il papà di questo mio amico...
I due si sono innamorati, forse lui un po’ più di lei, Adesso che si sono sposati, alla faccia del parere dei fratelli e dei figli (che lui avesse 85 anni e lei 23 non doveva interessare a nessuno), i due sembrano vivere felici e contenti…mentre al mio collega è venuto l’esaurimento nervoso….
Telefono a mio fratello.
Incredibile, anche lui mi racconta un fatto analogo: questa volta si tratta di un uomo che vive nel suo condominio. A Testaccio.
Tirchio.
Tirchio, come se gli avessero tagliato tutte e due le mani e si lamenta sempre, mentre ha più soldi della Banca d’Italia, soldi comunque liquidi, infilati a casaccio nelle cassette di sicurezza di alcune banche, in un paio di casseforti, forse anche dentro un certo numero di materassi, ma mai trasformati in pezzi di carta perché lui è soprattutto un uomo che si fida poco.
Ora sta con un’ucraina. Si sono innamorati e sembrano sul punto di sposarsi, malgrado la palese ostilità dei fratelli di lui e dei suoi due figli che vivono in Germania.
Questa persona, apparentemente destinato ad essere scapolo per tutta la vita, fino alla non più tenera età di 62 anni aveva sfogato la piena dei suoi sentimenti su amori mercenari, che sceglieva con cautela e che duravano il minor tempo possibile.
Poi aveva conosciuto Lyudmila, e per la prima volta aveva stabilito un rapporto che era durato più di 24 ore. Al secondo appuntamento, lei si era portata una valigia; al terzo, era arrivata con il baule che conteneva tutte le sue cose, ormai era certo che non si sarebbero lasciati più.
Incredibile! Saluto mio fratello.
Intanto mangio un sandwich e stappo il vino.
Scoraggiato, bevo.
Ora in pancia ho quasi un’intera bottiglia di buon Brunello.
Da Montalcini, ovviamente.
Basta così.
Sono esausto.
E’ stata una giornata molto lunga.
Mario Pulimanti (Lido di Ostia-Roma)