Ditemi cosa ne pensate.... se faccio schifo così sia.
Inviato: 13/04/2010, 16:57
Se non giudicate la grammatica ed il fatto che si tratta della prima stesura, che il contesto in cui è inserito il paragrafo è piuttosto ampio e complicato. Vi chiedo di dirmi con onestà se vi verrebbe voglia di leggere il resto in cosa sbaglio.spero di avere commenti e vi prego non siate cattivi ma costruttivi. il libro conta circa 370 pg e questo è solo un piccolo inizio.
Grazie.
Edurado Pareja, non poteva certo definirsi un uomo superstizioso. Aveva dedicato tutta la sua vita allo studio dell’archeologia ed era certamente la persona che più di tutti aveva contribuito a far venire alla luce sulla montagna sacra, a 70 km da la Paz nell’ovest della Bolivia, i resti della civiltà dei Thiauanaco, un popolo pre-Inca vissuto circa 10.000 anni prima di Cristo..
Tutto era iniziato dieci anni prima, durante degli scavi che stava seguendo nei pressi di machu picchu, era sta riportato alla luce il più grande quipu mai ritrovato. Si trattava di un complesso sistema di cordicelle e nodi legate che pendevao da una corda principale . La scoperta di un quipo non era di per se una cosa eccezionale e tanto meno rara, fino a quel momento ne erano stati trovati circa 600, ma la dimensione dell’oggetto conferiva qualcosa di unico al suo ritrovamento, si trattava del più gigantesco quipo mai visto, un sistema di corde lungo circa 3000 metri su quali erano stati apposti quasi 20.000.000 di nodi.Il solo paragone con quello che precedentemente era considerato il più grande quipo scoperto, lungo pochi metri e con circa 2000 nodi, dava la dimensione dell’eccezionalità del suo ritrovamento.
Da anni gli studiosi cercavano di interpretare questi strani oggetti che si ritenevano essere di fondamentale importanza per la civiltà inca.
La teoria più accreditata assegnava loro il valore di un primitivo abbaco destinato alla memorizzazione dei numeri. Gli scienziati pensavano che la combinazione delle corde con i nodi rappresentasse un sistema numerico. Questa teoria era supportata anche dal fatto che si era a conoscenza della capacità degli Inca nell’utilizzare i numeri in molti ambiti della loro vita, dalla misurazione e delimitazione delle proprietà, allo studio delle stelle e delle costellazioni fino alla costruzione di piramidi che avevano sempre le stesse proporzioni e che corrispondevano, misteriosamente, a quelle che un accurato studio di ingegneria avrebbe definito ottimali. Tuttavia non appena il suo quipo fu riportato alla luce intuì immediatamente che la teoria ufficiale non era corretta o per lo meno incompleta. Fino ad allora si era stati limitati dallo studio di Quipo di ridotte dimensioni ed erano state proprio queste ridotte dimensioni a trarre in inganno i ricercatori.. Ora lui aveva tra le mani una fonte di informazioni enorme che di certo non pensava potesse far riferimento semplicemente ad un numero. Numeri così grandi non avrebbero avuto nessuna utilità pratica in una civiltà come quella degli Inca.
Quindi si era dedicato mesi a studiare il suo nuovo ed immenso rompicapo, lo aveva misurato, pesato ne aveva contato ogni singolo nodo aveva misurato ogni singola distanza tra una corda e l’altra e tra un nodo e l’altro. Aveva inserito nel suo computer tutti questi dati, aveva provato ad incrociarli, verificare le proporzioni sulle lunghezze, aveva cercato di dare un senso al fatto che i nodi si trovavano quasi sempre ad altezze diverse.
Aveva provato anche a far adagiare il quipo per terra per poterlo osservare dall’alto, data la sua dimensione, mediante l’ausilio di un elicottero. Pensava si potesse trattare di una qualche forma artistica, qualcosa di simile alle grandi figure maia che avevano un senso solo se osservate da grandi altezze. Era quasi certo che in quell’intreccio di nodi e corde, riuscendo ad avere una visione di insieme, sarebbero state visibili costellazioni e stelle, gli inca erano molto avanzati nello studio dell’astrologia, e tanto grande era la sua sicurezza quanto grande fu la sua delusione nel capire di essere completamente fuori strada.
La soluzione, ironia della sorte, era molto più semplice di quello che avrebbe potuto immaginare e l’aveva avuta sotto gli occhi per tutto il tempo pur non riuscendo ad afferrarla.
Una mattina mentre stava cercando nuovamente di intrecciare tutti i dati del misterioso oggetto il suo notebook ebbe un crack di sistema.
Fu assalito da vero e proprio terrore per il semplice fatto che non aveva provveduto a fare un back up dei dati. In pratica stava rischiando di buttar via mesi e mesi di lavoro e di rimandare quella che riteneva potesse essere la più grande scoperta della sua vita, quello per cui aveva studiato, quello per cui aveva vissuto anni come un eremita lontano da casa.
Quando il tecnico arrivò la sua unica preoccupazione fu quella di cercare di non perdere quanti più dati possibili.
“Deve cercare di recuperare quanti più dati possibili, sono informazioni di vitale importanza ed insostituibili”
“Cosa ha li dentro? i numeri di tutti i suoi conti correnti svizzeri?o qualche bel video di qualche bella ragazzina? Nel tal caso non si offenderà …..se me ne faccio una copia” lo spirito del tecnico in un momento tanto tragico,o almeno tale lo riteneva essere, della sua vita lo irritò profondamente ma decise di fare buon viso a cattivo gioco pur di non rischiare di rendersi antipatico e avere di conseguenza un lavoro fatto male “no…. Nulla di tanto interessante, ci sono semplicemente i dati dei miei studi degli ultimi due anni e se non riuscisse a recuperarli dovrei rincominciare da zero…. ovviamente se dovesse riuscirci potrei essere leggermente più generoso del dovuto.
Il tecnico, che reagiva positivamente allo stimolo economico, intravista la possibilità di un guadagno extra si mise a lavoro di buona lena. Dopo parecchie ore di lavoro gli consegnò due CD.
“ecco qui ci sono tutte le informazioni recuperate, ho dovuto comprimerle ma potrà facilmente riaprirle utilizzando un semplice sistema di decompressione, lo troverà gratuito in internet”
“Splendido… pensavo fosse tutto perso… ma come ha fatto?”
“nulla di eccezionale ho ricavato le tracce del binario dell’Hard Disk ed ho usato un comunissimo sistema di decodificazione”
“ahhhhhh. Io non ne capisco nulla, può chiedermi quello che vuole sulle civiltà del passato ma per quanto riguarda questi aggeggi tecnologici sono in grado semplicemente di accenderli e spegnerli” “ interessante però…. Se dovesse risuccedere come posso fare a rintracciare da solo le tracce del Binario e , perdoni l’ignoranza, cosa è il Binario”
“questa lezione le costerà un po’, ma vediamo di essere chiari. Alla base di tutte le informazioni che un computer può elaborare o semplicemente memorizzare c’è un linguaggio codificato e semplificato al massimo che la macchina riesce ad interpretare. Questo linguaggio o sarebbe meglio definirlo sistema è il Binario. Si chiama Binario appunto perché si basa sull’alternanza di due singoli elementi gli 0, i vuoti, e gli 1, i pieni. In pratica si tratta di alternare zona d’ombra a zone di luce sul disco rigido del pc ed è appunto tramite questa alternanza che vengono memorizzate tutte le informazioni possibili”
“interessante, continui pure prego” la mente di Edurado che non riusciva mai a distaccarsi del tutto dal cercare di risolvere il quesito del misterioso Quipo aveva già inconsciamente iniziato ad elaborare una possibile teoria, chissà forse aveva trovato una chiave per aprire la porta dietro cui si celava il mistero del suo Quipu ,ma aveva bisogno di saperne di più.
“Cercherò di spiegarle semplificando al massimo il concetto, anche perché informazioni elaborate quali testi, immagini e video oggi vengono automaticamente tradotte in sistema binario dai software ma alla base di tutto c’è comunque un concetto molto semplice. Ad esempio il numero 123 per essere letto da un computer diventerà 1111011 quindi quattro volte il numero uno, una volte il numero 0 e due volte il numero 1. Per farle capire come si arriva a questo codice mi serve farle vedere questo schema:
In pratica scrivo il numero 123 e accanto tiro una linea, divido il numero in due ottenendo il 61 più il resto di 1 che scriverò accanto al 123, a sua volta dividerò il 61 per due e otterrò 30 più il resto di uno e quindi riscriverò nuovamente accanto al 61 in numero 1, il 30 è perfettamente divisibile per due quindi non avrà resto e accanto gli metterò zero. Cosi via fino ad ottenere il numero 1 che non è divisibile per due e quindi rappresenta sempre se stesso cioè un 1. Se legge i resti ottenuti dal basso verso l’alto troverà la rappresentazione Binaria del numero 123”
Edurardo pagò il tecnico, a dire il vero la richiesta era stata molto esosa ma pagò senza battere ciglio perché forse adesso possedeva una possibile chiave di lettura
Non poteva esserne certo, ma si mise subito al lavoro, simulando in un programma di decodificazione binaria lo schema del misterioso oggetto, per ugni parte di corda priva di nodi inseriva il simbolo dell’assenza di resti lo 0 e per ogni nodo il numero 1, dopo settimane passate ad inserire dati tutto divenne molto chiaro.
Grazie.
Edurado Pareja, non poteva certo definirsi un uomo superstizioso. Aveva dedicato tutta la sua vita allo studio dell’archeologia ed era certamente la persona che più di tutti aveva contribuito a far venire alla luce sulla montagna sacra, a 70 km da la Paz nell’ovest della Bolivia, i resti della civiltà dei Thiauanaco, un popolo pre-Inca vissuto circa 10.000 anni prima di Cristo..
Tutto era iniziato dieci anni prima, durante degli scavi che stava seguendo nei pressi di machu picchu, era sta riportato alla luce il più grande quipu mai ritrovato. Si trattava di un complesso sistema di cordicelle e nodi legate che pendevao da una corda principale . La scoperta di un quipo non era di per se una cosa eccezionale e tanto meno rara, fino a quel momento ne erano stati trovati circa 600, ma la dimensione dell’oggetto conferiva qualcosa di unico al suo ritrovamento, si trattava del più gigantesco quipo mai visto, un sistema di corde lungo circa 3000 metri su quali erano stati apposti quasi 20.000.000 di nodi.Il solo paragone con quello che precedentemente era considerato il più grande quipo scoperto, lungo pochi metri e con circa 2000 nodi, dava la dimensione dell’eccezionalità del suo ritrovamento.
Da anni gli studiosi cercavano di interpretare questi strani oggetti che si ritenevano essere di fondamentale importanza per la civiltà inca.
La teoria più accreditata assegnava loro il valore di un primitivo abbaco destinato alla memorizzazione dei numeri. Gli scienziati pensavano che la combinazione delle corde con i nodi rappresentasse un sistema numerico. Questa teoria era supportata anche dal fatto che si era a conoscenza della capacità degli Inca nell’utilizzare i numeri in molti ambiti della loro vita, dalla misurazione e delimitazione delle proprietà, allo studio delle stelle e delle costellazioni fino alla costruzione di piramidi che avevano sempre le stesse proporzioni e che corrispondevano, misteriosamente, a quelle che un accurato studio di ingegneria avrebbe definito ottimali. Tuttavia non appena il suo quipo fu riportato alla luce intuì immediatamente che la teoria ufficiale non era corretta o per lo meno incompleta. Fino ad allora si era stati limitati dallo studio di Quipo di ridotte dimensioni ed erano state proprio queste ridotte dimensioni a trarre in inganno i ricercatori.. Ora lui aveva tra le mani una fonte di informazioni enorme che di certo non pensava potesse far riferimento semplicemente ad un numero. Numeri così grandi non avrebbero avuto nessuna utilità pratica in una civiltà come quella degli Inca.
Quindi si era dedicato mesi a studiare il suo nuovo ed immenso rompicapo, lo aveva misurato, pesato ne aveva contato ogni singolo nodo aveva misurato ogni singola distanza tra una corda e l’altra e tra un nodo e l’altro. Aveva inserito nel suo computer tutti questi dati, aveva provato ad incrociarli, verificare le proporzioni sulle lunghezze, aveva cercato di dare un senso al fatto che i nodi si trovavano quasi sempre ad altezze diverse.
Aveva provato anche a far adagiare il quipo per terra per poterlo osservare dall’alto, data la sua dimensione, mediante l’ausilio di un elicottero. Pensava si potesse trattare di una qualche forma artistica, qualcosa di simile alle grandi figure maia che avevano un senso solo se osservate da grandi altezze. Era quasi certo che in quell’intreccio di nodi e corde, riuscendo ad avere una visione di insieme, sarebbero state visibili costellazioni e stelle, gli inca erano molto avanzati nello studio dell’astrologia, e tanto grande era la sua sicurezza quanto grande fu la sua delusione nel capire di essere completamente fuori strada.
La soluzione, ironia della sorte, era molto più semplice di quello che avrebbe potuto immaginare e l’aveva avuta sotto gli occhi per tutto il tempo pur non riuscendo ad afferrarla.
Una mattina mentre stava cercando nuovamente di intrecciare tutti i dati del misterioso oggetto il suo notebook ebbe un crack di sistema.
Fu assalito da vero e proprio terrore per il semplice fatto che non aveva provveduto a fare un back up dei dati. In pratica stava rischiando di buttar via mesi e mesi di lavoro e di rimandare quella che riteneva potesse essere la più grande scoperta della sua vita, quello per cui aveva studiato, quello per cui aveva vissuto anni come un eremita lontano da casa.
Quando il tecnico arrivò la sua unica preoccupazione fu quella di cercare di non perdere quanti più dati possibili.
“Deve cercare di recuperare quanti più dati possibili, sono informazioni di vitale importanza ed insostituibili”
“Cosa ha li dentro? i numeri di tutti i suoi conti correnti svizzeri?o qualche bel video di qualche bella ragazzina? Nel tal caso non si offenderà …..se me ne faccio una copia” lo spirito del tecnico in un momento tanto tragico,o almeno tale lo riteneva essere, della sua vita lo irritò profondamente ma decise di fare buon viso a cattivo gioco pur di non rischiare di rendersi antipatico e avere di conseguenza un lavoro fatto male “no…. Nulla di tanto interessante, ci sono semplicemente i dati dei miei studi degli ultimi due anni e se non riuscisse a recuperarli dovrei rincominciare da zero…. ovviamente se dovesse riuscirci potrei essere leggermente più generoso del dovuto.
Il tecnico, che reagiva positivamente allo stimolo economico, intravista la possibilità di un guadagno extra si mise a lavoro di buona lena. Dopo parecchie ore di lavoro gli consegnò due CD.
“ecco qui ci sono tutte le informazioni recuperate, ho dovuto comprimerle ma potrà facilmente riaprirle utilizzando un semplice sistema di decompressione, lo troverà gratuito in internet”
“Splendido… pensavo fosse tutto perso… ma come ha fatto?”
“nulla di eccezionale ho ricavato le tracce del binario dell’Hard Disk ed ho usato un comunissimo sistema di decodificazione”
“ahhhhhh. Io non ne capisco nulla, può chiedermi quello che vuole sulle civiltà del passato ma per quanto riguarda questi aggeggi tecnologici sono in grado semplicemente di accenderli e spegnerli” “ interessante però…. Se dovesse risuccedere come posso fare a rintracciare da solo le tracce del Binario e , perdoni l’ignoranza, cosa è il Binario”
“questa lezione le costerà un po’, ma vediamo di essere chiari. Alla base di tutte le informazioni che un computer può elaborare o semplicemente memorizzare c’è un linguaggio codificato e semplificato al massimo che la macchina riesce ad interpretare. Questo linguaggio o sarebbe meglio definirlo sistema è il Binario. Si chiama Binario appunto perché si basa sull’alternanza di due singoli elementi gli 0, i vuoti, e gli 1, i pieni. In pratica si tratta di alternare zona d’ombra a zone di luce sul disco rigido del pc ed è appunto tramite questa alternanza che vengono memorizzate tutte le informazioni possibili”
“interessante, continui pure prego” la mente di Edurado che non riusciva mai a distaccarsi del tutto dal cercare di risolvere il quesito del misterioso Quipo aveva già inconsciamente iniziato ad elaborare una possibile teoria, chissà forse aveva trovato una chiave per aprire la porta dietro cui si celava il mistero del suo Quipu ,ma aveva bisogno di saperne di più.
“Cercherò di spiegarle semplificando al massimo il concetto, anche perché informazioni elaborate quali testi, immagini e video oggi vengono automaticamente tradotte in sistema binario dai software ma alla base di tutto c’è comunque un concetto molto semplice. Ad esempio il numero 123 per essere letto da un computer diventerà 1111011 quindi quattro volte il numero uno, una volte il numero 0 e due volte il numero 1. Per farle capire come si arriva a questo codice mi serve farle vedere questo schema:
In pratica scrivo il numero 123 e accanto tiro una linea, divido il numero in due ottenendo il 61 più il resto di 1 che scriverò accanto al 123, a sua volta dividerò il 61 per due e otterrò 30 più il resto di uno e quindi riscriverò nuovamente accanto al 61 in numero 1, il 30 è perfettamente divisibile per due quindi non avrà resto e accanto gli metterò zero. Cosi via fino ad ottenere il numero 1 che non è divisibile per due e quindi rappresenta sempre se stesso cioè un 1. Se legge i resti ottenuti dal basso verso l’alto troverà la rappresentazione Binaria del numero 123”
Edurardo pagò il tecnico, a dire il vero la richiesta era stata molto esosa ma pagò senza battere ciglio perché forse adesso possedeva una possibile chiave di lettura
Non poteva esserne certo, ma si mise subito al lavoro, simulando in un programma di decodificazione binaria lo schema del misterioso oggetto, per ugni parte di corda priva di nodi inseriva il simbolo dell’assenza di resti lo 0 e per ogni nodo il numero 1, dopo settimane passate ad inserire dati tutto divenne molto chiaro.