RACCOLTA DI POESIE DI GASPARE SERRA (2)

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gaspare110
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RACCOLTA DI POESIE DI GASPARE SERRA (2)

Messaggio da gaspare110 »

PRIMA:

A tutte le donne vittima di violenza (fisica e/o psicologica), a tutte le donne costrette a subire umiliazioni e soprusi, prevaricazioni ed abusi a opera di uomini fatti bestie, a tutte le donne prigioniere in casa e/o vittime di una società maschio-centrica, dedico questi semplici ma tragici versi-denuncia, con l’auspicio che possano rappresentare -anche solo per una sola donna tra tante- lo giusto stimolo per ribellarsi, per gridare al mondo di esistere e di meritare una vita “normale”…

ALI SPEZZATE:

Tu che scambi il suo amore
per possesso
e la donna al tuo fianco
per lo sfogo delle tue frustrazioni e debolezze:
chi sei tu, vile,
per spezzare le ali ad un angelo?
Chi sei tu, insignificante nella vita,
per soffocare la sua voce
-repressa ed impalpabile-
tra le tue mani
-esangui ma inesauribili-,
ingabbiandone ogni sua speranza
nel tugurio della tua coscienza?
Come puoi scaricare sulle sue esili spalle
il fardello d’umiliazioni e vergogne
della tua morbosità?
Come puoi seppellire l’emozione
nella fossa vuota del tuo cuore,
e -dopo tutto-
avere ancora il coraggio di guardare?!

Farfalla dalle ali spezzate,
fuggi dai resti di questa vita,
sciogli ogni laccio ancora teso al cuore,
rompi il silenzio
e libera il tuo represso pianto
in urlo colmo di libertà!
Anche se un arcobaleno in bianco e nero
copre il cielo grigio di solitudine,
mira oltre il tuo sguardo denso di pudore,
fallo ora,
adesso,
per sempre!
Nessuna gioia potrà sanare
le ferite di un cuore irrimediabilmente spezzato,
come pane sconsacrato …
nessuna rinascita potrà ristabilire l’equilibrio
di un’anima appesa a un filo …
nessuno potrà ridonare la luce perduta
al tuo ormai secco viso,
scavato dal tempo e dalle lacrime …
Ma dove non puoi giungere domani,
in un batter d’ali,
potrai arrivare negli anni,
sui piedi e con la testa.
E se scegliendo la nuova strada,
seppellendo il tuo passato,
proverai paure, sentirai rimorsi,
lasciati andare,
che tu sia quel che veramente sei,
scopriti da ogni telo,
perché non esiste vita migliore
di quella che vogliamo
e non c’è motivo per non desiderarla!
Come da un seme scippato a un fusto
può nascere un fiore,
così da un presente sottratto a un destino vile
può nascere la speranza di un domani migliore!
E finché non riacquisterai il dono del sorriso
non saprai mai quanto bene possa farti
un semplice sorriso …
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SECONDA:

Propongo una lettura “particolare” in questi giorni scossi dai tragici eventi di gaza: una poesia dedicata ai bambini di Gaza, precisando che:

1- questa non è una vera e propria poesia bensì un “appello-denuncia” che s’inserisce in un contesto d’attualità ben preciso: i tragici eventi di Gaza di questi giorni: un omaggio “a tutti” i bambini che vivono sulla loro pelle l’“orrore” della guerra (qualsiasi essa sia), con l’auspicio (la speranza) che il linguaggio delle parole si faccia -almeno per una volta- più forte ed assordante di quello delle armi…
2- il riferimento alle vittime civili della guerra condotta da Israele (bambini ma anche donne ed uomini inermi) non vuole discriminare le vittime delle guerre in base alla religione, nazionalità o colore della pelle: ogni vita ha un valore inestimabile, in qualsiasi parte del mondo sia persa!

GLI ANGELI DI GAZA:

Piccole stelle
esplodono con un sorriso in viso
negli occhi pien di vita dei bambini
di una piccola stretta terra,
imbrattando le strade della loro ingenuità,
attingendo dalla tavolozza colorata dei loro pensieri
un arcobaleno di sogni.

La spontaneità dei gesti dei bimbi
permette loro di guardar ancora in alto
solo per ammirar le stelle:
inesauribile fonti di speranza per gli altri,
sono sempre pronti a dimenticare il giorno prima
per progettarne un altro…

Nella verginità dei loro sentimenti
ai piccoli non è dato conoscer l’odio,
ma la sofferenza si:
la vedono ogni giorno negli occhi familiari dei grandi,
la nutrono ogni notte del rammarico
di non avere conosciuto in tanti …

Figli di un popolo senza Stato e senza terra,
loro non sanno cos’è la guerra
e possono costruire solo muri di sabbia:
vorrebbero liberamente giocare,
fuori dai bunker dell’ultimo rifugio;
apertamente rincorrersi coi compagni d’oltre muro,
non distinguendo per nascita o religione;
semplicemente sognare ad occhi aperti,
senza rabbrividire del sangue sparso intorno!

I bambini non sanno perché i loro padri
a volte li salutano con una cinta imbottita addosso,
come per un addio;
non comprendono perché ogni giorno
la gente scenda in strada
con in braccio un piccolo fagotto di lenzuola;
non si spiegano come mai certe notti
il cielo di Gaza s’illumina a giorno -come se esplodesse-
e la gente rifugge -anziché rincorrere- le stelle cadenti …

Nell’ignoranza della loro età
a volte piangono senza un perché
-o solo perché piangono gli altri-.
Molti di loro non lo scopriranno mai,
poiché non ne avranno il tempo;
molti tra loro lo capiranno appena più tardi,
quando -costretti a diventar grandi bruciando le tappe-
avranno anch’essi imparato ad odiare …

TERZA:

L’altra faccia dell’amore


Nubi ammassate d’inverno
feriscono il cielo d’autunno
di cicatrici d’acqua e sale.

Acide lacrime asciutte
scagliano stille sull’anima,
scivolando sulla pelle scura
come lame taglienti d’una accusa.

Urlando in profondi silenzi,
stringiamo le catene delle tue paure
coi fili tesi dei mie discorsi a maglie sciolte,
alla ricerca d’un instabile equilibrio.

Come la radice può inclinare l’asfalto,
un istante sfuggito al tempo,
una parola rapita da un volo
possono bastare a far crollare tutto,
a trasformare due sguardi in due cammini,
rivelando l’atra faccia dell’amore.

Domani è ancora lontano,
ma meno lontano di te…

QUARTA:

Seguendo le luci dell’alba…

Frammenti d’indicibile pensiero,
briciole d’umana inconsistenza,
si accalcano disordinatamente in mente
quali stormi in fuga dal cielo.

Impazientemente
tutto crolla come fosse niente:
scaraventati giù verticalmente,
ribaltiamo tutto in cerca di sentenze,
cercando l’acuta saggezza
tra avanzi d’insipida ignoranza.

Il dolce e l’amaro del giorno
rivive la notte,
sì che
-anche a volerlo-
non potremmo più nasconderlo tra le mani:
basterebbe togliersele dagli occhi
per accorgersi di mentire a se stessi …

Intanto l’uomo invisibile del giorno fattosi notte
si gode in solitudine
quell’attimo maturo di trepidante attesa,
seguendo da anni
le luci inconsistenti dell’alba …

QUINTA:

PAROLE FRUSCIANTI


Mute parole
-fruscianti come foglie d’autunno
sbattute per strada dal vento-
cadono inermi
sulla terra arida e spoglia
spianata da pensieri scostanti
di solitudini e tristezze …

Quando l’eco della città
risponderà al tuo silenzio?

SESTA:

Muraglia

Gli occhi spenti di una muta sera
affondano i piedi su una tiepida sabbia di stelle
calpestando quel senso d’inquietudine e incanto
dell’uomo senza domande dell’immenso.

Sulle onde bramose d’una lacrima
si riflette la luna morente
che s’infrange contro una scogliera d’anime,
l’ultima muraglia della sera.

E’ imbrattando d’animosità la quiete
che risorgo ogni giorno dal mare,
trovando l’istinto oltre la ragione …

SETTIMA:

Altro Mondo

Lo sguardo perso di un uomo solo
si chiude di fronte ad un uscio,
mendicano senza meta
sulle vie asfaltate della vita.

Occhi indecisi
di bimbi affamati
han perso la voglia di guardare il mondo,
senza più forza per sognarne un altro.

Come avere il coraggio
di guardare in faccia l’altro Mondo
nascosto dietro l’angolo di strada
quando ci si accorge
di non esserne i padroni?

OTTAVA:

Figli di un Dio minore?

Tra macerie di vita
resa men che niente,
gracili fili d’erba
-più sottili di ogni speranza-
invadono rovine
di una Gaza fatta fango …

Quel che resta oggi
-di ieri-
è soltanto un aquilone
solitario su nel cielo amianto,
per sempre scippato
al sogno infranto di un bambino …

(http://spaziolibero.blogattivo.com)
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