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Ok la butto lì...
sono a metà del mio I vero romanzo ho più o meno in testa la fine il mentre invece è ancora in alto mare.
Ma secondo voi... è giusto a questo punto scrivere solo per immagini e cioè ogni qual volta i personaggi sono schiari davanti ai miei ochhi o invece sarebbe più giusto continuare a sedermi davanti al pc e scrivere anche cose che sul momento nn mi sembrano buone?
NN so sono un pò in bilico...
I dialoghi sono la mia bestia nera!!!!!!!!!!!!!!
Fatemi sapere voi cosa pensate!

non ho capito bene cosa intendi

sto un pò confusa carlo!!

cmq se posso rispondo, se ho ben capito: devi continuare a scrivere, anche quando non ti senti particolarmente ispirata, ovviamente non darai il meglio ma il libro non si fermerà... e sarai sempre in tempo a riprendere ed aggiustare nei giorni migliori!

Se sei determinata a scrivere, scrivi sempre! Io di solito uso due file. Su uno ci metto il testo che mi convince, sull'altro ci metto tutto quello che mi va di scrivere e che mi riservo di controllare a mente lucida. ;-)

si ma così diventa confusionario, cmq ho continuato a scrivere!

Secondo me il metodo di Max è un ottimo metodo. Penso che lo proverò.

L'importante, è non smettere di scrivere!

Riguardo ai dialoghi, mio Dio, di solito non mi sento mai a mio agio. Ma penso sia per il salto che si deve fare tra linguaggio scritto e parlato. Nella voce si può anche balbettare, ma quando si scrive perché farlo? Sono più di vent'anni che io cerco la giusta ispirazione, quasi sempre sprofondando nella depressione, forse bisogna dire che la scrittura prevede metodo e scienza, soprattutto ti dirò che per superare il muro della incredulità serve grande coerenza e precisione. Sullo scrivere dialoghi, sicuramente è difficile, perché bisogna anzitutto rendere credibile l'incredibile. Se fosse facile saremmo tutti scrittori, ed allora però non sarebbe più un lavoro. Rendere vera la ragazza ebrea, mi stai seguendo?
Ciao.

Sono daccordo con te frodo, scrivere per rendere credibile l'incredibile, è questo il grande salto di qualità che ci si aspetta da uno scrittore.