Chiara Del Soldato, una costruttrice di libri

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BettaBilei
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Chiara Del Soldato, una costruttrice di libri

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Come il falegname, lo scrittore.
Un falegname della scrittura deve andare a bottega, imparare dall'artigiano come si fa il lavoro, ingegnarsi, imparare a costruire. E poi farlo davvero. User? lo scalpello, lo sgorbio, la sega, la pialla.
Non sar? sempre facile: gli saranno richiesti fatica, sudore, sacrifici, e si potrebbe far male.
Ma se il risultato sar? un’opera d’arte, allora nessuna fatica e nessun sacrificio saranno stati vani perch? tutti, in un modo o nell’altro, saranno serviti per rendere quel tirocinante un costruttore. Di libri ovviamente.
Oggi ne abbiamo incontrata una, per voi: Chiara Del Soldato.
E le abbiamo posto qualche domanda, sempre per voi.

Scrivere fa rima con …?
Scrivere fa rima con conoscere, comunicare, amare. Immedesimarmi in certe storie ? un modo di amare il prossimo.

Se il tuo libro La vita che forse si potesse dipingere, quali colori useresti e perch??
Partendo dal presupposto che i colori rimandano a sensazioni (guarda caso il mio precedente lavoro I colori dell'anima, una raccolta di racconti sul rapporto genitori-figli, rimanda proprio a questa associazione), un quadro che sintetizzasse questo libro dovrebbe spaziare tra tutte le sfumature, dal rosso della passione e della gelosia, al nero profondo della disperazione, dall'azzurro chiaro della speranza, all'oro della felicit?, al bianco panna della pace.

La scrittura ? un giorno di vento o una notte d’afa?
La scrittura ? un piacere trascinante, avvolgente, tirannico. Tra i due esempi sceglierei il vento.

Da cosa nasce l’ispirazione?
L'ispirazione, nei miei lavori ( questo ? il quarto - di cui tre sono romanzi - ), nasce da una forte sollecitazione emotiva.
Qualcosa mi colpisce, cattura la mia mente, mi costringe a domande e riflessioni. pu? essere qualcosa di pi? vicino o anche qualcosa di letto, ascoltato, che per? mi coinvolge. Nel mondo della scuola, con venti realt? umane e familiari che ti girano intorno e che impari a conoscere pian piano, spesso scopri meccanismi particolari e interessanti, altre volte ti accorgi del ripetersi di comportamenti gi? riscontrati.
L'elemento interpersonale, le maschere sociali, la ricerca del vero io che sta dietro ? qualcosa che mi affascina molto: in genere tutto ci? che riguarda la psiche mi affascina molto, forse proprio per il mio mestiere che mi spinge a trovare il modo migliore per interloquire con gli altri e a non fermarmi alle apparenze.

Scrittori si nasce o si diventa? Tu come ti sei scoperta scrittrice?
Penso che si scopra di essere scrittori ad un tratto, forse per caso, come ? accaduto a me: io lo scoprii dopo l'incontro con un alunno molto bravo a scrivere che mi fece leggere certe sue cose. Cos? insieme decidemmo di mandarle ad alcuni concorsi, di cui poi risult? vincitore.
Sulla sua scia altri compagni composero cose e anch'io ripresi la penna in mano - in giovent? lo facevo spesso -, scrissi il primo romanzo in un mese e mezzo e lo spedii ad un premio letterario nazionale, di cui a scuola era arrivato il bando.
Jader vinse, fu pubblicato e questo mi dette il coraggio per continuare.
Questa ? la breve storia, dalla quale estrapolo la risposta.
Se gi? ventenne scrivevo significa che forse ci si nasce con la voglia di scrivere e se il primo romanzo l'ho scritto in cos? breve tempo significa che le esperienze sedimentate ad un certo punto hanno bussato alla mia porta, chiedendo di essere scritte.
Non so se questo sia gi? essere scrittori.
So che il mio modo di scrivere ? molto maturato in questi sei anni, quindi direi che si nasce e si diventa nello stesso tempo.Ci deve essere un affinamento dei mezzi, un esercizio spontaneo che per? crea una sensibilit? maggiore proprio verso la parola.

Se un libro fosse un viaggio, qual ? stato il tuo preferito e dove ti ha portato?
Il libro ? un viaggio dentro l'uomo e dentro te, lettore o scrittore che tu sia. Come scrittore la vita che forse ? stato il viaggio pi? complesso e commovente che ho compiuto perch? lavora sulla fragilit? della protagonista, ma anche sui suoi punti di forza: ogni uomo-donna scopre di avere risorse titaniche proprio nel momento della difficolt?. Come lettrice appassionata, ci sono molti libri che mi hanno condotto in viaggi affascinanti, nella storia (ho riscoperto il romanzo storico con piacere), nel presente pi? o meno recente con problematiche di vario tipo. Dal premio Strega Il dolore perfetto e Non ti muovere e Via gemito a classici come Il male oscuro, la Marcia di Radetzski, ad altri romanzi divenuti dei classici come Il profumo, Essere senza destino. Questi sono alcuni tra i pi? bei libri letti negli ultimi due e tre anni. come vedi, sono viaggi di vario genere.

Con La vita che forse vuoi mandare un messaggio? Qual ? e a chi ? rivolto?
In ogni mio libro voglio mandare un messaggio, non perch? abbia la presunzione di insegnare qualcosa a qualcuno - anche se, chiss?, il mestiere di insegnante ti porta ad una deformazione professionale - ma perch? quel qualcosa che ha fatto riflettere me mi piacerebbe consegnarlo ad altri, per condividerlo. Su certi temi, poi, penso di avere una bella variet? davanti ai miei occhi e questa esperienza la consegno agli altri.
Scendendo nel dettaglio, in quest'ultimo romanzo vorrei dire a tutti - anche se poi mi rendo conto di avere un pubblico prevalentemente femminile, forse per affinit? di sensibilit? - di vivere meglio la vita, senza sprecarla, perch? pu? capitare che il paradiso terrestre misconosciuto si impari ad apprezzare solo quando si ? perso.
Il secondo messaggio ? l'amore. C'? un passo de la Ginestra di Leopardi su cui insisto sempre in classe, in cui il poeta dice che quando gli uomini capiranno, come l'avevano capito i primi uomini, che la nemica numero uno ? la natura con le sue persecuzioni (morte, malattia, vecchiaia…) si uniranno in social catena e l'amore, la fratellanza, il rispetto, che in genere sono nomi insegnati dalle religioni e valori, come dire, indotti (una specie di Super io freudiano) sgorgheranno direttamente dal nostro io pi? profondo. Questo ? il messaggio. L'umanit? soffre variamente, anche quella che non lo d? a vedere, per questo bisogna disporsi benevolmente verso gli altri.

Se dovessi riassumere il tuo essere scrittrice in una frase o pensiero quale sarebbe?
Come si vede dalle mie risposte non mi riesce facile riassumere il mio essere scrittrice.
Temo sempre di non riuscire a spiegare fino in fondo quello che voglio dire, comunque ci prover?. Ecco, mi viene una frase di H. Hesse, che pi? o meno ? questa: “La fantasia e la capacit? d'immedesimazione non sono altro che forme dell'amore”.
etta
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