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Luigi Zagaria ha scritto: Fermo al centro del guado
immobile come foglie
statico come una vecchia foto
pensieri silenziosi
trascendono dalla mente
fino alla bocca
e in mezzo folate di silenzio

folate di vento
trascendono la mente
finchè la bocca
di rossetto variopinta
si specchia nel vetro
in penombra
io dietro quel vertro
seguo le labbra
che vorrei baciare

Vento che smuove i capelli
colori variopinti nell'aria
si specchiano nella luce
profumi di primavera
si mescolano al silenzio
e la campagna festante
si inebria di nuove essenze
che odorano di spezie
portate dal vento d'oriente

Questa non è una poesia
ma un pensiero strambo
nato da un attimo muto.
Pensate se il mondo e le persone si esprimessero
poetando, lo facessero
in coda alla posta,
al telefono con il call center,
al centro commerciale,
nella pubblicità,
al funerale,
nella dichiarazione dei redditi,
nel parlare ai figli
e nella segnaletica stradale,
nei sogni,
nel far l’amore,
nel cucinare
e nel cacciare,
nel dolore
e nel gioire.
Nascere cantando
e cantando
morire.
Abituare la quotidianità alla poesia
nel rituale ripetuto, amplificarne
la bellezza, la fantasia.
Perpetuare il canto,
renderlo continuo, mutevole,
meraviglioso!
Trasformare un qualunque
delirio, gesto, pensiero, atto, cazzeggio
in realtà poetica
e realmente
donarla al mondo,
spargerla per il mondo.
Nutrirla amorevolmente,
amorevolmente accompagnarla
con passo calmo
fino al sorgere di un nuovo
infinito.

pensieri strambi
rilegati in libri
che per qualcuno
son più
di insiemi di semplici parole