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BOLLETTINO N. 10 / 2004
a cura di Alberto Bertoni, Stefano Massari, Giancarlo Sissa

con la collaborazione di Mimmo Cangiano, Gianfranco Fabbri, Silvia Favaretto, Massimo Gezzi, Paola Loreto, Paola Turroni

spedito il 23 settembre 2004 in 2241 copie
per contatti stefanomassari@inwind.it - www.fuoricasapoesia.splinder.com


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EVENTO POETICO ZERO

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1. DEVE PASSARE DELL'ACQUA E DEL TEMPO di Stefano Pasquini




Deve passare dell?acqua e del tempo. Devono passare i raccolti di grano, le semine dei ceci e dei fagioli, pi? volte. Finch? la terra porter? una memoria diversa dei corpi che accoglie, non pi? una memoria di vivi morti, ma semplicemente di morti, sciolti nella terra e nei suoi mille elementi.
La terra porter? una memoria per ogni colpo di zappa e ferita di vanga. Sar? un?altra memoria, quella del tempo che genera e uccide e trasforma, ringiovanisce e invecchia.
La terra porta memoria, non ci saranno pi? giorni felici. Non dimentico, non so dimenticare, il tempo non muore, il cerchio non ? rotondo.

Noi siamo qui, praticamente sepolti sotto mezzo metro di neve. Sepolti.
Prima, mentre stavo tra le colline bianche di neve, senza ombre, che non c?era pi? confine a quel bianco, ho preso un vuoto d?aria, un vuoto di senso. Non c?era pi? il teatro, non ce n?era motivo e neanche la mia cara agricoltura, la mia bella terra, non c?era pi? traccia di terra e non c?era pi? il cielo, bianco, come la neve, via anche il cielo.
Solo vedevo gli scheletri di alberi sepolti di bianco. Legno secco, spezzato, piegato.
Solo vedevo e sentivo, una cosa che non sentivo da tempo, quel vuoto silenzio, tramonto incolore, riposo di pace.

(da l'estate.fine - diario . le ariette - libri)



2. COSI' QUESTO E' IL CAMPO di Giancarlo Sissa



al Teatro delle Ariette (l?estate.fine)

Cos? questo ? il campo
dove viene da tacere finalmente un poco
e poi per sempre ? qui senza voce siamo
attesi con il sorriso dei non arresi ? qui
la pianta del pomodoro stranamente
torna al suo folle niente in un silenzio
di vento ? n? triste n? contento ? che voi
non sentite che vi spartite l?incredula
durezza dello sgomento nella scaramanzia
della sconfitta vittoriosa ? o gli occhi
della morte senza sguardo o la carezza
della sposa che non riposa e la vita
tutta sempre e ancora un poco ai margini
di ci? che resta d?altro fuoco ? ma cos?
ancora e sempre questo ? il campo
questa la sua buia geografia umana
tanto da sembrare la tua la sua la mia
ma per niente strana e senza malinconia
verso il fondo della campagna e nell?abisso
orizzontale della pianura ? senza fatica
quasi o nascondigli di paura ? e quanto
camminare e sostare e sperare e aspettare
sempre con il sasso del sapere in mano
e qui tornare per scavare fonda pi? fonda
un?altra fossa ? nel tempo umano
allo schioccare di una bandiera rossa!



3. DA "DIARIO DEL PANE" di Stefano Massari



andiamo a morire . adesso che siamo calmi .
andiamo . prima del buio tra le mani .
prima che il destino stringa le barriere .
prima delle piogge e altro sterminio .



4. LA NOSTRA LIBERTA' di Alberto Bertoni




You got it, l?hai fatto
in inglese pi? sintetico e pi? rauco
ma tu l?hai fatto
scorrere il tuo sangue sul cemento
aspettando l?attardarsi del fiato, il lento
precipizio del respiro
dal corpo un fiotto caldo, diviso
in due torrenti
un?agonia di tendini lo scatto
del grosso gatto nero che fiuta il nuovo odore
e scappa chiss? dove, un lampo

Preoccuparmi, intanto
dei colpetti di tosse con i quali
accogli nella penombra delle scale
il quasi cinquantenne di Bologna
senza profilo quant?? grasso
ma se non altro mai sposato
come informi tua madre il giorno dopo
glissando elegante sull?alto
rischio di Alzheimer, la passione del gioco?

La nostra libert? di stare
per sempre insieme di l? dalle marcite
oltre perfino il gigantesco silos
che non sai se acquedotto o granaio
alba o tramonto dove
oggi divampa l?Emilia e ricomincia



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A TEATRO NELLE CASE Festival d?autunno (foto di Gregorio Fiorentini)
19 ? 24 ottobre 2004 quinta edizione - ?Passato presente?

BOLLETTINO N. 11 / 2004
a cura di Alberto Bertoni, Stefano Massari, Giancarlo Sissa

con la collaborazione di Mimmo Cangiano, Gianfranco Fabbri, Silvia Favaretto, Massimo Gezzi, Paola Loreto, Paola Turroni

spedito il 18 ottobre 2004 in 2341 copie
per contatti stefanomassari@inwind.it - www.fuoricasapoesia.splinder.com

1. NEL PRESENTE di Stefano Massari

lavorare per il presente . scovare riconoscere e testimoniare le vaste potenzialit? di un 'fare' poesia oggi dentro 'questo' presente - in qualunque direzione (di certo non ci interessano etichette) . ascoltare il presente : cercando rigorosamente di sfuggire a premature tentazioni 'storicistiche' e museali (non ? il momento adatto - a nostro modo di vedere - e non ? neanche il nostro compito - semmai dovessimo averne uno) . consapevoli anche del rischio fortissimo di rimanerne travolti : tentare sempre di agire nel presente . l'unico luogo dove forse davvero ? possibile seminare ipotesi di futuro - rintracciando e recuperando della tradizione (di qualunque tradizione - quindi non solo poetica) quelle ramificazioni sentite ancora 'vive' (dentro e intorno) . a questo serviamo . a questo vogliamo dare spazio . altrettanto consapevoli che il 'linguaggio' ? allo stesso tempo bene umano 'individuale' e 'collettivo' . da qui il nostro tentativo 'orizzontale' . rispettoso di ogni parola e di ogni silenzio . lavorare duro - anche da soli - in continuo ascolto . nessuno ce l'ha chiesto - nessuno ci paga - ? solo passione e desiderio - irrinunciabili . proposte in questo numero tre voci - tre percorsi validissimi e coinvolgenti che stiamo seguendo da tempo - agendo dentro una continua tessitura di scambi intrecci e differenze : gianfranco fabbri - lucetta frisa e marco giovenale . in evidenza la nuova edizione del festival a teatro nelle case dei nostri complici maggiori del Teatro delle Ariette . tornano libri e segnalazioni ed ? ripartito anche il nostro blog/base www.fuoricasapoesia.splinder.com con tre brevi acute riflessioni sull'incessante necessit? di critica e di parola con - oltre a gianfranco fabbri - paola turroni e matteo veronesi . date un'occhiata . infine auguri alla rivista paginazero - nuovo numero e nuovo sito www.rivistapaginazero.net - inoltre l'ultimo numero della rivista il segnalibro ospita una chiacchierata fra il sottoscritto e giancarlo sissa intorno alla 'vicenda' FuoriCasa.Poesia . grazie e scusate l'invadenza . a presto .


2. CELLULE di Gianfranco Fabbri



Sono una lunga iniezione
che ti ubriaca di infiniti multipli.

Satellite di me, tento di darmi
all'ignoto che passa; profeta,
accondiscendo a gestazioni gemelle.

Ti ho contato i capelli.
Ci ho messo grande cura ;
un censimento fatto a mano,
senza calcolatore.

Oggi sono vestito da altare ;
su di me, osservo i santi uffici.

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Mi evolvo nell'indecisione ;
ballo con l'afasia due volte a fila
una danza tormento
secondo la catabasi infernale.
Ore otto, tele
notizie sulla rete ammiraglia,
dove una voce appare e non si sente.


Gianfranco Fabbri ? nato a Siena ma vive da molti anni a Forl?. Ha esordito giovanissimo in poesia con Di tutto un niente edito dalla Forum Quinta Generazione. E? seguito, nel 1981, il volumetto I pantaloni del Po, stampato dal Centro Culturale Nuovo Ruolo di Forl?. Nel 1989, Campanotto di Udine gli pubblica ?I ragazzi del Settanta?. Nel 1993 la stessa casa editrice stampa la raccolta Davanzale di travertino cui hanno posto la loro attenzione numerosi critici letterari. Nel 1996 Fabbri esordisce nella narrativa con Jennifer, pubblicato da Fernandel di Ravenna. Nel 2002 ? ancora Campanotto a mettere sugli scaffali delle librerie la raccolta di versi Album italiano. Tre poesie di questo lavoro hanno vinto l?ottava edizione del premio Aldo Spallicci, nel 1995. Lettore di versi, ha partecipato a numerosi spettacoli in tutta Italia. Attualmente ? segretario del premio ?Aldo Spallicci? e giurato del Premio di narrativa ?Graphie? dell?omonima rivista.



3. LE PAROLE di Lucetta Frisa



Le ama ancora nella loro dissennata
liturgia e nella loro folla cerca
un doppio che sembri ancora vivo,
e ama il loro rotolarsi
per espellere la disperazione
che sul foglio imparer? uno stile.
Pi? infelice e inquieta se non scrive, scrive
per aggiungere un po? di fiato al fiato
il suo poco amore all?amore
se un giorno aveva traboccato
se si era fatta trapassare dall?ebbrezza
di pietre mare alberi stelle notte vento uomini suoni bestie e se
sapeva emozionarsi.
Quale poesia - si domanda -
ha l?arte di disarmare la tristezza?

Da Disarmare la tristezza (Dialogo Libri, Milano, 2003)


Lucetta Frisa, poeta, traduttrice,studiosa di letteratura giovanile e lettrice a voce alta, ? nata a Genova dove risiede. Tra i suoi libri di poesia: La follia dei morti (Campanotto, 1993) Notte alta (Book, 1997) Gioia piccola (all?antico mercato saraceno, 1999) L?altra (Manni, 2001) Disarmare la tristezza (Dialogolibri, 2003) e Siamo appena figure (GED, 2003). Ha curato una scelta di versi di Emily Dickinson, Lasciatemi l?estasi (Ripostes,1992) e di Henri Michaux Sulla via dei segni (Graphos, 1998). Suoi testi in Niebo, Origini, Riga, Resine, Il gallo silvestre, Pagine, La clessidra, Nuova Prosa, Si scrive, Poesia, Ciminiera, Capoverso. E? presente in varie antologie, tra le pi? recenti Il pensiero dominante (a cura di Franco Loi e Davide Rondoni, Garzanti, 2001) e Poesia della traduzione (a cura di Alberto Bertoni e Alberto Cappi, Comune di Modena, 2003). Con i suoi racconti per ragazzi collabora al quotidiano Avvenire, con i suoi saggi a LG.Argomenti - rivista di letteratura giovanile del comune di Genova. Insieme a Marco Ercolani ha scritto vari libri tra cui Nodi del cuore (Greco&Greco, 2000). E? redattrice di Arca e di Ciminiera.



4. DUE POESIE di Marco Giovenale


immagine di Francesca Vitale


Quaranta minuti non sono molti
per l?immortalit? dell?anima prima
del lavoro.

Nessuna convocazione per Adapa, n? babbi carne oro.
Gesti di altri, solo, sospettati
con la coda dell?occhio sinistro
e alla fine un insetto invisibile sul dorso
della mano, l?angelo della realt?,
che non ha soglia - nemmeno un minuto
di apparizione nel clip. Ma schiacciamento
a terra dell?orizzonte di vertebre
su cui la vipera lascia nel sangue
scaglie esagonali, calcolabili - forse
compiute in loro nulla presa
di senso.

A sciami i giovani ragni passano i gusci
dorati divorati, dei vecchi, e i batteri
ne hanno sciolto le giunture
che si sfaldano. Rimane la cheratina
sonora, trasparente sotto i raggi

*

Tuffato nella testa
del fuoco e consumato
(tre quasi
milioni di litri - di ossigeno) nella
camera vuotata nel ?28, l?Interno
melanconico di Francalancia
(da Bramante anni fa)
(contassero), fermato
al sedile di pietra nel portico,
gli sembr? il chiostro
si capovolgesse, terra
in aria in altra
parola disse il maestro ?un?ora
di libert?? -
tutti dissolti tutto


Marco Giovenale (Roma 1969) lavora in una libreria antiquaria. Collabora a Private, Il Grandevetro, Sud. Cura la pagina http://slow-forward.splinder.com e, con Massimo Sannelli, la newsletter bina. ? nel comitato di consulenza di www.italianisticaonline.it. ? presente in antologie: la pi? recente ? Doni di-versi, Edizioni d?if, Napoli 2003. Suoi testi in Nuovi Argomenti, l?immaginazione, Rendiconti, Stilos, Accattone, Smerilliana, L?area di Broca, La clessidra, Il Segnale, YIP, Hebenon, Mediterranean review. Nel 2001 ha partecipato a RomaPoesia. Dallo stesso anno collabora al progetto ??kusma ? Forme della scrittura contemporanea?. Con altri autori prende parte a Klandestini, serie di incontri organizzati dal British Council. Ha pubblicato micro-plaquettes con il Pulcinoelefante e con Mme Webb. Libri di poesie: Curvature (La Camera Verde, Roma 2002, con immagini di Francesca Vitale; prefazione di G.Mesa), Il segno meno (Manni, Lecce 2003; con una nota di L.Magazzeni), Altre ombre (La Camera Verde, Roma 2004; prefaz. di R.Roversi). In uscita a ottobre un ebook di prose brevi. Note biobibliografiche estese in http://biobiblio.splinder.com.


5. LIBRI


Giocavo all?ala (Pequod, 2004). Un piccolo capolavoro di Stefano Simoncelli
Chiss? quale presunzione dei prefatori li porta a dire ? dei libri che presentano ? troppo, rispetto a quello che gli stessi autori ? specie se bravi ? intendono. C?? un?umilt? nel dire, una delicatezza nel proporre un graffio/sigillo sulla carta, uno scavo acuminato che procede dalle profondit? pi? private, che davvero ? difficile ogni eventuale commento. Stefano Simoncelli forse non sa fino a che punto ha pubblicato uno di questi riusciti miracoli. Il suo librino Giocavo all?ala ? uno di quelli dai quali ? fortunatamente ? non si guarisce. Filippo Davoli


La scimmia randagia (Crocetti, 2003) di Maria Grazia Calandrone
fermo e conservo i molti ritorni a cui continua a costringermi questo denso e intensissimo libro - abitato dall? volont? irrinunciabile e coinvolgente di testimoniare cosa l'attesa e lo stupore del nascere muove dentro e intorno . dalla ricerca incessante dei segni del visibile e invisibile - alla parola che non obbedisce pi? a nessuna legge e quindi diventa 'anteriore' - quasi presagio - assolutamente necessaria e rinasce (appunto) liberando tutti i respiri - i significati - quelli espressi e quelli possibili . opera luminosa e sorprendente . pronuncia fluviale e cristallina in quella che pare muoversi come minuziosa e appassionata rinominazione e riappropriazione del mondo . Stefano Massari


6. EVENTI



1. TEATRO DELLE ARIETTE - Deposito Attrezzi
A TEATRO NELLE CASE Festival d?autunno
19 ? 24 ottobre 2004 quinta edizione
?Passato presente?

Le cose arrivano a volte senza che noi le cerchiamo. Arrivano cos?, da un passato lontano e danno i loro frutti oggi, o i frutti del passato vedono oggi germogliare i semi che custodivano.
Di seme in seme, di spettacolo in spettacolo, dal passato al presente che diventa passato di fronte a un nuovo presente.
Il passato ? presente, nel bene e nel male. Come una mina di una guerra lontana che esplode oggi inattesa ai bordi di un campo. O come il passato che ci abita dentro, nei geni di madri e di padri, nelle storie, nei miti e nei riti che muoiono e si rinnovano nelle nostre azioni.
A questo passato presente ? dedicata la quinta edizione del nostro festival d?autunno che come ogni anno sar? accolta nelle case dei comuni di Bazzano, Castello di Serravalle, Monteveglio in provincia di Bologna nel territorio della Valle del Samoggia, con il sostegno della Provincia di Bologna e della Regione Emilia Romagna. Gli appuntamenti:
- la presentazione del libro ?Stabat Mater . Viaggio alle fonti del teatro narrazione? di Gerardo Guccini e Michela Marelli, prodotto dal Teatro delle Ariette sullo storico spettacolo di Laboratorio Teatro Settimo nato nell?89 che per tre anni ? stato rappresentato nelle case d?Italia e d?Europa.
- le immagini video da ?L?estate. fine? lo spettacolo del Teatro delle Ariette coprodotto dal festival di Santarcangelo, presentato nel luglio 2004 su un terreno agricolo di 6000 mq coltivato da gennaio dalla compagnia stessa.
- la prima rappresentazione dello spettacolo ?L?estate.fine? del Teatro delle Ariette fuori dal campo di Santarcangelo, in un allestimento ricreato sui campi e i luoghi delle Ariette.
- e poi le ospitalit?: Massimiliano Speziani e il suo ?Custode delle partenze?, Mariella Fabbris, Lucilla Giagnoni e Laura Curino, attrici storiche di Laboratorio Teatro Settimo, lo scrittore e camminatore della montagna Antoine Choplin, Giuliano Scabia con ?L?insurrezione dei semi?,la poesia di Mariangela Gualtieri e di Stefano Massari.
In chiusura l?incontro coordinato da Massimo Marino intitolato ?Passato presente. Storie di famiglie teatrali? e Mimmo Cuticchio con il figlio Giacomo in una serata creata appositamente per il festival.

programma dettagliato in allegato al bollettino o consultabile su www.teatrodelleariette.it


2. OTTOBRE DI POESIA CASTELLAZZO 2004 -
SABATO 30 OTTOBRE 2004 - Sala comunale di Castellazzo Bormida (AL)
ORE 10.30 - LA POESIA INCONTRA LA SCUOLA - Incontro con Luciano Neri e Gabriele Favagrossa. Conduzione: Oreste Bonvicini

ORE 16.45 - RIFLESSIONI SUL PRESENTE Conduzione: Mauro Ferrari -

INTERVENTI: Gabriela Fantato - Paolo Febbraro - Sandro Montalto -- LETTURE : Roberto Bertoldo - Milo De Angelis - Gabriela Fantato - Gabriele Favagrossa - Paolo Febbraro - Mauro Ferrari - Sandro Montalto - Roberto Mussapi - Luciano Neri - Gianni Priano

ORE 21.00 - INCONTRO CON I POETI :
MILO DE ANGELIS Intervento critico: Roberto Bertoldo, direttore di HEBENON
ROBERTO MUSSAPI Intervento critico: Mauro Ferrari, direttore de LA CLESSIDRA

CONCORSO LETTERARIO "GAMONDIOPOESIA" - III edizione
Proclamazione dei Finalisti h. 18.30 e dei vincitori h. 22.30

LA POESIA CONTEMPORANEA - Esposizione di materiali (riviste, siti, associazioni)

In collaborazione con PROVINCIA DI ALESSANDRIA - COMUNE DI CASTELLAZZO BORMIDA - ASSOCIAZIONE LETTERARIA LA CLESSIDRA - ISTITUTO COMPRENSIVO "G. POCHETTINO" DI CASTELLAZZO B.


3. DIRE FORTE (I? parte) a cura di Paola Turroni
incontri con scrittori e poeti al BRUTTO ANATROCCOLO
via Torricelli (zona Navigli) ? Milano ? ORE 22.30

marted? 26 ottobre OTTAVIO BRIGAND? e FABIO CAVALLARI - Fuori dalla metafora del volo - Edizioni Giuseppe Laterza
Presenta il gruppo politico di Luino RedAzione.
Messa in discussione di libert?, alienazione, desiderio e bellezza. Un serrato confronto a due che tenta di rompere la crosta dello status quo.

marted? 9 novembre ALBERTO BERTONI, STEFANO MASSARI, GIANCARLO SISSA leggono le loro poesie e presentano l?esperienza di FuoriCasa.Poesia.
prima ancora di uno spazio poetico questa sar? una piazza . dunque uno spazio umano . per uomini e donne di qualunque provenienza - e destino - che desiderino confrontarsi e condividere . siamo esseri umani . desideriamo essere cittadini . proponiamo la poesia come strumento per nominare il presente . per nominare il mondo . alla portata di tutti . vogliamo instaurare un dialogo . siamo alcuni poeti che hanno voglia di partecipare . di comunicare . di disturbare . di prendere posizione .

marted? 23 novembre GIAN LUCA FAVETTO - Se vedi il futuro digli di non passare, Piccola Biblioteca Oscar Mondadori
Un libro di storie che sono sguardi sulla natura dell?uomo contemporaneo. Dal rapporto genitori-figli all?amore, dalla violenza al sesso, dallo sporta al mare, dal bisogno di fuga al desiderio, le storie si intrecciano l?una nell?altra. In quindici modi diversi, raccontano un unico gesto di ribellione, quello che consente alla vita di essere meritatamente vissuta.

marted? 14 dicembre FRANCO LOI e FILIPPO DAVOLI - due poeti di Milano e Macerata si confrontano tra loro e con voi
V?ss ?m e v?ss pu?ta? Per la sc?ra
del cr?ss tra j ?mm, desp?erdess nel pat?,
per return? quel fi?sc de la memoria
che la passiensa l?? sparagn? nel d?. (F.L.)


ISTRUZIONI PER L'USO
Questa non ? una testata giornalistica n? una rivista letteraria, bens? una piazza libera di incontro e discussione costruita dai poeti dell'associazione culturale FuoriCasa. Tutti coloro che sono interessati a partecipare con propri contributi (testi, poesie, segnalazioni, recensioni, interviste, materiali fotografici) sono pregati di utilizzare l'indirizzo email stefanomassari@inwind.it. Invitiamo caldamente tutti a mandarci contributi di lunghezza non oltre le 25 righe (carattere Arial corpo 10) aggiungendo fotografia personale (formato JPeg, massimo 20K) e liberatoria . I materiali non saranno restituiti e non verranno mai utilizzati previa autorizzazione dell'autore o degli aventi diritto. Laddove riscontreremo scorrettezze, plagi o nefandezze di vario altro genere, ci riserviamo di segnalarle prontamente agli interessati. Per ogni controversia, noi speriamo e confidiamo nell'intelligenza delle persone. Sempre. Fino a prova contraria.
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BOLLETTINO N. 12 / 2004
a cura di Alberto Bertoni, Stefano Massari, Giancarlo Sissa
con la collaborazione di Mimmo Cangiano, Gianfranco Fabbri, Silvia Favaretto, Massimo Gezzi, Paola Loreto, Paola Turroni

spedito il 5 novembre 2004 in 2564 copie
per contatti stefanomassari@inwind.it - www.fuoricasapoesia.splinder.com

1. TENTATIVO DI LUCE di Stefano Massari
incursione a ritroso questa - a ritrovare alcune delle radici del proprio 'fuoco' . giancarlo sissa e pasquale di palmo lavorano da anni sulla personale ricognizione e ricostruzione di quella 'soglia' veggente profondamente insita nella pratica della 'parola' poetica - la rottura di ogni margine di resistenza e di sorveglianza che sempre la 'vera' poesia prepotentemente impone e chiede poi di ricomporre . la differenza che corre tra minima/massima araldica del mestiere di scrivere e sangue vivo necessario governato dall'assoluto . davvero avvincente testare e forzare ogni volta i nostri limiti . andare in territori ignoti . esporre anche con una certa appassionata arroganza tutti i segni del nostro 'fare' in cammino . torna anandamide sul volto del nostro bollettino . con un lavoro creato appositamente per questa occasione . siamo profondamente ammirati e grati . per gli eventi : grandissimi nomi a salerno - per chi ha conservato l'umilt? e la saggezza di mettere il 'naso' anche fuori dai nostri angusti confini - alcuni di 'loro' sanno molto bene di cosa qui pasquale e giancarlo stanno parlando . i libri tornano la prossima volta (stavolta ? meglio di no) . la parola 'poesia' brucia - in bocca . fa paura . rischio di ogni tentativo di luce . a presto .


2. GLI ERETICI a cura di Pasquale Di Palmo e Giancarlo Sissa

Pasquale Di Palmo
Un tempo gli eretici venivano condannati al rogo. Nella nostra epoca sempre pi? schizofrenica i veri eretici sono i poeti che non hanno saputo adattarsi alle regole del profitto e del buon senso. Ecco allora che vengono ?suicidati dalla societ?? al fine di rimuovere la loro opera e la loro stessa esistenza. Ancora adesso il modello dell?omologazione imperante tende ad emarginare i poeti autentici, quelli che vivono quotidianamente sulla propria pelle le asettiche stimmate di una moderna crocifissione. Ma la ribalta ? per altri, per coloro che cantano la ribellione dal pulpito di una cattedra, senza sapere che la ribellione ti rende simile a un mostro, ti cosparge il volto di verruche o ti fa annodare una cravatta di corda alla maniera di Esenin.

Giancarlo Sissa
C?? un?ustione luminosa che attraversa la poesia francese della prima met? del secolo scorso e col segno imprevisto della saetta giunge fino a noi. Una ferita incandescente che i molti ismi storico-letterari hanno tentato ? spesso purtroppo con successo ? di tamponare e raggelare ? nell?impossibilit? di normalizzarla e assorbirla in modo indolore ? nello stigma della devianza e della marginalit?. E? la parola libera e antica che sgorga dall?adolescenza irrimediabile, spietata e definitiva di uomini come Antonin Artaud ( fra l?altro espulso dal Movimento Surrealista), Ren? Daumal (che allo stesso Movimento rifiut? di aderire), Roger Gilbert-Lecomte (sodale di Daumal nell?ambito del Grand Jeu), Jacques Prevel, altri. Poeti dell?impossibile che nell?intensit? terribile della loro scrittura hanno giocato l?intero loro essere perdendolo, ma di fatto cortocircuitando con il loro eccesso di lucidit? (estremo come quasi tutto in loro) le dinamiche autoreferenziali dei sistemi letterari. E? il loro saldo rifiuto di conformarsi a qualsivoglia sapere predefinito, la loro intenzione di forzare ? ciascuno a suo modo ? ogni limite umano e poetico nell?ambito di esperienze di scrittura e di ?metafisica sperimentale?, a qualsiasi costo ( e a loro in primis cost? miseria, malattia, manicomio, l?intera vita!) e l?inquietante preveggenza profetica della vera poesia (che ?se non ha forza d?enigma non ? che letteratura?!) ci? che permette oggi di intuire che fuori dai manuali la scrittura non solo in versi pu? ancora giocare la sua scommessa. Ed ? procedendo di negazione in negazione ? e quindi di superamento in superamento ? opponendo al meraviglioso il mistero, al surreale ?la r?volution de la realit? vers sa source? (facendo cio? della negazione la vera sorgente di ogni creazione), e proponendo della poesia la peculiarit? di ?pensiero altro?, immemoriale e dunque assolutamente moderno, consapevole di ogni tradizione e dunque universale, e certi che senza una reale trasformazione interiore diventa impossibile ? fra l?altro ? qualsiasi progresso sociale reale che questi poeti assegnano alla poesia la funzione di far entrare l?eternit? nella vita ? scommessa sul confine della vita e della morte, sfida piena alla letteratura borghese e classificatoria, in nome di una utopia operante e inarresa ? l?atroce libert? del genio in perenne opposizione ai dogmatismi!


L?ARBRE di Antonin Artaud
(L'albero)


Cet arbre et son fr?missement
for?t sombre d?appels,
de cris,
mange le c?ur obscur de la nuit.

Vinaigre et lait, le ciel, la mer,
la masse ?paisse du firmament,
tout conspire ? ce tremblement,
qui g?te au c?ur ?pais de l?ombre.

Un c?ur qui cr?ve, un astre dur
qui se d?double et fuse au ciel,
le ciel limpide qui se fend
? l?appel du soleil sonnant,
font le m?me bruit, font le m?me bruit,
que la nuit et l?arbre au centre du vent.
Quest?albero e il suo brivido,
foresta cupa di richiami
e grida,
mangia il cuore oscuro della notte.

Aceto e latte, il cielo, il mare,
la massa densa del firmamento,
tutto cospira a questo turbamento
che dimora nel cuore denso dell?ombra.

Un cuore che scoppia, un astro duro
che si sdoppia e nel cielo si espande,
il cielo limpido che si incrina
al richiamo sonoro del sole,
fanno lo stesso rumore, fanno lo stesso rumore
della notte e dell?albero al centro del vento.

traduzione di Pasquale Di Palmo


da ?Le Contre-Ciel? di Ren? Daumal

IL SUFFIT D?UN MOT
(Basta una parola)


Nomme si tu peux ton ombre, ta peur
et mesure-lui le tour de sa tete,
le tour de ton monde et si tu peux,
prononce-le, le mot des catastrophes,
si tu oses rompre ce silence
tiss? de rires muets ? si tu oses
sans complices casser la boule,
d?chirer la trame,
tout seul, tout seul, et plante l? tes yeux
et viens aveugle vers la nuit,
viens vers ta mort qui ne te voit pas,
seul si tu oses rompre la nuit
pav?e de prunelles mortes,
sans complices si tu oses
seul venir nu vers la m?re des morts ?
dans le c?ur de son c?ur ta prunelle repose ?
?coute-la t?appeler : mon enfant,
?coute-la t?appeler par ton nom. D? se puoi la tua ombra, la tua paura
e misura il perimetro della sua testa,
il perimetro del tuo mondo e se puoi,
pronunciala, la parola delle catastrofi,
se osi rompere questo silenzio
intessuto di risa mute ? se osi
senza sodali rompere la bolla,
straziare la trama,
solo, completamente solo, e l? abbandona i tuoi occhi
e vieni cieco verso la notte,
vieni verso la tua morte che non ti vede,
solo se osi rompere la notte
lastricata di morte pupille,
senza sodali se osi
solo venire nudo verso la madre dei morti ?
nel cuore del suo cuore la tua pupilla riposa ?
ascoltala chiamarti: bambino mio,
ascoltala chiamarti per nome.


traduzione di Giancarlo Sissa


LA R?VOLUTION EN ?T?
(La rivoluzione in estate)

La lumi?re est excessive. Les hommes courent acheter des foulards, et ce n?est pas pour se moucher.
Dernier recours : l??clipse, acrobatie c?leste.
Dans le carnaval cosmique, cet homme qui prend au s?rieux son role de plan?te. On brule le soleil en effigie, ironie du sort, plaisanterie d?esclaves.
Qu?on n?en rie pas trop. Les esclaves tournent maintenant autour de la meule qui moud du vide. Leur sueur enivre les astres, le soleil pansu se traine dans la poussi?re des routes, un ?il crev? s?ouvre dans le ciel et les cadavres rient, les ?paules luisantes.


La luce ? eccessiva. Gli uomini corrono a comperare fazzoletti, e non certo per soffiarsi il naso.
Ultimo rimedio: l?eclisse, acrobazia celeste.
Nel carnevale cosmico, quest?uomo che prende sul serio il suo ruolo di pianeta. Si brucia il sole in effigie, ironia della sorte, burla da schiavi.
Non se ne rida troppo per?. Gli schiavi girano adesso attorno alla macina che macina il vuoto. Il loro sudore inebria gli astri, il sole panciuto si trascina nella polvere delle strade, un occhio spaccato si spalanca nel cielo e i cadaveri ridono, le spalle lucenti.

traduzione di Giancarlo Sissa


LE FILS DE L?OS PARLE di Roger Gilbert-Lecomte
(Il figlio dell'osso parla)


Je frappe comme un sourd ? la porte des morts
Je frappe de la t?te qui gicle rouge
On me sort en bagarre on m?emm?ne
Au commissariat
Rafra?chissement du passage ? tabac
Les vaches
Ce n?est pas moi pourtant
Qui a commenc?
? la porte des morts que je voulais forcer
Si je suis d?fonc? saignant stupide et bl?me
Et rouge par tra?n?es
C?est que je n?ai jamais voulu que l?on m?emm?ne
Loin des portes de la mort o? je frappais
De la t?te et des pieds et de l??me et du vide
Qui m?appartiennent et qui sont moi
Mourez-moi ou je meurs tuez-moi ou je tue
Et songez bien qu?en cessant d?exister je vous suicide
Je frappe de la t?te en sang contre le ciel en creux
Au point de me trouver debout mais ? l?envers
Devant les portes de la mort
Devant les portes de la mer
Devant le rire des morts
Devant le rire des mers
Secou? dispers? par le grand rire amer
?pars au del? de la porte des morts
Disparue
Mais je crie et mon cri me vaut tant de coups sourds
Qu?assomm? cr?ne en feu tomb? je beugle et mords
Et dans l?effondrement des sous-sols des racines
Tout au fond des entrailles de la terre et du ventre
Je me dresse ? l?envers le sang solidifi?
Et les nerfs tricoteurs crisp?s jusqu?? la transe
Pi?tinez pi?tinez ce corps qui se refuse
? vivre au contact des morts
Que vous ?tes pourris vivants cerveaux d?ordures
Regardez-moi je monte au-dessous des tombeaux
Jusqu?au sommet central de l?int?rieur de tout
Et je ris du grand rire en trou noir de la mort
Au tonnerre du rire de la rage des morts
Io busso come un sordo alla porta dei morti
Io busso con la testa che spruzza rosso
Mi si invita alla zuffa mi si accompagna
Al commissariato
Mi rinfrescano caricandomi di botte
Gli sbirri
Non sono io tuttavia
Ad aver cominciato
Presso la porta dei morti che volevo forzare
Se io sono tossico sanguinante stupido e ferito
E rosso per essere stato trascinato
? che non ho mai voluto che mi si accompagnasse
Lontano dalle porte della morte ove bussavo
Con la testa e con i piedi e con l?anima e con il vuoto
Che mi appartiene e che sono io
Voi mi morite o io muoio uccidetemi o uccido
E sognate bene che smettendo di esistere vi suicido
Io busso con la testa sanguinante contro il cielo incrinato
Al punto di ritrovarmi in piedi ma a rovescio
Di fronte alle porte della morte
Di fronte alle porte del mare
Di fronte al riso dei morti
Di fronte al riso dei mari
Abbattuto disperso dal grande riso amaro
Sparso al di l? della porta dei morti
Scomparso
Ma io grido e il mio grido mi procura tanti colpi sordi
Che stordito cranio nel fuoco caduto io muggisco e mordo
E nel crollo del sottosuolo delle radici
Cos? nel profondo delle viscere della terra e del ventre
Mi alzo a rovescio il sangue solidificato
E i nervi magliai contratti fino all?angoscia
Calpestate calpestate questo corpo che si rifiuta
Di vivere a contatto con i morti
Che voi siete putridi viventi cervelli di rifiuti
Guardatemi io salgo al di sopra delle tombe
Fino alla sommit? centrale dell?interno di ogni cosa
E rido del gran riso come foro nero della morte
Al tuono del riso della rabbia dei morti


traduzione di Pasquale Di Palmo


CHAQUE MATIN di Jacques Prevel
(Ogni mattina)


Chaque matin je reste immobile sur ma couche
N?osant bouger
Je me tourne sur le c?t? gauche et je crache ? pleine bouche
Je crie que l?on ferme la fen?tre
Je me d?bats contre des millions d??tres
Qui me d?vorent le c?ur et le poumons
Qui m?enl?vent tout espoir et tuent la vie en moi
J?enfonce dans ma chair l?aiguille d?acier
Je m?injecte deux centigrammes
De ce liquide extrait d?un pavot l?gendaire
Je retrouve le calme et comme un moribond
Tourn? vers la fen?tre et les yeux grands ouverts
Je me perds dans la lumi?re de ce nouveau matin
J?imagine que je suis encore vivant
Que je me suis lev? t?t
Que je marche, ivre de solitude
Au milieu d?un pays sauvage et vierge
O? la douleur est absente. Ogni mattina resto immobile sul mio letto
Non osando muovermi
Mi giro sul lato sinistro e sputo a bocca piena
Grido che mi chiudano la finestra
Mi dibatto contro milioni di esseri
Che mi divorano cuore e polmoni
Che mi tolgono ogni speranza e uccidono in me la vita
Pianto nella mia carne un ago d?acciaio
Mi inietto due centigrammi
Di questo liquido estratto da un leggendario papavero
Ritrovo la calma e come un moribondo
Girato verso la finestra con i grandi occhi aperti
Mi perdo nella luce di questo nuovo mattino
Immagino di essere ancora vivo
Di essermi alzato presto
Di camminare, ebbro di solitudine
Lungo un paese selvaggio e vergine
Dove il dolore non esiste.


traduzione di Pasquale Di Palmo


Pasquale Di Palmo ? nato al Lido di Venezia nel 1958 e risiede a Ca? Noghera (Venezia). Ha pubblicato le raccolte poetiche intitolate Arie a malincuore in ?Poesia contemporanea. Secondo quaderno italiano? (Guerini e Associati, 1992), Quaderno del vento (Stamperia dell?Arancio, 1996), Horror Lucis (Edizioni dell?Erba, 1997) e Ritorno a Sovana (L?Obliquo, 2003). Ha curato e tradotto per Stampa Alternativa le Poesie della crudelt? (2002), Io sono Ges? Cristo. Scritti eretici e blasfemi (2003), Lettres du d?lire/Lettere dal delirio (2003) di Antonin Artaud e l?antologia I surrealisti francesi. Poesia e delirio (2004); per L?Obliquo Lettere del Grande Monarca di Antonin Artaud (2004). Ha inoltre curato, per il Ponte del Sale, l?antologia di Beppe Salvia intitolata I begli occhi del ladro (2004). Suoi testi sono apparsi in numerose riviste, tra cui ?Nuovi Argomenti?, ?Paragone?, ?Poesia?, ?L?Indice? e ?Wuz?.


Giancarlo Sissa (1961), poeta e traduttore, per ora vive a Bologna. Ha pubblicato LAUREOLA (1997, Book Editore), PRIMA DELLA TAC e altre poesie (1998, Marcos y Marcos), IL MESTIERE DELL?EDUCATORE (2002, Book Editore), MANUALE D?INSONNIA (2004, Nino Aragno Editore). E? presente in diverse antologie nazionali, fra le altre: IL PENSIERO DOMINANTE poesia italiana 1970-2000 (Garzanti Editore), LE PAROLE ESPOSTE (Fotostoria della poesia italiana del ?900) (Crocetti Editore), PAROLE DI PASSO (Trentatr? poeti per il nuovo millennio) (Nino Aragno Editore). Come critico si ? occupato di Gianni D?Elia, Ferruccio Benzoni, Tolmino Baldassari. Ha tradotto poeti dal francese, dall?ungherese, dallo spagnolo. E? presidente ?provvisorio? dell?Associazione Culturale FuoriCasa.


2. UN EVENTO

Salernopoesia 2004 Incontri internazionali

5, 6, 7 novembre 2004, nella Sala conferenze dell?ex Convento di San Lorenzo (via De Renzi, zona Canalone), si svolger? Salernopoesia Incontri Internazionali. La manifestazione, promossa dalla Provincia di Salerno e dal Comune di Salerno ? organizzata e curata dalla Multimedia Edizioni / Casa della poesia

I protagonisti: Michael Horovitz (inglese), Etel Adnan (libanese/californiana), Francisca Aguirre (spagnola), Yvon Le Men (francese), Jack Hirschman (USA), Giancarlo Majorino (italia), Toma? ?alamun (sloveno), Agneta Falk (anglosvedese), la canadese Susan McMaster , lo slavo Sinan Gudzevic, Ada Salas (spagnola), Jochen Kelter (svizzerotedesco), Saadi Yousef (iracheno), italiani inoltre: il napoletano Mariano B?ino e il salernitano Giancarlo Cavallo .

Nel corso della manifestazione si terr? un omaggio all?indimenticabile Izet Sarajlić, patriarca della famiglia poetica di Casa della poesia, al poeta salernitano Alfonso Gatto e ai rapporti tra i due poeti e le loro citt? e organizzato un incontro dei poeti con gruppi di studenti.
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'Poeti a Bologna' fotografati da Ennio D'Altri

BOLLETTINO N. 13 / 2004
a cura di Alberto Bertoni, Stefano Massari, Giancarlo Sissa
con la collaborazione di Mimmo Cangiano, Gianfranco Fabbri, Silvia Favaretto, Massimo Gezzi, Paola Loreto, Paola Turroni

spedito il 2 dicembre 2004 in 2581 copie
per contatti stefanomassari@inwind.it - www.fuoricasapoesia.splinder.com

1. MOVIMENTI di Stefano Massari
non ci pare possibile rinunciare alla libert? militante e fiduciosa del 'dubbio' - per consolidare posizionamenti o confermare obiettivi acquisiti . questo bollettino ? per noi ogni volta occasione preziosissima per rischiare e ridiscutere tutto . ci pone di fronte alla necessit? di registrare e raccogliere movimenti e mutamenti visibili e invisibili - che sappiamo e sapete incessanti - oltre alla responsabilit? irrinunciabile di seguire il proprio percorso individuale . da 'lluvia' di tiziana cera rosco (appena uscito per i tipi di lietocolle) - ospitiamo qui la poesia d'apertura . autrice che promette una misura visonaria e ingovernabile davvero convincente . finalmente con noi anche anna maria farabbi - a mio personale parere tra le voci pi? potenti e interessanti del panorama poetico italiano attuale . infine paolo fichera - segno in 'silenziosa' e costante crescita . nello spazio libri in evidenza il lavoro di cura e critica recente del prezioso e complice pasquale di palmo . piccolo grande evento a bologna : ennio d'altri mette in mostra suoi ritratti fotografici di alcuni dei poeti che attualmente attraversano e muovono bologna . in fondo nostro ospite giampiero marano che presenta rapido dissidenze - blog/sito di studio ricerca e confronto davvero di grande interesse . a presto --


2. OGNI GIORNO DIO MANGIA ME di Tiziana Cera Rosco


Ogni giorno Dio mangia me.
Devo dirlo alle scale dopo la porta
- devo dirlo come l?ho pensato -
che sono io la Sua comuneunione di fame
la nube della non conoscenza.
Devo dirlo come l?ho pensato
a quelle che hanno della pioggia la lesione pi? grave
le scale mediche che battono tosse secca a terra
che non c?? altro di piovano
se non questo sangue medicamentoso che scende
a bocca aperta a anche su me.
Ogni giorno Dio mangia me - te -
i nostri corpi a lunga conservazione
dove la vita ? una quantit? di latte
se non viene afferrata per la carne tutt?intorno alla carne
- dirlo come l?ho pensato -
usa le mani
usa i buchi di Te
prima che i morti lesti penetrino dallo zerbino
i loro accenti infetti
entrino azzurri come gas nei cibi dei piccoli amen

- Da quale organo verr? spezzata? -

E non c?? altro di piovano
in questa stanza a scale che scroscia
se non il Tuo sangue tutto in torno alla nube
- da quale parte di me? -
Ogni giorno Dio mangia
mi afferra la carne tutta intorno alla carne
ti afferro la carne tutta intorno alla carne
perch? niente si arrende nei morti
come le mani.

Da Lluvia (Lietocolle libri - 2004)

Tiziana Cera Rosco ? nata nel 1973. Ha pubbilcato Lluvia (Lietocolle,2004), Il sangue trattenere (Atelier, 2003), Calco dei tuoi arti (Lietocolle, 2002) e nelle antologie Lavori di scavo.Antologia di poeti nati negli anni '70 (RaiLibro, 2004), Poesia in Festival (Teatro Olimpico, Vicenza 2003), Gli Argonauti (Archivi del'900, 2001), Gli Angeli di Novi Sad (Quaderni del Battello Ebbro, 2002), Almanacco del Mitomodernismo (Alassio, 2000).


3. NEL MIO GIARDINO QUASI MEZZANOTTE di Anna Maria Farabbi



Nel mio giardino quasi mezzanotte: gli elfi brillano
mentre gli alberi si spostano leggermente
dentro la propria corteccia morbida.
L'erba ? sonora: ingrandisce.
Laggi? una giostra di lucciole
tra le rose.

Leggo la mia scrittura vegetale. Il mio creato. Le creature.
Lo spargimento in terra della frenesia stellare.
Imparo la lunghezza del mio pozzo in cuore
che mi collega direttamente all'abisso.
Buonanotte.

Al dio liquido rossissimo mentre scende.
Mi tocca. Mi copre

la gola.
Mi scioglie.

Da La magnifica bestia

Anna Maria Farabbi ha pubblicato in poesia Fioritura notturna del tuorlo (Tracce,1996), Il Segno della Femmina (Lietocolle, 2000 con cd), Adluj? (Rovigo, Il ponte del sale, 2003 - ilpontedelsale@libero.it ). In prosa: Nudit? della solitudine regale (Zane Editrice, 2000), La tela di Penelope (Lietocolle, 2003). Per saggistica con traduzioni: Le alfabetiche cromie di Kate Chopin (Lietocolle, 2003 monografia su Kate Chopin), Un paio di calze di seta (Sellerio, 2003 raccolta di racconti di Kate Chopin)


4. E LA PAROLA CHE SUSSURRI di Paolo Fichera



e la parola che sussurri
sia un segno dorato, uno sfregio
di spina senza radici,
come di scandalo bianco;
sia la fame e sia il perdono
di non avere incedere se non nell?occhio
incavo di luce e dolore,
bocca spalancata, arsa di chi
ha avuto talmente sete
da poter quasi rinunciare
- ora - all?acqua

e che la spezia si amalgami al pane
sotto la brace e la cenere si cuocia
di silenzio ondulato e isterica profezia
come lo sguardo lascivo del suicida
che
non sa bere senza versare a terra
acqua

Da Lo Speziale
Paolo Fichera: nato a Sesto San Giovanni nel 1972. Lavora nel mondo dell?editoria nella veste di redattore e autore. Suoi testi sono apparsi su varie riviste e raccolte collettive. Per la poesia: Le carni bianche, Milano 1999; Stille, Milano 2002; una radice, Milano 2004. ? co-direttore della rivista ?PaginaZero-Letterature di frontiera?: www.rivistapaginazero.net


5. DUE LIBRI

I BEGLI OCCHI DEL LADRO di Beppe Salvia,
a cura di Pasquale Di Palmo, Ed. Il Ponte Del Sale, pp.158, Euro 13,00 ilpontedelsale@libero.it

Libro prezioso e in controtendenza, questa antologia di testi non solo poetici (in chiusura tre bellissimi racconti) di Beppe Salvia ? la sola esistente dedicata al poeta nato a Potenza nel 1954 e scomparso vent?anni fa. L?opera di Salvia viene qui riproposta e illuminata da una puntigliosa introduzione del curatore cui va il merito indiscutibile di attraversare il corpus poetico con acume critico. (Giancarlo Sissa)


I SURREALISTI FRANCESI, POESIA E DELIRIO
a cura di Pasquale Di Palmo, Ed. Stampa Alternativa, pp.383, Euro 18,00

Altro ?pezzo mancante? ideato e curato dall?infaticabile Di Palmo che colma con perizia e acribia una grave lacuna dell?editoria italiana. E? questa infatti la sola antologia organica che raccolga tutti i poeti surrealisti francesi, edita in Italia da almeno quarant?anni. Interessante anche l?operazione che affida le traduzioni a diversi giovani poeti italiani. (Giancarlo Sissa)


6. DUE EVENTI

POETI A BOLOGNA fotografati da ENNIO D'ALTRI

inaugurazione : sabato 4 dicembre 2004 ore 18,00

in mostra PRESSO la Feltrinelli Librerie di Bologna Piazza Galvani, 1/h
tel 051239990dal 4 al 31 dicembre 2004
(4 - 7/12: lunedi - domenica ore 10,00 - 14,00; 15,30 - 19,30
8 - 24/12: lunedi - domenica ore 10,00 - 19,00
25 - 31/12: lunedi - domenica ore 10,00 - 13,00; 15,30 - 19,30)

con: Vincenzo Bagnoli, Alessandra Berardi, Alberto Bertoni, Vito Bonito, Maria Gervasio, Salvatore Jemma, Fabrizio Lombardo, Stefano Massari, Manuela Pasquini, Roberto Roversi, Gregorio Scalise, Stefano Semeraro, Francesca Serragnoli, Giancarlo Sissa, Elio Tavilla, Maria Luisa Vezzali, Marisa Zoni.

hanno collaborato: Manuela Pasquini, Maria Gervasio e Salvatore Jemma

Volti di autori che vivono a Bologna o che comunque le sono profondamente legati, visti attraverso lo sguardo di un fotografo che da anni predilige il ritratto, che usa la macchina fotografica per entrare in contatto con persone e mondi che lo appassionano, e che oggi ha scelto i poeti. ?I poeti? dice l?autore, ?rappresentano per me un mondo oscuro ma affascinante, che lancia richiami tanto intensi che non posso permettermi di non raccogliere. Io e la mia macchina fotografica, naturalmente?. Di ciascuno Ennio D?Altri propone una sola immagine in bianco e nero. Accanto di ciascuno ha voluto un breve scritto: un?altra immagine, quella della parola, del segno. La libreria Feltrinelli, che ospita la mostra, render? disponibili nella stessa sala le pubblicazioni dei poeti ritratti. Accompagner? la mostra l?ascolto delle voci degli stessi poeti, che sono state registrate e saranno trasmesse in vari momenti della giornata, durante il periodo della mostra, all?interno della libreria.
Ennio D?Altri vive a Bologna e da molti anni fotografa persone, un ritrattista che predilige il bianco e nero. La frequentazione di alcuni poeti, che sono nati o che vivono a Bologna, ? all?origine di questa mostra.


7. UNA SEGNALAZIONE

DISSIDENZE CRITICA LETTERATURA CIVILTA? di Giampiero Marano



Il blog Dissidenze nasce con l?obiettivo di sperimentare un approccio alla letteratura, un ?metodo? critico, che possa virtualmente risolversi in strumento di esplorazione del s?, in percorso iniziatico di appropriazione dell?interezza, cio? della libert? come coincidenza di essere e conoscere. Partendo da queste premesse Dissidenze mette in radicale discussione il paradigma occidentale, erede secolarizzato del monoteismo cristiano, che pur nelle sue molteplici forme genera con sistematica regolarit? una frantumazione schizofrenica del sapere, dissociando teoresi e mondo, scienza e poesia, pensiero e opera. Il sito presenta dieci sezioni idealmente intercomunicanti: Saggi critici, Recensioni, Traduzioni, Nuovi scrittori italiani, Interviste, Comunit?, Per la scuola pubblica, Filosofia perenne, Documenti.


Giampiero Marano ? nato nel 1970. Ha pubblicato due libri di critica letteraria: La democrazia e l?arcaico (Arianna, Bologna 1999), La parola infetta (Nuova Editrice Magenta, Varese 2003). Cura il sito ?Dissidenze ? critica letteratura civilt?? (www.dissidenze.com).
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(immagine di Stefano Massari)

BOLLETTINO N.14/2004
a cura di Alberto Bertoni, Stefano Massari, Giancarlo Sissa
con la collaborazione di Mimmo Cangiano, Gianfranco Fabbri, Silvia Favaretto, Massimo Gezzi, Paola Loreto, Paola Turroni

spedito il 29 dicembre 2004 in 2602 copie
per contatti fuoricasapoesia@libero.it - www.fuoricasapoesia.splinder.com

1. RESISTENDO di Giancarlo Sissa
Di opera incompiuta parla Maria Grazia Calandrone indicando il passo e il percorso della poesia una volt? di pi? duramente profetica nel rimorso pagano del mare tra le pieghe dei corpi, oggi che un?onda epocale e precise scelte umane hanno prodotto una apocalissi che dagli schermi di ognuno balbetta il suo abbagliante alfabeto morse. Cos?, come l?amaro bambino assorto e solo sfiorato dalla corsa di un pallone di cui parla Matteo Marchesini stiamo un po? tutti e senza negarci alle domande, ma rispondendo con il gesto, nell?invito-constatazione di Maria Luisa Vezzali. E forse proprio in questo sta uno dei significati della scrittura poetica: nel tentativo di restituire almeno un po? di mondo, con incompiutezza certo, ma con tenacia, anche quando il mondo sembra sparire nel nostro smarrimento. Cos? procediamo resistendo, aprendo porte e finestre, che l?acqua defluisca, che la morte riposi almeno un poco, senza finzione. E con la rabbia dura e ardente del continuare, perch? per noi la poesia ? un comportamento, non un canone da celebrare.


2. LEGENDA MERIDIANA di Maria Grazia Calandrone



Calma apparente e provvisoria di uccelli
sulla calma esausta del lago;
tutta la nostra opera incompiuta
fra estranei che pagano il nostro dolore.

La persistenza affaticata in volo
delle mosche mentre ci crescono tra le braccia
le steppe: bianca coetanea avarizia della natura. Sorella,
immagina
cose lasciate da chi non credeva
di fermarsi altrove: terre toccate da occhi che non le ri-
conoscono, stoffe senza il corpo
sul quale furono tagliate.

L?incalcolabile fiducia dell?estate posa spighe di luce
sull?amaro dei volti:
un?ascesi silenziosa di fiamme.
Indovina il rimorso pagano del mare
tra le pieghe dei corpi.

Maria Grazia Calandrone ? nata a Milano nel 1964 e vive a Roma. Ha pubblicato il libro-premio di poesia Pietra di paragone (Tracce, 1998) e La scimmia randagia (Crocetti, 2003 ? premio Pasolini opera prima, finalista premi Dess? e Montano, segnalato premio Montale) e varie scelte di testi su riviste (Trame, Pagine, Le Fram, Poesia: 2000 e 2004, ClanDestino, Sinestesie, Sagarana, El Ghibli) e antologie di premi (Montale 1993, Donna e Poesia 1997, Corciano 1998, Bellezza 1998, LericiPea 2000, Giorgi 2004). Ha collaborato al quadrimestrale di filosofia Homo Sapiens e ha partecipato a numerosi festival nazionali e internazionali e a uno speciale televisivo su Joyce Lussu per la regia di Francesco Cabras. Collabora con l?attrice Sonia Bergamasco.


3. ASILO di Matteo Marchesini



Abito davanti a un rosso asilo
di mattoni a vista e imposte gialle
dove ogni giorno scivola un bambino
cupo e solo strisciando alle ringhiere.
I suoi compagni cavalcano nel sole
dei neri copertoni d?automobile
ma lui li ignora, s?affaccia tra le sbarre
e spia i palazzi immobile
sfiorato dalla corsa di un pallone.
Lo penso a volte come un prigioniero
del passato tornato a visitarmi.
Ma io non so pi? nulla del crudele
gioco infantile, nulla delle sue armi.
Cos? guardo i suoi occhi gi? infedeli
puntare al mio terrazzo e faccio festa
dell?istinto ferino che mi resta.

Matteo Marchesini ? nato a Castelfranco Emilia (Modena) nel 1979, e vive in provincia di Bologna. Dal 1998 collabora all?annuario critico di poesia curato da Giorgio Manacorda (Castelvecchi). Nel 2002 ha curato e introdotto per Stampa Alternativa Il maratoneta, una antologia di interventi del presidente radicale Luca Coscioni sulla battaglia per la legalizzazione della clonazione terapeutica, con i contributi di Umberto Veronesi e Jos? Saramago. Nello stesso anno ? uscita una breve antologia di suoi testi nel volume Dieci poeti italiani (Pendragon), curato da Maurizio Clementi. Nel marzo 2004 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, Asilo (Edizioni degli Amici, Arezzo) con la prefazione di Paolo Febbraro. Nel novembre 2004 ha vinto il premio nazionale di narrativa Iceberg con la raccolta di racconti Le donne spariscono in silenzio, di imminente uscita per le edizioni Pendragon. Si sta laureando in filosofia all?Universit? di Bologna. Tiene corsi di aggiornamento per insegnanti e laboratori sulla poesia contemporanea nelle scuole medie superiori.



4. Da 'VERSI DI ESPERIENZA E DI AMNESIA' di Maria Luisa Vezzali



del mondo

chini la testa per passare la porta e al di l? della soglia il mondo respira
di visione, un?onda impaziente che trasporta gli odori delle case, umidit?
ruggine, cenere, benzina, et? che turbinano verso il bruno
gli occhi passano in volo le teste chine sui tavoli, la mano sul telefono
la sosta al bar a met? mattino, il freddo che canta, la pelle
che riflette l?assenza di un gesto
grumi di luce che tornano cose di luce in un sorriso mite
sotterraneo


della comprensione

alle domande non ti neghi
rispondi con il gesto
notturno delle spalle
con la piega degli occhi, il collo chino
la mano sul capo
poggi i piedi sull?orlo
di una rampa erta e dura
da cui salgono strisciando a labbra aperte
incisi dai giorni e dalle spine
sei la saliva nutriente che li bagna
sei la coppa di terra che li accoglie
prometti quel che c?? da piangere
sai che frutter?

Maria Luisa Vezzali (Bologna 1964) insegna materie letterarie al liceo Copernico di Bologna. Ha pubblicato le seguenti raccolte di poesie: L?altra eternit? (Edizioni del Laboratorio 1987), Eleusi marina (in ?Poesia contemporanea. Terzo quaderno italiano?, Guerini e associati 1992), dieci nell?uno (eidos, in corso di pubblicazione), lineamadre (Donzelli editore, in corso di pubblicazione). Ha tradotto Adrienne Rich per Crocetti (Cartografie del silenzio, 2000). Sta lavorando su una traduzione di Lorand Gaspar, che sar? verosimilmente pubblicata per Donzelli nel corso del prossimo anno.


5. UN LIBRO

POESIA A BOLOGNA
a cura di Giancarlo Sissa, Gallo et Calzati Editori, Euro 11,00

raccoglie le testimonianze assolutamente inedite di diciotto poeti e scrittori fra i pi? interessanti che hanno attraversato l'ambiente bolognese. Autori di diversa eta' formazione e provenienza, raccontano il loro percorso artistico e poetico a Bologna, dal 1976 (anno cruciale per la storia della citta') a oggi, e il loro rapporto con un ambiente e una realta' da molti considerata come la piu' rappresentativa del 'fare cultura' in Italia. All'idea lanciata dal poeta Giancarlo Sissa di promuovere una indagine sulle condizioni della poesia a Bologna, da un punto di vista politico, culturale, sociale, aderiscono poeti e intellettuali del calibro di Roberto Roversi, Alberto Bertoni, Gregorio Scalise, Loredana Alberti e molti altri. Il libro e' completato da un ricco apparato di fotografie inedite che scandiscono il racconto della parola scritta. Con una introduzione di Giancarlo Sissa.

Gli autori, in ordine alfabetico: Loredana Alberti, Vincenzo Bagnoli, Alberto Bertoni, Vitaniello Bonito, Bruno Brunini, Eros Drusiani, Salvatore Jemma, Maurizio Maldini, Alberto Masala, Stefano Massari, Nicola Muschitiello, Marco Ribani, Jean Robaey, Davide Rondoni, Roberto Roversi, Gregorio Scalise, Giancarlo Sissa, Marisa Zoni.


6. SEGNALAZIONI

ARCA N.10, Ed. Joker, pp.142.

Chiude con un numero curato da Massimo Morasso e dedicato a ?La stanza segreta: la lettera?, la bella rivista ideata fra gli altri da Marco Ercolani e Lucetta Frisa. Ricchissima e di valore la scelta dei testi: da Yves Bonnefoy a Silvia Bre, da Filippo Davoli a Mallarm?, da Robert Walser a Emile Cioran, per citarne solo alcuni. Un congedo degno dunque del percorso. Salut. (G.S.)
nella foto Marco Ercolani


auguriamo a tutti voi un magnifico 2005
illustrazione di ANANDAMIDE
(www.anandamide.splinder.com)
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BOLLETTINO N.1/2005 FuoriCasa.Poesia

a cura di

Alberto Bertoni

Stefano Massari

Giancarlo Sissa



hanno collaborato
Mimmo Cangiano, Filippo Davoli
Silvia Favaretto, Salvatore Jemma


























www.fuoricasapoesia.splinder.com

spedito il 31 gennaio 2005

in 2807 copie


1. IL NON-PROGETTO DELLA POESIA di Giancarlo Sissa
I distratti disorientamenti della contemporaneit? globalizzata tendono a distinguere fra un uso comunicativo e tecnologico del linguaggio e la sua valenza espressiva ed evocativa relegando quest?ultima nell?ambito delle ipotesi estetiche naufraganti nell?oceano indistinto e politicamente corretto delle opinioni indifferenziate e dunque neutre. E? cos? facendo che, proprio nel negare ?anche? ai poeti un mandato preciso, definibile, improcrastinabile, si pone paradossalmente in evidenza invece la necessit? della poesia e la sua capacit? di restare ritta in piedi in questa povert? (Monique Laederach) e di accudire con forza e fiducia il pensiero e il sapere di padri e madri reali ? non letterari, non intellettualmente identificati in qualche ismo di comodo ? in grado cio? di coltivare la limpida sapienza del sentiero (Davide Nota) o di vegliare la pazienza dell?acqua come un segreto raccolto dentro i fianchi (Gabriela Fantato) perch? i figli sanno di essere semi (Marisa Zoni). Ecco allora che, attraversata la metafora generazionale (tanto criticamente desueta quanto umanamente fondante), ? proprio la poesia che ci resta, con le parole di Stefano Massari, come desiderio, come ?non progetto? e, in definitiva, come vita e metodo conoscitivo della stessa, nel rischio continuo dell?ascolto e dell?incontro (o dello scontro che ad esempio ha luogo nelle scelte linguistiche e narrative di Giancarlo Leucadi). Perch? non si pu? disconoscere ci? che esiste con verit?.


2. da AL TUO DELTA (a mio padre) di Gabriela Fantato



Nella sabbia siedono larghe le ore

legate alla terra. Resto a guardare

come se il tempo fosse qui

salvato, mai stato nello strazio.

Dico, oggi - dico, sempre

ma il nome ? uno scricchiolare

un inseguire che cosa mai?-

Sul lungomare una bambina

attende l'infanzia che la fugge senza

la piet? di chi ci lascia con un bacio.

- S?, anche lei sar? frumento

sar? mucchietto di anima e pelle

nel groppo della gola - e cos? sparita

la vita che era niente, un debole

indizio nella tasca.

Verr? l'inverno a consolare

questo sudario di sabbia.

Verr? la pazienza dell?acqua,

segreto raccolto dentro i fianchi.


dal libro inedito Le terre salate

Gabriela Fantato (Milano, 1960) insegna Lettere in un Istituto Superiore di Milano. Suoi testi compaiono su varie riviste, tra cui: "Atelier"; "clanDestino"; "La Clessidra"; "Confini"; "Gradiva american poetry"; "Galleria"; "Hebenon"; "Poesia"; "Schema", ?Specchio della Stampa?. Raccolte poetiche: Fugando (Book editore,1996); Enigma (DialogoLibri, 2000); Moltitudine in Settimo Quaderno di Poesia Italiana, (Marcos y Marcos, 2001); Northern Geography, con traduzione di E.Di Pasquale (New York University, 2002), in uscita Quel tanto del mondo ( Editoria e Spettacolo, 2005). Saggi critici: L'incontro con lo straniero (Crocetti, 2000); Una geografia della gioia, leggendo Camillo Pennati (Hebenon, 2001); Una geografia spirituale, la poesia di Cesare Pavese (Crocetti, 2002) e Una parola perturbante, note su Alda Merini (Arca, 2004). Testi per il teatro: Salom? Saltatrix (Villa Reale, Monza, 1999); Messer Lievesogno e la Porta Chiusa (Teatro Comunale di Bologna, 1997); Enigma (Piccolo teatro, Milano 1999); Ghost Caf? (Teatro Donizetti, Bergamo 2000).

Co-dirige la rivista di poesia, arte e filosofia: La Mosca di Milano.


3. AD UNA MADRE di Davide Nota





Non sai di essere eppure esisti;

nel tuo metro quadrato di giardino

dai nuova acqua a antichi fiori, misti

elementi puri al terricciuolo inf?do,

tramuti fango in vita e l? desisti

a crederti un artefice divino

perch? lo sei davvero,

tu che coltivi in vero

la limpida sapienza del sentiero,

che gi? concili muta la presenza

con l'irrisolto dubbio antico e senza

crederlo resisti, ignara santa,

che cieca innalzi al cielo il tuo destino

con la tacita fede della pianta...



da Battesimo [2002 - 2004] inedito



Davide Nota (1981) nato a Cassano d'Adda (MI) vive ad Ascoli dove ha collaborato alla direzione della rivista letteraria La Biblioteca di Babele (2001-2004). E' presente con due poemetti nelle antologie poetiche Altri Salmi (Gallo et Calzati) e Parco Poesia 2004 (Guaraldi).



4. DUE LIBRI


Voci sparse d'ombra Marcos y Marcos 2004, di Monique Laederach
a cura di Pierre Lepori

E' un libro cruciale, la testimonianza di un vertice psicologico e poetico conseguito per strappi emotivi in un tessuto di tenacia e sofferta lucidit?. Una voce bambina prende la parola e interroga la scrittura adulta attraversandone il cuore, sfibrandone i nervi in una mitezza comprensiva che solo ora conosce la verit?. In questo dialogo, in questo accudimento d'una dissepolta parte di s? (quasi un auto-maternage) che finalmente trova spazio, luce e suono sta lo snodo fondante di un libro di terribile onest?, raccolta e pure condivisa, di una scrittura che potrebbe urlare e preferisce dire con determinata dolcezza il 'suo' tempo umano, il suo percosrso di consapevole disinganno, di - forse - finalmente conseguita serenit? che si riassume in una domanda di senso fattasi ormai certezza - se vivere vale - e che la straordinaria traduzione di Pierre Lepori (da sangue a sangue pi? che da lingua a lingua) ci restituisce con una limpidezza non indenne dal dolore. 'Ordine di povert?' che getta luce. Impossibile non tenerne conto.
Giancarlo Sissa


Debout, depuis quand? debout

dans cette pauvret?, les oreilles comme des

embouchures de trompettes

sous le ruissellement f?roce des tonnerres et des

foudres, et creus?e cependant,

pas ? pas d?pouill?e davantage,

comme s?il fallait

que le corps soit labour? pour qu?il fleurisse,

trop de dimanches se succ?dant sous un ciel vide,

tant de regards du ciel et

pas un oeil voyant,

debout absurdement sans racine, sans couronne,

et tout cela se creuse et se d?nude, ma pauvret?,

cette vacillante obscurit?,

cette r?gressive tentation d?ordre

Ceci la Chair Ceci l?Esprit,

Voici la Pierre et l?Eau, le Pain,

ce retour ombrageux ? la premi?re faim

quand encore il suffisait d?entendre

les yeux ferm?s

les mots de ceux dont je croyais qu?ils savent

quand ils ne savaient pas.

Tant pis debout maintenant. Ordre de pauvret?

la peur lov?e comme un couteau entre

la langue et le palais, les yeux ouverts.

Les yeux ouverts. Les yeux ouverts.


Ritta in piedi, ma da quanto? Ritta in piedi

in questa povert?, le orecchie come

fauci di tromba

sotto la gragnola feroce dei tuoni e delle

folgori, e tuttavia scavata,

a poco a poco sempre pi? spoglia

come se fosse necessario

che il corpo venga arato per fiorire,

troppe domeniche una dopo l?altra sotto il cielo

quanti sguardi dal cielo e mai

un occhio veggente,

ritta in piedi assurdamente, senza radici e fronde

mentre tutto si scava e si denuda, la mia povert?,

quest?oscurit? vacillante,

questa regressiva tentazione dell?ordine

Questa la Carne Questo lo Spirito

Ecco la Pietra e l?Acqua, il Pane,

un ritorno corrucciato alla fame primigenia

quando ancora bastava sentire

ad occhi chiusi

le parole di coloro che credevo sapessero

mentre invece non sapevano.

Peggio cos?, in piedi adesso. Ordine di povert?,

la paura accovacciata come un coltello tra la lingua

e il palato, gli occhi aperti.

Gli occhi aperti. Gli occhi aperti.



Monique Laederach (1938-2004) ? stata una delle grandi voci della letteratura femminile novecentesca, nella Svizzera di lingua francese. Oltre a un'importante produzione romanzesca (La femme s?par?e, 1982: Je n'ai pas dans? dans l'?le, 2000), ha lasciato un'intensa e personalissima opera poetica (oggi raccolta in Po?sie compl?te, 2002), di cui Voci sparse d'ombra (Si vivre est tel, 1998) e il punto piu alto e incandescente: un viaggio nell'intimo dell'infanzia ferita, alla ricerca di un nuovo convivio per il ?popolo senza voce? delle donne.







Tu paria dai mille occhi, Pendragon 2004, di Marisa Zoni

Marisa Zoni ha graficamente una scrittura che rassomiglia i versi a piccole pietre colorate inanellate in fili per farne collane; ma nella lettura di questi monili senti una forza, un vigore inusuali. Vigore e forza del colloquio tra persone che s?incontrano al mercato e parlano dei pomidori, o della fame che si pativa durante la guerra, o dell?amore per i figli; o dell?uomo ridens / del nuovo secolo. C?? la grazia di una quotidianit? sentita, vissuta e patita attraverso una poesia non numinosa ma luminosa. L?innocenza stralunata con cui porge le cose aumenta la forza del suo dire, rompe gli argini del luogo comune con il semplice dire della parola comune, piena per? di una sapienza che le deriva dal guardare con occhi attenti e ?sfaldati?, come quelli dei bambini ricordati in una sua bellissima (e durissima) poesia: perch? anche lei, come quei bimbi, ha una guerra da narrare.

Salvatore Jemma

Le madri sono secoli
che piangono i figli

del loro ventre delle

giornate adoperate

a crescerli: i bimbi

delle guerre hanno

occhi sfaldati

resi cupi dalle botte

del vento dal rumore

dei sassi calpestati

i figli sanno che

la terra li considera

semi: altre voci

verranno e in musica

canteranno per loro

qualcosa.




Marisa Zoni ? nata nel 1935 in provincia di Bologna. Il suo primo libro di poesie, Testa o Croce del soldone (Editrice Quadrivio, Lanciano), e del 1959. Sono seguite, tra altre pubblicazioni, La scarpinata (Mondadori, 1967); Per una terra isolata (La pergola, 1974); Dove l?Italia si vede (Guanda, 1978); La quota rovente (Artegrafica Morandi, 1990); La scommessa (Conte editore 1994); Come un metallo o un tamburo (Manni, 1999). Sue poesie sono apparse anche su ?Nuovi argomenti?, ?Almanacco dello Specchio?, ?Il Belpaese?, ?il Manifesto? e ?1?Unit??



5. FUORICAMPO


Il confessore a mezzapaga Ed. Libreria Dell?Orso, di Giancarlo Leucadi



Un fuoricampo, certo, uno strike, ma anche un giallo che propone stilisticamente parlando uno spietato lavoro sulla lingua (fra Gadda e Arbasino con nel cuore Teofilo Folengo) e una intenzione polemicamente e autenticamente antropologica e sociale che sconfina in modo inatteso nella dimensione della rivolta linguistica. Leucadi del resto quasi non inventa, bens? esaspera, anche poeticamente, la miseria d?un paese come il nostro, da rifondare.
Giancarlo Sissa
Giancarlo Leucadi ? nato a Faenza nel 1963 e Vive a Bergamo. Dottore di ricerca in Italianistica, ha pubblicato un saggio su Alberto Arbasino La terra incognita della romanzeria (Bologna, Printer, 1994), un romanzo Lune storte (Milano, Longanesi, 1995) e alcuni saggi su D'Annunzio, Pascoli, C?line.


6. NUOVE ISTRUZIONI PER L'USO di Stefano Massari
di questo desiderio - di questo 'non' progetto dopo quasi un anno c'? rimasta intatta la passione e aumentato il convincimento che proprio una modalit? esplorativa e di proposta sia quella che pi? fedelmente veicoli intenzioni direzioni e obiettivi - proprio perch? fisiologicamente mutevole e soggetta al 'rischio' continuo dell'incontro e dell'ascolto . continueremo a leggere a rispondere a costruire a sperare - per quanto possibile . ma ? davvero tempo che in questo 'luogo' d'ora in poi si operino sempre pi? e meglio scelte di campo - o 'chiamate' in campo - pi? che posizioni interlocutorie . per testimoniare con la poesia e con l'ascolto oltre che un tentativo di libert? anche un desiderio e una necessit? di costruzione e direzione proprio dentro questo presente - fin troppo pacificato e grottesco nelle sue verticalit? / frammentario troppo indulgente se non spesso ipocrita nelle sue orizzontalit? . continueremo a lavorare per uno spazio di dialogo e di incontro pi? ampio e allargato - possibilmente aperto a ogni stile e destino - ma ancora di pi? non ci sottrarremo alla responsabilit? tutta 'nostra' di definire una partecipazione una direzione un atteggiamento nel 'fare e nel farsi' della poesia come strumento di 'esperienza' del presente (qui ne abbiamo un concetto forse singolare - non molto condiviso - lo pensiamo vasto - pi? spaziale che temporale) - in tutte le sue numerosissime nervosissime forme . che pane mangi ? ? la prima domanda che facciamo ogni giorno a noi stessi e faremo d'ora in poi a chiunque desiderer? incontrare davvero il nostro 'fare' . e partendo dal presupposto che ogni pane - grande o piccolo che sia - ? degno se costruito accudito e desiderato con dignit? e onest? : siamo pronti a tutto . sul serio .






per ricevere la rivista nel formato originale, ovviamente assai migliore, scrivere a

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FuoriCasa. Poesia

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BOLLETTINO N.2/2005 FuoriCasa.Poesia

a cura di

Alberto Bertoni

Stefano Massari

Giancarlo Sissa



hanno collaborato
Mimmo Cangiano, Paola Turroni


























1. INTERFERENZE di Giancarlo Sissa
La poesia si accende dove il narcisismo tace, dove la parola compie il passo consapevole - umanamente, criticamente, politicamente - e si riconosce comportamento confrontabile a partire da un'idea di diversit? possibile. Diversit? rispetto alle voci "scaffalate" del mercato (Stefano Pasquini), rispetto alla voce rozza e insultante della violenza, rispetto alle molte intenzioni aggressive e autocelebrative della parola, rispetto alla maleducazione, da un lato, e all'ipnosi, dall'altro, del processo di cretinizzazione antropologicamente in atto in buona parte del mondo. Fra globalizzazione e terrorismo, fra petrolificazione dei sentimenti e massacro di r-esistenze "ancora parlano gli scribi assiri/seduti davanti alle stelle/bisbigliano parole d'acqua/come balene, pulsar, interferenze" (Daniela Maurizi) e interferenze sono, forse, per il radar della storia le voci che qui continuano a dire "il mare che scuote/.../il mare nel suo doppio fronte" (Francisca Paz Rojas). Cos? seguitiamo il nostro "esercizio di archeologia della contemporaneit?" (Alberto Bertoni) per "andare nel profondo ad estrarre una reazione dall'immediatezza dell'istinto" (Alberto Masala), senza titanismi, ma con fattiva determinazione.


2. da L'INIZIO DELLA PIOGGIA di Daniela Maurizi




Ci sono voci inascoltate

che nessuno ricorda.

Ancora parlano gli scribi assiri

seduti davanti alle stelle

bisbigliano parole d?acqua

come balene, pulsar, interferenze



le parole scagliate nei tunnel

appena pronunciate scompaiono

nel vuoto delle articolazioni dei binari



ci sono stanze dove l?occhio si volta nella polvere

un letto rovesciato, un chiodo vivo alla parete

in queste case l?ora arriva subito, intatta

suono di pietra, di passi,

di fornelli che si spengono

solo rumori di ali percorrono i corpi

sciame elettrico, circuiti, centrifughe.



Cos? costringo le mie labbra

a pronunciare suoni

non c?? parola senza sguardo, dici

solo quelle dell?atrio, mai dette

eppure ripetute, sillabate.



Anche stamattina mi chiudeva il ventre

la pioggia esausta caduta prima che io nascessi

prima dell?odore stesso del parto

e scruto avvolti nelle bende

gli avanzi del cordone dei nati



Si voltano i vestiti ogni mattina

prima di me

prima di te

ovunque cada la pioggia.




Daniela Maurizi ? nata nel 1959 a Porto S. Giorgio (AP), laureata in Lingue vive a Bologna dove insegna presso un Istituto Superiore. Alcune sue poesie sono apparse sulla rivista ClanDestino.



3. PICCOLI VIAGGI di Francisca Paz Rojas (da Liquida scorre la prima morte)



Recuerdo,

tus brazos, tu vientre,

el mar que golpea:

ellos los verdaderos amantes.

El mar en su doble frente

por qu? te sacaste el mar?

por qu? alumbra m?s esta tiniebla,

que los a?os pasados

a observar distantes

noches que se pierden

en el siglo de la intolerancia,

animales que se buscan

ciegos por el l?quido nocturno ;

empapadas las almas

en lo oscuro del sue?o,

hemos seguido cayendo

en la misma ruta

Tu y yo en autom?bil siempre

dirigidos a un lugar

peque?o a un reducido cuando

en direcci?n sur

de nuestras voces

trazando una f?cil aveniencia

alrededor del c?rculo de tierra

por muy encima del m?rgen de las cosas

que pertenecen

muy lejanos de la maternidad de los actos

Un viaje en la somnolencia

de la costumbre a traves

de dos ausencias indomables



Un viaje en esta tierra

Ricordo,

le tue braccia, il tuo ventre,

il mare che scuote:

loro i veri amanti.

Il mare nel suo doppio fronte

perch? ti sei tolto il mare?

perch? illumina questa tenebra

pi? degli anni passati

a osservare distanti

notti che si perdono

nel secolo d?intolleranza

bestie che si cercano l?un l?altra

cieche dal liquido notturno;

imbevute le anime

nella zona buia del sogno

continuiamo a cadere

sulla stessa rotta

Tu e io in automobile sempre

diretti a un piccolo luogo

a un diminuito quando,

in direzione sud

dalle nostre voci,

tracciando una strada facile

attorno al cerchio di terra,

molto sopra al margine delle cose

che appartengono

lontani dalla maternit? dell?atto

Un viaggio nella sonnolenza

dell?abitudine attraverso

due assenze indomabili



Un viaggio in questa terra



Francisca Paz Rojas ? nata a Santiago del Cile nel 1974. Vive in Italia da dodici anni, si occupa di letterature straniere, teatro e poesia. Conduce laboratori di scrittura e linguaggio teatrale rivolti a giovani e bambini. Ha tradotto l?antologia ?I cercatori d?oro? dall?italiano allo spagnolo e lavora sulla traduzione di giovani poeti cileni e non all?italiano, e di poeti italiani allo spagnolo. Alcune sue poesie sono state pubblicate nelle riviste Il vascello di carta, ClanDestino e nella rivista on-line El-Ghibli. Organizza incontri letterari e con l?Ass. Hortense sta preparando una rassegna poetica. Legge in pubblico da qualche anno e prepara un?altra performance di azioni e voce per la poesia.





4. UN EVENTO





Bologna 22 marzo ore 18.00 Libreria La Feltrinelli - Piazza Ravegnana
Alberto Bertoni, Niva Lorenzini, Ezio Raimondi, Giancarlo Sissa presentano

Trentanni di Novecento - Libri italiani di poesia e dintorni - 1971/2000, Book Editore 2005 a cura di Alberto Bertoni


? la prima antologia che si occupa della poesia italiana concentrando l?attenzione sulle pubblicazioni pi? importanti. L?opera analizza infatti 30 anni di poesia italiana e dintorni evidenziando i libri (ma anche i testi di autori come Gaber o De Gregori?) pi? significativi e fondanti dal 1971 al 2000 indipendentemente dalla notoriet? dell?autore o dal rilievo di sue opere precedenti o future. Bertoni ha completato cos? un libro che ? insieme di lettura e approfondimento critico, proponendo una scelta di testi ritenuti ormai canonici accanto ad altri spesso sfuggiti alle vedute di alcuni critici, ma che sono invece altrettanto significativi in rapporto ai relativi anni di uscita. Tra autori noti e meno noti, tra grandi e piccoli editori, anno per anno si va dal Montale di Satura alla Sirena operaia di Bellocchio passando per la scrittura di cantautori come De Andr?, Guccini, Conte; ma anche per la prosa creativa di Giuseppe Pontiggia e la poesia visiva di Miccini, con un occhio particolarmente attento alla poesia dialettale. 304 pagine con 230 libri e autori, ognuno con la riproduzione della copertina in prima edizione, alcune poesie e una scheda critica.





5. UN LIBRO





Alberto Masala - Geometrie di libert?, Editrice Zona 2003, a cura di Antonio Barocci e Luca Panzavolta



E' un libro contro le tentazioni assolutische, siano esse quelle inerenti alla presenza del divino, alle ideologie o anche alle pretese di insegnamento. ? sicuramente un libro di resistenza che rifiutando le soluzioni di carattere dogmatico investe l?arte e l?artista della responsabilit? di aprire sempre nuovi punti di vista sfruttando le aporie del potere e la concezione stessa che la societ? ha del ruolo e della figura dell?artista. Non ?, afferma Alberto Masala, facendo finta che le sbarre non esistono che riusciremo a liberarcene. ? un libro che fa della ragione e della gioia le sue armi principali, come chiarisce il titolo le geometrie, elemento s? razionale, ma chiuso, devono aprirsi, modificare di volta in volta i loro contorni, per far ci? ? necessario che l?intellettuale abbia profonda chiarezza del suo compito e delle sue possibilit?, nonch? un profondo spirito critico per muoversi nella realt?, contro ogni misticismo e religione, con le armi dell?intelligenza e del riso.

Mimmo Cangiano





Uno dei tuoi passaggi pi? intensi voglio riportarlo: 'Per rendersi indipendenti bisogna professionalizzare il delirio, la visione, renderla credibile e pubblicamente riconoscibile.' Per esempio, come mi suggerivi una sera, scrivendo "artista" nella carta d'identit??


Anche cos?. Scrivere "artista" ? un piccolo segnale, ironico, nei confronti di questa societ?. Se ti riconosceranno e ti pagheranno per delirare, potrai chiamarti artista e farlo come io sto facendo ora con te. D'altronde, se non lo facessi, non potrei rispondere alle tue domande cos? profonde e complesse. Ti ringrazio davvero per costringermi a pensare, ma non sono un filosofo. Non ho sistematizzato pensiero. Le cose che mi chiedi sono talmente pi? grandi di me che, per rispondere ho solo una possibilit?: andare nel profondo ed estrarre una reazione dall'immediatezza dell'istinto. ? quanto di pi? animale io possieda in me: se pensassi, non risponderei e rimarrei annichilito dalla complessit?. Devo calare il secchio intellettivo legato alla corda del sentire nel pozzo dell'essere per estrarne l'acqua della verit?. Ma ? acqua. E col freddo della fissit?, della certezza, del dogma, potrebbe essere ghiacciata, dura, riflettente e incapace di accogliere nuova acqua, di mescolarsi ad altre verit?. Ed io sono obbligato a riscaldarla con la vita. E se fosse troppo calda di passioni? Potrebbe evaporare lasciandomi a secco. Ed io sono costretto a convogliarvi sopra una corrente d'aria fresca, un vento di voci, di nuove alterit?. E se diluviasse? Potrebbe mescolarsi con troppa acqua, diventare fangosa e illeggibile. E io devo ripararla con un coperchio di silenzi. E se venisse la siccit?, la solitudine? Seccherebbe. Ed io devo faticare per andare nei pozzi pi? forniti e pazientemente trasportarne altra con dei contenitori pesanti di conoscenza. E se il pozzo crollasse? Le pietre dell'io soffocherebbero di macerie la sorgente che andrebbe a sgorgare altrove. Ed io morirei di sete. Devo saper curare il pozzo.
Praticare la visione significa estrarre dal sogno, dall'istinto, dall'immagine, nel modo pi? continuo e sistematico come ho fatto ora con te: improvvisando una metafora ho attinto ad un'acqua che non sapevo di possedere. ? la facolt? pi? originaria dell'uomo. Con questa ha costruito tutto. Beviamo alla sua salute.

Alberto Masala - Scrittore, traduttore, artista. Sardo, vive a Bologna. Autore di numerose pubblicazioni, ? tradotto negli Stati Uniti e in Francia. Appare in molte antologie italiane e straniere (Germania, Ungheria, Spagna, Albania, Bosnia, Israele). Ha tradotto scritti di Judith Malina, Serge Pey, la raccolta di Jack Kerouac L'ultima parola (Il Maestrale). Agisce prevalentemente in un contesto internazionale, in rapporto con artisti di diverse provenienze. Fondatore di minores, movimento poetico per la dignit? delle culture.


6. UNA RIVISTA



TELLUS 26: ?VITE CON RIBELLIONI, rinomate e sconosciute?, Editrice Labos, 2004, Euro 15,50.





Direttore Claudio Di Scalzo

Redazione: Caterina Davinio, Gilberto Isella, Riccardo Lisi, Roberto Peccolo.

Segretario di Redazione. Gianmario Bonfadini. Copertina del pittore Bruno Magoni.



Da dicembre 2004 ? tornata nelle librerie Feltrinelli e in quelle specializzate il nuovo Tellus.



Un volume di 250 pagine, vero e proprio annuario finemente illustrato, che presenta Vite con ribellioni toccate dalla fama e dall?oblio. La rivista che un tempo si occupava esclusivamente di filosofia si ? aperta alla narrativa, alle testimonianze politiche e storiche, e all?arte. E se nel numero precedente trattava il sacro e la poesia religiosa, in questo volume vengono presentati una casistica di ribelli fra cui compare, curato da Guido Scaramellini, il poeta Giovanni Bertacchi che in giovinezza si oppose ai tentativi reazionari di Bava Beccaris a Milano e che nel novecento avr? una posizione di socialismo e sindacalismo ben caratterizzata da un afflato umano per le masse proletarie e alpine. Da qui l?antologia dei suoi versi dove ?racconta? l?epica del movimento operaio e socialista. Con una intensa poesia dedicata alla figura di Filippo Turati che diventa un manifesto vero e proprio di opposizione al regime mussoliniano. I testi antologizzati costituiscono una mappa di ribellioni nell?arte, nella letteratura, nella politica. Ribellioni intese come scelta, ieri e oggi, per pensare in modo autonomo rispetto all?istituzione, con un libro, con una pittura, con una contestazione comportamentale, con una ribellione politica, con un distacco spirituale, con una teoria di ridistribuzione della ricchezza, con la regressione selvatica o l?esagerazione libertina. E Vite come sussidiario della memoria, perch? non vada smarrita la linfa laica e libertaria che da Mazzini e Bertacchi in poi, fino ad alcuni esiti di protesta socialista e anarchica, hanno nutrito il pensiero occidentale. La ribellione estetica del novecento ? affidata ad artisti ospitati nella Galleria Peccolo nell?arco di trent?anni. Dai lettristi francesi eredi delle avanguardie primo novecentesche, a Villegl?, a Michaux, a Deschamps, a Raffaella Formenti che agli imballaggi delle merci offre una nuova occasione. Arte e politica anche nel ?caso? del fascista di sinistra Mino Maccari (raccontato da Claudio Di Scalzo) suggeriscono la necessit? di ripensare la geografia letteraria italiana. Gli autori di origine valtellinese sono presenti in maniera estremamente incisiva (addirittura la copertina ? del pittore nato a Morbegno Bruno Magoni) fino ad occupare met? del volume. L?autoantologia di Giorgio Luzzi sul suo percorso poetico fornisce ai lettori, da sempre interessati a questo poeta, un profilo impossibile da trovare altrove anche perch?, come dice la sezione, esso viene tratteggiato poesia dopo poesia dall?autore. Gli inediti di Grytzko Mascioni, tratti dal suo ultimo libro scritto prima della scomparsa recente per una grave malattia, commentati da Gilberto Isella e dagli amici tiranesi formano una preziosa Tabula Memorialis per ricordare e leggere in modo nuovo un grande scrittore e poeta contemporaneo. Gli inediti, pubblicati su Tellus per scelta della vedova Angela Mascioni, sono un evento culturale molto importante, e la rivista ? lieta di mettersi a disposizione di uno scrittore e della sua poetica perch? collabor? a Tellus a pi? riprese e con la rivista organizz? a Zagabria nel 1992 il convegno ?Conoscersi oltre frontiera?. La rivista, per il bicentenario della nascita di Francesco Domenico Guerrazzi, pubblica scritti del patriota risorgimentale e altri interventi per i convegni in corso in Toscana.
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spedito il 23 maggio 2005

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SECOLOZERO

poesia ed esperienza del reale





Bollettino FuoriCasa.Poesia N.3/2005

a cura di Alberto Bertoni - Stefano Massari - Giancarlo Sissa

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DELLA PELLE DEL DIO.I



? Trascino la mia speranza come un sacco di chiodi . strangolata la trascino ai tuoi piedi . tuelli che non ho pi?.r?. i sul greto infuocato. . u che ancora non sei . io che non sono pi? .



Trascino un sacco di chiodi sul greto infuocato . cantando tutti i nomi che ti dar? . e quelli che non ho pi? . marcisce nella sua baracca il cencio in cui la mia vita palpitava . le assi tutte

inchiodate . ? marcito sul suo pagliericcio . con occhi che non potevano vederti . con orecchie sorde alla tua voce . la pelle troppo spessa per sentire che la sfioravi . quando passavi in vento

di malattia .



Adesso ho spogliato il marciume . e bianco vengo a te . la mia nuova pelle di fantasma freme gi? della tua aria .?

(da ?La pelle del fantasma? di Ren? Daumal, versione di Giancarlo Sissa)





Camminiamo sottoterra. Inventiamo cielo. Siamo un costante inizio. Non c?? mai un senso completo. Siamo la variabile continua della speranza. E se dico Dio dico il nemico. La sua pelle m?ingombra, mi soffoca, mi lega. Esco, rinasco, muto l?insulto in luce. Abbandono. Sfuggo al pentirsi. Ho le mani piene di segni. La pelle si scrive, mi scrive. E? un arazzo intessuto dal tempo, in modo irrevocabile, stupidamente. Senza legge. Cerca un varco nel mondo che conosco. Attraverso piazze di luce, immobili come fotografie. Il cielo, altra pelle, impedisce che il cosmo ci inghiotta. Mi impiglio fra i rami. Mi abita un mondo di insetti. Porto con me lettere, occhi di fiori, alfabeti di foglie. Sono quel che sono in modo assoluto. I colpi battono forte. Non mi spavento. Cammino. Sconfino. Sono oltre, sconosciuto a vie, vicoli, volte. Ha la sua buccia il seme. Sogna. Poi marcisce nella terra e d? frutto. Fa odore di buono. Se ne frega. Non ubbidisce. Cerca fuori. Non separa. Unisce il tempo al suo senso.

Giancarlo Sissa







Non essendo dio

altro che superfici

in ogni direzione la sua pelle

? la durezza circolare del suolo, lo scudo che riguarda

l'incandescente

rombo della materia: noi

calpestiamo dio

e calpestiamo ognuna delle some, piantiamo

nel suo essere ovunque dei meleti giovani

che di atomo in atomo sollevano

il loro Unico Corpo

di bestia vegetale

verso una rotazione di ideali bianchi: costati sereni

di angeli come nature che ci rappresentano e vaghi corpi

cavalloni di nuvole leggere

con una evanescente porosit? intorno

al cuore ? e infine i meli in fiore

tengono alzati gli animali umani con il sistema

nervoso esposto: in guerra

dio ? la corteccia

del soldato bruciato e dentro

adesso s? una fiammeggiante volont? di pace.







L?arma

? il punto pi? profondo di Dio. Ci? spiegherebbe

l?appartenenza amministrativa della nostra anima a un mon-

do di feritori, la infissione antioraria

delle lame, i rapporti reciproci

tra la lingua e il filo della spada, la ecchimosi figurata della

punta

piegata che ha urtato le ossa del bambino Gianluca come

un museo contratto.







Diagonali di sole



Corpi prospettici

e cup?di

al sole piombatore, virulenti

e accessibili bambini

opposti ai chiodi della croce.



Secchi di malta. Tutta la terra percorsa dal gemito del

tramonto. Tu sei come la notte

e per ci? punti i gomiti sul petto calmo

di Dio, e cominci a piegarlo verso terra

dagli occhi, neri

come gli occhi dei grandi

volatori pietosi.



Prendiamo il carico sui nostri corpi

di questo cielo, primitivo

deserto.


Maria Grazia Calandrone

? nata a Milano nel 1964 e vive a Roma. Ha pubblicato il libro-premio Pietra di paragone (Tracce, 1998), La scimmia randagia (Crocetti, 2003 - premio Pasolini opera prima, finalista premi Dess?, Montano e Torri di Quartesolo) e Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005) e varie scelte di testi su riviste (Pagine, Le Fram, Poesia, ClanDestino, Letture, Frontiera, Nuovi Argomenti), in antologie (Melodie della terra, Vent'anni di poesia, ParcoPoesia) e antologie di premi (Montale 1993, Corciano 1998, Bellezza 1999, LericiPea 2000, Giorgi 2004, Turoldo 2005). Ha collaborato al quadrimestrale di filosofia Homo Sapiens e ha partecipato a numerosi festival nazionali e internazionali, a uno speciale televisivo su Joyce Lussu e, in radio, a L'angolo della poesia di Giuliana Calandra.












(Da ?Il compito?)



Non ti inviter? all?obbedienza

alla distinzione

n? a tenere a mente

l?ordine dei telai di questa pelle.

Anche io me ne sto

tra le gambe aperte dei mercati

a provare ogni tipo di frutto carico

a stare attenta al sapore.

Ma mi distrarr? da te

per vigilare il mio compito

affinch? l?animale non consumi tutta la luce

per la sua piccola tana.

Ho da fare una radice quadrata

la matematica di una riduzione

e dalle intercapedini delle sicurezze

estrarre ci? che sono.



Certo, ho del bene in serbo

sono in cova.

Ma anche nell?aria

c?? un punto incinta



ed ? un punto vuoto.







Era l'istinto perfetto del rapace

- provalo ora

- prova il becco col metallo dell'aurora -

ad avere visioni precise sul colpo di ogni preda

ad essere tornato a tenere la mia spalla.

Lo avevo chiamato senza grido

senza togliere un giorno alla mia morte

con un cenno lento di lama in mezzo al sole

lo avevo chiamato.

Ed era tornato pi? sacro di un silenzio

- con l'artiglio -

a infilzare a vita la vulva occipitale

a infilzarla con qualcosa che precipita nell'alto.

- vuoi che ti sorprenda tra i cespugli?

o che mi giri precisa di paura? -

Ma io tengo mia figlia presa salda per la destra

mio figlio tirato in groppa su come un fucile

gli odori di femmina girano vespai.



Ritorno prima della vetta

al mattino scuro di presto.

Quando mi annusavo come un cacciatore estinto.

Quando mi predavo come un falco.







Eravamo tre.

Tre come dire Uno.

E, in ognuno, carne spirito anima tutta.

Eravamo tre davanti al sole

la gioia animale dell'appartenenza.

Lucidi come cavalli, mercurio

carne forte di carne.

Io non ho pi? vent'anni

posso stare al sole con la fronte dura

che cavalca allacciata fino in vita con le funi.

Dentro si allena un muscolo di storia

che mi tiene dritta torso nudo

con due mammelle utili

con due mammelle e un ventre passato per il ferro.

Ero stata dio

ma solo dopo

stata

e salvata dalle creature che avevo salvato dal buio.



Dio in tutta la mia carne

avevo lasciato l'angelo.

Al posto delle ali un petto intero

scuro manipolato fiero.

Senza chiedere perdono

avevo lasciato il diavolo.



Eravamo tre.

Tre ? un intero.

Eravamo carne della carne

- sapete cosa dico? -

una ferocia sacra.

Due di me mi chiamavano Madre.

Ed io tremavo sicura.

Mi convertivo.

Ero.




Tiziana Cera Rosco

? nata nel 1973. Ha pubbilcato Lluvia (Lietocolle,2004), Il sangue trattenere (Atelier, 2003), Calco dei tuoi arti (Lietocolle, 2002) e nelle antologie Lavori di scavo. Antologia di poeti nati negli anni '70 (RaiLibro, 2004), Poesia in Festival (Teatro Olimpico, Vicenza 2003), Gli Argonauti (Archivi del'900, 2001), Gli Angeli di Novi Sad (Quaderni del Battello Ebbro, 2002), Almanacco del Mitomodernismo (Alassio, 2000).












non solo la pelle. oltre. oltre ogni decorazione cicatrice ruga neo che sia. attraversare la soglia scegliendo il creato interiore. dentro cui la mandorla cardiaca. non solo la mia carovana di sale percorre la mappa geologica del corpo ma attentamente, con parsimonia, nella cerimonia, umilmente vivo dentro l?ombelico.



non il dio. ma la dea madre. mi sento dentro. ovunque. selvatica appartata concentrata. in festa. umida e concava, m?inchino brindando. alzando me, esponendo me pubblicamente alla luce: la coppa di argilla e polvere di ossa in bocca a te.





I

Che cos?? l?andare e che cos?? la casa



qui dentro. Non ? pensare, meditare,

ma proprio dire nel cuore.

Pronunciargli parole dentro

tra diastole e sistole.

Vocali consonanti punti e virgole

che invece di uscire fuori



viaggiano nel sangue.





II

il verso di una cantica cardiaca



il cuore orientato attraversa le proprie costole

e le trasformazioni tremende della sabbia fino all?acqua dell?oasi

conduce



a compimento il sale

di un?intera carovana





III

non cammin? sull?acqua ? falso e offende i pesci

ma camminando vide con i piedi la terra

e sotto la terra la trasparenza turchese dell?acqua



fluire




Anna Maria Farabbi



Per poesia:

Fioritura notturna del tuorlo, Tracce,1996

Il Segno della Femmina, Lietocolle, 2000 con cd

Adluj?, Rovigo, Il ponte del sale, 2003

Kite, portfolio di 9 opere grafiche di Stefano Bicini su mie poesie, Pescara, Studio Calcografico Urbino,2005



Per prosa:

Nudit? della solitudine regale, Zane Editrice, 2000

La tela di Penelope, Lietocolle, 2003



Per saggistica con traduzioni:

Le alfabetiche cromie di Kate Chopin, Lietocolle, 2003 (monografia su Kate Chopin), Un paio di calze di seta, Sellerio, 2004 (raccolta di racconti di Kate Chopin)












C?? un punto diamante. Il punto in cui nasce o muore. Il fiore che si piega in dentro, la roccia che si spacca in fuori. Il bilico tra il molle e il duro. Il punto in cui il secco scotta, in cui l?erba sta per crescere o marcire. C?? un punto di coincidenza. La pelle ? il valico.



Guarda le braccia. Guarda le braccia del marinaio, guarda le braccia del contadino, guarda le braccia del becchino. Remare, zappare, seppellire, sono roteazioni simili, e affondi. Cercano un punto, questi uomini.

Questi uomini adesso dormono, imprecano. Uomini assonnati e arrabbiati, non vanno per mare e non seminano, simulano

un funerale per una fossa comune, ? come mettere la polvere sotto il tappeto.



Questi morti che diventano sale, non li abbiamo guardati. Dice il mito,

se lui si gira lei diventa di sale. Perch? ? lei che si deve girare, che deve guardare, che deve salvare.

Queste donne che difendono la terra quando non possono pi? difendere gli uomini,

quando non possono pi? difendere il corpo. Queste donne che diventano

terra quando non hanno pi? latte e non hanno pi? sangue.

Le donne sono liquidi che nutrono, versano sangue e latte, sangue e latte, da quando il tempo chiede conto alla specie. Gli uomini sono liquidi che investono,

costruiscono.



Facciamoci vedove, noi, riconosciamo di esserlo, met? di una parte strappata, voluta,

voltata.

Facciamoci contadine, col corpo a maggese. Misuriamo la forza delle braccia, abbiamo cura della stanchezza della terra, abbondiamo i semi dell?uomo.

Andiamo dentro e fuori dal fuoco, a insistere nell?inferno, prove di sopportazione. Impariamo a passare, ammaestrate a gestare. A governare

la pelle. Come una credenza, come un regno.



Le donne che chiamano il nome, che premono al seno, che muovono,

nel coito, loro, s?ammoribidiscono. Gli uomini trovano, loro che stringono, che spingono,

nel coito s?irrigidiscono.



Queste parti dure di noi, i denti e le ossa, sono le uniche case possibili, nella terra molle.

Ogni muro diventa un costato. O una schiena. Qualcosa con cui avete a che fare, un?ernia o una costola. Qualunque cosa ne facciate dopo, una donna per esempio.

Mura di una citt? assediata, e moli prima del mare, bordi

qualunque cosa vogliate dopo, uno stato per esempio.



Queste armi illuminano, guarda, le armi che come un destino si stagliano e sembrano all?improvviso luce. Ecco, adesso le armi luccicano, sostituiscono con un bagliore riflesso il sole ricevuto.

Nel buio confondete il corpo con l?anima, le mura con la casa, le armi con il cibo,

i mercenari con i comandanti.



Salire, scendere, spingere, innalzarsi, tendere, sprofondare, abbattere.

Il furore nasconde invece di guardare. Per stare in punta il lupo, il leone, non deve essere arrabbiato. Deve avere fame, e pazienza.



Il cibo ? scalpello.

In un punto preciso, in punta come un lupo dentro, lontano dall?ultimo pasto, resta

nel ventre il rifiuto, la spoliazione. Ogni buco diventa un perno. Il perno ? il vuoto, sempre sostenuto, ? il digiuno, la forma che contiene il mare, lo spazio tra due montagne. Gli spazi vuoti

tra le parole, sono perni al dire. Sono un?insistenza.

Sto dritta nella fame e poi la fame diventa compagna. Diventa una parte del corpo, sento il lato vuoto di ogni organo. Mi appuntisco per diminuire lo spazio d?ingerenza, per accogliere pi? spazio. Mi preparo a un grande corpo, a un grande abbraccio, a un grande morso che tolga in un morso tutta la fame, tutta l?attesa. La fame ? attesa.

La fame ? mettersi in pari alla terra, calpestata sporcata seccata.



Guardami camminare, freddo e caldo che sia, sulla terra, avanti e indietro, con le mani sui fianchi, con le mani sul sesso, con le mani in alto,

ma non con le mani davanti agli occhi. Guardami,

io vedo occhi spenti, non vedo fuochi, corpi a due dimensioni come cartoni animati, sorvolano

e non si graffiano. Tutto levigato, corpi patinati sotto vestiti ben stirati. Lo sguardo ? senza spigoli senza pieghe senza ruvido. Lo sguardo ? un gioco ad eliminazione.



Guardati nudo, mostrati orgoglioso, le tue ferite sono la loro vergogna, mostra

il vuoto di quello che hanno preso

come un vulcano acceso. Il fuoco protegge dove il ghiaccio annichilisce, non finisce.



Sto fuori dal cerchio vitale

fino a sembrare oscena. ? un assedio, o forse

necessario alla conservazione della specie.



Le donne hanno il grembo, sono madri da dentro, gli uomini sono padri

quando un figlio chiama, sono padri da fuori.

Il sesso ? cercare

nel corpo dell?altro tutto il tatto dell?altro, la pelle, entrare

nell?altro e vedere da l? quanto ? profondo. Il sesso ?, fuori e dentro, arrivare al punto.



Questi corpi spellati

si seccano, come aringhe, come funghi.

Mani vi frugano, mani affamate, ad accelerare la stanchezza. Vi frugano per non guardarvi.

Corpi stesi secchi, messi alla prova, destinati a un consumo, siamo

inutili quando non siamo vivi, siamo corpi fermi.



Il corpo si ammala, sfida e impara, entra

vuole essere usato con cura e con slancio

con predisposizione, con giustizia.

Il sesso ? dio che si ? fatto corpo, dio dentro il figlio, dio che ha provato

a mettersi, da dentro, nella carne, rimettere il principio alle braccia al sangue, guardare come viene il mondo da l?, sotto la pelle.



Si ? fatto morto. Abbi paura della morte, tu, che provi come cicuta, una goccia per volta.

La morte ? tenere l?attenzione.

Tieni la paura, fai sosta prima del valico, la morte ? il limite che serve a bilanciare. Sono i morti,

il numero dei morti, che fa la differenza, il loro prestigio.

Da quella volta che si ? fatto morto e poi

ha pregato di perdonarli. Gli uomini migliorano

in nome di dio, combattono, poi lo raccontano, e chiamano tutto una preghiera.



Star nudi, di fronte, non vuol dire capire, vuol dire accettare, prendere

il mistero. Ti prendo

la pelle, anche dove non vedi, dove non sai, anche dove fa schifo,

? questo volere.






Paola Turroni

? nata a Monza (1971), dove ha studiato fino alla maturit? classica, poi ha cominciato a muoversi, a cambiare vita e citt?, per studio e per passione. Ha frequentato il Dams e la Scuola Europea di Teatro e Cinema diretta da Renzo Casali (Comuna Baires). Tiene laboratori di teatro, cinema e comunicazione, per ragazzi, genitori e insegnanti, con particolare attenzione alle relazioni interculturali, alla condizione della donna e al disagio giovanile. Ha collaborato con RadioDue come autrice. Suoi testi sono apparsi su diverse riviste. Nel 2000 pubblica il libro di poesia ?animale? (Fara Editore, Santarcangelo-Rimini)

Nel 2003 pubblica il libro di racconti ?Due mani di colore? (Medusa Editore, Milano), in collaborazione con la poetessa e pittrice Sabrina Foschini.

Nel 2003 pubblica la raccolta di poesie ?Il vincolo del volo? (Raffelli Editore, Rimini), di cui una selezione ? gi? uscita tradotta per la rivista americana di letteratura ?How2?. Nel 2004 ha collaborato come traduttrice a ?I surrealisti francesi? (Stampa Alternativa, Viterbo). Nel 2004 ? stata invitata al Festival Internazionale di Poesia di Malta.










































?se scema l?odio

la paura cresce?

Vladim?r Holan



(tutto ci? che perdo finalmente resta libero e rinasce) . pioggia affamata adesso - che ricopre ogni gesto esteso della pelle . lascio che mi liberi varchi di rifiuto e di accoglienza . lascio che mi prepari a una prossima vicina assenza . ora serve che io ti dica un dio che non ti sia mai di alcuna cura . spero . ma di vivente e magnifica perdita . di smarrimento fuori e dentro il tuo tempo . di disperato impossibile canto . intanto continuano treni al macello dei secoli - arrivano i sanguinanti con valige di terra e mani strette - adatte ai nuovi pi? veloci muri . nelle citt? promesse a salvezza e redenzione crescono perfette macchine di insonnia incandescente (dammi oggi il tuo sangue quotidiano ? dammelo ininterrottamente) . soldati ignari e lontani da casa raccolgono pezzi aperti di ogni loro figlio senza pane - senza luce - senza nemmeno pi? un inferno da pregare . io qui cammino ancora e scelgo di stare senza terra . ho radici solo nella pelle dei miei figli - che mi uccideranno - presto - affinch? domani siano migliori di me - di te - che ho visto come muore il tuo dio - senza pi? neanche il pudore delle bestie . ora muovi pure davanti a questa grande scena il tuo santo amore (per amore dici) - il tuo sereno dolore (per amore dici) - ma la morte ? legge esatta e come la vita - non ha nome e non ? mai calma . in fondo il tuo dio non la vuole la mia pelle - e io non voglio la sua .

Stefano Massari







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SECOLOZERO

POESIA ED ESPERIENZA

DEL REALE



Progetto e Realizzazione

Stefano Massari

Redazione

Alberto Bertoni ? Stefano Massari ? Giancarlo Sissa

Produzione

FuoriCasa.Poesia




format video on line su

www.fuoricasapoesia.splinder.com ? www.secolozero.splinder.com

dal 28 luglio al 31 agosto 2005



(spedito il 28 luglio 2005 a 4955 contatti)



Istruzioni per l?uso:

cliccando con il mouse sull?immagine in alto, oppure sui link FuoriCasa.Poesia o SECOLOZERO si accede ai due nostri siti dove ? disponibile il link che collega al video. Il video ? compresso con multirate 100 kbps to 500 kbps, ottimizzato per consentire una buona fruizione sia ad utenti connessi con LAN o ADSL, sia a utenti con connessione pi? lenta (modem analogico o ISDN). Naturalmente la qualit? del video, girato e montato in ambiente digitale risente notevolmente di questo tipo di compressione. Si consiglia l?uso di un lettore Windows Media Player in versione non inferiore alla 8.0 (piuttosto datata e quindi largamente diffusa). Inoltre si consiglia l?ascolto in cuffia o con casse mediamente potenti (vanno benissimo due buoni altoparlanti da PC, anche questi molto diffusi). Siamo ancora in fase sperimentale, sono quindi certamente graditi suggerimenti pratici e segnalazioni per eventuali difficolt?. Grazie a tutti e buona visione.
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pasqua 2003 immagine di Sylvia Mair



www.fuoricasapoesia.blogspot.com



spedito: 01 dicembre 2005

copie: 5881


FuoriCasa.Poesia





Bollettino N.5/2005

a cura di

Alberto Bertoni - Gianfranco Fabbri

Stefano Massari - Giancarlo Sissa

Nicola Vacca








davvero ? difficile tenere alte motivazioni e risorse per continuare un percorso come questo ? ma ?restare? forse oggi ? ancora pi? importante che ?esserci? . quel che pareva improseguibile torna a chiedere forza e spazio . molto cambier? ancora ? intanto il bollettino riprende la sua marcia con fiducia e con il suo oramai ben collaudato metodo . compito : consolidare dialoghi intrecci ed esperienze che da tempo sono in tenace movimento . salutiamo con gratitudine l?ingresso di Nicola Vacca ? critico e poeta brillante e agguerrito ? e il ritorno in pianta stabile di Gianfranco Fabbri presenza discreta preziosa e sempre illuminante di questi ultimi mesi . obiettivo : sempre lo stesso - seminare . onorati intanto di ospitare Franca Mancinelli ? sulla soglia oramai di un davvero promettente esordio - per chiudere alcuni prossimi spostamenti : SECOLOZERO sar? presto disponibile solo in DVD. i nostri due spazi su web (FuoriCasa.Poesia e SECOLOZERO) verranno trasformati in unico sito-vetrina di attivit? e novit? - nostre e di coloro che ci interessano . sito che porter? semplicemente la sigla FCP e che rester? raggiungibile tramite il nuovo indirizzo : www.fuoricasapoesia.blogspot.com . a presto . SM .





1. MALA KRUNA di Franca Mancinelli





t?ha fatto il nero pi? buio degli occhi

il posto che ? la casa vuota di me

l?unghia che ritorna e spacca la carne.

Da piccole macerie d?anno in anno

t?ho raccolto, ed ora che potrei

abbracciare l?incubo che ho gridato

chiudo le arterie e torno

monca alla vita.



***



precipitando il mondo

la notte camminavo tra le zolle

su una collina che non puoi sapere

se lenta cresce fino alla montagna

o se t?inghiotte dentro la sua buca



ora solleva una luce la terra

o ? il vortice appena il piede tocca

il rullo di granelli dentro il buio.



***



mentre mi scucio e frano

lui bagna il dito sulla lingua e punta l?ago

nell?aria che mi salda.



Ha fatto uno zaino di me in un giorno

l?amore in petali sul pavimento.

Quand?era fondo il silenzio cantava

goccia caduta dentro le costole



si pu? respirare dalla sua bocca

come l?annegato e camminare

pestandogli i piedi,

ma le gambe vorrebbero fluttuare

come alghe al suono della sua voce



e lui continua a spingere la culla

il suo corpo come un pollice.



Fors?? annodato alle sue dita questo

gomitolo che srotola e svanisce.



***



leccato il cuore d?osso

m?abbandono, rotolo fino al mare.



Petto mio tulipano rovesciato

ai denti della ferrovia,

ponte la schiena alle tue impronte d?acqua



spingimi l?altalena: giro intero

ai pali e come da catapulta

il vento






Franca Mancinelli

? nata a Fano nel 1981. Si ? laureata in Lettere Moderne con una tesi sulla poesia di Paolo Volponi. Suoi testi poetici sono usciti in antologie e riviste presso Crocetti, Guaraldi, LietoColle. Sta per ultimare la sua prima raccolta poetica, mala kruna, che in croato significa ?piccola corona di spine?.






2. FUORIRIGA a cura di Nicola Vacca









Lettera aperta (affettuosa e preoccupata) a Nicola Crocetti



Caro Nicola,

ho deciso di usare lo spazio che FuoriCasa.Poesia mi mette a disposizione per scriverti.

Tutti noi che amiamo la complicit? con il verso ti saremo eternamente grati per averci dato diciotto anni fa una rivista intermente dedicata alla poesia, di cui si sentiva un grande bisogno. Ricordo, come se fosse ieri, l?uscita del primo numero. Per chi come me si scopriva poeta e muoveva i primi passi nella scrittura, fu una meravigliosa sorpresa trovare in edicola ogni mese una rivista come Poesia, che decise di occuparsi di tutto quello che accadeva nell?arte poetica italiana, europea e mondiale, selezionando sempre il meglio. Per numerosi anni il tuo periodico ? stato un imprescindibile punto di riferimento: grazie alla tua sensibilit? abbiamo conosciuto poeti che altrimenti non avrebbero mai avuto diritto di cittadinanza nella nostra lingua. Per chi si occupa di poesia la tua rivista ? stata per lungo tempo, un vero e proprio laboratorio d?idee e di tendenze con cui cimentarsi.

Hai creato un vero e proprio miracolo editoriale dedicato alla poesia, in un paese come il nostro in cui questa ? poco considerata, poco letta e soprattutto poco diffusa. Insomma, di questo tuo prodigio noi tutti appassionati di poesia ne abbiamo beneficiato e soprattutto abbiamo trovato la forza per non arrenderci mai di fronte ai tempi di magra che la nostra poesia perennemente attraversa nel contesto culturale.

Devo per? confessarti che da qualche tempo Poesia non ? pi? la stessa. Sembra cambiato il suo linguaggio e il suo modo di proporsi ai suoi affezionati lettori. Un?autoreferenzialit? strutturalista ha finito per impoverire i contenuti tradizionali della rivista. Nelle recensioni e nelle proposte editoriali chi scrive si parla troppo addosso. La nuova generazione di critici letterari che affolla le pagine di Poesia oggi sembra affratellata da uno spirito di consorteria che sa troppo di potere culturale. Questo strano gioco, politicamente corretto, finisce per penalizzare la buona poesia, spesso e volentieri non presente nelle scelte di questa nuova rampante accademia che non sa guardare oltre il proprio orticello.

Sicuramente non condividerai quello che affermo ma sentivo di sottolineare questo disagio che proviene dall?aver amato troppo Poesia degli anni migliori.

Rivista che continueremo a leggere e a divulgare.





3. DUELIBRI a cura di Gianfranco Fabbri







Un libro uscito quest?anno rimarr? indimenticabile nelle future stagioni della poesia; si tratta di TEMA DELL?ADDIO di Milo De Angelis (Mondadori, 2005). Nulla da aggiungere alle note di chi ha gi? scritto di questo eccellente autore milanese: vorrei piuttosto soffermarmi sul ricordo della mia straordinaria lettura, dentro la quale i versi, irraggiungibili, parlano della lacerazione che ciascuno di noi subisce con la perdita del proprio oggetto d?amore, divenendo cos? ?vedovo del mondo?. Il dolore, in quest?opera illuminante, fa azione lenticolare su se stesso e restringe la coscienza della realt?. Il tempo, poi, ha molteplici funzioni: dapprima si raccoglie nel suo ambito presente e poi assume come veste la luce marina, da indossare nel corso dell?evento clou, quello terminale. Il tempo ? infallibile; i luoghi, per converso, appaiono immobili, avvolti in un regno dove gli asfalti della citt? si dichiarano tumori fatali. Per De Angelis, il tempo sembra non avere pi? tempo, mentre la morte, cos? libera di agire, esplica la sua regalit? sul ?luogo?. L?opera di cui si parla qui ? forse la vetta del talento di chi l?ha composta; ? forse il lacerto pi? riposto della separazione e del sottrarre






CONTEMPLAZIONI MECCANICHE E PNEUMATICHE (Mondadori, 2005) ? il nuovo lavoro di Pier Luigi Bacchini ed ? per davvero tutto un programma. Il nostro autore non ? certo nuovo all?ambiente letterario: egli esord? nel 1954 pubblicando la raccolta di versi Dal silenzio d?un nulla, facendo poi seguire numerosi altri lavori. Ha inoltre scritto su riviste come Paragone e Nuovi argomenti. E? un poeta geniale, Bacchini: sin dall?inizio di questa sua ultima fatica, lodiamo la cifra lucreziana nei temi inerenti alla natura. Egli pare oscillare anche tra gli echi vaghi dell?antico Futurismo e la fresca colorazione di un Corrado Govoni: con una siffatta operazione, non volendo, esercita una composta invettiva nei confronti del Gruppo ?63, al quale rinfaccia il fatto di aver perso l?opportunit? di ?unire l?uomo - il suo cuore - alla frantumazione spregiudicata del dettato e all?Universo tutto?. Bacchini ? poeta umano, animale e clorofilliano. Dialoga con gli insetti, con gli alberi e con le nubi dei cieli senza tempo. Basterebbe appunto ?Insetto? per chiudere il libro e dire: eccellente! Qui si gode la plasticit? di una scrittura salda, di un un ?sentir bestia?, sia nel micro che nel macro mondo. E potremmo aggiungere anche l?estasi che d? ?Cedrus deodara?, all?interno del quale la criptica sacralit? dell?albero viene amplificata da sentenze che sanno di condizione ?concava? e di ?carbonaro? nascondiglio. Bacchini, come gi? detto, pone per? l?uomo assieme ai propri compagni di viaggio extra-umani: lo si pu? seguire nelle sue camminate nei parchi, l? dove, tra un passo e l?altro, redige lo statuto delle molteplici piante, dei fiori e degli uccelli che partono per le terre calde. Concludendo il nostro indagare con ?A un ciliegio sulla carraia?, ? possibile rendersi conto dell?eccezionalit? di questo tipo di segno: una vestigia sconvolgente che prevede, in chiusa di raccolta, l?addio alla pianta da parte dell?uomo ?terminale?. L?albero ? fratello, amante, amico e romanzo di tutta un?avventura straordinaria.
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