Pagina 1 di 1

TEMPI MIGLIORI - Uno. Viareggio, 7 settembre 1946.

Inviato: 26/03/2006, 14:21
da Paolo Rossi
Un tempo sapevamo il mondo a menadito:
- era cos? piccolo da stare fra due mani,
cos? facile che per descriverlo bastava un sorriso,
semplice come l?eco di antiche verit? nella preghiera.

W. Szymborska, Discorso all?ufficio oggetti smarriti, Milano, 2004.


nel settembre del quarantasei la donna che genera una storia
non sa chi ha messo un altro destino nel piccolo cuore che batte
chi ha lanciato troppo grande la sfida

sa solo ascoltare
solo il battito lieve del sole che illumina ancora la stanza dove ? nato

la donna non ha domande
in quel giorno d?estate ha solo risposte


Sono nato il sette settembre del quarantasei, la vigilia del?la Santissi?ma Annun?ziata che a Viareggio si festeggia da molti anni. Da quando la peste, o qualcosa di simile, si era ar?restata al Ponte di Pisa, alle porte del paese, smettendo di af?follare il pic?colo camposanto vicino alla piazza del merca?to.
Come riconoscenza per il miracolo della Santissima Annunziata che poi sa?rebbe di?ventata la loro protettrice, i viareggini avevano con?cepito la festa delle baldorie, che consi?steva nell?accumula?re e poi bru?ciare grossi cumuli di pi?nugliori. Gli aghi di pino secchi, facili da trovare per via delle pinete che da sempre hanno reso fresche le case vicine, quelle pi? mode?ste dei marinai a le?vante e quelle dei signori a ponente.

La macchia di vegetazione che arriva fino a Vecchiano e dopo il Serchio prosegue oltre, ha per? riscaldato anche le mura domestiche di alcuni viareggini ri?fornendoli di legna da bruciare d?inverno nelle stufe.
Con l?avvicinarsi dell?autunno sono in tanti quelli che nel pomerig?gio, per risparmiare sul carbone, vanno con le bi?ciclette scassate a riempi?re i sacchi di iuta con la legna che trovano per terra.

Oltre ai pini che crescono in ogni parte, in quella stri?scia di verde vicino al mare ci sono le grandi querce e i tigli profu?mati che costeggiano il viale fino a Torre del Lago. Le tamerici che attecchiscono quasi sulla spiaggia e i ginepri che per natale certe famiglie vanno a tagliare e utiliz?zano al posto dell?a?bete.

I preparativi per la festa delle baldorie iniziano le ulti?me settimane d?ago?sto quando i ragazzi hanno ormai perso ogni in?teresse per l?estate.
Inizia a maggio la lunga estate dei ragazzi viareg?gini e dopo tre mesi ne hanno abbastanza. Do?po ferra?gosto cominciano allora a ricostituire i gruppi che si sono sciolti du?rante l?estate e organizzano i la?vori per la prossima baldoria che deve essere eccezionale e vincere la sfida con quella di altri quartie?ri.
Nei giorni che precedono il festeggiamento, masnade di ragazzi neri co?me carbone per il sole che hanno preso du?rante l?estate, con i car?retti rubati per qualche ora alle donne che ven?dono il pesce, vanno a rac?cogliere i pinugliori. Per pre?parare i mucchi che la sera del sette sono bru?ciati rischiaran?do le strade e le piazze dei quartieri.

Quella sera sono in tanti ad andare con le famiglie a ve?dere i fuochi per stabilire la migliore baldoria dell?anno. Per deci?dere, indipendentemen?te dalle ti?foserie di quartiere, che sempre influenzano le classifiche perso?nali, ? necessa?rio va?lutare l?altez?za e soprattutto per quanto tempo ha continuato a bruciare.
I ragazzi conoscono degli accorgimenti che rendono pi? alta la baldoria. La imbottiscono di cassette di legno ruba?te al mercato della frut?ta o a quello del pesce. Ma il trucco ? facile da scoprire perch? il mucchio viene pi? alto ma brucia in un batter d'occhio e quando le famiglie esco?no da casa per vede?re lo spettacolo ? gi? tutto terminato.

Verso la fine, dopo un paio di ore, quando il fuoco vi?vo ? quasi spento, il cumulo di cenere ? sollevato con delle ver?ghe dai ragazzi che hanno preparato la baldoria, per far salire in alto le mi? non?ne. Il fuoco, apparentemente spento, vi?vacchia sotto la ce?nere degli aghi di pino incande?scenti e la ver?ga serve per far salire verso il cielo i piccoli luc?cichii di fuoco e di cenere.
Dalle luci che volano in alto c?? chi sembra trarre pre?sagi per il prossimo inverno che forse sarebbe stato meno ri?gido per i viareggini.

Non ho fatto in tempo a vederle le baldorie di quell?an?no.

Sono nato proprio quella vigilia e la Cesarini, la levatri?ce che mi ha fatto nascere, si ? dovuta ricredere.
Sono venuto al mondo con semplicit?, senza sforzi particolari, an?che se i giorni precedenti, tutta la famiglia, per non correre inutili ri?schi, ha cercato di convincere mia madre ad andare a partorire all?ospe?dale. Un ampio palazzo vi?cino alla pi?neta di po?nente, con tante stanze letti e specialisti in grado di inter?venire se ne?cessario.
Mia madre per? non ha voluto saperne di andare al Ta?baracci. Ha deciso di farmi venire al mondo nelle quattro stanze sulla via di Lucca, dove, da quan?do si sono sposati, lei e mio pa?dre sono andati a vivere la?sciando per sempre il cen?tro della citt?.
La Cesarini ? arrivata in ritardo e da casa ha porta?to insieme al?le bor?se anche un po? di inquietudine. Non vuo?le per?dere la reputazione di cui gode. Dopo aver fatto nasce?re tutti i figli delle sorelle di mia madre, con lei, la pi? piccola, non pu? fare una brutta fi?gura.
Si ? lavata le mani nel piccolo bagnetto rivestito con le matto?nelle azzurre. Ha pensato che in ogni modo ci sareb?be riuscita anche stavolta a fare an?dare le co?se come voleva. Deve essere tranquilla come sempre, senza farsi prendere troppo dall?apprensio?ne.
Non va in chiesa la Cesarini ma quando serve una pre?ghiera pu? sempre sussurrarla di fronte allo specchio sbreccato so?pra il lavandino.
Mentre si sta asciu?gando le mani guarda la sua immagi?ne riflessa e vede le prime rughe sul viso. Non si ? sposata e quei bambini che nascono grazie a lei li sente con malinco?nia un po? come figli suoi.
Sono stato partorito dopo un paio d?ore che ? arrivata, senza contrattem?pi e anche lei a suo modo ha dimostrato gra?titudine alla madonna che nella se?ra sarebbe stata festeg?giata. ? una tradizione popolare e pu? andare bene an?che per una mangiapreti come la Cesarini.

Nelle piazze i ragazzi accendono come sempre le bal?dorie. Un?abi?tudine che anch?io presto avrei preso. Con gli amici per qualche anno sarei andato a raccogliere i pinu?gliori da bru?ciare la sera del mio complean?no, con vampate di fuo?co alte fino al cielo e luccichii da far volare nel vento. Diven?tando, con il tempo, sempre pi? esperto, fino al giorno in cui sarei stato rim?piazzato da nuo?ve combriccole di ragazzi che avrebbe?ro preso il mio posto.

Mia madre ha voluto guardarmi appena nato quando il ri?verbero del sole ancora estivo che sta scendendo passa an?cora dal?le persiane ver?di e rischiara la camera. Non ha vo?luto acce?ndere la luce quando mi ha preso in braccio per la prima volta ma subito mi ha consegnato a sua so?rella. ? stanca e dopo il parto vuole solo dormire e riposarsi.

- perch? siamo fatti per provarci a cambiare - la risposta
- perch? ? un modo anche quello di eliminare il vuoto - ? un?altra risposta

non so se lui ha capito il perch? dei giorni di pioggia e di sole che l?hanno accol?to per anni
ma quando va a pescare ? assicuro - parla con l?amico
e il sole infinito avrebbe scaldato per sempre anche loro
immagina le donne con le gambe aperte il passato e il futuro
i maestri che avrebbe avuto e l?ultimo minuto dove sarebbe stato


Mio padre invece ? uscito. ? andato chiss? dove. Forse al solito bar a be?re con gli amici del mare. Non sarebbe riu?scito a trattenersi nello spazio di quell?attesa, seduto in cuci?na a fuma?re in continuazione asse?diato solo da don?ne. Oltre a Eva, ci so?no infatti la levatrice e tutte le sorelle a disposi?zione per dare una sostegno alla pi? piccola.
Eva, che sarebbe presto diventata mia madre ? rimasta l?ultima a partori?re e le sue sorelle sono tutte l? a farle corag?gio.
Pi? tardi ne sarebbero arrivate altre di donne, dagli appartamenti vicini per salutare il nuovo arrivato e la sua mamma.
Per queste cose ci sono le donne. In certe circostanze ? meglio andare da qualche altra par?te. ? questa la teoria di mio padre anche se ho sempre cre?duto che es?sendo un sentimentale corresse il pericolo di met?tersi a piangere. Non sa?rebbe stato molto virile farsi scorgere da tutti con gli occhi lucidi quando invece c?era da stare pronti e dare una mano.

Le cose sono finite dopo un paio d?ore di spasmi sem?pre pi? fre?quenti e intensi che hanno fatta gridare e su?dare mia madre. Quasi in un lampo, dopo i dolori, so?no nato senza che nes?suna delle donne che erano intorno quasi se ne accorges?se.

A quel punto si ? fatta viva anche Liliana. Una vicina di ca?sa che ? stata una grande amica di mia madre. Con lei ha condi?viso anni addietro amori e di?samori, feste e funerali. Ha riman?dato la sua scappata per non essere d?impaccio aspet?tando che fossi nato.
Quando ? entrata in camera e si ? subito congratulata con l?amica e ab?bracciandola nel letto le ha detto Brava Eva, anche tu ora hai una fa?miglia ve?ra. Dan?dole subito consigli su come allevarmi e agghindarmi nelle prossime setti?mane. Ne ha gi? avuti un paio di bambini e di queste cose ormai ne capi?sce.
Io, dopo quella faticaccia non vedo invece l?o?ra di prende?re son?no. Dopo esser sembrato quasi in ascolto di un motivetto che una delle mie zie mi canticchia sottovo?ce per far?mi star buono sono restato sereno e silenzioso ac?canto a mia madre attorniato solo da donne.

c?? il mare che ascolta i segreti dei ragazzi che vanno a pescare e conserva le storie che si ripetono uguali perch?
quando hai la saggezza del mare sei mare e puoi solo ascoltare


Non sarebbe per? stato sempre cos?. Nei mesi succes?sivi non avrei quasi mai dormito.
Mia madre tanti anni dopo mi ha raccontato che avevo in?vertito il giorno con la notte. Quando mio padre ? a navigare, io posso dormire nel suo letto. Con la luce del comodino co?perta da una pezzuola di se?ta verde e arancio che rende quel?la stanza pi? calda e ospitale. Quelle se?re le chiedo quando ha conosciuto mio padre e come hanno vissuto fino a quando non so?no nato. Lei mi ripete delle storie che mi sembrano fiabe. Di so?lito mi addormento prima che siano finite e la se?ra successiva le chiedo di ricominciare e andare avanti.

Mio padre, alcuni mesi dopo, si ? chiesto perch? hanno voluto rimettere in questione la loro vita, anche se a sve?gliarsi la notte era solo lei per?ch? quando lui prende son?no non lo risvegliano neanche i col?pi di cannone.
Mia madre, che di notte sta sveglia e per non farmi pian?gere mi porta in braccio per tutta la casa, il primo anno ? riusci?ta a dormire solo nel pomeriggio.