"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
Cari amici di "nuovi autori",
Ho piacere di invitarvi a una doppia presentazione del mio romanzo.
Mercoled? 19 aprile alle ore 18:00 presentazione del romanzo "Diecimila e cento giorni" presso la libreria Liberrima di Lecce (corte dei cicala n.1). Introducono: Antonio Errico (scrittore) a Livio Muci (editore). Sar? presente l'autore.
Gioved? 20 Aprile alle ore 19:00 presentazione a Taranto, libreria Gilgamesh (via Oberdan n. 45). Introducono: Giuse Alemanno (scrittore) e Ignazio Minerva (giornalista). Sar? presente l'autore.
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Ho piacere di invitarvi a una doppia presentazione del mio romanzo.
Mercoled? 19 aprile alle ore 18:00 presentazione del romanzo "Diecimila e cento giorni" presso la libreria Liberrima di Lecce (corte dei cicala n.1). Introducono: Antonio Errico (scrittore) a Livio Muci (editore). Sar? presente l'autore.
Gioved? 20 Aprile alle ore 19:00 presentazione a Taranto, libreria Gilgamesh (via Oberdan n. 45). Introducono: Giuse Alemanno (scrittore) e Ignazio Minerva (giornalista). Sar? presente l'autore.
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"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
Sempre in giro stai? :D auguri per le nuove presentazioni!
ps: "liberrima" ? un bellissimo nome per una libreria!
ps: "liberrima" ? un bellissimo nome per una libreria!
"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
Sono contento di rimettermi in viaggio e soprattutto di tornare a Taranto, la mia citt? natale, dopo 38 anni di assenza.
Lo sar? ancora di pi? se il 10 aprile riusciremo a mandare a casa chi ci governa in modo indecente da cinque anni...
W.
Lo sar? ancora di pi? se il 10 aprile riusciremo a mandare a casa chi ci governa in modo indecente da cinque anni...
W.
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- Iscritto il: 27/02/2006, 19:44
"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
Adesso vai in tournee? Fammi sapere poi come ? andata.
Ciao.
Giorgio
Ciao.
Giorgio
"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
A Taranto ? andata benissimo, qui a Lecce (dove sono tuttora) sono stato intervistato da due tv regionali. I dettagli al mio rientro.
W.
W.
Taranto
"I miei luoghi, i miei.
Il primo, l?utero materno, da cui sono stato strappato con un forcipe che mi ha frantumato il braccio destro in tre punti, leso la fronte e impedito di morire di asfissia.
Da l? ? iniziata una deriva, un abbandono che il passo del tempo ha solo reso pi? stabile. Sentirsi estraneo, straniero, senza radici, fuori posto, fuori luogo.
Il secondo, la casa paterna e materna di Taranto, affondata nella dimenticanza. Un martello di gomma smarrito, un ponte girevole, gli escrementi di cavallo per strada..."
I miei luoghi, 1998
Taranto mi appare con una stazione ferroviaria dimessa, da paese, un piazzale anonimo e deserto.
Le cinque del pomeriggio, un giorno di sole malato. Saliamo in macchina, guida Giuse, un colosso dai capelli biondi grano.
Cerco di riconoscere qualche scorcio di quel paesaggio che ho rimosso quasi completamente, frugando nella memoria. La citt? vecchia ? alla mia sinistra, sembra corrosa dal tempo, un labirinto di strade strettissime e di pietre giallo brune, divisa dal contorno del mare da un?ampia strada a tre corsie. Lo Ionio ? un lago placido, dalle tonalit? blu e azzurro intenso, che s?allarga sotto un cielo stratificato di nubi. Dietro di noi, il fungo di fumo dell?Ilva che violenta l?altra riva.
Scendiamo e camminiamo sul lungomare, ci affacciamo sulla balaustra a pochi metri da un insieme di statue di ferro che protendono le braccia verso l?alto. ?Nei giorni sereni si vedono le montagne della Calabria?, mi dice Giuse indicando con il dito un punto invisibile davanti a noi.
Penso che non torno da 38 anni in quella che ? stata la mia citt? natale, avverto un lieve stordimento che ottunde le mie emozioni.
Passeggiamo per via D?Aquino, lastricata di pietre lucide e umide. La citt? ? tranquilla e ordinata, non rimane nulla dell?ambiente caotico che ricordavo. I calessi a cavallo che ci portavano dalla stazione a casa, il ponte girevole che s?alzava per far passare le navi, quel caldo bruciante che impregnava l?aria, le code di automobili in attesa di passare da un lato all?altro del mare pigro che avvolge l?abitato. ?Non torno dal ?68, da quando mio padre decise di venire qui per fare il commissario esterno alla maturit?, alloggiavamo in una casetta in un paese di cui ho smarrito il nome?.
Entriamo nella libreria dove si terr? la presentazione, saluto Miriam, una giovane donne bruna e sorridente, con una stretta di mano. Vedo una quindicina di copie del mio romanzo su un tavolo, mi sorprendo a scrutare la copertina che reca un?immagine di altre latitudini, di viaggi alla ricerca di nuove radici, di nuovi cieli non contaminati dal ricordo.
Un po? per volta la sala s?affolla di persone, giovani donne e uomini che seguono il corso di scrittura di Giuse. Lui mi chiede quali sono i miei autori, le mie letture preferite. Ma prima di rispondergli, guardo il pubblico e inizio a parlare delle mie sensazioni, del mio essere ritornato in questa casa dimenticata e sepolta dal tempo.
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Il primo, l?utero materno, da cui sono stato strappato con un forcipe che mi ha frantumato il braccio destro in tre punti, leso la fronte e impedito di morire di asfissia.
Da l? ? iniziata una deriva, un abbandono che il passo del tempo ha solo reso pi? stabile. Sentirsi estraneo, straniero, senza radici, fuori posto, fuori luogo.
Il secondo, la casa paterna e materna di Taranto, affondata nella dimenticanza. Un martello di gomma smarrito, un ponte girevole, gli escrementi di cavallo per strada..."
I miei luoghi, 1998
Taranto mi appare con una stazione ferroviaria dimessa, da paese, un piazzale anonimo e deserto.
Le cinque del pomeriggio, un giorno di sole malato. Saliamo in macchina, guida Giuse, un colosso dai capelli biondi grano.
Cerco di riconoscere qualche scorcio di quel paesaggio che ho rimosso quasi completamente, frugando nella memoria. La citt? vecchia ? alla mia sinistra, sembra corrosa dal tempo, un labirinto di strade strettissime e di pietre giallo brune, divisa dal contorno del mare da un?ampia strada a tre corsie. Lo Ionio ? un lago placido, dalle tonalit? blu e azzurro intenso, che s?allarga sotto un cielo stratificato di nubi. Dietro di noi, il fungo di fumo dell?Ilva che violenta l?altra riva.
Scendiamo e camminiamo sul lungomare, ci affacciamo sulla balaustra a pochi metri da un insieme di statue di ferro che protendono le braccia verso l?alto. ?Nei giorni sereni si vedono le montagne della Calabria?, mi dice Giuse indicando con il dito un punto invisibile davanti a noi.
Penso che non torno da 38 anni in quella che ? stata la mia citt? natale, avverto un lieve stordimento che ottunde le mie emozioni.
Passeggiamo per via D?Aquino, lastricata di pietre lucide e umide. La citt? ? tranquilla e ordinata, non rimane nulla dell?ambiente caotico che ricordavo. I calessi a cavallo che ci portavano dalla stazione a casa, il ponte girevole che s?alzava per far passare le navi, quel caldo bruciante che impregnava l?aria, le code di automobili in attesa di passare da un lato all?altro del mare pigro che avvolge l?abitato. ?Non torno dal ?68, da quando mio padre decise di venire qui per fare il commissario esterno alla maturit?, alloggiavamo in una casetta in un paese di cui ho smarrito il nome?.
Entriamo nella libreria dove si terr? la presentazione, saluto Miriam, una giovane donne bruna e sorridente, con una stretta di mano. Vedo una quindicina di copie del mio romanzo su un tavolo, mi sorprendo a scrutare la copertina che reca un?immagine di altre latitudini, di viaggi alla ricerca di nuove radici, di nuovi cieli non contaminati dal ricordo.
Un po? per volta la sala s?affolla di persone, giovani donne e uomini che seguono il corso di scrittura di Giuse. Lui mi chiede quali sono i miei autori, le mie letture preferite. Ma prima di rispondergli, guardo il pubblico e inizio a parlare delle mie sensazioni, del mio essere ritornato in questa casa dimenticata e sepolta dal tempo.
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"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
Bello questo resoconto della tua presentazione a Taranto. sembra di percepire le sensazioni sospese del ritorno.
Al Salone del libro di Torino ci sarai?
Al Salone del libro di Torino ci sarai?
"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
grazie, Giorgio.
S?, al Salone del libro di Torino ci sar?. Presento il mio romanzo gioved? 4 Maggio alle 19:00 presso lo stand della Regione Puglia (stand H- 09).
Un cordiale saluto a tutti.
W.
S?, al Salone del libro di Torino ci sar?. Presento il mio romanzo gioved? 4 Maggio alle 19:00 presso lo stand della Regione Puglia (stand H- 09).
Un cordiale saluto a tutti.
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"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
Bene. Mi far? piacere partecipare all'evento.
"Diecimila e cento giorni" di Claudio Martini
Mi sono ritrovato in uno spazio non ampio, allo stand della Regione Puglia, con una trentina di ragazzi di un liceo di Bari seduti per terra e qualche adulto che sembrava capitato l? per caso.
Ho parlato della tragedia del Kosovo, della ricerca di identit? e appartenenza, dell'America Latina, davanti a una platea di adolescenti curiosi e attenti che applaudivano alla fine di ogni brano del "reading".
Ho provato un moto di tenerezza quando un ragazzo di forse 15 anni mi ha chiesto se occorresse "toccare il fondo" per poter crescere, mi sono appassionato quando un altro giovane ha domandato se l'integrazione tra culture diverse potesse essere una ricchezza anche per il sud Italia.
A 50 metri da noi, i "tamburi del Vesuvio" martellavano lo spazio dell'Arena Piemonte con le loro sonorit? meticcie.
Una bella serata, la mia prima presentazione alla Fiera del Libro.
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Ho parlato della tragedia del Kosovo, della ricerca di identit? e appartenenza, dell'America Latina, davanti a una platea di adolescenti curiosi e attenti che applaudivano alla fine di ogni brano del "reading".
Ho provato un moto di tenerezza quando un ragazzo di forse 15 anni mi ha chiesto se occorresse "toccare il fondo" per poter crescere, mi sono appassionato quando un altro giovane ha domandato se l'integrazione tra culture diverse potesse essere una ricchezza anche per il sud Italia.
A 50 metri da noi, i "tamburi del Vesuvio" martellavano lo spazio dell'Arena Piemonte con le loro sonorit? meticcie.
Una bella serata, la mia prima presentazione alla Fiera del Libro.
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