le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

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settimanale di scienze umane anno V n° 0722
dell?Associazione Internazionale Artisti «Poesia della Vita» non profit
presidente Reno Bromuro
Chiedi il Bando del concorso della terza edizione «Una Poesia d'amore - Arden Borghi Santucci»
a renobromuro@alice.it
FATTI
04 dicembre 2001: l'avvocato Carlo Taormina abbandona l'incarico di sottosegretario all'Interno: le sue continue dichiarazioni contro l'operato della magistratura hanno suscitato polemiche anche nella stessa maggioranza di governo.

05 dicembre 2003: forte di una maggioranza trasversale il Senato approva, tra mille polemiche e scontri, la nuova legge che dovrebbe regolare la fecondazione assistita.
06 dicembre 2001: la Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza del processo per l'omicidio di Marta Russo. Per l'assassinio della giovane studentessa della Sapienza erano stati condannati in appello due ricercatori della facoltà di Giuriprudenza, Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro.

07 dicembre 2004: dopo tre anni di lavori il Teatro la Scala di Milano riapre. Sotto la direzione del maestro Riccardo Muti, viene proposta al pubblico la stessa opera che inaugurò il teatro nel 1778, "L'Europa riconosciuta" di Salieri, con l'allestimento di Luca Ronconi e Pier Luigi Pizzi. La nuova Scala si presenta con gli ambienti originali del Piermarini riportati allo splendore originale, ma con la struttura architettonica (di Mario Botta) e tecnologica completamente nuova.
08 dicembre 2000: muore Bernardo Brusca, protagonista di tanti processi di mafia tra cui quello per la strage di Capaci, dove persero la vita Giovanni Falcone e la sua scorta.

09 dicembre 2004: al processo SME, al termine di una camera di consiglio durata trentuno ore, i giudici di Milano hanno deciso che è da dichiararsi prescritto il versamento di quattrocentotrentaquattromila dollari del marzo 1991 da un conto Fininvest a uno di Cesare Previti a uno dell'ex capo dei GIP di Roma Renato Squillante. Per gli altri capi di imputazione il giudice nella sentenza ha ravvisato l'innocenza di Silvio Berlusconi per quanto riguarda nello specifico la presunta corruzione sulla vicenda SME. Il giorno dopo il tribunale di Palermo, dopo tredici giorni di camera di consiglio, condanna il senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri a nove anni, perché riconosciuto colpevole di concorso esterno in associazione mafiosa.

10 dicembre 1999: il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi ha annunciato che ci saranno domeniche senza auto nelle ultime due settimane di gennaio 2000.

PARLIAMONE

SEMAFORO ROSSO E VERDE

Questa mattina ho letto alcuni titoli dei quotidiani italiani più noti: mi hanno fatto paura, anche se in parte qualcosa del genere l?ho vissuta sulla mia pelle, qualche tempo fa.?Stili di Vita? suggerisce che per sanare il precariato della Sanità Europa bisogna cominciare dalla scuola; dal ?Giornale di Sicilia? giunge uno sprazzo di verità gridata:?E i più poveri sono i meno informati?. Già! Perché non hanno soldi per comprare il giornale. Sopra un sito di Internet di Pescara: ?Le donne, cercano nuovi profili professionali; la casa è una prigione ''dolce'' ma prigione?. Da ?Il Messaggero? (Cron. Roma) - ''Caro Napolitano, lasciaci morire'' - ''Cosi' controllerò i conti della sanità'' - ''Così rifarò i conti della sanità'' Su ?La Stampa? ?Per le aziende di famiglia successione senza tasse?.

Ma il titolo che mi ha sconvolto, rubandomi la gioia interiore, che mi era stata data all?alba, o meglio mi era stata promessa all?alba dopo aver letto due poesie (una del padre l?altra del figlio) tratte da ?Anni di vento? e ?Equilibrismi? (ve ne parlerò prima di Natale) è stato un titolo raccapricciante, che mi ha riportato, come per incanto, al quattordici settembre 1988. Aprii gli occhi che ero seduto per terra, con le spalle appoggiate al muro e la testa penzoloni verso la spalla sinistra. Poi seppi che avevo avuto un collasso e che il medico aveva diagnosticato ?infarto del miocardio? portandomi con l?autoambulanza all?ospedale più attrezzato di Roma (Allora) il ?San Giovanni?.

Inginocchiate dinanzi a me che mi coccolavano, mia moglie e mia figlia. Non ricordavo nemmeno da quanto tempo fossi in ospedale. Mia figlia cercò, un medico, non ce n?era uno nemmeno a pagarlo milioni, allora chiese dove fosse la caposala, la trovò e chiese che mi fosse dato almeno una lettiga visto che c?era il dubbio di un infarto. La Caposala si arrabbiò, sembrava uno scimpanzè che rincorre qualcosa di piacevole, quando vide che seduto per terra c?ero io:

- e che, adesso se mettemo pure a preoccupà pe? li neri!

Ricordo molto bene che mi alzai a fatica, presi uno sgabello che incontrai sotto il mio sguardo e glielo tirai dietro, chiamandola razzista e m?incamminai appoggiandomi al muro fino all?uscita dove chiamai un taxi e mi feci accompagnare al Policlinico Gemelli, dove rimasi tre mesi.

Il titolo che ho letto questa mattina:?Il Pronto Soccorso è una prigione?. Ho immaginato cosa dicesse l?articolista e mi sono tuffato dentro il monitor del PC dove vedo tutti voi per parlarvi dei soprusi che sono perpetrati nei confronti del malati.

Una giovane donna porta in fretta sua madre al Pronto Soccorso dello ospedale di zona, aspetta tre ore perché visitassero sua madre.

Preoccupata anche perché alle sette del mattino il marito sarebbe stato sottoposto ad un intervento chirurgico. Alle sette e mezza giunge un giovane medico che dà uno sguardo fuggevole alla donna sulla sedia e non ascolta una parola di quanto dice la figlia. La ragazza per rimanere accanto alla madre è ?prigioniera come lei del pronto soccorso?. Che fare? Aspettare e? aspetta fino alle venti quando diventa idrofoba e fa sentire la sua voce, sia per dare da mangiare alla madre sia per rifocillarsi lei: in carcere sarebbe stata trattata con più umanità.

Ma facciamo un salto ad una delle tante sedi ASL della capitale. Come già ho avuto modo di raccontarvi di una visita prenotata a luglio per il 17 novembre alle 11,20. Ci si reca all?appuntamento anche perché si è atteso ben oltre tre mesi per questa visita. Sono le 11,18 sopraggiunge un infermiere della ASL, entra dal medico e dopo un secondo escono insieme, entrano in un?altra stanzetta dove visita i genitori dell?infermie-re. A mezzogiorno faccio sentire la mia presenza sottolineando che i favori è un bene che si facciano se c?è una persona che ha bisogno di cure urgenti più di te, ma che si prendano in giro sette persone che aspettano in silenzio non è bene. Giunge un?infermiera con un foglio di carta in mano, mi si avvicina sottolineando di tacere, perché io sono l?ultimo della lista. Vi lascio immaginare: con l?ora e mezza di attesa già fatta, più quella che avrei dovuto fare? grido che ci rinuncio e corro a denunciare, visto che sono assenti sia il medico responsabile della ASL, sia la Caposala, dai carabinieri. Mi rincorrono e subito il medico mi visita: una visita che è durata due minuti: una presa in giro perché ha scritto due ricette rimandandomi da un chirurgo ortopedico e da un fisichiatra. Intanto il Ministro alla salute pensa ad aumentare il possesso di majurana a quaranta grammi per uso personale, e chi sta veramente male passa le sue giornate in sale d?attesa per essere trattato male da infermieri facinorosi e? se parli ti tappano la bocca e, il paziente (nome appropriato) aspetta ?pazientemente? che si sblocchi la strada che lo condurrà alla camera mortuaria.

LA POESIA DELLA SETTIMANA

ASCOLTA IL CANTO

di Giorgio Bonnin

Giorgio Bonnin, è nato, vive e lavora, come dipendente comunale, a Pinerolo. Scrive poesie per hobby, ma attraverso la poetica, esprime una freschezza di versi che spesso trae ispirazione dalla natura, della quale osserva aspetti evidenti e nascosti. Non ha al suo attivo pubblicazioni, ma ne sta sviluppando una. Partecipa a discussioni su mailing-list vivendo la realtà letteraria italiana. Ha partecipato con successo a numerosi concorsi letterari ottenendo buone posizioni in alcuni e vincendone altri, quali il premio: «Fonteviva» di Nichelino ?Torino; «La tua Terra,le Tue Montagne» al Val Chisone Torino-; «Città di Pinerolo» e di recente ha vinto il «PREMIO POESIA D?AMORE» Bandito dall?Associazione Internazionale Artisti «Poesia della Vita» in collaborazione con il «Mailing-list foglidiparole4». Nel tempo libero si occupa di Musica, di Politica e di Cultura.

La lirica di Bonnin è pervasa da un Canto d?argenteo nitore. Basta che ci fermiamo a considerare le tre immagini con cui esso si apre, parlandoci di «Sinffonia/ di cristalline trasparenze/ riflette colori/ e sensazioni» Il verso è così semplice e nello stesso tempo così scultoreo da farci balzare vive davanti agli occhi le immagini «riflesse di colori e di sensazioni» immagini, che sembrano balzate fuori all'improvviso con straordinaria evidenza. Allo stesso modo, sempre con la medesima semplicità, il poeta fa spiccare di netto l?armonia melodiosa della sinfonia che genera le cristalline trasparenze, dipingendo una figura ben messa in piena luce dalle «cristalline trasparenze», appunto.

Questi primi versi sono di meravigliosa potenza, ed esprimono la grandezza della creatività umana, guidata da un Dio, che è principio e fine di tutte le cose e datore unico dell?inventiva artistica.

Ovviamente, trattando qui della lirica bonniniana, prendo in esame i vari accenti e concetti che intervengono e scaturiscono dal significato delle parole e soprattutto da quello non detto espressamente, perché nascosto tra le righe scaturisce immagini, che classifico per rendermi conto dell'elevazione lirica della poesia; con questi stessi interventi mi riferisco con l'avvertire me stesso che tali studi rivolgono la mia attenzione, anche verso le poesie dei più celebri e osannati Poeti e ad altre liriche di poeti contemporanei a Bonnin, che si trovano nello stesso sito dov?è pubblicata questa poesia.

ASCOLTA IL CANTO
di Giorgio Bonnin

Sinfonìa

di cristalline trasparenze

riflette colori

e sensazioni.

Sul Grande Libro

dell' Amore

leggo le tua malinconìa.

Anima ferita,

anima inquieta

e zingara,

raccogli

la tua tristezza,

e fermati

ad ascoltare il canto

delle mie sorgenti.

Là dove muore

l'ultima lagrima

di luna,

dove il respiro

dell'attesa

si fa musica,

i tuoi silenzi

vestiranno di poesìa,

e timidi germogli

fioriti di luce

uccideranno il buio
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carlo
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Ciao, Barbara! Auguri con tutto l'amore che posso a te per l'onomastico e a tutti i gruppi militari che Santa Barbara protegge, Reno
BARBARA
di Jacques Prévert

Ricordati Barbara
Pioveva senza tregua quel giorno su Brest
E tu camminavi sorridente
Raggiante rapita grondante, sotto la pioggia
Ricordati Barbara
Pioveva senza tregua su Brest
E t'ho incontrata in rue de Siam
E tu sorridevi, e sorridevo anche io
Ricordati Barbara
Tu che io non conoscevo
Tu che non mi conoscevi
Ricordati, ricordati comunque di quel giorno
Non dimenticare
Un uomo si riparava sotto un portico
E ha gridato il tuo nome
Barbara
E tu sei corsa incontro a lui sotto la pioggia
Grondante rapita raggiante
Gettandoti tra le sue braccia
Ricordati di questo Barbara
E non volermene se ti do del tu
Io do del tu a tutti quelli che amo
Anche se non li ho visti che una sola volta
Io do del tu a tutti quelli che si amano
Anche se non li conosco
Ricordati Barbara, non dimenticare
Questa pioggia buona e felice
Sul tuo viso felice
Su questa città felice
Questa pioggia sul mare, sull'arsenale
Sul battello d' Ouessant
Oh barbara, che cazzata la guerra
E cosa sei diventata adesso
Sotto questa pioggia di ferro
Di fuoco acciaio e sangue
E lui che ti stringeva fra le braccia
Amorosamente
È forse morto disperso o invece vive ancora
Oh Barbara
Piove senza tregua su Brest
Come pioveva prima
Ma non è più cosi e tutto si è guastato
È una pioggia di morte desolata e crudele
Non è nemmeno più bufera
Di ferro acciaio sangue
Ma solamente nuvole
Che schiattano come cani
Come cani che spariscono
Seguendo la corrente su Brest
E scappano lontano a imputridire
Lontano lontano da Brest
Dove non c'è più niente.
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edizione straordinaria

?premio enrico maria salerno?



settimanale di scienze umane anno V supplemento del n° 0718
dell?Associazione Internazionale Artisti «Poesia della Vita» non profit
presidente Reno Bromuro


Il Premio "Enrico Maria Salerno" per la Nuova Drammaturgia Europea, giunto alla dodicesima edizione, mira a promuovere lo sviluppo e la diffusione presso il pubblico della nuova drammaturgia - con speciale attenzione alla figura artistica e alla funzione professionale del "Drammaturgo di Compagnia".

Il concorso è diviso in due sezioni: Premio all'Autore, cui possono partecipare tutti gli autori, e Premio di Produzione, cui possono partecipare gli autori che propongano testi accompagnati da progetti di messa in scena.

La premiazione della dodicesima edizione si è tenuta a Roma al Teatro India il 23 ottobre u.s.

Quest'anno, accanto al concorso tradizionale, il Premio ha proposto una Sezione Speciale dedicata al tema «Il Teatro e il Lavoro» e, per l'occasione, la Giuria ha assegnato un riconoscimento speciale a Francesco Tullio Altan, che ha saputo raccontare l'epopea antieroica dei lavoratori italiani, attraverso la maschera amara e comica dell'operaio Cipputi.

La scelta di orientare il Premio verso la Drammaturgia di impegno civile tende a favorire il teatro di idee di analisi e critica sociale, ha costituito l'ossatura della tradizione nazionale. Il Concorso si propone, infatti, di tener desto l'interesse degli autori e del pubblico verso una drammaturgia capace di elaborare idee e prese di posizione sulla realtà storica e sociale.

La Giuria composta da Laura Andreini Salerno (Presidente), Maurizio Barletta, Francesco M. Battista, Benedetta Buccellato, Fabio Cavalli, Miriam Mafai, Giuliana Manganelli, Giovanna Marinelli, Massimo Mascini, Luciano Meldolesi, Giorgio Patrizi, Carlo Maria Pensa, Andrea Porcheddu e Aggeo Savioli, la sera del 23 ottobre u.s. ha proclamato il vincitore fra i cinque autori finalisti del Concorso:Riccardo De Torrebruna, Francesco Pierattini, Francesco Principato, Dario Rezza, Ferdinando Vaselli, accompagnando la presentazione delle opere con un breve riassunto:

GAY PANIC di Riccardo De Torrebruna
Riccardo de Torrebruna già vincitore della seconda Edizione del Premio ?Enrico Maria Salerno?. Dopo dieci anni e molto lavoro alle spalle, la Giuria, ancora una volta, vuole riconoscere la qualità della sua scrittura teatrale. De Torrebruna ancora una volta annota un fatto di cronaca bellica, un fatto realmente accaduto e apparentemente marginale. Ma la sorpresa del finale è davvero imprevista e devastante quanto un attacco armato. L?esercito americano pare abbia identificato una sindrome, denominata appunto gay panic, che colpisce coloro che per errore si ritrovano a fare l?amore laddove dovrebbe limitarsi a fare la guerra.

IL CASO K di Sergio Pierattini
Il Caso K, di Sergio Pierattini descrive, con la sapienza di uno psicologo sociale, come la follia del nazismo si impossessi degli uomini. Ci mostra l?operare quotidiano di quel Male assoluto la cui banalità va continuamente rammentata e temuta. Nella Germania hitleriana, la famiglia Henning, modesta, timorata, perbene, è alle prese con la trasformazione abominevole della società che la circonda.
Henning, rodendo dall?interno la coscienza, l?intelligenza e la sensibilità della famiglia, fino a rendere i componenti idioti, al pari di un?intera generazione di loro concittadini, lascia spiare quell?idiozia ?in vitro?, la inscena come in un teatro dell?assurdo che varrebbe la pena di offrire al pubblico attraverso i due registri della tragedia e della farsa in maschera.
GIORNALISTI! Di Francesco Principato
Francesco Principato, già finalista del Premio, e premiato in importanti concorsi nazionali, ama portare in scena il conflitto fra la libertà della coscienza e la necessità del contesto storico. In Giornalisti! il campo di battaglia è la redazione di un quotidiano nazionale, ritratta in due momenti, distanti più di vent?anni l?uno dall?altro: il primo all?epoca del delitto Moro, il secondo alla resa dei conti fra coloro che col terrorismo furono coinvolti per dovere professionale, diritto di cronaca, ambizioni di carriera, cedimenti ideologici.

GEROLAMO SAVONAROLA di Diario Rezza
Dario Rezza lavora alla figura di Gerolamo Savonarola con la precisione dello storico e la passione dell?uomo di fede. E? affascinato dalla sfida, dall?interrogativo che Savonarola pone ai contemporanei della Firenze di allora e, probabilmente, a noi oggi:fino a quale limite il pastore di anime deve spingere la propria intransigenza verso le forme del degrado morale, civile, religioso e politico che avvilisce la società che lo circonda? Savonarola non volle fermarsi, scegliendo la morte sul rogo come testimonianza della propria convinzione e, forse, come prova della irredimibilità della corruzione umana.

50 LIRE di Ferdinando Vaselli

50 Lire è la richiesta d?aumento salariale che gli operai ceramisti di Civita Castellana pretesero inutilmente dal padronato: era il 1954 o giù di lì. Ferdinando Vaselli, attore/autore nato a Civita, ripesca dal mare della memoria collettiva, prima che svanisca come un sogno, la storia vera di uno sciopero a oltranza e di una sconfitta sindacale trasformata in una piccola, vittoriosa, rivoluzione economica e culturale: la nascita della fabbrica senza padrone. Gli operai ceramisti, ridotti male dalla silicosi e peggio dalla fame, dopo un mese e mezzo di sciopero, piuttosto che chinare il capo, decisero di fare una colletta, una sorta di azionariato sociale diffuso fra la popolazione di Civita Castellana. Con 300.000 lire costruirono dal nulla la loro fabbrica e cominciarono a lavorare da uomini liberi. Vaselli, nel solco del ?teatro di narrazione?, rievoca le passioni e le speranze di quel nucleo di operai e di famiglie, i giorni della guerra e della ricostruzione, la miseria e l?amore, l?orgoglio e la sconfitta, il tempo della lotta e quello del ricordo. Una voce sola si moltiplica per cento e canta una piccola epopea di provincia, struggente, tanto più nella sonorità di un dialetto aspro, giullaresco e insieme severo. Come quegli uomini e donne di cui ci narra l?avventura.

In attesa della presentazione e premiazione del vincitore si intrattiene il pubblico con la rappresentazione dell?opera di Francesco Tullio Altan cui è stato assegnato un riconoscimento speciale perché ha saputo raccontare l'epopea antieroica dei lavoratori italiani, attraverso la maschera amara e comica dell'operaio Cipputi: spettacolo che il Teatro dell'Archivolto di Genova ha realizzato sulla traccia delle avventure a fumetti del celebre personaggio e rappresentata in prima romana nel corso della serata.

Desideroso di raccontarvi questo avvenimento mi sono?fermato alla prima stazione?, cioè, presi per buone le affermazione fatte da una persona che credevo amica e come fonte, che lasciava infiltrare dubbi atroci nell?anima, una lettera che la persona la quale credevo amica aveva postato in una mailing-list e attribuita ad uno del comitato promotore del Premio di cui la Signora Laura Andreini Salerno è Presidente. Sono caduto nella trappola come uno nato ieri, perciò in base a quanto letto, perché chi lo raccontava credevo persona di fiducia e amica mi sono scagliato contro il comitato promotore del premio.

Ora sono qui per chiedere pubblicamente scusa a tutto lo staff della organizzazione e principalmente al Presidente del Premio ?Enrico Maria Salerno? per l?irruente intervento cui il 7 novembre ho pubblicato quale supplemento al n° 0718 de ?il baricentro? subito ritirato venerdì scorso 1 dicembre. Anche per questo domando scusa al responsabile che mi ha pubblicato l?articolo, pregandolo di sostituire quello ormai inesistente con questo che vuole significare un atto di scuse pubbliche, perché come afferma Eduardo De Filippo in ?Il sindaco del Rione Sanità? «quando Rafiluccio Santaniello, gli confessa di voler uccidere il padre Arturo, poiché questi lo ha cacciato di casa e costretto alla fame, insieme alla fidanzata Rita incinta di alcuni mesi», il Sindaco del Rione lo convince consigliandogli che non uccidento il padre che lo farà diventare uomo, perché ?uomo è colui che riconosce i propri torti ed ha il coraggio di chiedere scusa?. Io mi sento uomo perciò ho il coraggio di ?Chiedere scusa?. Ho sbagliato. In altri tempi, quando ero autonomo, avrei scavato la verità di persona senza fidarmi nemmeno di mia madre, come mai mi sono fidato di chi amico non è?

Ho sbagliato, ho torto, domando scusa pubblicamente pregandovi di non dimentica-re mai ?i vecchi adagio?: fidarsi è bene? con quel che segue.

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settimanale di scienze umane anno V n° 0723
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FATTI

11 dicembre 1999: dopo quasi vent?anni di lavori, la Cappella Sistina è stata completamente restaurata. Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato che questo luogo e le sue eccezionali opere d?arte continuano a comunicare vibrazioni del mistero, toccando ciò che c?è di universale nell?uomo.

12 dicembre 2001: il costruttore siciliano Antonino Ligresti, ex presidente dell'ospedale Galeazzi, è stato prosciolto da ogni responsabilità per il rogo della camera iperbarica dell'istituto. L'incendio, in cui morirono tragicamente undici persone, avvenne nel 1997; il tribunale ha invece stabilito la responsabilità degli altri tre imputati.

13 dicembre 1999:il Presidente del Consiglio, Massimo D'Alema, ha annunciato che dopo l'approvazione della Finanziaria intende avviare un immediato e radicale chiarimento politico, dimettendosi.

14 dicembre 2001: i due ragazzi di Novi Ligure, entrambi minorenni, sono stati condannati rispettivamente a sedici e quattordici anni di reclusione per l'omicidio della madre e del fratellino di lei, massacrati a coltellate.

15 dicembre 2003: il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi non firma la legge sull'assetto del sistema radiotelevisivo rinviandola alle Camere. La bocciatura è da attribuire al mancato rispetto della sentenza del 2002 della Corte Costituzionale. Il 23 dicembre il consiglio dei ministri approva il discusso decreto legge che consente a Retequattro di continuare a trasmettere in chiaro sino ad aprile 2004.

16 dicembre 2004: il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi non firma il testo e rinvia alle Camere la riforma dell'ordinamento giudiziario. La legge, varata in via definitiva dalla Camera il primo dicembre, fissa criteri per la separazione delle funzioni tra PM e magistratura giudicante, istituisce concorsi ed esami interni alla professione per fare carriera e potenzia il ruolo del procuratore della Repubblica.

17 dicembre 1997: a Tortona (Alessandria), il giudice Massimo Gullino rinvia a giudizio sette degli indagati per il lancio di pietre dal cavalcavia della Cavallosa, che uccise Maria Letizia Berdini. Saranno processati per l?ipotesi di reato di omicidio volontario in concorso tra loro e con persone rimaste ignote Paolo Bertocco, Loredana Vezzaro e i fratelli Sandro, Paolo, Gabriele e Franco Furlan. Prosciolti invece Francesco Lauria, Giovanni Mastarone e Claudio Montagner, quest?ultimo deceduto pochi giorni prima in un incidente stradale poco distante dal cavalcavia.

IL VECCHIETTO DOVE LO METTO? HA CANTATO MODUGNO

L?IGNOMIA DELLA FINANZIARIA

Scusate se ritorno sul tema della finanziaria, ma questa volta è la parte più vergognosa del ?papiro? del governo Prodi, mi spiego:

?I vecchi, canta Antonio Iaccarino, in una raccolta di poesie del 1985, masticano sughero nell?ora dell?attesa?.

E sono loro, i vecchi, che silenziosamente stanno seduti fuori una delle tante porte delle tantissime ASL. masticando il tempo che diventa eterno, in silenzio. Non protestano mai, perché quello è il momento di non sentirsi soli, di fare il bilancio della loro e dell?altrui salute, magari anche facendo la conta a chi di loro se ne andrà per primo e pensando (qui ritorna alla memoria Iaccarino e la sua raccolta di poesie ?Sulla soglia del giorno?) che in quel momento stanno spiando la vita sulla soglia del giorno e riannodano a fatica la trama del gioco.

Ora mi domando, e la testa sembra l?Etna in eruzione: come faranno a continuare a contare i giorni e a vivere sereni il resto che gli rimane da vivere se ?l?ignominia della finanziaria? ha tolto loro questa speranza?

Prima un poco per non sentirsi soli, e forse per accertarsi di non morire per strada e fare la fine di quel mendicante trovato accanto ad una cabina telefonica, morto già da oltre dieci giorni, prendevano il tram o l?autobus, il più delle volte a piedi, e si recavano al Pronto Soccorso per sentirsi rassicurati e ritrovare ancora per qualche tempo la serenità perduta per la paura che quel dolorino alla spalla sinistra o l?addormentarsi momentaneo del braccio destro gli avevano messo addosso una preoccupazione inenarrabile. E non avendo modo di parlarne con nessuno della famiglia perché i figli presi dai loro problemi e dalla loro famiglia in crescita dimenticano il vecchio genitore/ce, ed anche il telefono, forse pensando che uno dei genitori per rispondere al telefono, perché la telefonata dei figli, per loro, è ossigeno, possa cadere non telefonano ed eccoli in una villa affollata di bambini,fino a quando il sole tramonta.

Durante la notte sono costretti, per un piccolo dolore insorto improvvisamente, a correre al Pronto Soccorso per sentirsi rassicurati.

Dopo, invece, di sentirsi sollevati cominciano i dolori veri perché debbono pagare 25,00 Euro. Allora che si fa? Il vecchietto li paga una volta digiunando per una settimana, ma se ricapita? Morirà perché la pensione non gli permetterà più di rassicurarsi di stare ancora bene e quel dolorino che avvertiva era solo nel suo pensiero. Questa, amici miei, è la parte più disonorevole della Finanziaria di questo governo: cancellare anche l?ultima illusione.

LA POESIA DELLA SETTIMANA

LA SPINA NEL FIANCO
di Renato Milleri (REMIL)

(l?intima compenetrazione del linguaggio è l?interpretare)

Remil chiamava i suoi versi ?Prosa poetica? non si sa perché dava questa definizione alla sua Arte, che, per me, è un incontro (essendo anche un fotografo considerevole) tra le due forme in cui l?arte parla in nome della scienza e, il Nostro mette, l'artista della parola (LUI) di fronte alle esigenze dell'interpretare. Si scompone neanche perché non intende rivaleggiare per l'eleganza della fotografia e dello stile poetico con gli altri che distribuisce nell'arte della parola.

Vorrei soltanto attraverso le sue poesie valermi della mia capacità di interpretare, raccontare questa Arte, che consiste nel mostrare al pensiero ciò che è. Far capire ciò che è significa scorgere con la riflessione quel che tutti possiamo intendere.

II problema sarà spiegare cosa è il poetare e che cosa l?interpretare, che entrambi si fondono nell'elemento del linguaggio. La differenza fra il poetare e l?interpretare è stata espressa nel modo più efficace da Paul Valéry, il quale afferma che: ?la parola del discorso quotidiano, e così pure quella del discorso scientifico e filosofico, indica qualcosa scomparendo come alcunché di transitorio dietro a ciò che mostra. La parola poetica, invece, giunge ad evidenziarsi essa stessa, restando per così dire in primo piano. L'una è come la moneta spicciola, che circola qui e là in cambio di qualcos'altro: l'altra, la parola poetica, è come l'oro autentico?.

Gadamer (L?Attualità del bello) afferma: ?La riflessione deve muovere dalla consapevolezza che, nonostante l'evidenza di questa constatazione, esiste tuttavia una serie di passaggi che vengono ad interporsi tra la parola poetica e creatrice e la semplice parola significante. Proprio il nostro secolo è divenuto particolarmente familiare con l'intima compenetrazione di questi due modi del parlare?.

Gadamer parte dagli estremi: Da una parte sta la poesia lirica (a cui senza dubbio avrà pensato anche Paul Valéry), dall?altra il linguaggio poetico, che nella nostra epoca è un fenomeno sorprendente perché ?la parola della scienza si insinua come elemento scientifico nella poesia?.

Asserisce Gadamer (op. cit.) Parlando del linguaggio narratico del romanzo: ?la riflessione, la parola che riflette sulle cose e sugli eventi, ha da sempre diritto di cittadinanza, e non solo come discorso pronunciato dai personaggi, ma come intervento del narratore stesso, chiunque egli sia?.

Se la parola, quel linguaggio musicale perché poetico, si riflette sull?operato di Remil, sarà possibile comprendere da cosa questo dipende.

L'arte necessariamente richiede l?interpretazione poiché è caratterizzata da un?ambiguità inesauribile e niente potrà tradurla in conoscenza concettuale. Questo vale soprattutto per l'opera poetica, pur lasciando aperta la discussione di come si presenti all?interno della discussione stessa, di come si presenti la tensione tra immagine e concetto nel rapporto particolare tra poetare ed interpretare.

La parola attraverso cui egli si esprime, e secondo cui egli crea, non si lascia mai svincolare del tutto dal suo significato. Questo non vuol dire che l'opera d'arte linguistica si riduca al semplice intendere, piuttosto ci accorgiamo che implica ogni volta la propria identità tra significato ed essere, così ?come il sacramento è insieme essere e significato?.

Come si nota ogni discorso significante rinvia le parole a non essere complesse di suoni, ma gesti significativi che vanno al di là dei cenni verso altro e da sé. La forma sonora della poesia acquisisce i suoi contorni soltanto quando se ne sia compreso il significato, per averlo dolorosamente acquisito con tutta la tensione che caratterizza un grande compito, perché la poesia, sempre, è vincolata alla sua lingua e che la sua traduzione rappresenta un?impossibilità insieme formidabile e penosa. Nella lirica che qui presento l'unità di suono e significato che si verifica in ogni parola, trova nel discorso poetico la sua più autentica attuazione.

LA SPINA NEL FIANCO
di Renato Milleri (REMIL)

Mi son punto

prendendo una rosa.

Gocce di sangue

coprivano tasti

d'una vecchia Olivetti

dal cuore spento

non più palpitante

per nulla e nessuno.

Fogli di carta,

hamburgers.

La perfezione della bellezza

nel mio long playing

di sinfonie.

Un lampo di Mozart e un sorriso di Rossini.

Un palpito di Verdi e un impeto di Wagner.

Così

fuso in un mondo morente

ho preso la spina dal dito

e l'ho infilata nel mio fianco

per essere come te

per un solo instante

bella e perfetta rosa

che lungo il tuo stelo

fai conoscere il prezzo

della bellezza
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EDIZIONE STRAORDINARIA




settimanale di scienze umane anno V supplemento al n° 0724
dell?Associazione Internazionale Artisti «Poesia della Vita» non profit
presidente Reno Bromuro
Chiedi il Bando del concorso della terza edizione
«Una Poesia d'amore - Arden Borghi Santucci» - scade il 31 dicembre p.v.
a renobromuro@alice.it
due poeti a confronto

anni di vento ed equilibrismi



Non è la prima volta che mi occupo di questi due grandi Poeti del nostro tempo e mi sembrava di aver detto tutto di loro fino a quando non sono arrivati sulla scrivania due libri che profumano di Poesia, le cui liriche offuscano la luminosità natalizia. Perciò per parlare di queste perle coltivate con naturalezza sia dal padre, Enrico, sia dal figlio, Marco e, per essere compreso devo necessariamente far risalire il concetto alla teoria della dizione poetica di Wordsworth il quale, nella famosa prefazione a Lyrical Ballacls, osserva ?che non vi è una fondamentale differenza tra il linguaggio poetico e quello della prosa?. Non come afferma Montale, però: ?Che la prosa è il grande semenzaio d'ogni trovata poetica?, eppure fece di tutto per mettere in pratica questo concetto, in tutta la sua poesia e, ?in modo particolare nella poesia da Satura in poi, ha avuto, come modello la poesia e la poetica anglosassoni?.

Questa Poesia che ognuno di voi vorrei mettesse sotto l?albero di Natale per donarla alle persone care è un incontro poetico che va oltre il prosastico della poesia di Guido Gozzano, il primo Poeta italiano, «che abbia dato scintille facendo cozzare l'aulico col prosaico». Se quello di Gozzano, secondo Montale «è un verso parnassiano, e tutti i poeti parnassiani (non vedo eccezioni) sono soprattutto dei prosatori in verso», questo, naturalmente, non è certo il caso della poesia di Enrico e Marco Besso della quale si può dire tutto il possibile sulla loro cantica meno che essa esaudisca il pensiero di Montale.

La poesia dei Besso padre e figlio è la fertile unione tra pensiero e poesia; un'unione che è alla base di ciò che si potrebbe definire lirica filosofica, «dove poesia diventa mezzo di pensiero e lo stesso linguaggio poetico diventa disciplina di pensiero».

Ecco, il legame tra la poesia di Enrico e la poesia del figlio Marco un canto a voce spiegata della poetica moderna. In essa troviamo la stessa unità di pensiero poetico, sebbene su un registro diverso e in forma più complessa in quella di Marco, perché va oltre il neorealismo pavesiano, mentre in Besso padre fusione tra pensiero e poesia diventa più compatta, giovandosi del legame poetico della dizione; un legame arricchito da satira e ironia, di sarcasmo e ?humour? nonché della forma epigrammatica.

Già dalla lontana ?Ciber sex? la presenza del pensiero critico, analitico e, a volte, filosofico di Enrico si faceva sentire attraverso le immagini tipiche, con la loro folgorante immediatezza morale e descrittiva che è alla base della «corrosione critica dell'esistenza».

Afferma Pound, che l?immagine poetica è ciò «che presenta un complesso intellettuale e emotivo in un istante di tempo ... È la presentazione istantanea di un tale complesso che da il senso di improvvisa liberazione; quel senso di liberazione dai limiti di tempo e di spazio, quel senso di improvvisa crescita, che proviamo in presenza delle maggiori opere d'arte».

Il tema dominante intorno al quale gravita la carica immagistica di Marco Besso è il concetto del tempo che grava sul pensiero di un domani incerto, sebbene sia un concetto poetico, che costituisce una delle basi del lirismo contemporaneo. Ma Marco va oltre il crudo realismo del nostro tempo e della sue ansie, perché il tema trattato è la storia e le parole esplorano il paradosso intellettuale, l'ironia morale e l'antitesi verbale e concettuale, ottenendo dei risultati dove la grazia lirica è abilmente nascosta sotto la sottigliezza analitica del pensiero critico ? poetico.

Il modo in cui Marco Besso tratta temi realistici con crudezza verbale è dovuta, però, all?ispirazione in termini di intelligenza, che non è la stessa cosa del pensiero o della riflessione e che è inerente alla percezione che Pound chiama «il dettaglio luminoso». Non c?è evasione nella poetica di Marco, bensì principio d'intelligenza che vuol dire insieme controllo ed equilibrio, come nella poetica di Enrico c?è maturità e distacco ironico dalle cose che egli mantiene verso la sua materia, in modo che la stessa maestria tecnico-stilistica diventi sinonimo di sincerità.

«Natale s'invermiglia in luminarie intermittenti

e il Cristo nasce in via Condotti,

nelle vetrine a firma Valentino

- fieno Dolce e Gabbana e mangiatoia Versace -».

In una recensione di qualche tempo fa alla lirica di Marco ?Napoli? faccio un confronto tra il neorealismo pavesiano e quello della lirica dello stesso e osservo: «chissà se Marco si renda conto delle affinità, che tornano a suo onore, in una lirica alla quale, sradicata com'è, occorre formidabile concretezza di visione e di linguaggio». E nella presentazione del mondo poetico di Enrico per il concorso ?Il Poeta Top? creato da Renato Volti metto in risalto la formidabile concretezza di visione e di linguaggio, sottolineando il fattore cruciale che Enrico Besso, col proprio acume critico-creativo, identifica la poesia che egli ha realizzato nella propria poesia.

Gli basta un brivido d'amore, per sottomettere al suo volere l?argomento reale da trasfigurare in arte sublime. I particolari sono «dettagli luminosi» che, contribuisco-no all'aspetto lirico del suo canto, fanno parte di un comune patrimonio per tutta la poesia moderna, compresa quella dei poeti editi dagli editori di fama mondiale e allo stesso tempo mette in evidenza «il suo modo poetico di fare poesia che scaturisce dall?osservazione del reale nella propria poesia».

«È possibile che la posterità scelga di lui le poesie più conformi alle esigenze del genere lirico più puro, infischiandosi delle esigenze integraliste dei nostri contem-poranei» il cui commento indirettamente getterà luce sulle intenzioni poetiche di Enrico Besso, sul suo concetto del genere lirico e sulla differenza che egli percepisce tra la propria poesia, un genere contemplativo che tende a un limite di purezza, e le «esigenze integraliste dei nostri contemporanei».

Marco, invece, sente fortemente la consapevolezza della presenza reale della vita e che se vuole presentare al lettore la lirica pura, in cui il realismo concreto è trasfigurato in Arte Maggiore agisce su due fronti. Sente la consapevolezza della propria posizione di poeta italiano ed europeo; allo stesso tempo la sua Poesia incide,in modo positivo,sulla nuova fase dello sviluppo della nuova lirica neorealista.

«Il mio delirio fa capriole nel fumo
di questo mondo che vibra sotto i piedi,
di questa elettricità morente
che ancora mi sfibra.
L'infinità del tempo mi logora.
Odio l'anima che s'affaccia nell'occhio,
odio l'eternità della pena,
odio la leggerezza della notte
e tutto il peso del mio corpo».

Parlando della convinzione che la poesia si nutre di poesia e che ogni poeta deve scoprire la propria tradizione e, inventarla, Marco osserva che, un poeta italiano ha alle spalle una tradizione e può continuarla anche quando sembra rinnegarla; una tradizione che, i poeti di altre terre non potranno mai avere.

La lirica di Marco Besso è una poesia tutta fondata sull?intelligenza, «quando essa scopra e sveli l'emozione di una bellezza intellettuale e sappia ordinarsi in forme oggettivamente perfette. Ma una simile poesia ha bisogno di raccoglimento e di sintesi; in essa debbono confluire immagini e sentimenti che attesero a lungo prima di nascere. Il gioco, se non sia il gioco sublime di un Bach, sembra escluso da questo dominio».

Qui è la differenza tra Enrico Besso, mai uguale a se stesso se non nello stile, e il sempre nuovo Marco Besso una differenza che riguarda i gradi di assimilazione di immagini e di sentimenti, non il fondamentale carattere della poetica: una poetica determinata dal diritto del puro lirismo. Una conseguenza indiretta di questo contatto è la presenza di echi e di fatti vissuti in prima persona, echi e fatti consci, che, oltre ad arricchire il tessuto linguistico, trasformandolo in qualcosa che allarga la sfera culturale della Poesia di Marco Besso, mettono in evidenza quella capacità di assimilare e di integrare contesti e riferimenti diversi, pur mantenendo intatta la propria individualità, che è segno di un genio autentico, di una rara intelligenza e di un carattere sicuro di sé.

In parole povere, nell'immenso e soffocante contesto della convivenza sociale, quella è la libertà dell'uomo che oggi sembra essere soffocata da ?slogans? pubblicitari e spot ingannatori. Tuttavia egli crede con fede sentita, come afferma Giuseppe Selvaggi che «la libertà è in noi e non ve n?è un?altra ed è la libertà di pensiero, libertà di vagare con la fantasia».

È certo che anche suo padre Enrico vive della sua libertà, ma di una libertà di portata e di diverso aspetto, una libertà cantata con ironia, come se avesse dinanzi agli occhi l?antico motto napoletano: «Pulcinella ridendo ridendo dice la verità»; convinto che se all?uomo gli dici le cose con ironia queste vanno più a fondo di una freccia scagliata da Cupido. Perciò si sente in diritto di prendere una decisione individuale riguardante la propria persona, senza essere determinata da alcun movente assoluto. Quindi si tratta anche di un potere, che implica la necessità di scelte fra agire e non agire, scelte che sono comunque decisive per il proprio e l?altrui destino.

A questo punto la professionalità poetica riacquista la certezza di poter confermare il proprio convincimento e la propria condotta.

Enrico Besso «Anni di vento» - Edizioni Poetilandia ? Catanzaro 2006

Marco Besso «Equilibrismi» - Edizione Poetilandia ? Catanzaro 2006



Reno Bromuro
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PREMIO POESIA D?AMORE 2006
ARDEN BORGHI SANTUCCI
terza edizione

CON PREGHIERA DI DIVULGAZIONE
Con l'intento di:

a) - invitare i giovani a non disperdere il patrimonio linguistico della propria terra;

b) - stimolare un senso autonomo di critica nei riguardi dei fatti e delle espressioni culturali;

c) - incoraggiare l'estrinsecazione di nuove forze valide in tutti i campi della cultura;

d) - aprire una polemica nei confronti dei fatti e delle espressioni culturali distorte ed alterate da opportunismo e costrizioni culturali;

e) - trovare e valorizzare, nel giusto merito, poeti per valorizzarli nel giusto merito

L?A.I.A. «POESIA DELLA VITA»
Bandisce la terza edizione
del

Premio «una poesia d?amore»

dedicato

a
arden borghi santucci

prorogato per esigenze indipendenti

dalla propria volontà al 31 dicembre 2006



La partecipazione è aperta a tutti purché le opere (anche quelle scritte in qualsiasi dialetto, siano accompagnate dalla versione in italiano) di poesia, di qualsiasi corrente esse siano (massimo 5), con allegata la «Delibera che autorizzi la pubblicazione in un?antologia, delle poesie più meritevoli, scelte dai lettori, senza nulla pretendere», perché vorremmo che il concorso rimanga almeno sulla carta e nei nostri cuore come ricordo di questo Poeta donna, nata a Carpi (Modena) il 1 agosto 1923 e morta prematuramente.

La gara si svolge in quattro fasi: selezione, quarti di finale, semifinale e finale.

SELEZIONE
Partecipano tutte le poesie pervenute, a renobromuro@aliceposta.it entro il 31 dicembre 2006; una Giuria Tecnica sceglierà 50 liriche che saranno inviate via e-mail a tutti i concorrenti, i quali sono pregati di votare, nella stessa giornata, una sola poesia tra le quelle ricevute e voterà per una sola poesia, ma non la propria, pena l?esclusione dal concorso.

QUARTI DI FINALE

Vi partecipano le 30 poesie più votate che, a loro volta, saranno ripubblicate 5 al giorno per sei giorni, e gli iscritti pregati a ridare il loro suffragio.

SEMIFINALE

Vi partecipano di diritto le 15 poesie più votate e ri-pubblicate 5 al giorno, i lettori sono pregati di votare ancora una volta e per una sola poesia.

FINALE

Vi partecipano le 10 liriche più votate, i lettori sono pregati di assegnare il loro suffragio alla poesia che più piace e la più votata vincerà la Terza Edizione del «Premio ?poesia d?amore 2007? dedicato ad Arden Borghi Santucci».

Se nel caso un autore entrerà in finale ai primi posti con tutte le poesie, sarà considerata vincitrice solo la più votata, e il secondo e terzo premio sarà appoggio delle poesie che la seguono in graduatoria. La premiazione avverrà sabato 10 febbraio 2007 in un teatro di Roma.

PREMI

1° TARGA PERSONALIZZATA (con inciso il verso più bello della lirica, oltre al nome)

2° TARGHETTA PERSONALIZZATA

3° TARGA RICORDO PERSONALIZZATA

Purtroppo per le spese che l?Associazione affronterà è richiesta una tassa di 10 euro da versare sul c/c/p. n° 17274028 intestato a «ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE ARTISTI POESIA DELLA VITA ? via Castel di Ieri, 21/R ? 00155 Roma».

Ricevuta del versamento sul C.C.P. , delibera, un breve curriculum (max 10 righe), e gli indirizzi postale ed elettronico con il numero di telefono e telefonino dovranno essere inviati all?indirizzo sopra citato in neretto.

MODELLO DELIBERA

Io sottoscritto/a autorizzo l?A.I.A. ?Poesia della Vita? ad utilizzare i miei lavori come meglio crede per la loro valorizzazione e autorizzo la pubblicazione in una eventuale antologia, senza nulla pretendere, e di usare i miei dati in base alle leggi vigenti.

Per chi volesse diventare socio dell?A.I.A. ?Poesia della Vita? la quota sociale è di ? 7,5 mensili, se versate in unica soluzione di ? 90,00. A richiesta sarà inviato via e-mail lo statuto e il curriculum dell?Associazione, che volendo si può trovare anche a questo indirizzo: http://www.poesiavita.com/home/chi_siamo.htm#ifatti#

In attesa di leggere i vostri lavori, la cui giuria e giudici siete voi lettori-concorrenti, coadiuvati da una giuria tecnica composta da Critici riconosciuti tali, il cui giudizio è insindacabile.

Vi abbraccio con tutto l?amore cui sono capace, Augurando un Sereno Natale e un 2007 fantastico come il vostro cuore desidera, Reno Bromuro
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la scadenza è stata prorogata al 31 dicembre 2006
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un libro sotto l?albero

luce luminosa

che apre alla speranza

di Reno Bromuro



Per naturale diffidenza quando mi perviene un libro dalla veste tipografica elegante, rimango un po? scettico, perché ho paura che ciò che c?è dentro non risponda alla bellezza esterna. Sarà che sono nato con i BUR e sono andato avanti con loro. Libri dalla veste tipografica elegante non li ho potuti mai comprare: non avrei saputo come fare. Già i BUR mi costavano una settimana a piedi dalla Pignasecca (abitavo in Via Pasquale Scura), al Vomero, immaginate le edizioni eleganti!

Ho aperto la busta e una cartolina è scivolata a terra; nel riprenderla un verso scritto in giallo mi ha forato il cuore:

?Dint??o silenzio ca se fa poesia ?e stelle saie che so??

Parole ?e Ddio??

Ecco il motivo per cui ora vi parlo di un bel libro di poesie in lingua napoletana e italiano, scritto a quattro mani separate, diviso in due parti distinte e non solo per obbedire alla mia coscienza. Il contenuto non ha niente da chiedere o da invidiare a qualcuno: ricco di poesie e di foto che rappresentano personaggi autorevoli sia napoletani che non. Ci sono personaggi conosciuti nella mia giovinezza come Alfonso Farina, Roberto Murolo, Aurelio Fierro e nella maturità, Santino Spartà e altri monsignori e vescovi.

Inutile che sottolinei che sto parlando della veste tipografica, senza toccare ancora l?argomento poesia.

Libri come questo di Tina Piccolo e Roberto Di Roberto ?Luce ?e speranza? non è un fatto che si è ripetuto o si ripete continuamente lungo tutto il corso della storia letteraria.

Nell?aver pubblicato un libro promiscuo, due persone che si sono diviso sia il costo della pubblicazione sia delle pagine non si nota né fa nascere alcun contrasto.

Invece sono molto appariscenti nelle liriche, gli stati d?animo, che hanno creato il sodalizio e con lui il piacere della scrittura, senza abbandonarsi pienamente né all'una né all'altro, ma salta agli occhi con assoluta evidenza quando si osservano le posizioni estreme, specialmente là dove le medesime cause sempre operanti hanno avuto la possibilità di produrre integralmente il loro effetto.

La tristezza, qualche cosa di aspro e di amaro, oppure una certa stanchezza, una sorta di irrimediabile, irriflessiva disillusione, ma sempre una tristezza di fondo che nasce alla sorgente stessa della vita, poiché la impregna tutta, lasciando la sua impronta: è questo il segno infallibile, e quasi lo stigma del grido lacerante delle loro anime.

Apriamo la pagina delle poesie di Tina Piccolo c?intenerisce il primo canto aperto a caso a pagina 30:
SCRIVO
«Scrivo
quando la sera
ha un fremito di stella
e il vento culla
il respiro della luna;
quando gli amanti
svelano i segreti
dei gesti più belli
dell'amore,
ma il mio letto
è un nido solitario
in cui si adagia

stancamente un sogno?»
I versi «ma il mio letto/è un nido solitario/in cui si adagia/ stancamente un sogno?» grondano tristezza, ed è come fare i conti con la propria esistenza, è come costatare che con tutte le attività che svolge con tutti i premi vinti, è sola, terribilmente sola alla ricerca di quello «splendido mistero/anina di un silenzio che si fa poesia». E sappiamo che il Magnificat è stato intonato per la prima volta dall'unica donna che avrebbe il diritto di dire, come Cristo di cui fu madre:
«Ti cullerei coi gesti

che sanno di preghiera
per il Natale che

hai donato al mondo...

Come potrà l'uomo

cingerti la fronte

col diadema di spine,

giocare a dadi

le vesti del perdono,

trafiggere coi chiodi

l'INNOCENZA?
Come potrà issarti

la croce del dolore

sul Golgota stupito?»

Tina Piccolo, è nata a Pomigliano d'Arco (Na), dove risiede. Ha pubblicato i volumi di liriche "Trasparenza", "Dio creò e nacque" e "Al di là del 2000".

Ha fondato il «Premio Internazionale "Città di Pomigliano d'Arco" per la poesia, la narrativa, la grafica e la foto d'arte». È responsabile del settore culturale della rivista a diffusione nazionale "Cronache Italiane" di Salerno.

Il suo precipuo scopo è di fare affermare la ?poesia come canto dell'anima?.

Roberto Di Roberto è nato a Napoli l?11 febbraio 1946. Figlio d?arte, suo padre Gennaro, che ho avuto l?onore di incontrare per anni, l?ultima domenica di ogni mese al ?Cenacolo Spadaro? dove orbitava il fior fiore della cultura napoletana e non solo quella letteraria. Roberto dalla nascita non ha fatto che respirare aria di poesia, attorniato dai poeti partenopei più famosi. Ha pubblicato varie raccolte e collabora attivamente a diverse riviste, fra tutte ?Ribalta? di Giuseppe Carullo. Ha partecipato a varie trasmissione televisive dove ha letto le sue poesie, tratte dalle raccolte «'E vvoce d' 'o core», prefazione di Giuseppe Porcaro. Edizione Delfino, Napoli 1982. - «Aria 'e primavera», prefazione di Alda Sibilio Murolo. Edizione Velardi, Napoli 1985. - «Vase e carocchie», ecc? ecc?

Sembra un?anima che si confonda con il Creato per rinascere ogni giorno a nuova vita. Questo concetto è palpitante sia in lingua napoletana che in italiano:

«Mo ce vai sola, cu na sciarpa nera,

pe segno 'e lutto 'e chi tenive caro,

e vai distratta, fissa cu 'o pensiero

che vola assai luntano»

E? l?anima di Roberto che si veste di nero perché l?atmosfera e il vivere caotico del nostro tempo non gli permette più di vedere le strade del Vomero affollate di giovani che:

«P' 'e strate sulitarie
d' 'o Vommero ncantato,
ievemo cammenanno
pe ddo' nemmanco n'anema passava».

?

« E chello me faceva compagnia

strata facenno, mentre riturnavo,

cuntento e malinconico,

á casa addò nun ce truvavo a te».

Ma non vi contrasto con le vicissitudini contemporanee, neanche con coloro che vivono esclusivamente per il piacere, perché lui è uno che segue la sua coscienza.

La coscienza, innegabilmente, non è l'unico elemento della felicità, anche se i fatti provano che è l?elemento principale, senza il quale gli altri, tutti gli altri, non possono essere sufficienti.

Per Di Roberto invano il mondo ha progredito, invano la scienza ha fatto meraviglie per rendere confortevole al massimo il pianeta. C'è stato un momento in cui si è creduto che la scienza potesse recare anche la felicità. Sì, è vero, essa ha portato, persino nella soffitta del povero, un benessere sconosciuto fino ad oggi, ma non si può dire che abbia dato al mondo un maggior rispetto per la coscienza, una più viva moralità.

Ecco dunque che la poesia di Roberto Di Roberto vivendo la contemporaneità sotto il suo duplice aspetto è sempre alla ricerca affannosa che deve condurre al vivere comune come figli dello stesso padre.

Solo la realizzazione di questa idea che lo sorregge e lo aiuta a superare le vicissitudini del tempo, potrebbe far sì che la chiesetta come la sua casa ritrovino il calore della gioia; perché egli sa che la gioia, affermava Aristotele, «accompagna l'attività perfetta».

Per provare la gioia del dono di sé, la gioia di amare, la gioia di servire il prossimo suo, così come per provare la gioia di correre o di cantare o di lavorare o di riposarsi o di andare in aereo e così via, bisogna, cominciare col fare questi atti, e farli bene; la gioia viene dopo, quale fenomeno, come l?ombra segue il corpo.

Vi ho parlato di un libro che mi ha fatto ricredere sull?eleganza tipografica, perché se l?occhio vuole la sua parte lo spirito trova un arrotolarsi di sentimenti che tengono desta l?anima al richiamo della realtà contemporanea.

«Tina Piccolo ? Roberto Di Roberto ?Luce ?e speranza?» (Luce di speranza) Edizione in Proprio Napoli 2004.

Bibliografia
Vicomte d'Avenel, Les Franyais de mon temps, ed. Nelson, Paris, p. 348.

Hubert Lagardelle, Le socialismo ouvrier, Giard et Brière, Paris, 1911

Fierens Gevaert, La tristesse contemporaine, Alcan, Paris, 3 ed., 1900, p. 21.
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L?A.I.A. ?Poesia della Vita?

augura a tutti

Sereno Natale e Fantastico Anno Nuovo

con tutto l?amore di cui siamo capaci

FATTI
25 dicembre 1997: l?improvvisa morte del regista Giorgio Strehler, avvenuta all?alba nella sua casa di Lugano per un attacco cardiaco, suscita unanime cordoglio negli ambienti del teatro e della cultura italiana e mondiale. La sua compagnia intende mantenere in cartellone la rappresentazione di Così fan tutte di Mozart nella nuova sede del Piccolo Teatro di Milano. Il presidente del consiglio, nel suo messaggio, ricorda Strehler come uno dei principali maestri del teatro italiano, creatore di geniali e nuove esperienze artistiche.

26 dicembre 2004: un terremoto di fortissima intensità (grado 9 della scala Richter) con epicentro al largo dell'isola di Sumatra ha causato un maremoto che ha investito il Sudest asiatico; l'intensità del fenomeno ha fatto spostare l'asse terrestre da est verso ovest di circa sei centimetri. Fra i paesi più colpiti, Indonesia,India,Thailandia,Myanmar, Maldive, Malaysia: oltre centocinquanta mila le vittime del maremoto. Coinvolti numerosi turisti occidentali, tra i quali anche alcune centinaia di italiani.

27 dicembre 1997: la nave turca Ararat si arena a poche centinaia di metri dalla costa calabrese,presso Crotone:l?equipaggio fugge,mentre gli ottocentoventicinque profughi stipati a bordo, in prevalenza curdi, sono tratti in salvo e condotti in tre centri di accoglienza. Viene accertato che ciascuno di loro ha pagato tremila dollari, per un totale di cinque miliardi di lire incassati dagli organizzatori.

28 dicembre 2003: un libro-bomba indirizzato alla moglie del presidente della Commissione UE Romano Prodi esplode senza provocare feriti e danni. La residenza bolognese di Romano Prodi nei giorni precedenti era stata l?obiettivo di un altro atto dimostrativo: due piccoli ordigni erano, infatti, stati rinvenuti nei cassonetti della spazzatura nei pressi della sua abitazione.

29 dicembre 2004: scompare Firenze all'età di 95 anni il grande umanista del Novecento Eugenio Garin uno degli intellettuali italiani più noti in Europa; studioso di fama internazionale, si era dedicato fino all'ultimo ai suoi studi sull'Umanesimo, per i quali aveva raggiunto fama internazionale.

30 dicembre 1997: dopo una riunione dei capigruppo della maggioranza, il ministro dell?interno Giorgio Napolitano dichiara che l?Italia considera i curdi rifugiati politici e s?impegna a sollevare la questione del Kurdistan alle Nazioni Unite e in altre sedi internazionali. L?Austria reagisce ripristinando i controlli alle frontiere.
31 dicembre 1999: Millennium Bug: milioni di persone sono mobilitate in tutto il mondo per evitare il temuto blocco dei computer. Come precauzione sono state annunciate riduzioni di voli aerei e di collegamenti ferroviari. Si temono interruzioni dell'energia elettrica, blocco nell'erogazione d'acqua o disfunzioni nei gasdotti petroliferi. Ma forti timori vivono pure gli ospedali per eventuali blocchi delle apparecchiature elettromedicali. Gli esperti, in ogni caso, rassicurano. Ed intanto, stanotte, mentre milioni di persone si riverseranno nelle piazze di tutto il mondo per festeggiare l'anno 2000, migliaia d?agenti e di squadre speciali, in particolare negli Usa, metteranno in atto quello che è stato definito "il più grande piano antiterrorismo di sempre". New York si annuncia come una città in stato d'assedio.
PARLIAMONE
In questi anni in cui siamo stati insieme, non ho mai saputo quanti (visto che ho inviato cinquecento copie ogni settimana ricevendo massimo un solo riscontro), mi abbiano letto veramente. Ma non voglio soffermarmi su questo bensì, sulle varie ipotesi di plagio cui sarebbero incorsi i tantissimi (poeti?) che popolano il mondo meraviglioso e immenso di Internet. Essi si possono dividere in varie categorie.
C?è chi si lamenta in continuazione che plagiano o rubano le sue poesie e per difendersi, prima di postarla la invia ad un notaio e appone in calce il copyright seguito dal none; altri dicono che, per sicurezza, postano solo poesie edite; altri ancora e ancora? ci fosse uno che non abbia lamentato di essere stato plagiato.
Non ho dato mai peso eccessivo a queste ?dicerie? perché sorretto da due grandi Poeti più moderni di noi contemporanei: Li Po, poeta cinese del Sesto secolo a. C. e Giovanni Berchet che afferma: «la Poesia in senso astratto e sostanziale è la capacità di esprimere un contenuto di idee e sentimenti in modo atto a commuovere, a suscitare emozioni, a eccitare la fantasia: ?Tutti gli uomini... hanno nel fondo dell'anima una tendenza alla poesia? In senso pratico e materiale, il suo significato sta nell?arte e nella tecnica di esprimersi in versi, cioè in parole disposte secondo un ritmo ottenuto seguendo determinate regole metriche: le forme tradizionali, il linguaggio della poesia; poesia dialettale; poesia visiva».

Ecco perché accade, a volte che una persona che ha sentito fortemente un sentimento che ha sconvolto l?anima può leggere in qualcun altro lo stesso argomento e, a questo punto, grida allo scandalo: ?mi hanno plagiato!?.

Per non avere di queste visioni che fanno star male, continuo ad insistere che bisogna leggere, leggere tutto di tutti per sapere sempre di più, anche se non si potrà mai sapere tutto.

Una dimostrazione di quanto sia vero ciò che afferma Berchet e quanto sia attualissimo il pensiero di Carducci: ?Tutto è stato scritto, ciò che differenzia uno dall?altro è lo stile? per tale motivo vi racconto questo fatto che mi permette di buttare al fuoco la mia ennesima opera e questa volta non di teatro, ma un romanzo che sto scrivendo dal 1976 (alcune persone amiche intime del web hanno letto e mi hanno detto il loro parere oculato e intelligente tanto che ho deciso di aggiungerli come note ?antelettura?.

Questa mattina ho letto che è in uscita un film che contiene la storia che narro nel secondo capitolo del romanzo. Stando a quando mi è stato ed è stato scritto in rete dovrei gridare allo scandalo: ?Mi hanno plagiato il romanzo?, ma com?è possibile? Ed ecco che scintillano, come stellette di Natale,le parole di Berchet e di Carducci:

Gli autori del film hanno captato il messaggio che era stato inviato nell?etere e che io ho trattenuto a lungo, mentre loro hanno avuto la spinta a muoversi affinché la storia non diventasse troppo vecchia.

Stavo facendo l?editing perché avevo deciso di darlo alle stampe quest?anno, ma con il film in circolazione il romanzo rimane solo nella mente di chi lo ha letto in anteprima con tutti gli orrori sintattici. Forse quando crescerò appena scritta una storia la darò alle stampe e non dovrò più riscaldarmi al fuoco delle pagine dei miei scritti.

Conclusione non esiste plagio in internet, esiste la proposta che giunge dal ?mondo delle Idee? di cui parla Platone, che i creativi afferrano e scrivono, chi giunge prima pensa di essere stato plagiato dal secondo e dal terzo e così via. Il vero Artista non ha bisogno di plagiare niente e nessuno e se parte della sua opera è conosciuta dopo di altre che parlano dello stesso argomento, magari con le medesime parole non è colpa del plagio, ma dell?indolenza e della pigrizia.

LA POESIA DELLA SETTIMANA

LA NOTTE SANTA

di Guido Gozzano

Guido Gustavo Gozzano nacque a Torino il 19 dicembre del 1883. S?iscrive alla facoltà di legge, ma non giunge mai a laurearsi, preferendo interessarsi di letteratura seguendo i corsi di Arturo Graf, insieme ad un gruppo di giovani con i quali successivamente costituisce il gruppo dei crepuscolari torinesi.

Lo scrittore, di salute malferma, non riesce mai ad ottenere un lavoro fisso, ma partecipa attivamente alla vita culturale e mondana della Torino di inizio secolo.

Nel 1907 dà alle stampe la sua prima raccolta di poesie «La via del rifugio» in cui, lontano dall?intellettualismo, rivela la sua originalità. Nello stesso anno inizia una relazione con la scrittrice Amalia Guglielminetti, ma le sue condizioni di salute peggiorano e lo portano alla tubercolosi.

Dopo quattro anni, nel 1911, si appropria delle librerie il suo libro più importante: «I colloqui», i cui componimenti vengono disposti in tre sezioni: Il giovanile errore, Alle soglie e Il reduce.

Collabora a giornali e riviste con recensioni letterarie, fiabe per bambini (ricordiamo I tre talismani del 1914 e La principessa si sposa del 1917, pubblicata postuma), raccolte di articoli tutti editi postumi: Verso la cuna del mondo, le novelle L'altare del passato, L'ultima traccia. Muore a Torino il 9 agosto 1916.

Gozzano ha sempre esercitato una profonda suggestione sui lettori dei suoi versi, tratti in inganno dal facile clichè che lo definisce il Poeta delle ?buone cose di pessimo gusto?, e dalla sua esperienza lirica che, per i suoi esiti nuovissimi, lo consacra poeta al di là di ogni corrente letteraria, come il primo protagonista della poesia italiana del Novecento e lo etichetta ?penna aulica? del ?crepuscolarismo?.

Si verifica così il rovesciamento della canonica figura dannunziana della ?signora?, cui il poeta contrappone la sua Signorina Felicita: l'elogio dell'amore ancillare, dell'umile e inamabile ragazza di provincia ha una sua carica provocatoria e polemica nei confronti delle donne inautentiche della letteratura; allo stesso modo, la villa gozzaniana, con la sua insalata e i suoi legumi, capovolge e irride il ?parco?, luogo privilegiato della poesia dannunziana. Al sublime ideale superumano si oppone la prosaica ideologia di una vita piccola e borghese: e la realtà quotidiana varca per la prima volta la soglia della poesia.

Noi lo ricordiamo con la Poesia natalizia che tanti sogni ha risvegliato alla nostra infanzia e non solo alla nostra, un fatto che ha gonfiato il mio cuore è stata l?accettazione da parte dei ragazzi della Prima, Seconda e Terza media con i quali due anni or sono ne fecero una pièce rallegrando tutti i componenti della S.M.S. San Giorgio di Fregane.

Bibliografia

B. Croce, Letteratura della nuova Italia, Bari, 1940; A. Momigliano, Ultimi studi, Firenze, 1954; L. Mondo, Natura e storia in Guido Gozzano, Genova, 1969; A. Piromalli, Ideologia e arte in Guido Gozzano, Firenze, 1972; S. Savoca, M. Tropea, Pascoli, Gozzano e i crepuscolari, Bari, 1988.



LA NOTTE SANTA

di Guido Gozzano

Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.



Il campanile scocca

lentamente le sei.



- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?

- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;

son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe



Il campanile scocca

lentamente le sette.



- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?

Mia moglie più non regge ed io son così rotto!

Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:

Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.



Il campanile scocca

lentamente le otto.



- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno

avete per dormire? Non ci mandate altrove!

S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno

d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.



Il campanile scocca

lentamente le nove.



- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!

Pensate in quale stato e quanta strada feci!

Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.

Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...



Il campanile scocca

lentamente le dieci.



Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?

Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?

L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame

non amo la miscela dell'alta e bassa gente.



Il campanile scocca

le undici lentamente.



La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?

Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!

Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...

Maria già trascolora, divinamente affranta...



Il campanile scocca

la Mezzanotte Santa.



È nato! Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.



Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!



Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.



Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!



Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.

È nato! Alleluja! Alleluja!
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Messaggio da carlo »

Con tutto l'amore che posso, auguro ad ognuno di voi che tutte le albe e tutte le sere possa trovare un Gabbiano che con la sua ala spazzi via pensieri neri e cupi per abbandonarsi alla serenità più languida, quella che anticipa i sogni e li fa vivere; in questo modo voi possiate godere "i giorni della vita" come il vostro cuore desidera. Che Dio vi benedica per il bene che fate all'Umanità.
Vi voglio bene, Reno Bromuro



IL GABBIANO

Ti incontrai

e mi fosti madre premurosa
come mi comprendesti.
E passarono

le ore dell'attesa, monotone,
eterne.
E il sole

continuava a tingere il cielo
di rosa
di rosso

e tu, mi fosti sorella
affettuosa.
E continuarono i giorni! ...

Una sera

contavamo le stelle, ricordi?
Ci baciammo.
Tra un bacio e l'altro
fu detta una parola
e tu, mi fosti amante
appassionata.

Il sole a picco si tuffava nel mare
in quella sera triste di autunno;
passò uno stormo di Gabbiani,
vedendoli esclamasti: «sono una di loro!»
No! Gridai.
E tu avevi già preso il volo.

Ora nella mia eterna solitudine
medito

e il pensiero di te mi da gioia:
so.

Tutte le sere

in riva al mare ti ritrovo
mio Gabbiano.
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Messaggio da carlo »

Un dono pasquale che farà immenso piacere a chi lo riceve è disponibili su http://www.lulu.it/ è un regalo che puoi fare anche a te stesso sono certo che ne sarai contento, intanto ti auguro ogni bene con tutto l'amore di cuo sono capace, Reno



la figlia di pulcinella di Reno Bromuro

(65 pagine) ?17.10

Per chi ha fede nell?amore e affinché questo sarà in tutti gli uomini, questi può imparare qualcosa da Pulcinella che, per il bene dell?Umanità si auto-crocefigge col sorriso nell?anima.










LETTERARTUR - saggi letterarturistici

di Reno Bromuro

Saggi da Manzoni a Leopardi; da Carducci, Pascoli, D'Annunzio; fino a Elsa Morante e Tabucchi - Apparsi su http://www.letteratour.it

(142 pagine) ?27.65



Due libri utili per chi vuol sapere, anche il luogo dove si svolge l?azione delle opere dei grandi. Lo consiglio a tutti.

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Il Baricentro Mensile di critica artistica e letteraria














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