le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

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dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro
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23 febbraio 2002: In occasione del decennale di Mani Pulite, Flores D'Arcais organizza un incontro al Palavobis di Milano: accorrono in molti da pi? parti d'Italia, per vedere avvicendarsi sul palco intellettuali e politici, ma anche uomini e donne di spettacolo richiamati dall'appello sulla difesa della giustizia. Molti gli applausi, soprattutto a Dario Fo.
24 febbraio 1999: Crisi nell?Unione Democratica per la Repubblica (UDR): rottura tra l?on. Mastella e l?ex Presidente della Repubblica Cossiga, che s?iscrive al Gruppo misto del Senato.
25 febbraio 2002: Roma: alle 4,30 di mattina, un ordigno definito dagli investigatori "a elevata potenza distruttiva, perch? confezionato con due kg di polvere pirica", fa esplodere cinque cassonetti situati in una strada che costeggia il Ministero degli interni. S?indaga sul terrorismo italiano.
26/02/1998: Il ministro delle finanze Vincenzo Visco anticipa al settimanale Il mondo che entro breve tempo le dichiarazioni dei redditi saranno abolite e sostituite da dichiarazioni telematiche inviate dai datori di lavoro e dai centri di assistenza fiscale. Visco conferma che anche l'Eurotassa sar? restituita.
27 febbraio 1999: La lista "Prodi ? Di Pietro ? Sindaci" assume il nome di Democratici e presenta il suo simbolo: un asinello che scalcia.
28 febbraio 2002: Con 308 voti a favore e due astenuti, tra polemiche, proteste e litigi, la Camera d? il primo via alla legge sul conflitto di interessi: "la migliore legge possibile" per Silvio Berlusconi, "una legge truffa", per l'opposizione che abbandona l'aula al momento del voto.
29 febbraio 1980: ? varata la Legge n. 33: il Parlamento converte in legge, con modificazioni, del D.L. 30 dicembre 1979, n. 663, concernente provvedimenti per il finanziamento del Servizio sanitario nazionale, per la previdenza, per il contenimento del costo del lavoro e per la proroga dei contratti stipulati dalle pubbliche amministrazioni in base alla L. 1? giugno 1977, n. 285, sull'occupazione giovanile." (Pubblicata in G. U. 29 febbraio 1980, n. 59.) Nota Bene: il primo articolo ha convertito in legge, con modificazioni, il D.L. 30 dicembre 1979, n. 663.
Lo stesso 29 febbraio del 1842, nel palazzo del conte Cesare della Chiesa di Benevello nasce un?associazione privata che rappresenti il gusto e gli interessi di amatori e dilettanti. Nel proprio palazzo il Benevello, egli stesso pittore, accoglie pittori, scultori, dilettanti, mecenati, giornalisti e letterati d'ogni specie, con i quali discute sullo stato delle belle arti in Piemonte. Proprio da queste riflessioni nasce l'idea di organizzare un'esposizione annuale per creare occasioni d'incontro e l'intenzione di raccogliere una somma da destinare all'acquisto di quadri o sculture come incoraggiamento per gli artisti e promozione per il collezionismo. La suddetta proposta fatta agli amici della ?Societ? Promotrice delle Belle Arti di Torino? il 29 febbraio del 1842, ? istituita ufficialmente un mese dopo. Tutti i soci all'atto dell'iscrizione, con l'acquisto di una o pi? quote azionarie del valore di lire venti ciascuna, forniscono il capitale destinato a organizzare le esposizioni e a garantire gli acquisti: ricevono in cambio il diritto a partecipare al sorteggio degli acquisti sociali, e ad essere compensati, nel caso di esito negativo, con una litografia delle opere scelte per l'acquisto, poi sostituita con un Album illustrato.
RICORDIAMOLI
GIOACCHINO ROSSINI
Gioacchino Rossini nasce a Pesaro, il 29 Febbraio del 1792 da Giuseppe Antonio musicista (suona il corno) e da Anna Guidarini modista ma con buone doti canore. Il giovane Gioacchino inizia fin da bambino a dedicarsi alla musica ricevendo lezioni di canto, spinetta e corno, dal padre, ma predilige le composizioni di Mozart e Haydin tanto da essere soprannominato ?Tedeschino?. Inizia anche a comporre alcune musiche sacre e gi? a tredici anni ottiene il primo premio al liceo con la cantata ?Pianto d'Armonia per la morte di Orfeo?.
Nel 1806 la compagnia di Bologna Mombelli commissiona al quattordicenne Rossini l'opera ?Demetrio e Polibio? che non viene,per? mai rappresentata fino al 1812. Il suo esordio lo ha a Venezia, a soli diciotto anni, quando ? rappresentata al Teatro San Mois? ?La cambiale di Matrimonio? con un discreto successo. L'attivit? compositiva di Rossini fu intensissima nei due anni successivi, scrisse ben sette opere con risultati alterni sino a debuttare alla Scala di Milano il 26 Settembre del 1812 con ?La Pietra del Paragone? che merit? ben cinquantatr? repliche.
La sua fama ? alle stelle quando a Napoli ? rappresentato ?Mos? in Egitto? con un buon successo, e la sua citt? natale gli chiede, per l'apertura del nuovo teatro, di rappresentare la ?Gazza? che ? accolta trionfalmente. A Pesaro, per? Rossini si ammala gravemente e guarisce solo dopo un lungo periodo di crisi raggiungendo i genitori a Bologna dove compone ?Adina? che sar? rappresentata solo nel 1826 a Lisbona.
Napoli lo reclama e lui vi ritorna componendo tra il 1818 e il 1819 ?Ricciardo e Zoraide? che spopola ed ?Ermione? che invece ottiene un fiasco clamoroso.
E? invece accolta con grandissimo entusiasmo l'opera ?Edoardo e Cristina? al Teatro S. Benedetto di Venezia.
Gia dal 1813 si segna per Rossini il momento dell'acquisizione della maturit? artistica. Nascono, infatti, due capolavori: Tancredi e L'italiana in Algeri, cui segue quel grande crescendo qualitativo che va da Il turco in Italia, a Il barbiere di Siviglia, a La gazza ladra e alla Cenerentola, con la quale si congeda in pratica dal teatro comico. Queste opere costituiscono la conclusione e insieme il momento pi? alto della storia dell'opera buffa, che ha allargato le strutture settecentesche mozartiane, fino a far loro assumere dimensioni imponenti, l'opera si fissa in due atti; i temi sono approfonditi e sciolti dai limiti della satira di costume propria degli autori precedenti, in un'analisi sferzante dell'uomo e della sua dimensione storica; la musica, i personaggi, le scene assumono dimensioni universali. Negli stessi anni, la produzione seria, dopo Tancredi, si arricchisce con Elisabetta regina d'Inghilterra, Otello, Armida, Mos? in Egitto, Ricciardo e Zoraide, Ermione, La donna del lago, Maometto II e Zelmira, opere in cui ? sostanzialmente mantenuta la fedelt? agli schemi settecenteschi, pur nella dilatazione delle forme e nelle controllate aperture romantiche. Con Semiramide, dove la perfezione formale giunge al massimo grado, finisce il periodo cosiddetto italiano. Intanto ? impegnato con l?impresario napoletano Barbaja, ne approfitta per sposare il celebre soprano Isabella Colbran. Dopo il Guglielmo Tell, pur acclamato e ancora giovane, decide di abbandonare il teatro, cosciente di non poter accettare integralmente i nuovi orientamenti estetici.Rotti i rapporti con la Colbran, alla morte di lei, avvenuta nel 1845, sposa Olimpie P?lissier, cui era legato da tredici anni. Frattanto, superata una malattia nervosa, ha gi? iniziato quell? attivit? creativa semiclandestina che riveler? staordinari valori, come risulta dai quattordici fascicoli dei P?ch?s de vieillesse, pezzi vari da camera in cui convivono reminiscenze del passato, ironici adeguamenti al presente, inquietanti aperture verso il futuro. Da queste esperienze private, ma sostanzialmente legate ai pi? vivi fermenti contemporanei, nasceranno gli ultimi due grandi lavori: lo Stabat Mater e quella Petite messe solennelle, composta nel 1863, ma orchestrata nel 1867: vero capolavoro che,scavalcando il romanticismo, anticipa alcune soluzioni estetiche e formali proprie del Novecento.
Bibliografia
G. Roncaglia, Gioacchino Rossini, Milano, 1953; L. Rognoni, Rossini, Parma, 1956; I. Pizzetti, La musica italiana dell'Ottocento, Torino, 1974.
IL POETA DELLA SETTIMANA
FEDERICO GARCIA LORCA
Federico Garcia Lorca nasce il 5 giugno 1898 a Fuentevaqueros, Granada, muore a Viznar, Granada, il 19 agosto 1936. Figlio di un facoltoso proprietario terriero, segue studi regolari fino alla laurea in legge e studia anche lettere, senza laurearsi; ma la sua prima, grande passione ? la musica, che studia per diversi anni,anche sotto la guida del musicista Manuel de Falla,suo amico.Coltiva disegno e pittura, ma sempre da autodidatta, anche se giunge a esporre a Barcellona nel 1927. A partire dal 1919 vive molti anni, per? ritornando a Granada durante i mesi estivi, nella Residencia de Estudiantes di Madrid, dove ha amici scrittori e artisti coetanei e no: i poeti Guill?n, Alberti, Moreno Villa, i critici Bergam?n e Bello, il pittore Salvador Dal?, il cineasta Bu?uel, ecc. Con loro celebra rumorosamente, nel 1927, il centenario del poeta barocco G?ngora, esaltato come artista raro e raffinato, maestro della parola, del verso e della metafora: un ideale, quindi, per quei giovani che si sono formati in clima di avanguardia artistica e di anticonformismo morale. Fino a quel momento Garcia ha pubblicato ben poco: una raccolta di prose giovanili, Impresiones y paisajes, e un Libro de poemas, passati inavvertiti. Aveva fatto inoltre un primo tentativo teatrale rappresentando ?Il maleficio della farfalla?, che ? un fiasco completo, e un secondo col dramma storico-romantico Mariana Pineda, che riceve scarso successo. Intanto va componendo e recitando agli amici della Residencia le liriche delle Canciones, del Poema del Cante Jondo e del Romancero gitano: tre opere capitali di cui l'ultima, apparsa nel 1928, d? al poeta, quasi d'improvviso, una fama nazionale. Ma l'animo di Garcia ? gi? travagliato da una profonda crisi. Il distacco dai cari amici Dal? e Bu?uel che, avviati ormai decisamente verso il surrealismo, tacciarono di folcloristico il Romancero gitano, parlando addirittura di un presunto gitanismo del poeta, e altri e pi? oscuri motivi sentimentali condussero l'ipersensibile Lorca a una sorta di angustiosa depressione morale donde il tentativo di nuove vie poetiche e teatrali. Ha solo trentotto anni quando ? fucilato nell?orto di Viznar, nei pressi di Granada:un barbaro assassinio che nessun pretesto o giustificazione riuscir? mai a scolpare. Garcia Lorca ? il poeta pi? originale e l'unico drammaturgo della sua generazione: inimitabile nella sua ardua creazione di un'arte popolare, sempre popolare ma con l'aristocrazia del sangue, dello spirito e dello stile Andaluso universale, ha saputo dare alle poetiche avanguardiste del suo tempo l'impronta di una potente originalit?, di vero classico del Ventesimo secolo.
POTESSERO LE MIA MANI SFOGLIARE

Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
pi? lontano che mai.
Pi? lontano di tutte le stelle
e pi? dolente della dolce pioggia.
t'amer? come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sar? tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!

Bibliografia

V. Bodini, I poeti surrealisti spagnoli, Torino, 1963; R. Alberti, Garc?a Lorca, Milano, 1966; C. Ramos Gil, Claves l?ricas de Garc?a Lorca, Madrid, 1967; J. Gibson, La morte di Federico Garc?a Lorca e la repressione di Granada del 1936, Milano, 1973
Ultima modifica di carlo il 11/04/2004, 12:30, modificato 1 volta in totale.
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01/03/2000: dopo il mancato accordo fra Polo e Radicali, Marco Pannella annuncia che i radicali si presenteranno da soli alle prossime elezioni regionali del 16 aprile.
02/03/2001: il G8 dell?Ambiente dura tre giorni. Tra gli avvenimenti pi? importanti, l'incontro dei leader religiosi e quello dei ministri dell'ambiente dei paesi pi? industrializzati. Sono tre i nodi politici che il G8 di Trieste deve sciogliere. Secondo un documento si tratta del negoziato sui cambiamenti climatici, del governo globale dell'ambiente e dei rischi derivante dall'uranio impoverito sui quali i tecnici non hanno raggiunto un accordo negli incontri preparatori.
03/03/1998: l'Istituto chimico farmaceutico militare di Firenze consegna il primo quantitativo di farmaci che compongono la terapia anticancro Di Bella, le cui procedure d?avvio sono approvate dalla commissione oncologica nazionale, entro pochi giorni avr? inizio la sperimentazione vera e propria su seicento pazienti, mentre la fase d?osservazione su duemila pazienti comincer? in un secondo tempo.
04/03/1999: il capitano dei marines Richard Ashby ? dichiarato ?come non colpevole? dalla Corte marziale degli Stati Uniti per la strage del Cermis, quando un jet statunitense colp? i cavi di una funivia provocando una terribile sciagura.
05/03/1994: Vincenzo Muccioli ? rinviato a giudizio in relazione all'uccisione di Roberto Maranzano nella comunit? di San Patrignano.
06/03/2001: presto avranno vita dura i topi di appartamento, come pure gli scippatori. Sono queste, infatti, le due tipologie di reato prese di mira dal decreto legge approvato dal Senato in via definitiva e conosciuto, con il nome di ?pacchetto sicurezza?. I ritocchi riguardano esclusivamente l?inasprimento della repressione dei furti nelle mura domestiche e degli scippi.
07/03/1998: la Corte d'Appello militare, dopo otto ore di camera di consiglio, condanna i due ufficiali nazisti Erich Priebke e Karl Hass alla pena dell'ergastolo per la partecipazione all'eccidio delle Fosse Ardeatine. E? esclusa ogni circostanza attenuante. Il presidente della maggiore comunit? ebraica italiana, Sandro Di Castro, si oppone a un'eventuale scarcerazione degli imputati, ma Tullia Zevi non esclude la clemenza.
RICORDIAMOLI
VINCENZO MUCCIOLI
Vincenzo Muccioli, nato il 6 giugno 1934, figura discussa, che ha fondato a San Patrignano presso Rimini una comunit? per la lotta alle tossicodipendenze, che ha dato molti risultati positivi, perch? al centro della terapia ha messo l'uomo, perch? tale e poi la ?dipendenza?, poich? egli afferma che: ?fra i problemi che il tossicodipendente presenta quello relativo alla semplice assunzione di droga ? il meno rilevante. Al centro del dramma non c'? la droga, non c'? la crisi d'astinenza, ma c'? l'uomo, con le sue paure, i vuoti in cui rischia di essere inghiottito.Per questo non mi piace dire o sentir dire che la nostra sarebbe una comunit? di drogati. La nostra ? una comunit? di vita, dove si ricomincia a vivere dopo anni passati ai margini della societ?. Ecco, se proprio bisogna darne una definizione, la nostra ? una comunit? contro l'emarginazione?.
La storia di San Patrignano
1978 Vincenzo Muccioli, insieme a un gruppo di volontari, accoglie i primi ragazzi in una casa di propriet? della sua famiglia.
1982 Gli ospiti di San Patrignano sono circa duecento.
Penso che l?idea e poi la realizzazione di un centro di recupero, sia nata nella mente di Muccioli, vedendo, in particolare, alcuni Films degli anni Cinquanta come:?Un cappello pieno di pioggia?, che narra la storia di un reduce della guerra di Corea diventato tossicodipendente e, forse di pi? ?L'uomo dal braccio d'oro? con Frank Sinatra e la bellissima Kim Novak, nel quale ? costruita l'immagine e poi lo stereotipo del drogato: ?un bravo ragazzo tormentato dal demone della droga?. Bellissima la scena in cui, Frank Sinatra si fa chiudere in una stanza, dicendo alla compagna, se mi senti gemere e implorare perch? voglio una dose, non aprire la porta e fa? finta di non sentire. Giunge il momento dell?astinenza e Frank grida di dolore e implora e spacca tutto nella stanza, Kim ? appoggiata alla porta sta per aprire, poi appoggia la testa alla porta fino a intontirsi delle grida dell?amato, appoggia la testa contro la porta mentre copiose lacrime le bagnano il volto. E? il momento pi? critico della crisi, Dopo qualche giorno Frank ha superato tutto e i due s?incamminano verso la vera vita.
Muccioli, forse non dorme per alcune notti, pensando che in Italia sono in pochi ad essere informati sulla distinzione delle droghe, qual ? la differenza fra hascisc ed eroina e nessuno o quasi riescono a collegare la dipendenza alcolica illustrata con dovizia di particolari nel film ?Giorni perduti? di Billy Wilder con i tanti alcolisti che riempivano i manicomi.
Muccioli sente che l?idea fermenta sempre di pi? nella mente e nell?animo, la sente che si consolida e approfondisce la conoscenza nell'informazione ufficiale e decide che ?la droga e i drogati sono i demoni che vanno combattuti?; quindi occorre muoversi e ricorrere ai ripari. C?? la tenuta di San Patrignano, ? l? che accoglie i primi ragazzi e con loro inizia la lotta aperta. Nell'autunno del 1980 dalla collina di San Patrignano dove si ? da poco costituita la comunit? alcuni fuggono e avvertono la polizia che in quella comunit? si legano le persone con le catene e le si costringe a rimanere contro la loro volont?.
Intervengono le forze dell'ordine che trovano delle persone legate con le catene nella piccionaia. Muccioli ? arrestato insieme con i suoi collaboratori.
La comunit?, formata gi? da oltre sessanta persone ? priva del capo. Cosa faranno gli ospiti? Se ne andranno vanificando il risultato ottenuto, tornando alla dipendenza?
Gli ospiti non se ne vanno, anzi, aiutati da collaboratori di Muccioli e da una buona campagna stampa cominciano a sostenere che quello di Muccioli: le catene, ecc., ? l'unico sistema per uscire dalla dipendenza. Molti autorevoli commentatori sostengono questo metodo, c'? chi cita ?Ulisse legato al palo della nave per non udire le sirene e chi affronta il problema dal punto di vista legale perci? sarebbe giustificato trattenere contro la sua volont? una persona che altrimenti si ucciderebbe o si farebbe del male. Queste considerazioni sono alimentate da una polemica violentissima e da vicende tragiche che vedono il ritorno all'eroina dei liberati dalle catene e la morte sotto il treno di uno di loro?.
Vincenzo Muccioli, per? ? condannato in prima istanza e poi al processo di appello ? assolto. Dalla assoluzione e fino alla legge del 1990 la comunit? di San Patrignano aumenta enormemente i suoi ospiti, le critiche sui metodi non sono presi in considerazione, non parliamo poi del problema dei risultati dei trattamenti perch? non interessavano ad anima viva.
IL POETA DELLA SETTIMANA
RENATO MILLERI (REMIL) e l?intima compenetrazione del linguaggio e l?interpretare
Remil chiamava i suoi versi ?Prosa poetica? non si sa perch? dava questa posizione alla sua arte; a mio avviso essa ? un incontro (essendo anche un fotografo considerevole) tra le due forme in cui l?arte parla in nome della scienza e, il Nostro mette, l'artista della parola (LUI) di fronte alle esigenze dell'interpretare. Si scompone neanche perch? non intende rivaleggiare con l'eleganza della fotografia e dello stile poetico con gli altri che si distinguono nell'arte della parola. Vorrei soltanto attraverso le sue poesie valermi della mia capacit? di interpretare, raccontare la sua arte, che consiste nel mostrare ci? che ?. Far capire ci? che ? significa scorgere col pensiero quel che tutti possiamo intendere.
II problema sar? spiegare cosa ? il poetare e che cosa l?interpretare, che entrambi si fondono nell'elemento del linguaggio. La differenza fra il poetare e l?interpretare ? stata espressa nel modo pi? efficace da Paul Val?ry, il quale afferma che: ?la parola del discorso quotidiano, e cos? pure quella del discorso scientifico e filosofico, indica qualcosa scomparendo come alcunch? di transitorio dietro a ci? che mostra. La parola poetica, invece, giunge ad evidenziarsi essa stessa, restando per cos? dire in primo piano. L'una ? come la moneta spicciola, che circola qui e l? in cambio di qualcos'altro: l'altra, la parola poetica, ? come l'oro autentico?.
Gadamer (L?Attualit? del bello) afferma: ?La riflessione deve muovere dalla consapevolezza che, nonostante l'evidenza di questa constatazione, esiste tuttavia una serie di passaggi che vengono ad interporsi tra la parola poetica e creatrice e la semplice parola significante. Proprio il nostro secolo ? divenuto particolarmente familiare con l'intima compenetrazione di questi due modi del parlare?. Gadamer parte dagli estremi: Da una parte sta la poesia lirica (a cui senza dubbio avr? pensato anche Paul Val?ry), dall?altra il linguaggio poetico, che nella nostra epoca ? un fenomeno sorprendente perch? ?la parola della scienza si insinua come elemento scientifico nella poesia?.
Asserisce Gadamer (op. cit.) Parlando del linguaggio narratico del romanzo: ?la riflessione, la parola che riflette sulle cose e sugli eventi, ha da sempre diritto di cittadinanza, e non solo come discorso pronunciato dai personaggi, ma come intervento del narratore stesso, chiunque egli sia?. Se la parola, quel linguaggio musicale perch? poetico, si riflette sull?operato di Remil, sar? possibile comprendere da cosa questo dipende.
La vita nasce dal mare.
Il mare ha l'azzurro del cielo.
Il cielo si fonde nel mare.
La vita si spiega nel cielo.
Oppure il suo contrario
IL PANNO VERDE


C'e' un sentimento
steso
su di un panno verde
spiegato sul tavolo
d'una cucina.
Lui non conosce stagioni
Nel primo caso non c'? nulla da interpretare e su cui non vi ? nulla da cavillare, perch? nella sua univocit?, richiede soltanto obbedienza, oppure l'asserzione dal senso chiaramente stabilito. Richiede di essere interpretato, invece, ?Il panno verde? il cui senso non sia stato chiaramente fissato, e quindi rimanendo ambiguo richiede di essere interpretato solo quel che ? suscettibile di molteplici interpretazioni, solo ci? che ? ambiguo.
Qualcuno si chieder? se sia in genere possibile interpretare quel che ? ambiguo, oppure renderlo manifesto nella sua ambiguit?. E? proprio con quest?analisi che ci avviciniamo al Nostro, che ? pago della sua ambiguit? giacch?, tra il rapporto tra interpretare e creare, trova la particolare connessione tra fotografare e poetare.
L'arte necessariamente richiede l?interpretazione poich? ? caratterizzata da un?ambiguit? inesauribile e niente potr? tradurla in conoscenza concettuale. Questo vale soprattutto per l'opera poetica, pur lasciando aperta la discussione di come si presenti all?interno della discussione stessa, di come si presenta la tensione tra immagine e concetto nel rapporto particolare tra poetare ed interpretare.
Gli elementi che dall?arte di Remil si sviluppano e prendono forma nella poesia sono puri segni, che soltanto in virt? del loro significato possono diventare elementi della creazione poetica; e la fotografia non si distacca dalla medesima creazione. Questo vuol affermare che entrambe hanno il loro autentico modo di essere.
Eterna Giulietta
dammi un secondo di te.
E' cos? difficile sentirsi amati
nelle luci delle metropoli.
La parola attraverso cui si esprime, e secondo cui egli crea, non si lascia mai svincolare del tutto dal suo significato. Questo non vuol dire che l'opera d'arte linguistica si riduca al semplice intendere, piuttosto ci accorgiamo che implica ogni volta la propria identit? tra significato ed essere, cos? ?come il sacramento ? insieme essere e significato?.
La forma della bellezza
ha colori indefinibili.
Arpeggi dell'anima
che solo tu conosci.
Come si nota ogni discorso significante rinvia le parole a non essere complessi di suoni, ma gesti significativi che vanno al di l? dei cenni verso altro e da s?. La forma sonora della poesia acquisisce i suoi contorni soltanto quando se ne ? compreso il significato, per averlo dolorosamente acquisito con tutta la tensione che caratterizza un grande compito, perch? la poesia, sempre, ? vincolata alla sua lingua e che la sua traduzione rappresenta un?impossibilit? insieme formidabile e penosa. Nella lirica che segue l'unit? di suono e significato, che si verifica in ogni parola, trova nel discorso poetico la sua pi? autentica attuazione.
LA SPINA NEL FIANCO


Mi son punto
prendendo una rosa.
Gocce di sangue
coprivano tasti
d'una vecchia Olivetti
dal cuore spento
non pi? palpitante
per nulla e nessuno.
Fogli di carta,
hamburgers.
La perfezione della bellezza
nel mio long playing
di sinfonie.
Un lampo di Mozart e un sorriso di Rossini.
Un palpito di Verdi e un impeto di Wagner.
Cos?
fuso in un mondo morente
ho preso la spina dal dito
e l'ho infilata nel mio fianco
per essere come te
per un solo instante
bella e perfetta rosa
che lungo il tuo stelo
fai conoscere il prezzo
della bellezza.
Per la sua linguisticit?, questa poesia ? un'opera d'arte poetica che ha in s?, a paragone di tutte le altre forme d'arte, e della fotografia in particolare, un?indeterminatezza specifica e palese. L'unit? formale cui appartiene, come opera d'arte poetica, ? inconfutabilmente presenza percettibile e non un semplice intendere.
Per il discorso fin qui fatto Remil fonda il primato della poesia sulle fotografie e le altre arti, in virt? del quale ?? lei che fin dai tempi pi? remoti fissa il compito proprio della stessa arte figurativa?.La poesia evoca coi suoi mezzi linguistici visione, presenza, esistenza: in ogni singolo che percepisca la parola poetica. In questo modo la poesia richiama l'artista figurativo al suo compito, e prende le veci di tutti poich? essa ? invenzione d?immagini, che conseguono validit? vincolante. In questo senso ogni poesia, giacch? creatrici d?immagini convalida la sua priorit? soltanto nell'esser detta. Per questo ? un elemento cui appartiene tanto il poetare quanto l'interpretare; anzi, ? un elemento che implica in ogni poetare gi? sempre un interpretare.

Reno Bromuro
P.S. Nel supplemento di luned? vi parler? di un ?esule? che non dovrebbe pi? vivere in esilio.
Perdonate, ma ? necessario che faccia un solo messaggio. La Signora Mara Mill?ri, mi ha detto di riferire i suoi ?ringraziamenti a tutte le persone che hanno espresso il loro cordoglio per la morte di suo marito il Poeta Renato Mill?ri (Remil), con particolare riguardo a coloro che le hanno inviato un telegramma, soprattutto a Marco Gavotti per la dedica del suo Mailing-list a Renato e per la sensibilit? in cui ha distribuito il cordoglio nei suoi confronti.


Intanto vi stringo in un abbraccio circolare con tutto l'amore che posso augurandovi che il sole sia sempre pi? caldo e sincero come il vostro cuore desidera.
PER PIACERE SE NON VUOI RICEVERE QUESTO BOLLETTINO BASTA FARE REPLAY SCRIVENDO SOLO ?RIFIUTO?, SE INVECE TI FA PIACERE LEGGERLO CHIEDILO ESPRESSAMENTE. GRAZIE
*************************************
L'amore degli uomini ha un fine e una fine
L'amore di Dio ? eterno e disinteressato
Il Baricentro Mensile di critica artistica e letteraria
http://www.poesiavita.com/
http://www.guttacavat.com/
http://www.elbasun.com/L_angolo_della_l ... /index.htm
http://www.letteratour.it/
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http://xoomer.virgilio.it/andrleon/new__entry.htm
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SERENA PASQUA CON TUTTO L?AMORE CHE POSSO

12 aprile 1842: Sono celebrate le nozze, nella cappella del castello di Stupinigi, fra Vittorio Emanuele, duca di Savoia, principe ereditario del Regno di Sardegna, e Adelaide Francesca, arciduchessa d'Austria. Per l'occasione, il re Carlo Alberto stabilisce l'assegnazione di 100 lire in libretto della Cassa di risparmio di Torino alle bambine nate nel regno tra la mezzanotte del 12 e la mezzanotte del 13. I festeggiamenti si prolungheranno in citt? per diversi giorni. Carlo Alberto emana per l'occasione una generale amnistia per i compromessi nei moti del 1821, che non abbiano partecipato successivamente a nessun fatto cospirativo.

13 aprile 1901: nasce a Paduli (BN) il Latinista, Filologo e Poeta Enzo V. Mormorale, Ordinario di Letteratura Latina e Direttore della Rivista di Filologia Italiana.

14 aprile 1998: Il generale Francesco Delfino ? tratto in arresto con l?accusa di concussione per avere chiesto, tramite l?industriale Giordano Alghisi, un miliardo di lire alla famiglia Soffiantini in cambio di informazioni sul sequestrato. Il generale, a causa di un malore, ? ricoverato all?ospedale del Celio, nell?attesa del trasferimento nel carcere militare di Peschiera del Garda. Nel provvedimento di arresto si citano pressioni e intimidazioni sulla famiglia Soffiantini per non far emergere l?episodio. Anche l?imprenditore Alghisi ? arrestato con la medesima accusa.

15 aprile 1848: Giuseppe Garibaldi, alla notizia degli ultimi avvenimenti, salpa da Montevideo (Uruguay) per l'Italia.

16 aprile 2002: Il Paese si ferma per difendere l'articolo diciotto. Lo sciopero generale indetto da Cgil, Cisl e Uil raggiunge punte di astensione al lavoro dell'ottanta per cento circa nelle diverse regioni italiane. Una prova di forza contro il Governo per i sindacati, che al termine dei cortei esultano per il successo dell'iniziativa.

17 aprile 2003: La legge 3/2003 in materia di tutela della salute dei non fumatori diviene applicativa grazie all'approvazione del suo regolamento da parte del Consiglio dei Ministri. A far rispettare le norme, che prevedono soprattutto la separazione fisica degli ambienti per fumatori e non-fumatori in tutti i locali pubblici, saranno i NAS, i carabinieri per la sanit?. Le sanzioni da pagare per chi non rispetta le regole saranno severe e raddoppieranno se la trasgressione avverr? alla presenza di una donna in stato di gravidanza o di un bambino fino a dodici anni di et?.

18 aprile 1999: Al referendum per l?abolizione della quota proporzionale ha votato solo il 49,6% e il quorum non ? stato raggiunto. I s? erano il 91,5%. I risultati ufficiali sui votanti tardano e i primi commenti sono basati su previsioni che danno per raggiunto il quorum.

RICORDIAMOLI
ENZO V. MARMORALE
Enzo V. Mormorale: Una vita vissuta intensamente per la scuola e l'istruzione. Era nato il 13 aprile 1901, a PadUli (BN) ritenuto, a ragione, uno dei massimi filologi e latinisti che la scuola italiana abbia mai avuto. La sua carriera scolastica inizia il 1925 come professore di Italiano e Latino nelle sedi di Caltanissetta, Catania, Benevento e Napoli dove, oltre all'insegnamento coltiva la narrativa e la poesia. Ricordiamo la raccolta di novelle ?La nostra vita? del 1932, il romanzo ?Villa a Mare? del 1933 e la raccolta di versi ?Liber gradualis? del 1936; ma gi? nel 1925 pubblica due poemetti latini, Sirenes e Iter Cumas e approfondisce la sua preparazione in filologia classica. Ricorda Luigi Pepe che ?ci? avvenne al di fuori delle strutture universitarie, pubblicando lavori su Cicerone, Plauto, Petronio, Giovenale, Persio, Virgilio, Arusiano Messio. Tra questi lavori emergono per impostazione e originalit? critica il Petronio (1936), il Giovenale (1938), che merita l'attenta considerazione di Benedetto Croce e il ?Persio? (1941 )?.

Nel 1942, per questa sua intensa attivit?, vince il Concorso alla Cattedra di Letteratura Latina e, dal 1943 al 1946 ? all'Universit? di Catania, dal 1947 al 1950 a quella di Genova e dall'anno successivo a Roma, alla Facolt? di Magistero, dove rimane per quindici anni.

IL FILOLOGO

Con il saggio su ?Giovenale?, ricorda Nino Scivoletto: ?Marmorale applica in maniera organica e scoperta ad un autore antico i canoni di giudizio estetico cos? come erano stati elaborati progressivamente dal Croce, dalla prima Estetica alla definitiva La Poesia del 1936, secondo i quali possono essere chiamate poetiche quelle opere dove gli stati d'animo fondamentali dell'artefice siano stati trasfigurati in immagini (...) con caratteri universali?. Ora, secondo la serrata analisi di Marmorale, Giovenale non pu? essere definito poeta perch? il suo sentimento fondamentale rimane l?indignatio non soggetta a catarsi e non trasfigurata in visione poeticamente disinteressata della realt?... gli manca un mondo etico da sostituire a quello che depreca?.

?Ancora pi? solida - commenta Luigi Pepe - mi sembra la conclusione che si ricava dalla testimonianza di Terenziano Mauro?.

Marmorale parlando di questo scrittore, vissuto tra la fine del Secondo e Terzo secolo d.C., osservava che l'opera di Terenziano Mauro, indica nell'espressione uno scrittore ancora di moda. Francesco Della Corte, riferendosi al Primo Catullo (forse l?opera maggiore, insieme al Petronio del latinista padulese), afferma che ?lo stadio del primo Catullo e quello caratterizzato dall'ingenua spontaneit?, dallo scherzo, dal gioco?. ? lo stadio che ha fatto formulare a Benedetto Croce il giudizio che Catullo sia un fanciullo. Quindi, continua Della Corte, ?merito del Marmorale ? di avere dimostrato in questa sua opera, che se Catullo si rivolge agli Dei, questi non sono Dei tradizionali, ma Dei sconosciuti, misteriosi, come quel dio sconosciuto di cui San Paolo vide il santuario ad Atene?.

IL POETA
Marmorale non fu solo filologo classico, ma anche poeta in latino e in italiano. Di Marmorale scrittore italiano ci rimangono solo quattro opere edite, di cui una firmata Velio Longo: ?La nostra vita?, novelle; ?Villa a Mare?, romanzo; ?Liber gradualis?, poesie e ?La figlia di Lilith? opera drammatica, con accluse dodici poesie.

?Apparentemente, asserisce Giorgio Brugnoli, le opere di Marmorale collocabili nella prima fase della attivit? letteraria si differenziano da quelle collocabili nella seconda fase: strettamente osservante del genere narrative-soggettivo, le prime; formalmente aderenti piuttosto al genere lirico-oggettivo, le seconde, se si considera che La figlia di Lilith, che rientra nella seconda fase, appartiene piuttosto al genere mistero spirituale che a quello dell'azione drammatica. (...) Tuttavia, sia le opere della prima fase sia quelle della seconda hanno in comune uno stesso plafond etico, quello che Pepe classifica come un mondo vasto ma severo e in talune plaghe arcigno e duro, qualche volta anche spietato, e che ne costituisce la costante caratteriale?.

In La figlia di Lilith che, personalmente, considero il testamento spirituale di Enzo Marmorale, vi ? immersa tutta un'aurea poetica. Questa opera in apparenza ? una favola d'argomento rabbinico, mentre la sua ispirazione fa capo al teatro spiritualista. Il contenuto ? semplice e narrato in una forma, gi? sperimentata nelle altre opere, da La nostra vita a Villa a Mare: in flash-back. Leda, la figlia di Lilith, la donna che venne dall'Eden, nata dal fango della creazione, che cacciata dal Paradiso, vive nella poesia di Marmorale, una vita misteriosa come fantasma lirico e eterno; meccanismo scenico la sua grazia parigina, i suoi occhi dorati, la sua luminosa carne, bruna e fresca, il suo passo leggero, le sue rimangono negli occhi e nell'anima di Ary-Marmorale.

I RICORDI

Ricorda Ettore Paratore: ?la conoscenza dei Commenti ciceronani di Marmorale aveva fatto nascere in me il desiderio di conoscere di persona l'autore, che era di sei anni maggiore di me. Nel 1935 ebbi la nomina a commissario agli esami di Stato a Napoli, e fui ben lieto di incontrare per la prima volta il collega che tanto ammiravo. Quell'incontro segn? l'inizio di una profonda amicizia e convivenza di interessi culturali. In fondo, il nostro dipendere dalla cultura del Decadentismo europeo ci rendeva disposti a studiare le medesime figure: Petronio, il rappresentante pi? profondo di quello che ? il Decadentismo della letteratura argentea latina?. Mario Sansone, riferisce: ?Ci incontrammo nell'Universit?. Allora l'Universit? di Napoli era una grande, splendida Universit?: ci sembrava la pi? bella del mondo?.

Luigi Campese, dice: ?Di Enzo V. Marmorale avevo letto alcuni suoi libri ed ero rimasto affascinato da quel miracolo di solida dottrina e di fine eleganza che ognuno di essi incarnava (...). Ancora oggi mi chiedo a che cosa io debba tanta fortuna e, quando mi accade di incontrare qualche vecchio alunno di quegli anni, nei nostri discorsi affiora sempre l'incontro con un Maestro che seppe farci intendere quanto la vita acquisti di senso e di valore se illuminata dalla fede nelle nostre doti pi? nobili?.

Il mio ricordo ? fermo radicato nella mente e nello spirito, alla fanciullezza: La prima volta che lo vidi ero in terza elementare. Venuto a Paduli volle salutare gli alunni delle elementari. Appena entrato nell'aula la maestra, tutta tremante disse: Bambini in piedi... e non seppe profferire altro. Il professore Marmorale ci mise subito a nostro agio, sembrava un pap? che abbraccia i suoi piccoli. Ero il pi? giovane della classe, ma anche il pi? bassino, mi prese per sotto le ascelle e mi iss? sul banco; poi mi domand? se conoscessi qualche poesia, dissi la prima che mi venne in mente, con una faccia tosta... Ricordo che quando dissi i versi ?E cadono l'ore / gi? gi?, con un lento / gocciare...? accompagnando le parole col gesto, mi strinse al petto chiamandomi poeta. Poi avvicinatesi alla Maestra sussurr?: ?di Pascoli c'? rimasto poco?.

L'ultima volta lo vidi fu il 20 ottobre 1966, il giorno successivo volle parlarmi per telefono e poi... ? sempre al mio fianco a guidarmi nello studio e ad incoraggiarmi quando sulla difficile strada dell'arte qualcuno mi fa lo sgambetto.

IL POETA DELLA SETTIMANA
FRANCO SANTAMARIA
Franco Santamaria ? nato a Tursi, in provincia di Matera. Nonostante sia vissuto spesso lontano dal luogo di nascita, ? rimasto sempre legato alla sua terra, come la radice di un albero, ritenendola il simbolo dell?annoso e grave malessere di tutto il mondo contadino, privo della necessaria forza ideale per il proprio riscatto.
Da Taranto, nel 1965 si ? trasferito prima a Napoli e poi, nel 1990, ad Afragola, ha insegnato Letteratura Italiana e Storia, per quindici anni, presso l?Istituto Professionale di Stato per i Servizi Commerciali e Turistici.

Laureato in Lettere e Filosofia, abilitato nell?insegnamento di Letteratura Greca, Letteratura Latina, Letteratura Italiana e Storia, ha dedicato il suo tempo alla famiglia e alla scuola,realizzando con gli studenti una didattica moderna e pi? vicina ai bisogni dei giovani. Collabora a riviste letterarie, tra cui ?Gradiva? di New York.
Ha pubblicato ?Primo lievito? per i tipi della Gastaldi, Milano e ?Storie di echi? Edizione Ferraro, Napoli.

Sono inedite, soprattutto per avversione alla cosiddetta ?Mafia letteraria?, le raccolte di poesie ?La mia valle?,?Echi ad incastro?,?Radici perdute? e ?Pensieri nudi, o quasi?. Inedita, per il medesimo motivo, ? anche una raccolta di racconti, ?Se la catena non si spezza?, noi proprio da ?A radici perdute? abbiamo tratto la lirica che commentiamo, con la sincerit? di sempre.

Protagonista principale del realismo poetico santamariano ? soprattutto l?attaccamento morboso alla terra natia, che vorrebbe non solo piena di sole,candida e solenne conservata nel fascino poetico del paesaggio lucano fatto di colori improvvisi, di castelli leggendari, di cattedrali maestose e case immerse in verdi colline profumate di rosmarino e fiori di ginestra che si snodano come in un bianco presepe, ma anche di gente vera nel vivere in serenit? il proprio lavoro senza essere costretta a non ?farsi speranza di bui sentieri/e di (non) polirsi a vene d?acqua pura?, poich? questa bellezza ? destinata ad essere vista di sfuggita da escursionisti occasionali e non vissuta dai suoi figli, che hanno dovuto prendere la valigia di cartone ed espatriare.

Rivuole la Tursi con la sua storia millenaria che conserva ancora impercettibili segreti ad iniziare dalla sua lingua, nota ormai dappertutto ed ? nella sua complessit?,la terra del ricordo che pervade anche l'opera del poeta Albino Pierro.

Franco si ? ?fatto speranza d?una terra-fanciulla? girovagando, col pensiero e il rimpianto nell?anima, tra le strette e tortuose viuzze che salgono dal vociare della centralissima via Roma, sino ai silenzi della Rabatana, per ri-accarezzare con mano non pi? fanciulla, una storia lunga ed affascinante. Rivedere l'antica Cattedrale di Santa Maria Maggiore, nel borgo antico, pur sapendo che delle strutture medioevali non resta nulla, ma al di sotto della fabbrica settecentesca, ? conservata la cripta costruita intorno al Nono-Decimo secolo per opera dei Basiliani.

La sua poesia-pittura produce un grande impatto nel panorama artistico contemporaneo che non considera pi? l?arte come messaggio di fatti nobili, epici e grandiosi. Santamaria propone quadri i cui soggetti sono gente povera, semplice, che pur godendo il sole stende le mani al cielo come per abbracciarlo e con il suo calore anche la speranza, di cui si fa messaggero.

La vastit? ? ottenuta con figure da scena michelangiolesca: e quelle figure, presentate con tratti essenziali ci paiono viste,osservate in proporzioni al sentire del cantore. Il Poeta ? uno che grida, ? uno batte con la marra; l'aria ? piena di voci e di rumori, eppure il senso ? di silenzio, quei suoni si espandono nella atmosfera come se il cristallo che si frappone fra noi e quella scena, non ? altro che uno strato d'aria conduttrice di suoni. Quella voce ci pare di vederla, piuttosto che di sentirla, come se invece di rimanere solo un canto nostalgico si propagasse, nell?etere per essere ascoltata da tutti gli uomini. Il Poeta ? certo di questo avvenimento, perci? il suo canto si fa preghiera.

In quest?autore sono presenti gli aspetti principali del nostro vivere quotidiano, ossia la nuova concezione della poesia, un linguaggio contraddistinto dalla ricerca delle suggestioni musicali e da una visione pessimistica dell'uomo e del mondo. Il Santamaria ? caratterizzato da una profonda cultura, basata sullo studio dei classici e dei maggiori autori italiani, studio dimostrato dalla facilit? con cui padroneggia il vasto patrimonio rappresentato dalla letteratura greca e dalla sua familiarit? con lo stile e la sensibilit? di autori come Virgilio, del quale apprezza e segue l?amore per la natura.

Il mondo poetico di Santamaria, pur essendo permeato profondamente da questa cultura, pur presentandosi come una visione completa e suggestiva di un preciso orientamento, risulta originale,perch? trae origine dalla sensibilit? dell'animo suo e dalle esperienze umane e culturali.

UN FOLLE SPERARE

di Franco Santamaria

Mi sono fatto speranza d?una terra-fanciulla

uscente da antiche caverne

per solo gioire dei colori del giorno.

Mi sono fatto speranza di bui sentieri

d?ubriacarsi di luce,

speranza di scoscese pietraie

di polirsi a vene d?acqua pura,

speranza di roventi deserti

di nutrire radici di vita.


E? stato un folle

sperare un profumo di abbracci redenti.


E la mia voce pi? non ha senso,

pi? non ? canto n? cuore

di ci? che esplodere voleva

in fiore e frutto e seme nei riverberi del giorno pieno,

in rapidi guizzi ed estesi abbandoni marini.


Sono finiti i sogni della colomba

nel rosso delle macerie e dei campi minati,

nel liquido infetto umidore della terra che muore

senza difesa.

Reno Bromuro




Un abbraccio con tutto l'amore che posso e l'augurio che il sole sia sempre pi? caldo e sincero, come il tuo cuore desidera, Reno.
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Messaggio da carlo »

settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro
Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (non profit)



19 aprile 1985: il giudice Carlo Palermo emette ventuno mandati di cattura per associazione per delinquere e truffa in relazione agli appalti pubblici, che sono subappaltati.Vi sono coinvolti gli imprenditori catanesi Mario Rendo, Giuseppe Costanzo, Ugo Graci, Giovanni Parasiliti.

20 aprile 1833: Carlo Alberto fonda a Torino la Deputazione subalpina di storia patria, diretta dal conte Prospero Balbo, istituzione tesa a promuovere gli studi storici nel Regno di Sardegna.
21 aprile 2000: Dopo le definitive missioni di Massimo D?Alema, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha incaricato l?On. Giuliano Amato per formare un nuovo governo. La sinistra dei DS, Antonio Di Pietro e Rifondazione sono contrari ad Amato.

22 aprile 1833: Primi arresti nel Regno di Sardegna fra i militari accusati di cospirazione repubblicana organizzata dalla Giovine Italia.

23 aprile 1999: Secondo gli ultimi accertamenti, l?inflazione ? salita all?1.5% rispetto a 1,3% del mese scorso. Dopo una tendenza al ribasso degli ultimi mesi si ripete un?inversione di tendenza.
24 aprile 1997: A Desio (Milano), si svolgono i funerali dell?imprenditore Ambrogio Mauri, suicida perch? non credeva pi? in un Paese dove ?corruzione e prepotenze imperversano sempre, anche dopo Tangentopoli? e perch? stanco di contrastare ogni giorno la richiesta di tangenti. Alla cerimonia si presenta Antonio Di Pietro, che incontra i figli dello scomparso.

25 aprile 2003: Una bimba di nove anni, in gita con i genitori lungo il greto del Piave a Fagar?, una frazione di San Biagio di Callalta (Treviso), raccoglie un evidenziatore abbandonato sotto un'arcata del ponte che attraversa il fiume. Il pennarello esplode tra le mani della piccola, procurandole gravi lesioni a tre dita della mano e all'occhio destro. Per gli investigatori si tratta di uno degli ordigni rudimentali di Unabomber, terrorista anonimo che da anni colpisce in Veneto e Friuli.

La nazione festeggia la fine della Seconda guerra mondiale e la vittoria della Resistenza italiana
RICORDIAMOLI

LA RESISTENZA AL NAZI-FASCISMO

Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, parlando al popolo italiano, riferisce La Stampa, il 26 aprile 2000, ha sottolineato che la ?Resistenza non si riscrive? affermando: ?No a ?un improponibile revisionismo?. La Resistenza fu un moto di popolo, frutto di una ?reazione spontanea e largamente diffusa?. Ebbe molte forme, non solo quella dei partigiani sulle montagne; resistenti furono anche i civili che li aiutarono, i militari che si schierarono con il Regno del Sud, i prigionieri di guerra che rifiutarono di andare a Sal??. Carlo Azeglio Ciampi parla in uno ?spirito di riconciliazione?. Ma questo non significa che il capo dello Stato sia disposto a sacrificare le proprie idee al consenso di tutti. ?Non esiste una storia sacra, anzi, ?la storia ? un?azione di ricostruzione lenta e paziente, va arricchita ogni giorno di nuovi approfondimenti, di nuove testimonianze?; ma ?ci? non ha nulla a che vedere con un improponibile revisionismo. Per questo ? importante celebrare il 25 aprile, anniversario della Liberazione?.

I valori della Resistenza e dell?antifascismo sono, nella visione del Quirinale, le fondamenta dell?Unione europea. E non possono essere notizie anche allarmanti, come quelle in arrivo dalla Francia, a mettere in discussione la saldezza di quelle fondamenta. ?Quella europea ? una ?democrazia forte?, ?generatrice di pace?; ? ?l?Europa dei valori, della libert?, della giustizia, del rispetto della dignit? umana, della solidariet?, della forza serena di Stati democratici che oggi si riconoscono in una comune cittadinanza, domani in una Costituzione?. Questa ? la ?nostra Europa?, e non ? un?astrazione o una macchina burocratica, ha fondamento democratico e gode del ?consenso dei cittadini europei?, come non solo i sondaggi ma anche il successo dell?operazione euro confermano?.

In questo giorno di esultanza di tutto il popolo, specialmente quello della mia generazione, per la riconquistata libert? agognata per vent?anni, voglio ricordare il sacrificio di Salvo D'Acquisto.

Salvo D?Acquisto, primo di cinque fratelli, nasce a Napoli il 17 ottobre 1920. Di carattere serio e riservato, frequenta gli Istituti Salesiani, ed al compimento del diciottesimo anno di et?, il 15 agosto del 1939 si arruola nell?Arma dei Carabinieri,frequenta il corso Carabinieri effettivi. L? si forma professionalmente come tutore della legge e come uomo. Fin dal primo giorno di vita militare, Salvo affronta questa nuova esperienza con sacrificio ed impegno, restando in contatto con la famiglia attraverso toccanti lettere. Diviene carabiniere il 28 ottobre 1940 ed ? assegnato alla Compagnia Comando della Legione di Roma; poi passa presso il nucleo fabbricazioni di guerra. Con l?entrata in guerra dell?Italia, nel novembre del 1940 si arruola volontario per l?Africa settentrionale. Il 28 ottobre dello stesso anno ? mobilitato con la 608.a Sezione Carabinieri e sbarca a Tripoli il 23 novembre successivo. Trascorre alcuni mesi al fronte, fino a quando rimane ferito ad una gamba.Rientra in Italia ed ? aggregato alla Scuola Centrale Carabinieri di Firenze per frequentare il corso accelerato per la promozione a vice brigadiere, grado che consegue nel dicembre. Una settimana dopo ? destinato alla stazione di Torrimpietra, allora una borgata rurale, a trenta chilometri da Roma. Dopo l'otto settembre 1943, un reparto di SS s?installa in una caserma delle Guardie di Finanza, situata nella Torre di Palidoro, nelle vicinanze di Torrimpietra. La sera del 22 settembre, alcuni soldati tedeschi, rovistando in una cassa, provocano lo scoppio di una bomba a mano: uno dei militari rimane ucciso e altri due sono gravemente feriti. L'episodio, del tutto fortuito, ? attribuito dai tedeschi ad un attentato dei partigiani.

La mattina dopo, il comandante del reparto, si recai nella Stazione di Torrimpietra per cercare il comandante, in assenza del maresciallo titolare della stazione, vi trova il vice brigadiere D'Acquisto, al quale ordina di individuare i responsabili dell'accaduto. Il giovane sottufficiale tenta invano di farlo ragionare e di convincerlo che si ? trattato solo di un tragico incidente.L'ufficiale tedesco ? irremovibile e decide una rappresaglia. Poco dopo, Torrimpietra ? circondata e ventidue inermi e innocenti cittadini sono rastrellati, caricati su un camion e trasportati ai piedi della Torre di Palidoro. Il vice brigadiere Salvo D'Acquisto, si rende conto che sta per accadere l'irreparabile, affronta una seconda volta il comandante delle SS, nel tentativo di ricondurlo ad una valutazione oggettiva dell'accaduto. Nuovamente la risposta ?: ?Trovate i colpevoli!?

Alle rimostranze del giovane sottufficiale, l'ufficiale nazista reagisce con irragionevole spietatezza. Gli ostaggi sono costretti a scavarsi una fossa comune, chi con delle pale, chi a mani nude. A questo punto Salvo D'Acquisto si autoaccusa come responsabile dell'attentato e chiede che gli ostaggi siano liberati. Subito dopo la liberazione degli ostaggi, il vice brigadiere cade riverso nella fossa, con il petto squarciato da una scarica del plotone d'esecuzione nazista. Aveva solo ventitr? anni!!

Il 4 novembre 1983, nella sede dell'Ordinariato Militare, ? stato insediato il Tribunale ecclesiastico chiamato a decidere della causa di beatificazione del vicebrigadiere dei Carabinieri Salvo D'Acquisto.

Bibliografia:AbBeCeDario del carabiniere - Dizionario storico essenziale per la conoscenza dell'Arma. A cura di Paolo Di Paolo, con la collaborazione di Aldo Raciti ? edizione a cura del Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri; Nei Secoli Fedele di Mario Puricelli.

IL POETA DELLA SETTIMANA

DANTE STRONA: ?POETA DELLA RESISTENZA?
Quando Antonio Russi sul n? 1 di ?Aretusa? apr? la polemica sulla poesia pura, o ermetica, era l'aprile 1944. Dopo due anni riprese lo stesso discorso su ?La Strada? affermando, che ?questo? tipo di poesia era limitato alla borghesia perch? vuoto e si svolgeva in un tempo anonimo. Preludendo alla poesia della Resistenza, non immaginava, che questa, iniziata per gioco, sarebbe diventata ben presto grido, ribellione, manifesto, proposta, odio, amore, speranza. Da questi presupposti nasce e si sviluppa la poesia della resistenza di Dante Strona, che non ? pi? poesia del dopoguerra, o neorealistica, ma di memoria. Egli ha accettato senza riserve la dichiarazione di Elio Filippo Accrocca ?la poesia non ha soltanto lo scopo di consolare l'Uomo? ma deve servire agli altri come strumento di lotta. In questo caso la poesia pu? diventare un'arma!? Dante Strona non ha fatto sua solo la dichiarazione di Accrocca, ma ha impresso nella sua anima, con caratteri di fuoco i bellissimi versi

?Stranieri pi? non siano i fratelli/

tornando amore a governare il mondo?:

un'esortazione evangelica che Dante Strona ha abbracciato.

Da questo periodo la poesia di Strona non ? pi? neorealistica, non ? pi? della Resistenza, non ? pi? sociale e soltanto tale, ma anche religiosa perch? immanente ? la presenza di Dio, in ogni azione del partigiano, in ogni parola concepita musicalmente per ricordare agli uomini di essere solo e sempre tali di fronte a se stessi e alla natura.

Cos? la poesia di Strona passa con tremore lirico dal tono epico a quello elegiaco con pluralit? di motivazioni e di soluzioni poetiche. Sembra che proprio qui sussistano anche elementi neorealistici, con l'ampiezza del verso e il suo facile fluire; il rifiuto della metafora e della analogia, il cercare soluzioni popolareggianti o fiabesche, ma se gli schemi neorealistici appaiono risolti, anche l'immediata chiarezza del linguaggio ? risolta.

RESISTENZA

?Nulla di ci? che noi progettiamo

ha termine in questa vita,

e solo finisce ci? che s'ama?.

Alessandro Parronchi



Resistenza era Vangelo da portare

nelle case, come lume di speranza,

e pagina di fede la testimonianza

dei vivi, rimasti a ricordare ?

e sentire la Libert? nelle mani

cos?, sul desco, la luce a sera.



Resistenza era il libro da aprire

sui banchi di tutte le scuole

dove, ancora, si studiano date

e s'impara, distratti, a memoria

quanto si scorder? nella vita.

I bimbi non avrebbero dimenticato.



Resistenza era la cittadinanza

dell'operaio nella sua fabbrica,

del bracciante sulla sua terra ?

fabbriche e terre di tutti

e di nessuno: la fonte, solo,

del pane e del vivere sereno.



Resistenza era diniego all'ignavia,

alla violenza ai soprusi all'odio,

al sangue allo spreco alla fame ?

era il guanto di ferro spietato

per fascismi d'ogni colore, lama

scattante per immemori artigli.



Resistenza era un dono troppo grande

per i nostri vent'anni, acerbi

come more verdi celate in siepi

dove il pettirosso ha un trullo d?ali

e la sua macchia rossa sul petto

ricorda il morire in un abbraccio

d'amore dei nostri eroi giovinetti.



Resistenza sia il segno che resta

nell'ombra di croci germogliate

nelle valli e nelle mille strade

come viole l'Aprile, tra l'erbe

e le prode dei fossi dove l'onda

di un rivo raccoglie dai sassi

una leggenda, da portare lontano.



E non resti quella Primavera

solo serrata nelle pagine grigie

di libri di storia, su uno scaffale.

Dante Strona nasce a Biella nel 1923, prende parte alla lotta di Liberazione militando nelle file della XII Divisione Garibaldi ?Nedo?, biellese. Annovera oltre cento premi letterari. Sulla sua poesia sono state fatte due tesi di laurea; ? morto Fontaneto d?Agogna, in Provincia di Novara il 26 dicembre 1988.

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?QUAL BENE?
e

?UCCELLI SENZ?ALI?

il piccolo grande mondo poetico

di

GIUSEPPE AMBROSECCHIA


Giuseppe Ambrosecchia ? nato a Matera, sotto il segno del Leone nel 1951, dove vive e opera come commercialista; ? Consigliere Nazionale Cassa Previdenziale dei Ragionieri e del Consiglio Nazionale dei Ragionieri Commercialisti.

Ha iniziato a scrivere versi che aveva quattordici anni, vinto dal dolore per la morte del padre. La sua poetica, come vedremo ? contraria a qualsiasi forma di edonismo e di esibizionismo fine a se stessa, ha sempre aborrito pubblicare o partecipare a concorsi letterari, fino all'incontro con l'Accademia Salentina delle Lettere, la quale nella nomina ad Accademico, sottolinea, che: ?rifugge i compiaciuti formalismi della ricercatezza frivola, a vantaggio di una lirica di immediata e suggestiva lettura. I suoi versi cantano l'uomo e il divino, la donna e l'amore, la terra natale, con alcune assonanze pascoliane che, assumono connotazioni di grande originalit? e spessore?.

Seguo Ambrosecchia, da qualche anno, ma non riuscendo a sapere il cognome, ho sempre ?imbalsamato? le mani, perch? non sapevo a cosa aggrapparmi per parlare scientemente del suo mondo poetico.

Ho scelto due poesie: ?Qual bene? e ?Uccelli senz?ali?, per dare a voi la possibilit? di eleggere, tra le due, la poesia del mese di Poeticamente.

Ambrosecchia nasce Poeta sui banchi di scuola, incamerando inconsciamente quel clima letterario che celebra sia l'epopea del singolo, impegnato nell'affermazione del principio di libert? individuale, sia il nazionalismo, incentrato sul concetto di patria e su un forte senso della storia dei popoli. Ed ? proprio il romanticismo che lo affascina appena si affaccia al potere in tutta Europa. Nel fulgore della pubert? incamera involontariamente, gli ideali manifestati da Ugo Foscolo attraverso le Ultime lettere di Jacopo Ortis, Dei Sepolcri e i Sonetti. Apprende da Alessandro Manzoni l'esigenza di coinvolgere un pubblico sempre pi? numeroso nella fruizione letteraria; partecipa intensamente allo spirito di Giacomo Leopardi e della sua epoca; la connotazione nel senso delle proprie capacit? poetiche e l?approfondimento della propria ricerca su Giosu? Carducci; e affianca a questa nuova corrente poetica quella verista di Giovanni Verga, il pi? vicino alla sua mentalit?, seppure ancora ragazzo, i Malavoglia e Vita dei campi gli danzano, martellanti nella mente perch? raccontano l'esistenza dei vinti, di chi cio? ? sopraffatto dai mutamenti introdotti dalla Rivoluzione Industriale e dall'avvento del capitalismo; mentre nella sua Matera i sassi si fanno sempre pi? roventi, e la terra pi? arida del deserto.

Ecco perch? queste due poesie che ho scelto sono un inno alla bellezza, la sola capace di confortare l?animo angosciato dell?uomo imberbe e verso cui il Poeta che si protende, alla ricerca di un?armonia dello spirito e degli affetti, nel tentativo di superare le contraddizioni e le asperit? dell?anima.

?Pi? in alto

tendiamo portare ogni muto

desiderio perch? s'avveri; ma

alle apparenze in coda il male

l'anima accora e la paura

accresce la certezza dell'essere

deboli: la luce si fa terrore

e tenebra la penombra

dimentichi che la terra ? madre,

il cielo ? madre, madre

il mare e non una d'esse,

anche ad una creatura sola,

giammai neg? il suo seno?.

Questi versi esprimono la duplicit? della vena poetica di Ambrosecchia, da un lato pervasa di ansia romantica,di forti sentimenti, di passionalit?, dall?altra nostalgica di un mondo rasserenante, che per? vive come un sogno che sublima la drammaticit? della vita. La sua Arte trae origine dalla rappresentazione autobiografica, fatta di ricordi ancora dolorosi, di fobie, di pulsioni profonde. Con gli occhi chiusi, nasce l?opera di iniziazione sentimentale ed erotica di un adolescente che presenta infiniti punti di contatto con l?ambiente in cui ? nato e vive. Soprattutto c'? il lato sociale del problema, legato alla massiccia presenza del latifondo,che secondo Levi ?il vero nemico, quello che impedisce ogni libert? e ogni possibilit? di esistenza civile ai contadini, ? la piccola borghesia dei paesi. Questi coni rovesciati, questi imbuti, si chiamano Sassi?. Hanno la forma con cui, a scuola, Giuseppe ha immaginato l'Inferno di Dante. In quello spazio tra le facciate e il declivio passano le strade, e sono insieme pavimenti per chi esce dalle abitazioni di sopra e tetti per quelle di sotto. Alzando gli occhi vede apparire finalmente, come un muro obliquo, tutta Matera. Ma l?esperienza umana e letteraria di Ambrosecchia continua a essere esemplare, perch? manifesta, una personalit? d?eccezione, quella che determina il passaggio di un periodo ad un altro; fatto fondamentale nello sviluppo della cultura italiana.

?Fiumane interminabili

si tengono per mano

e il mondo si rinfranca;

immacolati i cuori,

fratelli nel bene,

s'aprono ai pascoli celesti

e semi e piante ed esseri

viventi uniti cantano

la gioia d'esistere; tracimano

argini, nell'aria esplode

d'Iddio la voce; anche tu ne godi

e finanche il pianto si fa gioia?.

Nel mondo latino il concetto di individuo come indivisibile ? sviluppato da Seneca nel De providentia, in cui afferma che ?certe cose non si possono separare dalle altre, ma sono ad esse congiunte, sono indivisibili?. I caratteri deboli sempre inclini al sonno o a una veglia che somiglia al sonno, sono composti di elementi inerti; per formare un uomo, di cui si debba poi parlare con rispetto, ? necessario un tessuto pi? solido. Nel mondo moderno il concetto di individuo come indivisibile ? presente, tra gli altri, in Giordano Bruno: ?tutto il che si vede e fassi aperto per gli accidenti fondati su le dimensioni, ? puro accidente; rimanendo pur sempre la sustanza individua e coincidente con la individua materia? Lo stesso concetto ? ribadito da Ambrosecchia, ma non delineato sul piano metafisico, per Lui il concetto dell?universo infinito: ?non ? ragione n? senso che, come si pone un infinito, individuo, semplicissimo e complicante, non permetta che sia un infinito corporeo et esplicato? (G.Bruno: De l?infinito universo e mondi).

Da qual bene illumina completamente il mondo poetico di Ambrosecchia:

?Qual bene vale pi? del volto

che rimetti sul cuscino

e il sonno lo distende??

Fin dall'inizio in questa lirica, quasi senza rendersene conto, Ambrosecchia scardina dall'interno la lingua della poesia italiana, con esiti sorprendenti. Emblematico da questo punto di vista ? il verso ?Qual bene vale pi? del volto?, annunciando una poesia impressionistica, anche se per certi effetti decadente, ma di un decadentismo privo di accenti morbosi o di malsane volutt? d'alcova: l'eros, o semplicemente l'amore per la donna, non esiste, se non per timidissime occhiate furtive. Siamo davvero davanti alla voce di un bambino che non riesce a diventare adulto, che ha fermato la sua crescita il giorno in cui ? morto il padre.

Accanto al mistero che, riesce a dargli serenit? nel vedere il volto sul cuscino che si distende nel sonno, avvolge in un tutto l'infinit? delle piccole cose e delle grandi e quasi precipita nel nulla, permea di s? la vita. Ma non si tratta di abbandono romantico intriso di ideali.

?Mi respiri accanto

come un bambino

sul petto della madre

che di lui si bea

ed ogni gesto cura

per assecondargli il sonno?.

Ambrosecchia d? il meglio di s? e attinge la perfezione in queste malinconie venate di pace familiare, qui, in questa straordinaria bellezza, l'evocazione non ? che una struggente preghiera della sera: ?sul petto della madre/che di lui si bea/ed ogni gesto cura?. Senza dubbio ci vuol poco per cadere nei gorghi del facile effetto e del sentimentale, nella lacrima facile; ma Ambrosecchia non vi cade mai, forse li sfiora, li vede, ma se ne tiene lontano. Questa ? la sua forza e la sua grazia, che fa della sua opera un esempio straordinario di poesia moderna.

?Cos? mi accorgo
del dono immenso
che Iddio mi ha posto accanto:
dormi! In te ? certezza
il contatto - non importa
s'? solo con l'alluce che mi sfiori -;
purch? io ci sia, profonda
? la quiete in cui t'avvolgi:
in me la stessa ricuce ogni ferita
e negli occhi il pianto
d'ogni dolore asciuga?.

Quanto pi? il Poeta esce da se stesso e dal suo mondo per cercare altri approdi, tanto pi? diventa moderno: il virtuosismo sostituisce la virt? espressiva e la lingua si fa speciale, ricca di quella bellezza radicale riconoscibile perch? singolare.

Ambrosecchia riesce ad essere un grandissimo Poeta, perch? la sua concezione di poesia: per certi versi opposta ? alla grandezza di Leopardi e d?altri Poeti famosi sui quali si ? formato giovinetto suo banchi di scuola; mette in atto una rivoluzione radicale, anche se lieve, ma non ? mai un Poeta in crisi perch? privo di certezze, con ardita serenit? e cosciente di quello che vuole e fa, immette in forme antiche il soffio di una sensibilit? oltre novecentesca, pervasa dal dubbio e non pi? in grado di dare risposte assolute. Artista di trapasso, inaugura e percepisce le inquietudini che sono nell'aria. Grande ? la sua influenza presso i neo modernisti, giungendo fino a lambire alcuni aspetti dell'ermetismo montaliano. La sua sperimentazione, spinta al limite del balbettio e dello sgretolamento metrico e prosodico, onomatopea, uso del parlato, multilinguismo, avr? non poca parte nell'evoluzione di poeti che vivono nel mondo internetiano, soprattutto per il modello stilistico, il timbro dell'espressione, la possibilit? stessa del conoscere poetico.

QUAL BENE

Qual bene vale pi? del volto
che rimetti sul cuscino
e il sonno lo distende?
Mi respiri accanto
come un bambino
sul petto della madre
che di lui si bea
ed ogni gesto cura
per assecondargli il sonno.
Cos? mi accorgo
del dono immenso
che Iddio mi ha posto accanto:
dormi! In te ? certezza
il contatto - non importa
s'? solo con l'alluce che mi sfiori -;
purch? io ci sia, profonda
? la quiete in cui t'avvolgi:
in me la stessa ricuce ogni ferita
e negli occhi il pianto
d'ogni dolore asciuga.



UCCELLI SENZ?ALI

Pi? in alto
tendiamo portare ogni muto
desiderio perch? s'avveri; ma
alle apparenze in coda il male
l'anima accora e la paura
accresce la certezza dell'essere
deboli: la luce si fa terrore
e tenebra la penombra
dimentichi che la terra ? madre,
il cielo ? madre, madre
il mare e non una d'esse,
anche ad una creatura sola,
giammai neg? il suo seno.
Fiumane interminabili
si tengono per mano
e il mondo si rinfranca;
immacolati i cuori,
fratelli nel bene,
s'aprono ai pascoli celesti
e semi e piante ed esseri
viventi uniti cantano
la gioia d'esistere; tracimano
argini, nell'aria esplode
d'Iddio la voce; anche tu ne godi
e finanche il pianto si fa gioia.
Noi incoraggiati e liberi
cos? in alto reggiamo i fianchi.

Le poesie sono di Giuseppe Ambrosecchia
Commento di Reno Bromuro
Roma 18 aprile 2004
A quale delle due poesie dobbiamo assegnare, o meglio volete assegnare il titolo di poesia del mese di maggio 2004? Mentre aspetto il vostro parere, i vostri consigli, vi abbraccio con tutto l?amore che posso, Reno
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QUANDO TI ACCORGERAI


Quando ti accorgerai di non avermi amato

come avresti dovuto, vorrei esserci

per poterti cullare come nell?infanzia

per darti i baci che non hai voluto

per dirti le cose che non hai ascoltato:



asciugarti le lacrime coi baci

pi? ardenti e arretrati e leggere

sul volto, finalmente, la serenit?

?quella? che hai sempre rifiutato.



Quando capirai il mondo che hai perduto

vorrei esserci per crearlo e donartelo

anche se mai l?hai voluto e non ho capito.

********************************
Un abbraccio con tutto l'amore che posso, Reno
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settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro
Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (non profit)



26 aprile 2002: otto poliziotti, tra cui il vicequestore Carlo Solimene e il commissario capo Fabio Ciccimarra, a Napoli sono raggiunti da un ordine di arresto per i presunti abusi compiuti il 17 marzo 2001 contro i manifestanti del Global Forum. E per la prima volta le forze dell'ordine si ribellano alla decisione della Magistratura: oltre cento colleghi degli indagati si ammanettano davanti alla sede della questura di Napoli per impedire l'esecuzione della custodia cautelare.

27 aprile 1993: il maresciallo Gennaro Antuori e l'agente di polizia Michele Del Giudice sono uccisi a Napoli da due giovani. A Firenze, nei pressi degli Uffizi, esplode una bomba che provoca il crollo della Torre dei Pulci, sede dell'Accademia dei Georgofili. Muoiono una famiglia di quattro persone e uno studente, i feriti sono trentasei. Risulter? danneggiata anche la Galleria degli Uffizi.

28 aprile 2000: la Camera, con 319 voti favorevoli, 298 contrari e cinque astensioni, concede la fiducia al governo Amato. Il Polo promette un?opposizione durissima.

29 aprile 1993: la Camera respinge a scrutinio segreto le richieste di autorizzazione a procedere per corruzione e per ricettazione e la richiesta di fare perquisizioni avanzate dalla procura di Milano, all?Onorevole Craxi. Accoglie, invece, le richieste riguardanti la violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti e la corruzione a Roma. In aula l'esito della votazione ? accolto da proteste; in diverse citt? si svolgono manifestazioni spontanee. I ministri del PDS e il verde Rutelli si dimettono dal governo. Il procuratore capo di Milano Francesco Saverio Borrelli annuncia un ricorso alla Corte costituzionale. Il 3 maggio Andreotti rinuncer? all'immunit? parlamentare; il cinque alla Camera la giunta per il regolamento introdurr? il voto palese nell'esame delle autorizzazioni a procedere.

30 aprile 1985: Giovanni De Leonardo, agente di polizia stradale, ? assassinato dai terroristi neofascisti dei NAR sull'autostrada Roma-L'Aquila.

01 maggio 1999: il pacifico corteo del 1? Maggio a Torino si ? trasformato in ripetuti scontri tra forze dell?ordine e occupanti dei centri sociali della citt?: Centotredici giovani sono fermati e denunciati. Sempre il 1? maggio, un anno dopo, a Roma si ? svolto il Giubileo dei lavoratori. Per la prima volta un Papa partecipa alla festa del 1? maggio: Giovanni Paolo II ha dichiarato che occorre globalizzare la solidariet? e che sia ristabilita la giusta gerarchia dei valori, con la dignit? umana al primo posto.

02 maggio 1991: Giovanni Spadolini gi? Presidente del Consiglio dal 1981 al 1982 e Ministro della Difesa nel 1983, ? eletto Senatore a vita.

02 maggio 1999: con una cerimonia in Piazza San Pietro, gremita da migliaia di fedeli, papa Giovanni Paolo II ha proclamato beato Padre Pio da Pietralcina. Questo grande afflusso di pellegrini, anche se inferiore al previsto, ? stata una prova generale in vista del Giubileo.
RICORDIAMOLI
PRIMO MAGGIO

Il primo maggio ? la festa annuale dei lavoratori: la sua origine risale alla lotta sostenuta dai lavoratori dei Paesi pi? industrializzati per ottenere la giornata lavorativa di otto ore. Il Congresso dell'Internazionale, riunitosi a Parigi nel 1889 fonda la Seconda Internazionale, indicendo una grandiosa manifestazione in tutti i Paesi e in tutte le citt? per presentare ai pubblici poteri la richiesta di ridurre l'orario giornaliero di lavoro a otto ore.

La Seconda Internazionale costituita sotto forma di Associazione, raggruppa quanti, nel campo ideologico, politico, sindacale, economico, sono legati da un'unica fede o da un unico interesse, a qualsiasi popolo appartengono.In senso specifico, l'Associazione Internazionale dei Lavoratori, creata da Karl Marx nel 1864 e durata, attraverso molte vicende, trasformazioni e contrasti, sino alla Seconda Guerra Mondiale. Gli storici per? citano tre Internazionali, che si sono succedute nel tempo con caratteristiche diverse, e una cosiddetta Quarta Internazionale, sorta in opposizione alla Terza, che fu solo progettata e non ebbe pratica attuazione.

La Seconda Internazionale ? nata nel 1889 durante il congresso inaugurale di Parigi, per opera dei partiti politici di fede Socialista che sostituiscono quasi dappertutto le leghe operaie come organi direttivi del movimento dei lavoratori. Al primo congresso altri ne seguirono: a Bruxelles (1891), a Zurigo (1893), a Londra (1896), a Parigi (1900), ad Amsterdam (1904), a Stoccarda (1907), a Copenaghen (1910) e a Basilea (1912). Questi congressi riaffermano il principio della ?lotta di classe? nel campo politico e ribadiscono la necessit? di non accettare ?l'ordine costituito? e le istituzioni delle classi dominanti se non come espediente per raggiungere fini immediati e preparare meglio la vittoria finale del socialismo.

Per l?attuazione di queste idee si propone la data del 1? maggio per una festa annuale dei lavoratori di tutto il mondo; si d? inizio all'organizzazione di un proletariato rurale accanto a quello dei centri industriali; si proclama l'opposizione radicale dei lavoratori alla guerra in genere e in particolare al colonialismo sfruttatore dei popoli poveri. Nel corso di un ventennio i partiti socialisti finiscono per prevalere sulle organizzazioni prettamente operaie, con la conseguenza di alimentare accesi dibattiti sulle grandi questioni politiche. Ma le divisioni tattiche e strategiche tra i vari partiti socialisti indebolirono la Seconda Internazionale che allo scoppio della Prima Guerra Mondiale entr? definitivamente in crisi. La componente antibellicista tenta inutilmente, durante la Conferenza di Zimmerwald del 1915, di Kiental del 1916 e di Stoccolma del 1917, di organizzare una Commissione socialista internazionale, mentre i partiti socialisti di sinistra si nel 1919 si orientano verso l'Internazionale comunista e quelli moderati si impegnano vanamente nel rilancio della Seconda Internazionale sia a Berna nel 1919, sia a Ginevra nel 1920. Tra queste due posizioni inconciliabili prende corpo, nel 1921 a Vienna, l'Unione dei partiti socialisti per l'azione Internazionale detta anche Internazionale due e mezzo.

Questa fondata da Adler e Faure, mira a favorire l'unit? d'azione del proletariato internazionale prescindendo dalle scelte del metodo democratico propugnato dalla Seconda Internazionale o rivoluzionario sull'esempio bolscevico della Terza. Un nuovo tentativo di riunificare il fronte socialista si ha ad Amburgo nel 1923, con la costituzione dell? Internazionale Operaia e Socialista, ma il persistere di vecchie divisioni che hanno gi? minato la Seconda Internazionale rendono sterile quest'organismo che si scioglie nel 1940. Solo nel 1951, con la conferenza di Francoforte sul Meno, si ricostituisce una nuova Internazionale Socialista, su basi, completamente diverse dalle precedenti.

Con questa ricorrenza si ? voluto fissare al Primo Maggio per ricordare i Martiri di Chicago, che nelle stessa data, del 1886, sono stati condannati a morte.

Il Martirio del Gruppo di operai di questa Chicago condannati all'impiccagione sotto l'accusa di aver lanciato il 1? maggio 1886 una bomba dopo un comizio dei Cavalieri del Lavoro per l'introduzione delle otto ore di lavoro giornaliere. Il tribunale, pur non potendo, a detta dello stesso presidente, provare in alcun modo l'accusa, condann? all'impiccagione, tra i numerosi arrestati, otto operai: George Engel, Louis Lingg, August Spies, Alfred Parson, Micael Swab, Adolf Fisher, Oscar Webb, Samuel Fulden. Il fatto ? all'origine della Festa del Lavoro del 1? maggio.

IL POETA DELLA SETTIMANA
MARINA TOROSSI TEVINI

La triestina Marina Torossi Tevini ? laureata in lettere classiche. Ha pubblicato nel 1991 la raccolta di poesie ?Donne senza volto? per i titoli della ?Edizioni Italo Svevo?.

Nei vari concorsi letterari cui ha partecipato annovera un Secondo posto nel premio ?Parchetti? di Zagarolo, un terzo al premio Cesare Pavese; nel 1994 la raccolta di racconti ?Il maschio ecologico? Campanotto editore ? stata finalista al ?Carrara Hallstammer? e nel 1997 la raccolta di poesie ?L' unicorno? uscito con tipo dello stesso editore ha ricevuto il premio speciale della Giuria al Felsina 1997, menzione speciale al ?Via di Ripetta? 1998. Sue opere sono state incluse in varie antologie letterarie tra cui ?Nella fucina delle parole?,?Centotrentotto mirabili istorie? e ?Poeti triestini contemporanei?.

Ha ricevuto numerosi riconoscimenti per opere inedite. Recentemente ha pubblicato la raccolta di racconti ?Il migliore dei mondi impossibili?, Campanotto Editore.

Gi? mi occupai di quest?Autrice, non molto tempo fa.

Le sue liriche respirano aria primaverile inondano questo piccolo angolo dove siedo, mi entrano nei polmoni ed ? un toccasana che fa resuscitare.

Le nuove liriche di Torossi Tevini sono inni a gola spiegata del sentimento vissuto e dei suoi modi di vivere tra il tutto e il niente, tra il cemento della citt? e i fiori che emanano il profumo che le giunge oltre la cortina di smog, sono la fioritura estrosa della forma poetica pi? sua, quella del soliloquio e del colloquio, nei quali gi? appaiono i modi pi? originali in altre poesie. Dal soliloquio si allontana per permettere al soliloquio e iniziare il colloquio con se stessa, che oggi artisticamente ? giudicato un colloquio dimezzato, ma non perde importanza nella storia dell'arte torossiana, sia per l'atteggiamento interiore, cio? per il tentativo di rappresentare a pieno l'indifferenza e l'inconsapevolezza, sia per la ricerca stilistica.

Tra l'essere e il non essere si apre per Lei l'indefinito, in cui la fantasia si sofferma come rapita dalla possibilit? di tutte le immaginazioni: quel senso lirico ? in Lei acuito da una singolarissima percezione, quella che nel perenne divenire tiene le cose tra l'essere e il non essere; ama il profumo della natura: fiori, erba bagnata di rugiada, della terra appena ? spiovuto, ed ? per Lei quasi il perenne formarsi delle cose, l?alternarsi dell?olezzo del catrame e dello smog cittadino e il desiderio che in quel caos crescano fiori. Appunto questo spazio di tempo tra la vita e la non vita, non ? ancora la catastrofe, quella in cui il mondo inizia gi? a trascolorare, ma non ? ancora certa che questo sia prossimo.

Nulla ?, tutto diviene. L'io ed il non io sono il frutto di un?illusione terrestre. Questo ? gi? uno dei suoi modi contemplativi; questo ? il pensiero pi? insistente di molte prose e poesie del passato e del presente che per sua volont? fa camminare di pari passo verso la medesima via.

Che cosa sono nella sua immaginazione le creature umane, passate sulla terra prima di noi? Sono ombre divise dal mistero del non essere pi?,ma rimane a contemplare i colori al tramonto o all?alba riempiendomi i polmoni del loro profumo, oppure del non essere ancora.

?sopra la nostra distruzione orrenda

sopra le nostre imperfezioni e rabbie?

Mai come oggi mi sono sentita schiava della apparenza, innamorata folle di tutto ci? che ? forma, colore, ombra, luce. Poesie, racconti, novelle, non sono per Lei che forme, colori, ombre, luci, parole tra l'essere e il non essere. In questo modo di contemplare incide il suo attimo d?attesa, il suo desiderio, il suo pi? segreto diapason lirico.

I GLICINI



I glicini riempivano la strada

di profumo e di lilla

- e non pensare

che sempre e soltanto si sprofondi

in un mare di grigio -

Ci saranno pure gli strappi

nella rete

che ci trattiene

e la vita che grida

e la dolcezza

delle sere d'aprile



I fiori rispuntati

a grappoli a fragranze

a fragili cristalli

a cascate di lilla chiaro

ci stupiscono sempre

di dolcezza

E il tarassaco

nutrito di catrame

rinasce sull'asfalto

a lato

e ride

della sua forza antica



Rester? la natura sopra tutto

sopra la nostra distruzione orrenda

sopra le nostre imperfezioni e rabbie

sopra la nostra frenesia

furiosa

sopra la nostra transeunte vita



Nella stanza smisurata vagoliamo

formiche ospiti di un mondo

sproporzionato

al nostro microcosmo,

armate s?

di lunghe avide mani

ma pur sempre minuscole

nel tutto



E il tarassaco rispunter? ancora e sempre

quando un giorno saranno

distrutte le grigie citt?

dell'Occidente.

Altrove s'ergeranno i manufatti

dell' umana vicenda

altri cieli vedranno

ancora altre vite,

altre illusioni

e l'uomo intento a lasciare

il proprio graffio

prima di passare per sempre

nella notte

(Marina Torossi Tevini da ?L?unicorno? Campanotto editore 1997)

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Supplemento al n? 0591

25 APRILE FESTA DELLA BANDIERA ITALIANA

?vessillo di libert? conquistata da un popolo che si riconosce unito?

(Carlo Azeglio Ciampi Presidente della Repubblica Italiana)

La Sala del Tricolore, dove i vari vessilli che si sono susseguiti durante gli anni, prima nel Risorgimento, poi nelle varie fasi della lotta per l?indipendenza, fino alla Resistenza, esposti nelle sue varie forme nel Museo del Tricolore, ? stata costruita su progetto dell'architetto Lodovico Bolognini tra il 1772 e il 1787, la Sala originariamente era destinata a sede dell'archivio generale della Municipalit?. Ma il 27 dicembre 1796 ospitando il Congresso dei Deputati di Reggio, Modena, Bologna e Ferrara che, dopo la proclamazione della Repubblica Cispadana, il 7 gennaio 1797 ? adottato come vessillo il tricolore bianco rosso e verde.

E? cos? che Napoleone ?entrato da vincitore a Milano il 10 maggio 1796, promuove l?organizzazione della ?Legione Lombarda?, forte di tremilaquattrocentosettantuno uomini, nella quale ognuna delle sette coorti ha il suo stendardo tricolore Nazionale Lombardo distinto per numero, ed ornato degli emblemi della Libert??.

Nella seduta del 7 gennaio 1797 i delegati della Repubblica Cispadana, accogliendo una mozione di Giuseppe Compagnoni, decretano ?che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di tre colori verde, bianco e rosso?. Nasce il Tricolore come vessillo nazionale. La prima bandiera tricolore Cispadana ha i colori disposti in tre strisce orizzontali: il rosso in alto, il bianco in mezzo, il verde in basso. Al centro ? dipinta la Faretra con quattro frecce, a simboleggiare l'unione delle quattro popolazioni di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Le lettere ?R? e ?C?, poste ai lati sono le iniziali di Repubblica Cispadana. La ricostruzione storica del primo tricolore ? di Ugo Bellocchi.

L?Undici maggio 1798, il Gran Consiglio della Repubblica Cisalpina, decreta che ?La Bandiera della Nazione Cisalpina ? formata di tre bande parallele all'asta, la prossima all'asta verde, la successiva bianca, la terza rossa. L'asta ? similmente tricolorata a spirale, colla punta bianca?. Tale risoluzione ? molto spesso disattesa: per almeno quattro decenni, infatti, le bandiere con il tricolore sono composte con modalit? variabili nell'accostamento e nella disposizione, sino alla definitiva codifica del 1848.

Il 20 agosto 1802, su proposta del Ministro della Guerra Trivulzi, il Governo della Repubblica approva il cambiamento della ?Bandiera di terra e di mare? dello Stato. La forma del nuovo vessillo sar?, ?un quadrato a fondo rosso, in cui ? inserito un rombo a fondo bianco, contenente un altro quadrato a fondo verde?. La decisione adottata rester? in vigore, fino al 1814, anche dopo la proclamazione del Regno d? Italia, con lievi varianti riconosciute ai drappi di taluni reparti militari o adottate in circostanze particolari.

Durante i moti liberali del 1831, scoppiati a Modena per iniziativa di Ciro Menotti il tricolore ? di nuovo sventolato. Gli insorti col vessillo in testa estendono i moti fino a Parma e a Bologna. A Reggio Giuditta Bellerio Sidoli, vedova del patriota reggiano Giovanni Sidoli, porta alla Guardia Civica costituita per l?occasione, la bandiera tricolore che ? esposta al balcone del Municipio. Dopo il fallimento dell'insurrezione, a Modena la contessa Rosa Testi Rangoni ? condannata a tre anni di reclusione per aver cucito una bandiera tricolore. A Marsiglia Giuseppe Mazzini fonda la Giovine Italia: la bandiera della nuova associazione rivoluzionaria avr? i colori bianco, rosso e verde,con le scritte ?Libert?, Uguaglianza, Umanit?? da un lato e ?Unit?, Indipendenza? dall'altro.

Nel 1846 comincia a sventolare un fazzoletto tricolore col ritratto di Papa Pio IX. Il gesto fa sorgere grandi aspettative fra i liberali italiani e la sua politica riformatrice suscita dappertutto l'entusiasmo dei patrioti: l'effigie del nuovo pontefice ? presto associata ai colori nazionali come simbolo di libert? e di unit?.

Nel 1848 un'ondata rivoluzionaria percorre tutta l'Europa, facendo di questo ?l'anno dei miracoli?. Le rivoluzioni di Parigi e di Vienna innescano le insurrezioni di Milano e Venezia. I milanesi, in cinque giornate di lotta accanita tra il 18 e il 22 marzo, costringono gli austriaci a ritirarsi dalla citt? e a rifugiarsi nelle fortezze del Quadrilatero.

Il 23 marzo Carlo Alberto rompe gli indugi e dichiara guerra all'Austria: ha inizio la prima guerra di indipendenza. Lo stesso re ordina che ?Le truppe che entreranno sul suolo lombardo inalberino ed assumano la bandiera italiana bianca, rossa e verde, con in mezzo lo scudo di Savoia (croce bianca in campo rosso)?. L'incarico di disegnare il modello della nuova bandiera ? affidato a Bigotti, segretario del Ministro dell'Interno.

Il 9 febbraio 1849, si costituisce la Repubblica Romana che decreta la fine del potere temporale e adotta come bandiera il tricolore.

Dopo dieci anni l'armistizio di Villafranca pone bruscamente fine alla seconda guerra d'indipendenza che frutta al Piemonte la Lombardia. A Parma, Modena, in Toscana ed in Romagna i governi provvisori reclamano l'annessione al Piemonte che ? sancita dai plebisciti nel marzo del 1860: si compie decisivamente il passo verso la creazione dello Stato nazionale italiano. Nel 1860, con la vittoriosa spedizione dei Mille ? ripristinata la costituzione del 1848 ed adottata la bandiera tricolore con l'emblema della dinastia.

Il 18 febbraio 1861 si riunisce a Torino il primo Parlamento italiano e il 17 marzo ? proclamata la costituzione del Regno d'Italia. Il nuovo Stato adotta tacitamente come bandiera nazionale quella del Regno di Sardegna: il tricolore con lo stemma dei Savoia, orlato d'azzurro e sormontato dalla corona reale.

Nel 1866, con la pace di Vienna del 3 ottobre si conclude la terza guerra di indipendenza che riunisce all'Italia il Veneto. Restano fuori dai confini nazionali le terre irredente del Trentino e della Venezia Giulia con Trieste che porter? il popolo italiano alla Grande Guerra motivo di attrito con l'impero asburgico.

La guerra franco-prussiana costringe Napoleone III a ritirare le sue truppe che a Roma difendono il potere temporale del Papa. Il 12 settembre 1870 l?esercito italiano varca i confini dello stato pontificio ed il 20 settembre, superando le difese delle truppe pontificie, entra in Roma dalla breccia aperta dall'artiglieria nella cinta muraria presso Porta Pia. Il Regno d'Italia conquista la sua capitale naturale.

Per celebrare il primo centenario del Tricolore, Reggio Emilia, il 7 gennaio 1897, lo celebra in modo solenne. E' Giosu? Carducci a pronunciare, dall'atrio del Palazzo Comunale, l'orazione ufficiale: ?(?) Non rampare di aquile e leoni, non sormontare di belve rapaci, nel santo vessillo; ma i colori della nostra primavera e del nostro paese, dal Cenisio all'Etna; le nevi delle Alpi, l'aprile delle valli, le fiamme dei vulcani [?]?.

Torresin, Brunella, nel suo libro ?La citt? del tricolore?,in: ?I Viaggi di Repubblica?, Roma, a. III, n. 60, 7 genn. 1999, p. 32, afferma, citando l?articolo 12 della Costituzione Italiana: ?La bandiera della repubblica ? il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni?.

Ma vediamo, con animo sereno perch? e come si ? preferito il tricolore. Analizzando il periodo storico scopriamo che la bandiera italiana ? una variante della bandiera della rivoluzione francese, nella quale fu sostituito l'azzurro con il verde che, secondo il simbolismo massonico, significa la natura ed i diritti naturali. Ma non si sa precisamente quando fosse stata utilizzata per la prima volta; si sa soltanto che Napoleone la adott? il 15 maggio 1796 per le Legioni lombarde e italiane. Nell'ottobre dello stesso anno il tricolore assunse il titolo di bandiera rivoluzionaria italiana ed il suo verde, proclamato colore nazionale, divenne per i patrioti simbolo di speranza per un migliore avvenire: con questo valore il 7 gennaio 1797 ? adottato dalla Repubblica Cispadana. In quell'epoca le sue bande erano disposte talvolta verticalmente all'asta con quella verde in primo luogo, talvolta orizzontalmente con la verde in alto; a cominciare dal 1? maggio 1798 soltanto verticalmente, con asta tricolore a spirale, terminante con punta bianca.

Durante i moti del 1848/'49, sventola in tutti gli Stati italiani nei quali sorgono governi costituzionali: Regno di Napoli, Sicilia, Stato Pontificio, Granducato di Toscana, Ducato di Parma, Ducato di Modena, Milano, Venezia e Piemonte. In quest'ultimo caso alla bandiera ? aggiunto nel centro lo stemma sabaudo. La variante sabauda diviene bandiera del Regno d'Italia fino al referendum istituzionale del 2 giugno 1946, quando l'Italia diviene Repubblica e toglie lo scudo dei Savoia.

Il 4 novembre 2001: il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi celebra il 140? anniversario dell'unit? nazionale a San Martino della Battaglia, e pronuncia le seguenti parole: ?Adoperiamoci perch? in ogni famiglia, in ogni casa, ci sia un tricolore a testimoniare i sentimenti che ci uniscono fin dai giorni del glorioso Risorgimento. Il tricolore non ? una semplice insegna di Stato, ? un vessillo di libert? conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identit? nei principi di fratellanza, di eguaglianza, di giustizia. Nei valori della propria storia e della propria civilt??.

Oggi per merito del Presidente Ciampi l'intera societ? italiana, ha riscoperto alcuni modi di vita, che pi? di ogni altra cosa distingue e caratterizzano gli italiani. L'arte di vivere, quella capacit? a volte screditata all'estero come in casa, di sconfiggere la tristezza e la noia dedicandosi ai piccoli piaceri della vita, ai cibi, ai vini, alla contemplazione di paesaggi naturali o artificiali che in ogni angolo popolano il territorio nazionale, stanno diventando una guida di valore inestimabile per la sopravvivenza di molte persone. Quel modo di vita tutto italiano che ci porta a diffidare di chi cerca di imporre un regime, a rifiutare la moralit? intollerante, ad amare l'arte decorativa e l'opera straordinaria di eroi solitari che raggiungono l'eccellenza mondiale in tutti i campi, pu? essere davvero un'eredit? preziosissima per l'Italia che verr?.

BIBLIOGRAFIA SUL TRICOLORE

Effemeridi patriottiche : editoria d'occasione e mito del Risorgimento nell'Italia Unita (1860-1900) : Saggio di Bibliografia / a cura di F. Dolci ; scritto introduttivo di F. Della Peruta, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1994, XXX, 257 p. : ill. ; 24 cm., In testa al front.: Biblioteca di Storia Moderna e Contemporanea

Fior tricolore : cento anni di storia e di vita italiana, Firenze, Le Monnier, 1961, 335 p., [16] c. di tav. : ill. ; 21 cm.,

Giosu? Carducci e la Bandiera Tricolore, in: ''Cronaca d'Arte Illustrata'', 24 gen. 1897

L'Italia nella Rivoluzione 1789-1799. A cura di Giuseppina Benassati, Lauro Rossi. Scritti di C.M. Boss?no ... [et al.], Casalecchio di Reno, Grafis Edizioni, 1990, 398 p. ; ill., 30 cm., (Immagini e documenti), Catalogo della mostra tenuta a Roma nel 1990.

Bellocchi, Ugo, Un secolo e mezzo di giornalismo: dall'alba giacobina alla caduta del fascismo (in Emilia-Romagna), in: Storia dell'Emilia-Romagna, a cura di Aldo Berselli; Bologna, University Press, vol. 3?, 1980, pp. 1079-1129
Panzini, Alfredo, La vera istoria dei tre colori, Milano-Roma, A.Mondadori, 1924, 286 p., 18 cm.,

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Vi giunga sulle ali del vento, il mio grazie sentito e l'augurio di una bella giornata serena, con tutto l'amore che posso, Reno
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ASSENSO



E cos? sia!

Ringraziate pure il Signore

Di questo nuovo giorno trascorso,

di questo pane morso,

del poco vino bevuto,

del molto che invano chiedeste,

del poco che vi fu provveduto,

della facolt? che vi ? data

di chiedere ancora domani.

S?allunghino le vostre mani,

bambini malaticci e rassegnati,

al pomo della povera mensa:

ringraziate di tutto dispensa

del poco che vi diede,

pregate.

Reno Bromuro (da Note e Motivi 1954 C.Armanni Editore)

Se vi piace viaggiare navigando fate un volo a Lima in Per? http://skorpiona.webcindario.com/reno_bromuro.htm/ mi ci troverete, vi accoglier? come sempre con tutto l'affetto cui sono capace.

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settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro
Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (non profit)



03 maggio 2000: il Senato ha approvato la fiducia al nuovo governo. Giuliano Amato ? diventato a tutti gli effetti Presidente del Consiglio. L'esito della votazione a Palazzo Madama non era in discussione:179 sono stati i s? e 112 i no.
04 maggio 2001: la Corte d?appello assolve l'ex funzionario del Sisde Bruno Contrada dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Accusato da quattordici collaboratori di giustizia, Contrada era stato condannato in primo grado a dieci anni di carcere. Si ? sempre difeso sostenendo di essere stato coinvolto per vendetta.
05 maggio 2003: nelle prime ore del pomeriggio, in via Filippo Carcano a Milano, esplode la follia di un giovane gi? conosciuto nel quartiere per i suoi comportamenti violenti. Andrea Calderini apre il fuoco uccidendo una vicina di casa e ferendo gravemente tre passanti. Poi si barrica nel suo appartamento e continua a sparare dal balcone sulle forze dell'ordine che circondano e isolano la via. A notte fonda, quando gli uomini delle squadre speciali riescono ad irrompervi, trovano i corpi ormai senza vita dell'omicida e di sua moglie, uccisa prima di rivolgere l'arma contro se stesso.

06 maggio 1998: Licio Gelli, il banchiere gi? a capo della loggia P2, fugge da villa Wanda, ad Arezzo, dopo che la Cassazione ha confermato la condanna per il crack del Banco Ambrosiano;Donato Bilancia, il serial killer della Liguria, ha quarantasette anni e risiede a Genova. Gli indizi sono gravi: precedenti penali, problemi psichiatrici, possesso di una pistola calibro trentotto e di una Mercedes scura e somiglianza con l?identikit. Un uomo scampato alla strage di Novi Ligure lo riconosce. Bilancia ? nato a Potenza, dopo una settimana di silenzio, confessa venti delitti: sostiene di avere perso il controllo di s?, di sentirsi malato e bisognoso di cure e di avere sempre agito da solo. L?avvocato difensore tenta la carta dell?infermit? mentale, ma i parenti delle vittime annunciano battaglia.

Dopo due giorni che la pioggia investe parte dei territori delle province di Salerno, Avellino e Caserta, iniziano a popolare le strade e le case, imponenti colate di fango liquido che si sono staccate dalle montagne e investono violentemente i centri abitati, spazzando via e sommergendo interi quartieri, specialmente a Sarno, Quindici, Bracigliano e Siano. Il bilancio provvisorio delle vittime ? di trentotto morti, con settanta dispersi e milleottocento senza tetto. Le cause del disastro, a parere unanime, sono da ricercarsi nel dissesto idrogeologico del territorio, favorito da decenni d?incuria, abusivismo edilizio, incendi e mancati rimboschimenti.

07 maggio 2002: Giovanni Trapattoni, C.T. degli azzurri, rende pubblica la formazione della squadra che parteciper? in estate ai Mondiali di Corea e Giappone. Come previsto Roberto Baggio non ? tra i convocati, che sono Buffon, Toldo, Abbiati, Cannavaro, Nesta, Maldini, Materazzi, Iuliano, Panucci, Zambrotta, Coco, Di Livio, Di Biagio, Zanetti, Gattuso, Totti, Vieri, Del Piero, Inzaghi, Montella, Del Vecchio.

08 maggio 1998: le squadre di soccorso continuano a scavare nel fango, ormai solidificato, che ha invaso i centri abitati della valle del Sarno. I morti estratti superano i cento, il numero dei dispersi ? imprecisato. Intanto, il governo dichiara lo stato di calamit? nelle tre province campane e stanzia i primi cinquanta miliardi. A Quindici, la Marina americana allestisce un campo per gli sfollati.

09 maggio 1998: a vent?anni dall?uccisione di Aldo Moro, si svolge alla Camera la commemorazione ufficiale dello statista, cui prende parte il Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro che ricorda la figura dello scomparso e i suoi obiettivi politici. Scalfaro si chiede chi si celava dietro gli esecutori materiali del delitto, in quanto una mente politica non ? ancora stata scoperta e permangono molti misteri.

RICORDIAMOLI
EDUARDO SCARPETTA
Eduardo Scarpetta nacque a Napoli il 13 marzo del 1854 da Domenico e da Emilia Rendina; il 16 marzo 1876 sposa Rosa De Filippo; a quindici anni debutta al Teatro San Carlino, che ristruttura quattro anni dopo che su quello stesso palcoscenico era morto Antonio Petito, con la commedia ?Presentazione di una compagnia di comici? cui segue ?Titillo?, ridotto dalla brillante pochade francese di Najac e Hennequin, che inaugura una lunga serie di riduzioni scarpettiane.

Il 7 maggio 1885 porta in scena al Teatro Fiorentini Scarpetta ?Li nepute de lu sinneco?, che d? il via alle rappresentazioni in vernacolo in quel teatro. Il 7 gennaio 1888 mette in scena, al Teatro del Fondo ?Miseria e nobilt?? che ? considerato il suo capolavoro. Nel 1889 ritorna al Fiorentini Scarpetta e inaugura la stagione del 1890/91 con ?'A nanassa?.

Nel 1892 ? al Teatro Sannazaro con ?'O balcone 'e Rusinella?. ?Il figlio di Iorio?, del 1904 ? la parodia sarcastica di ?La figlia di Iorio? di D?Annunzio con il quale accende una diatriba che li vede in tribunale; questa volta l'ilarit? non giova a Scarpetta ma lo affossa. Gli intellettuali lo aggrediscono, il magistrato lo assolve, ma non lo sostiene dentro la fede del suo teatro. Nel 1908 si eleva il canto del cigno con la commedia ?O' miedeco de 'e pazze?. Ci? che pi? gli fa male non ? l'aggressione dei dannunziani, ma la valutazione negativa di Di Giacomo, di colui che lo aveva tanto esaltato dopo la rappresentazione e il grande successo di ?Miseria e nobilt??, che si riferisce alla formula del teatro di Scarpetta specificamente alle riduzioni. ?L'una e le altre, dice, hanno affrettata la decadenza del teatro in vernacolo. Il teatro di Scarpetta ? pi? facilmente e ampiamente collocabile nella storia del gusto che non in quella del cammino del teatro. Un gusto che peraltro non pare sia tramontato n? pare lo si voglia rimuovere da che nel teatro opera e non certo responsabilmente come dovrebbe?. Scrivendo di ?Miseria e nobilt?? aveva affermato che ?Scarpetta trasferisce a pi? pari sulla scena una persistente e ampia condizione del quotidiano di quei personaggi che a parer suo esprimono la napoletanit? come modo di essere storicamente incardinato e irremovibile. Giovani donne fuorviate e represse, mogli gelose e possessive che si ripropongono di ripagare l'infedelt? dei mariti con l'infedelt? medesima, uomini giovanissimi e avanti negli anni, sposati e non, che ravvisano nell'avventuretta le ragioni del prestigio e della superiorit? del sesso; gente arricchita, carica di denaro ma priva delle cose che contano; servi spossati dalla fatica; spettri affamati, squallidi, diseredati, ridotti ombre che portano il corpo con s?. Quest'ultimi costituiscono la materia di impulso dal quale la vicenda in generale si divincola. Il racconto nasce con loro e va avanti con loro fino e oltre il miracolo. Ma tant'?. La condizione di costoro da quella che essa ?, si individualizza nel rapporto con la platea. E allora il miracolo non si fa solo per gli affamati e i diseredati ma si fa per tutti, nessuno escluso, perch? non c'? alcuno che avverta la stretta e la delusione del quotidiano. L'invito del teatro ? di negare la realt? del quotidiano, di rigettarla. L'invito ? di ridere?.(1) Addolorato, l?anno successivo si ritira dalle scene. Muore il 29 novembre 1925.

IL POETA DELLA SETTIMANA

XAVIER WHEEL (AL SECOLO RENATO VOLTI)

Xavier Wheel (Renato Volti) ? nato a Chicago, per? le sue origini sono italiane, perch? non aveva neanche un anno quando la sua famiglia ritorn? in Patria. Dopo varie peripezie si ? stabilito in un paesino vicino alla Val d'Aosta. I suoi interessi principali sono la lettura e, naturalmente, lo scrivere. Afferma con orgoglio di essere un ?lettoredipendente? dei romanzi di Stephen King. Si sente attratto dalla psicologia e da tutto quello che riguarda l'Uomo e il suo comportamento. E? un attento osservatore; per capire l'ambiente che lo circonda e la societ? in cui vive; per conoscere se stesso e conoscendosi capirsi. E? affascinato dalla tecnologia in genere, per? in modo particolare dai computer. Internet in generale, e la posta elettronica in particolare rappresentano per lui il nuovo modo per comunicare, per essere in compagnia; con gli altri si sente se stesso, e a suo agio. Nelle cose che scrive mette in risalto i propri pensieri e i sentimenti. Egli, nel parlare d'amore non ? secondo a nessuno, e lo dice potentemente a suo modo: ?con l'intensit? di quella voce che batte (col cuore) e da esso fuoriesce?.

Si fa prestare i calzari da Mercurio e spicca il volo col sentimento, che corre veloce come una cascata verso la valle e rinvigorisce mentre la parola cresce, anche se non acquista o conquista il ritmo classico della metrica. Per lei non pena, corre velocissimo inseguendo l?istinto dell??Io creativo?, realizzando la Teoria della Poesia espressa da Benedetto Croce, fino a quando l?impetuoso sentire si placa come se finisse in un lago, non seppellito con le catene o pesi enormi perch? potesse rimanere nel fondo, anche se fosse a sua insaputa, perch?: ?Il tempo passa e continuer? a passare.

Nuovo a se stesso il sentimento che lo anima, fa avvertire il forte amplesso delle madri sante che non vogliono accettare l?idea che il figlio non sia pi? bambino. Da questo pensiero, la sua Poesia, esce umile ma potente e virile, severa come un amante, poich? non conosce limiti e confini del proprio sentimento.

I versi sono come un inno e un augurio o preghiera, perch? ? lui che li fa pi? belli in lui, che non pensa agli applausi; ha poetato le lacrime del tempo che scorre contro le nuvole, che si addensano coprendo il cielo d?insicurezza e corre prepotente verso l?ateismo dei sentimenti, incurante del cielo che non ode pi? le armonie che rimbalzano,come gli aliti speranti,egli chiama a s? l?amore,come al nido le colombe.

A mio giudizio, il verso ?? quel sentimento che non conosce limiti e confini?
? uno dei versi pi? belli che abbia letto; e rivela il sentimento di un uomo per il quale l'ascensione dal reale all'ideale non ? un mero concetto retorico, ma una realt? fortemente sperimentata nei suoi due termini.

IL TEMPO E L'AMORE

di Xavier Wheel



Il tempo passa e continuer? a passare,

ci ha gi? cambiato e ci cambier? ancora,

ma c'? una cosa che il tempo pur passando

non far? mai invecchiare,

? quel sentimento che non conosce limiti e confini,

a cui poco importa se verr? urlato o solo bisbigliato,

in quanto esso non si misura

con la voce che dalla gola scaturisce,

ma con l'intensit? di quella voce che batte e da esso fuoriesce.



Bibliografia (per Ricordiamoli E. Scarpetta)

(1) Salvatore Di Giacomo Poesie e Prose ? Mondatori Editore ?I Meridiani? pagg.902 e seg)

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