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Numero 65, 1? febbraio 2004


Sensazionale! Una latteria di Collecchio truffa il mondo intero!

[...]
Sulla marea di titoli Parmalat non sar? mai possibile stabilire n? la buona o mala fede dei giganteschi centri finanziari, n? quanti altri titoli derivati siano stati emessi sugli originali, dato che sulle operazioni pi? sofisticate e virtuali ben poche persone al mondo sono in grado di capirci qualcosa, ammesso che le sappiano scoprire. A parte, naturalmente chi, pagato dai centri suddetti, utilizza le varie e consenzienti Parmalat per succhiare capitali nel mondo. Sui giornali vediamo dunque un po' di fumo, ma il sostanzioso arrosto non ? certo cucinato a Collecchio.
La scena ? assai buffa se appena la osserviamo con un po' di distacco: nella gran partita a poker lo strapotente mondo finanziario internazionale non sarebbe stato in grado di evitare un gigantesco bluff da parte di un privato! Eppure questi giocava su di un campo minato zeppo di regole, di istituzioni pubbliche e soprattutto di banche internazionali in grado di distruggere i maggiori centri industrial-finanziari che sono il nerbo della cosiddetta globalizzazione, altro che farsi fregare da una latteria.
[...]
Parmalat, nonostante le rispettabili dimensioni della catastrofe finanziaria, ? una goccia nel mare del sistema-credito che ormai bisognerebbe chiamare sistema-debito: non ? solo l'industria a comportarsi come Parmalat, Enron, Worldcom, Vivendi, ecc.; sono anche gli Stati e le amministrazioni locali, come dimostrano l'Argentina o le nostrane regioni, province e comuni. Il debito delle amministrazioni pubbliche ? una pacchia per gli investitori privati perch? lo Stato ? garante di ultima istanza. Aziende di rating, di certificazione e di credito, nella quasi totalit? straniere e globalizzate, intascano fatture per consulenza e interessi per prestiti dagli enti indebitati, con la certezza che tanto paga Pantalone. Non c'? nessuna differenza di sostanza, solo di dimensioni, fra queste piramidi finanziarie che globalizzano il debito pubblico o privato e le miserabili piramidi caserecce che rovinarono migliaia di risparmiatori albanesi qualche anno fa.
[...]

Da "Parmalat, tentata fuga dalla legge del valore", n+1 n. 13, appena uscito.

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Nuovi testi pubblicati sull'Archivio storico de nostro Web:

Mozione di Bordiga sui metodi formalistici e burocratici della Centrale del PCd'I (1925)

Nostalgie astensioniste (1924)

L'assente (1921)

"Le d?pit amoureux" (1921)

La filosofia del rimedio (1921)

La fronda fascista (1921)

La funzione della socialdemocrazia in Italia (1921)

Ipocrisia (1921)

Mosca e la "questione italiana" (1921)

La discussione sulla tattica (1922)



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Il programma rivoluzionario immediato:

Patologie dell'investimento (de-industrializzazione rivoluzionaria)

Operaio parziale e piano di produzione

Elevare i costi di produzione

Tempo di lavoro, tempo di vita

Controllo dei consumi, sviluppo dei bisogni umani

Rottura dei limiti d'azienda (la societ? futura e le migrazioni)

L'uomo e il lavoro del Sole (l'agricoltura domani)

Estinzione del Welfare State nella societ? umana

Decostruzione urbana (la citt? nella storia e nella societ? futura)

La dimora dell'uomo (la casa nella storia e nella societ? futura)

Evitare il traffico inutile (programma rivoluzionario e automobile)

Abolizione dei mestieri e della divisione sociale del lavoro



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Un lavoro sulla "guerra infinita" degli Stati Uniti d'America:

Teoria e prassi della nuova politiguerra americana ( 7 file in formato Html, 470 K )

Download del libro completo ( 184 pagine in formato Pdf, 840 K )

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Numero 66, 15 febbraio 2004


L'Ufficio Complicazione Affari Semplici ha partorito la Legge Biagi

[...] Alcune leggi dell'organizzazione, e soprattutto della disorganizzazione industriale, sono ben individuate nei manuali e in celebri libelli satirici su di essi. La legge cui ? stato dato il nome di Biagi ? un tipico prodotto degli UCAS di tutto il mondo. A questo fenomeno fa riscontro perfetto il sindacalismo odierno, che si adagia supinamente sui modelli proposti dalla "controparte". Cos? come vi si adagia il riformismo alternativo ? compreso quello che spara ? nell'affrontare le tirate riformistiche di governi pasticcioni.
[...] Ogni scienza non ? altro che la ricerca di spiegazioni semplici per un mondo dall'apparenza complicata. E qui arriveremo alle cose semplici seguendo necessariamente la complicata realt? economica dell'epoca imperialistica, realt? irreversibile e che perci? prima o poi dovr? saltare quella legislativa e sindacale, dato che non sono pi? adatte al moderno mondo del lavoro, con le sue tecnologie, i suoi modelli di produzione diffusa ecc.
[...] In pratica i borghesi, i loro servitori, i sindacati, e persino chi si perde nella pratica di avversare le ri-forme invece di diffondere i concetti completamente anti-formisti del marxismo, tutti costoro, in positivo o in negativo, credono sul serio che si possa incidere sul mercato del lavoro, quindi sulla legge del valore, attraverso riforme del tipo di quella Biagi. Le vorrebbero solo migliori. Ora, non ? impossibile in assoluto, per la borghesia, ottenere degli effetti positivi sull'occupazione, sul salario, sui profitti e sul PIL. Cos? come non ? impossibile per il movimento operaio ottenere vantaggi immediati per s?. Ma occorre entrare in campi che non hanno pi? nulla a che fare n? col riformismo, n? col sindacalismo cos? come lo si intende oggi o come lo s'intendeva ieri.
[...] La borghesia non ? pi? capace di razionalit?. Non ? in grado di evitare la propria trasformazione in una entit? post-capitalistica, una innominabile classe-marmellata con milioni di capitalisti fasulli, altrettanti milioni di bottegai e professionisti, pi? milioni di pseudo-proletari con Partita IVA. Non ? pi? in grado neppure di immaginare un capitalismo serio in cui la legge sul lavoro potrebbe essere scritta in pochi paragrafi.
[...] La legge Biagi ? una rassegna delle angosce del Capitale, una mostruosit? burocratica dal punto di vista operativo, peggio di tutto ci? che ? stato escogitato prima d'oggi, una vera mangiatoia per avvocati e sindacalisti di carriera. C'? materia da trattativa per secoli; se il capitalismo durasse tanto [...].

Articolo completo

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Articoli nuovi tratti dal n. 13 della rivista:

Ma allora il proletariato esiste! (sciopero autoferrotranvieri)

L'estinzione della scuola e la formazione dell'uomo sociale

La legge Biagi o il riformismo illogico del Capitale-zombie

Principii di organizzazione (complessit?, auto-organizzazione e teoria delle reti)

Parmalat: tentata fuga dalla legge del valore

Insegnamenti di un colpo di Stato (a vent'anni dal golpe cileno)

Tragico autunno per il proletariato boliviano

La non-costituzione europea

Angoscia tecnologica metropolitana

I pacifisti americani

Che cosa sta succedendo negli Stati Uniti?

Una nuova teoria della popolazione?

Il partito storico intorno a noi

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Il programma rivoluzionario immediato:

Patologie dell'investimento (de-industrializzazione rivoluzionaria)

Operaio parziale e piano di produzione (potenza del lavoro sociale)

Elevare i costi di produzione (l'uomo al centro dell'attivit? produttiva)

Tempo di lavoro, tempo di vita (contro il lavoro come pena)

Controllo dei consumi, sviluppo dei bisogni umani

Rottura dei limiti d'azienda (la societ? futura e le migrazioni)

L'uomo e il lavoro del Sole (l'agricoltura domani)

Estinzione del Welfare State nella societ? umana

Decostruzione urbana (la citt? nella storia e nella societ? futura)

La dimora dell'uomo (la casa nella storia e nella societ? futura)

Evitare il traffico inutile (programma rivoluzionario e automobile)

Abolizione dei mestieri e della divisione sociale del lavoro

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Un lavoro sulla "guerra infinita" degli Stati Uniti d'America:

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Numero 67, 15 marzo 2004

Riunione pubblica:

La guerra americana e le prospettive in Medio Oriente

a Roma, domenica 21 marzo ore 10
presso la libreria Odradek
via dei Banchi Vecchi, 57
Tel. 06-6861967 - Autobus da Stazione Termini: 64 e 40

* * *

A proposito della manifestazione del 20 marzo

Pacifismo ideologico,
attivismo resistenziale e
disfattismo pragmatico contro la guerra
Un ampio schieramento frontista ha aderito, in Italia, all'appello dei pacifisti americani per una giornata di mobilitazione mondiale. Il Forum pacifista nazionale ha stabilito che il "popolo iracheno" ha il "diritto" di resistere contro l'invasore. Alcuni sono pi? cauti, altri offrirebbero un "concreto appoggio" agli esponenti della resistenza armata irachena. La lotta contro la guerra non ? una questione di "posizioni", di "dibattiti" o di "comitati" che scompaiono tra una guerra e l'altra, ma di forza reale, contrapposta a quella delle borghesie belligeranti. I pacifisti americani hanno appreso molto bene questa lezione: fuori dai distinguo ideologici e dalle sottigliezze interpretative, non vogliono la guerra e basta.

Il loro rifiuto si collega alla grande ed efficace mobilitazione contro la guerra in Vietnam, ha quindi radici diverse da quelle nostrane. Anche al loro interno sono presenti i tre storici aspetti del rifiuto contro la guerra: il pacifismo borghese, quello di tipo anarchico e quello ? pi? vicino all'impostazione comunista ? che non si pu? definire pacifismo perch? ? rifiuto ragionato di una guerra specifica, non di tutte le guerre. Ma l?incidenza delle connotazioni ideologiche ? stata pi? debole: il crescere oggettivo del rifiuto verso la guerra nella sua realt? odierna si rivela pi? forte e produce effetti concreti.

Il pragmatico pacifismo americano, diversamente da quello idealista europeo, tende ad essere operativo. La guerra del Vietnam produsse un movimento anti-guerra con decine di migliaia di renitenti alla leva e almeno 10.000 disertori. Ancor oggi le maggiori organizzazioni di veterani del Vietnam hanno preso una dura posizione rispetto all'attacco in Iraq, mettendosi alla testa delle manifestazioni. L'atteggiamento empirista americano, se impedisce da una parte lo sviluppo di una forza combinata fra teoria e azione, partito e classe, dall'altra ? pi? efficace della tradizione rivoluzionaria europea ormai tradita.

Il movimento antimilitarista europeo rispose bene, col disfattismo, contro la Prima Guerra Mondiale e con la lotta contro il collasso socialdemocratico del '14, ma era ormai scomparso durante la preparazione e allo scoppio della Seconda. Dopo la guerra fu rispolverato dallo stalinismo, che lo stravolse in pacifismo antifascista, democratico e anti-americano. Passato a un Sessantotto eclettico e confusionario, ? stato infine raccolto dai "movimenti" attuali. Avendo perso ogni contatto con la realt? dell'imperialismo unipolare d'oggi, ? diventato solo uno slogan.

L'unico altro esempio di disfattismo vero, attivo, coerente, ? stato quello di centinaia di soldati ribelli di Israele che, impegnati in una odiosa guerra di oppressione, hanno rifiutato di combattere. L'esempio di coerenza non viene quindi dal variegato popolo pacifista ma proprio dalle spinte materiali che premono sull'odiato quanto poco compreso e sottovalutato "nemico".

Ogni tentativo pratico di fermare i combattimenti da parte di soldati ? effettivi o potenziali ? non pu? pi? essere considerato pacifismo. Perci? le manifestazioni dei giovani americani, a volte vietate, avvenute ugualmente, e infine incapsulate in enormi apparati di controllo, rappresentano disfattismo puro e semplice, come quello dei soldati in divisa, perch? l'America ? in guerra, sia sul fronte esterno sia, soprattutto, su quello interno, dove cento milioni di proletari sono sempre pi? schiavizzati da un capitalismo infame e senza briglie.

Chi "dimentica" i proletari di ogni paese, avanzato o meno; chi si getta in romantiche difese di indistinti "popoli oppressi" o, peggio che mai, di borghesie retrograde; chi non si rende conto che l'esercito fondamentale per la sconfitta dell'imperialismo planetario ? il proletariato americano; chi si offre come partigiano di uno schieramento in guerra ? oggettivamente fuori dallo schieramento, teorico e pratico, di classe.

? profondamente sbagliato e gravido di conseguenze lo scambiare il controllo economico e militare moderno con il vecchio colonialismo. Pur tenendo conto del genuino impulso contro la guerra che coinvolge milioni di persone, ogni manifestazione "per la pace" non ? altro che un'ammucchiata "popolare" e persino reazionaria se l'attenzione si fissa solo sui residui di antiche societ? in lotta per la sopravvivenza di fronte all'avanzare del Capitale e si pensa di risolvere problemi di portata planetaria nell'ambito di una societ? borghese riformata.


* * *

Nuovi testi nell'Archivio storico:

L'adesione dell'Internazionale Comunista al XVII Congresso del PSI (1921)
Lotta contro la disoccupazione
Manifestazione del 20 febbraio
Manifesto ai lavoratori d'Italia
Manifesto per le elezioni politiche
Mozione comunista al congresso dei ferrovieri
Mozione comunista al Congresso di Livorno della CGL
Mozione comunista nel Consiglio nazionale straordinario dei metallurgici
Nell'anniversario dell'occupazione delle fabbriche: gli insegnamenti
Norme per la campagna in favore del fronte unico sindacale

* * *

Un lavoro sulla "guerra infinita" degli Stati Uniti d'America:

Teoria e prassi della nuova politiguerra americana ( 7 file in formato Html, 470 K )

Teoria e prassi della politiguerra - Riassunto (120K)

Download del libro completo ( 184 pagine in formato Pdf, 840 K )

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Numero 68, 15 aprile 2004


Guerra in Iraq e "scontro di civilt?"

"Vorremmo che alle porte di questo mondo borghese di profittatori oppressori e sterminatori ci fosse, poderosa, un'onda barbarica capace di travolgerla. Ma in esso, se vi sono frontiere muraglie e cortine, tutte le forze che pure si convellono e contrappongono, si schierano sotto la tradizione della stessa civilt?. Quando possa il movimento rivoluzionario della classe operaia ridarsi forza e inquadramento e armi, e quando possano sorgere formazioni che non stiano ai cenni della civilt?, allora queste saranno le forze barbare, che non disdegneranno il frutto maturo della potenza industriale moderna, ma lo strapperanno dalle fauci degli sfruttatori, spezzando i loro denti feroci, che mordono ancora".

Da "Avanti barbari!" di Amadeo Bordiga, 1951.


Nuovi testi nell'Archivio storico, :

Norme per la celebrazione del IV anniversario della rivoluzione proletaria in Russia

Norme per le elezioni politiche

Un partito in decomposizione

Per i bambini ungheresi

Per i funerali delle vittime dell'attentato al teatro "Diana"

Per il Primo Maggio

Per la difesa e la riscossa proletaria contro l'offensiva borghese

Per la difesa proletaria

Per la disciplina di partito

Per la manifestazione del 20 febbraio
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Numero 69, 1? Maggio 2004

Dalla guerra di Corea 1950 alla guerra d'Iraq 2004: invarianti storici

Da Schifo e menzogna del mondo libero - Partito Comunista Internazionalista, 1950, Archivio di n+1:

"La scuola di propaganda dei messaggi trumaniani ? la stessissima di quella dell'imbonimento opportunista. Battere e ribattere su bugie semplici, che entrano facilmente nelle teste. Sono i nordisti che hanno attaccato varcando il famoso 38.mo parallelo, non vi ? dubbio. Al tavolo del borghese caff?, di qui non si scappa. Dunque (deduzioni alla portata di tutti) possono avvenire aggressioni anche in altre zone! Quindi passiamo alle misure da prendere in tutto il mondo. L'estremo della provocazione ci ? stato concesso; ora butteremo bombe atomiche dove ci pare.
Naturalmente nella enorme massa di lettori di quotidiani, di ascoltatori su tutte le onde, la forte educazione politica e democratica ha fatto s? che nessuno scappi dal tranello: da una parte il dittatore, il provocatore, l'aggressore, il truculento, dall'altra il libero, l'aggredito, l'innocente, l'agnello. Nessuno si chiede una cosa molto semplice: se anche fosse vero che in Corea hanno aggredito i nordisti, in un'altra delle tante zone di tutto il mondo non potrebbero essere aggressori i trumanisti? Nessuno trova che un simile dubbio sia plausibile, quando da nessuna delle due parti sono preparati soltanto con caramelle...

Lasciamo pure lo sciocco gioco del difesismo, purtroppo vi sar?, ancora per molto, panno da tagliare. Vediamo che razza di disposizioni hanno fatto, alla velocit? delle onde hertziane, il giro del "mondo libero". Anzitutto esercito, marina ed aviazione americana sono state messe in moto nel giro di quelle poche ore, dopo averle rapidamente battezzate forze delle Nazioni Unite. Per la parte giuridica hanno tuttavia subito aggregato un modello di fregata britannica tolto da una sala del British Museum, e una dozzina di quei Chassepots francesi che nella campagna di Roma fecero "merveilles".

Poi sono aboliti di colpo i limiti numerici legali agli effettivi di uomini di esercito, marina e aviazione degli Stati Uniti. Nello stesso tempo gli stanziamenti per le spese militari ricevono per ora un primo aumento di dieci miliardollari: 700 miliardi di lire.

Gli Stati alleati, ossia quelli del Patto Atlantico, ricevono bellamente l'ordine di aumentare a loro volta nei loro bilanci l'aliquota di spese militari. Esattamente: concentrare nella difesa un maggior volume delle loro risorse economiche. Caramba; questa ? democrazia! Ci vorr? qualche formalit? in quei parlamentini, ridicoli quanto l'italiano, che sotto il solleone han tanto sudato a discutere bilanci! Nella sostanza ? presto fatto, con la successiva battuta del "messaggio": inoltre ci vorr? una maggiore assistenza degli Stati Uniti. Of course".

* * *

Nuovi testi nell'Archivio storico, :

Per la propaganda comunista. Per il quotidiano comunista



Per la proposta comunista di lotta sindacale generale



Per l'inquadramento del Partito



Per lo sciopero generale



Per soccorrere la Russia rivoluzionaria



Proclama sul significato della manifestazione del 20 febbraio



Programma del Partito Comunista d'Italia



Quarto anniversario della rivoluzione proletaria in Russia



Rapporti con altri partiti e correnti politiche



Rapporti con altri partiti e organismi sindacali
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Numero 73, 15 ottobre 2004

n+1 - Numero doppio, 160 pagine

Per una teoria rivoluzionaria della conoscenza

Indice:

? Premessa

? Orazione in morte della trinit? Religione, Filosofia e Scienza

Cinque testi inediti di Amadeo Bordiga:

? I. Appunti epistemologici (Quaderno 1926-27)
? II. Frammento sulla teoria rivoluzionaria della conoscenza (Quaderno 1926-27)
? III. Dal mito originario alla scienza unificata del domani (Registrazione 1960)
? IV. Il moderno feticcio della scienza e della tecnica (Registrazione 1960)
? V. Rovesciare la piramide conoscitiva (Registrazione 1960)

Dal saggio introduttivo:

[...] ? sotto gli occhi di tutti la grande mistificazione che accompagna l'invecchiare del capitalismo. Tutto ? rovesciato: la societ? pi? trivial-materialista della storia s'ammanta di idealismo, una violenza spietata vien fatta passare per umanesimo, la guerra ? missione di pace, la pace ? una guerra pluridecennale con centinaia di milioni di morti, il benessere ? fame e sofferenza per miliardi di persone, la religione ? politica e mercimonio, la superstizione ? gabellata per scienza, il progresso si accompagna a un rigurgito di metafisica e feticismo, la medicina fallirebbe se guarisse i malati sui quali profitta, la famiglia ? sempre pi? sacralizzata mentre genitori massacrano i figli e viceversa, la libert? democratica ? divinizzata mentre oligarchie ultra ristrette schiavizzano il pianeta, l'individuo egoista ? innalzato ad assoluto mentre folle immense vengono schiaffate nel girone dell'anonimo, massificato e coatto consumo di merci. Si potrebbe continuare, ma non c'interessa tanto tenere un elenco minuzioso delle magagne del "sistema", quanto accennare alla mistificazione strutturale che sta alla base di discipline che vengono ancora nominate separatamente, come la filosofia e la scienza.

Introdurre il lettore al significato degli scritti di Bordiga che pubblichiamo in questo numero significa soprattutto rendere chiaro che non vi sono campi salvifici che possano essere estratti dal complesso. Perci? non vi ? filosofia che possa giustificare o anche soltanto spiegare la sopravvivenza del capitalismo; non vi ? scienza che possa dare speranze in un miglioramento della vita, della produzione e dei rapporti sociali entro il capitalismo. La filosofia dovrebbe voler dire "amore per il sapere", ma l'umanit? ha mai saputo cos? poco della propria vita. Il circolo vizioso va spezzato, il paradosso eliminato, la logica ripristinata. La ricerca di Bordiga verte su che cosa potr? determinare una tale rottura e come si svolger? il processo.

L'economia e la scienza amano il quantitativo, il misurabile, quindi spingono a ragionare in cifre. Il sistema santifica ogni giorno l'economia e la scienza che rendono disponibili tali cifre, e su di esse costruisce il proprio trionfo. Ma proprio le cifre, i dati quantitativi, denunciano le qualit? del sistema, la miseria crescente nonostante l'aumento della ricchezza. Le cifre, non le filosofie, condannano a morte il capitalismo.

Oggi siamo non pi? alla millantata lotta delle libere democrazie contro le dittature (balla che gi? non stava in piedi, dato che l'America del dopoguerra sosteneva tutti i fascismi esistenti tranne quello staliniano), ma alla lotta del Bene contro il Male. Chi abbia un po' di sale in zucca sa che questo ha molto a che fare con la teologia, la mistica, la metafisica, l'idealismo, con tutto quel che si vuole tranne che con la scienza e il progresso. Eppure non da oggi si parla di morte della filosofia e della metafisica ad opera della scienza. Anche "Dio ? morto", ed ? luogo comune dire che il comunismo gli ? andato appresso. Religione, Filosofia e Comunismo, quest'ultimo nell'accezione staliniana con il sol dell'avvenire come surrogato di Religione e Salvezza, non sono pi? disponibili per l'irrazionale di cui l'uomo ha sempre pi? bisogno. ? arrivata la Scienza con la maiuscola.

Ora, Bordiga non ? il solo ad affermare che il trionfo dello Spirito e della superstizione nell'epoca della scienza e della tecnica ? un fatto. Del resto basta guardarsi attorno. La scienza, si dice, avrebbe tentato di far da succedaneo alle mistiche della salvezza (cio? della speranza), ma ogni mito salvifico ? religione, quindi irriducibile alla razionalit?. Perci? o si misticizza la scienza o la si abbandona per l'irrazionale tout court. L'uomo moderno, posto di fronte alla contraddizione tra la potenza dispiegata del sistema in cui vive e la miseria dei risultati in termini di godimento della vita, avrebbe cercato infine nella metafisica, qualunque essa fosse, la Salvezza. Non pu? credere a quella razionale, platealmente promessa, e perci? contribuisce al recupero dell'irrazionale e alla sua sopravvivenza. Quando l'Immanente fa schifo, il Trascendente trionfa, dato che l'unione dialettica diventa indigesta, ma questo ? normale.

Bordiga fa un discorso pi? profondo e complesso. L'uomo capitalistico non recupera affatto l'irrazionale antico, ch? quello aveva una sua dignit? "scientifica"; ci? che la societ? attuale partorisce di continuo ? al massimo una sua caricatura. Argomento centrale della critica alla teoria della conoscenza d'oggi non ? e non pu? essere la paccottiglia dell'irrazionale mercificato, non ? neppure solo la scienza industrializzata, sottomessa alle leggi del valore e dello scambio. ? l'intera concezione dell'uomo e della natura che viene messa violentemente in discussione, quella che sta nei libri, nelle accademie, nella testa di coloro che fanno la storia della scienza attuale [...].



* * *

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Direttore responsabile: Diego Gabutti
Registrazione al tribunale di Torino n. 5401 del 14 giugno 2000
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Numero 74, 28 novembre 2004

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Sabato 4 dicembre ore 21

Riunione pubblica presso la libreria Calusca di Milano

Via Conchetta, 18
Tel. 02 5810 56 88


Per una teoria rivoluzionaria della conoscenza

Il moderno feticcio della scienza e della tecnica fra i miti originari dell'uomo e la scienza unificata della societ? futura

Origine e significato di cinque testi inediti di Bordiga pubblicati sull'ultimo numero della rivista "n+1"

Collegamento ai nuovi risultati della scienza attuale, clamorose capitolazioni ideologiche di fronte alle anticipazioni della teoria rivoluzionaria comunista.

"Una esatta rappresentazione dell'universo, del suo sviluppo e di quello dell'umanit?, cos? come del riflesso di tale sviluppo nella testa degli uomini, pu? essere costruita soltanto per via dialettica con continuo riguardo alla vicenda generale del divenire e del trapassare, alle trasformazioni che procedono innanzi o indietro" (Amadeo Bordiga, Appunti sulla teoria della conoscenza, 1926-1927).

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Numero 76, 27 dicembre 2004

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UNA VITA SENZA SENSO

Dall'articolo "Sorda ad alti messaggi la civilt? del quiz", (commento di Amadeo Bordiga al messaggio natalizio di Papa Pacelli - Pio XII, dicembre 1955):

La rampogna del capo della Chiesa va anzitutto ai suoi stessi seguaci. Egli nota che ovunque il Natale (e soprattutto il Christmas) ha un'eco rimbombante e popolare, una buona stampa, una risonanza strepitosa.
Questo tuttavia non basta alla centrale romana, come basterebbe ad una atlantica o moscovita.
"Gli uomini, esaltandosi per i ritrovati della scienza e della tecnica, anzich? elevare il pensiero a Dio hanno davanti al mistero della nascita di Ges? tutt'al pi? sentimenti vivi, ma terreni".
Chiunque altro scrivesse o dicesse una cosa tanto tremenda, cadrebbe sotto il fulmine dell'Indice. La massa cristiana ? accusata di bassezza pagana, di prendere occasione dal mettere il nudo bambino nella rozza capanna solo per sborniarsi di whisky ed erotizzarsi nel vortice delle sambe.
Una prima ala fideista della societ? moderna ? dichiarata affetta da sensuale edonismo, da adorazione del vitello d'oro. Una seconda schiera riceve non meno sanguinosa sferzata:
"Altri ancora ricercano una vita interiore inconsistente perch? chiusa in s? e quindi ridotta ad una solitudine sdegnosa e quasi disperata".
Queste parole a nostro avviso (nelle chiose di questo testo non ordinario molti hanno esitato) mirano a due obiettivi: l'idealismo in genere che poggia tutta la scienza non sul Dio ma sull'Io, e la sua versione preagonica odierna, l'esistenzialismo, che dopo avere negletta nel Dio l'essenza e l'esistenza, getta fuori dall'uomo anche ogni ricerca di essenza e lo riduce all'accidentale vivere della cosa senziente e pensante, il che ? davvero vita disperata e morbosa senza orizzonte, in cui ? uccisa ogni fecondit? come ogni relazione umana.
In un secondo senso si colpiscono non solo questi atei, ma anche una schiera di esistentisti non atei, presente nella stessa Chiesa, che crede di salvare il misticismo straniandosi dagli scontri del mondo sociale e fondando un esistenzialismo della seconda vita. Il sommo Pontefice, nella persona di un uomo di sapienza e di coraggio, bolla questa posizione, che mina la sua grandiosa scuola storica, di eterodossia e di abiura, incita a che si opini e si operi in tutti i rapporti terreni dell'epoca, e pratica altamente questo come dovere cristiano. Ammirevole, ma, sempre, in ritardo ormai sul corso storico.
N? pu? farsi grazia ad una terza posizione, diffusissima in questo mondo smarrito, che ? impotente a tutte le fedi:
"Altri infine, indifferenti e insensibili a tutto, non apprezzano n? la grandezza di ci? [la sdegnosa solitudine] n? la dignit? dell'uomo, ma vivono una vita senza senso".
Anche questa ? una formula che deve restare: la vita senza senso. Anche i milioni di operai che seguono come gregge le manifestazioni teatrali e regificate delle organizzazioni opportuniste, ma hanno scordato il fremere della guerreggiata lotta di classe, la potenza della contrapposizione radicale a tutte le forme borghesi del programma rivoluzionario, i proletari che ribalbettano slogan castrati che puzzano di tutte le ideologie di classi nemiche, vivono, i disgraziati, una vita senza senso, rosicchiando qualche elemosina che si lascia loro perch? si imbevano, davanti agli schermi televisivi, di rimasticate maniere borghesi.

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Aggiornamento dell'Archivio storico sul nostro sito Internet:

Disposizioni per l'inquadramento delle forze comuniste (1921)

Inquadramento (1921)

Istruzioni pratiche (1921)

L'Esercito Rosso (1921)

L'Infamia della caserma (1921)

Mentre si prepara la "spedizione pacificatrice" (1921)

Norme per la costituzione e la organizzazione dei gruppi comunisti (1921)

Norme per l'azione sindacale (1921)

Organizzazione del movimento comunista italiano (1921)

Orientamento del partito (1921)

Per il fronte unico proletario (1921)

La politica del Partito Comunista mira diritta e precisa al suo scopo (1921)

Il problema del potere (1921)

Manifesto del PCd'I dopo lo sciopero dell'agosto (1922)

Manifesto per il fronte unico proletario (1922)

Il Partito Comunista ai lavoratori d'Italia (1922)

Per l'Alleanza del Lavoro (1922)

Per l'Alleanza del Lavoro SFI (1922)

Dopo il Consiglio Nazionale confederale (1922)

Mosca e Roma (1923)


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Numero 81, 28 settembre 2005




E' disponibile sul nostro sito il numero monografico della rivista intitolato:



Per una teoria rivoluzionaria della conoscenza



? Premessa: Cinque testi inediti di Amadeo Bordiga

? Orazione in morte della trinit? Religione, Filosofia e Scienza



? I. Appunti epistemologici



? II. Frammento sulla teoria rivoluzionaria della conoscenza



? III. Dal mito originario alla scienza unificata del domani



? IV. Il moderno feticcio della scienza e della tecnica



? V. Rovesciare la piramide conoscitiva





Attenzione: Il testo ha un vasto apparato di note, assente nelle pagine html; per avere il testo completo prelevare il file Pdf.
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Numero 82, 15 ottobre 2005


Il sito ? stato aggiornato con il n. 17 della rivista:


Prospettive della normalizzazione in Iraq



L'autonomizzarsi del Capitale e le sue conseguenze pratiche



La grande cerniera balcanica e il futuro dell'Unione Europea



Elezioni americane



Tsunami



La battaglia di Falluja



La riforma delle Nazioni Unite



Ucraina, Georgia,Libano, Kirghizistan



Rumori di guerra intorno all'Iran?



IBM World Community Grid



L'angoscia marxologica e il prurito sinistro (a proposito delle partigianerie attuali)



Recensione: Il battilocchio nella storia



Ancora sull'uranio impoverito



Democrazia americana



Apologia della potenza del Capitale?
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