Rabindranath Tagore
Inviato: 28/01/2005, 22:53
Nome anglicizzato di Rabindranatha Thakur, Rabindranath Tagore nasce a Calcutta nel 1861; la sua ? una ricca famiglia di intellettuali (il padre era filosofo).
Nel 1875 pubblica le sue prime poesie in una celebre rivista letteraria di Calcutta.
A vent’anni pubblica la raccolta di poesie Prabbat Sangit (Canti del mattino), seguito presto da Sandhya Sangit (Canti della sera). Naivedya, raccolta di cento sonetti. Nel 1877, mandato a Londra dal padre, frequenta l’University College. Vi resta 14 mesi, ma ritorner? in patria senza laurea. Nel 1883 sposa Mrinalini Devi. Nel 1890 un nuovo viaggio in Europa, passando per Italia, Francia e Inghilterra. Nel 1891 ? nominato vice-presidente dell’ Accademia di Lettere del Bengala. Inizia ad interessarsi all’istruzione dei giovani e alla vita politica del suo paese. Nel 1901 fonda a Shanti Niketan una scuola che successivamente diventer? l’Universit? Internazionale Visva-bharati. Lo colpisce una serie di lutti, che lasciano una profonda traccia nella sua vita. Tra il 1909 e il 1912 scrive Gitanjali, una raccolta di poemi religiosi. Parte poi per un giro di conferenze negli Stati Uniti e da qui ancora in Inghilterra, dove incontra Ezra Pound e William Butler Yeates, i due poeti che lo fecero conoscere alla cultura occidentale.
Le sue opere, scritte originariamente in bengali e in parte tradotte in inglese dall'autore stesso, sono pervase da un profondo amore per la natura e da una religiosit? di matrice panteista. Tra i volumi di poesia si ricorda, oltre alle liriche d'amore di "Il paniere di frutta", scritte tra il 1913 e il 1915, l'anteriore "Canti di offerta", che gli valse il premio Nobel nel 1913.
Da "Il Giardiniere":
Servo Abbi merc? del tuo servo, mia regina!
Regina La riunione ? finita, e tutti i miei servi sono andati via. Perch? tu vieni a questa tarda ora? la mia ora.
Servo Quando hai finito con gli altri, allora viene Vengo a chiederti cosa rimane per il tuo ultimo servo.
Regina Che speri di ottenere, quando ? troppo tardi?
Servo Fammi giardiniere del tuo giardino di fiori.
Regina Che follia ? questa?
Servo Rinuncer? a ogni altro mio lavoro. Getter? nella polvere le mie lance e le mie spade. Non inviarmi in Corti lontane; non ordinarmi di compiere nuove conquiste. Ma fammi giardiniere del tuo giardino di fiori.
Regina Quali saranno i tuoi doveri?
Servo Serv?rti nei tuoi giorni d'ozio. Manterr? fresco il sentiero erboso dove tu cammini al mattino, dove a ogni passo i tuoi piedi saranno salutati con lodi da fiori anelanti di morire.
Ti dondoler? su un'altalena tra i rami del saptaparna, dove la prima luna della sera lotter? tra le foglie per baciarti l'orlo della gonna.
Riempir? d'olio profumato la lampada che arde accanto al tuo letto, e orner? lo sgabello dove posi i piedi con meravigliosi disegni, fatti con impasto di sandalo e zafferano.
Regina E cosa chiedi come ricompensa?
Servo Di poter stringere i tuoi piccoli pugni simili a teneri bocciuoli di loto e intrecciare ai tuoi polsi ghirlande di fiori; di tingerti le piante dei piedi col rosso succo dei petali di ashoka e togliere con i miei baci i granelli di polvere che potranno posarvisi.
Regina Le tue preghiere sono esaudite, mio servo, sarai il giardiniere del mio giardino di fiori.
---------
A una prima lettura, Tagore mi parve elementare, anzi, banale.
Poi, per caso ripresi a leggerlo e lo trovai scintillante di meravigliosa semplicita'.
Un abbraccio fraterno,
Nel 1875 pubblica le sue prime poesie in una celebre rivista letteraria di Calcutta.
A vent’anni pubblica la raccolta di poesie Prabbat Sangit (Canti del mattino), seguito presto da Sandhya Sangit (Canti della sera). Naivedya, raccolta di cento sonetti. Nel 1877, mandato a Londra dal padre, frequenta l’University College. Vi resta 14 mesi, ma ritorner? in patria senza laurea. Nel 1883 sposa Mrinalini Devi. Nel 1890 un nuovo viaggio in Europa, passando per Italia, Francia e Inghilterra. Nel 1891 ? nominato vice-presidente dell’ Accademia di Lettere del Bengala. Inizia ad interessarsi all’istruzione dei giovani e alla vita politica del suo paese. Nel 1901 fonda a Shanti Niketan una scuola che successivamente diventer? l’Universit? Internazionale Visva-bharati. Lo colpisce una serie di lutti, che lasciano una profonda traccia nella sua vita. Tra il 1909 e il 1912 scrive Gitanjali, una raccolta di poemi religiosi. Parte poi per un giro di conferenze negli Stati Uniti e da qui ancora in Inghilterra, dove incontra Ezra Pound e William Butler Yeates, i due poeti che lo fecero conoscere alla cultura occidentale.
Le sue opere, scritte originariamente in bengali e in parte tradotte in inglese dall'autore stesso, sono pervase da un profondo amore per la natura e da una religiosit? di matrice panteista. Tra i volumi di poesia si ricorda, oltre alle liriche d'amore di "Il paniere di frutta", scritte tra il 1913 e il 1915, l'anteriore "Canti di offerta", che gli valse il premio Nobel nel 1913.
Da "Il Giardiniere":
Servo Abbi merc? del tuo servo, mia regina!
Regina La riunione ? finita, e tutti i miei servi sono andati via. Perch? tu vieni a questa tarda ora? la mia ora.
Servo Quando hai finito con gli altri, allora viene Vengo a chiederti cosa rimane per il tuo ultimo servo.
Regina Che speri di ottenere, quando ? troppo tardi?
Servo Fammi giardiniere del tuo giardino di fiori.
Regina Che follia ? questa?
Servo Rinuncer? a ogni altro mio lavoro. Getter? nella polvere le mie lance e le mie spade. Non inviarmi in Corti lontane; non ordinarmi di compiere nuove conquiste. Ma fammi giardiniere del tuo giardino di fiori.
Regina Quali saranno i tuoi doveri?
Servo Serv?rti nei tuoi giorni d'ozio. Manterr? fresco il sentiero erboso dove tu cammini al mattino, dove a ogni passo i tuoi piedi saranno salutati con lodi da fiori anelanti di morire.
Ti dondoler? su un'altalena tra i rami del saptaparna, dove la prima luna della sera lotter? tra le foglie per baciarti l'orlo della gonna.
Riempir? d'olio profumato la lampada che arde accanto al tuo letto, e orner? lo sgabello dove posi i piedi con meravigliosi disegni, fatti con impasto di sandalo e zafferano.
Regina E cosa chiedi come ricompensa?
Servo Di poter stringere i tuoi piccoli pugni simili a teneri bocciuoli di loto e intrecciare ai tuoi polsi ghirlande di fiori; di tingerti le piante dei piedi col rosso succo dei petali di ashoka e togliere con i miei baci i granelli di polvere che potranno posarvisi.
Regina Le tue preghiere sono esaudite, mio servo, sarai il giardiniere del mio giardino di fiori.
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A una prima lettura, Tagore mi parve elementare, anzi, banale.
Poi, per caso ripresi a leggerlo e lo trovai scintillante di meravigliosa semplicita'.
Un abbraccio fraterno,