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Mario Luzi

Inviato: 25/01/2005, 2:51
da milkman
Mario Luzi

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breve biografia


Mario Luzi ? nato a Firenze nel 1914. E' considerato uno dei fondatori dell'ermetismo nonch? uno dei maggiori poeti italiani contemporanei. I suoi esordi letterari risalgono agli anni prima della guerra (quando comincia a frequentare altri giovani poeti della scuola ermetica e collabora a riviste d'avanguardia come "Frontespizio" e "Campo di Marte". E' questa la fase, che durer? oltre un decennio, pi? propriamente ermetica della poesia di Luzi; scelta, questa dell'ermetismo, che verr? non abbandonata ma ampliata e approfondita negli anni successivi. E' gi? presente, tuttavia, un aspetto che perdurer? in tutte le stagioni poetiche di Luzi. Franco Fortini, critico e poeta cui si ? dedicata una scheda, l'ha definita "certezza dell'essenza spirituale dell'universo", dalla quale consegue la "possibilit? di conoscere tale essenza per via intuitiva, indipendentemente dalla storia umana". Nel concreto, questo fondamentale aspetto della poesia di Luzi si traduce, almeno inizialmente, in liriche che si rifanno al simbolismo e al suo maestro Mallarm? per il linguaggio prezioso e cifrato, per l'assenza totale della realt? contingente e della storia. Il periodo migliore della poesia di Luzi ?, secondo alcuni critici, quello che si apre con la raccolta ?Primizie del deserto? dei primi anni Cinquanta. L'assenza e l' "immobilit? fachiresca" degli anni precedenti lasciano il posto a un'inquietudine profonda che si traduce, da un lato, in paesaggi tetri, aspri, perennamente scossi dal vento; dall'altro nella costante ricerca di un ponte tra essere e divenire, mutamento e identit?, tempo ed eternit?, nell'incerta speranza che questo possa in qualche modo lenire la penosa insensatezza del vivere. Pi? di recente Luzi ha modificato alquanto lo stile e in parte i contenuti. Il verso ? diventato prosastico, il lessico "di nobile estrazione saggistica"; i contenuti, infine, si sono aperti a memorie di adolescenza, ambienti della quotidianit? urbana, financo a paesaggi esotici di paesi stranieri. La sua resta comunque una poesia d'elezione, intesa come pratica salvifica da una vita apparentemente priva di senso; in fondo alla quale, tuttavia, resta forse la speranza di una sopravvivenza dell'anima alla morte del corpo. Risposta, questa, essenzialmente religiosa che si rif? a un cristianesimo profondamente sentito, anche se in modo tormentato, che compare nelle liriche del poeta fin dai suoi esordi. (a cura di Olivia Trioschi, pubblicato in http://www.club.it/autori/grandi/mario. ... ice-i.html )


bibliografia:

Poesia

"La barca", Guanda, Modena 1935.
"Avvento notturno", Vallecchi, Firenze 1940.
"La barca", seconda edizione modificata e accresciuta, Parenti, Firenze 1942.
"Un brindisi", Sansoni, Firenze 1946.
"Quaderno gotico", Vallecchi, Firenze 1947.
"Primizie del deserto", Schwarz, Milano 1952.
"Onore del vero", Neri Pozza, Venezia 1957.
"Il giusto della vita", Garzanti, Milano 1960 (raccoglie tutte le precedenti opere).
"Nel magma", All?Insegna del Pesce d?Oro, Milano 1963.
"Dal fondo delle campagne", Einaudi, Torino 1965 (edizione definitiva 1969 accresciuta di una poesia).
"Nel magma", nuova edizione accresciuta, Garzanti, Milano 1966.
"Su fondamenti invisibili", Rizzoli, Milano 1971.
"Al fuoco della controversia", Garzanti, Milano 1978.
"Tutte le poesie", Garzanti, Milano 1979, 2 voll. (vol. I: "Il giusto della vita"; vol. II: "Nell?opera del mondo", che raccoglie "Dal fondo delle campagne", "Nel magma", "Al fuoco della controversia").
"Reportage".Un poemetto seguito dal "Taccuino di viaggio in Cina", All?Insegna del Pesce d?Oro, Milano 1984.
"Per il battesimo dei nostri frammenti", Garzanti, Milano 1985.
"Tutte le poesie: Il giusto della vita; Nell?opera del mondo; Per il battesimo dei nostri frammenti", con un?appendice di testi inediti, Garzanti, Milano 1988 (l?appendice ? costituita da "Semiserie ovvero versi per posta", 1970-1987).
"Frasi e incisi di un canto salutare", Garzanti, Milano 1990.
"Perse e brade, incisioni di E. Faraoni", con una nota di S. Verdino, Newton Compton, Roma 1990.
"Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini", Garzanti, Milano 1994.
"Sia detto, in "Annuario della Fondazione Schlesinger"", Lugano-Milano-New York 1995, pp. 11-25 (dieci poesie).
"Tutte le poesie", Garzanti, Milano 1998, 2 voll. (vol.I: "l giusto della vita"; "Nell?opera del mondo"; "Per il battesimo dei nostri frammenti"; vol.II: "Frasi e incisi di un canto salutare"; "Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini"; Appendice).Raccolta delle opere precedenti, a esclusione di "Perse e brade" e di "Sia detto"; l?Appendice comprende le "Semiserie", cfr. TP88.

Teatro


"Ipazia", All?Insegna del Pesce d?Oro, Milano 1973.
"Libro di Ipazia", introduzione di G. Pampaloni, con una nota di G. Quiriconi, Rizzoli, Milano 1978 (contiene "Ipazia" e "Il messaggero").
"Rosales", introduzione e note di G. Raboni, Rizzoli, Milano 1983 (pubblicato contemporaneamente ? con alcune varianti nella sequenza delle scene ? come: "Rosales", con materiale critico sull?autore, Edizioni del Teatro di Genova, Genova 1983).
"Hystrio", con una nota di G. Quiriconi, Rizzoli, Milano 1987.
"Corale della citt? di Palermo per S. Rosalia", introduzione di S. Verdino, S. Marco dei Giustiniani, Genova 1989.
"Il Purgatorio. La notte lava la mente", presentazione di L. Baldacci, Costa & Nolan, Genova 1990.
"Io, Paola, la commediante", Garzanti, Milano 1992.
"Teatro", postfazione di G. Quiriconi, Garzanti, Milano 1993 (raccoglie i testi precedenti).
"Pietra oscura", introduzione di S. Verdino, I Quaderni del Battello Ebbro, Porretta Terme 1994.
"Felicit? turbate", Garzanti, Milano 1995 (in appendice: S. Lombardi, "Biografie teatrali"; F. Tiezzi, "La libert? della forma"; G. Manzoni, Interludi).
"Ceneri e ardori", Garzanti, Milano 1997.


Prosa

"Biografia a Ebe", Vallecchi, Firenze 1942.
"Trame", Quaderni del Critone, Lecce 1963.
"Trame", Rizzoli, Milano 1982 (comprende i precedenti volumi).
"De quibus", Zanetto, Montichiari 1991.
"Toscanit?", Zanetto, Montichiari 1993.
"Mari e monti", Il ramo d?oro, Firenze 1997.
"Taccuino di viaggio in India e altri inediti di Mario Luzi", a cura di R.Cardini, Polistampa, Firenze 1998.

Saggistica

"L?opium chr?tien", Guanda, Parma 1938.
"Un?illusione platonica e altri saggi", Edizioni di Rivoluzione, Firenze 1942.
"L?inferno e il limbo", Marzocco, Firenze 1949.
"Studio su Mallarm?", Sansoni, Firenze 1952 (ristampato con un?Avvertenza, Editoriale B.M. italiana, Roma 1987).
"Aspetti della generazione napoleonica e altri saggi di letteratura francese", Guanda, Parma 1956 (con la ristampa di "L?opium chr?tien").
"Lo stile di Constant", Il Saggiatore, Milano 1962.
"L?inferno e il limbo", Il Saggiatore, Milano 1964 (nuova edizione accresciuta).
"Tutto in questione", Vallecchi, Firenze 1965.
"Giovanni Pascoli", in AA.VV., "Storia della letteratura italiana", a cura di E. Cecchi e N. Sapegno, vol. VIII: "Dall?Ottocento al Novecento", Garzanti, Milano 1968, pp. 731-811.
"Un?illusione platonica ed altri saggi". Con un?appendice di nuovi saggi, Massimiliano Boni, Bologna 1972 (a cura di M. Boni).
M. Luzi ? C. Cassola, "Poesia e romanzo", Rizzoli, Milano 1973 (di Luzi: "Poesia", pp. 7-56).
"Vicissitudine e forma", Rizzoli, Milano 1974.
"Discorso naturale", Introduzione di F. Fortini, Nota bio-bibliografica di C. Fini e A. Serrao, Quaderni di Messapo, Siena 1980.
"Discorso naturale", Garzanti, Milano 1984 (edizione accresciuta).
"Scritti", a cura di G. Quiriconi, Arsenale, Venezia 1989 (scelta di saggi editi nei precedenti volumi e altri non raccolti).
"Cronache dell?altro mondo", a cura di S. Verdino, Marietti, Genova 1989.
"Le parole agoniche della poesia", con notizia di G. Garufi, Alfabetica, Macerata 1991.
"Dante e Leopardi o della modernit?", a cura di S. Verdino, Editori Riuniti, Roma 1992.
"La luce (dal Paradiso di Dante)", Galleria Pegaso, Forte dei Marmi 1994 (con antologia di testi).
"Naturalezza del poeta. Saggi critici", a cura di G. Quiriconi, Garzanti, Milano 1995 (ampia scelta dagli "Scritti" del 1989).
"Sperdute nel buio. 77 critiche cinematografiche", a cura di A.M. Murdocca, Blu cobalto, Milano 1995 (edizione f.c.), poi "Archinto", Milano 1997.
"L?inferno e il limbo", SE, Milano 1997 (ampia scelta dall?edizione Il Saggiatore del 1964).
"Prima semina. Articoli e saggi critici (1933-46)", a cura di M. Zulberti, Mursia, Milano (di prossima pubblicazione).

Scritti d?arte

"Nuovamente venuto Rosai", Pananti, Firenze 1984, in 300 esemplari.
"Venturino Venturi: moti e ricerche verso l?infinito", Pananti, Firenze 1991.
"15 superfici bianche di Enrico Castellani", edizione a cura della Zanussi Italia s.p.a., Tipografia Sartor, Pordenone 1994.
"Luzi critico d?arte", a cura di N. Micieli, LoGisma editore, Firenze 1997 (raccoglie gli scritti precedenti e molti scritti d?arte di Luzi, con contributi critici di A.Parronchi, M. Ciccuto, N. Micieli, T. Paloscia).

Curatele
B. Castiglione, "Il Cortegiano", a cura di M. Luzi, Garzanti, Milano 1941.
"Anthologie de la po?sie lyrique fran?aise", par T. Landolfi et M. Luzi, Sansoni, Florence 1950.
"L?idea simbolista", Garzanti, Milano 1959 (edizione riveduta, 1976).

Traduzioni

Ch. Du Bos, "Vita e letteratura", con prefazione di M. Luzi, Cedam, Padova 1943.
S.T. Coleridge, "Poesie e prose", Cederna, Milano 1949, poi in "Poesie e prose", a cura di M. Luzi, testo inglese a fronte, Mondadori, Milano 1977.
Ch.-L.de Montesquieu, "Il tempio di Cnido", in "Romanzi francesi dei secoli XVII e XVIII", a cura di M. Rago, Bompiani, Milano 1951.
J. Racine, "Andromaca", in "Il teatro francese del grand si?cle", ERI, Roma 1960; ripresa in "Il grande teatro francese: Il Cid; Andromaca; Britannico", Edipem, Novara 1974; ripresa in J. Racine, "Andromaca", Rizzoli, Milano 1980.
P. Val?ry, "Cantique des colonnes suivi d?une traduction italienne de Mario Luzi et avec six lithographies originales de Felice Casorati", All?Insegna del Pesce d?Oro, Milano 1960 (con tavole di F. Casorati).
J. Guill?n, "La fuente", variazioni su un tema di R. Bilenchi, versione di M. Luzi, All?Insegna del Pesce d?Oro, Milano 1961.
W. Shakespeare, "Riccardo II", Einaudi, Torino 1966.
"Francamente (versi dal francese)", Nuovedizioni Enrico Vallecchi, Firenze 1980.
"La cordigliera delle Ande e altri versi tradotti", Einaudi, Torino 1983 (riprende il precedente volume e altre traduzioni poetiche).
S.T. Coleridge, "La ballata del vecchio marinaio", Rizzoli, Milano 1985.
Tirso de Molina, "Dannato per disperazione", in "Il teatro del Siglo de Oro". Tirso de Molina, Garzanti, Milano 1991.

Opuscoli e rari


E. Bellucci ? M. Luzi, "Minute per una lettera sulla poesia", Istituto Statale d?Arte, Urbino 1963 (poi in IL).
"Il poeta e la contemporaneit?", Centro Pitr?, Palermo 1977.
"Semiserie", Galleria Il Catalogo, Salerno 1979.
"Ritorno a Siena", Taccuini di barbabl?, Siena 1981.
"Arnia, Marcos y Marcos", Milano 1981 (prosa pubblicata nel 1938 su "Campo di Marte").
"Ricordo di mia madre", s.e., Valcamonica 1981, in 99 esemplari (ristampa di La valle da FCA, "per gli amici di Maria Dolores Giudici Ghitti [1908-81]").
"Codici di poesia 1", raccolta curata da C. Lapucci, V. Marucci, V. Scheiwiller, Orcio d?Oro, S. Miniato 1983, in 300 esemplari (ristampa di Invocazione da PD e COM, 4).
"Dal fondo delle campagne", a cura di R. Pieraccini, Eurographica, Helsinki 1986, in 350 esemplari.
"Tra notte e giorno", I libretti di Mal?Aria, Pisa 1991 (ripresa della poesia di M).
"Siena in cuore".Lezione magistrale tenuta il 5 ottobre 1991, Universit? per stranieri, Siena 1991.
"Irlanda quel riconfermato incontro", Istituto Italiano di Cultura, Dublino 1993 (prose e poesie gi? edite in TP88, FICS e PB di tema irlandese, con traduzione in inglese e in gaelico).
"Sbr?gati", Winterthur 1993-94 (autografo del testo italiano e traduzione tedesca della poesia), in 500 esemplari.
"Ponte e fiume", Voci del Villaggio FM edizioni, [S. Miniato] 1994 (poesia inedita in foglio ripiegato).
M. Luzi ? L. Sampaoli, "Torre delle ore, Quattro Lieder per voce e pianoforte e due ritratti di A. Ciarrocchi", All?Insegna del Pesce d?Oro di Vanni Scheiwiller, Milano 1994.
"Poesie scelte", con introduzione di M. Pamio, Noubs, Chieti 1995.
"Il mio incontro con la poesia tedesca", Universit? degli Studi di Firenze-Polistampa, Firenze 1998.
"Nozze", poesia per le nozze di Silvia Trinchero e Marco Chiabotto, Torino, 25 giugno 1998, Valdonega, Verona 1998 (edizione in 99 esemplari, per il matrimonio della figlia dell?italianista Giovanna Ioli).

Programmi di sala

"La lite", oratorio per voce recitante coro e orchestra, libretto di M. Luzi, musica di L. Sampaoli, Meeting per l?amicizia fra i popoli, Rimini 1989.
"Il Purgatorio", Edizioni l?Obliquo, Brescia 1990 (programma di sala per la prima rappresentazione di "Il Purgatorio. La notte lava la mente", regia di F. Tiezzi, Prato, Teatro Fabbricone, 2 marzo 1990).
"Pontormo. Felicit? turbate", Maggio Musicale Fiorentino, Firenze 1995 (programma di sala per la prima rappresentazione, 6 giugno 1995, regia di F. Tiezzi, musiche di G. Manzoni).

Libri d?arte e cataloghi

"Una poesia di Mario Luzi e quattro serigrafie di Michel Tissot", L?Upupa, Firenze 1985.
"Padri dei padri, una poesia di M. Luzi, cinque acqueforti di F. Ghitti", Naquane, Milano 1985.
"Perch? luce ti ritrai", con una poesia di M. Luzi e un?acquaforte di W. Valentini, Lintas, Milano 1987.
"Quaderno gotico". Disegni e gouaches di Nino Lupica, presentazione di C. Bo, apparati critici e filologici di E. Cesana e S. Verdino, Comune di Lecco-Comune di Firenze-Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo, Lecco 1988.
"La rondine ultima rimasta", una poesia di M. Luzi e tre incisioni di A. Ciarrocchi, Carte asolane, Monteconero in Chienti 1988.
M. Luzi ? P. Tarasco, "Rami foglie radici", con una nota di M. Marchi, Stamperia dell?Arancio, S. Benedetto del Tronto 1990 (sette poesie di M. Luzi: da OV: "Nell?imminenza dei quarant?anni"; da AN: "Giovinette"; da BR: "A Ebe"; da OV: "Incontro"; da FICS: "Migrazione"; da BNF: "Gli alberi a cui il frutto cade"; da FCA: "Colpi e sette incisioni di P. Tarasco"), in 60 e XX esemplari.
"La barca", tavole di N. Pino, a cura di M.Francillo Nicosia, Edizioni Il Gabbiano, Messina 1991 (edizione f.c.).
"Non sono sazi della loro vita", quindici acqueforti di A.M. Bartolini e una poesia di M. Luzi, Festina Lente, Impruneta 1992, in 50 esemplari.
M. Luzi ? W. Valentini, "La notte viene col canto", Edizioni Proposte d?arte Colophon, Belluno 1992 (quattro poesie; da QG: "La notte viene col canto"; da BNF: "Essere rondine"; da FI: "Vita fedele alla vita"; da FCA: "Il duro filamento" e quattro incisioni di W. Valentini).
M. Luzi ? E. Marco, "Poeti e pittori", ed. ENT e L MCL, Massa Carrara s.d. [ma 1992] (contiene "Le briciole" da FICS).
M. Luzi ? L. Sampaoli, "Ut pictura, po?sis", fotografie di R. Betti, Nuova Compagnia Editrice, Forl? 1993 (con frammenti di versi tratti dall?opera edita di Luzi).
"Comete per Nathaniel 3", dedica di G.L. Beccaria, poesia di M. Luzi, incisione di M. Grosso, Isola di S. Rocco al ponte delle Ripe, Mondov? 1993 (contiene la poesia "L?universo, i morti. Ne immagina"), in 99 esemplari.
"Tra terra e cielo", versi di M. Luzi, musica di C. Crivelli, Aeditio Princeps, Roma 1993, in 200 esemplari.
"Vola alta parola", prefazioni di L. Cavani e M. Cacciari, Edizioni Proposte d?arte Colophon, Belluno 1994 (antologia di dodici poesie, in occasione degli ottant?anni di Luzi: da GV: "Parca-villaggio"; da PD: "Notizie a Giuseppina dopo tanti anni"; "Aprile-amore"; da OV: "Come tu vuoi"; "L?osteria"; "Las animas"; "Nell?imminenza dei quarant?anni"; da FCA: "Augurio"; da M: "Tra notte e giorno"; da FI: "Vita fedele alla vita"; da FCO: "Muore ignominiosamente la repubblica"; da BNF: "Vola alta parola", tradotte ciascuna in tre lingue europee diverse ? russo, bulgaro, rumeno, ceco, svedese, tedesco, fiammingo, inglese, francese, spagnolo ?, con dodici incisioni di A. Bonalumi, E. Castellani, P. Dorazio, F. Galli, P. Guccione, R. Licata, G. Maraniello, M. Paladino, T. Scialoja, W. Valentini, E. Vedova, G. Zigaina).
M. Luzi ? C. Mattioli, "Essere ? non dimenticare", prefazione di C. Garboli, Edizioni Proposte d?arte Colophon, Belluno 1994 (quattro poesie edite di M. Luzi: da B: "Toccata"; da FCA: "Augurio"; da PD: "S?avvia tra i muri, ? preda della luce"; da BNF: "Vola alta parola"; tecniche




La giovane ebrea al suo amato musulmano


C?? una pozza di sangue tra te e me.
Mio Dio, chi l?ha versato?
chiunque sia stato,
caro, ? sangue sprecato.
Ma io so che l?amore
mio, se mi aprirai le braccia,
potr? vederlo asciugato.
Vieni, non tardare.

MARIO LUZI, Parlate


Link:


http://www.novecentopoesia.it/m__luzi.htm


L'opera poetica, con numerosi testi:

http://www.italica.rai.it/principali/ar ... i/luzi.htm


QUANTA VITA

?Quanta vita? si leva una voce alta di bambino
dove uccelli e uccelli strappati al pigolio di ramo in ramo
filavano tra la perdita di foglie del bosco nel freddo controluce
e tracciano una scia di piume e strida, lasciano quelle rotte frasi
d?un discorso arrivato al dunque, festa
e fuga, mentre uomini appostati
ne preparano lo sterminio; ?quanta
vita? ripetono quegli ultimi pi? luminosi sbattimenti d?ali
per tutta la boscaglia tra mare ed acquitrinio.

E qui, in luoghi ben lontani, ma in un tempo
che come quello non perdona, mentre
incrocio per questa via di banche
senza un cenno d?intesa
compagni d?altri tempi
trascinati da un vento oscuro tra le porte vigilate
e li vedo ansiosi, simili ad uccelli ritardatari, vinti
e arsi dentro da un fuoco indefinibile,
consunto, non ancora spento, presunzione
di forza dove non ? forza, orgoglio
d?una fede che non ? fede, ?quanta
vita? ripete quella voce di nove anni
alla coscienza troppo adulta, troppo
chiara, di nuovo ?quanta vita?
che non si percepisce mai la vita
cos? forte come nella sua perdita.

(da Dal fondo delle campagne)



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Questa felicit?

Questa felicit? promessa o data
m'? dolore, dolore senza causa
o la causa se esiste ? questo brivido
che sommuove il molteplice nell'unico
come il liquido scosso nella sfera
di vetro che interpreta il fachiro.
Eppure dico: salva anche per oggi.
Torno torno le fanno guerra cose
e immagini su cui cala o si leva
o la notte o la neve
uniforme del ricordo.





A mia madre dalla sua casa

M'accoglie la tua vecchia, grigia casa
steso supino sopra un letto angusto,
forse il tuo letto per tanti anni. Ascolto,
conto le ore lentissime a passare,
pi? lente per le nuvole che solcano
queste notti d'agosto in terre avare.

Uno che torna a notte alta dai campi
scambia un cenno a fatica con i simili,
infila l'erta, il vicolo, scompare
dietro la porta del tugurio. L'afa
dello scirocco agita i riposi,
fa smaniare gli infermi ed i reclusi.

Non dormo, seguo il passo del nottambulo
sia demente sia giovane tarato
mentre risuona sopra pietre e ciottoli;
lascio e prendo il mio carico servile
e scendo, scendo pi? che gi? non sia
profondo in questo tempo, in questo popolo.






La notte lava la mente

La notte lava la mente.

Poco dopo si ? qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.





Il Giudice

"Credi che il tuo sia vero amore? Esamina
a fondo il tuo passato" insiste lui
saettando ben addentro
la sua occhiata di presbite tra beffarda e strana.
E aspetta. Mentre io guardo lontano
ed altro non mi viene in mente
che il mare fermo sotto il volo dei gabbiani
sfrangiato appena tra gli scogli dell'isola,
dove una terra nuda si fa ombra
con le sue gobbe o un'altra preparata a semina
si fa ombra con le sue zolle e con pochi fili.
"Certo, posso aver molto peccato"
rispondo infine aggrappandomi a qualcosa,
sia pure alle mie colpe, in quella luce di brughiera.
"Piangere, piangere dovresti sul tuo amore male inteso"
riprende la sua voce con un fischio
di raffica sopra quella landa passando alta.
L'ascolto e neppure mi domando
perch? sia lui e non io di l? da questo banco
occupato a giudicare i mali del mondo.
"Pu? darsi" replico io mentre gi? penso ad altro,
mentre la via s'accende scaglia a scaglia
e qui nel bar il giorno ancora pieno
sfolgora in due pupille di giovinetta che si sfila il grembio
per le ore di libert? e l'uomo che le ha dato il cambio
indossa la gabbana bianca e viene
verso di noi con due bicchieri colmi,
freschi, da porre uno di qua uno di l? sopra il nostro tavolo.





L'India

Tace ora, mi chiedo se oppressa dal suo Karma,
(so della sua vita, del nome che le d?, e del senso)
mentre mostra a lungo lo schermo
sul selciato una moltitudine
stecchita in una posa tra sonno e morte
levarsi a stento in preghiera e spulciarsi nell'alba.
N? forse la colpisce il primo aspetto
ma un altro pi? recondito, e vede
una giustizia di diverso stampo
in quella sofferenza di paria
orrida eppure non abbietta, e nella sua che le scende addosso.

"Avere o non avere la sua parte in questa vita"
riemerge in parole il suo pensiero - ma solo un lembo.
E io ne tiro a me quella frangia
ansioso mi confidi tutto l'altro,
attento non mi rubi niente
di lei, neppure l'amarezza, ed attendo.
S'interrompe invece. Seguono altre immagini dell'India
e nel loro riverbero le colgo
un sorriso estremo tra di vittima e di bimba
quasi mi lasci quella grazia in pegno
di lei mentre si eclissa nella sua pena
e l'idea di se stessa le muore dentro.

"Perch? porti quel giogo, perch? non insorgi"
mi trattengo appena dal gridarle,
soffrendo perch? soffre, certo,
ma pi? ancora perch? lascia la presa
della mia tenerezza non saziata e piglia il largo piangendo;
"Ascoltami" comincio a mormorarle
e gi? penso al chiarore della sala dopo il technicolor
e a lei che sul punto di partire
mi guarda da dietro la lampada
della sua solitudine tenuta alzata di fronte.

"Mario" mi previene lei che indovina il resto. "Ancora
levi come una spada, buona a che?,
lo sdegno per le cose che ti resistono.
Uomo chiuso all'intelligenza del diverso,
negato all'amore: del mondo, intendo, di Dio dunque"
e indulge a una smorfia fine di scherno
per se stessa salita sul pulpito, e quasi si annulla.

"Davvero vorrei tu avessi vinto"
le dico con affetto incontenibile, pi? tardi,
mentre scorre in un brusio d'api, nel film senza commento, l'India.





Per mare

Nel pi? alto punto
dove scienza ? obl?o d'ogni sapere
e certezza, mi dicono,
certezza irrefutabile venuta incontro

o nel tempo appeso a un filo
d'un riacquisto d'infanzia,

tra sonno e veglia, tra innocenza e colpa,

dove c'? e non c'? opera nostra voluta e scelta.

"La salute della mente
? l?" dice una voce
con cui contendo da anni,
una voce che ora ? di sirena.

Si naviga tra Sardegna e Corsica.
C'? un po' di mare
e la barca appruata scarricchia.
L'equipaggio dorme. Ma due
vegliano nella mezzaluce della plancia.
E' passato agosto; Siamo alla rottura dei tempi.
E' una notte viva.
Viva pi? di questa notte,
viva tanto da serrarmi la gola
? la muta confidenza
di quelli che riposano
si curi in mano d'altri
e di questi che non lasciano la manovra e il calcolo

mentre pregano per i loro uomini in mare
da un punto oscuro della costa, mentre arriva
dalla parte del Rodano qualche raffica.

R: Mario Luzi

Inviato: 25/01/2005, 3:01
da milkman
Da "Avvento Notturno"

Avorio


Parla il cipresso equinoziale, oscuro
e montuoso esulta il capriolo,
dentro le fonti rosse le criniere
dai baci adagio lavan le cavalle.
Gi? da foreste vaporose immensi
alle eccelse citt? battono i fiumi
lungamente, si muovono in un sogno
affettuose vele verso Olimpia.
Correranno le intense vie d'Oriente
ventilate fanciulle e dai mercati
salmastri guarderanno ilari il mondo.
Ma dove attinger? io la mia vita
ora che il tremebondo amore ? morto?
Violavano le rose l'orizzonte,
esitanti citt? stavano in cielo
asperse di giardini tormentosi,
la sua voce nell'aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori.


(Se musica ? la donna amata)

Ma tu continua e perditi, mia vita,
per le rosse citt? dei cani afosi
convessi sopra i fiumi arsi dal vento.
Le danzatrici scuotono l'oriente
appassionato, effondono i metalli
del sole le veementi baiadere.
Un passero profondo si dispiuma
sul golfo ov'io sognai la Georgia:
dal mare (una viola trafelata
nella memoria bianca di vestigia)
un vento desolato s'appoggiava
ai tuoi vetri con una piuma grigia
e se volevi accoglierlo una bruna
solitudine offesa la tua mano
premeva nei suoi limbi odorosi
d'inattuate rose di lontano.



Da "Poesie sparse"

Nulla di ci? che accade e non ha volto


Nulla di ci? che accade e non ha volto
e nulla che precipiti puro, immune da traccia,
percettibile solo alla piet?
come te mi significa la morte.
Il vento ricco oscilla corrugato
sui vetri, finge estatiche presenze
e un oriente bianco s'esala
nei quadrivi di febbre lastricati.
Dalla pioggia alle candide schiarite
si levano allo sguardo variopinto
blocchi d'aria in festevoli distanze.
Apparire e sparire ? una chimera.
E' questa l'ora tua, ? l'ora di quei re
sismici il cui trono ? il movimento,
insensibili se non al freddo di morte
che lasciano nel sangue all'improvviso.
Loro sede fulminea ? qualche specchio
assorto nella sera, ivi s'incontrano,
ivi si riconoscono in un battito.
Sei certa ed ingannevole, ? vano ch'io ti cerchi,
ti persegua di l? dai fortilizi,
dalle guglie riflesse negli asfalti,
nei luoghi ove l'amore non pu? giungere
n? la dimenticanza di se stessi.



Da "Monologo"

I

Vita che non osai chiedere e fu,
mite, incredula d'essere sgorgata
dal sasso impenetrabile del tempo,
sorpresa, poi sicura della terra,
tu vita ininterrotta nelle fibre
vibranti, tese al vento della notte...

Era, donde scendesse, un salto d'acque
silenziose, frenetiche, affluenti
da una febbrile trasparenza d'astri
ove di giorno ero travolto in giorno,
da me profondamente entro di me
e l'angoscia d'esistere tra rocce
perdevo e ritrovavo sempre intatta.

Tempo di consentire sei venuto,
giorno in cui mi maturo, ripetevo,
e mormora la crescita del grano,
ronza il miele futuro. Senza pausa
una ventilazione oscura errava
tra gli alberi, sfiorava nubi e lande;
correva, ove tendesse, vento astrale,
deserto tra le prime fredde foglie,
portava una germinazione oscura
negli alberi, turbava pietre e stelle.

Con lo sgomento d'una porta
che s'apra sotto un peso ignoto, entrava
nel cuore una vertigine d'eventi,
moveva il delirio e la piet?.
Le immagini possibili di me,
passi uditi nel sogno ed inseguiti,
svanivano, con che tremenda forza
ti fu dato di cogliere, dicevo,
tra le vane la forma destinata!
Quest'ora ti edifica e ti schianta.
L'uno ancora implacato, l'altro urgeva -
con insulto di linfa chiusa i giorni
vorticosi nascevano da me,
rapidi, colmi fino al segno, ansiosi,
senza riparo n'ero trascinato.
Fosti, quanto puoi chiedere, reale,
la contesa col nulla era finita,
spirava un tempo lucido e furente,
senza fine perivi e rinascevi,
ne sentivi la forza e la paura.
Una disperazione antica usciva
dagli alberi, passava sulle tempie.
Vita, ne misuravi la pienezza,




Notizie a Giuseppina dopo tanti anni

Che speri, che ti riprometti, amica,
se torni per cos? cupo viaggio
fin qua dove nel sole le burrasche
hanno una voce altissima abbrunata,
di gelsomino odorano e di frane?

Mi trovo qui a questa et? che sai,
n? giovane n? vecchio, attendo, guardo
questa vicissitudine sospesa;
non so pi? quel che volli o mi fu imposto,
entri nei miei pensieri e n'esci illesa.

Tutto l'altro che deve essere ? ancora,
il fiume scorre, la campagna varia,
grandina, spiove, qualche cane latra
esce la luna, niente si riscuote,
niente dal lungo sonno avventuroso.


Immagine

Mario Luzi

Inviato: 25/01/2005, 18:01
da patrizia mazzonetto
:wink: :!:

Mario Luzi

Inviato: 01/03/2005, 15:21
da carlo
E' morto il poeta Mario Luzi. Era nato a Firenze il 20 ottobre del 1914. L'annuncio ? stato dato dal sindaco del capoluogo toscano, Leonardo Domenici. "Mario Luzi, grande poeta e senatore a vita, si ? spento nella sua casa fiorentina. E' una gravissima perdita per la citt? e per il paese. Siamo profondamente addolorati". Luzi sarebbe morto mentre era gi? sveglio. La causa del decesso forse un infarto.


Le opere
Al 1935 risale la sua prima raccolta, "La barca", cui e' seguito "Avvento notturno" (1940), testo esemplare dell'Ermetismo fiorentino. Foltissima la produzione successiva, che scandisce le tappe e gli sviluppi di un itinerario poetico fra i pi? ricchi e coerenti del Novecento italiano: "Un brindisi" (1946), "Quaderno gotico" (1947), "Primizie del deserto" (1952), "Onore del vero" (1957), confluiti con altri versi sparsi in "Il giusto della vita" (1960), "Nel magma" (1963), "Dal fondo delle campagne" (1965), "Su fondamenti invisibili" (1971), "Al fuoco della controversia" (1978, premio Viareggio), "Per il battesimo dei nostri frammenti" (1985), "Frasi e incisi di un canto salutare" (1990), "Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini" (1994), cui vanno aggiunti i poemetti drammatici inclusi in "Teatro" (1993) e i testi teatrali "Pontormo" (1995), "Io, Paola, la commediante" (1992) e "Ceneri e ardori" (1997).

Tema dominante della poesia di Mario Luzi ? l'angosciosa contrapposizione tempo-eternit?, individuo-cosmo. Il discorso che ne nasce (affidato a un pregnante linguaggio analogico) muove da una sorta di limbo lirico verso una realta' carica di presenze, di 'altri': questo colloquio col mondo degli uomini e della storia si piega a volte a dialogo familiare, altre volte diventa presa di coscienza del lacerarsi di una civilta'. La sintassi, inizialmente costretta entro moduli chiusi, si accosta via via al parlato fino a raggiungere, da "Onore del vero" in poi, un singolare equilibrio di recitativo e canto. Mario Luzi ha tradotto da Shakespeare, Coleridge, Racine. Della produzione saggistica vanno ricordati "L'inferno e il limbo" (1949), "Studio su Mallarme" (1952), "Tutto in questione" (1965), "Vicissitudine e forma" (1974), "Spazio stelle voce" (1992), "Naturalezza del poeta" (1995).


La nomina a senatore
Mario Luzi aveva compiuto i 90 anni lo scorso 20 ottobre. Pochi giorni prima, il 14 ottobre, era stato mominato senatore a vita dal presidente della Repubblica Ciampi. Firenze lo aveva festeggiato con un convegno ed una cerimonia che avevano portato in citt? poeti, intellettuali e politici. Lo scorso 11 febbraio Luzi aveva fatto la sua ultima uscita pubblica, partecipando in Palazzo Vecchio ad una iniziativa per ricordare Eugenio Garin.

Re: R: Mario Luzi

Inviato: 01/03/2005, 17:14
da patrizia mazzonetto
.... da AVORIO ripresa da Milkman

"la sua voce nell'aria era una roccia
deserta e incolmabile di fiori."


Mi sembrava bello riprendere un verso...
cercheremo tutti di mantenerlo

ora che non ci sei manchi....

? come la poesia stessa, se non c'? manca!

:cry:

Mario Luzi

Inviato: 01/03/2005, 18:09
da carlo
Bella citiazione, potremmo aprire cos? "Oltre il confine", come piccola dedica, che ne dici?



Immagine

Mario Luzi

Inviato: 02/03/2005, 18:10
da patrizia mazzonetto
certo perch? no? :wink:

Mario Luzi

Inviato: 05/03/2005, 0:00
da hombre sincero
E' molto bella.