le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
FEBBRAIO, CHE MESE!
quando il ricordo non ? pi? dolore
Oggi ? un anno esatto che Renato Milleri (Remil) ha lasciato la terra per unirsi al Padre Celeste e mi piace ricordarlo non con dolore ma con la serenit? pi? languida che il dolore del ricordo lascia col passare del tempo. Ma Renato mica ? andato via! Io ci parlo in tutte le ore del giorno, tutti i giorni, come quando era in vita. Perch? ?febbraio, che mese?? Perch? in questo mese e in tre giorni successivi tre amici carissimi, tre ?GRANDI POETI?, tre immortali hanno lasciato la terra: Arden Borghi Santucci, il 24 del 1997; Renato Milleri (Remil) il 25 dello scorso anno e Peppino Selvaggi il 26 il giorno dopo di Remil.
Renato Milleri in arte Remil, era nato a Roma il 1 giugno 1947 ed ha fondato la sua poesia (che si ostinava a chiamare ?prosa poetica?) sulla ricerca analitica del proprio io e le ?turbe? che seguono l?uomo dall?infanzia.
Ho detto che la ricerca inizia nell?infanzia, interrotta per ragioni di lavoro, nel periodo in cui ? stato impiegato di banca, per riprendere quando ? stato messo in quiescenza per ragioni di salute, nel 1981 con il grido disperato che vede la ?sua? citt? stretta nella morsa della violenza, intitolando una raccolta di poesie: ?La nostra citt? violenta?; una raccolta divisa in cinque parti, quasi a voler fare il viaggio dantesco a ritroso: Dante dal peccato giunge alla redenzione, lui dalla redenzione scende nelle ?bolgie infernali?; una raccolta di poesie che affascina, rapisce e indigna il lettore, ma importante ? che rimane incollato alla lettura fino all?ultima virgola, per sentirsi in ?trance? per ore dopo aver finito la lettura che continua imperterrita nel cervello fino a farlo sentire placati, perch? avvolto dalla sua rabbia e dal profondo amore che lo lega alla citt? eterna.
Ha detto Lorenzo de Ninis della poesia di Remil: ?La nostra citt? violenta?, ? una ventata di vita, sospesa tra sogno e realt?, mi ha spinto indietro nel tempo a rivedere la mia esistenza. Mi ha impressionato la freschezza dei suoi versi e, dietro l?apparente semplicit?, la profondit? dei pensieri e dei sentimenti espressi con immagini sinestetiche che ci avvolgono e ci fanno penetrare nel mondo presente-lontano-sereno-inquieto dell?uomo Remil (ma non solo lui). Spazio e tempo si fondono nel tentativo di spiegare a se stesso e agli altri l?arcano della realt?, della vita (la nostra citt? violenta), che si regge sulle ali dell?amore, del desiderio, del sogno, della solitudine, del conformismo, dell?ingiustizia. Tutto ? permeato da una tristezza esistenziale che porta il poeta ad accettare l?ineluttabilit? del vivere:
?unico momento vero
della nostra esistenza:
la morte.?
"La nostra citt? violenta" ? una rappresentazione reale e metafisica, esteriore ed interiore, e si intreccia con i problemi irrisolti dell?uomo moderno?.
Per combattere il ?Racket dell?Arte?, non volendo sottostare alle imposizioni di certa editoria, e di certe organizzazioni di premi letterari, dai bricconcelli a quelli bricconi, si cre? un sito Internet, in cui pubblicava non solo le sue opere ma anche quelle degli amici, che come lui combattevano, con l?assenteismo, il ?Racket dell?Arte?. Inizialmente lo chiam?: ?L?Angolo di Remil? in seguito, visto il successo (? stato segnalato molte volte come miglior sito letterario), lo chiam? ?Gutta Cavat? ed ? diventato un sito trilingue, italiano, francese e inglese. Nella ?home page? ci s?imbatte subito sulla premessa della nascita di questo sito:
??GUTTA CAVAT? propone una pagina di cultura e d'arte popolare. Invia una tua poesia, un tuo lavoro grafico e saranno pubblicati. Chiunque lo desideri pu? osservare i momenti di spontaneit? che viviamo?.
Poi si trovano citazioni di Freud: ?Sigmund Freud afferma che l'ES ? la pi? antica delle aree dell'apparato psichico dove il bisogno della soddisfazione immediata del piacere genera tensione che ? vissuta come dolore?.
Nel 2000, introduce la raccolta di poesie ?ISTINTO (l?urlo dell?Es)? dedicato alla moglie Mara, con la presentazione che segue:
?L'ES, non avendo punti di contatto con la realt? non riesce a scaricare le pulsioni e viene soccorso da altre figure componenti la personalit? umana.
Questa raccolta di prose poetiche ? un tentativo di dare voce all'ES, inteso come istinto primario, attraverso la manifestazione delle nevrosi.
Si ringrazia idealmente tutte le persone incontrate durante una terapia di sostegno per limitare i fastidi di un'ostinata forma d'agorafobia. Altre informazioni sono state raccolte da testi di psicologia e da biografie. I riferimenti a personaggi esistiti sono anche frutto della immaginazione dell'autore. Non si nasconde l'invito di guardare al problema psicologico come si guarda ad ogni altro impedimento che colpisce l'essere umano: un problema psicologico pu? avere la stessa valenza di quello fisico ed in alcuni casi superarlo in gravit? anche se non ? visibile. Dietro ad ogni volto c'? un infinito di sentimenti da rispettare?.
Ed ecco la poesia che apre la raccolta:
L'OMBRA DELLA NOTTE
Marmo di Carrara
freddo come il ghiaccio
sotto i miei piedi di bambino.
Cieli aperti come nubi
squarciate da lampi.
La voce di Dio in un tuono
che ferisce le orecchie.
Il corridoio
immenso, lungo, interminabile.
Il freddo sotto i piedi
mentre la pioggia assordante
vuole sfondare il tetto della casa.
Le piccole mani,
tenere e bianche
come fiocchi di neve,
si stringono attorno
ad una piccola croce sul petto.
In singhiozzi una voce si muove
nel vento dei miei pensieri.
- Mamma -
Silenzio.
Di nuovo la mia voce
ti chiama in disperati tormenti.
Silenzio ancora,
avvolgente come i draghi
delle fiabe che mi racconti
ogni giorno.
La stanza da letto
illuminata da lampi
m'appare pi? grande.
L'ombra del drago
selvaggiamente
sul corpo di mia madre
in una danza mortale.
Madre mia
chi ferisce e tortura il tuo corpo?
Io
verr? a salvarti.
Chiunque tu sia
drago od ombra della notte,
affonder? le mie unghie
nel tuo cuore
e lo manger? per pane.
Abbiamo letto versi che travalicano il tempo, per diventare storia e documento del proprio tempo. Immaginate, siamo negli anni Cinquanta dello scorso secolo, il bambino ? svegliato dai tuoni che la pioggia torrenziale provoca, scende dal letto e cerca la madre: l?unica persona di cui si fida,che sa consolarlo e calmarlo; imbocca il corridoio per raggiungere la camera dove sa che la mamma dorme e:
Il corridoio
immenso, lungo, interminabile.
Il freddo sotto i piedi
mentre la pioggia assordante
vuole sfondare il tetto della casa.
Apre la porta senza bussare e, alla luce dei lampi che illuminano la stanza, il padre che cavalca la madre, gli sembra un drago e, improvvisamente grida:
Io
verr? a salvarti.
Chiunque tu sia
drago od ombra della notte,
affonder? le mie unghie
nel tuo cuore
e lo manger? per pane.
Quest?incubo vivr? fino alla fine nella mente e nell?animo del Poeta anche se, ora sa, che i genitori facevano l?amore; per? non riesce a staccare dalla memoria il drago che stava uccidendo la mamma.
L?opera, lirica per lirica, si snoda narrando, con una musicalit? invidiabile, l?evoluzione di quel bambino fino alla maturit?, ed ? proprio a quest?et? che il dramma si acuisce e sfocia in tragedia:
Tornare indietro
o continuare
non ha alcun senso.
Anche perch? quello spazio infinito che ha visto da bambino gli scombussola l?esistenza al punto di ammalarsi di ?Agorafobia?
Grazie, Renato per quanto ci hai dato, per quello che ci hai lasciato che ci fa sentire la tua presenza sempre vigile accanto, GRAZIE!
quando il ricordo non ? pi? dolore
Oggi ? un anno esatto che Renato Milleri (Remil) ha lasciato la terra per unirsi al Padre Celeste e mi piace ricordarlo non con dolore ma con la serenit? pi? languida che il dolore del ricordo lascia col passare del tempo. Ma Renato mica ? andato via! Io ci parlo in tutte le ore del giorno, tutti i giorni, come quando era in vita. Perch? ?febbraio, che mese?? Perch? in questo mese e in tre giorni successivi tre amici carissimi, tre ?GRANDI POETI?, tre immortali hanno lasciato la terra: Arden Borghi Santucci, il 24 del 1997; Renato Milleri (Remil) il 25 dello scorso anno e Peppino Selvaggi il 26 il giorno dopo di Remil.
Renato Milleri in arte Remil, era nato a Roma il 1 giugno 1947 ed ha fondato la sua poesia (che si ostinava a chiamare ?prosa poetica?) sulla ricerca analitica del proprio io e le ?turbe? che seguono l?uomo dall?infanzia.
Ho detto che la ricerca inizia nell?infanzia, interrotta per ragioni di lavoro, nel periodo in cui ? stato impiegato di banca, per riprendere quando ? stato messo in quiescenza per ragioni di salute, nel 1981 con il grido disperato che vede la ?sua? citt? stretta nella morsa della violenza, intitolando una raccolta di poesie: ?La nostra citt? violenta?; una raccolta divisa in cinque parti, quasi a voler fare il viaggio dantesco a ritroso: Dante dal peccato giunge alla redenzione, lui dalla redenzione scende nelle ?bolgie infernali?; una raccolta di poesie che affascina, rapisce e indigna il lettore, ma importante ? che rimane incollato alla lettura fino all?ultima virgola, per sentirsi in ?trance? per ore dopo aver finito la lettura che continua imperterrita nel cervello fino a farlo sentire placati, perch? avvolto dalla sua rabbia e dal profondo amore che lo lega alla citt? eterna.
Ha detto Lorenzo de Ninis della poesia di Remil: ?La nostra citt? violenta?, ? una ventata di vita, sospesa tra sogno e realt?, mi ha spinto indietro nel tempo a rivedere la mia esistenza. Mi ha impressionato la freschezza dei suoi versi e, dietro l?apparente semplicit?, la profondit? dei pensieri e dei sentimenti espressi con immagini sinestetiche che ci avvolgono e ci fanno penetrare nel mondo presente-lontano-sereno-inquieto dell?uomo Remil (ma non solo lui). Spazio e tempo si fondono nel tentativo di spiegare a se stesso e agli altri l?arcano della realt?, della vita (la nostra citt? violenta), che si regge sulle ali dell?amore, del desiderio, del sogno, della solitudine, del conformismo, dell?ingiustizia. Tutto ? permeato da una tristezza esistenziale che porta il poeta ad accettare l?ineluttabilit? del vivere:
?unico momento vero
della nostra esistenza:
la morte.?
"La nostra citt? violenta" ? una rappresentazione reale e metafisica, esteriore ed interiore, e si intreccia con i problemi irrisolti dell?uomo moderno?.
Per combattere il ?Racket dell?Arte?, non volendo sottostare alle imposizioni di certa editoria, e di certe organizzazioni di premi letterari, dai bricconcelli a quelli bricconi, si cre? un sito Internet, in cui pubblicava non solo le sue opere ma anche quelle degli amici, che come lui combattevano, con l?assenteismo, il ?Racket dell?Arte?. Inizialmente lo chiam?: ?L?Angolo di Remil? in seguito, visto il successo (? stato segnalato molte volte come miglior sito letterario), lo chiam? ?Gutta Cavat? ed ? diventato un sito trilingue, italiano, francese e inglese. Nella ?home page? ci s?imbatte subito sulla premessa della nascita di questo sito:
??GUTTA CAVAT? propone una pagina di cultura e d'arte popolare. Invia una tua poesia, un tuo lavoro grafico e saranno pubblicati. Chiunque lo desideri pu? osservare i momenti di spontaneit? che viviamo?.
Poi si trovano citazioni di Freud: ?Sigmund Freud afferma che l'ES ? la pi? antica delle aree dell'apparato psichico dove il bisogno della soddisfazione immediata del piacere genera tensione che ? vissuta come dolore?.
Nel 2000, introduce la raccolta di poesie ?ISTINTO (l?urlo dell?Es)? dedicato alla moglie Mara, con la presentazione che segue:
?L'ES, non avendo punti di contatto con la realt? non riesce a scaricare le pulsioni e viene soccorso da altre figure componenti la personalit? umana.
Questa raccolta di prose poetiche ? un tentativo di dare voce all'ES, inteso come istinto primario, attraverso la manifestazione delle nevrosi.
Si ringrazia idealmente tutte le persone incontrate durante una terapia di sostegno per limitare i fastidi di un'ostinata forma d'agorafobia. Altre informazioni sono state raccolte da testi di psicologia e da biografie. I riferimenti a personaggi esistiti sono anche frutto della immaginazione dell'autore. Non si nasconde l'invito di guardare al problema psicologico come si guarda ad ogni altro impedimento che colpisce l'essere umano: un problema psicologico pu? avere la stessa valenza di quello fisico ed in alcuni casi superarlo in gravit? anche se non ? visibile. Dietro ad ogni volto c'? un infinito di sentimenti da rispettare?.
Ed ecco la poesia che apre la raccolta:
L'OMBRA DELLA NOTTE
Marmo di Carrara
freddo come il ghiaccio
sotto i miei piedi di bambino.
Cieli aperti come nubi
squarciate da lampi.
La voce di Dio in un tuono
che ferisce le orecchie.
Il corridoio
immenso, lungo, interminabile.
Il freddo sotto i piedi
mentre la pioggia assordante
vuole sfondare il tetto della casa.
Le piccole mani,
tenere e bianche
come fiocchi di neve,
si stringono attorno
ad una piccola croce sul petto.
In singhiozzi una voce si muove
nel vento dei miei pensieri.
- Mamma -
Silenzio.
Di nuovo la mia voce
ti chiama in disperati tormenti.
Silenzio ancora,
avvolgente come i draghi
delle fiabe che mi racconti
ogni giorno.
La stanza da letto
illuminata da lampi
m'appare pi? grande.
L'ombra del drago
selvaggiamente
sul corpo di mia madre
in una danza mortale.
Madre mia
chi ferisce e tortura il tuo corpo?
Io
verr? a salvarti.
Chiunque tu sia
drago od ombra della notte,
affonder? le mie unghie
nel tuo cuore
e lo manger? per pane.
Abbiamo letto versi che travalicano il tempo, per diventare storia e documento del proprio tempo. Immaginate, siamo negli anni Cinquanta dello scorso secolo, il bambino ? svegliato dai tuoni che la pioggia torrenziale provoca, scende dal letto e cerca la madre: l?unica persona di cui si fida,che sa consolarlo e calmarlo; imbocca il corridoio per raggiungere la camera dove sa che la mamma dorme e:
Il corridoio
immenso, lungo, interminabile.
Il freddo sotto i piedi
mentre la pioggia assordante
vuole sfondare il tetto della casa.
Apre la porta senza bussare e, alla luce dei lampi che illuminano la stanza, il padre che cavalca la madre, gli sembra un drago e, improvvisamente grida:
Io
verr? a salvarti.
Chiunque tu sia
drago od ombra della notte,
affonder? le mie unghie
nel tuo cuore
e lo manger? per pane.
Quest?incubo vivr? fino alla fine nella mente e nell?animo del Poeta anche se, ora sa, che i genitori facevano l?amore; per? non riesce a staccare dalla memoria il drago che stava uccidendo la mamma.
L?opera, lirica per lirica, si snoda narrando, con una musicalit? invidiabile, l?evoluzione di quel bambino fino alla maturit?, ed ? proprio a quest?et? che il dramma si acuisce e sfocia in tragedia:
Tornare indietro
o continuare
non ha alcun senso.
Anche perch? quello spazio infinito che ha visto da bambino gli scombussola l?esistenza al punto di ammalarsi di ?Agorafobia?
Grazie, Renato per quanto ci hai dato, per quello che ci hai lasciato che ci fa sentire la tua presenza sempre vigile accanto, GRAZIE!
le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
MI GIUNGE DALL?INFINITO
Mi giunge dall?infinito:
spazio senza confini
la tua parola che come nuvola
m?avvolge e ridona fiato
speranza di vita nuova
all?esistenza grama che vivo.
Mi cingi con braccia di velluto rosato
mi baci con bocca pura e verginale
ti abbandoni col corpo senza forza
e siamo noi. Noi con anima esultante
a viaggiare da uno spazio all?altro
rincorrendo le parole che diciamo
Paghi di questo sicuro andare
sereni ci addormentiamo
fiduciosi che domani, ancora
le parole s?inseguiranno per dar vita
ad un corpo che vitale non ? pi?
con il tuo che pulsa d?eternit
Mi giunge dall?infinito:
spazio senza confini
la tua parola che come nuvola
m?avvolge e ridona fiato
speranza di vita nuova
all?esistenza grama che vivo.
Mi cingi con braccia di velluto rosato
mi baci con bocca pura e verginale
ti abbandoni col corpo senza forza
e siamo noi. Noi con anima esultante
a viaggiare da uno spazio all?altro
rincorrendo le parole che diciamo
Paghi di questo sicuro andare
sereni ci addormentiamo
fiduciosi che domani, ancora
le parole s?inseguiranno per dar vita
ad un corpo che vitale non ? pi?
con il tuo che pulsa d?eternit
le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
Il racconto della mia fanciullezza, amici miei carissimi, inizia con un freddo polare: c'? neve dappertutto! Paesi e citt? che non l'avevano mai conosciuto, oggi 28 febbraio hanno fatto la sua conoscenza, ed io sto battendo i denti, eppure ho il riscaldamento autonomo, comunque al mia vita ufficiale inizia ?Il primo giorno di asilo: settembre 1935?, per? sono tre anni di racconti infantili e di divertimenti vari, che penso riaffioreranno a mano a mano che la vita scorre.
10 ottobre 1938, sono nell'aula Michele Saccone di Paduli, frequento la seconda elementare, come mai a soli sei anni due mesi e otto giorno frequento la seconda? Tutto ha avuto inizio tre anni prima quando contro la mia volont? mi portarono all'asilo con un lungo grembiule bianco e un fiocco largo quanto le mie spalle. Com'era contenta zia Alessandra che vedeva il ?suo gioiello? andare all'asilo con allegria, almeno cos? credeva lei; ma dovette affrontare subito la cruda realt?: quel posto non faceva per me. Piansi tutte le lacrime che i miei occhi potevano, finch? mossa a compassione una bellissima suora, che seppi chiamarsi Anna, mi prese in braccio e mi coccol? facendomi andare a cavalluccio sulle sue ginocchia. Il giorno successivo fui io ad insistere di andare all'asilo; non ci avevo dormito, era appena l'alba e misi in croce mamma, la zia e i nonni: volevo andare da suor Anna. Mi piaceva tanto che presi l'abitudine di volerci rimanere fino a tarda sera, fino a quando finivano le lezioni del doposcuola dei ragazzi che erano rimasti un poco indietro con alcune materie. Il pomeriggio ero la croce per suor Anna e la madre superiora che chiamavo (non avendo ancora un linguaggio chiaro) ?Madre Popora?, perch? mi sedevo accanto ai ragazzi che facevano i compiti sotto lo sguardo e la guida attenta delle suore e volevo sapere tutto. Dopo nemmeno tre mesi leggevo e scrivevo correttamente e la meraviglia ? che capivo ci? che scrivevo e leggevo. A maggio del 1938, suor Anna e madre Popora, convinsero il direttore didattico di farmi sostenere gli esami di prima, perch?, secondo loro, ero maturo per affrontare la scuola in tutta la sua realt?. Fui promosso in seconda ed ora la frequentavo, in una classe in cui eravamo due maschietti e diciotto feminucce; l'altro maschietto (Valente) che chiamavamo Valentino dopo aver imparato a memoria la poesia di Pascoli.
Incominciava la mia avventura di incontri e scontri con l'insegnante: quando era bella la mia insegnante; aveva un solo difetto mi rinfacciava sempre di aver copiato il riassunto che ci assegnava ed eravamo in classe, immaginate se un compito simile l'avessi svolto a casa! Per punizione mi faceva rimanere a scuola fino alle sedici, digiuno, a zappare o piantare carote nell'orticello di guerra.
OCCHI CHE NON CAPIVANO
1
Oggi ? il mio primo giorno di scuola
fino a maggio scorso sono andato all'asilo;
piangevo sempre, volevo bene a suor Anna
e suor Anna era fuggita con un bersagliere.
2
A ?Valle d'Asino? ho costruito
intrecciando carpini e rovi
una capanna: ? l? che vado
quando ho voglia di piangere.
3
A scuola mi hanno dato una camicia nera,
un fez, un pantaloncino grigio-verde.
Mia madre quando ha visto il pacco, ha detto:
?Almeno hai vestito decente per la festa!?
Sono scappato a Valle d'Asino:
preferisco andare in giro nudo
10 ottobre 1938, sono nell'aula Michele Saccone di Paduli, frequento la seconda elementare, come mai a soli sei anni due mesi e otto giorno frequento la seconda? Tutto ha avuto inizio tre anni prima quando contro la mia volont? mi portarono all'asilo con un lungo grembiule bianco e un fiocco largo quanto le mie spalle. Com'era contenta zia Alessandra che vedeva il ?suo gioiello? andare all'asilo con allegria, almeno cos? credeva lei; ma dovette affrontare subito la cruda realt?: quel posto non faceva per me. Piansi tutte le lacrime che i miei occhi potevano, finch? mossa a compassione una bellissima suora, che seppi chiamarsi Anna, mi prese in braccio e mi coccol? facendomi andare a cavalluccio sulle sue ginocchia. Il giorno successivo fui io ad insistere di andare all'asilo; non ci avevo dormito, era appena l'alba e misi in croce mamma, la zia e i nonni: volevo andare da suor Anna. Mi piaceva tanto che presi l'abitudine di volerci rimanere fino a tarda sera, fino a quando finivano le lezioni del doposcuola dei ragazzi che erano rimasti un poco indietro con alcune materie. Il pomeriggio ero la croce per suor Anna e la madre superiora che chiamavo (non avendo ancora un linguaggio chiaro) ?Madre Popora?, perch? mi sedevo accanto ai ragazzi che facevano i compiti sotto lo sguardo e la guida attenta delle suore e volevo sapere tutto. Dopo nemmeno tre mesi leggevo e scrivevo correttamente e la meraviglia ? che capivo ci? che scrivevo e leggevo. A maggio del 1938, suor Anna e madre Popora, convinsero il direttore didattico di farmi sostenere gli esami di prima, perch?, secondo loro, ero maturo per affrontare la scuola in tutta la sua realt?. Fui promosso in seconda ed ora la frequentavo, in una classe in cui eravamo due maschietti e diciotto feminucce; l'altro maschietto (Valente) che chiamavamo Valentino dopo aver imparato a memoria la poesia di Pascoli.
Incominciava la mia avventura di incontri e scontri con l'insegnante: quando era bella la mia insegnante; aveva un solo difetto mi rinfacciava sempre di aver copiato il riassunto che ci assegnava ed eravamo in classe, immaginate se un compito simile l'avessi svolto a casa! Per punizione mi faceva rimanere a scuola fino alle sedici, digiuno, a zappare o piantare carote nell'orticello di guerra.
OCCHI CHE NON CAPIVANO
1
Oggi ? il mio primo giorno di scuola
fino a maggio scorso sono andato all'asilo;
piangevo sempre, volevo bene a suor Anna
e suor Anna era fuggita con un bersagliere.
2
A ?Valle d'Asino? ho costruito
intrecciando carpini e rovi
una capanna: ? l? che vado
quando ho voglia di piangere.
3
A scuola mi hanno dato una camicia nera,
un fez, un pantaloncino grigio-verde.
Mia madre quando ha visto il pacco, ha detto:
?Almeno hai vestito decente per la festa!?
Sono scappato a Valle d'Asino:
preferisco andare in giro nudo
R: le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
Chi ha detto che marzo non sarebbe arrivato? Eccolo! Il primo marzo 2005, tutto ingrugnato? Ammazzalo che freddo ha portato! Diceva mio nonno, quando mi lamentavo che febbraio era molto freddo: ?Questo ? niente, perch? c?? marzo e si quello s?ingrugna, ti fa saltare le unghie!?
Dov?eravamo rimasti? Sapete devo fare un po? di fatica per ricordare che ho fatto ieri: ah, l?et?! Puoi campare cent?anni che lasci sempre un gran vuoto dietro di te.
E Mario Luzi ha lasciato addirittura una voragine, col caos che regna oggi nel campo artistico-letterario sar? difficile colmarlo. Che Dio lo abbia in gloria perch? volente o nolente ha svolto il suo compito degnamente?
Ah, eravamo al 10 ottobre 1938! Come ci andavo volentieri a scuola! Vedo ancora mia madre corrermi dietro con la bottiglietta di vitamina Lorenzini in mano e quella con l?olio di merluzzo nella tasca, per farmene bere un cucchiaio dell?una e uno dell?altro; e tra una un passo e l?altro mi toccava ingugitarle per non farla arrabbiare. Era lei che pensava a noi, pap? era sotto le armi; era partito volontario affinch? avessimo il nostro pane quotidiano.
Devo sottolineare che in queste liriche, troverete vari errori di ortografia, li ho lasciati per non togliere niente al bambino Reno, sarebbe stato come tarpare le ali ad un uccello perch? non volasse via.
Il pomeriggio del gioved? successivo, cio? il 13 ottobre, nonno mi mand? a comprare le sigarette (mandava me quando non voleva far sapere alla nonna che fumava pi? del necessario), ci andai. Era quasi il tramonto, avevo paura dell?oscurit? e quando attraversavo un tunnel di circa dieci metri che noi chiamavamo (s?, perch? adesso non c?? pi? il terremoto se l?? portata) ??a l?mmia ?e santo Nicola?, cantavo o fischiavo per farmi coraggio. Giungo in piazza, entro dal tabaccaio e? nel retrobottega vedo un uomo seduto sopra una sedia, tenuto fermo con forza, sbircio per vedere chi fosse, ma mi arriva un ceffone di quelli? seguito da una voce cavernosa da fami tremare come una foglia: ?che vuoi, che ci fai qua??
- Devo comprare le sigarette per nonno?
- I soldi dove sono?
- Eccoli.
Li cont?, mentre scappavo via senza sigarette. Sotto la l?mmia mi fermai per prendere fiato e per capire perch? tenevano fermo quel signore, un muratore buono e gentile che non faceva male a nessuno, se non ubricarsi ogni domenica, come tutti gli operai rimasti a casa e i contadini venuti apposta in paese per divertirsi e giocare a carte o a bocce. Giunto a casa mio nonno mi sgrid? perch? avevo impiegato molto tempo, la nonna era ritornata e, per giunta, non avevo portato le sigarette. La sera dopo aver cenato (per modo di dire), inginocchiato accanto al letto, il quaderno aperto sopra, scrissi:
4
Sono andato a comprare le sigarette
mezza lira per dieci ?popolari?.
Dal tabbaccaio c'era ?Finuccio?
un poco traballante. Due in divisa
l'hanno preso di forza
insieme ad altri due
l'hanno legato su una sedia
gli hanno messo un imbuto in bocca
hanno travasato una bottiglia...
Quando ? uscito, traballava tanto
si contorceva e ?loro? ridevano...
?Questo facciamo a chi non ? con noi!?
Sono ritornato senza sigarette!
Mio nonno si ? arrabbiato
e non per le sigarette.
Ricordo che butt? per aria la giacca che aveva in mano (faceva il sarto), bestemmiando parolacce contro i ?vestiti di nero col pennacchio da pavone in testa?.
Augurandovi una giornata serena e la realizzazione di quanto avete nella mente, con tutto l?amore che posso, Reno infreddolito, che non ha la forza nemmeno di allungare la mano, ma vi stringe in un caloroso abbraccio circolare.
Il Baricentro Mensile di critica artistica e letteraria
Dov?eravamo rimasti? Sapete devo fare un po? di fatica per ricordare che ho fatto ieri: ah, l?et?! Puoi campare cent?anni che lasci sempre un gran vuoto dietro di te.
E Mario Luzi ha lasciato addirittura una voragine, col caos che regna oggi nel campo artistico-letterario sar? difficile colmarlo. Che Dio lo abbia in gloria perch? volente o nolente ha svolto il suo compito degnamente?
Ah, eravamo al 10 ottobre 1938! Come ci andavo volentieri a scuola! Vedo ancora mia madre corrermi dietro con la bottiglietta di vitamina Lorenzini in mano e quella con l?olio di merluzzo nella tasca, per farmene bere un cucchiaio dell?una e uno dell?altro; e tra una un passo e l?altro mi toccava ingugitarle per non farla arrabbiare. Era lei che pensava a noi, pap? era sotto le armi; era partito volontario affinch? avessimo il nostro pane quotidiano.
Devo sottolineare che in queste liriche, troverete vari errori di ortografia, li ho lasciati per non togliere niente al bambino Reno, sarebbe stato come tarpare le ali ad un uccello perch? non volasse via.
Il pomeriggio del gioved? successivo, cio? il 13 ottobre, nonno mi mand? a comprare le sigarette (mandava me quando non voleva far sapere alla nonna che fumava pi? del necessario), ci andai. Era quasi il tramonto, avevo paura dell?oscurit? e quando attraversavo un tunnel di circa dieci metri che noi chiamavamo (s?, perch? adesso non c?? pi? il terremoto se l?? portata) ??a l?mmia ?e santo Nicola?, cantavo o fischiavo per farmi coraggio. Giungo in piazza, entro dal tabaccaio e? nel retrobottega vedo un uomo seduto sopra una sedia, tenuto fermo con forza, sbircio per vedere chi fosse, ma mi arriva un ceffone di quelli? seguito da una voce cavernosa da fami tremare come una foglia: ?che vuoi, che ci fai qua??
- Devo comprare le sigarette per nonno?
- I soldi dove sono?
- Eccoli.
Li cont?, mentre scappavo via senza sigarette. Sotto la l?mmia mi fermai per prendere fiato e per capire perch? tenevano fermo quel signore, un muratore buono e gentile che non faceva male a nessuno, se non ubricarsi ogni domenica, come tutti gli operai rimasti a casa e i contadini venuti apposta in paese per divertirsi e giocare a carte o a bocce. Giunto a casa mio nonno mi sgrid? perch? avevo impiegato molto tempo, la nonna era ritornata e, per giunta, non avevo portato le sigarette. La sera dopo aver cenato (per modo di dire), inginocchiato accanto al letto, il quaderno aperto sopra, scrissi:
4
Sono andato a comprare le sigarette
mezza lira per dieci ?popolari?.
Dal tabbaccaio c'era ?Finuccio?
un poco traballante. Due in divisa
l'hanno preso di forza
insieme ad altri due
l'hanno legato su una sedia
gli hanno messo un imbuto in bocca
hanno travasato una bottiglia...
Quando ? uscito, traballava tanto
si contorceva e ?loro? ridevano...
?Questo facciamo a chi non ? con noi!?
Sono ritornato senza sigarette!
Mio nonno si ? arrabbiato
e non per le sigarette.
Ricordo che butt? per aria la giacca che aveva in mano (faceva il sarto), bestemmiando parolacce contro i ?vestiti di nero col pennacchio da pavone in testa?.
Augurandovi una giornata serena e la realizzazione di quanto avete nella mente, con tutto l?amore che posso, Reno infreddolito, che non ha la forza nemmeno di allungare la mano, ma vi stringe in un caloroso abbraccio circolare.
Il Baricentro Mensile di critica artistica e letteraria
le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
Ciao a tutti, come state in questo mercoled? 2 marzo 2005? Lo so ? triste aprire gli occhi, aspettarsi un bel sorriso dalla ?VITA? e? invece bombe che scoppiano, persone che abbiamo imparato ad amare moiono e allora il cielo si fa subito scuro coperto da nubi spaventosamente grigio ?fumo di Londra? e il cuore si sente spremuto come un limone senza succo. Per fortuna ?un poco di poesia sognante, anche la tristezza ? spazzata via?
Anche nel febbraio 1939 quella mattina era accaduto qualcosa, che aveva scombinato i piani e la vita serena di un bambino di sei anni e mezzo.
C?era stata la solita corsa mattutina, io con la cartella penzoloni che quasi toccava terra e mia madre che mi correva dietro. Arrivo a scuola, contentissimo: avevo imparato a memoria le due poesie che la maestra ci aveva assegnato: ?La pioggerellina di marzo? di Angelo Silvio Novaro e ?Autunno? di Vincenzo Cardarelli, che non c?era sul libro, ma la maestra ce l?aveva dettata e noi l?avevamo scritta sul quaderno. Giungo a scuola e fuori la mia aula non c?era nessuno, come mai? Dopo un bel po? che piangevo perch? non sapevo dove andare a scuola, ?z? Rocco? che faceva il vigile, mi ragguagli?:
- Tu vai a scuola dalla signora Mafalda?
- Si.
- Beh, allora devi andare all?aula sotto la l?mmia, la seconda l?hanno spostata l?.
Partii a razzo, ma giunsi ugualmente tardi ed entrai quatto, quatto, ma la voce imperiosa della maestra mi blocc? nella posa di uno che ? stato centrato dal colpo della strega.
Assorbii la mia buona lavata di testa giornaliera e mi misi seduto nel banco: ero solo. Dopo un po? la maestra disse ad Angelina di sedersi accanto a me.
Quel giorno non fui nemmeno interrogato e mi dispiacque, mi sentii tradito, tornai a casa in lacrime, ma come mia madre prese il lenzuolo in mano per continuare il suo lavoro di ricamo, m?inginocchiai accanto al letto e nella solita posizione scrissi:
5
Mi hanno cambiato classe
e faccio la seconda elementare.
Siamo due uomini
e ventiquattro donne.
Ci sono due gemelle assai carine
Angelina, la pi? bella e Vincenzina.
Io piango, voglio la Signora Ricci. (a)
E' entrata la maestra, quella nuova;
? giovane, bella e bionda come il grano.
?Mi chiamo Mafalda?, ci dice!
Quanto e bella. Dio, quanto ? bella!
Ha gli occhi azzurri, puliti,
di cristallo marino e sulla bocca
la bella primavera di Paduli.
Non piango pi?, non voglio
ritornare dalla Ricci.
6
La signorina Mafalda ha diviso
le gemelle, veramente belle;
Angelina ? seduta accanto a me.
7
II segretario politico ha comandato
a mio nonno di andare alla sfilata:
? l'anniversario della ?marcia?.
Il nonno si ? alzato in piedi
a testa alta, piantato come una quercia
gli ha risposto: ?Tiene 'e 'ppigne,
accideme, faje primma!? (b)
a) (La maestra con la quale avevo sostenuto gli esami di prima classe per essere promosso in seconda)
b) (Hai i pinoli nel cervello, uccidimi fai prima)
Anche nel febbraio 1939 quella mattina era accaduto qualcosa, che aveva scombinato i piani e la vita serena di un bambino di sei anni e mezzo.
C?era stata la solita corsa mattutina, io con la cartella penzoloni che quasi toccava terra e mia madre che mi correva dietro. Arrivo a scuola, contentissimo: avevo imparato a memoria le due poesie che la maestra ci aveva assegnato: ?La pioggerellina di marzo? di Angelo Silvio Novaro e ?Autunno? di Vincenzo Cardarelli, che non c?era sul libro, ma la maestra ce l?aveva dettata e noi l?avevamo scritta sul quaderno. Giungo a scuola e fuori la mia aula non c?era nessuno, come mai? Dopo un bel po? che piangevo perch? non sapevo dove andare a scuola, ?z? Rocco? che faceva il vigile, mi ragguagli?:
- Tu vai a scuola dalla signora Mafalda?
- Si.
- Beh, allora devi andare all?aula sotto la l?mmia, la seconda l?hanno spostata l?.
Partii a razzo, ma giunsi ugualmente tardi ed entrai quatto, quatto, ma la voce imperiosa della maestra mi blocc? nella posa di uno che ? stato centrato dal colpo della strega.
Assorbii la mia buona lavata di testa giornaliera e mi misi seduto nel banco: ero solo. Dopo un po? la maestra disse ad Angelina di sedersi accanto a me.
Quel giorno non fui nemmeno interrogato e mi dispiacque, mi sentii tradito, tornai a casa in lacrime, ma come mia madre prese il lenzuolo in mano per continuare il suo lavoro di ricamo, m?inginocchiai accanto al letto e nella solita posizione scrissi:
5
Mi hanno cambiato classe
e faccio la seconda elementare.
Siamo due uomini
e ventiquattro donne.
Ci sono due gemelle assai carine
Angelina, la pi? bella e Vincenzina.
Io piango, voglio la Signora Ricci. (a)
E' entrata la maestra, quella nuova;
? giovane, bella e bionda come il grano.
?Mi chiamo Mafalda?, ci dice!
Quanto e bella. Dio, quanto ? bella!
Ha gli occhi azzurri, puliti,
di cristallo marino e sulla bocca
la bella primavera di Paduli.
Non piango pi?, non voglio
ritornare dalla Ricci.
6
La signorina Mafalda ha diviso
le gemelle, veramente belle;
Angelina ? seduta accanto a me.
7
II segretario politico ha comandato
a mio nonno di andare alla sfilata:
? l'anniversario della ?marcia?.
Il nonno si ? alzato in piedi
a testa alta, piantato come una quercia
gli ha risposto: ?Tiene 'e 'ppigne,
accideme, faje primma!? (b)
a) (La maestra con la quale avevo sostenuto gli esami di prima classe per essere promosso in seconda)
b) (Hai i pinoli nel cervello, uccidimi fai prima)
le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
Serena giornata, carissimi. Questo 3 marzo 2005 ha portato freddo polare in tutta la Penisola, in Umbria addirittura si sono toccati i ?32? Dio, povera gente! Ci hanno spostati in Alaska?
Ieri sera parlavo con il Poeta Marco Saya, proprio di questo fenomenale inverno; e mi torn? alla mente un fatto che solo l?incoscienza dell?et? e il desiderio di andare via da Paduli mi fece commettere: per 10 centesimi (due soldi) mi sdraiai con le spalle nude sulla neve per dieci minuti, ma quell?anno non ebbi nemmeno il minimo disturbo, n? tosse, n? febbre. Chiss? se oggi c?? qualche bambino che per il desiderio di evasione, per accumulare i soldi per un viaggio e tentare la grande avventura ha di questo stimoli, penso di no; oggi sono molto pi? pratici: vogliono la paghetta settimanale (avete sentito che Schumacher, passa due euro alla settimana a suo figlio? Pensate questo ragazzino che sa di avere un padre miliardario deve accontentarsi di due euro che non bastano neanche per un gelato!), bene io la paghetta non ce l?avevo, anzi? dovevo lavorare e tutto quello che guadagnavo andava nelle tasche del principale. Ma questo ? un altro discorso che faremo pi? avanti.
Questa poesia che porta la data di nascita aprile 1939, mi cost? cara.
Vi ho gi? detto che volevo guadagnare soldi per andare via da Paduli, sognavo sempre Napoli e la vedevo anche, cogli occhi della fantasia; per questo la sera pregavo Dio perch? facesse morire i pi? vecchi in modo che correvo in chiesa mi vestivo da chierichetto e m?impadronivo della Croce, perch? chi portava la Croce ad un funerale riceveva due lire, chi faceva solo il chierichetto accompagnatore, prendeva una sola lira.
Era da poco passata la Pasqua, ed era morto un ricco signore, per appropriarmi della Croce, passai il tempo in attesa dei funerali, e solo dopo la funzione funebre ebbi il tempo di prendere i libri in mano, ma il sonno fu pi? forte della mia volont?.
Il giorno dopo, perch? non avevo fatto i compiti avrei voluto ?marcare visita?, presi il termometro di nascosto, mi accuacciai sotto le coperte e lo strofinai forte vicino alla coperta di lana, stando attendo di non esagerare, e soffiavo con tutte le forze per riscaldarmi il volto. Mamma mi chiam?:
- Come mai, oggi non ti alzi? Non ti interessa la scuola? ? Mettendomi una mano sulla fronte esclam? con gli occhi sbarrati: - Ma tu hai la febbre, niente niente ti sei preso gli orecchioni?
Presi il termometro e lo misi sotto il braccio prima che lei potesse appropriarsene, per toglierlo subito (prima lo avevo fissato su 39,7), dopo cinque sei minuti la chiamai gridando: ?Mamma, ho 39 e 7 e mi sento tanto debole, che fai ci vai tu dalla maestra a dire che ho la febbre??
Mamma mi guard? con attenzione e? mi scopr? di colpo:
- Piccolo imbroglione che non sei altro? se non sarai pronto fra due minuti la febbre te la faccio salire io invece della coperta.
E questa volta mi accompagn? senza corrermi dietro con la vitamina Lorenzini e l?olio di fegato di merluzzo, ma col bastone della scopa. E questa fu la mia giornata a scuola:
8
Per la prima volta, stamattina, (1)
sono stato punito duramente:
non ho fatto i compiti assegnati.
Nel quaderno, invece, hanno trovato
un foglio scritto in fretta che diceva:
?Angela, ti prego, per favore;
non toccarmi la mano di nascosto
voglio imparare e non capisco niente.
Tra le righe del libro i tuoi begli occhi
brillano nel vuoto delle O;
il foglio del quaderno, troppo bianco,
? illuminato e abbaglia il tuo sorriso;
nel cucchiaio dell'olio di merluzzo
vedo il tuo volto bello pi? dall'alba
in un giorno pulito a primavera?.
Sono rimasto due ore inginocchiato
sui ceci duri, dietro la lavagna.
A casa, mio padre, mi ha fatto la testa
piena di bitorzoli, a furia di cazzotti.
1) Scritta nell'aprile del 1939. Pap? era ritornato, per una breve licenza, cosa che gli bast? per generare mio fratello Nino - nato il 26 gennaio 1940 - e farmi conoscere le sue mani.
Ieri sera parlavo con il Poeta Marco Saya, proprio di questo fenomenale inverno; e mi torn? alla mente un fatto che solo l?incoscienza dell?et? e il desiderio di andare via da Paduli mi fece commettere: per 10 centesimi (due soldi) mi sdraiai con le spalle nude sulla neve per dieci minuti, ma quell?anno non ebbi nemmeno il minimo disturbo, n? tosse, n? febbre. Chiss? se oggi c?? qualche bambino che per il desiderio di evasione, per accumulare i soldi per un viaggio e tentare la grande avventura ha di questo stimoli, penso di no; oggi sono molto pi? pratici: vogliono la paghetta settimanale (avete sentito che Schumacher, passa due euro alla settimana a suo figlio? Pensate questo ragazzino che sa di avere un padre miliardario deve accontentarsi di due euro che non bastano neanche per un gelato!), bene io la paghetta non ce l?avevo, anzi? dovevo lavorare e tutto quello che guadagnavo andava nelle tasche del principale. Ma questo ? un altro discorso che faremo pi? avanti.
Questa poesia che porta la data di nascita aprile 1939, mi cost? cara.
Vi ho gi? detto che volevo guadagnare soldi per andare via da Paduli, sognavo sempre Napoli e la vedevo anche, cogli occhi della fantasia; per questo la sera pregavo Dio perch? facesse morire i pi? vecchi in modo che correvo in chiesa mi vestivo da chierichetto e m?impadronivo della Croce, perch? chi portava la Croce ad un funerale riceveva due lire, chi faceva solo il chierichetto accompagnatore, prendeva una sola lira.
Era da poco passata la Pasqua, ed era morto un ricco signore, per appropriarmi della Croce, passai il tempo in attesa dei funerali, e solo dopo la funzione funebre ebbi il tempo di prendere i libri in mano, ma il sonno fu pi? forte della mia volont?.
Il giorno dopo, perch? non avevo fatto i compiti avrei voluto ?marcare visita?, presi il termometro di nascosto, mi accuacciai sotto le coperte e lo strofinai forte vicino alla coperta di lana, stando attendo di non esagerare, e soffiavo con tutte le forze per riscaldarmi il volto. Mamma mi chiam?:
- Come mai, oggi non ti alzi? Non ti interessa la scuola? ? Mettendomi una mano sulla fronte esclam? con gli occhi sbarrati: - Ma tu hai la febbre, niente niente ti sei preso gli orecchioni?
Presi il termometro e lo misi sotto il braccio prima che lei potesse appropriarsene, per toglierlo subito (prima lo avevo fissato su 39,7), dopo cinque sei minuti la chiamai gridando: ?Mamma, ho 39 e 7 e mi sento tanto debole, che fai ci vai tu dalla maestra a dire che ho la febbre??
Mamma mi guard? con attenzione e? mi scopr? di colpo:
- Piccolo imbroglione che non sei altro? se non sarai pronto fra due minuti la febbre te la faccio salire io invece della coperta.
E questa volta mi accompagn? senza corrermi dietro con la vitamina Lorenzini e l?olio di fegato di merluzzo, ma col bastone della scopa. E questa fu la mia giornata a scuola:
8
Per la prima volta, stamattina, (1)
sono stato punito duramente:
non ho fatto i compiti assegnati.
Nel quaderno, invece, hanno trovato
un foglio scritto in fretta che diceva:
?Angela, ti prego, per favore;
non toccarmi la mano di nascosto
voglio imparare e non capisco niente.
Tra le righe del libro i tuoi begli occhi
brillano nel vuoto delle O;
il foglio del quaderno, troppo bianco,
? illuminato e abbaglia il tuo sorriso;
nel cucchiaio dell'olio di merluzzo
vedo il tuo volto bello pi? dall'alba
in un giorno pulito a primavera?.
Sono rimasto due ore inginocchiato
sui ceci duri, dietro la lavagna.
A casa, mio padre, mi ha fatto la testa
piena di bitorzoli, a furia di cazzotti.
1) Scritta nell'aprile del 1939. Pap? era ritornato, per una breve licenza, cosa che gli bast? per generare mio fratello Nino - nato il 26 gennaio 1940 - e farmi conoscere le sue mani.
le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
Buongiorno con serenit? e letizia, che il canto del cuore vi faccia sentire sospesi per qualche minuto, perch? vi parr? di essere nelle mani di qualche Angelo.
Anch?io questa mattina prego affinch? il mio Angelo custode si faccia vivo perch? ho appena scorso la posta ed ho i ?capelli dritti? perch? mi trovo ancora a combattere contro i ?mulini a vento? come don Chisciotte (come lo capisco!) e mi sale alla memoria un detto di mio nonno: ?non c?? pi? sordo di colui che non vuole sentire? e proprio questo mi sta accadendo.
Forse moltissimi di voi non lo sanno, ma dal 1973 allo scorso anno, ho portato avanti un premio letterario che si svolge in quattro fasi, ieri e stamattina questo svolgimento mi ? stato contestato, ho accettato la contestazione, ma non mi sento di cedere una prova consolidata di concorso letterario, avallata lo scorso anno, due volte, dal mailing-listi di Enzo Zito e da quello di Nadine, che devo essere sincero fu un vero successo: perch? ora dovrei cambiarlo, solo perch? a qualcuno non piace?
Sono certo che se volete parteciperete con entusiasmo, visto che gi? sono pervenute alcune poesie, c?? stato finanche chi ha inviato oltre trenta liriche, forse ha scambiato il 3 per trenta, chi lo sa.
http://www.20052005.it/Lista_Detail.asp ... DLibro=768 a questo indirizzo c?? una bellissima poesia di Enrico Besso, Eby che merita di essere pubblicata tra le grandi firme, fatevi una capatina, leggete questa bella poesia e votatela, poi vi sentirete pi? leggeri perch? avete contribuito alla provincializzazione della cultura italiana.
Ed ora che mi sono un po? calmato parliamo del bambino Reno, che per non prendere botte nascondeva le cose che scriveva nella camera d?aria della bicicletta del padre, e che il giorno di San Pietro (29 giugno 1939) per salire sul palchettone, dove la madre metteva le cose non utili al momento, si arrampic? attraverso la porta d?ingresso che aveva come rinforzo della barre di legno a croce, poi seduto sulla trave percorse i cinque metri dalla porta al palchettone, ma quel giorno mise le mani nel vuoto e cadde di peso spaccandosi sotto il mento. La madre svenuta perch? lo credette morto, s?interessarono i vicini di portarlo dal dottore per rimarginare il sangue che colava da una ferita sotto il mento (segno particolare che ora ? coperto dalla barba). Il medico il Nobile Dott. Longo, aveva allora 94 anni, esegui l?intervento con una mano ferma che vede ancora quando si sofferma a pensare a quel momento; chi dovette essere soccorso, invece, fu lo zio che lo aveva accompagnato, cui il dottore dovette far bere un cognac per non vederlo svenuto.
Il primo luglio inizi? la colonia estiva e a pranzo tutti lo prendevano in giro, perch? non poteva aprire la bocca come sarebbe stato necessario e non riusciva a masticare. Per consolarsi aveva scritto la sua poesiola giornaliera. Queste che seguono con i numeri 9-10-11 sono appunto il diario dal giorno della caduta al 2 luglio compimento del suo settimo anno:
9
Per non prendere botte, sai che faccio?
Scrivo di nascosto, sotto il letto;
salgo in soffitta e nascondo, le mie cose,
nel vuoto della camera d'aria
di una vecchia bicicletta in disuso.
10
Angelina mi ha tradito
? andata con Idillio
a far l'amore, per una macedonia,
sotto il ponte fuori da ?scarrafone?. (b) b) localit? di Paduli
11
Stanotte ho pregato il Signore
di far morire i vecchi pi? ricchi
voglio guadagnare qualche soldo
perch? andar via voglio da Paduli.
Anch?io questa mattina prego affinch? il mio Angelo custode si faccia vivo perch? ho appena scorso la posta ed ho i ?capelli dritti? perch? mi trovo ancora a combattere contro i ?mulini a vento? come don Chisciotte (come lo capisco!) e mi sale alla memoria un detto di mio nonno: ?non c?? pi? sordo di colui che non vuole sentire? e proprio questo mi sta accadendo.
Forse moltissimi di voi non lo sanno, ma dal 1973 allo scorso anno, ho portato avanti un premio letterario che si svolge in quattro fasi, ieri e stamattina questo svolgimento mi ? stato contestato, ho accettato la contestazione, ma non mi sento di cedere una prova consolidata di concorso letterario, avallata lo scorso anno, due volte, dal mailing-listi di Enzo Zito e da quello di Nadine, che devo essere sincero fu un vero successo: perch? ora dovrei cambiarlo, solo perch? a qualcuno non piace?
Sono certo che se volete parteciperete con entusiasmo, visto che gi? sono pervenute alcune poesie, c?? stato finanche chi ha inviato oltre trenta liriche, forse ha scambiato il 3 per trenta, chi lo sa.
http://www.20052005.it/Lista_Detail.asp ... DLibro=768 a questo indirizzo c?? una bellissima poesia di Enrico Besso, Eby che merita di essere pubblicata tra le grandi firme, fatevi una capatina, leggete questa bella poesia e votatela, poi vi sentirete pi? leggeri perch? avete contribuito alla provincializzazione della cultura italiana.
Ed ora che mi sono un po? calmato parliamo del bambino Reno, che per non prendere botte nascondeva le cose che scriveva nella camera d?aria della bicicletta del padre, e che il giorno di San Pietro (29 giugno 1939) per salire sul palchettone, dove la madre metteva le cose non utili al momento, si arrampic? attraverso la porta d?ingresso che aveva come rinforzo della barre di legno a croce, poi seduto sulla trave percorse i cinque metri dalla porta al palchettone, ma quel giorno mise le mani nel vuoto e cadde di peso spaccandosi sotto il mento. La madre svenuta perch? lo credette morto, s?interessarono i vicini di portarlo dal dottore per rimarginare il sangue che colava da una ferita sotto il mento (segno particolare che ora ? coperto dalla barba). Il medico il Nobile Dott. Longo, aveva allora 94 anni, esegui l?intervento con una mano ferma che vede ancora quando si sofferma a pensare a quel momento; chi dovette essere soccorso, invece, fu lo zio che lo aveva accompagnato, cui il dottore dovette far bere un cognac per non vederlo svenuto.
Il primo luglio inizi? la colonia estiva e a pranzo tutti lo prendevano in giro, perch? non poteva aprire la bocca come sarebbe stato necessario e non riusciva a masticare. Per consolarsi aveva scritto la sua poesiola giornaliera. Queste che seguono con i numeri 9-10-11 sono appunto il diario dal giorno della caduta al 2 luglio compimento del suo settimo anno:
9
Per non prendere botte, sai che faccio?
Scrivo di nascosto, sotto il letto;
salgo in soffitta e nascondo, le mie cose,
nel vuoto della camera d'aria
di una vecchia bicicletta in disuso.
10
Angelina mi ha tradito
? andata con Idillio
a far l'amore, per una macedonia,
sotto il ponte fuori da ?scarrafone?. (b) b) localit? di Paduli
11
Stanotte ho pregato il Signore
di far morire i vecchi pi? ricchi
voglio guadagnare qualche soldo
perch? andar via voglio da Paduli.
R: le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
Buon sabato sereno e pieno di caldo sole che vi riscaldi i cuori, il mio ? pi? gelato della neve e mi auguro proprio che sia come afferma un antico adagio: ?non c?? sabato senza sole non c?? nessuno senza amore?.
Come la maggior parte di voi sa, noi dell?A.I.A. ?Poesia della Vita? abbiamo bandito il ?Premio Poeta dell?Anno? dedicato a Renato Milleri (Remil) amato e pianto da moltissimi, il premio sar? assegnato (non ? un gran premio ? solo una targa personalizzata, come quella usata per il Poeta Topo 2004 e per Il Poeta dell?Anno Arden Borghi Santucci ? allora avemmo anche i libri e chiss? che non ci siano anche questa volta) il giorno dell?anniversario della sua nascita. E? un premio che all?apparenza si presenta anomalo, ma ricordo che nel 2003, ne facemmo due con lo stesso sistema selettivo e mi sembra sia andato tutto bene, come avrebbe potuto non andare bene se questo sistema selettivo lo applico dal 1973? E per Remil l?ho applicato di proposito perch? a lui piaceva questo fatto di sottoporre alla lettura le poesie tre, quattro volte; ma? non so per quale ragione a qualcuno questo sistema non piace e il premio rischia (vista la propaganda negativa) di non andare in porto. Non voglio neppure persarci che questo avvenga, perch? sono certo Renato dal cielo non permetter? che il suo nome diventi lo zimbello perch? quel qualcuno non vuole capire l?importanza di leggere tre, quattro volte le poesie partecipanti al concorso, anche perch? le poesie finaliste saranno pubblicate in un?antologia che portando il nome Remil avr? poesie degne della sua poetica, che sono piaciute veramente, perch? lette e votate pi? volte. Fatemi sapere il vostro parere, sono pronto ad accettare tutte le critiche che volete, ma non cambier? mai il sistema selettivo perch? piaceva a Lui.
Ho parlato troppo, perdonatemi se potete; e passiamo al bambino che tutte le sere raccomandava a Dio di far morire i pi? vecchi perch? doveva mettere da parte i soldi per scappare da Paduli, diventato sempre pi? amato e odiato perch? la crudelt? dei ragazzi ? inattesa e spontanea.
Pap? era partito ancora una volta e questa volta per la Grecia o Albania,perch? nell?aria c?era vento di guerra, cos? affermava nonno quando parlava con don Titta, e durante un funerale, parlando con gli altri, tutti ?figli di pap??, si manifestavano i sogni e le aspirazioni; pure io entrai nel discorso e dissi ingenuamente che avevo messo da parte quattromila lire e con quelle avevo intenzione di studiare e diventare medico. Dio! Mi risuona ancora nelle orecchie la risata stridula e cattiva dei miei compagni:
- Che te credi che con quattromila lire diventi medico?
- Per diventare medico ci vogliono i milioni?
- Tu dove li prendi i milioni, che fai, conti i punti che mette tuo nonno e quando arrivi ai milioni li metti da parte e ti paghi l?universit??
Non piansi, non strepitai, ma con la Croce che pesava, allungai il passo per giungere prima in chiesa, metterla a posto e scappare a Valle dell?Asino, nella mia capanna di carpini, nel bosco. Ma i giorni passavano e non moriva nessuno e un giorno di fine maggio, mentre dal cielo cadeva una fitta pioggia refrigerante, tirai fuori il quaderno e scrissi, coperto dai carpini:
12
Non muore nessuno ed io rimango
accanto ad Angelina, nello stesso banco;
e come ieri, le ho fatto ancora i compiti.
?La pioggerellina di marzo...?
diceva la maestra ed Angelina
ha scritto sul quaderno: ?oggi t'aspetto!?
Ho dimenticato dove mi trovavo:
m'ha stretto la mano e m'ha sorriso.
Mi ? costato veramente caro:
la maestra mi ha fatto zappare
piantare barbabietole e patate
nell'orto preparato nella villa.
Come la maggior parte di voi sa, noi dell?A.I.A. ?Poesia della Vita? abbiamo bandito il ?Premio Poeta dell?Anno? dedicato a Renato Milleri (Remil) amato e pianto da moltissimi, il premio sar? assegnato (non ? un gran premio ? solo una targa personalizzata, come quella usata per il Poeta Topo 2004 e per Il Poeta dell?Anno Arden Borghi Santucci ? allora avemmo anche i libri e chiss? che non ci siano anche questa volta) il giorno dell?anniversario della sua nascita. E? un premio che all?apparenza si presenta anomalo, ma ricordo che nel 2003, ne facemmo due con lo stesso sistema selettivo e mi sembra sia andato tutto bene, come avrebbe potuto non andare bene se questo sistema selettivo lo applico dal 1973? E per Remil l?ho applicato di proposito perch? a lui piaceva questo fatto di sottoporre alla lettura le poesie tre, quattro volte; ma? non so per quale ragione a qualcuno questo sistema non piace e il premio rischia (vista la propaganda negativa) di non andare in porto. Non voglio neppure persarci che questo avvenga, perch? sono certo Renato dal cielo non permetter? che il suo nome diventi lo zimbello perch? quel qualcuno non vuole capire l?importanza di leggere tre, quattro volte le poesie partecipanti al concorso, anche perch? le poesie finaliste saranno pubblicate in un?antologia che portando il nome Remil avr? poesie degne della sua poetica, che sono piaciute veramente, perch? lette e votate pi? volte. Fatemi sapere il vostro parere, sono pronto ad accettare tutte le critiche che volete, ma non cambier? mai il sistema selettivo perch? piaceva a Lui.
Ho parlato troppo, perdonatemi se potete; e passiamo al bambino che tutte le sere raccomandava a Dio di far morire i pi? vecchi perch? doveva mettere da parte i soldi per scappare da Paduli, diventato sempre pi? amato e odiato perch? la crudelt? dei ragazzi ? inattesa e spontanea.
Pap? era partito ancora una volta e questa volta per la Grecia o Albania,perch? nell?aria c?era vento di guerra, cos? affermava nonno quando parlava con don Titta, e durante un funerale, parlando con gli altri, tutti ?figli di pap??, si manifestavano i sogni e le aspirazioni; pure io entrai nel discorso e dissi ingenuamente che avevo messo da parte quattromila lire e con quelle avevo intenzione di studiare e diventare medico. Dio! Mi risuona ancora nelle orecchie la risata stridula e cattiva dei miei compagni:
- Che te credi che con quattromila lire diventi medico?
- Per diventare medico ci vogliono i milioni?
- Tu dove li prendi i milioni, che fai, conti i punti che mette tuo nonno e quando arrivi ai milioni li metti da parte e ti paghi l?universit??
Non piansi, non strepitai, ma con la Croce che pesava, allungai il passo per giungere prima in chiesa, metterla a posto e scappare a Valle dell?Asino, nella mia capanna di carpini, nel bosco. Ma i giorni passavano e non moriva nessuno e un giorno di fine maggio, mentre dal cielo cadeva una fitta pioggia refrigerante, tirai fuori il quaderno e scrissi, coperto dai carpini:
12
Non muore nessuno ed io rimango
accanto ad Angelina, nello stesso banco;
e come ieri, le ho fatto ancora i compiti.
?La pioggerellina di marzo...?
diceva la maestra ed Angelina
ha scritto sul quaderno: ?oggi t'aspetto!?
Ho dimenticato dove mi trovavo:
m'ha stretto la mano e m'ha sorriso.
Mi ? costato veramente caro:
la maestra mi ha fatto zappare
piantare barbabietole e patate
nell'orto preparato nella villa.
le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro
Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (no profit)
FATTI
06 marzo 2001: i topi d?appartamento avranno presto vita dura, come pure gli scippatori. Sono queste, infatti, le due tipologie di reato prese di mira dal decreto legge approvato dal Senato in via definitiva, e da tutti conosciuto come ?pacchetto sicurezza?. I ritocchi riguardano esclusivamente l?inasprimento della repressione dei furti nelle mura domestiche e degli scippi.
07 marzo 1998: dopo otto ore di camera di consiglio, la Corte d'Appello militare, condanna i due ufficiali nazisti Erich Priebke e Karl Hass alla pena dell'ergastolo per la partecipazione all'eccidio delle Fosse Ardeatine. E? esclusa ogni circostanza attenuante. Il presidente della maggiore comunit? ebraica italiana, Sandro Di Castro, si oppone ad un'eventuale scarcerazione degli imputati, ma Tullia Zevi non esclude la clemenza.
08 marzo 1997: Francesco De Lorenzo, ex ministro della sanit? ? condannato in primo grado ad otto anni e quattro mesi di reclusione, pi? una multa di 3,6 miliardi e al pagamento di una provvisionale di 4,5 miliardi al ministero costituitosi parte civile. De Lorenzo ? riconosciuto colpevole di associazione per delinquere, corruzione e illecito finanziamento dei partiti, responsabile di 76 dei 97 capi d?imputazione contestatigli, ma ? assolto dall?accusa di corruzione legislativa.
09 marzo 2001: il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto che ha messo fine alla tredicesima legislatura. Carlo Azeglio Ciampi ha convocato il premier Giuliano Amato e ha sciolto le Camere. Sulla data delle prossime elezioni politiche si ? consumata l'ultima battaglia della legislatura, con il problema dell?eleggibilit? di Francesco Rutelli.
10 marzo 1989: per la strage di Piazza della Loggia a Brescia, dove nel maggio del 1974 sono rimaste uccise otto persone e si contano centonove feriti, i giudici del processo d'appello mandano assolti tutti gli imputati.
11 marzo 2003: a pochi giorni dalla sua nomina a nuovo presidente della Rai, il giornalista Paolo Mieli rinuncia all'incarico. Designato da Marcello Pera e Pierferdinando Casini, Mieli abbandona la presidenza con una lunga lettera nella quale parla di difficolt? tecnico-politiche.
12 marzo 2000: durante una solenne cerimonia in San Pietro, Papa Giovanni Paolo II ha chiesto perdono per le?colpe storiche? della Chiesa come le Crociate, l?Inquisizione, l?ostilit? verso gli ebrei, le conversioni forzate e la conquista dell?America.
PARLIAMONE
CHARLES DARWIN E L?EVOLUZIONE DELLA SPECIE
Il naturalista Charles Darwin nato il 12 febbraio 1809 a Shrewsbury e morto il 12 aprile 1882 a Downe; nipote del medico-scrittore Erasmus Darwin, inizia gli studi di medicina a Edimburgo e poi di teologia a Cambridge, senza portare a termine, n? l?una, n? l?altro. Ha sempre, per?, un interesse per le scienze naturali tanto che nel 1831 s'imbarca, con l?incarico di naturalista, sul brigantino Beagle per una spedizione scientifica che si conclude nel 1836. Durante il viaggio visita le Isole di Capo Verde, il Brasile, la Patagonia, la Terra del Fuoco, le coste del Cile, del Per? e molte isole dell'Oceano Pacifico tra cui le Gal?pagos; durante il viaggio ha modo di effettuare numerose osservazioni sulla geologia, la fauna e la flora, specie dell'America Meridionale, che gli offrono materiale per affrontare il problema dell'origine delle specie, dell'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali sia in quello della botanica, in particolare sulla fecondazione e i movimenti delle piante. La violenta opposizione degli ambienti ecclesiastici e di quelli scientifici pi? conservatori alla sua Teoria evoluzionistica non impediscono che alla sua morte egli fosse considerato uno dei maggiori scienziati moderni.
La sua teoria ? formulata su solide basi scientifiche. Il risultato di queste sue ricerche ? pubblicata nel 1859 con il titolo L'origine delle specie, che, contrariamente ai saggi precedenti, ha subito grande risonanza.
Importanti sono gli spunti forniti da dottrine elaborate in precedenza, in ambito geologico da Lyell e Malthus. Analogamente, in campo biologico piccole variazioni di forma da una generazione all'altra avrebbero potuto formare, nel corso del tempo geologico, tutte le specie animali e vegetali che conosciamo. ?Le popolazioni umane tendono a crescere in progressione geometrica, mentre le risorse alimentari in natura crescono in progressione aritmetica, comportando una scarsit? di risorse a danno degli individui pi? deboli, che soccombono?. Da questo teorema nasce l'idea di una continua lotta per l'esistenza, generalizzabile a tutti gli organismi viventi, il cui risultato sarebbe quello di favorire i pi? adatti, ed ecco che si ha la selezione naturale.
Darwin conosce le tecniche della selezione artificiale, il mezzo attuato da secoli da allevatori e coltivatori per migliorare le razze economicamente utili,e ipotizza che un meccanismo simile pu? verosimilmente agire anche in natura. Non conosce invece le leggi dell'ereditariet? e non sa spiegare in particolare come si origina la variabilit? di caratteri, sia fisici, sia comportamentali sulla quale avrebbe dovuto agire la selezione naturale. La teoria dell'evoluzione ha in ogni modo il merito di aver rilevato che i nuovi caratteri si originano indipendentemente dall'ambiente, ma, una volta comparsi, sono selezionati dall'ambiente. L'evoluzione ? diretta dalla selezione naturale, ma procede in modo casuale.
Bibliografia
M. Prenant, Charles Darwin, Torino, 1949; H. B. D. Kettlewell, Charles Darwin and His World, New York, 1965; P. J. Bowler, Charles Darwin, Torino, 1990.
LA POESIA DELLA SETTIMANA
LA MIA ISOLA di Enrico Besso (Eby)
L'aspetto positivo del ?Mondo Poetico di Enrico Besso?? nelle liriche contrastanti e antitetiche, dove ognuna trova il posto a s?, mai una uguale all?altra, oppure sullo sfondo della ricerca musicale della parola che gioca col sorriso e la satira della contemporaneit?, ma tenendo presente il richiamo deciso delle regole metriche che attraggono alla lettura come un canzoniere, senza discostarsi dall'humus culturale in cui affonda le sue radici, discutendo tra se e s? intorno a questioni di carattere pi? stret?tamente universale, approfondendo o correggendo dati e deduzioni false in cui si ? incorsi nel passato; Egli indaga nei contributi, sui legami, che sente di avere, con la cultura del suo tempo, non solo italiana; per ?essere documento storico e rumore del suo tempo?, come ? stato Dante per il suo tempo, come il Marino per il suo. Documento storico e rumore: documento perch? canta il suo tempo, rumore perch? il suo canto fa ?rumore?, ci? fa discutere i critici, anche se un editore che si rispetti busser? mai alla sua porta.
Questa lirica offerta da Besso, nella mobilit? e variet? dello schema strutturale e metrico, d? la possibilit? al lettore di usare il contenuto e le parole in un intimo rapporto con i momenti dell?ispirazione e le neces?sit? rappresentative; poich? il Poeta ha saputo imprimere all?arioso canto del ?Carme? una sua originalit? mediante l'adozione di ?irripetibili, inimitabili caratteristiche strutturali, formali e sostanziali?. Ma, non tanto alla tradizione petrarchesca, come qualcuno potrebbe sostenere, piuttosto si potrebbe farlo risalire al sonetto, per il suo alito realistico-borghese: ?Confina a nord con l?orizzonte, oppure Riscatta il tempo, la sopravvivenza? ? un passo incerto alla battigia, stanco?.
LA MIA ISOLA
Confina a nord con l'orizzonte
l'isola che il male, a sud,
consuma lentamente
e all'onda, il gesto,
straniato anche Dio,
? un passo incerto alla battigia, stanco.
Riscatta il tempo, la sopravvivenza,
rabbrividisce al volgersi, la fine,
ch? di perpetuo non esiste il moto
e nell'oscillazione ? l'amarezza del domani
di quest'isola mia.
17 gennaio 2005
Questa lirica affascina subito per il ritmo costante e canterino come il battito di un cuore; poi per le parole che seguendo il ritmo del cuore scalano le vette del sentimento e ti costringono alla meditazione; proprio come l?onda che va e viene in un immenso tratto di mare per unirsi al battito fremente e abbraccia la vita come un innamorato fedele.
(da ?Il Mondo Poetico di Enrico Besso? profilo per il concorso Poeta Top 2005, bandito da Poeticamente)
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro
Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (no profit)
FATTI
06 marzo 2001: i topi d?appartamento avranno presto vita dura, come pure gli scippatori. Sono queste, infatti, le due tipologie di reato prese di mira dal decreto legge approvato dal Senato in via definitiva, e da tutti conosciuto come ?pacchetto sicurezza?. I ritocchi riguardano esclusivamente l?inasprimento della repressione dei furti nelle mura domestiche e degli scippi.
07 marzo 1998: dopo otto ore di camera di consiglio, la Corte d'Appello militare, condanna i due ufficiali nazisti Erich Priebke e Karl Hass alla pena dell'ergastolo per la partecipazione all'eccidio delle Fosse Ardeatine. E? esclusa ogni circostanza attenuante. Il presidente della maggiore comunit? ebraica italiana, Sandro Di Castro, si oppone ad un'eventuale scarcerazione degli imputati, ma Tullia Zevi non esclude la clemenza.
08 marzo 1997: Francesco De Lorenzo, ex ministro della sanit? ? condannato in primo grado ad otto anni e quattro mesi di reclusione, pi? una multa di 3,6 miliardi e al pagamento di una provvisionale di 4,5 miliardi al ministero costituitosi parte civile. De Lorenzo ? riconosciuto colpevole di associazione per delinquere, corruzione e illecito finanziamento dei partiti, responsabile di 76 dei 97 capi d?imputazione contestatigli, ma ? assolto dall?accusa di corruzione legislativa.
09 marzo 2001: il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto che ha messo fine alla tredicesima legislatura. Carlo Azeglio Ciampi ha convocato il premier Giuliano Amato e ha sciolto le Camere. Sulla data delle prossime elezioni politiche si ? consumata l'ultima battaglia della legislatura, con il problema dell?eleggibilit? di Francesco Rutelli.
10 marzo 1989: per la strage di Piazza della Loggia a Brescia, dove nel maggio del 1974 sono rimaste uccise otto persone e si contano centonove feriti, i giudici del processo d'appello mandano assolti tutti gli imputati.
11 marzo 2003: a pochi giorni dalla sua nomina a nuovo presidente della Rai, il giornalista Paolo Mieli rinuncia all'incarico. Designato da Marcello Pera e Pierferdinando Casini, Mieli abbandona la presidenza con una lunga lettera nella quale parla di difficolt? tecnico-politiche.
12 marzo 2000: durante una solenne cerimonia in San Pietro, Papa Giovanni Paolo II ha chiesto perdono per le?colpe storiche? della Chiesa come le Crociate, l?Inquisizione, l?ostilit? verso gli ebrei, le conversioni forzate e la conquista dell?America.
PARLIAMONE
CHARLES DARWIN E L?EVOLUZIONE DELLA SPECIE
Il naturalista Charles Darwin nato il 12 febbraio 1809 a Shrewsbury e morto il 12 aprile 1882 a Downe; nipote del medico-scrittore Erasmus Darwin, inizia gli studi di medicina a Edimburgo e poi di teologia a Cambridge, senza portare a termine, n? l?una, n? l?altro. Ha sempre, per?, un interesse per le scienze naturali tanto che nel 1831 s'imbarca, con l?incarico di naturalista, sul brigantino Beagle per una spedizione scientifica che si conclude nel 1836. Durante il viaggio visita le Isole di Capo Verde, il Brasile, la Patagonia, la Terra del Fuoco, le coste del Cile, del Per? e molte isole dell'Oceano Pacifico tra cui le Gal?pagos; durante il viaggio ha modo di effettuare numerose osservazioni sulla geologia, la fauna e la flora, specie dell'America Meridionale, che gli offrono materiale per affrontare il problema dell'origine delle specie, dell'espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali sia in quello della botanica, in particolare sulla fecondazione e i movimenti delle piante. La violenta opposizione degli ambienti ecclesiastici e di quelli scientifici pi? conservatori alla sua Teoria evoluzionistica non impediscono che alla sua morte egli fosse considerato uno dei maggiori scienziati moderni.
La sua teoria ? formulata su solide basi scientifiche. Il risultato di queste sue ricerche ? pubblicata nel 1859 con il titolo L'origine delle specie, che, contrariamente ai saggi precedenti, ha subito grande risonanza.
Importanti sono gli spunti forniti da dottrine elaborate in precedenza, in ambito geologico da Lyell e Malthus. Analogamente, in campo biologico piccole variazioni di forma da una generazione all'altra avrebbero potuto formare, nel corso del tempo geologico, tutte le specie animali e vegetali che conosciamo. ?Le popolazioni umane tendono a crescere in progressione geometrica, mentre le risorse alimentari in natura crescono in progressione aritmetica, comportando una scarsit? di risorse a danno degli individui pi? deboli, che soccombono?. Da questo teorema nasce l'idea di una continua lotta per l'esistenza, generalizzabile a tutti gli organismi viventi, il cui risultato sarebbe quello di favorire i pi? adatti, ed ecco che si ha la selezione naturale.
Darwin conosce le tecniche della selezione artificiale, il mezzo attuato da secoli da allevatori e coltivatori per migliorare le razze economicamente utili,e ipotizza che un meccanismo simile pu? verosimilmente agire anche in natura. Non conosce invece le leggi dell'ereditariet? e non sa spiegare in particolare come si origina la variabilit? di caratteri, sia fisici, sia comportamentali sulla quale avrebbe dovuto agire la selezione naturale. La teoria dell'evoluzione ha in ogni modo il merito di aver rilevato che i nuovi caratteri si originano indipendentemente dall'ambiente, ma, una volta comparsi, sono selezionati dall'ambiente. L'evoluzione ? diretta dalla selezione naturale, ma procede in modo casuale.
Bibliografia
M. Prenant, Charles Darwin, Torino, 1949; H. B. D. Kettlewell, Charles Darwin and His World, New York, 1965; P. J. Bowler, Charles Darwin, Torino, 1990.
LA POESIA DELLA SETTIMANA
LA MIA ISOLA di Enrico Besso (Eby)
L'aspetto positivo del ?Mondo Poetico di Enrico Besso?? nelle liriche contrastanti e antitetiche, dove ognuna trova il posto a s?, mai una uguale all?altra, oppure sullo sfondo della ricerca musicale della parola che gioca col sorriso e la satira della contemporaneit?, ma tenendo presente il richiamo deciso delle regole metriche che attraggono alla lettura come un canzoniere, senza discostarsi dall'humus culturale in cui affonda le sue radici, discutendo tra se e s? intorno a questioni di carattere pi? stret?tamente universale, approfondendo o correggendo dati e deduzioni false in cui si ? incorsi nel passato; Egli indaga nei contributi, sui legami, che sente di avere, con la cultura del suo tempo, non solo italiana; per ?essere documento storico e rumore del suo tempo?, come ? stato Dante per il suo tempo, come il Marino per il suo. Documento storico e rumore: documento perch? canta il suo tempo, rumore perch? il suo canto fa ?rumore?, ci? fa discutere i critici, anche se un editore che si rispetti busser? mai alla sua porta.
Questa lirica offerta da Besso, nella mobilit? e variet? dello schema strutturale e metrico, d? la possibilit? al lettore di usare il contenuto e le parole in un intimo rapporto con i momenti dell?ispirazione e le neces?sit? rappresentative; poich? il Poeta ha saputo imprimere all?arioso canto del ?Carme? una sua originalit? mediante l'adozione di ?irripetibili, inimitabili caratteristiche strutturali, formali e sostanziali?. Ma, non tanto alla tradizione petrarchesca, come qualcuno potrebbe sostenere, piuttosto si potrebbe farlo risalire al sonetto, per il suo alito realistico-borghese: ?Confina a nord con l?orizzonte, oppure Riscatta il tempo, la sopravvivenza? ? un passo incerto alla battigia, stanco?.
LA MIA ISOLA
Confina a nord con l'orizzonte
l'isola che il male, a sud,
consuma lentamente
e all'onda, il gesto,
straniato anche Dio,
? un passo incerto alla battigia, stanco.
Riscatta il tempo, la sopravvivenza,
rabbrividisce al volgersi, la fine,
ch? di perpetuo non esiste il moto
e nell'oscillazione ? l'amarezza del domani
di quest'isola mia.
17 gennaio 2005
Questa lirica affascina subito per il ritmo costante e canterino come il battito di un cuore; poi per le parole che seguendo il ritmo del cuore scalano le vette del sentimento e ti costringono alla meditazione; proprio come l?onda che va e viene in un immenso tratto di mare per unirsi al battito fremente e abbraccia la vita come un innamorato fedele.
(da ?Il Mondo Poetico di Enrico Besso? profilo per il concorso Poeta Top 2005, bandito da Poeticamente)
le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"
Si, si, si! Va bene, ma la responsabilit? delle maledizioni per aver intasato la casella di domenica ve la prendete voi? Allora d?accordo! Che Dio ce la mandi buona, mi capite vero? Non vorrei perdere quell?unico lettore che mi ? rimasto per averlo sommerso di posta. Ma ho gi? inviato il baricentro in ritardo, ora arriver? pure la paginetta del diario? Vi do ascolto perch?, oltre alla protesta perch? alle 9,20 non ? ancora arrivata la paginetta del diario, una carissima amica, forse un po? particolare (non siate gelosi perch? il mio amore per voi ? immutato e immutabile, ma per questa amica? cercate di capirmi), mi ha annunciato che sta per diventare nonna. Ci pensate? Che bella notizia ? sentirsi giunti al traguardo di ricominciare d?accapo con i ?ngu?,?ngue a ripetizione di giorno e di notte per raggiungere l?apice della gioia quando cominciano a camminare e a dire le prime parole. Le prime parole! Gi?! La prima parola che ha detto Aljosha il mio nipotino di due anni ? stata: ?NO!? Ieri ? stato con noi tutto il giorno e solo in serata, quando ? andato via, ho finto indifferenza perch? non mi ci potevo avvicinare che subito chiamava: ?mammaaa?, era gi? uscito, ? ritornato indietro e tirandomi i pantaloni ha detto, facendo la boccuccia a cuoricino, No, porgendomela:mi ha baciato. Lo avrei stritolato tanto il cuore ? cominciato a correre pi? veloce di un? ?astronave?.
Ma oggi ? gi? un altro giorno (parafrasando la filosofia di Rossella O Hara).
Oggi ? domenica 6 marzo 2005, fra tre domeniche ? Pasqua di Resurrezione. Ma guarda un po?, come passa il tempo! Diceva Tot? in un celebre film. Mentre un mio amico d?infanzia esclamava sempre: ?Oh, ?na vutata ?e tianiello ? gia passata n?ata jurnata e stammo a Pasqua!? Pareva ieri che mi ero mangiato ?la pastiera? e gi? si traffica per prepararne un?altra? Ci pensate che fra due giorni ? la festa della donna?! Io ci ho pensato, chiss? se vi piacer? quello che sto scrivendo sulle origine della festa della donna e la donna nella societ? contemporanea.
Dalla primavera del 1940, a Paduli inizi? a venire ogni settimana un camion, si fermava nel piazzale della villa comunale, a sera alzava un telo bianco e proiettava dei film, preceduti da documentari che facevano vedere il duce che mieteva, che spigolava che trebbiava, insomma che passava le sue giornate in mezzo ai contadini; dopo proiettavano il film, ricordo l?emozione del primo film che ho visto ?Luciano Serra pilota? con Amedeo Nazzari, seguito nelle settimane successive da ?Cavalleria? sempre con Nazzari, l?unica voce che si udiva, nelle scene quando un mezzo viene presso la macchina da presa e sembra che si catapulti sul pubblico, era la mia, terrorizzata. Fortuna che c?era nonno che mi consolava, rassicurandomi che era solo una finzione ottica dovuta al movimento della pellicola e che noi potevamo stare tranquilli.
Ma nel pomeriggio del 10 giugno 1940, adunata obbligatoria per tutti: Figli della lupa, Balilla, Avanguardisti, e popolazione. Guardai sul balcone dell?aula della mia scuola e vidi un apparecchio radio appoggiato sopra il tricolore, mi parve un oltraggio alla bandiera e scappai via, mi tolsi quella divisa che mi avevano fatto indossare per forza e ritornai alla villa vicino a mio nonno. Dopo un po? la voce di Mussolini risuon? come le trombe di Gerico per tutta la villa e lungo il viale San Giovanni. A sera, come al solito scrissi le mie impressioni della giornata:
13
Ci hanno riuniti nel piazzale della Villa
tutti in divisa, schierati.
Sul balcone della mia scuola
hanno messo l'apparecchio radio
sopra un tavolino, coperto dal tricolore.
Il capo ha parlato e ha detto: ?GUERRA!?
Hanno applaudito...
Mio nonno mi ha messo una mano sulla testa
sar? infinita, ha detto, molti anni,
per? sono contento per te:
questo ? l'inizio della fine.
*************************
Ancora una volta dovetti rendermi conto di quanto era saggio quel mio nonno che si presentava sempre dimesso e umile con tutti, meno che con il segretario politico del P.N.F. Domandandovi ancora perdono per questa doppia lettura di oggi vi stringo in un abbraccio circolare con tutto l?amore che posso, baciando una ?Primula? e una futura nonna contenta, Reno
Ma oggi ? gi? un altro giorno (parafrasando la filosofia di Rossella O Hara).
Oggi ? domenica 6 marzo 2005, fra tre domeniche ? Pasqua di Resurrezione. Ma guarda un po?, come passa il tempo! Diceva Tot? in un celebre film. Mentre un mio amico d?infanzia esclamava sempre: ?Oh, ?na vutata ?e tianiello ? gia passata n?ata jurnata e stammo a Pasqua!? Pareva ieri che mi ero mangiato ?la pastiera? e gi? si traffica per prepararne un?altra? Ci pensate che fra due giorni ? la festa della donna?! Io ci ho pensato, chiss? se vi piacer? quello che sto scrivendo sulle origine della festa della donna e la donna nella societ? contemporanea.
Dalla primavera del 1940, a Paduli inizi? a venire ogni settimana un camion, si fermava nel piazzale della villa comunale, a sera alzava un telo bianco e proiettava dei film, preceduti da documentari che facevano vedere il duce che mieteva, che spigolava che trebbiava, insomma che passava le sue giornate in mezzo ai contadini; dopo proiettavano il film, ricordo l?emozione del primo film che ho visto ?Luciano Serra pilota? con Amedeo Nazzari, seguito nelle settimane successive da ?Cavalleria? sempre con Nazzari, l?unica voce che si udiva, nelle scene quando un mezzo viene presso la macchina da presa e sembra che si catapulti sul pubblico, era la mia, terrorizzata. Fortuna che c?era nonno che mi consolava, rassicurandomi che era solo una finzione ottica dovuta al movimento della pellicola e che noi potevamo stare tranquilli.
Ma nel pomeriggio del 10 giugno 1940, adunata obbligatoria per tutti: Figli della lupa, Balilla, Avanguardisti, e popolazione. Guardai sul balcone dell?aula della mia scuola e vidi un apparecchio radio appoggiato sopra il tricolore, mi parve un oltraggio alla bandiera e scappai via, mi tolsi quella divisa che mi avevano fatto indossare per forza e ritornai alla villa vicino a mio nonno. Dopo un po? la voce di Mussolini risuon? come le trombe di Gerico per tutta la villa e lungo il viale San Giovanni. A sera, come al solito scrissi le mie impressioni della giornata:
13
Ci hanno riuniti nel piazzale della Villa
tutti in divisa, schierati.
Sul balcone della mia scuola
hanno messo l'apparecchio radio
sopra un tavolino, coperto dal tricolore.
Il capo ha parlato e ha detto: ?GUERRA!?
Hanno applaudito...
Mio nonno mi ha messo una mano sulla testa
sar? infinita, ha detto, molti anni,
per? sono contento per te:
questo ? l'inizio della fine.
*************************
Ancora una volta dovetti rendermi conto di quanto era saggio quel mio nonno che si presentava sempre dimesso e umile con tutti, meno che con il segretario politico del P.N.F. Domandandovi ancora perdono per questa doppia lettura di oggi vi stringo in un abbraccio circolare con tutto l?amore che posso, baciando una ?Primula? e una futura nonna contenta, Reno