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le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 14/02/2005, 12:27
da carlo
Buongiorno con tanto amore. Mi sono fatto prestare l?arco dal Centauro e al dardo ho allegato un fascio di rose rosse e il mezzo cuore innamorato per festeggiarvi tutti in questo giorno che festeggia l?AMORE.


VEGA


Il Sagittario ? sicuramente la costellazione zodiacale dalla forma pi? complessa: si tratta, infatti, di un centauro, una creatura mitologica con il busto di un uomo che spunta dal corpo di un cavallo, intento a scoccare una freccia dal proprio arco.
Secondo la maggioranza degli storiografi il Sagittario ? da associare a Crotus, un satiro che abitava sul Monte Elicone, nonch? inventore d?arco e frecce. Fu posto in cielo da Zeus su suggerimento delle Muse.


Cercare di vedere un centauro con arco e frecce disegnato dalle stelle di questa costellazione ? molto difficile; molto semplice invece ? notare la caratteristica teiera che occupa la parte centrale, punto di riferimento per la sua individuazione.
L'area occupata dal Sagittario ? anche chiamata Il Campo Dei Miracoli, per l'incredibile numero d?oggetti meravigliosi che contiene.Quelli pi? facilmente visibili con un binocolo sono:


la Nebulosa Laguna: una nebulosa grande due volte le dimensioni apparenti della Luna piena, visibile anche ad occhio nudo; avvolge un ammasso contenente una trentina di stelle.


la Nebulosa Omega: un po' pi? piccola della Nebulosa Laguna, appare come una macchia allungata; con un telescopio si pu? notare la caratteristica forma a ferro di cavallo; La nebulosa M 21 formato da circa cinquanta stelle, proprio nelle vicinanze della Nebulosa Trifida, una nube di gas molto bella.


M 22: ? un ammasso globulare formato da decine di migliaia di stelle raccolte in pochissimo spazio; ? visibile come una macchia nebbiosa; M 23: ? un ammasso di forma allungata formato da circa centoventi stelle; M 24:? una nube molto densa della Via Lattea visibile, distintamente, ad occhio nudo; M 25: ? un ammasso di circa cinquanta stelle distante dalla Terra milleottocento anni luce. Per trovarla basta guardare i due carri, poi la costellazione del Drago, che parte esattamente tra loro con la coda, compie una prima ansa girando attorno al Piccolo Carro, poi una seconda come a descrivere un 2, per terminare in un piccolo quadrilatero che rappresenta la testa del Drago.


La stella pi? luminosa, vicina alla testa del Drago, ? Vega, della costellazione della Lira. Vega, assieme a Deneb, una stella del Cigno, e ad Altair, dell'Aquila, forma il Grande Triangolo Estivo, un asterisma che si riconosce facilmente come un grande triangolo che punta verso Sud. Prolungando, i due lati pi? lunghi del triangolo, quello orientale, formato da Deneb e Altair, e la coda dell'Aquila, si evidenzia la porzione di cielo occupata dalla teiera del Sagittario.


Le regioni occupate da Cigno, Aquila e Sagittario sono le parti pi? evidenti della Via Lattea visibili dalle nostre latitudini: se potete disporre di un cielo particolarmente buio vi accorgerete gi? ad occhio nudo, mentre con un binocolo sar? semplicissimo e molto spettacolare vedere la miriade di stelle che forma la nostra galassia.


VEGA


?


Dalla tua Lira


nella notte fredda si spande


la musica dolce della vita


nel rosso vibrante di Marte


e il borbottio rutilante di Giove.


La melodia manifesta la protezione


che mi offri perch? riesca


ad affermare la mia liberalit?.


Tu canti o Vega


ma chi ascolta il mio pianto?


Un cielo nuvoloso.


(La poesia ? tratta da ?Note e Motivi? Armanni editore Napoli 1955 ? Il commento astronomico ? dello stesso autore Reno Bromuro)


Dopo quarantasei giorni notate la mia firma in calce al commento e le liriche, molti si meraviglieranno, lo sono anch?io, ma, ieri, un amico mi ha fatto notare che parecchi di voi stanno collezionando questi scritti ed ? giusto che portino il nome del loro autore: l?ho fatto.


Vi stringo in abbraccio circolare con tutto l?amore che posso, Reno

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 14/02/2005, 17:21
da carlo
Buona domenica con la stella pi? canterina del firmamento, s? ? vero Antares canta la sua vittoria contro Orione, ma il suo colore ci avvince, ci sottrae ai pensieri ?neri? che potrebbero avvolgere il nostro cervello: crediamo di aver fatto una cosa, poi riaccorgiamo d?averla soltanto pensata e? allora arrivano le lavate di testa, meritate per chi le fa, immeritate per chi le riceve perch? convinto di dialogare in continuazione con amici perch? si convince al punto di vederseli accanto e parlare con loro. Ecco, Antares potrebbe correre in aiuto di questi sognatori e far s? che si sveglino in tempo e colloquino apertamente, non solo visionariamente.

ANTARES


Lo Scorpione non ? sempre stato lo stesso: i Greci vedono solo la sua parte terminale, coda e aculeo, mentre la parte anteriore la descrivono con le stelle che ora fanno parte della Bilancia. La Bilancia, infatti, ? chiamata anche Chele dello Scorpione. La divisione e il suo appellativo attuale ? avvenuto nel primo secolo avanti Cristo, sotto i Romani.


Lo Scorpione rappresentato in cielo ? quello che ha ucciso il cacciatore Orione. Orione e Scorpione non s?incontrano mai nel cielo perch? quando uno sorge l'altro tramonta. Lo Scorpione ? una delle costellazioni che meglio raffigura ci? che rappresenta: infatti la linea curva formata dalle stelle nella zona posteriore soggerisce realisticamente un pungiglione pronto a colpire.


Antares ? la stella principale, una supergigante rossa con un diametro di circa trecento volte pi? grande di quello del Sole; il nome le ? stato dato per metterla in contrapposizione con Marte, dato la luce che emana rivaleggia il bagliore del pianeta rosso.


Alcuni degli oggetti che ? possibile osservare sono:


M 4: un ammasso globulare formato da decine di migliaia di stelle raccolte in pochissimo spazio; ? visibile come una macchia nebbiosa, tipo stella sfuocata; con un telescopio di almeno 10 cm di diametro si possono vedere le stelle che lo compongono.


M 6 o Ammasso Farfalla: un ammasso aperto formato da circa cinquanta stelle.


M 7: un altro ammasso aperto formato da una cinquantina di stelle, visibili tutte con un binocolo.


Per vedere bene lo Scorpione aiutatevi con le altre costellazioni: una volta individuata con chiarezza la Bilancia oppure il Sagittario, l'identificazione ? quasi automatica.


ANTARES


?


Nella notte nebulosa


udii la tua voce cantare


in un rosso fulgore di gioia


accompagnata dal coro delle tue stelle:


?La mia spada


ha battuto Orione?.


Oh, con essa vorrei tu tagliassi


corde e legami di neri pensieri


per cullare gli uomini


in un letto di stelle.

R: le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 14/02/2005, 17:34
da carlo
SAN VALENTINO
origine ? biografia e tradizione


?Valentino suona come valorem tenens, ?che mantiene valore?, cio? ?che persevera nella santit??; oppure significa valens tyro, ?valoroso soldato?, cio? ?soldato di Cristo?. Si dice che un soldato ? valoroso quando non arretra mai, quando ferisce con forza, si difende con vigore e vince con la sua possenza. Allo stesso modo Valentino non arretr? di fronte al martirio, colp? distruggendo l'idolatria, si difese rafforzando la fede, e vinse patendo il martirio?.
(Dalla Legenda Aurea di Jacopo da Varazze)
Il 21 Giugno a Terni si festeggia il ritrovamento delle reliquie di San Valentino e la ricostruzione della Basilica e l?annesso Convento.
Il prossimo anno ricorre il Quarto Centenario della presenza dei Carmelitani Scalzi a Terni e l'inizio della costruzione del nuovo complesso. L'avvenimento sar? commemorato con il rifacimento di bronzo del portale della Basilica.
San Valentino, ? vissuto nel Terzo secolo ? martirizzato con la decapitazione sulla Via Flaminia, a Roma; l'accaduto ? commemorato nel Martirologio Romano il 14 febbraio in un registro del Settimo secolo, che proviene da Beda. Nella storia ?Passio Mariae et Marthae? si racconta che il Santo, arrestato per ordine di Claudio il Gotico, ? decapitato sulla Via Flaminia, e sul suo sepolcro al Secondo miglio della stessa Via ? stata edificata una basilica voluta da Papa Giulio I, successivamente rifatta da Papa Teodoro.
La festa di San Valentino presbitero di Roma sembra fosse celebrata gi? nel periodo di San Gregorio Magno ed ? annotata nei Capitularia del Settimo secolo e nel Sacramentario Gregoriano.
Il martire ? invocato contro il male della peste e dell'epilessia. Quanto al titolo di ?patrono degli innamorati? sembra gli sia stato attribuito nel Medioevo poich? si riteneva che il 14 febbraio, gli uccelli iniziassero a nidificare seguendo il risveglio della natura e dunque dell'amore, da qui la sua festa.
Secondo quanto narra la tradizione,dopo decapitato per ordine del prefetto Placido e sepolto nel cimitero sulla Via Flaminia, i suoi discepoli Procolo, Efebo e Apollonio disseppelliscono il corpo e lo trasportano a Terni, sua terra natale, di cui ? stato vescovo. Qui, sopra un colle non lontano dall?agglomerato urbano, gli ? stata data sepoltura provvisoria. Successivamente ? stata scavata, nello stesso luogo, una tomba, che costituisce il primo Oratorio.
Dopo l?Editto di Milano del 313, con il quale l?imperatore Costantino concede ai cristiani la libert? di culto, il popolo di Terni costruisce, al posto dell?Oratorio, una Basilica. Le ricerche archeologiche condotte a Terni hanno dimostrato che l?antica Interamna contava due necropoli distinte: una, antichissima, che risale alla prima et? del ferro, scoperta nel 1885 in localit? Sant?Agnese; l?altra, d?epoca pi? recente, rinvenuta nella zona adiacente al luogo ove sorge la Basilica.
Scrive Padre Fusciardi, di questa zona cimiteriale: ?Da un accurato esame del vasto materiale epigrafico e di sculture tornate in luce in questa localit? in epoche diverse, e che disgraziatamente solo in parte c?? stato conservato, emerge con evidenza come quella zona fosse tenuta in grande considerazione dagli antichi Interamnati e che basterebbe per s? sola, se non ci fossero altre prove storiche e monumentali,a dimostrare la magnificenza di questo municipium splendidissimum?.
?Tra il 1605 e il 1618 sono state riportate alla luce numerose iscrizioni, appartenenti al periodo in cui ? stata ricostruita la Basilica di San Valentino e costruito l?annesso convento, che testimoniano che in quest?area sorgeva gi? una necropoli pagana?.
Afferma Piero Adorno, formulando circa la data cui si potrebbe far risalire la prima costruzione della Basilica: ?Proprio nel luogo della tomba dovette sorgere, abbastanza per tempo, la basilica dedicata alla sua memoria, pi? volte distrutta e ricostruita?.
Difficile stabilire le date esatte; tuttavia la posizione stessa dell?edificio, fuori delle mura della citt?, in zona cimiteriale e sopra la tomba del martire, ?conferma l?ipotesi secondo cui la prima costruzione risalirebbe al Quarto secolo?.
Secondo Cinzia Perissinotto, ?l?esistenza di un edificio di culto risalente almeno al V secolo ? documentata, oltre che dal Martirologio Geronimiano, anche da un frammento di pluteo con decorazione a pelte o squame, ascrivibile appunto a questo periodo, conservato nella piccola raccolta archeologica esistente negli ambienti sotterranei della chiesa?.
Quando, alle nuove direttive scaturite dal Concilio di Trento, che si conclude nel 1563, i primi visitatori apostolici vanno sul colle di San Valentino per vedere la grande basilica descritta nei calendari e nei martirologi medievali, trovano una costruzione in pessime condizioni, della quale, ? ordinato il rifacimento. Ma, in realt?, gli interventi per il recupero della chiesa sono pochi e assai ridotti.
?E? tra la fine del Quindicesimo e l?inizio del Diciassettesimo secolo che, sulla scia della politica urbanistica inaugurata da papa Sisto V, si da inizio a una vasta opera di ristrutturazione delle antiche basiliche e di attuazione di scavi archeologici volti al ritrovamento e al recupero di reliquie?.
L?arca del santo e martire ternano ? rinvenuta durante gli scavi del 1605, effettuati nella Basilica al fine di ricercare i corpi dei martiri l? sepolti: l?urna, secondo la descrizione che ne fa Boldetti, ?era rustica nel di fuori ma dentro vagamente intagliata a rilievo e con una croce della grandezza d?un braccio?.
La Carini Gentili ha dedicato alla tomba del santo un approfondito studio,nel quale fa il resoconto dei suddetti lavori: ?Scavando dietro l?altare per tutto l?ambito del Coro, si rinvennero vicino al muro e di prospetto al Coro medesimo, due altari di marmo, l?uno sovrapposto all?altro, ai quali si poteva accedere da una ?grotta? allora ricoperta, ?che circonda dal di dentro la tribuna?; nella faccia interna della mensa dell?altare subalterno, si vide dipinta una croce rossa tempestata di gemme, ai lati della quale e rivolti ad essa erano effigiati due animali, ritenuti cavalli (rappresentazione questa che si ritrova talvolta nella epigrafia cristiana), ma che potevano anche essere agnelli. Dipinto sulla parete c?era un carro, simboleggiante quello sul quale la leggenda dice che fosse trasportato il corpo di San Valentino; si ebbe allora la certezza che l? riposasse la salma del Martire. Infatti, il 21 giugno 1605, sotto il Coro, si trov? una cassa di piombo racchiusa in un?urna di marmo, rotta un poco da un lato... Nell?arca plumbea vennero rinvenute le ossa del Santo, con il cranio non completamente sano, diviso dal busto?.
La separazione della testa dal busto potrebbe essere un?ulteriore prova della decapitazione del Martire.
Agostino Amore, in un suo scritto pubblicato negli Atti del Convegno di studio che si ? tenuto a Terni dal 9 al 12 febbraio del 1974, dedicato al culto di San Valentino afferma che: ?Dello stesso tempo ? la notizia dell?esistenza a Terni di una basilica dedicata al Vescovo Martire Valentino. La notizia ? riportata anche nella biografia del papa Zaccaria contenuta nel Liber Pontificalis?.
Nei medesimi Atti compare pure la sintesi della conferenza tenuta da Adriano Prandi che, a proposito degli elementi archeologici denuncia che non si pu? dimostrare con chiarezza l?esistenza storica del Santo e asserisce che il valore degli elementi topografici, affermano: ?Purtroppo il caso di San Valentino ? assai complesso: non solo per il mancato, finora, chiarimento dei dati archeologici, ma anche per la scarsit? e la non perspicuit? degli elementi iconografici. Per contro, abbondano le testimonianze topografiche del culto d? San Valentino: in special modo dei conventi e delle chiese a lui dedicate in Umbria e nei territori finitimi?.
Ad esempio, nella chiesa di Santa Maria della Visitazione, posta a lato dell?ingresso del cimitero e sorta probabilmente sopra un monumento sepolcrale romano sulla parete destra c?? un cielo di pitture del Quindicesimo secolo; nella parte bassa, dentro edicole ad arco in prospettiva, sono affrescate cinque figure, una delle quali riproduce Valentino in abiti vescovili.
Secondo Augusto Campana,che dedic? all?argomento ampi, ripetuti e approfonditi studi, esiste un?importante testimonianza iconografica relativa a San Valentino nella cattedrale romanica di San Leo, che consiste in un piccolo monumento, mancante della testa e molto deteriorato, di nessun valore artistico, ma di grande significato storico ed epigrafico. ? posto sulla sommit? del portale che si apre all?esterno della navata di destra, circa alla met? di essa, prima del transetto, in corrispondenza della terza campata, e consiste in un bustino, attualmente di altezza di circa 26 cm. Nella Basilica c?? un quadro bellissimo in cui si vede Valentino, che interloquisce con il Prefetto Placido, Abondio e Cheremone, suoi discepoli, Giunio, il capo dei Littori, e il coro degli Idolatri, qui ? dipinto come un vero eroe della fede, non solo sprezzante di qualunque pericolo, ma anche ansioso di diffondere il Vangelo e fiaccare l?idolatria e l?orgoglio, dei miscredenti.
Anche ad Abriola, piccolo centro lucano in provincia di Potenza, da secoli ? venerato San Valentino sacerdote e martire romano col titolo di patrono del paese. Nella Chiesa madre ? custodito un busto ligneo del Seicento del santo, un'urna e tre teche contenenti parte delle reliquie del martire romano, tutte accompagnate da autentiche pontificie. Come siano giunte ad Abriola queste reliquie ? difficile da capire. E' possibile che essendo il paese nei secoli scorsi tappa importante della via Erculea anche la chiesa madre sarebbe stata meta di pellegrini che volendo impreziosire il luogo di culto, come si era soliti fare nel medioevo, ha inserito in un altare le reliquie del santo martire. Il 7 febbraio 1998 ? stata inaugurata una monumentale Porta bronzea, ingresso della chiesa madre, dedicata al santo martire.
L'origine della festa degli innamorati ? il tentativo della Chiesa cattolica di porre termine ad un popolare rito pagano. Gi? dal Quarto secolo avanti Cristo i romani rendevano omaggio, con un singolare rito annuale, al dio Lupercus.
Gli esseri che adoravano questo Dio erano messi in un'urna e opportunamente mescolati. Poi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimit? affinch? il rito fosse concluso. L'anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie. Determinati a mettere una fine a questa vecchia pratica, i padri precursori della Chiesa hanno cercato un santo ?degli innamorati? per sostituire il deleterio Lupercus. In questo modo trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo nato a Terni, che era stato martirizzato sulla Via Flaminia, decapitato oltre duecento anni prima.
A Lentini una citt? situata tra Catania e Siracusa, molto antica che ha dato i natali al filosofo Gorgia e al Notaro Jacopo, primo poeta della Scuola Siciliana di Federico II e inventore del sonetto. A Lentini ? assolutamente da vedere i luoghi dove sono affisse, decine di poesie di autori vari scritte su grandi pannelli di ceramica e collocate sui muri.
Dal 10 al 14 febbraio in piazza Taormina, su delle apposite bacheche,chiunque pu? esporre POESIE D?AMORE, raccontini, pensieri, messaggi, foto, lettere, ecc?
Ogni sera dalle 18 alle 20 le poesie sono lette dagli autori o da declamatori provetti.
Dopo la lettura si va tutti in corteo dietro ad un gruppo di cantatori e musicanti a portare SERENATE su prenotazione. La bella fatta oggetto di tante attenzioni li ripagher? offrendo vino, ceci abbrustoliti e torrone fatto in casa.
Tutte le poesie e gli scritti esposti in piazza sono raccolti e pubblicati. Il libro, di norma, ? presentato alla vigilia del San Valentino dell?anno successivo. Il giorno 9 febbraio u.s., infatti, presso l?Auditorium Comunale di via Focea, ? stato presentato e donato al pubblico il libro delle poesie in piazza del 2004, in una tiratura di mille copie.
Il San Valentino in poesia quest'anno ? alla quarta edizione. Delle tre precedenti sono stati ricavati altrettanti libri: ?Rose rosse, rose blu?, ?Le poesie in piazza? e ?Hai destato la luna?. Ogni anno il Comune ne acquista mille copie per darle gratuitamente a chiunque ne faccia richiesta.



Reno Bromuro

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 14/02/2005, 20:20
da carlo
Gentilissimi Signore e Signori:

Gloria M. Ghioni - Daniela Adamo: Irina V. Sorokina Margherita Rimi
Antonella (mpulchi) Daniela Durante; inoltre: Franco Santamaria, Marcella Boccia, Renato Volti, Enrico Besso (Eby), Marco Gavotti, Sandra Cervone, Marco Saya, Michaele Santhers, ecc... (tutti coloro che intendono far parte della nostra famiglia)


CHE COSA ? L?A.I.A. ?POESIA DELLA VITA?


A.I.A. "Poesia della Vita", di fatto nasce il 19 marzo 1975 con l?incontro di venti artisti provenienti da tutta Italia. In realt? erano i responsabili di Circoli Culturali rappresentanti 18 regioni,convocati dal sottoscritto dopo una lunga corrispondenza, iniziata tre anni prima.L?idea di chiamare la nostra Associazione ?Poesia della Vita? ? di Marcello Eydalin in riferimento alla mia raccolta di versi ?Occhi che non capivano?, scritti dal primo giorno di scuola alla fine della guerra.


Il 25 aprile del 1976 fissiamo la data dello svolgimento del Primo Convegno Nazionale degli Artisti della Poesia della Vita, che si tiene dal 1 al 3 giugno e al quale intervengono,e sono soci fondatori: Giorgio Carpaneto, Paolo Diffidenti, Arden Borghi Santucci, Francesco Brunetti, Gioacchino Chiparo, Paola Coppola Gamondi, Eduardo Di Bella, Marcello Eydalin, Ottavio Predieri, Selim Tietto e Franco Tasca, che decidono di:


a) Fondare un periodico dal titolo ?Il Baricentro?.


b) Iniziare subito l?incontro col poeta nelle scuole e nelle fabbriche.


c) Istituire un Premio Artistico Letterario chiamato ?Talentiade Poesia della Vita ? Olimpiade di Talenti?, precipuamente riservato ai giovani o comunque nuovi autori, difendendo gli stessi dall?imperante ?Racket dell?Arte?.


(?) non vogliamo creare comunit? di vita e di lavoro, ma poesia come rivoluzione, magma, comunicazione permanente e totale. (?)


Collaborate, amici, fateci sentire la vostra presenza, mandateci i risultati delle vostre fatiche e non serbateci rancore se qualche volta non le pubblicheremo.


Amiamo talmente la poesia da non permettere esibizioni troppo maldestre. Del resto, se un pastorello corre bene, non crediamo pretenda di botto la partecipazione alle Olimpiadi e si piegher? ragionevolmente a migliorare il suo stile ed a renderlo pi? efficace. (Marcello Eydalin ? Dal discorso al 1? Convegno)


?LA FIGURA DEL POETA NELL'ATTUALE SOCIET??, relazione arguta e spiritosa di una realt? sconcertante.


Per debellare il racket, divulgare la poesia e permettere l'affermazione di giovani bravi e valenti occorre:


1. Unirsi sotto forma cooperativistica o sotto forma di societ?;


2. Interessare i ragazzi, i giovani, gli operai attraverso ?l'Incontro col Poeta?


3.Istituire un Premio per la saggistica sui quotidiani, per sollecitare la stampa ufficiale a parlare di chi veramente vale;


4.Distribuire da noi, cio? distribuire i libri attraverso incontri e scambi con altri Circoli Culturali Italiani e anche di altri Paesi.


Hanno collaborato attivamente alle discussioni: Giovanni Brambilla direttore della rivista ?NUOVI ORIENTAMENTI?, Carmelo Matarazzo, membro del C.I.A.S.; il pittore Vaglidoro e altri.


(?) vedo dinanzi agli occhi le sale dei vari circoli culturali di Roma, di Napoli, di Trieste, di Bologna... (tra quelli che conosco) mai affollate perch? la cultura italiana ? settoriale e setteriale. Gli iscritti del Circolo X non frequentano il Cenacolo Y e quelli del Centro Z non assistono ai recitals del Circolo X e mi viene spontanea una domanda: perch? disperdere la forza basilare di una societ?, come la nostra, sezionandola in settori, quando potrebbero essere scambiati gli indirizzi permettendo al cultore artistico di essere libero di scegliere l'argomento letterario che preferisce; perch? la stampa ufficiale (certa stampa) ignora queste manifestazioni, se non sono garantite da un?etichetta politica?


Perch? tutti i presidenti di Circoli o Cenacoli non si mettono in contatto, (noi de "II Baricentro" siamo a loro disposizione per un contatto diretto), tra di loro per una possibilissima unione che sarebbe, a mio parere, salutare per la cultura italiana e, perch? no, anche internazionale, unendosi in Confederazione, senza per questo rinunciare alla propria autonomia? Ne guadagnerebbe l'Arte, perch?, in questo modo, sparirebbero i particolarismi e le sette, le possibilit? finanziarie permetterebbero di far amare la poesia anche agli increduli e l'Arte ne uscirebbe avvantaggiata: l'Arte con una grande ??A?.


La lettera del Municipio VIII di Roma delle Torri


?la Commissione Cultura del Municipio Roma delle Torri, intende invitare tutte le donne e gli uomini della vostra associazione alla seduta che si terr? Venerd? 18 Febbraio alle ore 17:00 presso la sala cinema del Municipio VIII in Via Fernando Conti s.n.c., per iniziare la creazione di un soggetto collettivo che viene definito istituzionalmente Consulta della Cultura?


In attesa spasmodica dei vostri interventi, vi stringo in un abbraccio circolare con tutto l'amore che posso, Reno


Vi chiesi aiuto per sentirmi un po? pi? forte di fronte alle altre 49 Associazioni invitate insieme a noi, ma ho ricevuto solo l?appoggio di quattro amici, compreso Daniela Durante di cui non posseggo in questo momento la testimonianza, ma vi trascrivo quanto ha scritto Franco Santamaria:


?Carissimo amico mio, hai toccato?nervi scoperti della realt? culturale italiana. Aggiungere qualcosa a quanto ? stato detto al 1? Convegno dell'A.I.A., a quanto vai "gridando" da sempre, a quanto ci siamo detti nei nostri incontri, potrebbe sembrare superfluo. Ma non ? cos?: ognuno deve sentirsi in dovere di intervenire apportando il proprio contributo, anche se di poche idee o se solo come dichiarazione di consenso o di rifiuto del contenuto della tua lettera aperta.


Chi fa cultura, o meglio chi tenta di fare cultura, non sfugge alle grandi difficolt? che sorgono di fronte a certe consuetudini consolidate nella nostra societ?. La cultura, non solo quella letteraria, ma quella che?permette di avere una visione complessivamente corretta della realt? e che spinge a "lavorare" per il conseguimento del benessere collettivo e non semplicemente personale, tale cultura ? troppo esigente nel richiedere impegno e sacrificio. Invece, che impegno e sacrificio chiede quella "cultura" (direi "sub-cultura") che proviene dalla visione insistente di telenovelas, di reality-show, di passerelle di amori e dis-amori, di tanti spettacoli d'evasione? La gente, soprattutto quella che vive alla giornata (che, in effetti, costituisce la stragrande maggioranza), preferisce seguire questo tipo di "cultura", leggera, pettegola, scurrile, che la distrae dai suoi problemi rendendola per?, pi? facilmente manovrabile da chi gestisce il potere politico-economico.


La lettura ? quasi ignorata: tolta la lettura di qualche giornale, delle riviste?al femminile, di qualche libro mediocre che "grossi" editori pubblicano e pubblicisti asserviti sponsorizzano, di tutto il resto si pu? fare un immenso fal?,?tanto la gente non lo legge, essendo diseducata alla lettura.


Si illude non poco chi, ingannato dalla facilit? con la quale pubblica in Internet, crede di poter affidare il proprio successo anche alla carta stampata?e quindi?ad editori che, lungi dal fare gli interessi degli autori, mirano solo a fare i propri.


Questa speculazione non ?, certamente, venuta fuori oggi, ma Internet ha contribuito a renderla selvaggia, dolorosa quanto non mai per gli autori, sia moralmente che economicamente, perch??essi n? diventano famosi n? recuperano i soldi versati ai tantissimi famelici pseudoeditori, spuntati come funghi in quest'era internetiana.


Crisi di lettura, crisi di vendita di prodotti culturali, crisi di approccio ai luoghi dove si tenta di fare cultura (che, guarda caso, non vengono frequentati nemmeno da quegli stessi, un'infinit?, che vorrebbero vedersi riconosciuta la propria "valentia" di scrittore!).


Spesso mi chiedo se sia veramente utile il mio sacrificio, di tempo e di denaro, diffondendo in tutta Italia notizie di incontri, manifestazioni, convegni, mostre, ecc. ecc. Migliaia di "interessati" ricevono il mio bollettino "News2005/x", ma quanti di essi partecipano agli eventi di cui hanno avuto notizia?


A tutto ci? si deve aggiungere la mancanza di un reale e disinteressato collegamento, al fine di uno scambio reciproco di esperienze, delle associazioni culturali. Ognuna viaggia per conto suo, credendo di portare avanti (?) progetti migliori di quelli elaborati dalle altre. Ma, di fatto, producendo tanta dispersione di energie e autoaffogandosi.


Intendiamoci: non sono contrario all'esistenza di associazioni culturali, anche di pi? associazioni sullo stesso territorio. Ci? che non va ? il loro chiudersi spesso a riccio escludendo un interscambio culturale che invece potrebbe risultare di crescita reciproca.


L'intento del Municipio Roma delle Torri di creare una Consulta della Cultura ? da accogliere con la dovuta cautela (l'iniziativa potrebbe nascondere qualche secondo fine), ma anche con favore, perch?, se non c'? prevaricazione, le associazioni potrebbero lavorare a progetti comuni di ampia portata e usufruire equamente dei sovvenzionamenti previsti. Auguriamocelo!!


Un abbraccio affettuoso Franco


I due interventi che seguono sono di giovani colonne della poesia contemporanea Mario Robusti che, commentando le sue?opere, ho definito insieme a Marco Besso, fondatori di una nuova corrente poetica che ho chiamato, tenendo presente il neorealismo fondato da Cesare Pavese nel 1936: ?Poeti del nuovo neorealismo? di cui ritengo caposcuola:Enrico Besso, Franco Santamaria, Renato Milleri e Marcella Boccia.


Scrive Mauro Bossi:


?Carissimo Reno, l?iniziativa ? indubbiamente generosa, tuttavia devo confessarti la mia perplessit? nei confronti dell?associazionismo poetico, se cos? si pu? definire. Questo perch? ho verificato come spesso circoli ed associazioni, indipendentemente dalle intenzioni dei promotori, vengano interpretati da molte persone come un mero territorio di affermazione personale; fatta questa constatazione, ? facilmente comprensibile la difficolt? a realizzare scambi fra realt? diverse: ? pi? facile fare il capo pollaio in una citt? di provincia che mettersi in gioco per promuovere seriamente la cultura. Un?altra constatazione: in Italia abbiamo pi? poeti che lettori di poesia; non ? un?iperbole: basta confrontare la quantit? delle pubblicazioni con i dati di vendita per rendersi conto di come molti poeti benefattori della ?vanity press? non abbiano mai comprato un libro di poesia. Mi permetto quindi di suggerirti questa iniziativa: incontri nelle scuole, non con poeti, ma con lettori di poesia; questo ovviamente non esclude chi scrive, ma lo vincola a testimoniare solo la sua esperienza di lettura e non di scrittura. Per quanto mi riguarda, la lettura ? stata un?esperienza formativa fondamentale, senza la quale non sarei la stessa persona che sono oggi, e mi piacerebbe stimolare chi ? pi? giovane a ripetere questa esperienza, che ? in grado di dare grande ricchezza alla nostra vita.


Con affetto ti saluto, Mauro Bossi?


Mario Robusti sottolinea:


?Carissimo Reno, ti invio una mia opinione su quello che si potrebbe fare oggi per migliorare le condizioni disastrate dell?arte.


Quanto valgono le parole? Le pennellate sistematiche di un artista, quanto valgono? Quanto possono valere i colpi di martello che uno scultore da alla sua pietra, dentro cui si nasconde l?opera? Quanto vale un endecasillabo sul mercato, oggi?
Forse nessuno lo sa pi? con certezza. In Italia pi? che nel resto d?Europa ci si trova di fronte ad un valore dell?arte bassissimo, ormai quasi vicino allo zero. Solo chi pu?, solo chi ha, ?perde? tempo con l?arte. In rari casi, quelli di chi riesce a vendersi, si pu? vivere con l?arte. Ma vendersi ? tanto brutto quanto difficile. In pi? si perde di vista l?innocenza e il fine nascosto del creare: farlo per la sola bellezza di farlo.
Ormai si tratta di un circolo vizioso dentro cui non si pu? entrare, se ?non decidendo di divedere se stessi in due: artista e imprenditore. Invece l?artista dovrebbe interpretare se stesso, senza doversi preoccupare della vendibilit? della sua opera, dei rapporti con il gallerista, l?editore, il politico, l?organizzazione sociale. L?artista dovrebbe poter vivere se stesso e il suo dono nella pi? completa libert?. Questo non vuol dire che l?artista debba uscire dal mondo, ma che non debba lottare con esso per farsi conoscere.


E? impossibile? No. Bisogna creare una realt? nuova, fatta da gente che come obiettivo ha la divulgazione dell?arte. Societ? di promozione, club, circoli, associazioni. Purtroppo il marketing, oggi, ha il sopravvento sul contenuto. Questa tendenza ? invertibile, ma solo con l?aiuto di chi nell?arte ci crede davvero e non la vuole sfruttare per guadagnare. Oggi il mondo editoriale ci mette a disposizione strumenti impensabili per far conoscere un artista. Non mi riferisco solo alle possibilit? della rete, ma anche al cartaceo che tanta soddisfazione d? fra i polpastrelli delle dita.


Mancano tre cose fondamentali per? in Italia: la voglia di contagiare gli altri con le proprie idee, che nei paesi dell?Europa ? molto pi? forte. Uno strato ampio di popolazione che voglia consumare arte nuova. E in ultimo una vicinanza con le realt? amministrative che possono essere il giusto tramite fra l?artista e il mondo esterno. Certo, un?amministrazione non pu? fare una selezione artistica (questa deve essere fatta da altri) ma pu? permettere a pi? gente di arrivare vicino alla superficie.Poi sar? la forza delle idee a far emergere i migliori.Ciao Mario Robusti?
Attendo altre adesioni per mercoled? alle 17, fatemi sentire la vostra voce sar? il portatore e difensore delle vostre idee e assertore della vostra volont

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 15/02/2005, 12:14
da carlo
Oggi parliamo del Capricorno, ma non avendo una lirica scritta per questo segno la sostituisco con un?altra altrettanto significativa. E? marted? 15 febbraio 2005, qualcuno ha fatto le ore piccole per? festeggiare l?amore, qualche altro ? ancora a combattere, rantolante, con la tosse che gli ha regalato l?influenza, qualche altro se ne va gi? passeggiando con la testa per aria, annusandola come ?un cane da tartufi? sperando di sentirsi sollevato ma? ahim? lo smog penetra nei polmoni e tossisce,senza capire s?? influenza oppure ? l?aria inquinata che uccide lentamente.

Buona lettura con uno sguardo e il pensiero rivolto a questa costellazione.


AL MORTO SOLE DI CEFEO


Il Capricorno ? un animale mitologico dall'aspetto bizzarro: la parte anteriore (testa e zampe) ? quella di una capra, mentre la parte posteriore ? una coda di pesce. I Babilonesi lo chiamano il pesce-capra e i Greci, dopo aver ereditato da loro questa costellazione, lo identificano con il dio Pan, personaggio dall'aspetto di un satiro e inventore del flauto di canne, chiamato appunto flauto di Pan.


Secondo la tradizione mitologica Pan si trasforma in questo animale per rifugiarsi in un fiume quando il mostro Tefeo attacca gli dei.


Questa costellazione possiede stelle notevoli che, gi? al binocolo, si mostrano in una grande bellezza. Algiedi, una stella molto particolare: ad occhio nudo se ne vede una sola, ma basta osservarla con un binocolo per separare due stelle molto vicine, una gialla e una arancione; le due componenti sono poi a loro volta stelle doppie per separare le quali ? necessario un telescopio. Dabih, una stella giallo oro con una compagna azzurra visibile anche con un binocolo. Guardando i due carri si pu? notare la costellazione del Drago, che parte esattamente tra loro con la coda, compie una prima ansa girando attorno al Piccolo Carro, poi una seconda come a descrivere un 2, per terminare in un piccolo quadrilatero che rappresenta la testa del Drago. Per vedere bene il Capricorno approfittate di qualunque spostamento fuori citt? nei periodi di visibilit? e fate attenzione ad avere l'orizzonte sud libero da ostacoli poich? questa costellazione rimane sempre abbastanza bassa.


Le regioni occupate da Cigno e Aquila sono le parti pi? evidenti della Via Lattea visibili dalle nostre latitudini: se potete disporre di un cielo particolarmente buio ve ne accorgerete gi? ad occhio nudo, ? semplicissimo e molto spettacolare vedere la miriade di stelle che forma la nostra galassia.


Cefeo ? il mitico re di Tegea (Arcadia) o d'un popolo leggendario localizzato in Etiopia; nel primo caso ? collegato alle imprese di Ercole, che Cefeo aiut? con i suoi trenta figli in una spedizione bellica, in cui mor?; nel secondo caso ? collegato a Perseo, perch? padre di Andromeda, la donna liberata e poi sposata.


Andromeda ? figlia di Cefeo e di Cassiopea, la quale per espiare una colpa della madre, ? abbandonata a un mostro sulla riva del mare, incatenata con catene di ad uno scoglio, ma Perseo la libera e ne fa la sua sposa. La mitica vicenda ? ripresa da Euripide, che ad Andromeda intitola una delle sue migliori tragedie, andata quasi completamente perduta.


Andromeda ? raffigurata legata a tre pali o a una roccia, ed ? presente in hidr?e greche arcaiche, vasi frigi e italioti del Quarto secolo avanti Cristo e urne etrusche.


Nella serie di pitture pompeiane che illustrano i vari episodi del mito di Andromeda e Perseo, del Sessantacinque o del Settanta dopo Cristo, si possono ammirare al Museo Archeologico di Napoli ed ? probabilmente ripresa l'iconografia che deriva dalla pittura greca del Quarto secolo avanti Cristo.


Bella, dal tono idilliaco ? la raffigurazione di Andromeda e Perseo seminudi, al centro di paesaggi ?romantici?, che si trova in una serie di undici pitture pompeiane. Il tema ? frequente anche nei sarcofagi romani di et? imperiale.


Sua madre Cassiopea, invece, ? trasformata nella costellazione omonima. Nella tradizione greca ? la regina connessa con il mondo meridionale, Arabia, Etiopia, Egitto:figlia del siriano Agenore, perch? madre di Andromeda, ? collegata anche col mito di Perseo. Dice la leggenda mitologica, che le quarantotto stelle che vediamo cadere nella notte di San Lorenzo, vale a dire il 10 agosto di ogni anno, sono il riconoscimento che Andromeda rinnova al suo eroe per averla salvato dal mostro marino.


Afferma Flammarion che Cefeo ? il sole che brillava nella nostra galassia prima di questo astro: il nostro Sole. Ora ? un?estesa costellazione circumpolare, dalla forma irregolare, possiede numerose variabili, tra le quali il prototipo di una classe di stelle pulsanti, dette appunto cefeidi, caratterizzate da regolarit? e da un breve periodo, ? una costellazione che si ? rivela di grande importanza avendo reso possibile conoscere le dimensioni della Via Lattea, nonch? la distanza delle galassie esterne. La stella pi? brillante di Cefeo ? Alfa Alderamin che compie una regolarissima fluttuazione in un periodo di circa cinque giorni. Dista dalla Terra novecentocinquanta anni luce ed ? doppia: la sua compagna, separata di quarantuno gradi, costituisce un sistema triplo. Una variabile irregolare, oscillante ha colore rosso cupo ed ? definita da Herschel, Stella Granata. Altra variabile ? che si ? anche rivelata una binaria spettroscopica con periodo di oltre settemila giorni ha masse pari a ventiquattro volte quelle del Sole.


?


AL MORTO SOLE DI CEFEO


?


Anche tu, morto Sole di Cefeo,


un giorno rifulgesti di splendore.


Ora ti conosce solo il dotto:


altri non sa.


Anch?io un giorno risplendetti


agli occhi di una donna.


Ora chi conosce il mio penare?


E? simile il mio cuore


al morto Sole di Cefeo.

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 16/02/2005, 14:02
da carlo
Buongiorno a tutti! Che bella giornata oggi, 16 febbraio 2005, mi sono alzato prestissimo dopo una giornata, ieri, che mi ha visto digiuno con ricadute glicemiche, lei cadeva ed io prendevo acqua e zucchero, ed ? accaduto quattro o cinque volte; ?stamattina forse, per mettere qualcosa sotto i denti dovr? aspettare mezzogiorno (se i medici saranno puntuali) altrimenti non so proprio come far?. Ieri ho sentito che nei Pronto Soccorso italiani c?? un?attesa anche di otto ore e qualcuno attende, in alcune citt? del Sud, anche dieci; ma io ho fiducia nel Giovinetto dell?Acquario, sono certo che mi dar? dell?acqua o del nettare per non farmi sentire i morsi della fame. In ogni modo state tranquilli mi porto dietro una ventina di caramelle.

IL GIOVINETTO DELL?ACQUARIO

L'Acquario rappresenta un giovane che versa del liquido da un'anfora, che secondo alcuni ? appunto acqua, secondo altri, come Ovidio, ? ambrosia, una bevanda comunemente consumata dagli dei. Sull'identit? del giovane ci sono diverse possibilit? e ognuna fa riferimento ad una diversa cultura mitologica.

Secondo gli egiziani rappresenta il dio del Nilo che con le piene rende i campi pi? fertili; per i greci ?, invece, Ganimede, ritenuto il ragazzo pi? bello della Terra che, dopo essere stato rapito da Zeus, diviene l'incaricato per versare le bevande nei calici ai banchetti degli dei.

Altre versioni lo identificano con Deucalione,uno dei pochi uomini ad essersi salvati dal diluvio universale.

L'Aquario ? la costellazione che tra circa cinquecento anni conterr? l'Equinozio di Primavera, un punto molto importante in astronomia perch? su di lui si basa il sistema delle coordinate celesti; quindi ? l'equivalente spaziale di Greenwich, il punto, sulla Terra, dal quale incominciamo a contare la longitudine.

L'Equinozio di Primavera ? chiamato anche Punto d'Ariete, perch? una volta si trovava appunto nell'Ariete; ora si ? spostato nei Pesci, a causa di un movimento dell'asse terrestre chiamato Precessione.

Probabilmente l?Acquario ? la costellazione zodiacale pi? difficile da riconoscere, sia perch? non rappresenta realisticamente un ragazzo con un'anfora, per capirlo ? necessaria parecchia fantasia, sia perch?, rispetto alle altre rimane sempre abbastanza basso, rendendo difficoltoso il riconoscimento delle stelle pi? deboli.

Gli astri pi? facili da scorgere sono quelli che raggiungono le altezze maggiori come Sadalmelik e Sadachbia.

Guardando la W di Cassiopea considerare le stelle che formano il lato pi? a destra e prolungarlo verso il basso; la linea del prolungamento passa sopra una stella discretamente luminosa,la prima di una fila di tre della costellazione di Andromeda

La terza stella verso destra delle tre di Andromeda ? anche il vertice del caratteristico quadrato di Pegaso, parte principale della costellazione del celebre cavallo alato. Proprio sotto la testa di Pegaso c'? il gruppo di stelle dell'Acquario pi? evidente, dal quale si pu? cominciare ad individuare il resto della costellazione. Per vedere chiaramente tutte le stelle della costellazione ? preferibile aiutarsi con un binocolo, abbastanza potente.

E' molto bello, in Acquario, un gruppetto di stelle, cerchiato in verde nella figura in alto, posto sopra un lato dell'anfora, che mostra un particolare accostamento tra stelle di vari colori. La costellazione di Andromeda contiene l'oggetto pi? distante visibile ad occhio nudo, chiamata M 31 o la Grande Galassia di Andromeda, che si trova poco sopra la stella centrale delle tre viste in precedenza e la nota, con il cielo in buone condizioni, come una stellina sfuocata,come una macchia nebbiosa di forma ovale, pi? evidente se la si osserva in prossimit? dello Zenith.



IL GIOVINETTO DELL?ACQUARIO



E tu, che dispensi il canto

Pervaso di dolcezza,

nel segno dell?Acquario passi

con l?anfora stellata.

Disseta l?arsura degli uomini

Che mai si smorza,

fa che possano attingere

alla tua limpida fonte

la luce dell?eternit

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 17/02/2005, 15:12
da carlo
Ciao, carissimi, buonagiornata con la serenit? che desiderate e con l?augurio che possiate realizzare quanto ? nella vostra mente.

FOMELHAUT (O FAMALHAUT)



Fomelhaut ? la stella di prima grandezza e la principale della Costellazione Pesci, rappresentata nel cielo come due pesci che nuotano in direzioni opposte, con le code legate con una corda. Ha luminosit? V, 2 volte pi? grande e quindici volte pi? luminosa del Sole, dal quale dista ventitr? anni luce, e se n?allontana ad una velocit? di circa sei chilometri il secondo. La Costellazione ? assai bassa sugli orizzonti mediterranei a causa della sua declinazione celeste, l'astro ? anche definito ?il solitario? per la brillantezza; ? annoverato, in astrologia, fra le quattro ?stelle regali?.

Questa meravigliosa stella della Costellazione, di solito chiamata anche ?fo-ma-basso?, scivola lentamente in grandiosit? solitaria sopra l'orizzonte meridionale durante i mesi di ottobre e novembre.

Afferma Robson: ?L'influenza generale della stella: Secondo Ptolemy, ? della natura di Venere e Mercurio. Sembra che sia una stella molto fortunata e potente, e riesce a provocare malevolenza di scopo sublime e carattere, che cambia da materiale a una forma spirituale di espressione?.

Cardan, invece: ?che insieme a questa stella ce ne sono altre, che sorgono con dodici della Bilancia cui assegna un nome immortale?.

Ebertin spiega che: ?Ha il carattere di Mercurio-Venere con una miscela dell'influenza di Nettuno. Secondo la tradizione, questa stella ? di effetto piuttosto variabile, o molto buono o molto cattivo, dipendendo dalla struttura cosmica e complessiva. Lo stesso, si presume che l'influenza utile ? la pi? grande e si afferma che incentivi capacit? mentali e successo di promessa come uno scrittore o scienziato, nella congiunzione con Mercurio. Sull'Ascendente e nel buon aspetto, della tradizione nella congiunzione con Venere,avr? vantaggi in ricerche artistiche?

Pesci ? il dodicesimo e ultimo tra i segni zodiacali. Si trova proprio nel punto in cui il percorso del Sole attraversa l?equatore in primavera. Questo punto ? chiamato equinozio di primavera perch? in quella data la notte e il giorno hanno la stessa durata. E? il caso di ricordare che, quando ? stato determinato da Ipparco, nel 150 avanti Cristo circa, questo punto, che ? detto anche Punto Vernale o Punto d?Ariete, ? il punto 0 della coordinata Ascensione Retta, che si trova nella costellazione dell?Ariete. Lo spostamento che si ? prodotto in oltre duemila anni ? dovuto al fenomeno della Precessione degli Equinozi, anch?esso scoperto da Ipparco.

Nei racconti della mitologia classica, per?, non vi ? traccia di pesci con la coda legata come quelli presenti in cielo. Si pensa che questa raffigurazione sia quella che i Greci hanno ereditato dai Babilonesi: due pesci legati da una corda, il cui significato purtroppo ? andato perso.

Secondo le varie versioni pervenute fino a noi, i Pesci rappresentano quelli che salvano Afrodite e il figlio Eros quando gli dei sono attaccati da Tefeo; oppure Afrodite ed Eros stessi che, per salvarsi da Tefeo, si tramutano in Pesci.

Quella dei Pesci ? la Costellazione, come ho gi? accennato, che contiene l'equinozio di Primavera, un punto molto importante in astronomia perch? su di lui si basa il sistema delle coordinate celesti; quindi (gi? ve ne ho parlato anche ieri illustrando la Costellazione del Capricorno, con il Morto sole di Cefeo) ? l'equivalente spaziale di Greenwich, dal quale incominciamo a contare la longitudine.

La stella principale, Fomelhaut, ? una stella doppia molto stretta che si risolve con un forte ingrandimento. E' molto bello, nei Pesci, un gruppetto di stelle, cerchiato in verde, posto sotto al pesce orientale, una di queste ? anch?essa una doppia con parti bianco-azzurre.

Questa costellazione autunnale, ? gi? conosciuta dagli Egizi che vi scorgono il pesce dal quale Iside ? stata salvata dall'annegamento. La sua stella pi? brillante Fomelhaut ? chiamata anche ?bocca del pesce?, astro gigante, come ho detto sopra, di colore bianco distante dal Sole ventitr? anni luce.

FOMELHAUT


Hai il letto nelle spumose onde

e vivi in cielo nel regno dell?amore.

Fomelhaut, il tuo volto

muta come l?iride,

se ti circondi d?un velo

sull?orizzonte d?estate.

E penso che forse

la letizia che mi fugge

vive sulla tua bocca celeste.

*******************************

Prefazione di Enzo V. Marmorale
Il giovanissimo autore di questi componimenti giunge al travaglio dell?espressione artistica solo per interiore coercizione: n? ozi, in effetti, n? facilit? di esistenza n? tranquillit? di ambiente sono nella sua vita o vi sono in quantit? tale da consentire a lui quegli abbandoni spirituali e verbali che caratterizzano l?arte cosiddetta ?fiore di serra?. Mancano, perci?, in queste pagine sintesi quintessenziali e lagrime di alambicchi: come quelle di un famoso poeta antico, essa sanno d?uomo, hominem sapiunt.

Al lettore distratto lo rivelano i titoli; agli altri lo rivelano i singoli componimenti, i quali si tengono aderenti alla vita di tutti i giorni e la riecheggiano con una semplicit? che talvolta pu? parere ingenuit?, tal?altra candore, ma che ? sempre aderenza di sentimento.

Di che natura sia questo sentimento, non ? difficile vedere: l?autore non vuole nascondere, e forse non saprebbe, il mondo nel quale si aggira la sua ispirazione e che cosa di questo mondo lo colpisca. Sono palpiti, gioie, dolori sentiti in maniera scevra di complicazioni, forse anche non sempre approfonditi, ma sinceri e sinceramente espressi.

Questo d? al volumetto sapore di freschezza; e questo render? certo gradito il lirismo della maggior parte di questi componimenti, che, nei limiti gi? posti, vogliono rivelare un?anima. Sarebbe bello che qualcuno, nel disordinato e convulso fragore del tempo nostro, porgesse ascolto a questa voce tenue: essa (sarebbe, a me pare, da attenderselo) potrebbe forse domani irrobustirsi, per la nostra gioia e per l?elevamento spirituale di questa nostra inesausta umanit? perennemente protesa all?avvenire.

Napoli 13 aprile 1955 Enzo V. Marmorale



Tre Poeti all?Esame
Da ?Il Giornale? di Napoli? 12/11/1955

Di altra tempra ? la poesia del giovanissimo Reno Bromuro, che ? alla sua prima avventura poetica ?Note e Motivi? (primo volume della nuova collezione napoletana intitolata ?I Poeti dell?Acanto?) sono delicate notazioni di sentimenti semplici, ma fermamente e limpidamente espressi, che traggono la loro origine dalla vita quotidiana e dalle risonanze che l?autore avverte nel suo intimo al contatto della realt? che lo circonda.

Sono note che per lo pi? sembrano tenui e fugaci, ma risuonano a lungo nell?animo dell?attento lettore che sappia trascegliere e coglierne i motivi pi? profondi. Si veda ad esempio la nuda ed essenziale efficacia di questo finale: ?ma con le tue vene promesse il sole fu vana speranza - E torni pure aprile: - io non me ne avvedr?: - non ci sar? pi? sole?: oppure si rilegga il ?Canto di sera?, dove il poeta ?cantando si sente felice, - perch? il suo pianto nel canto - si fa gioia sommessa?.

Altrove l?anelito del poeta si fa contemplazione dell?umano destino e il suo canto si eleva ad alta consapevolezza lirica nella poesia ?Assenso? che ci sembra senza dubbio la migliore della raccolta.

Qualche nota di preziosismo compare negli ultimi componimenti della raccolta che l?autore intitola ?Canti del viandante notturno?.

Luigi Pepe

Nuova generazione di Poeti
?Roma? di Napoli 8/8/1955

Altri poeti, estranei alle influenze esercitate dalla poesia ermetica ci vengono presentati da Enzo V. Marmorale e da Luigi Pepe, accolti nella piccola collana ?I Poeti dell?Acanto? edita da C. Armanni (Napoli).

Reno Bromuro intitola ?Note e Motivi? i suoi versi, in cui vibrano sentimenti lievi e musicali, sinceramente e sobriamente espressi, come afferma Marmorale, che attribuisce al volumetto un ?sapore di freschezza?.

I brevi canti di Bromuro sono intrisi di pacata dolcezza, si snodano liberi e cristallini. Ecco il ?Canto dell?Usignuolo?: ?Venivi all?approdo con Sirio/ e il nostro canto d?amore/ traboccava nel cielo./ Ora in quel nido/ son solo, / come l?Usignuolo del bosco,/ ma senza il suo canto,/ che sa sempre/ ridonargli l?amore!?

Il motivo predominante ? l?amore, che il giovane poeta avverte con tremore lirico: ?Hai giocato col mio cuore, / che per te ha riso e ha pianto. / Ora non posso pi?:/ addio amore mio!?

Le cose sono dette semplicemente ed efficacemente, senza complicazioni intellettualistiche. Anche l?accento mistico ? risolto in pura nomenclatura immaginativa: perch? sentita ? la presenza di Dio, che sovrasta gli uomini e le cose. ?Squarciate le mura/ di questa camera tetra,/ spalancate nuovissime finestre/ su cieli d?abisso. / Qui non c?? luce mio Dio,/ qui non c?? speranza di luce. / Fate ch?io mi senta/ diventato diafano, / datemi, Signore, / l?immenso respiro del Tutto.?

Francesco Bruno

Poich? l?incontro con la presentazione della raccolta di poesie ?Note e Motivi? C. Armanni Editore ? Napoli 1955 ? Prefazione di Enzo V. Mormorale ? l?ultimo di questa serie ? giusto che sappiate di qualche recensione e della bibliografia, che ho consultato sull?astronomia e sull?astrologia, che enuncio in calce, per correttezza nei vostri e nei confronti degli autori che mi hanno aiutato a raccontarvi come sono nate le dodici poesie che chiudono la raccolta, titolate ?Canti del viandante notturno? in omaggio al grande di Recanati.

Ci ritroveremo il pi? presto possibile, e mi sentir? anche pi? in forze, con il commento di vita vissuta alla terza raccolta (in ordine di pubblicazione) ma la prima in ordine di tempo: ?Occhi che non capivano?, liriche scritte dal primo giorno di scuola al ritorno di mio padre e di mio zio, dalla guerra.

Intanto vi stringo in un abbraccio circolare con tutto l?amore che posso, Reno.

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Bibliografia
Le Stelle Fisse e Costellazioni in Astrologia, Vivian E. Robson 1923, Pubblicazioni di Ascella, Regno Unito, ISBN: 1 898503 50 8.
Starnames, il Loro Sapere e Volendo dire, Richard Hinchley Allen, 1889 Dover Pubblicazioni 1963. ISBN 0-486-21079-0.
Le Stelle Fisse e le Loro Interpretazioni, Ebertin-Hoffman Originally pubblicate nel 1928. Traduzione di Banche di Irmgard.

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 19/02/2005, 15:47
da carlo
settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro

Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (no profit)

FATTI
20 febbraio 2001: la Cassazione stabilisce che: i cittadini con la salute a rischio possono farsi operare nelle cliniche private, se le liste di attesa negli ospedali e nelle strutture convenzionate sono troppo lunghe, e le ASL li devono rimborsare delle spese sostenute senza pretendere di dare il loro assenso preventivo al ricovero nella struttura privata.

21 febbraio 1995: la lira, colpita da un'ondata di speculazione, dopo una settimana di crolli continui, sfiora quota 1100 sul marco, mentre i dati ISTAT parlano di crescita dell'inflazione al 4,4%. La Banca d'ltalia alza nuovamente il tasso di sconto. La decisione non interromper? la discesa della lira e il 17 marzo il marco arriver? a 1275.

22 febbraio 1996: Antonio Di Pietro ? prosciolto in istruttoria a Brescia dalle prime accuse di concussione e abuso d'ufficio maturate nei suoi confronti nel 1995. Un'altra inchiesta pendente induce il popolare ex giudice a non partecipare alla imminente campagna elettorale.

23 febbraio 2002: In occasione del decennale di Mani Pulite, Flores D'Arcais organizza un incontro al Palavobis di Milano: accorrono in molti da pi? parti d'Italia, per vedere avvicendarsi sul palco intellettuali e politici, ma anche uomini e donne di spettacolo richiamati dall'appello sulla difesa della giustizia. Molti gli applausi, soprattutto a Dario Fo.

24 febbraio 1999: ? crisi nell?Unione Democratica per la Repubblica (UDR): rottura tra l?On. Mastella e l?ex Presidente della Repubblica Cossiga, che s?iscrive al Gruppo misto del Senato.

24 febbraio 1997: si spegne a Modena, Arden Borghi Santucci, Poeta dell? ansia e del desiderio di credere ad ogni costo, che il mondo ? ancora e sempre quello della fanciullezza. Ma il ricordo vive di vita autonoma perch? ? la stessa vita di Arden Borghi Santucci.

25 febbraio 2002: alle 4,30 di mattina, esplode a Roma un ordigno che fa saltare cinque cassonetti situati in una strada che costeggia il Ministero degli interni.

L?ordigno ? definito dagli investigatori ?a elevata potenza distruttiva, perch? confezionato con due kg. di polvere pirica?. Si indaga sul terrorismo italiano.

25 febbraio 2003: muore all'et? di 82 anni nella sua villa di Piazza Numa Pompilio, a Roma, Alberto Sordi. Tra i primi a rendergli omaggio, nella camera ardente allestita in Campidoglio,il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Dopo di lui in tanti sfilano davanti alla salma, amici, colleghi e gente comune, per ricordare l'uomo e l'attore, celeberrimo in Italia e all'estero.

25 febbraio 2004: muore a Roma prematuramente, stroncato da un male incurabile, il Poeta Renato Milleri, Remil, lasciando un vuoto incolmabile nell?animo di coloro che amano la poesia ?giovane?, che attraverso le sue opere pi? espressive ?L?Es e l?Io? e ?La nostra citt? violenta? raggiunge l?apice della poesia che deve essere, come afferma De Sanctis, immediata e sintetica come il popolo, perci? tutte le sue opere vibrano di contemporaneit?. Ha detto di lui Lorenzo De Ninis: ??La nostra citt? violenta? ? una ventata di vita, sospesa tra sogno e realt?, mi ha spinto indietro nel tempo a rivedere la mia esistenza. Mi ha impressionato la freschezza dei suoi versi e, dietro l?apparente semplicit?, la profondit? dei pensieri e dei sentimenti espressi con immagini sinestetiche che ci avvolgono e ci fanno penetrare nel mondo presente ? lontano ? sereno - inquieto dell?uomo Remil (ma non solo lui). Spazio e tempo si fondono nel tentativo di spiegare a se stesso e agli altri l?arcano della realt?, della vita (la nostra citt? violenta), che si regge sulle ali dell?amore, del desiderio, del sogno, della solitudine, del conformismo, dell?ingiustizia. Tutto ? permeato da una tristezza esistenziale che porta il poeta ad accettare l?ineluttabilit? del vivere: ?unico momento vero/ della nostra esistenza:/ la morte.?

"La nostra citt? violenta" ? una rappresentazione reale e metafisica, esteriore ed interiore, e si intreccia con i problemi irrisolti dell?uomo moderno?.

26 febbraio 1998: il ministro delle finanze Vincenzo Visco anticipa al settimanale Il mondo che entro breve tempo le dichiarazioni dei redditi saranno abolite e sostituite da dichiarazioni telematiche inviate dai datori di lavoro e dai centri di assistenza fiscale. Visco conferma che anche l'Eurotassa sar? restituita.

26 febbraio 2004: muore a Roma Giuseppe Selvaggi, che rimane negli scritti delle sue poesie come modello di innovatore e precursore della cultura europea.

?Con la morte di Giuseppe Selvaggi, ha affermato il sindaco di Cassano, scompare l?intellettuale migliore espresso dal dopoguerra ad oggi dalla nostra terra di Calabria e dalla provincia di Cosenza. Il Sindaco Eva Catizone ha inviato un messaggio di cordoglio indirizzato alla famiglia del giornalista, nato a Cassano allo Jonio il 23 agosto 1923 e scomparso quest?oggi a Roma. Selvaggi fine poeta, giornalista colto ed acuto, ebbe un legame forte con la citt? di Cosenza per essere stato, negli anni del "Premio Sila" ideato da Giacomo Mancini, tra i suoi animatori pi? fecondi e tra i pi? assidui componenti delle sempre qualificatissime giurie succedutesi nelle diverse edizioni. Di lui ricorderemo sempre l'impegno profuso nella diffusione della cultura calabrese oltre i confini regionali e l'orgoglio dell'appartenenza che non manc? di sottolineare in ogni circostanza od occasione. Giuseppe Selvaggi rester? un saldo modello di versatilit? e rigore culturale cui anche le nuove generazioni di calabresi potranno guardare ed ispirarsi per dare risposte concrete a quell'ansia di rinascita intellettuale che anima i giovani delle nostre citt?, della nostra provincia e di tutta la regione?.

PARLIAMONE
XXXI PREMIO FONDI LA PASTORA PER LA SCRITTURA DRAMMATICA

Art.1. E' indetta la XXXI edizione del Premio Fondi La Pastora per un'opera teatrale inedita e mai rappresentata, aperta agli autori italiani e agli autori stranieri che scrivono nella nostra lingua. Il concorso ha una dotazione di 6.000,00 Euro che sar? assegnata al testo pi? meritevole.

Art. 2. sono esclusi dal concorso gli atti unici e i monologhi; i testi in dialetto, i testi ispirati ad altre opere teatrali, a film o a opere letterarie, italiane e straniere. Ciascun autore pu? partecipare con un solo testo che non sia stato premiato o segnalato in altri concorsi teatrali. La partecipazione al concorso ? interamente gratuita.

Art 3. i testi chiaramente dattiloscritti, battuti in "times" corpo 14 e con un massimo di 28 righe per pagina, devono essere inviati in dieci copie, entro il 30 aprile 2005 (fa fede il timbro postale), al seguente indirizzo:AFTI- Premio Fondi La Pastora 2005, Via di Porta San Lorenzo, 4 - 00185 Roma, Tutte le copie devono riportare ben visibile le generalit? dell'autore, l'indirizzo, telefono ed eventuale indirizzo di posta elettronica. I dattiloscritti ammessi o respinti non saranno restituiti.

Art.4. Il testo premiato sar? proposto alla direzione artistica del Festival Teatro Italiano per l'allestimento nell'abito della XXXII edizione (2006).

Art.5. La giuria ? unica. I nomi dei suoi componenti saranno resi noti nel corso della cerimonia conclusiva del concorso.

Art. 6. Nel caso in cui, al momento della proclamazione del vincitore, il premiato non sia presente alla cerimonia, la sua assenza sar? considerata come rinuncia al premio in palio. La somma messa a disposizione da istituzioni pubbliche e private sar? consegnata al vincitore non appena le stesse avranno provveduto alla sua erogazione.

Art.7. I concorrenti con l'invio dei testi accettano di fatto le condizioni generali del presente regolamento senza eccezione alcuna,e il giudizio insindacabile della giuria.

LA POESIA DELLA SETTIMANA
IL SENTIERO DI DIO ? di Renato Milleri ? Remil

?Il sentiero di Dio? di Remil ci ripropone l?eterno dubbio dell?uomo e il desiderio sempre pi? potente di incontrare Dio. Dai versi iniziali, il poeta si ? spinto indietro! Indietro! Quest?umanit? - egli medita ? ha vanificato la sua ricerca, senza pensare minimamente che l?uomo, ? un animale fiero e semplice, finch? non subentra il dubbio. E, proprio per questo, il poeta vede intorno a s? quello, che gli altri non vedono: la poesia sa quello che la storia tace. La storia registra i fatti accaduti: la poesia intuisce e scopre le cagioni dei fatti nelle anime delle persone, siano individui, siano moltitudini, integrando, compiendo e interpretando sia la storia, sia il pensiero dell?individuo. Parlando con un Dio che passa come il messaggero e mostra il segnale, indica come fare per ritrovarsi e il luogo del convegno, allontanandosi poi con la celerit? del vento,lasciando dietro sorpresa e interrogativi.

Quale impeto pirico sostituisce la lentezza dell?esposizione, quanto calore infuso nella rappresentazione! Non simbolo, non messaggero; ma un grido, un grido sorto dagli antri profondi dell?anima si leva ed echeggia intorno, - e quel grido ? comando, - comando, che coglie improvviso l'uomo intento alle solite occupazioni, e lo scuote, lo svelle, e lo insegue incessante, pungente nella corsa animosa.

Si dice che quando Michelangelo ebbe compiuto il meraviglioso Mos?, lo percosse forte col martello e gli grid?: ?Parla!? Remil ha aggiunto all'immobilit? del pensiero il frenetico movimento del corpo che corre, corre, corre pi? veloce delle macchine che l?uomo ha costruito. Improvvisamente tutto tace: sull'ardore dei versi precedenti, pare un getto d?acqua gelata. Tutto ? concordato: il tumulto dei ricordi e degli affetti, finalmente il poeta pu? disegnare e colorire un quadretto d?esattezza e d?evidenza mirabile; pu? osservare e ritrarre ci?, che sfugge agli altri.

IL SENTIERO DI DIO
di Renato Milleri Remil

Signore
sono venuto in questa pineta a cercarti
ma non ho trovato nessuno.
Perch? dunque il mio destino
? cos? vuoto d'amore?
Quante coppe di amaro liquore
devo ancora bere
prima che tu venga ad aiutarmi?
Il Signore si commosse
alle lacrime sincere dell'uomo e gli disse:
"Io ti ho detto di seguire la tua strada.
Tu hai scelto questa pineta per venirmi a cercare.
Bene, mi hai trovato!
Ora prosegui senza pentirti delle tue scelte
se crederai che le tue scelte sono state giuste.
Vai sempre diritto senza ascoltare chi ti dir? che stai facendo bene,
senza ascoltare chi ti dir? che stai facendo male......
a costoro risponderai soltanto:
- Io sto facendo solo quello che credo sia giusto
per il mio destino di uomo,
io sto facendo solo quello che credo sia giusto
per non pentirmi mai davanti a Dio
perch? mai dovrei ascoltare i vostri giudizi? -
Se proseguirai in questo modo
mi troverai alla fine del sentiero. "
L'uomo cominci? a camminare
ma il sentiero si allontanava
con lo stesso tempo dei suoi passi.
- Signore, cos? non ti raggiunger? mai
se ti allontani come muovo un passo. -
E il Signore rispose:
" Vuol dire che ti sei fermato ad ascoltare i giudizi degli uomini,
togliendo a te stesso il tuo tempo,
prosegui senza pi? ascoltare nessuno
e il tuo tempo si unir? nel mio! "

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 20/02/2005, 17:42
da carlo
Con tutto l'amore che posso, Reno
HO VISTO IL SOLE SORGERE SUL MARE


Ho visto il sole sorgere sul mare

mano di bimbo desiderosa lo coglieva:

i monumenti, polverosi di storia,

hanno avuto un brivido lungo.



L?uomo ha tremato nella deflagrazione

e molte mamme hanno pianto.



Un padre nel rosa violaceo del mattino

ha visto il figlio giocare col sole e

i suoi anni hanno tremato dinanzi

all?indifferenza del bimbo alla storia

e prima di riudire la detonazione

i monumenti si sono coperti il volto

come Cesare, mentre un padre

e un figlio estranei buttano via la vita

per non essersi capiti e non volevano.



Reno Bromuro (da Musica bruciata)

Roma 03 agosto 1986

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 24/02/2005, 16:18
da carlo
LA GIOIA DI BARBARA

lettera aperta ai giovani artisti

Buongiorno a tutti, non so quanti di voi si sono accorti della mia assenza dovuta a forza maggiore (influenza ed altre ?bazzecole? fastidiose non mi hanno permesso di stare seduto al PC, ma di correre da un ospedale all?altro), ma ora sono qui e il primo pensiero siete stati voi. Oggi ? un giorno triste ed ho dormito poco, perch? mio figlio ritorna in IRAQ e lo rivedr? fra due mesi; per riempire la mente con altri pensieri mi sono messo a scorrere messaggi di qualche anno fa. Un e-mail di Barbara mi ha fatto sentire ancora pi? forte la vostra mancanza.

?Amici miei carissimi, io sto bene solo quando posso stare in vostra compagnia. Ho appena saputo che sono pronte le bozze del mio libro e sono al settimo cielo... vorrei urlare, ma in realt? sono molto felice!?

Questo incipit dell?e-mail di Barbara mi ha fatto dimenticare il presente e fatto assalire da ricordi e pensieri: tanti pensieri.

Principalmente uno ? campeggiato tra i pi? prepotenti e ha martellato come una campana, ora stonata ora argentina: ?Chiss? quanti di voi vi siete chiesti (e con insistenza) ? ma chi glielo fa fare? Tutta questa storia, prendersela con un giornalista che ha dato del ?sedicente? agli artisti, spronare, con la sua presenza, e non solo fisica, un editore che poi si ? rivelato quello che ? in realt?, quando ? stato costretto a togliersi il mantello da pecora che aveva indossato, per la ribellione di Giasone?. Oggi come oggi chi ? che si muove senza un guadagno certo? Per la felicit? di Barbara non ci sono soldi che tengano, ed io per la realizzazione di quanto mi sono prefisso gi? dal lontano 1955, non basterebbero tutte le ricchezze del mondo; per? c?? all?angolo della via (d?ogni via) la felicit? di un artista che lo incontra e lo fa esultare, come Barbara, come Francesco, come Patrizio, e? altri.

Mi sovviene la gioia di Anna Maria, quando ha comunicato di aver scritto la prima commedia. Ebbene lo confesso vivo di queste cose: la felicit? dei giovani artisti che si stanno realizzando. La gioia di Marta, una ragazzo che frequenta la seconda media che ha scritto una commedia che rappresenteremo a fine maggio.

Tutto ha avuto inizio un giorno di novembre del 1953; improvvisamente mi trovai senza lavoro e non mi andava di ritornare dai miei ?sconfitto?. Erano giorni che dormivo sotto la stazione e mangiavo con quattro soldi quanto era rimasto in una trattoria, che il proprietario pur di non buttarla si faceva pagare 110 lire, affinch? non apparisse che faceva la carit?.

Poi incontrai LUI e parlammo tanto, volle sapere tutto di me. Quando gli dissi che avevo studiato fino alla quinta elementare, non si scandalizz?; anzi mi fece promettere che dopo la pubblicazione del libro e con i soldi di qualche premio che avrei vinto, avrei studiato fino alla laurea: ?Un Poeta deve sapere?. ? Disse autoritario ? ?Deve sapere pi? di un filosofo, altrimenti come fa ad anticipare gli avvenimenti. Mi spieg? perch? il poeta ? chiamato anche Vate. Si chiama Vate, proprio perch? precorre i tempi, in poche parole anticipa quello che deve ancora avvenire?.

Lo ascoltavo con la bocca semiaperta bevendo le parole come acqua sorgiva.

?Fino ad ora ? diceva - hai letto Dante, Leopardi, Petrarca, Pascoli; ma ci sono tanti altri poeti e tu devi trovare la tua via tra questi. Loro: Dante, Petrarca e Leopardi hanno fatto il loro tempo, ci hanno dato lezioni, testimonianze e documenti del loro tempo. Ora spetta a te dare le tue testimonianze e i tuoi documenti. Leggi anche questi, disse consegnandomi: ?Sentimento nel tempo? di Giuseppe Ungaretti; ?I Colloqui? di Guido Gozzano; ?La forza degli Occhi? di Alfonso Gatto; e altri; poi leggerai le tue poesie e se le credi che possono competere con quelle scritte da questi sommi poeti, ritorni ed io ti scriver? la prefazione?.

Inutile dirvi che ritornai a casa deluso, ma non vinto. Nel tram cominciai a leggere il libro ?Cimitero marino? di Paul Valery e fui vinto da panico.

A Pasqua del 1955 prese una sessantina di poesie dalle centocinquanta e pi?, allegai questa lettera e le inviai al mio ?amico insperato?

LETTERA

?Amico insperato, ascoltami:/ho solo vent?anni.//Ma, te ne prego, non dirmi/ ch?io son della vita alle soglie.//Amico insperato, la vita/m?? sfiorita in cuore a vent?anni:/nell?anima ho rughe profonde/pel pane che non mi basto,/ per la luce che non ebbi.// Se ti dicono, amico insperato,/che il sole splende per tutti,smentisci la stolta menzogna:/nella mia vita non c?? stato sole.//Forse domani, se tu/non sparirai alla mia sete,/dir? che vedo l?aurora?.

Non avevo avuto il coraggio di presentarmi di persona, forse per paura di sentirmi dire che non avevo capito niente, forse per vigliaccheria.

Il 13 aprile del 1955, era passato pi? di un anno e il silenzio dell? ?amico insperato? mi spaventava, ma non facevo niente per sapere: rimanevo in attesa, ma in attesa di che?

Quella sera ritornai a casa pi? presto del solito e trovai un?espresso dell? ?amico insperato?, l?aprii in fretta: ?Ti aspetto a casa alla 21,45, ci sono degli amici che vogliono conoscerti, non mancare?.

Varcata la soglia dello studio riconobbi una sola persona, tra le tante che l?affollavano, per aver visto la sua foto sulle riviste di poesia: Giuseppe Ungaretti. Cominciai a barcollare, le gambe mi facevano giacomo giacomo? Lui (l?amico insperato), con la mano sulla spalla per fami sentire protetto, mi present? a uno a uno, i presenti: persone che contavano nel campo letterario italiano e mondiale direi. Scambiai qualche parola con questi illustri signori che si chiamavano Alfonso Gatto, Giovanni Ansaldo, allora direttore de ?Il Mattino?, Carlo Nazzaro, direttore de ?Il Giornale di Napoli?, Mario Pomilio, l?autore del ?Quinto evangelio? (non l?aveva ancora scritto) ma era gi? celebre e una sicura speranza; Giuseppe Marotta ed altri? poi fui invitato a leggere (poich? facevo anche l?attore) le poesie. Fu allora che girando lo sguardo verso l? ?amico insperato? vidi un centinaio di copie del libro sparse sulla scrivania. Riuscii a vedere una copertina bianca incorniciata di foglie d?Acanto, poi tremante come un giunco al vento, presi una copia tra le mani mormorando: ?come posso ripagare tanta gioia e bont??? ?Laureandoti.? Fu la secca risposta; e non capii pi? niente.

Forse, adesso ? chiaro perch? mi piace aiutare chi veramente ha qualcosa da dire e sono felice quando riesco a far capire le opere di queste persone anche agli altri. Mi dico sempre di essere stato fortunato d?incontrare il Professor Enzo V. Mormorale, Filologo e Latinista (la sua storia della letteratura latina ? giunta alla trentesima edizione, perch? all?estero ? ancora studiata), ed io pur nelle povert? voglio dare la mano a chi me la chiede ed ? veramente grande.

Sono felice di aver tenuto a battesimo Arden Borghi Santucci (di cui oggi ricorre l?ottavo anniversario della sua dipartita), Luisa Massari (ottanquantrenne arzilla e lucida), Antonietta Lamorte, Eduardo Di Bella, che ci ha lasciato da poco, ed anche un autore che (per dargli lustro tolsi dal cartellone una mia commedia per rappresentare la sua), si lamenta di aver fatto rappresentare la sua commedia ad una platea di sedie vuote; per? non dice che, se le sedie rimasero vuote la colpa ? sua e dei suoi colleghi; di aver imposto al grosso pubblico la poesia di Selim Tietto (tutti avevano paura di parlarne perch? nuova e temevano di sbagliare), sto vedendo nascere il primo libro di Francesco Principato, e la lettura drammatica della sua prima commedia, che si ? piazzata ai primi sei posti al concorso per il Teatro ?Enrico Maria Salerno?, ha vinto il Premio per il Teatro Vallecorsi, ed ? arrivato in finale al Premio Fondi La Pastora per drammaturgia; in questo modo vedo la realizzazione di un altro sogno.

Giovani, venite a noi, iscrivetevi all?A.I.A. ?Poesia della Vita? non vi diamo la ricchezza perch? il Poeta ? gi? ricchissimo, ma vi daremo il modo di farvi conoscere. Contattateci, toccate con mano per sapere la verit?.

Intanto vi abbraccio con tutto l?amore che posso, Reno Bromuro

Il Baricentro Mensile di critica artistica e letteraria