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R: le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 03/02/2005, 15:26
da carlo
? Giorni di cruda e inconsolabile malinconia. La solitudine, la tristezza per non essere stato capito, non mi dava pace. Il tempo si era fermato; quando improvvisamente aprendo gli occhi mi accorsi che eravamo ad ottobre, ed il tempo passato non l?avevo vissuto. Lavoro e casa, casa e lavoro ai miei genitori non pareva vero. Mi organizzai, tolsi la porta che separava la cucina dalla camera; misi le reti dove dormivamo, escluso il letto matrimoniale, una sull?altra fino a raggiungere un?altezza per lavorare comodo. Non ero mai solo, sempre attorniato da amici, ma la solitudine mi stringeva la bocca dello stomaco senza lasciare uno spiraglio, eppure Mario e Pasquale facevano di tutto per tenermi allegro e per distrarmi? Mi sentivo come il condottiero che ha perduto la sua armata.

Mario e Pasquale pi? cercavano di farmi pensare ad altro, pi? ?quel? pensiero martellava nel cervello. Quel giorno, 5 ottobre 1951, cercarono di farmi ridere facendo uno spinello con le cicche raccolte nella tasca (allora, come quelli della mia et? ricordano le nazionali, le alfa e le popolari non avevano filtro), si erano fatti dare una cartina da pap?, ma all?atto dell?accensione, si erano vergognati di farsi dare un cerino e accesero lo ?spinello? (di tabacco puro intendiamoci), con le lenti di mia madre.

Verso le diciannove si present? Vir con la sua squadra: le sorelle e tre amiche. Port? una torta e tira di qua e tira di l? dovetti smettere di lavorare per festeggiare il compleanno di Vir. A pap? non sembrava vero di vedermi colorito in volto e sorridente: il gesto di Vir mi aveva commosso e fatto capire alcune cose, anche il suo comportamento. Dopo l?accompagnai a casa e rimanemmo insieme fin oltre le tre del mattino. Le sue parole, le carezze, i baci avevano un altro sapore, ridavano ossigeno al cuore assetato d?amore. All?alba chiese:

- Perch? non mi hai domandato il motivo per cui ho voluto festeggiare il mio compleanno con te?

- Perch? forse lo sapevo e non lo capivo.

Si alz? dall?amaca che aveva installato sul terrazzo entr? in casa e quando ne usc? mi diede da leggere questa poesia, che avevo scritto in quei giorni che c?era stata la bufera al Luna Park o qualche giorno dopo e che la sorella, che veniva sempre a farmi visita, aveva sottratto dal quaderno.

La leggemmo insieme e lei rilev? come e quanto si sentisse sola, la sera, appena appariva Sirio nel cielo. Sirio ? la prima stella visibile appena il sole tramonta, se il cielo ? sereno. Mi propose di fare l?amore, mi accesi una sigaretta per non pensarci.

- Non fumare, amami!

Non so perch?, ma preferii fumare.



IL CANTO DELL?USIGNUOLO


Venivi all?approdo con Sirio

e il nostro canto d?amore

traboccava nel cielo.

Ora in quel nido

son solo,

come l?usignuolo del bosco,

ma senza il suo canto,

che sa sempre

ridonargli l?amore.

********************************

Buona giornata con tutto l?amore cui sono capace e l?augurio che il sole sia sempre pi? caldo e sincero come il vostro cuore desidera, Reno

************************************

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le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 04/02/2005, 13:41
da carlo
Miei carissimi, questa mattina la giornata ? iniziata con due tuoni uno pi? potente dell?altro. Il primo ? scoprire che mia moglie aveva 39,3 di febbre e non parlava (che donna eppure nel 1961 ci stava morendo per stare in silenzio), quindi corri in farmacia per la Tachipirina. Curata l?ammalata come lei aveva gi? fatto con me in questi giorni di fortissima tracheo-faringite acuta che non mi permetteva d?ingoiare nemmeno un sorso d?acqua; ho scaricato la posta: tre e-mail che non capisco perch?, una non aveva compreso ci? che avevo scritto, un?altra voleva sapere perch? di questi post e l?altro che mi suggeriva di non postare pi? i miei scritti nella sua lista, perch? ?Un iscritto si ? lamentato?. Ma torniamo a noi, oggi ? il 4 febbraio 2005, il settimo nipote compie otto anni, ed io ritorno al 1951.

Ripresi ad incontrarmi con Vir, ma non era pi? la felicit? di un tempo; ora c?era sempre un tarlo che rodeva nel cervello e mi stringeva il cuore, come si spremesse un limone senza succo. La nostra meta preferita era i Camaldoli, percorrevamo la strada che separa i Camaldoli dal Vomero, a piedi, lei camminava all?indietro perch?, diceva, gli piaceva guardarmi in volto quando parlavo, specialmente quando recitavo le poesie e non solo le mie. Tutto questo una volta m?inteneriva, mi dava una gioia trionfante che serrava la gola, ora mi lasciava indifferente: era solo un gioco. Il gioco di due bambini che non vogliono crescere. Lei mi raccontava le sue giornate io le mie senza affanno alcuno, poi si cominciava a criticare questo o quell?altro amico e ridevamo come due idioti rincorrendoci su per la salita. Una volta nella piazzetta antistante la chiesa ci affacciavamo al muro ed una confusione di luci, si perdeva la cognizione del tempo e dello spazio: luci sotto di noi (erano le case illuminate di Pianura, Cordoglio, lo stabilimento dellILVA. Allora, oramai era diventata un?abitudine la mia, recitavo come una preghiera gli ultimi due versi di una poesia di Enrico Landolfi Petrone: ?So? ?? stelle scese ?nterra/ o so? sagliuto j? ?ncielo?? perch? in quel punto sembrava di essere sospesi sulle nuvole sopra la citt? o vicinissimi alle stelle. Era autunno avanzato, non sentivamo freddo eppure eravamo a circa mille metri sul livello del mare. Ella stretta al mio corpo ed io lo sguardi perduto nel vuoto che scrivevo. Che cara, respirava cos? piano per non infastidirmi! Riuscii a portare a termine la poesia che segue, quando gliela lessi mi abbracci? con tanto slancio che stavamo ruzzolando dal muricciolo, poi ridemmo come idioti e ridemmo ancora dopo aver fatto l?amore, mentre lei ripeteva a memoria:

INVOCAZIONE


Oh, guardare le stelle

da questo remoto pendio!

Rimirare Cassiopea

che inarca il carro dell?Orsa,

Orione potente,

Ercole gigante dal ramo d?ulivo,

e il celeste Bifolco.

Oh grandezza di Dio

fa che i miei nemici ed io

camminiamo fianco a fianco,

come Castore e Polluce,

in quest?arido luogo d?inganni!

***********************

Dopo che la ripetette per l?ennesima volta, guardandomi fisso negli occhi, chiese a bruciapelo:

- perch? in quest?arido luogo d?inganni?

Non risposi, ma commosso la baciai dolcemente. Allora ebbi il primo allarme che la poesia viene a noi e li per l?, non lo sappiamo spiegare, ma dopo quando anche noi lo capiamo ci rendiamo conto di ci? che abbiamo detto e tremiamo: inconsciamente avevo detto ravvisato in lei, in quel momento quanto i suoi gesti, le parole, i baci, l?abbandono fossero solo un inganno. Era gelosia? Forse.

L?accompagnai a casa abbastanza tardi. Davanti alla funicolare di Chiaia, c?erano Mario, Pasquale e Ciro che mi aspettavano; avevano deciso di andare a mangiare una pizza, accettai, ma mentre ci avviavamo, vidi una ragazza, con un vassoio in mano, camminava danzando la danza della giovinezza della vita, le braccia scoperte, la rincorsi, la guardai bene e gridai: Resi!

La ragazza mi guard? come fosse pazzo e disse con forza ma gentilmente, che cosa volete m?avite scambiata, pe? n?ata? E fugg? via.

Diventai lo zimbello dei miei amici, per? quella ragazza non me la lasciai sfuggire, dopo infiniti tentativi, riuscii a strapparle un appuntamento, ma dovetti aspettare il 21 giugno dell?anno successivo.

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 05/02/2005, 14:24
da carlo
settimanale di scienze umane
dell?Associazione Internazionale Artisti ?Poesia della Vita?
presidente Reno Bromuro

Repertorio n? 3426 ? Raccolta n? 1270 del 29/10/1984 (no profit)



FATTI

06 febbraio 1998: Bill Clinton dichiara che quanto ? accaduto al Cermis pu? essere stato frutto di un errore dovuto a incuria; anche il generale Vanderlinden e l'ambasciatore americano rettificano le precedenti affermazioni, ammettendo che l'aereo volava al di sotto della quota minima per quel tipo di volo. Prodi afferma che indiscutibili sono le violazioni della legge, ma non sono in discussione l'amicizia con gli USA e la fedelt? alla NATO. Intanto, ? consegnata la scatola nera di volo dell'aereo, ma i dati registrati sono quasi certamente inutilizzabili.

07 febbraio 1994: 2230 cassintegrati Alfa: duemila operai, duecentotrenta impiegati; sono reintegrati nel loro posto di lavoro per decisione del pretore del lavoro Franco Cecconi, accogliendo un ricorso dei Cobas non condiviso dai sindacati confederali.

08 febbraio 1999: muore l?on. Giuseppe Tatarella, esponente di spicco di Alleanza Nazionale e della politica pugliese.

09 febbraio 2000: salgono i titoli tecnologici alla Borsa di Milano: Tiscali, azienda quotata da meno di quattro mesi ? arrivata ad una capitalizzazione di 13,998 miliardi di Euro, valore incredibile se si pensa che la stessa Fiat capitalizza 14,225 miliardi di Euro.

10 febbraio 1994: il Polo delle libert?, in vista delle elezioni, ? costituito da Forza Italia, Lega Nord, Lista Pannella, CCD e l'ex PLI, che ha preso il nome di Unione del centro democratico (UCD). Si presenta anche il Polo del Buongoverno formato da Forza Italia, Alleanza nazionale, l'ex PLI e il CCD.
11 febbraio 1997: la Procura di Piacenza, al termine delle indagini sull?incidente al ?Pendolino?, emette quattro avvisi di garanzia a carico di Mario Cimoli e del suo predecessore Lorenzo Necci, dell?ex amministratore straordinario Mario Schimberni e del direttore generale Vaciago. Causa dell?incidente sarebbe stata l?alta velocit?: centocinquantasei chilometri l?ora. L?ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo dipende dalla constatazione che il disastro sarebbe avvenuto per la mancanza di correttivi automatici nella tratta dell?incidente. Un?ultima rivelazione accuserebbe i due macchinisti, di aver lavorato in stato di ebbrezza.

12 febbraio 1998: a Firenze, all'assemblea degli stati generali della sinistra, il segretario del PDS Massimo D'Alema presenta il progetto di fondazione del nuovo partito che dovr? raggruppare tutte le forze progressiste. Accanto alla quercia, ci sar? la rosa del socialismo europeo. Abbandonati per sempre la falce e il martello.
PARLIAMONE

COME ERAVAMO: ?LA VITA NELL?ANTICA ROMA?

Agli inizia sorge la tendenza di incorporare nel patrimonio religioso i culti stranieri con le proprie figure sacerdotali, ma col passare del tempo, ci? rende la situazione sempre pi? complessa. E? un quadro molto composito, in cui convivono culti pubblici, culti privati svolti nei collegi e nelle famiglie ed espressioni religiose delle varie citt? dell?impero, le figure sacerdotali non sono di facile e univoca definizione.

I sacerdoti romani sono tutti coloro che effettuano atti di culto per una determinata comunit?, quindi non solo quelli che sono identificati con l?appellativo di sacerdotes, ma anche i magistrati e i pater familias. I sacerdozi a carattere pubblico sono legati, per?, all?esercizio di un?autorit? religiosa, con potere di iniziativa sugli aspetti rituali del culto e di controllo sul sistema religioso.

I sacerdozi pubblici e privati a Roma sono in massima parte una prerogativa maschile: gli atti del culto sono, infatti, celebrati in nome della comunit?, e non possono perci? essere affidati alle donne, che giuridicamente rappresentano solo se stesse. Le donne non sono per? del tutto escluse dal culto: hanno funzioni sacerdotali le vestali, la flaminica (moglie del flamen) e, in particolari riti religiosi, le matrone. I ruoli sacerdotali femminili sono in ogni caso subordinati a una figura maschile: ad esempio le flaminiche e le matrone assistono i loro mariti, flamini e pater familias. Il sacrificio ? un aspetto culminante del culto, ma vietato alle donne; fanno eccezione alcuni sacrifici che sono officiati dalle vestali, figure particolari di sacerdotesse, sottomesse comunque al pontefice massimo. Occasionalmente anche le matrone possono sacrificare, come nel giorno della Fortuna Virile, ma solo perch? il rito ricorda il salvataggio della citt? da parte delle donne. Col tempo nascono altri sacerdozi femminili, quali quello di Cerere Aventina, di Bacco, di Iside, legati all?introduzione di nuovi culti. Ma anche queste nuove espressioni religiose e le relative sacerdotesse, dal momento in cui entrano a far parte della vita religiosa pubblica, sono soggette all?autorit? del collegio sacerdotale dei decemviri, e siamo gi? all?Ottanta avanti Cristo, esclusivamente maschile, ed ? anche abilitato a consultare e interpretare i Libri Sibillini.

Non tutti gli uomini sono idonei al sacerdozio, ma solo i cittadini per i culti pubblici e i maschi di una famiglia per il culto domestico. Gli stranieri all?interno delle loro comunit? e delle loro famiglie non sono soggetti ad alcuna restrizione, mentre per celebrare atti di culto nei templi romani devono essere autorizzati dal Senato.

Il sacerdozio non comporta alcuna forma di vocazione; come per l?accesso alle magistrature, solo i cittadini che possono rappresentare la comunit? per nascita e per status sociale esercitano le funzioni sacerdotali. Di conseguenza magistrature e ruoli sacerdotali si sovrappongono in molti aspetti della vita pubblica: i consoli celebrano numerosi sacrifici a cominciare da quelli del primo gennaio, quelli per la salute della res publica e, nell?impero, per quella del princeps. Poco dopo la loro entrata in carica i consoli presiedono anche gli antichi sacrifici federali al Monte Albano e a Lavinio in occasione delle Feriae Latinae. Hanno l?obbligo di essere presenti a innumerevoli feste e giochi sacri stabiliti dal fitto calendario religioso dei romani. I consoli possono essere sostituiti in alcuni casi dal pretore urbano, che si occupa anche dei sacrifici in onore di Ercole all?Ara Maxima dedicata a quella divinit?. Ai consoli spetta inoltre l?iniziativa di stabilire feste religiose e sacrifici eccezionali. L?attivit? sacerdotale dei magistrati comprende anche la competenza degli auspici. Gli dei sono interrogati sull?opportunit? di tutte le azioni pubbliche di un certo rilievo; le tecniche dell?aruspicina sono molte e complesse, esempio l?osservazione del volo degli uccelli o, dalla fine della repubblica, l?osservazione del comportamento di appositi polli sacri e il magistrato officia assistito da sacerdoti specializzati. I consoli hanno un ulteriore grande potere in campo religioso: possono introdurre innovazioni, ad esempio, chiedendo l?insediamento di nuove divinit? straniere a Roma.

(1 continua)

LA POESIA DELLA SETTIMANA

NEL GIORNO CHE SEI NATA

di Francesco Papapicco
Francesco ? nato a Bitonto in provincia di Bari nel 1970, laureato in Economia all?Universit? di Lecce. Primo di due fratelli, viene da una famiglia della piccola borghesia. Si dedica con passione alla composizione di poesie ad uso amatoriale ed ultimamente anche alla scrittura di testi musicali. Attento consumatore di musica d?autore (Battiato, Fossati) e di letteratura moderna Cunningham, De Carlo, vorrebbe realizzarsi professionalmente nel campo artistico. Compare nell?Antologia ?Navigando nelle Parole? ? editore IL FILO, Roma 2002 ? ?Canti oltre la rete? - Edizione Nonsoloparole, 2003. E? risultato vincitore del primo premio nella II Edizione del Concorso ?Accademia Salentina delle Lettere ? 2002? con l?opera ?Rubammo more rosse e blu?. Si ? classificato 3? ex aequo alla XI Edizione del ?Premio Citt? di Bitetto ? 2003? con la raccolta ?Dio e dintorni?. Ad altri premi vinti si ? aggiunto il primo premio nella Sezione Giovani Autori di Testi Musicali al Premio Lunezia 2003.

Ebbi il primo contatto con Francesco Papapicco qualche anno fa, quando da una mailing-list tutte le sere dava la buonanotte agli iscritti; questo desiderio di affratellamento mi colp? e cominciai a cercare le sue poesie, mi piace il suo stile, tra i tanti giovani che scrivono versi in internet egli si fa notare per la semplicit? d?espressione, per la sincerit? dei sentimenti, per la concretezza delle immagini, che le metafore accavallate, come per soddisfare la carenza e la necessit? di affetto, scintillano come fuochi d?artificio.

La poesia che vi presento mi piace molto per la sua schietta ingenuit?. E? una specie di dialogo che si svolge tra il poeta e l??io creativo? che interroga la ragione, lodandone la bellezza e dolendosi che spesso ? considerata perduta e non pu? dare risalto all?opera d?arte;non combatte con il ?s? razionale? se non quando esaminata l?opera, colloquia con lei lodandola; solo allora l?opera comincia ad acquistare il valore della semplice esistenza e decide di preferirla; se la coccola per qualche giorno come fosse un?innamorata, destinata a lasciarlo e prima o poi sar? lasciato perch? ? il destino di ogni opera che urge a farsi conoscere per dire agli altri lo splendore dell?animo di chi l?ha creata, e accetta ogni espressione dai lettori sia di plauso sia di demerito. Rileggendola, quest'anno, ne ho ricevuto un'impressione ancora migliore. Ugualmente belle e vivacissime sono le poesie che alcuni di noi abbiamo letto in questa o in quell?altra mailing-list. Tutte colloquiano vivacizzando il dialoghetto tra il Poeta e il suo Io.

La descrizione della vivacit? della sua opera fa provare vero piacere. La stessa vivacit? la troviamo anche nelle altre, in cui compare l?amore per la sua terra, e queste sono le pi? argute e piacevoli composizioni del Papapicco.

Considerando queste opere, credo di poter dire che la loro caratteristica dominante ? la vivacit? e la naturalezza del racconto. Francesco Papapicco si presenta come uno stilista ricco e immaginoso, pi? popolare, pi? alla mano sia nello scegliere gli argomenti da raccontare sia nella forma che usa: il puro e semplice linguaggio del popolo. Devo dire che la lettura delle poesie di Papapicco ? stata per me, subito accattivante.

Questo autore ? pi? vicino a noi, pi? immediato, che tanti altri poeti che popolano il pianeta Internet. Ha davanti ai suoi occhi il grande molteplice quasi infinito mondo su cui ha posato lo sguardo il suo spirito anelante, il mondo dei popolani che sono poeti perch? amano leggerla. Ma Francesco lo ha saputo cogliere con molta sicurezza e dipingere con una certa vivacit?.

NEL GIORNO IN CUI SEI NATA

di Francesco Papapicco

Una terrazza sotto il sole,

ranuncoli violacei a mazzi

come croste di viva pittura

sul parapetto mozzafiato,

un?altalena di buonumore

e cuscini ampi per dormire,

il caff? traboccante d?onde

di prodigalit? nel bianco latte,

un pudore che non ha misura

e che fascia severamente le pieghe,

pieghe sulla pelle e sul cuore

che un mobile antico sospira,

una terrazza sotto il sole

per noi anche quando diluvia, sei tu

madre, nel giorno in cui sei nata,

giorno che unisce le nostre carni

perch? vivo ? il passo sulla terra

e vegeto l?arrenderci all?abbraccio.

Noi, i tuoi commensali, i tuoi figli.

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Inviato: 05/02/2005, 14:27
da carlo
Che bel sabato assolato si presenta, oggi 5 febbraio 2005. Mi auguro che questa mia vi trovi tutti arzilli e in buona salute, poich? l?influenza quest?anno ha ?beccato? anche coloro che si erano vaccinati e si sentivano al sicuro. Ma ritorniamo al nostro discorso.

1 ottobre 1950, ero rimasto solo avendo rifiutato anche l?aiuto di Vir. Mi danzavano davanti agli occhi le scene del fotoromanzo e quella ragazza bruna dagli occhi color noce ma brillanti come stelle del firmamento. Me ne andai tutto solo in compagnia di questi spettri e dei ricordi lieti e tristi ai Camaldoli. Entrai nel bosco e passeggiavo fumando, ad un tratto vidi un mozzicone d?albero, mi sedetti e aprii il libro che non mi lasciava mai: ?I Canti? di Leopardi. Avevo appena incominciato a leggere?L?infinito?che intorno a me risuonarono voci di dolore e pianti inconsolabili:

- Aggie ritto, no; h?ei capito, disgraziato!

- Strunzo nun voglio, me faje male!

- Ma pecch? faje accuss?, che gusto ?nce pruove s?io nun voglio?

Senza ch?io lo volessi dalla bocca usci un grido: ?Attenzione chesta ? violenza carnale, attiente a tte, chisto ? stupro?? Improvvisamente silenzio di tomba, solo qualche singhiozzo di bambina ancora accompagn? i versi di Giacomo.

Una mano si pos? sulla spalla, tremai, ma fu un attimo, credevo d?essere stato scoperto ed ora avrebbero fatto la? ?festa? a me. Alzai la testa, mentre lei s?inginocchiava davanti a me.

- Ma che, sei impazzito? Lo sai che potrebbero spezzarti le ossa?

- Che m?importa, tanto sono gi? morto! Morto come queste foglie su cui cammino, foglie che contro la loro volont? fanno da letto a violentatori e mascalzoni, perch? violentare, perch? distruggere l?amore con gesti e fatti che non hanno a che fare con l?amore? Il sesso, solo quello vive in questo bosco.

- Per? quando l?hai fatto tu!?

- Non ho mai fatto sesso. Il mio era il completamento dell?amore?

- Bella scusa! ? E Vir rideva, rideva come non l?avevo mai vista ridere prima. ? ti giri la frittata come meglio ti aggrada, vero passerottino?

Uscimmo sulla strada tra una battuta e l?altra, tra le quali ne usciva vincitore sempre lei: avevo torto marcio! Battuto su tutti i fronti. Ai piedi della Croce dove poi girai l?ultima scena del fotoromanzo c?era quella ragazza bruna dagli occhi di noce, tutta sola che ammirava il panorama come si ammira uno smeraldo.

- Ah! Dimenticavo, questa ragazza ? Maria, siamo venute insieme, anzi l?ho trascinata io fin qui, per? non me la sono sentita di portarla nel bosco.

La ragazza abbass? lo sguardo vergognosa, ma non disse che gi? ci eravamo visti, come io rispettai il suo silenzio.

Dieci giorni dopo ero a Roma e vi rimasi. Innamorato di Flammarion passavo le mie giornate pi? all?Osservatorio astronomico che a teatro o al cinema come...

Prima di partire per Roma annotai sul quaderno:

OTTOBRE


Dovunque foglie morte

nella sinfonia del vento.

Ma se due esseri ebri di gioia

lasciano la loro impronta

sugli aghi morti dei pini,

il cielo d?improvviso si schiarisce

e Diana affacciandosi sorride.

*********************************

I prossimi incontri sono basati sui segni dello Zodiaco, anzi sulle liriche dedicate alle stelle di prima grandezza d?ogni segno zodiacale.

Ma ne parleremo giorno per giorno come abbiamo fatto fino ad ora. Intanto vi stringo in un abbraccio circolare con tutto l?amore cui sono capace, Reno

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 06/02/2005, 13:40
da carlo
Buongiorno a tutti voi, amici miei carissimi, serena domenica 6 febbraio 2005.

Da oggi inizieremo la seconda parte della raccolta di poesie ?Note e Motivi?, che vi ho postato fino ad ieri, che s?intitola: ?Canti di un viandante notturno?, che i critici definirono, parole:?Qualche nota di preziosismo compare negli ultimi componimenti della raccolta che l?autore intitola ?Canti del viandante notturno? ?. Luigi Pepe;

??versi, in cui vibrano sentimenti lievi e musicali, sinceramente e sobriamente espressi, come afferma Marmorale, che attribuisce al volumetto un ?sapore di freschezza?? Francesco Bruno.

Affrontando lo Zodiaco occorre un piccolo preambolo: solo raramente le stelle di una costellazione sono fisicamente collegate fra loro, come accade nel caso delle stelle pi? brillanti della costellazione dell?Orsa Maggiore. Nell'astronomia moderna, le costellazioni sono unicamente delle zone di cielo, ben delimitate, entro le quali sono collocate le antiche costellazioni; una costellazione moderna comprende, quindi, tutte le stelle nonch? le nebulose, gli ammassi, gli oggetti extragalattici, che si trovano in quella zona di cielo, mentre le costellazioni antiche comprendevano solo le stelle pi? brillanti. I nomi delle costellazioni boreali ed equatoriali sono in gran parte derivati dalla mitologia greca e araba; le costellazioni dello zodiaco sono senza dubbio le pi? antiche, perch? si possono far risalire alle civilt? babilonese ed egiziana. Le costellazioni australi, invece, ricevettero il nome dai primi navigatori che esplorarono i mari australi, nome che spesso ? quello di oggetti marinareschi di uso comune, esempio la Bussola, la Poppa, ecc? Nel corso del tempo, la forma e il numero delle costellazioni, essendo legate pi? alla fantasia popolare che non a motivi scientifici, variarono spesso; Tolomeo elencava quarantotto costellazioni, di cui solo alcune sono state mantenute nella classificazione odierna. Nei secoli successivi le carte celesti preparate in Stati diversi differivano anche notevolmente fra loro: solo nel 1925 l'International Astronomical Union divise tutta la sfera celeste in Ottantotto costellazioni, nelle quali le stelle pi? luminose sono designate con una lettera greca, seguita dall'abbreviazione del genitivo del nome latino della costellazione. La forma delle costellazioni ? destinata a cambiare nel tempo a causa del moto stellare.

Come ormai ? abitudine di quasi tutti i popoli, inizio dalla costellazione dell?Ariete, presentando le caratteristiche tipiche del segno, e le liriche, a partire da questa, avranno per titolo il nome della stessa pi? lucente della costellazione, nel caso di oggi: Hamal, la stella Alpha della Costellazione, ? di seconda grandezza ed ? quella che ci appare pi? luminosa.

Narra la leggenda mitologica che per salvare Elle e Frisso, i giovani figli del re Atamo di Boezia, Hermes invi? un ariete dotato di ali e dal pelo dorato.

La leggenda vuole infatti che la loro matrigna, Ino, li odiasse a tal punto da convincere i sudditi a sacrificarli agli dei in cambio di fertilit?: l'ariete arriv? giusto in tempo per recuperarli prima che fosse troppo tardi.

Ma volando sopra il Mar Nero, Elle perse la presa e cadde in mare; in suo ricordo quel tratto di mare ? chiamato, da allora, Ellesponto.

Solo Frisso riusc? a salvarsi; giunto sulla terra ferma sacrific? l'ariete in onore di Giove, leg? il suo vello ad una quercia dove sarebbe stato recuperato da Giasone e i suoi Argonauti.

HAMAL


Combatti a testa bassa

le ingiustizie correndo

incontro all?avventura

se questa non ? facile.

Pur amando regole e solitudine

cerchi nel tuo rifugio

l?altrui consolazione.

Viva Hamal preparo giocando col sole

la m?sse del bene e dell?amore



Donna selvaggia e travolgente

la tua fedelt? mi commuove

per questo ti canto e ti ammiro.

***************************

Che Dio vi benedica, se a qualcuno non piace seguire queste dodici costellazioni non fa altro che dirmelo, vi stringo in abbraccio circolare con tutto l?amore che posso, Reno

R: le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 08/02/2005, 13:42
da carlo
Che bella giornata ? nata questa mattina; mia moglie sempre con la febbre, io che non posso ancora mettere il naso fuori della porta e, pensare che avrei voluto portarla in un luogo ameno per festeggiare da soli il 53? anniversario (tanto stiamo sempre soli, i figli si sentono quando!?) e invece? ma ci? non mi rattrista molto perch? quest?otto febbraio 2005 sto con voi per parlarvi della lirica ispirata da ?I Gemelli: Castore e Polluce?.
CASTORE ? la stella alpha Geminorum della costellazione dei Gemelli, di seconda grandezza, per luminosit?, in questa costellazione. ? posta a una distanza dalla Terra di quarantasei anni luce ed ? costituita da un sistema triplo le cui componenti sono tutte di tipo spettrale. La primaria ha luminosit? visuale; la secondaria, posta a due gradi dalla primaria, ha luminosit? visuale che ruota attorno alla primaria con periodo di quattrocentottanta anni; la terza stella del sistema ha una luminosit? che ? posta a trentadue gradi dalla primaria. La stagione dei Gemelli ? quella mutevole, frizzante, in cui la natura vive il cambiamento, il passaggio dalla primavera all?estate. Il segno grafico rappresenta due aste parallele, simbolo di specularit?, come lo ? l?immagine dei due Gemelli che caratterizza questo segno "doppio". Dopo le figure di animali dei segni precedenti in questo troviamo due figure umane, a rilevare il distacco dalla forza istintiva e il prevalere della ragione. Nel ciclo evolutivo umano i Gemelli si riferiscono alla relazione con l?ambiente, attraverso la conoscenza. Come processo psichico rappresentano la capacit? di adattamento, la comunicazione, le facolt? mentali.

Due i miti attinenti ai Gemelli: quello di Castore e Polluce, fratelli inseparabili, uno divino e l?altro umano, che ottengono dagli dei il privilegio di trascorrere insieme sei mesi agli inferi e sei mesi sull?Olimpo; e il mito di Narciso, giovane bellissimo che, innamorato di se stesso, annega ammirando la sua immagine riflessa sull?acqua.

La Costellazione ? visibile in inverno perch? attraversata dal Sole fra la fine di giugno e la fine di luglio. In questa costellazione ? situato il solstizio d'estate.

E? facilmente identificabile per il profilo rettangolare delineato dalle sue stelle pi? luminose, contiene almeno una trentina di astri visibili a occhio nudo e, fra questi, i due che ne giustificano il nome: Castore e Polluce reciprocamente spaziati di quattro, cinque gradi. Il primo, ? una stella bianca che costituisce un sistema di ben tre coppie spettroscopiche distante quarantaquattro anni luce dal Sole; il secondo ? una gigante rosso-aranciata che dista trentacinque anni luce. La regione celeste ? attraversata dalla Via Lattea e comprende alcuni ammassi aperti, fra cui M35 visibile a occhio nudo a circa 20? a SW di Castore, e una planetaria, la NGC2392 detta, per l'aspetto, ?Nebulosa Clown? . In Gemelli si trova anche la sorgente feminga individuata nella costellazione dal satellite per raggi gamma COS-B.



CASTORE E POLLUCE


Nell?aria turbinante di fuoco

spuntano i Gemelli,

e la notte che sembrava

aver trovato fine

si ottenebra ancora.

Sorridono gioiosi e violenti

i figli di Leda,

mentre in lontananza

si ode il dolce suono della Lira

in corteggio di stelle stupite.

R: le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 09/02/2005, 13:52
da carlo
Oggi mercoled? delle Ceneri 9 febbraio 2005, mi sono accorto che ieri ? stato l?ultimo giorno di carnevale. Pensare che prima di ieri non mi era mai sfuggito quest?avvenimento. Da ragazzo, a Paduli, era una gran festa, andavamo rappresentando scenette teatrali, che io stesso ideavo e mettevi in scena, casa per casa; da adulto ho avuto sempre la rappresentazione di una commedia e, dal 1986 l?ho festeggiato con i ragazzi della scuola media di Fregene ? Maccarese ? Torrimpietra; quest?anno? solo 'stamattina mi sono ricordato. Il carnevale ? ormai passato ed ? inutile piangere sul latte versato, perci? ? meglio passare a parlare del segno del Cancro.

LA GREPPIA

Il Cancro (o Granchio) appare nella mitologia classica come un attore secondario della storia che narra le fatiche d?Ercole. Quest'ultimo stava lottando contro l'Idra di Lerna, il Granchio emerse dalla palude e partecip? alla battaglia. Pizzic? un piede dell'eroe il quale,lo pest? ripetutamente rendendolo un tutt'uno con la melma della palude. Per questo intervento ? posto tra le stelle per mano di Era, nemica di Ercole, perch? egli rappresenta l'infedelt? del marito Zeus, perch? figlio illegittimo.

Il Cancro ? la costellazione zodiacale meno luminosa; ?, per?, ancora facilmente riconoscibile, dato che dall'Italia la si vede abbastanza in alto nel cielo, nei periodi di massima visibilit?.

La stella pi? luminosa ? Acubens che significa tenaglia, perch? ? una stella doppia che brilla di una luce bianca; altre due stelle abbastanza luminose sono Asinello settentrionale e Asinello meridionale, rispettivamente di colore bianco e giallo. I nomi di queste due stelle derivano da una leggenda tramandata da Eratostene.

Tra i due asini ? posizionato uno degli oggetti pi? belli da guardare con un binocolo, anche piccolo: chiamato anche Presepe oppure Alveare o Mangiatoia, dalla quale gli asini devono mangiare ed ecco il nome ?Greppia, ammasso del Cancro? composto di circa ottanta stelle, visibile gi? ad occhio nudo come una macchia nebbiosa. Per vedere bene il Cancro ad occhio nudo bisogna essere il pi? lontano possibile da luci artificiali: approfittate di qualunque spostamento fuori citt? nei periodi di visibilit?, aiutatevi con le altre costellazioni. Una volta individuate con chiarezza Leone e Gemelli, l'identificazione del Cancro ? quasi automatica.
Vicino ad Acubens, leggermente a destra, c'? un altro ammasso stellare, formato da circa sessanta stelle, visibile al binocolo come una macchia nebbiosa.

Il Cancro ? il segno dell?estate incipiente, della maturazione dei frutti, ha un simbolo grafico che ricorda il Tao, oppure due cellule vitali che ruotano a sottolineare il principio di fecondazione insito nel segno. L?animaletto che compare nell?immagine ? il granchio, ben protetto dalla sua corazza, immagine che richiama il principio di difesa e conservazione della vita. Nel ciclo evolutivo dell?uomo rappresenta il riconoscimento delle proprie radici, del mondo delle origini. Come processo psichico ? la gestazione, l?assimilazione, la vita emotiva.

Questa Costellazione zodiacale ? attraversata dal Sole fra la fine di luglio e i primi giorni di agosto; in astrologia, invece, il segno zodiacale del Cancro corrisponde al periodo approssimativo che va dal 22 giugno al 22 luglio.



LA GREPPIA


Greppia divina e vergine

come il frutto dell?Eden,

illumina ancora una volta

il mio cammino,

fa che ancora una volta

il labbro mio si schiuda al sorriso.

Greppia,

tranquillo ammasso del Cancro,

passa come la brezza del mattino d?aprile,

fonte di verginit?,

datrice di purezza.

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 10/02/2005, 12:55
da carlo
Amici carissimi, buongiorno con serenit? e amore, oggi ? la ?Giornata del ricordo? e ricordiamo anche noi il ?Massacro delle foibe?, dove furono massacrati migliaia d?italiani, i cui corpi furono ritrovati nelle foibe. Massacri perpetrati dai partigiani comunisti iugoslavi. Gli episodi avvennero in localit? Gimino e Pisino dopo l'8 settembre 1943, e a Fiume nel maggio 1945. Nell'aprile 1998 ? stato riconosciuto all'Italia il diritto di procedere contro gli autori dei massacri.

La prima volta che sentii parlare di questi misfatti fu attraverso il quindicinale ?Pusilleco? di Amedeo Greco, quando lessi per impaginare un racconto di uno degli scrittori realisti italiani troppo presto dimenticato: Rodolfo Talamo, era il 1948 e rimasi inorridito. Ma trover? quel racconto, se non ha fatto la fine dei ricordi pi? belli della mia vita di appassionato della letteratura, e ve lo far? leggere.

Nella lettera che ho scritto ieri, ? fuggito dalla tastiera qualche indirizzo personale, che poi non ? nemmeno un vero indirizzo postale, colpa della fiducia. Chiedo perdono a tutti se c?? stata qualche mancanza, soprattutto alla persona che ha visto accanto al suo nome l?indirizzo di un?altra persona. Ieri che mi ero cosparso il capo di cenere! Ed ora parliamo di Regolo la stella di prima grandezza della costellazione del Leone.

Regolo ? la stella Alfa della Costellazione del Leone, la sua distanza dalla Terra ? di circa ottant?anni luce. Ha una luminosit? che equivale a centosessanta volte quella del Sole, rispetto al quale ? anche sessanta volte pi? voluminoso. Costituisce un sistema triplo nel quale il compagno pi? cospicuo ? percepibile anche con piccoli binocoli. Regolo si sposta fra le stelle con un moto proprio annuale di 0,25″ e si allontana alla velocit? di 4 km/s. La denominazione di questo astro cospicuo che in latino significa ?piccolo re?; i bizantini lo chiamarono Basiliscos.

Alcune tavolette babilonesi che riportano osservazione di Regolo risalgono al 2100 avanti Cristo; in esse la stella ? indicata con il nome di Sharru cio? ?il re?.

Col Leone si apre l?estate in piena espansione, la massima irradiazione di calore ed energia solare, la potenza della natura nella sua maturazione pi? completa. Il simbolo grafico ? una stilizzazione del Leone, re della foresta, immagine di forza, potenza e regalit?. Nel ciclo evolutivo dell?uomo il Leone rappresenta l?espansione della personalit?, l?affermazione dell?Io, l?espressione della sua pienezza. Come processo psichico indica la coscienza di s? e la forza creativa.

Secondo alcuni storici il Leone rappresentato in questa costellazione ? quello di Nemea, una citt? nei pressi di Corinto, il quale usciva dalla propria tana per uccidere gli abitanti del luogo che non riuscivano ad eliminarlo perch? invulnerabile, perch? generato da dei.

Ercole riusc? a vincerlo, nella prima delle dodici fatiche, dopo la quale gli stacc? la pelle con qui si fece un mantello. Il Leone ? una delle costellazioni che meglio raffigurano ci? che rappresentano: visto di profilo, come una specie di sfinge, ? riconosciuto al volo soprattutto per le stelle che formano il falcetto, una specie di punto interrogativo girato al contrario che indica la parte anteriore della bestia.
La stella principale, come ho detto pi? su, ? Regolo, una stella doppia formata da una componente bianco-azzurra e da altre stelle multiple quali Algieba, con due componenti giallo-oro e una compagna gialla visibile con un binocolo, ed Adhafera, una stella tripla con componenti bianco-azzurra, arancione e bianca.

Questa costellazione contiene il radiante dello sciame meteorico delle Leonidi: vicino ad Algieba si trova cio? il punto dal quale, ogni anno attorno al 17 Novembre, irradiano le meteore Leonidi che, al massimo della frequenza, in certe occasioni, fanno registrare piogge di stelle cadenti con tassi di oltre centomila meteore l'ora. Appena sotto il ventre del Leone e sulla zampa posteriore, sotto Chertan, si trovano alcune galassie visibili come macchie nebbiose.

Nella Mitologia, i Babilonesi e altri popoli dell'Asia sud occidentale associavano il Leone al Sole, poich? il solstizio d'estate cade con l'astro in questa costellazione: da qui l'espressione ?solleone?.

REGOLO


Ascolta il canto degli angeli

il vagabondo terreno

che valica i cieli.

Gli angeli cantano

E sanno il suo dolore,

mentre invitano Regolo

a dar la sua forza di leone

al loro canto giulivo.

E Regolo dice

che briller? per lui.

le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 11/02/2005, 16:58
da carlo
Che meraviglia questo venerd? 11 febbraio 2005! E? una bella giornata la stessa che auguro a tutti voi: ho ricevuto la prima risposta alla lettera aperta il primo aiuto che mi sorregger? nell?esposizione del mio punto di vista sull?andamento della cultura oggi. Il contributo che mi ha inviato Franco Santamaria ? molto illuminante e conferma anche la mia idea, la stessa che predico da trentatr? anni. In attesa d?altri contributi passo a parlarvi della Costellazione della Vergine, che fece venire a me la poesia in calce.
LA SPICA
La stagione delle Vergine ? quella del raccolto, della tarda estate che gi? anticipa la luce e i colori dell?autunno.

Il simbolo grafico, presenta la lettera M che in tutte le lingue antiche ? associata all?idea di vita e di maternit?. L?immagine, la fanciulla che tiene in mano la spiga di grano, suggerisce il significato dei frutti della terra, la terra "vergine" dopo il raccolto. Nel ciclo evolutivo dell?uomo la Vergine rappresenta un principio d?ordine, di ripartizione equilibrata delle energie per produrre opere concrete. Come processo psichico si riferisce all?intelligenza che seleziona i dati e progetta le iniziative.

E? ancora Mercurio, come per i Gemelli. Ma qui non ? pi? lo scanzonato e veloce messaggero degli dei, bens? colui che presiede all?intelligenza umana, raffigurato con il caduceo, il bastone con i due serpenti arrotolati, simbolo d?equilibrio tra il corpo e la mente, d?integrit? della natura umana.

La figura della dea Vergine compare in tutte le antiche tradizioni come portatrice di purezza e castit?. Nel mondo greco si associa al mito Demetra, la dea delle messi e dei raccolti, dea operosa che regola l?ordinata produzione della natura e che causa la sterilit? della terra quando si mette alla ricerca della figlia Prosperina rapita dal dio Plutone, che ne fa la sua sposa.

Le qualit? di Mercurio, ispirano soprattutto grande concretezza, emergono particolarmente nella vita pratica dei Vergini. Efficienza, laboriosit?, scrupolosa attenzione ai dettagli, capacit? di programmazione accurata, previdenza, sono tutte doti facilmente riscontrabili nei nativi. Il loro rigore logico, alimentato poi dall?esigenza di avere una visione analitica e precisa d?ogni esperienza ? l?elemento di forza che determina il loro comportamento e le loro reazioni. La necessit? di tenere sotto controllo ogni situazione che vivono produce un?attivit? mentale che affina certamente la loro lucidit? di giudizio, ma pu? anche sconfinare in una sterile analisi che genera poi ansia e incertezze. Il punto debole della personalit? Vergine ? la difficolt? di rilassare la mente e tacitarne i giudizi troppo severi, per lasciarsi invece andare pi? serenamente alle proprie emozioni. Amanti dell?ordine, a volte anche con qualche sfumatura un po? maniacale, i nativi amano pianificare l?esistenza in modo da non lasciare spazio all?imprevisto e tenersi sui binari di una rassicurante routine. Lo spirito critico e la sensibilit? nervosa li rendono refrattari alla passione e rende pi? difficile liberarsi di certe inibizioni che ostacolano i loro slanci affettivi.

La Vergine ? la seconda costellazione del cielo per grandezza, superata solo dall'Idra Femmina.

Tra le stelle pi? importanti troviamo Spica di colore bianco-azzurro, Porrima, una celebre doppia giallastra troppo stretta per? per essere vista con un binocolo, Vindemiatrix, una gigante gialla che, con il suo sorgere, avvisa il tempo quando avviare la vendemmia.



LA SPICA


La Spica nel suo colore bianco

Festosa si sente,

perch? stanotte ha visto

la Vergine spigolatrice

vagare pei cieli

vestita di purezza

e fermarsi a mezzogiorno

per attingere acqua limpida di fonte.

Vergine,

in te si rispecchia

l?Infinito?

R: le news di Reno Bromuro e "IL BARICENTRO"

Inviato: 12/02/2005, 11:50
da carlo
Buon sabato a tutti con tutto l?amore che posso. Fuori ? ancora buio, invio subito questo scritto perch? alle 7 mi aspetta il cardiologo? Mentre scrivo il mio pensiero corre ad una cara amica ch? se ieri sera ha visto ?La citt? dolente? immagino quanto abbia sofferto nel rivivere la sua drammatica fanciullezza. A Lei un abbraccio e un pensiero particolare. Ma penso che esiste una bilancia, un equilibrio per tutti gli uomini, basta saperlo capire.

KIFFA

La costellazione della Bilancia ha trovato un posto ufficiale nel cielo solo nel primo secolo avanti Cristo, sotto i Romani. Esisteva gi? da un paio di millenni, gi? i Sumeri vedevano una bilancia in questa zona di cielo, ma era poi caduta in disuso presso i Greci che vedevano nella bilancia la parte anteriore del vicino Scorpione, cio? le sue chele.

Questa ? l'unica costellazione zodiacale che rappresenta un oggetto inanimato ed ? collegata con la vicina Vergine: dea della giustizia e la Bilancia n?? appunto il simbolo.
E? una costellazione molto in voga tra i Romani perch? la stessa citt? di Roma ? nata con la Luna nella Bilancia. Un altro motivo per il quale ? preferita alle altre ? che essa ? considerata come l'espressione di quell'equilibrio, quella moderazione che sta alla base, almeno idealmente, del modello sociale romano.

Anche se poco brillanti, le sue stelle meritano di essere ammirate. Le due stelle principali, Zubenelgenubi e Zubeneshamali, che significano, rispettivamente, Chela meridionale e Chela settentrionale, in relazione all'antica appartenenza allo Scorpione.

Sono stelle molto interessanti: la prima ? una doppia larga visibile con un binocolo, con componenti bianco-azzurra e bianca, mentre la seconda ? una delle poche stelle ad apparire di un colore tendente al verde.

Per vedere bene la Bilancia ad occhio nudo bisogna essere il pi? lontano possibile da luci artificiali: approfittate di qualunque spostamento fuori citt? nei periodi di visibilit? e fate attenzione ad avere l'orizzonte sud libero da ostacoli dato che questa costellazione rimane sempre abbastanza bassa.

Aiutatevi con le altre costellazioni: una volta individuata con chiarezza la Vergine, l'identificazione della Bilancia ? quasi automatica



KIFFA


Tu sai, Kiffa,

che pesanti catene mi tengono avvinto

al mio destino di vita.

S?, sono molti i peccati

e non lievi le colpe,

ma tu che della Bilancia

sei regina,

metti un po? di sorriso

e fa muovere l?Ago

nell?atteso soccorso.