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Non dire una sola parola
lasciati cullare dal silenzio
e librati in volo libero.

non per me scrivo
per te ragazzo,
tesso parole senza senso.
Alla terra affido le tue mani.

Fa caldo qui da noi
e i colori brillanti e festosi dell'estate, sembrano
in qualche modo voler lenire
il disagio causato dall'afa.
La sera, quando torno dal lavoro,
mi cambio, faccio correre i cani
e innaffio il tuo giadino.
La terra, sotto l'abbodanza d'acqua scrosciante,
si bagna, gode
e restituisce il favore
respirandomi addosso
tonnellate di freschezza e
di profumo.

al mattino, il sole figlia i suoi raggi
che sfiorano l'orizzonte
penetrando nel respiro affannoso
della terra appena arata del mio Sud.
la rugiada che la disseta,
mi ricorda che sono figlio di questa terra che amo
e se mia madre porta il lutto di sempre,
è perché siamo figli delle miniere di carbone
figli della miseria di questa terra che amiamo.
Sud.

aria afosa, aria di addii
come una stella marina si
incolla alla mia pelle sudata
all'olio di mandorle.
una donna grassoccia
urla disperate frasi forestiere
a un telefono in lontananza.
Gente che ride, gente che si abbraccia
e tu immobile nella tua avvenente
mise en abyme da viaggiatore
mi lasci andar via nel
buio di una notte toscana.
Un treno a portarti lontano
un treno a regalarti l'occasione di tornare...

Nell'aria afosa, sonnolenti stavano
vicino alla costa
le case colorate
di rosa, celeste, giallo,
circondate da giardinetti semplici,
accoglienti.
Quel bacio fu un abisso di dolcezza
e il profumo della tua pelle
figliava pensieri buoni,
viaggi,
sogni di una vita migliore, più spensierata...
e ti volevo tutta per me, per sempre,
ovunque
e vederti sorridere felice e appassionata
e donarti tutto il mio buono.
Lontani dall'abitudine, dalla distrazione, dall'intrattenimento,
presenti in quell'attimo
che è tutta un'esistenza.
Vedo, ancora come allora
quell'abito estivo, fiortio, leggero, liscio, morbido,
come pozione medicamentosa
che rende nuovo e splendente
tutto ciò che i miei occhi vestono.
Tutto è restituito integro,
anche quando vergognandoti, ti scopri a litigare per un acquisto,
per le vacanze, per un ristorante
o qualche altra cazzata di niente,
la belezza resta, da qualche parte c'è, silente
ti guarda
e sorride
facendo sentire il suo alito fresco di grazia
sulla nostra pelle
cambiata.

Mirabilanti, mirabilanti e infinite
sono le atmosfere
che albergano ovunque,
al centro del mondo, come
ai margini dei confini più minimi.
Innumerevoli e vertiginose speranze
si schiudono nell'alba di un entusiasmo qualunque.
Come api, sciami di idee e sensazioni
migrano a impollinare fiori
che decoreranno di canto
luoghi sconosciuti.

come api laboriose
le idee si affollano nella mente fine
sensazioni come musica in festa
s'inebriano nell'aria confusa mista a pioggia
cessano d'impollinare fiori quando le api dormono
tutto il resto, è la speranza di salpare al nuovo giorno.

Tutto ciò su cui
lo sguardo, il mio sguardo si posava,
veniva animato da energia propria e propriamente si
esprimeva.
Di luce propria brillava,
di grazia propria cantava
e indipendente, ed ebbro di unicità e completezza
danzava, alla musica dell'universo si muoveva,
o meglio, con tutto
dialogava.
Con i polmoni gonfi di speranza e giorni nuovi,
soffiava via la polvere dei pensieri chiusi e insani.
Amore, quando prepari le valige, venerdì partiamo
ti ricordi?

Guardo a destra...
e mi chiedo cosa resta.
Guardo a sinistra...
la casualità che mi amministra.
Guardo in alto e...
"mi chiamo Aldo, mi chiamo Aldo....".
Guardo in basso...
e me so proprio rotto er...