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Tutto intorno a me
è fatto di silenzio,
di atomi e vuoto;
tutto il resto,
sta alla finestra
che guarda il mare.

tutto
il
resto

non è
finestra
caldo fuoco
dentro
mura di vetro
ed acque di mari

gli oceani

le acque
nell'Apocalisse
diranno

dei versi
conchiusi
dalle anime negre
che baciano
crocifissi
inchiostrati di sangue

porteranno
la vita
conquistata
in croci d'acciaio
condotte su scienze
di domestico uso

parleranno
degli occhi
orbi dei gusci
in fila

mostreranno
in voce di Pietro
le mani dell'estirpazione

grideranno
come salmi dei giusti
del sangue avvelanato

Gridare all'unisono
tutti i versi
del mondo e del tempo
e danzare alla musica
sognata da Dei deliranti
fatti di carne e sangue;
noi.
Siamo l'universo,
tutto il resto
e l'uva bagnata che rifresca
le sere d'estate.

Siamo fatti di universo
tutto il resto all'unisono,
appartiene agli Dei.

Dei fatti di universo
che sciocchi e innocenti
credono di poter
morire.

Dei sempiterni,
che di sciocchi e innocenti
mortali, Vi prendete gioco,
attendete in coro immobili
con i Vostri visi bianchi
prima le nostre suppliche,
dopo ci regalate la morte.

C'era una volta qualcuno
che sciocco e ingenuo
si convinse
dell'inesistenza della morte.
Qualcuno visse
in eterno.

morire
tre sillabe
definite

vertigine
tre sillabe
indefinite

vivere
tre sillabe
il percorso

scrivere
tre sillabe

scrivere
tre

tre

perfetto

Morire tra sillabe indefinite,
rinascere,
continuare.
Qua e altrove, cogliere
e seminare i frutti
di una passione, un desiderio, una casualità.
Tra innumerevoli possibilità
battezzare allucinazioni inventate,
renderle vive.
Liberare la finzione
che delirante
schiude il vero.
Perfetto e amorevole
vederla sbocciare.

Vivere per poi morire
questo il verbo della vita.